
una leggenda ebbe grande diffusione in tutta europa tra la meta` del seicento e i primi del novecento. nascosta tra le righe di un trattato di diritto marittimo pubblicato a bordeaux nel 1647, questa mitologia attribuiva agli ebrei l`invenzione delle lettere di cambio - strumento in apparenza simile al moderno assegno, che consentiva il movimento di grandi somme di denaro senza alcuno spostamento di monete o lingotti e che, in mano a banchieri esperti, agevolava forme di speculazione del tutto avulse dallo scambio delle merci. storicamente infondata, questa leggenda ebbe tuttavia un successo enorme. se ne trova menzione in una miriade di testi oggi poco noti, nonche` in grandi autori come montesquieu, marx e sombart. perche`? come le lettere di cambio attraversavano mari e monti senza lasciare traccia, cosi` gli ebrei apparivano indistinguibili dai mercanti cristiani. in questa `invisibilita`` non era facile riconoscere il mercante onesto dall`ebreo usuraio. ben prima della mano invisibile di adam smith, l`invisibilita` degli ebrei fu dunque una tra le metafore predilette dei pensatori europei e diede voce a timori profondi legati ai lati piu` oscuri e ingovernabili del nascente capitalismo finanziario.

il piccolo jesse apre la porta di casa. alle sue spalle, il padre apre il bagagliaio dell`auto da cui sono scesi: forse c`e` un regalo dentro, pensa jesse, forse un albero di natale. apre la porta e un odore dolciastro, di carne, lo investe. poi vede gli schizzi rossi a terra. vede suo fratello bobby, la testa girata da un lato, gli occhi aperti ma spenti. poi alza lo sguardo e li vede tutti: sua sorella jean, riversa accanto a una lampada rotta; shirley con le braccia strette al ventre; la madre in poltrona, con la testa rovesciata indietro, la gola squarciata. e il sangue, il sangue dappertutto, a terra, sotto le suole, sulle pareti. e il rumore della porta che si apre di nuovo, i passi del padre, il clic del fucile, e jesse che inizia a correre, attraverso il sangue, e poi fuori, nel buio della notte, inseguito dagli spari... salvo per miracolo dal massacro che ha sterminato la sua famiglia, oggi jesse vogel e` un neurochirurgo di fama, uno scienziato dall`intelligenza acuminata e dalla curiosita` morbosamente deforme, attirata da tutto cio` che e` strano, inquietante, mostruoso. come la comune hippie in cui fugge sua figlia michelle, attratta in quel bizzarro inferno di droga e deliri lisergici da un carismatico, vampiresco guru della controcultura, noel, fratello spirituale dei telepredicatori infervorati di loro. jesse, moderno cavaliere in armatura sfavillante, fara` di tutto per riprendersi michelle, ma non c`e` consolazione che attenda la giovane fanciulla in pericolo, e la sua salvezza assomigliera` a una dannazione... nel quarto e ultimo volume della sua epopea americana, joyce carol oates si rivolge alla tradizione del romanzo gotico per raccontare la definitiva, postrema trasformazione del sogno americano in incubo: le ataviche colpe familiari che avvelenavano gli interni di nathaniel hawthorne sono, qui, quelle di un`intera nazione, che ha smarrito ogni innocenza, ogni grazia originaria. il giardino edenico delle delizie e` sfiorito, e al suo posto si

all`inizio della carriera, peter cameron era uno scrittore di commedie brillantissime, feroci, tutte sull`orlo della surrealta` - o, se si preferisce, tutte dentro quella realta` survoltata che era new york sullo scorcio degli anni ottanta. se ne ricordano di sicuro i lettori che hanno amato "un giorno questo dolore ti sara` utile", e che qui ritroveranno la soho delle gallerie, delle palestre esclusive e delle ancor piu` elitarie banche del seme; parteciperanno al rapimento piu` sgangherato del secolo, e a un tentato omicidio non meno improbabile; e finiranno per farsi trascinare, felici, in tutti gli altri disastri connessi al piu` lungo, accidentato e imperdibile divorzio fin qui raccontato.

del cervello umano, davide sa quanto ha imparato all`universita`, e usa nel suo mestiere di neurochirurgo. finora gli e` bastato a neutralizzare i fastidiosi rumori di fondo e le modeste minacce della vita non elettrizzante che conduce nella lucca suburbana: l`estremismo vegano di sua moglie, ad esempio, o l`inspiegabile atterraggio in giardino di un boomerang aborigeno in arrivo dal nulla. ma in quei suoni familiari e sedati si nasconde una vibrazione piu` sinistra, che all`improvviso un pretesto qualsiasi - una discussione al semaforo, una bega di decibel con un vicino di casa - rischia di rendere insopportabile. e quello che tenta di far capire a davide il suo nuovo, enigmatico maestro, diego: a contare, e spesso a esplodere nel modo piu` feroce, e` quanto del cervello, qualunque cosa sia, non si sa. o si preferisce non sapere.

emersa dalla tradizione orale dei sumeri nel terzo millennio a.c., e tramandata per migliaia di anni da molti popoli del vicino oriente su tavolette d`argilla scritte in caratteri cuneiformi, l`epopea di gilgamesh si pone alle origini stesse della letteratura mondiale. re di uruk, gilgamesh e` infatti il primo eroe a partire in cerca di avventure, a uccidere mostri, sfidare gli de`i, viaggiare ai confini della terra deciso a conquistarsi con le sue gesta un nome imperituro. ma quando la morte gli strappa enkidu, il compagno per eccellenza, gilgamesh, atterrito e ormai solo, affronta l`impresa che travalica ogni altra: la ricerca del segreto della vita eterna - un segreto che solo utnapishtim, l`unico sopravvissuto al diluvio universale, puo` insegnargli. fara` infine ritorno a uruk a mani vuote, ma ricco di una nuova consapevolezza: la morte e` il destino ineluttabile che gli de`i hanno assegnato all`uomo, e nel godimento di questa vita effimera risiede la sua sola saggezza.

le terre dell`adriatico orientale sono state uno dei laboratori della violenza politica del ?900: scontri di piazza, incendi, ribellioni militari come quella di d`annunzio, squadrismo, conati rivoluzionari, stato di polizia, persecuzione delle minoranze, terrorismo, condanne del tribunale speciale fascista, pogrom antiebraici, lotta partigiana, guerra ai civili, stragi, deportazioni, fabbriche della morte come la risiera di san sabba, foibe, sradicamento di intere comunita` nazionali. queste esplosioni di violenza sono state spesso studiate con un`ottica parziale, e quasi sempre all`interno di una storia nazionale ben definita - prevalentemente quella italiana o quella jugoslava (slovena e croata) -, scelta questa che non puo` che originare incomprensioni e deformazioni interpretative. infatti, e` solo applicando contemporaneamente punti di vista diversi che si puo` sperare di comprendere le dinamiche di un territorio plurale come quello dell`adriatico orientale, che nel corso del ?900 oscillo` fra diverse appartenenze statuali. inoltre, le versioni offerte dalle singole storiografie nazionali non fanno che rafforzare le memorie gia` a suo tempo divise e rimaste tali generazione dopo generazione. sono maturi i tempi per tentare di ricostruire una panoramica complessiva delle logiche della violenza che hanno avvelenato - non solo al confine orientale - l`intero novecento.

a partire dalla fine del xv secolo l`occidente europeo cambia radicalmente il modo di combattere. le armi da fuoco diventano finalmente efficienti. si passa rapidamente dall`archibugio al moschetto, al fucile a baionetta. le fortificazioni si trasformano: i bastioni a punta di freccia sostituiscono le mura alte e merlate. nel frattempo si rinnova l`organizzazione delle forze armate. la dimensione degli eserciti cresce enormemente e muta anche la loro composizione: la fanteria diventa la regina delle armi e la cavalleria la specialita` dei giovani gentiluomini. si tratta di ordinamenti sempre piu` professionalizzati. dai mercenari del seicento, accompagnati in guerra anche da donne e bambini, ai reparti ben allineati e disciplinati del settecento. nella guerra sul mare dominano le acque i grandi vascelli, che montano a bordo fino a 120 cannoni. ovunque servono equipaggi addestrati, materiali, pezzi da fuoco e munizioni: cioe` denaro, denaro, denaro. cosi` la guerra diventa un costosissimo affare di stato. insomma, finita l`era `romantica` dei combattimenti faccia a faccia con la spada, i nuovi protagonisti sono un nuovo genere di soldati, addestrati e specializzati. in questo libro li vedremo in azione e ne riascolteremo le esperienze e le emozioni.


dicono che in famiglia tutti si lamentassero dell`avarizia di pericle, ma che al contrario gli ateniesi gli fossero ben grati quando esponeva loro con precisione - con acribia si comincia a dire - i rendiconti delle spese di denaro pubblico per una guerra o un monumento o un`impresa di conquista. moneta e trasparenza, gloria futura e investimenti attuali, democrazia ed esattezza: un saggio brillante per scrittura e competenza ci racconta in modo nuovo le strategie economiche di chi invento` ad un tempo la bellezza e la . , scrive giovanni marginesu parlando del v secolo a. c., . e poi il saggio cede il passo al racconto, parlandoci di come fosse famosa l`avarizia di pericle, malvista in casa, ma molto gradita nelle occasioni pubbliche in cui si trattava di soldi pubblici, e di come acribia e democrazia, quando la prima significava estrema e fredda precisione e la seconda caldo sentimento etico, andassero a braccetto nella polis prima fra tutte, atene, nell`epoca d`oro dell`arte, della letteratura, della potenza e della civilta`. marginesu lavora da archeologo su frammenti e stele per narrarci la storia dei rendiconti greci, che venivano incisi con raffinata maestria sulla pietra ed esposti, in citta` e sull`acropoli, a uno sguardo quasi dalla contabilita`, in quanto gli ateniesi erano ben consci di come fossero la del loro mondo. . da questa prospettiva, marginesu narra una volta ancora, ma con grande novita` e sorprendente ritmo, di vicende e personaggi

la scultura e` un`arte universale. e da sempre praticata da tutte le culture del mondo e risale a un lontanissimo passato. le prime pietre sagomate sopravvissute potrebbero persino precedere l`avvento del linguaggio. l`impulso a dar forma a pietra, argilla, legno e metallo e` evidentemente profondo nella nostra psiche e biologia. ed e` il motivo che collega l`interrogativo alla domanda piu` universale su cosa sia l`umanita`. la scultura non puo` essere vista esclusivamente come una ricerca estetica; e` legata all`istinto irresistibile dell`uomo a lasciare un segno nel paesaggio, di costruire, realizzare immagini, praticare una religione e sviluppare un pensiero filosofico. attingendo a esempi da tutto il mondo e di ogni epoca, da migliaia di anni avanti cristo fino all`oggi, gli autori considerano la scultura come una forma d`arte transnazionale, con un`autonoma e avvincente storia. analizzano materiali e tecniche, ma anche temi generali come lo spazio, la luce e l`oscurita`. entrambi sono convinti che la scultura sia una forma di pensiero fisico, in grado di alterare il modo in cui le persone si percepiscono. e ci invitano a guardare la scultura, e piu` in generale il mondo che ci circonda, in un modo completamente diverso.

diversamente dal mondo animale, regolato dal carattere infallibile dell`istinto, la sfera della sessualita` umana appare simile a un collage cubista. la bussola dell`istinto non funziona. gli esseri umani si accorgono che non e` semplice tenere insieme, per esempio, il desiderio sessuale e l`amore. allo stesso modo si accorgono che in ogni rapporto sessuale il desiderio, prima di incontrare il partner, e` strutturato inconsciamente in un fantasma singolare che detta le regole di questo incontro: seduzione, possesso, gelosia, estasi. inoltre devono prendere atto che il modo maschile e il modo femminile di esporsi alla sessualita` non e` lo stesso e che questa differenza e` foriera di equivoci e disagi. esiste poi una sintomatologia della vita sessuale che comprende l`eiaculazione precoce, la frigidita`, l`assenza di desiderio, l`onanismo compulsivo, il feticismo, le pratiche perverse. tutto questo porta l`autore, sulla scia di lacan, a chiedersi se davvero esiste un rapporto sessuale, essendo che ogni rapporto sessuale e` innanzitutto rapporto di ciascuno con il proprio fantasma.

il commercio marittimo dalle antiche civilta` mediterranee sino alle soglie della grande stagione dei viaggi e delle esplorazioni dell`eta` moderna. assistiamo alla nascita e al tramonto dei grandi imperi - da quello bizantino a quello arabo, da quello turco a quello cinese -, seguiamo i vichinghi nella prima rotta per l`america, gli spagnoli e i portoghesi nell`esplorazione di un`africa che emerge lentamente dalle nebbie della leggenda, osserviamo i mercanti fiorentini e genovesi che commerciano dall`inghilterra alla tunisia, viaggiamo con marco polo attraverso le citta` orientali. un affresco affascinante, tracciato con il rigore documentario dello studioso ma anche con la sapienza di un grande narratore.

la crisi delle relazioni globali ha prodotto anche l`ennesima "riscoperta di marx". non potevano certo mancare nella "biblioteca giovani" quei fondamenti teorici della dottrina economica marxista che trovano proprio nell`"analisi della merce" la spiegazione ultima del fenomeno tipicamente capitalistico della crisi. i concetti piu` astratti di "per la critica dell`economia politica", quelli mano a mano piu` "concreti" sviluppati nel "capitale", sono gli attrezzi teorici indispensabili per indagare la realta` complessa della crisi capitalistica. quella marxista, solo apparentemente una delle tante possibili spiegazioni della crisi, in realta` e` l`unica scientifica perche` e` l`unica che non debba inglobare il dogma, indimostrabile e falso, che il capitalismo non abbia alternative. il marxismo muove dalla certezza che le crisi sono la prova della transitorieta` storica del capitalismo e le studia nella prospettiva della battaglia per una forma piu` elevata di societa` che superi l`attuale disordine sociale.

"lavoro salariato e capitale" ha la straordinaria capacita` di illuminare, nella sua brevita`, una miriade di problemi attuali, pur essendo stato scritto a meta` `800. la sua densita` e modernita` sono figlie del connubio tra scopo originario e idea-forza dell`opera. l`idea-forza e` quella che sia proprio del capitalismo il nascondere i rapporti tra gli uomini dietro l`apparenza di rapporti tra "cose". i misteriosi attributi di "cose" come il capitale o il salario sono chiariti riconducendoli ai sottostanti rapporti tra uomini. poiche` la societa` continua a reggersi sul rapporto instaurato tra la minoranza di uomini che monopolizza i mezzi di produzione - i capitalisti - e l`ampia maggioranza di coloro che, essendone privi, sono costretti a vendere la propria capacita` di lavorare - i salariati - ecco spiegata l`attualita` del testo. la chiarezza dell`esposizione deriva dallo scopo originario dell`opera che, come spiega engels nell`introduzione, e` quello di divulgare la teoria economica tra i lavoratori.

"salario prezzo e profitto" offre al lettore i fondamenti della teoria economica marxista in forma piana e scientificamente rigorosa. il testo e` in origine un "paper" che marx legge nel corso di due sedute del consiglio generale della prima internazionale, esprimendo "in forma straordinariamente succinta, ma `relatively popular`, parecchio di nuovo", come lo stesso marx ne scrisse ad engels. il "parecchio di nuovo" e` la fondamentale scoperta del "valore del lavoro" attraverso l`introduzione del concetto di "forza-lavoro". si tratta quindi anche della prima spiegazione scientifica del meccanismo dello sfruttamento capitalistico.

le leggi oggettive della politica hanno tempi di verifica lunghi. quella scoperta nel "18 brumaio" a meta ottocento individua la tendenza secolare al rafforzamento e all?estensione dell?apparato burocratico e militare dello stato borghese. e una scoperta importantissima perche permette un passo avanti sostanziale rispetto al "manifesto" del 1848. il proletariato non puo adoperare per la sua emancipazione uno strumento che la borghesia ha costantemente perfezionato e ingigantito attraverso i secoli con lo scopo prioritario di salvaguardare il proprio dominio. la sostituzione della "macchina" statale borghese con un tipo di stato completamente nuovo e uno dei primi passi del proletariato sulla via del potere. e la prima condizione perche una rivoluzione proletaria possa affrontare il compito di organizzare la produzione sociale in forme capaci di condurre alla estinzione di ogni genere di stato. l?indicazione strategica che ne viene alla lotta plurigenerazionale per il comunismo verra testata da marx stesso alla luce della comune di parigi nel 1871 e trovera piena conferma a distanza di un altro mezzo secolo con la rivoluzione d?ottobre del 1917.

in un`alba livida e fredda del gennaio `79, sulle alture della genova popolare, due colpi di pistola sparati a bruciapelo uccidevano l`operaio comunista guido rossa. lo uccidevano al buio, nell`ora in cui gli operai vanno a lavorare. e cosi` quell`alba era anche un tramonto. annunciava la sconfitta politica delle brigate rosse, segnava la fine della loro illusione di conquistare il favore delle classi lavoratrici. ma la vita del , campione d`arrampicata dalle alpi all`himalaya, paracadutista, fotografo, non si esaurisce nella sua morte. ne` si limita a riflettere la morte di un`utopia operaista respinta dal movimento operaio. grazie allo scavo archivistico di sergio luzzatto - e grazie al suo talento narrativo - la storia di un diventa qui il ritratto, sorprendente ed esemplare, di un italiano nel dopoguerra. la parabola di un alpinista sceso giu` in mezzo agli uomini per cercare insieme a loro la strada della liberazione. troppo spesso, nel discorso pubblico, le sono poco piu` che figure retoriche. sopravvivono nella memoria degli italiani come immaginette, santini laici, piuttosto che come persone in carne e ossa. e cosi` era stato, finora, anche per guido rossa. comprensibilmente, tanta e` la forza simbolica del suo martirio: un operaio metalmeccanico, un sindacalista, un comunista, ucciso dai brigatisti rossi perche` baluardo democratico in fabbrica, oppositore strenuo di una propaganda marxista- leninista da lui denunciata quale travisamento degli interessi piu` autentici della classe operaia. senza voler nulla togliere al merito politico e civile del sacrificio di rossa, sergio luzzatto si e` accostato alla sua figura con altre intenzioni. oltre l`immaginetta, ha voluto scoprire l`uomo. autorizzato ad accedere (il primo a poterlo fare) all`archivio di famiglia, ha voluto guardare alla vita di rossa, almeno altrettanto che alla sua morte. si e` trovato cosi` a fare i conti con una personalita` or

questo libro propone agli studenti del triennio una mappa di cento anni di letteratura italiana, dalle avanguardie di inizio novecento al primo decennio del 2000. l`impostazione segue alcuni principi molto chiari ed essenziali: un`ossatura cronologica volta a sottolineare i punti di continuita` e le fratture tra le epoche; un profilo dei singoli autori che tiene conto delle principali chiavi di lettura delle loro opere piu` importanti; l`individuazione dei punti di contatto o di contrasto tra epoche e correnti diverse; il parco uso di strumenti metodologici, a conferma della centralita` dei testi. pur obbedendo a scelte inevitabili, gli autori, lungi dall`imporre un canone normativo, lasciano aperto un dialogo con il lettore. tra gli elementi piu` originali del volume, la presenza importante delle scritture femminili, che qui rappresentano un novecento spesso lasciato ai margini o ricondotto a modelli maschili, nonche` la particolare attenzione riservata all`ultimo decennio di sperimentazioni e tentativi di tipo diverso, dove la letteratura imbocca strade dalla fisionomia ancora incerta.

una famiglia che pullula di svitati, un codazzo di parenti e amici e servitori, una villa monumentale in mezzo a un parco. sono gli ingredienti di questo romanzo di shirley jackson, che si apre con i protagonisti - di tutte le eta` e affetti da ogni forma di mania - di ritorno dal funerale del figlio di mrs. halloran, che, dice serafica la piccola fancy, la nonna ha buttato giu` dalle scale: per tenersi stretta la villa. come se non bastasse, poco dopo zia fanny riferisce di aver avuto un incontro in giardino con il padre, defunto da tempo, il quale le ha annunciato che la fine del mondo e` imminente e che loro saranno gli unici a salvarsi. e non e` finita: qualcuno va a riferire la notizia in citta`, ed ecco presentarsi la delegazione locale dei veri credenti, i quali non possono che condividere la logica apocalittica, ma, siccome sono convinti che a salvarli ci penseranno gli alieni, sono venuti a chiedere di farli atterrare nel parco. e noi lettori, ormai completamente in bali`a di una jackson in stato di grazia, che dispensa a piene mani uno humour che si potrebbe definire vitreo, ci lasceremo trascinare da un crescendo di follie e sorprese - sino, letteralmente, alla fine (del mondo?).

streghe che cavalcano lupi e iene, cortei notturni di morti senza riposo, uomini trasformati in animali, formule magiche in grado di controllare spiriti e divinita`: ogni popolo e ogni cultura del mondo, dall`alba dei tempi fino a oggi, ha creduto nell`esistenza di individui capaci di nuocere agli altri attraverso poteri magici; personaggi che incutono paura o provocano repulsione, dai quali e` necessario difendersi, le cui caratteristiche vanno a formare la sfaccettata figura della strega. dall`africa al baltico, dall`antica grecia alle americhe, le streghe hanno tratti sorprendentemente simili: agiscono di notte, causano malattie e morte a distanza, sono particolarmente pericolose per i bambini, costituiscono una minaccia per l`ordine sociale. il mondo antico teme e disprezza chi pratica la stregoneria perche` considera i suoi poteri un tentativo di appropriarsi di prerogative divine, e nella roma imperiale la magia e` combattuta ferocemente in nome della religione ufficiale. altre culture oppongono alla stregoneria figure specifiche dotate a loro volta di poteri straordinari, come esorcisti specializzati in africa, i praticanti delle tradizioni sciamaniche in siberia ed europa settentrionale o i benandanti friulani. nell`europa continentale del medioevo streghe e guaritori dai poteri innati convivono con maghi eruditi eredi di una tradizione di magia rituale che ha origine nell`antico egitto. a partire dalla fine del xiv secolo la cultura cristiana produce lo stereotipo della strega diabolica, schierata con le forze del male nell`eterna battaglia contro la chiesa, che e` all`origine delle persecuzioni dell`eta` moderna. dappertutto e in ogni tempo le persone etichettate come streghe sono il capro espiatorio di tensioni e invidie all`interno delle comunita`. ronald hutton, studioso di magia e paganesimo, seguendo le orme di carlo ginzburg e wolfgang behringer esamina la credenza nelle streghe da ogni angolazione e in prospettiva globale, attraverso epoche e contin

questo libro e` la narrazione di una vicenda "biopolitica" che, con riferimento ai narrati "anni verdi", ha pochi precedenti in letteratura. privilegiare la dimensione politica nell`eta` evolutiva - dai 4 ai 15 anni - puo` sembrare un controsenso, un vezzo o un azzardo. cosi` non e`. l`eta` "di crescenza", in cui crescono idee ed emozioni, propizie anche al formarsi di un`aurorale coscienza politica, e` coinciso con anni cruciali della storia d`italia - dal 1935 al 1946 -, segnati da guerre, lotte, eventi di vita e di morte, taluni dei quali hanno visto l`autore, allora ragazzo, testimone partecipe.

dante e` l`ultimo poeta medievale, il grande campione di un medioevo in declino, ed e` il primo poeta della modernita`, non solo dal punto di vista linguistico, ma anche per come sa usare i vari aspetti della scienza e della cultura del suo tempo radunandoli al servizio del suo insegnamento morale. in firenze, egli e` ascritto, nominalmente, alla corporazione dei medici. e un "sapiens de medicina", pur non avendola studiata, ne` professata, e di medicina e medici parlano diffusamente le tre cantiche della divina commedia. il volume presenta appunto una ricognizione del testo della commedia con riferimenti al campo medico-sanitario e individua passi salienti della "sapienza medica" di dante. un punto di vista sicuramente originale all`interno della copiosa produzione editoriale occasionata dalla ricorrenza settecentenaria della sua morte.

questo libro ha per argomento la medicina e i medici che l`hanno interpretata e attuata in italia nel ventennio compreso tra le due guerre mondiali. esso viene a inserirsi nella bibliografia non esigua dedicata alla sanita` italiana durante il fascismo, alla quale l`autore ha gia` contribuito. la rivisitazione attuale piu` vasta dell`argomento segue, in generale, l`andamento cronologico unidirezionale delle vicende narrate e tuttavia, talvolta, segue un percorso zigzagante "tra passato e presente" e "tra presente e passato" conforme all`insegnamento storiografico trasmesso da marc bloch nel suo "me`tier d`historien". giorgio cosmacini e` medico, laureato in filosofia, docente universitario. storico e filosofo della medicina, e` socio onorario della societa` italiana di igiene e sanita` pubblica e della societa` italiana di antropologia. e socio emerito della societa` italiana di radiologia e autore di molte opere, alcune delle quali pubblicate anche all`estero. nel 2017 e` stato insignito dell`ambrogino d`oro da parte del comune di milano.

il testo affronta un momento cruciale di una lunga lotta, volta a fornire al proletariato una strategia per la conquista del potere, per saldare la teoria con il "movimento reale". al primo fondamentale passo compiuto dotando la lega dei comunisti del "manifesto del partito comunista", chiusa la crisi del 1848, seguono lunghi anni di riflusso durante i quali marx ed engels dedicano il meglio delle proprie energie allo sviluppo della teoria. solo nel 1864 essi intravedono la possibilita` di un nuovo intervento nel "movimento reale". lo spiraglio e` aperto appunto dalla fondazione dell`associazione internazionale degli operai. le pagine del testo descrivono questo nuovo tentativo. vengono esposte le battaglie di marx ed engels in seno all`internazionale, viene dimostrato il ruolo di dirigenti del movimento operaio da loro conquistato per questo tramite, ne sono documentati i risultati permanenti cosi` acquisiti. una volta esaurita quell`esperienza, il marxismo avra` guadagnato in estensione fino a diventare la dottrina ufficiale, ancorche` poco assimilata, del socialismo, e le basi per una politica internazionalista del proletariato saranno definitivamente gettate.

nel testo, oltre a una ricognizione dello sviluppo capitalistico e delle lotte politiche in turchia, in iran, in pakistan e in arabia saudita, e` raccolto il percorso d`analisi che in questi anni ha accompagnato le vicende delle cosiddette "primavere arabe", e il loro scacco nella contesa mediorientale. all`inizio del 2011, all`avvio della crisi in libia, scrivemmo che "in medio oriente e` quasi la regola che le guerre civili siano innesco alle guerre tra stati". da allora quattro conflitti, in libia, in mali, in siria e in yemen, hanno confermato quella legge di movimento, polverizzando la retorica democratica che aveva accompagnato quei sommovimenti politici. ormai e` assodato che la guerra in siria segna la fine degli equilibri di bilancia in medio oriente garantiti dalla potenza americana, com`erano stabiliti da un quarantennio a partire dal 1973. nell`area torna a fare il suo ingresso la russia e torna all`iniziativa politico-militare l`europa. sullo sfondo, il mutamento dei nessi energetici cosi` come della bilancia globale chiama in causa cina e india, e non e` pensabile che un nuovo assetto regionale non prenda in conto i due giganti asiatici.

perche` l`italia giunse con tanto ritardo all`unificazione, solo nella seconda meta` del xix secolo? in questo testo si mostra quanto lo sviluppo italiano e i suoi processi economici e politici siano spiegabili solo sul piano europeo. uno sviluppo capitalistico precoce, nell`era dei comuni, e` impedito nel suo sbocco politico unitario dalla combinazione tra equilibrio italiano e sistema europeo degli stati. sei secoli dopo un certo ritardo di quello sviluppo rispetto all`europa non impedira` l`unita` politica, quando e` il sistema di stati di westfalia e di vienna ad incrinarsi lasciando il varco all`iniziativa del regno di sardegna, lungo lo sciame sismico innescato dalla rottura storica della rivoluzione borghese in francia nel 1789. la nascita della moderna bilancia di potenza tra gli stati; il caso storico in italia di un equilibrio di forze che si elidono a vicenda; i risultati invece delle grandi monarchie europee che raggiungono l`unita` nella combinazione tra minaccia esterna e abilita` politica centralizzatrice: sono tutti materiali da cui e` possibile astrarre regolarita` politiche di movimento, con cui analizzare oggi il processo europeo nella dinamica globale di bilancia.

le tappe fondamentali della vita politica di lenin sono delineate attraverso osservazioni e testimonianze di oltre cinquanta autori assai diversi: militanti rivoluzionari, temporanei compagni di strada, intellettuali borghesi, avversari di classe. certo, rispetto alla ricchezza teorica e pratica del leninismo, il contenuto del volume e` cosa modesta, ma sicuramente utile ad avvicinare il lettore alla comprensione dei suoi aspetti essenziali. a quasi trent`anni dalla prima, la nuova edizione, essa stessa testimonianza della vitalita` del leninismo, si presenta arricchita, oltre che di contributi storici, testimonianze dirette e materiale iconografico, di giudizi politici che di quella strategia politica comprovano l`attualita`.

liberta` ed uguaglianza rimangono punti fermi dell`ideologia democratica, ma la vita pratica si fa beffe dei grandi princi`pi. e l`ideologia si modella sulle contraddizioni della lotta senza quartiere per l`estrazione e la spartizione del plusvalore: il razzismo e` un tipico prodotto del capitalismo. lo sviluppo imperialistico e` un immenso processo di proletarizzazione e di migrazione. i nuovi venuti formano una manodopera molto mobile, ricattabile perche` senza diritti, docile, facile da sfruttare a basso costo nell`agricoltura, nei ristoranti, sulle impalcature dei cantieri, in fonderia, nella logistica e pulizia delle aziende. razzismo e xenofobia servono per dividere e sfruttare meglio la classe operaia. l`internazionalismo comunista e` stata l`unica politica che ha saputo tirare fuori i giovani, i lavoratori dal labirinto degli interessi e dei massacri della classe dominante. "proletari di tutti i paesi unitevi", senza distinzione di razza, di sesso, di etnia, di religione non e` un principio astratto, ma e` la realta` concreta dei produttori sociali, di quegli "invisibili" che fanno girare il mondo in qualunque frangente.

le pagine indirizzate da marx al proletariato parigino che nel marzo 1871 compie il suo "assalto al cielo" dando vita alla comune. pagine in cui troviamo dignita`, energia, documentazione e, tracciate in una sintesi magistrale, le principali tendenze del secolo a venire. nell`introduzione engels sottolineera`: "la comune dovette riconoscere sin dal principio che la classe operaia una volta giunta al potere non puo` continuare ad amministrare con la vecchia macchina statale." lo stato era divenuto in secoli di storia un organo a se`, "al servizio dei propri interessi particolari" e cio` era evidente "non solo nella monarchia ereditaria, ma anche nella repubblica democratica". marx aveva scritto: "la lotta della classe operaia contro la classe capitalistica e il suo stato e` entrata, grazie alla lotta di parigi, in una nuova fase ... un nuovo punto di partenza di importanza storica universale e` conquistato". un punto di partenza perche`, scrive cervetto, "la comune di parigi e` durata pochi giorni. lenin lo sa bene quando restaura la scoperta di marx, mezzo secolo dopo, e pochi mesi prima che il movimento reale in russia la riproponga all`ordine del giorno".

alla fine del novecento, fu annunciata in italia la "morte della patria". oggi assistiamo alla rinascita del culto della nazione, mentre molti temono tuttora una perdita dell`identita` nazionale. gli italiani, in realta`, non hanno mai avuto una comune idea di nazione, anche se fin dal risorgimento il mito di una grande italia ha influito sulla loro esistenza. sono state molte le italie degli italiani, divisi da ideologie antagoniste, sfociate talvolta in guerra civile. emilio gentile narra la storia del mito nazionale nelle sue varie versioni fino a spiegare le ragioni per le quali la nazione e` scomparsa dalla vita degli italiani per riapparire nell`italia d`oggi, con un incerto futuro.



il volume offre un`introduzione al contempo accessibile e rigorosa ai piu` recenti sviluppi di una fondamentale branca della filosofia del tempo: la filosofia del futuro. al centro dell`attenzione sono le domande chiave del dibattito contemporaneo. il futuro e` gia` scritto o esistono cammini alternativi che il tempo e` in grado di imboccare? esistere significa semplicemente essere presenti o ci sono veri e propri oggetti futuri? siamo davvero liberi di scegliere quali azioni compiere e di modificare il corso degli eventi? il dibattito intorno alle risposte di volta in volta offerte dalla filosofia esplora un`intrigante zona d`intersezione tra metafisica, logica ed etica, e interessa discipline diverse come la fisica, la psicologia e l`economia. gli autori offrono gli strumenti necessari per inquadrare concettualmente le domande sul futuro, introducendo tutte le nozioni tecniche in un linguaggio chiaro e intuitivo.

le particelle elementari sono i costituenti piu` semplici della materia: ed e` in esse che michel djerzinski, biologo molecolare vicino al premio nobel, cerca il significato di una vita che gli sfugge. ha quarant`anni, e` figlio di una hippie che lo ha abbandonato per fuggire in california, e la sua esistenza dedicata agli studi scientifici lo ha portato all`isolamento e all`impermeabilita` a qualunque emozione. il suo sogno e` clonare gli esseri umani per assicurare loro un futuro di immortalita` e perfezione. michel ha un fratellastro, bruno, il cui destino non potrebbe essere piu` diverso: insegnante di lettere, razzista, ossessionato dal sesso e per questo costretto a entrare e uscire dalle cliniche psichiatriche. sia la morbosita` patologica di bruno sia l`asettica razionalita` di michel sono il risultato dell`ambiente che li circonda: un mondo fatto di solitudini e dominato dal caso, in cui i desideri sembrano scaturire dagli spot pubblicitari. due vite parallele destinate a incontrarsi attraverso relazioni familiari e sentimentali sfuggenti, un romanzo che racconta in modo esemplare la societa` contemporanea nella sua ricerca, affatto scontata, di un vero amore.

a duecento anni dalla sua nascita, baudelaire e` il caso molto raro di uno scrittore che ha mantenuto intatta la sua forza di penetrazione intellettuale e la capacita` di scardinare ogni forma di pensiero sclerotico. dopo la folie baudelaire, che era un vasto libro non solo su baudelaire ma su tutta la parigi intorno a lui, roberto calasso ha voluto concentrarsi su cio` che costituisce la singolarita` irriducibile dello scrittore - innanzitutto il taglio della sua intelligenza e quel gusto che ha dato un`impronta definitiva a cio` che si e` poi chiamato il moderno.

"per gran parte della sua vita mia madre ha vissuto nella poverta` e nel bisogno, isolata da tutto, schiacciata e umiliata dalla violenza maschile. la sua esistenza sembrava limitata per sempre da questo doppio dominio, quello della classe e quello legato alla sua condizione di donna. eppure, un giorno, all`eta` di quarantacinque anni, si ribello` a questa vita, fuggi` e, a poco a poco, conquisto` la sua liberta`. questo libro e` la storia di quella metamorfosi." e. l.

in libano, in un villaggio dove le rocce hanno un nome, kfaryabda, il narratore scopre il manoscritto di una "cronaca montanara", opera del monaco elias, vissuto in quello stesso luogo alla fine del xix secolo. vi si racconta la storia mitica di un giovane, tanios, della madre lamia e dello sceicco francis. sullo sfondo, un popolo di signori e servi, di banditi e amanti. ambientato al tramonto di un`epoca favolosa, in cui tradizione e modernita` iniziano a scontrarsi dando vita a miti e leggende, questo romanzo riesce a essere sia il racconto di un`epopea civile sia quello di una tenera storia d`amore.

stefano mancuso, botanico, tra le massime autorita` mondiali nel campo della neurobiologia vegetale, ci accompagna in un viaggio tra i segreti della natura. le piante sono un mondo pieno di storie interessanti, ma soprattutto importanti per la nostra stessa sopravvivenza. quello che sappiamo o che crediamo di sapere su di loro e` molto poco e quel poco e` di solito sbagliato. riteniamo che le piante siano esseri passivi, inerti, piu` prossimi all`inorganico che alla vita attiva degli animali. e vero il contrario. le piante, infatti, non solo si nutrono e crescono, ma respirano, comunicano tra loro, reagiscono ai mutamenti dell`ambiente circostante, si muovono, imparano e memorizzano. soprattutto, con la loro peculiare complessita`, ci propongono modelli innovativi per le nostre relazioni sociali e per i nostri modelli organizzativi. il libro botanica e` legato a uno spettacolo multimediale di grande originalita`, nato dalla collaborazione tra il professor mancuso e il collettivo musicale deproducers, e reso possibile grazie alla sensibilita` e all`impegno di aboca. nel libro, come nello spettacolo, il racconto del mondo vegetale si svolge tra il passato e il futuro, tra la storia e l`ecologia, e fluisce con la forza di una grande narrazione e con la sorpresa che sempre suscita una scoperta scientifica.

"questioni di un certo genere" e` il secondo numero di cose, spiegate bene, la rivista di carta del post realizzata in collaborazione con iperborea. fiocco azzurro o fiocco rosa: tutte le persone vengono divise tra due gruppi alla nascita, o ancora prima, in base alla forma dei propri genitali vista in un`ecografia. le cose pero` non sono mai cosi` semplici e concluse, e per capirle meglio abbiamo cominciato a distinguere sessi e attrazioni sessuali prima, e identita` di genere poi. insieme a queste distinzioni sono arrivate nuove parole - come , , e - e nuovi dibattiti. uno riguarda la lingua (non solo lo schwa), altri, cose piu` concrete: i simboli sulle porte dei bagni, le categorie nello sport agonistico, gli abiti che indossiamo. e poi ci sono le questioni dei diritti, e la capacita` di tutti di conoscere e capire il prossimo, e gli argomenti di cui si discute. con testi di arianna cavallo, fumettibrutti, vera gheno, gianmarco negri, diego passoni, massimo prearo e della redazione del post. a cura di arianna cavallo, ludovica lugli e massimo prearo. illustrazioni di sarah mazzetti.

bastarono poche stagioni di frenesia creativa, prima della morte a venticinque anni, per fare di john keats il poeta romantico per eccellenza: un giovane in continuo fermento e in costante trasformazione, immerso nel labirinto del proprio tirocinio poetico, con una mente assetata di grandezza e bellezza, logorata da un inafferrabile languore esistenziale e sempre pronta all`intuizione folgorante. ma chi era il vero john keats? per scoprire la fisionomia che si celava dietro la maschera dei versi, indispensabile e` il suo esuberante epistolario, crogiolo di prosa e versi estemporanei, idee filosofiche e teorie poetiche, in cui keats riversa sogni, speranze, delusioni, paure, frustrazioni, amori e gelosie, con irreprimibile spontaneita`. dal tono scanzonato del diario di viaggio nel nord dell`inghilterra e in scozia alle note ardenti e tormentose della corrispondenza con fanny brawne, dalle lunghe missive affettuose al fratello george e alla cognata oltreoceano a quelle briose e colloquiali indirizzate a gli amici piu` cari e a poeti come hunt e shelley: sempre affiora e si espande una personalita` complessa e insofferente, spesso geniale - e votata all`infinito: . questo volume offre la piu` ampia scelta delle lettere di john keats (londra, 1795-roma, 1821) mai pubblicata in italia, ed e` corredato da accurate, illuminanti note di commento.

confida sciascia a domenico porzio. . ed e` come se questo libro, che registra incontri avvenuti lungo il 1988 e il 1989 e interrotti dalla morte dello scrittore, i due amici l`avessero disegnato proprio per scongiurare la fine del libero colloquiare, la dilagante riduzione a intervista della conversazione. provocato dalla inesauribile curiosita` di porzio, stimolato da un dialogo mutevole, schietto, indisciplinato, sciascia parla con un`asciuttezza in cui il fervore e` schermato dal riserbo e dalla precisione, offrendoci inattesi squarci sulla sua infanzia, quando il 2 novembre i bambini ricevevano i regali dei morti; sulla biblioteca della zia maestra e sul teatro di racalmuto, responsabili della sua divorante passione per i libri e il cinema; sui drammi che l`hanno segnato, come il suicidio del fratello, cui e` seguita quella che con ammirevole pudore definisce ; sull`impiego al consorzio agrario, che gli ha assicurato . ma, insieme, vengono alla luce anche tutti i suoi amori: oltre ai libri, parigi, il settecento, stendhal, savinio, su cui ha pesato l`italica , borges, pirandello, . e i segreti della sua officina, come la mescolanza dei generi suggeritagli da malraux, che vedeva in santuario di faulkner - incluso il piu` spiazzante ed efficace: .

una storia del cinema comico nel nostro paese nel suo periodo piu` luminoso, dal dopoguerra alla meta` degli anni settanta, sette capitoli che ripercorrono le tappe piu` importanti di un`arte solo apparentemente d`evasione, che, dopo la censura e le limitazioni del periodo fascista, si fa specchio dell`italia e diventa uno strumento per raccontare in chiave umoristica la societa`. autobiografia di un popolo, la commedia all`italiana descrive passioni, sogni, necessita`, vizi e virtu` di una intera nazione. nel racconto di masolino d`amico accanto ai mostri sacri - attori come toto`, sordi, gassman, mastroianni, tognazzi, manfredi, diretti dai maestri monicelli, risi, germi, comencini, scola - trovano spazio storie e personaggi, vissuti in prima persona dall`autore e spesso trascurati dalla critica ufficiale, che hanno contribuito a fare grande il cinema italiano, trasformando lo sguardo sul presente in un genere cinematografico, per strappare un sorriso sulle piccole grandi miserie e fortune italiche.

come le grandi potenze coloniali europee, mercanti arabi e affaristi americani si spartirono l`africa equatoriale e il bacino del congo, trasformando in pochi decenni una in una delle aree d`africa piu` brutalmente sfruttate. un momento cruciale nella storia del colonialismo; una vicenda di spietati carovanieri, esploratori, soldati, schiavisti e avidi uomini di potere; di ideali infranti e di comunita` ed ecosistemi irrimediabilmente devastati. per secoli, gli abitanti della foresta pluviale del congo tennero a debita distanza le dirompenti forze dell`economia globale. ma alla fine dell`ottocento, in sole tre decadi, il cuore dell`africa venne completamente trasformato; tanto che all`inizio del novecento, il bacino del fiume congo era diventato uno dei luoghi piu sfruttati della terra. in terra di lacrime, l`autorevole storico robert harms ricostruisce il caotico processo che permise tutto cio`. negli anni settanta dell`ottocento, commercianti, esploratori e uomini di potere giunsero nella regione da arabia, europa e america. qui diedero inizio a uno sfrenato commercio di avorio e gomma per i mercati occidentali, e di schiavi per le coste dell`oceano indiano. al centro di questo processo vi furono tre uomini: henry morton stanley, un esploratore gallese che lavorava per conto del re leopoldo del belgio; pierre savorgnan de brazza, un italiano originario dello stato pontificio che fondo` un impero in nome della francia; e tippu tip, un uomo di nascita mista (africana e araba) che costrui` un vasto impero commerciale nell`africa equatoriale, prima per il sultano di zanzibar e poi alle dipendenze di leopoldo. uomini dalle identita` ambigue e non sempre leali, le cui traversie si sovrappongono alle devastazioni subite dal congo. muovendosi dai remoti villaggi africani fino alle riunioni delle diplomazie europee o alle fabbriche del connecticut di tasti in avorio per pianoforte, terra di lacrime ci fa scoprire in che modo l`africa equatoriale venne fat

. siamo la specie dominante sulla terra, abbiamo fatto progressi sorprendenti da quando i nostri antenati sono scesi dagli alberi. ma come siamo riusciti a camminare in posizione eretta, a diventare superpredatori e a popolare il mondo? e in che modo abbiamo sviluppato la civilta` fino a produrre un`economia globalizzata? nell`eta` del legno, roland ennos mostra per la prima volta che la chiave di

"con uno di quei suoi straordinari salti fantastici che hanno un gelo mentale matematico, morselli ha rovesciato i termini di una corrispondenza cosmica. il suicida e` vivo, i vivi sono, non gia` "morti", ma "la morte". morselli scrisse questo romanzo nello stesso anno in cui si tolse la vita, 1973. e forse mai era giunto ad una cosi` calma gestione del suo astratto e lucido gioco intellettuale. un gioco mortale e tuttavia capace di una intima grazia, oserei dire letizia." (giorgio manganelli)

simile a un enciclopedista cinese, borges volle accostare una sequenza di destini tenebrosi come altrettanti . il tono e` quello, impassibile, di chi intende , e ritrovarle tutte in una pura . ma chi cercasse in questi ritratti dati certi e attendibili si ingannerebbe. ispiratore occulto e` qui marcel schwob, che nelle sue inventava le biografie di uomini . procedimento che in borges si inverte: . con la sua usuale sprezzatura, borges defini` una volta queste storie . di fatto erano il primo gioiello di una nuova specie di letteratura.

nel febbraio del 1617, a milano, caterina medici, serva , viene condannata al rogo. in apparenza, uno dei tanti casi di stregoneria depositati nei nostri archivi. ma la scrupolosa, o meglio accanita, ricostruzione che all`atroce caso dedica sciascia in questo libro del 1986 ci mostra che non e` cosi`, giacche` tutta la vicenda nasconde tra le pieghe interrogativi e zone d`ombra. nello sbrogliare l`esasperante con le cadenze e il montaggio di un thriller - consegnandoci una inconfondibile, magistrale miniatura microstorica -, ancora una volta sciascia scrosta dalla storia una delle innumerevoli maschere del potere, sino a svelarne il volto ripugnante e primigenio. e ancora una volta riesce ad assimilarsi sapientemente allo stile dei documenti, affidando la luce del giudizio al contrappunto mentale dei lettori.

(roberto calasso)

che negli anni della pandemia l`immunizzazione sia diventata il baricentro dell`intera esperienza contemporanea e` ormai sotto gli occhi di tutti. dalla medicalizzazione della politica al disciplinamento degli individui, dal confinamento sociale al controllo della popolazione, le societa` contemporanee sembrano preda di una vera sindrome immunitaria. per comprendere gli effetti ambivalenti di questo fenomeno bisogna risalire alla sua genesi moderna, allorche` i linguaggi del diritto, della politica e della medicina cominciano a saldarsi nell`orizzonte biopolitico in cui da tempo viviamo. la stessa democrazia ne risulta profondamente modificata nelle sue procedure e nei suoi presupposti. questo processo, preconizzato venti anni orsono da roberto esposito in "immunitas", e` oggi al centro del dibattito filosofico internazionale. le tensioni drammatiche che sperimentiamo in questi anni tra sicurezza e liberta`, norma ed eccezione, potere ed esistenza, rimandano tutte al rapporto complesso tra comunita` e immunita`, che questo libro ricostruisce nei suoi snodi decisivi. a venire illuminate da uno sguardo rigoroso e originale sono le dinamiche sociali, politiche, antropologiche del nostro tempo. ma anche cio` che si affaccia ai suoi confini esterni. per la prima volta nella storia, quando l`intera comunita` mondiale richiede di essere salvaguardata, l`immunita` sembra perdere i suoi connotati costrittivi e richiedere una nuova interpretazione, insieme biologica e politica.

il 22 febbraio 2020, pochi giorni dopo l`esplosione del covid-19 in italia, walter ricciardi viene chiamato dal ministro roberto speranza a fargli da consulente nella drammatica lotta alla pandemia. inizia cosi` l`avventura professionale e umana raccontata in questo libro che incrocia l`esperienza piu` drammatica nella storia di questo paese dopo la guerra. ricciardi e` stato chiamato a condividere decisioni difficilissime e spesso contestate, dalle modalita` del lockdown nei diversi settori ai conflitti con le regioni e alla chiusura delle frontiere. attraverso di lui seguiamo le riunioni concitate tra i responsabili della salute dei diversi paesi europei e le polemiche tra clinici, virologi ed epidemiologi, il ruolo delle istituzioni, la difficolta` a veicolare attraverso i media informazioni chiare. in ultimo, la decisiva e molto complessa partita delle vaccinazioni, la cui riuscita e` vitale. ma questo libro non e` solo il racconto di cio` che ci e` accaduto. e anche la presa d`atto che solo una buona sanita` pubblica puo` salvarci da una nuova pandemia. questo dovra` essere l`impegno di tutti per il futuro.

da sempre, chi detiene il potere politico cerca di controllare il tempo: c`e` stato chi lo ha fatto modificando il calendario, chi utilizzando gli orologi per controllare la vita dei propri sudditi, chi cambiando il fuso orario al proprio paese. ma, soprattutto, proponendo una propria interpretazione del tempo storico. quale che sia la forma del potere, infatti, una cultura o un regime adottano una concezione del tempo caratterizzata da . ci saranno cosi` alcuni segmenti del passato che vengono sentiti come vicini e intimamente connessi al presente e altri invece come estranei e remoti. concretamente christopher clark, un gigante della storiografia contemporanea, ci mostra come, rispettivamente, la prussia di federico guglielmo e quella di federico ii, la germania di bismarck e quella del terzo reich optarono ciascuna per diverse concezioni del tempo e della storia con enormi conseguenze politiche e culturali. questi casi specifici ci aiutano a comprendere come il tempo non costituisce una sostanza neutra o universale nel cui vuoto si svolge qualcosa chiamato `storia`, bensi` una costruzione contingente che ha avuto forme, strutture e trame diverse. un libro che testimonia una vera e propria `svolta temporale` negli studi storici, un mutamento di sensibilita` paragonabile a quello delle svolte linguistiche e culturali degli anni ottanta e novanta del secolo scorso. una lettura per tutti coloro che vogliano conoscere e approfondire una di quelle rimodulazioni dell`attenzione mediante cui la disciplina storica periodicamente si rinnova.

conosciamo i nomi degli de`i di roma, visitiamo le rovine dei templi, ci appassioniamo sempre piu` alla mitologia pagana. eppure facciamo fatica a definire cosa fosse la religione dei romani. e vero che la parola latina religio e` solitamente tradotta in italiano con `religione`: ma si puo` davvero parlare di `religione` nell`antica roma? che origine avevano gli de`i? per quali ragioni, con quali intenti e in che modi ci si rivolgeva loro? ha senso parlare di `fede` nel contesto di una religione politeistica? ancora: che impatto ebbe la conquista romana del mediterraneo sui culti delle comunita` sconfitte? perche` roma non tento` di imporre sistematicamente i propri riti attraverso il suo enorme impero? e davvero l`avanzata del cristianesimo si deve spiegare con l`eclissi di una moribonda religione `pagana`? una esplorazione che ci condurra` da roma fino agli angoli piu` remoti dell`impero, dall`eufrate al vallo di adriano, dalle splendide citta` del nord africa ai grandi santuari della gallia transalpina, in un percorso alla scoperta di uno degli aspetti meno conosciuti del mondo romano, capace di dischiuderci un universo ignoto.

sono gli anni caldi del dibattito antipsichiatrico, della rivoluzione manicomiale di franco basaglia e degli esperimenti di thomas szasz e della londinese kingsley hall, uno dei primi centri di accoglienza non segregativi. foucault riprende il tema della "storia della follia", a partire da un interesse per le strategie, gli stratagemmi e i rituali che hanno permesso agli psichiatri di assumere il controllo dei corpi. nell`uso degli strumenti di contenzione riconosce la messa a punto di una serie di tattiche di assoggettamento dell`altro di cui l`ospedale psichiatrico e` solo un laboratorio. una storia dell`istituzione ospedaliera che studia i meccanismi di definizione del potere psichiatrico.

"nel mondo antico e poi ancora in quello moderno, "la repubblica" non ha mai mancato di svolgere il suo compito principale: quello di invitare a pensare sul destino della vita individuale e sociale degli uomini. un destino, secondo platone, non prescritto e immutabile, ma da immaginare, argomentare, costruire." (dall`introduzione di mario vegetti)

cristina campo che amava dire di se` "scrisse poco, e vorrebbe aver scritto ancor meno", cosi` poco in realta` non scrisse. i saggi qui raccolti trattano gli argomenti piu` svariati: le arti figurative, la liturgia, la filosofia della religione, i tappeti persiani e i riti tibetani, le ville fiorentine e la chirurgia francese e, soprattutto, la letteratura. fra gli autori recensiti o annotati, alcuni dei suoi piu` amati: borges, d`annunzio, capote, cechov, williams, shakespeare. nonche` alcune poetesse e scrittrici di ogni epoca: katherine mansfield, virginia wolf, djuna barnes, ce`cile bruye`re, simone weil.

insieme ad apollodoro, igino e` autore della piu` preziosa opera strettamente mitografica che ci sia giunta dall`antichita` classica. dotto amico di ovidio, egli volle esporre le narrazioni fondamentali del mito greco per cicli, che compongono una sequenza di 277 racconti. a igino interessa innanzitutto la "pura trama" del racconto. e a lui dobbiamo se numerose, significative varianti dei miti piu` noti o dei piu` oscuri sono giunte fino a noi. la presente traduzione e` arricchita da un ampio commento che offre le indispensabili notizie antiquarie sia innumerevoli osservazioni di carattere antropologico, storico e religioso, utili a inquadrare il mito greco in un contesto piu` ampio.

il volume inaugura la collana "guide ai classici" della filosofia. la collana ha l`obiettivo di fornire introduzioni che fungano da vere e proprie guide d`accesso a opere di difficile comprensione per lo studente universitario. hanno il preciso scopo di guidarlo alle questioni filosofiche e fornirgli gli strumenti per sciogliere i nodi problematici che incontrera` nello studio effettivo dell`opera. grande attenzione viene dedicata alla genesi dell`opera e al suo influsso sulla storia della riflessione filosofica.

l`idea di una "riscrittura" della commedia dantesca venne in mente a pasolini fin dal 1963, e lo accompagno` per il resto della vita. solo nel 1975, infatti, egli si decise a dare alle stampe le pagine gia` scritte, che videro la luce postume. con l`intenzione di creare qualcosa di "ribollente e magmatico", pasolini si addentra in un inferno neocapitalistico e, dando voce a polemiche culturali e sociali, in un continuo intreccio di realta` e invenzione, offre un catalogo dei peccatori della sua epoca: i conformisti, i volgari, i cinici, i deboli, gli ambigui, i paurosi, i piccoli benpensanti, i servili... nonostante ci restino solo i primi due canti, piu` alcuni frammenti del iii, iv e vii, la divina mimesis rimane un`opera forte, necessaria, l`eredita` dell`ultimo poeta civile italiano. pier paolo pasolini (bologna 1922 - roma 1975), scrittore e regista, ha vissuto all`insegna di una continua sperimentazione esistenziale, ideologica e linguistica. ha scritto poesie, romanzi, testi teatrali, saggi e sceneggiature cinematografiche. e morto assassinato all`idroscalo di ostia, vicino a roma, la notte tra il 1 e il 2 novembre 1975.

la resistenza in montagna e quella in pianura. la guerriglia nelle citta`. il sostegno della popolazione e il rapporto con la `zona grigia`. la collaborazione con gli alleati e la guerra civile con gli italiani in camicia nera. a 75 anni dalla liberazione, finalmente una ricostruzione con l`ambizione di proporre uno sguardo complessivo su fatti, momenti e protagonisti che hanno cambiato per sempre il nostro paese. i due anni che vanno dall`8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 rappresentano un momento cruciale della storia d`italia. sono gli anni della guerra mondiale, con le truppe straniere che occupano la penisola. sono gli anni della guerra civile, con lo scontro tra italiani di diverso orientamento. sono gli anni della guerra di liberazione, in cui si combatte contro il nazifascismo per far nascere un paese democratico e libero. e il `tempo delle scelte` per una societa` italiana schiacciata sotto il tallone nazista e fascista. una nazione divisa politicamente, militarmente e moralmente all`interno di un`europa in fiamme. per fare i conti con la storia della resistenza italiana, il libro ripercorre le varie fasi delle diverse resistenze: dalle specificita` della guerriglia urbana all`attestamento nelle regioni di montagna. affianca alla lotta armata le varie forme di supporto fornito ai `banditi` dalle popolazioni e la conflittualita` interpartigiana, si addentra nella cosiddetta `zona grigia`, evidenzia la peculiarita` delle deportazioni politiche e razziali. una ricostruzione nuova, originale, vivida, in cui lo sguardo d`insieme si alterna costantemente con l`attenzione a vicende personali e collettive poco conosciute o inedite. un libro necessario oggi, quando il venir meno degli ultimi testimoni diretti di queste vicende lascia sempre piu` spazio a un uso politico della resistenza che deforma e rimuove i fatti, le fonti e la storia.

il risorgimento fu un`epopea di avventure e ideali senza confini. ebbe inizio con l`eta` delle rivoluzioni, quando nei caraibi agitatori e napoleonici cominciarono a cospirare contro l`impero borbonico e si arruolarono sotto le bandiere dei libertadores sudamericani. continuo` durante la restaurazione, quando liberali e mazziniani difesero i governi costituzionali iberici e tramarono per rovesciare la santa alleanza, sognando una fratellanza universale di repubbliche unite. si protrasse dopo l`unificazione, quando garibaldini e radicali risposero alla chiamata in armi di abraham lincoln, soccorsero i francesi sui campi di digione e lottarono per l`indipendenza di cuba. per oltre un secolo oscuri carbonari e carismatici sovversivi, giornalisti di grido e generali in carriera, celebri pensatori e studenti in camicia rossa si batterono per la causa dei popoli. senza mai abbandonare le speranze di rinascita italiana, rimasero fedeli a una visione universalista che riuniva sogni di rivincita politica, utopici progetti di riforma e attese di riscatto nazionale. un viaggio alla scoperta di tre generazioni di patrioti universali. una lettura del risorgimento `senza polvere` e sotto una luce completamente nuova. un racconto che e` storia globale dell`italia.

storia della mia gente racconta la crisi del sogno di un benessere economico a portata di tutti. narra di come nel giro di qualche decennio lo scenario della piccola e media industria italiana sia mutato, e di come i suoi successi inseguiti e raggiunti da personaggi incolti e ruspanti spesso sbeffeggiati dal cinema e dalla letteratura appaiano oggi poco piu` di un lontano ricordo. edoardo nesi da` vita a un libro avvincente e appassionato, a meta` tra il romanzo e il saggio, l`autobiografia e il trattato economico, e ci racconta, dal centro dell`uragano globale, la sua prato invasa dai cinesi, e che cosa si prova a diventare parte della prima generazione di italiani che si ritroveranno piu` poveri dei propri genitori.

. c`e` in questo libro l`invenzione di una forma, felicissima e leggera: il racconto in fiore, dove ogni uomo si staglia come un albero, a braccia aperte sotto il cielo. una ramificazione di storie, intrecciate come l`edera, antiche come il grano, contorte e nodose e belle come i tronchi di olivo. imparando a leggere le piante forse si scorgono le donne e gli uomini cosi` come sono, nel ciclo spontaneo della loro natura, contraddittoria e vitale. entrate sotto l`ombra dei rami in fiore: qui ci siete voi.

il paesaggio e` il grande malato d`italia: e` devastato impunemente ogni giorno, sotto gli occhi di tutti, per il profitto di pochi. ecco la diagnosi lucida e spietata da cui salvatore settis prende le mosse per analizzare il baratro che separa i principi di tutela del territorio, sanciti dalla costituzione, dal degrado dello spazio che abitiamo. un degrado che rappresenta anche una forma di declino complessivo nelle regole del vivere comune, reso possibile dall`indifferenza, dal malcostume diffuso e dalle leggi contraddittorie, aggirate con disinvoltura. un`indagine che risale alle radici etiche e giuridiche del saccheggio del bel paese, per reagire e fare contro speculazioni, colpevole apatia e conflitti tra poteri. una necessaria manifestazione di civilta`, per non sentirci fuori luogo nello spazio in cui viviamo. e per evitare che il cemento soffochi anche il nostro futuro.

questo libro affronta per la prima volta la storia complessiva del "beneficio di cristo", unanimemente considerato il testo capitale della riforma italiana, menzionato in moltissimi processi per eresia dal veneto alla sicilia e oggetto di una caccia spietata da parte del sant`ufficio romano, al punto che solo a meta` ottocento si scopri` l`unica copia superstite della prima edizione. oltre a coglierne le molteplici assonanze con numerosi filoni eterodossi della cultura europea del primo cinquecento, la ricerca contestualizza la redazione e ricezione del testo in un ampio quadro politico europeo, tra speranze di riforma della chiesa, illusioni di pacificazione religiosa e di accordo con i protestanti, continui conflitti tra papa paolo iii farnese e l`imperatore carlo v. lo studio di firpo e alonge affronta, sulla base di una documentazione nuova, il controverso problema di chi fu l`autore di quelle pagine e ne colloca la redazione sul crinale di eventi decisivi della storia religiosa e politica degli anni che fecero da sfondo alle prime convocazioni del concilio di trento. ne emergono i caratteri peculiari dell`eresia italiana, la sua originalita` e le sue contraddizioni, nonche` gli aspri conflitti che divisero i vertici della chiesa su come affrontare la drammatica crisi scaturita dalla protesta di lutero e sulle sue diramazioni anche al di qua delle alpi.

niente razze, ma molto razzismo. niente razze, ma molte differenze, scritte un po` nel nostro dna. e moltissimo nella nostra cultura, nei tanti luoghi comuni dove andiamo a inciampare ogni giorno, nei pregiudizi che ci guidano attraverso le piccole e grandi vicende della vita e che ci portano a subire, dire, fare o semplicemente pensare cose razziste.

altre esistenze, note a margine, mezze verita`, testimonianze, particolari in controsenso: queste, e altre ancora, le immagini con cui marco balzano prova a classificare le poesie che lo accompagnano da molti anni (non tutti i suoi lettori sapranno che ha esordito appunto come poeta nel 2007) e che trovano ora, con quelle piu` recenti e inedite, una definitiva sistemazione nelle nature umane che le raccolgono. poesia che prova a scalfire la crosta dell`apparenza, come ha osservato giampiero neri; tensione gnomica che attraversa le parole, secondo il giudizio di giancarlo pontiggia; testi che indagano e custodiscono qualche scintilla di senso, di dubbio, di verita`, e che si offrono al lettore come , capaci di illuminare antichi e nuovi inverni. la scrittura poetica nasce qui dal dettaglio concreto, materico: l`oggetto improvvisamente colto dallo sguardo e` interrogato dalla mente e dalla coscienza, e manifestato nel , quello delle parole, trasformandosi in un breve dispositivo ritmico che ne potenzia e moltiplica i significati, spiazza le aspettative, turba. la parola poetica, annotava balzano in le parole sono importanti (2019), : si offre al lettore e lo impegna a non essere soltanto . gli chiede di camminare , ricordando (con profumo dantesco) che (fabio pusterla).

lo scritto che qui presentiamo e` un articolo apparso nel 1934 sulla rivista , uno dei piu` efficaci strumenti di diffusione delle teorie sostenute nel circolo di vienna e in generale dai filosofi neopositivisti. qui schlick difende, contro l`ala fisicalistica del neopositivismo, l`impostazione empiristica originaria del movimento. neurath replichera` e, insieme a carnap, altri parteciperanno a questa polemica, ormai conosciuta sotto la denominazione di "polemica dei protocolli", che, come lo stesso carnap riconoscera`, riguarda il problema centrale dell`epistemologia o della riflessione filosofica sulla scienza. a riprova del fatto che le critiche piu` radicali e piu` rigorose mosse alla filosofia e alla metafisica, che e` il cuore del filosofare, vanno ricercate nella filosofia stessa e nella sua storia. contribuiscono anzi essenzialmente a costituire quella tensione interna del pensiero, quella dialettica, senza di cui non esisterebbe filosofare autentico.

la critica della ragion pura puo` essere riguardata come il baricentro della filosofia moderna. in quest`opera viene alla luce il problema che urgeva nella speculazione e nella cultura dei tempi nuovi, a partire da bacone e cartesio, imposto soprattutto dall`avvento della nuova scienza. la soluzione data da kant sara` poi il punto di partenza di tutte le correnti filosofiche successive sino ai nostri giorni. neppure oggi, infatti, l`influsso kantiano accenna a spegnersi, nonostante siano in atto delle mutazioni di prospettiva, rispetto a cui la problematica di kant dovrebbe risultare inattuale.

nei secoli racchiusi tra l`invenzione della stampa e la nascita del diritto d`autore anche gli uomini e le donne piu` illuminati credevano nella necessita` di sorvegliare la circolazione libraria e reprimere le idee considerate dannose per la societa`. cosa distinse il sistema di censura romano dai meccanismi di controllo vigenti in altre parti d`europa? e, soprattutto, in che modo la censura ecclesiastica influi` sugli sviluppi della cultura italiana nel corso dell`eta` moderna? tenendo insieme in un unico grande affresco dotti e `senza lettere`, letteratura e arte, scienza e filosofia, politica e teologia, questo libro restituisce la voce ai tanti attori che animarono la scena culturale della penisola italiana. ricostruisce gli strumenti con cui roma cerco` di impedire la diffusione dei libri ritenuti pericolosi e allo stesso tempo gli stratagemmi con cui autori, stampatori e lettori cercarono di aggirare tali controlli. la censura fu eliminazione, soppressione, cancellazione, ma anche sostituzione, restituzione, riscrittura. il successo della politica religiosa e culturale della controriforma passo` anche per la capacita` di restituire ai fedeli una serie di testi atti a sostituire i libri non piu` disponibili. il libro scomparve e poi ricomparve sotto forme diverse, lontane ma non del tutto nuove rispetto al loro aspetto originario.

duecento anni fa, nel pieno della restaurazione, l`europa e l`america latina vennero scosse simultaneamente da una serie di eventi rivoluzionari. esperienze liberali e costituzionali attraversarono i `mezzogiorni d`europa`, da cadice a lisbona, da napoli e torino alla grecia, seguendo un percorso di uomini e di idee lungo il mediterraneo. in italia il maggiore impatto fu in sicilia, con conseguenze drammatiche sotto il profilo politico-sociale e delle relazioni internazionali. qui le rivolte esplose a macchia d`olio assunsero i caratteri di una vera e propria `guerra civile`. borghesie cittadine, notabili di paese e `popolo` si schierarono pro o contro l`opzione indipendentista. insurrezioni e scontri armati si propagarono in base alla decisione dei gruppi dirigenti di consolidare o ribaltare la leadership politica. anticipando per molti aspetti la `grande rivoluzione` del 1848, la giunta di palermo organizza un esercito sul modello spagnolo delle `guerriglie`, mentre in molti luoghi si reclutano `guardie civiche` per difendere la proprieta` e l`ordine sociale. una conferma di come il biennio 1820-1821 rappresenti uno snodo periodizzante della storia dell`italia contemporanea.

noto per aver formulato, in parallelo a darwin, una teoria evoluzionistica , alfred wallace ne coglieva fin dall`inizio uno dei limiti principali: l`incapacita` di spiegare perche` la nostra specie abbia acquisito una mente rispetto alle necessita` adattative. domanda ingombrante, a cui lo stesso darwin tentava di rispondere ipotizzando che quella ridondanza cognitiva fosse l`esito . congelato per oltre un secolo e riaffiorato solo negli ultimi anni, il ha trovato infine una convincente soluzione in questo libro. riconsiderando punti di forza e carenze delle principali teorie sull`argomento, bickerton ricolloca il linguaggio nell`alveo evoluzionistico e individua tre fasi decisive per il suo sviluppo: quella della generazione nel cervello di , innescata dalla comunicazione dislocata necessaria per il reclutamento di alleati nella saprofagia conflittuale; quella della riorganizzazione neurale in rapporto alle sollecitazioni ambientali, in cui il cervello ridisegna le proprie connessioni in modo da collegare le parole ai concetti appropriati; e quella culturale, in cui un processo di elaborazione grammaticale sviluppa unita` sintattiche elementari in altre piu` ampie. bickerton riesce cosi` ad attualizzare la risposta di darwin al , delineando un nuovo orizzonte: . la locuzione `homo sapiens loquens` sarebbe dunque molto piu` di un gioco di parole.

yasmina reza possiede un orecchio assoluto per , e il talento di riprodurla creando personaggi indimenticabili, di cui mette a nudo i lati comici non meno di quelli patetici. senza sarcasmo, tiene a precisare lei stessa, ma con profonda empatia, poiche` tutti sono minacciati dall`insignificanza e dalla malinconia, dallo sfacelo della vecchiaia e dal tempo, che incessantemente ci sottrae la memoria pur non riuscendo a cancellarla completamente. ed e` cosi` anche in questo romanzo, che ci fa entrare nel cuore di una famiglia di origini ebraiche, i popper, e piu` precisamente nei complessi, e non di rado conflittuali, legami fra tre fratelli: jean, il narratore, , cresciuto all`ombra del maggiore, il serge del titolo, un cialtrone bigger than life, inconcludente, superstizioso, scorbutico, scorrettissimo, fragile e seducente; infine nana, la piu` piccola, moralista e petulante. e poi figli, nipoti, mariti, ex amanti, a formare un intreccio di voci corrosivo e scintillante. le tensioni culmineranno in una resa dei conti che avverra` nel corso di una visita ad auschwitz, tra orde di . ha scritto franz-olivier giesbert .

"la scelta di lettere proposte in questo volume, con il fondamentale commento di paola moreno, prende in considerazione tutto l`arco della vita di francesco guicciardini, da quando era ancora studente di giurisprudenza ai primi passi nella politica fiorentina, dall`esperienza di ambasciatore in spagna fino agli anni delle maggiori responsabilita`, quando scrive a leone x, a clemente vii, al re di francia francesco i. ma non mancano lettere che testimoniano altri aspetti della sua vita: questioni familiari con il padre, commerciali con i fratelli, cause giudiziarie (era pur sempre avvocato)... e tra gli interlocutori non manca ovviamente l`amico machiavelli, col quale condivide alcuni momenti di guerra e non poche riflessioni di carattere politico, e a cui lo legano complicita` e stima reciproca. una vita attraverso le lettere che ci consente di attraversare con immediatezza gli anni cruciali del rinascimento. (dalla lettera al fratello luigi, da valladolid il 17 giugno 1513). le lettere

per maria non c`e` nulla di certo. la sua vita e` una sequenza di episodi accidentali. l`amicizia di chi la circonda non la smuove, e non la smuovono neppure le reiterate offerte di matrimonio da parte di ronny, innamorato devoto. le piace vivere dentro i confini che certamente sente come il suo mondo ma che altrettanto sicuramente sa non essere prodotto di una "sua" precisa volonta`. si laurea, si sposa, ha un figlio e continua a non capire come di quegli eventi si possa dire "la mia vita". esiste un grimaldello capace di far saltare l`apparente freddezza esistenziale di maria? o tutto e` destinato a finire com`e` cominciato, vale a dire "per caso"? "donna per caso" e` il primo romanzo di jonathan coe.

andato in scena per la prima volta il 24 febbraio 1922, l`enrico iv ebbe un successo immediato e segno` la definitiva affermazione di pirandello come grande autore drammatico. nella vicenda del gentiluomo che, in seguito a una caduta da cavallo durante una rievocazione in costume, crede di essere il grande imperatore di germania enrico iv e, una volta rinsavito, continua a simulare la follia per ridere di chi ancora lo ritiene pazzo, confluiscono molte delle ossessioni pirandelliane con una tensione e una solennita` che non sono ancora maniera: il motivo della maschera ovvero l`immagine costruita con cui ogni individuo si presenta al mondo e a cui si attiene fino alla totale identificazione; il gusto della finzione e della messinscena; il contrasto tra l`essere e l`apparire che sconfinano l`uno nell`altro. diana e la tuda (1927), l`altra opera del drammaturgo raccolta in questo volume, affronta il tema dell`artista che non si fa scrupolo di sacrificare colei che e` la sua musa e modella alle proprie velleita` creative. tuda incarna il rapporto tra vita e forma che il finale tragico della pie`ce ricondurra` a quello tra vita e morte. introduzione di nino borsellino. prefazione e note di raffaele morabito.

quando petr vavilov, un giorno del 1942, vede la giovane postina attraversare la strada con un foglio in mano, puntando dritto verso casa sua, sente una stretta al cuore. sa che l`esercito sta richiamando i riservisti. il 29 aprile, a salisburgo, nel loro ennesimo incontro hitler e mussolini lo hanno stabilito: il colpo da infliggere alla russia dev`essere "immane, tremendo e definitivo>. vavilov guarda gia` con rimpianto alla sua isba e alla sua vita, pur durissima, e con angoscia al distacco dalla moglie e dai figli: . e il fiume della storia, che sta per esondare e che travolgera` tutto e tutti: lui, vavilov, la sua famiglia, e la famiglia degli saposnikov - raccolta in un appartamento a stalingrado per quella che potrebbe essere la loro -, e gli altri indimenticabili personaggi di questo romanzo sconfinato, dove si respira l`aria delle grandi epopee... e se grossman e` stato definito , ora possiamo finalmente aggiungere che stalingrado, insieme a vita e destino, e` il suo guerra e pace.

vincenzo bellini, una figura complessa, sfuggente. visse solo trentaquattro anni, ma nella sua breve esistenza compose opere destinate a lasciare un segno nella storia della musica e del teatro. i biografi ne descrissero la vita come un susseguirsi di trionfi e disillusioni, abbellendola di particolari sentimentali e romanzeschi e dipingendolo come un genio dall`aspetto angelico, tanto ispirato quanto poco padrone della tecnica musicale; altri enfatizzarono al contrario il lato meno affabile del suo carattere - l`insofferenza riservata ai colleghi, il cinismo nel rapporto con le donne -, finendo per diffonderne un`immagine assai lontana dalla realta` storica. fabrizio della seta racconta oggi la vita di bellini sfrondandola di ogni elemento mitologico e conduce il lettore a conoscere la figura reale del musicista e del drammaturgo, dalla prima formazione ricevuta in famiglia a catania al perfezionamento degli studi nel conservatorio di napoli, dal saggio scolastico di esordio ai primi successi milanesi fino alla consacrazione internazionale dei capolavori: la sonnambula, norma e i puritani. mettendo a frutto la documentazione raccolta in centocinquant`anni di studi e aprendosi alle prospettive critiche piu` aggiornate, questo libro - il primo a esaminare approfonditamente l`intera produzione di bellini - ci porta a fare esperienza diretta del mondo in cui visse e dei suoi rapporti con librettisti, cantanti e impresari, delle sue idee artistiche e dell`ossessiva ricerca della perfezione, testimoniata dalle correzioni e dai ritocchi disseminati nei libretti e nelle partiture. "bellini" ci rivela le molte sfaccettature di un protagonista della cultura dell`ottocento: un compositore dotato di una straordinaria facolta` di immaginare melodie memorabili, sempre al servizio di una visione drammatica perseguita con ferrea coerenza. un`occasione per scoprire o approfondire la personalita` e le opere di un musicista animato dal sacro fuoco del teatro.

tra leonesse addomesticate e bonifiche integrali, paesaggi coloniali e autarchia, parchi e monumenti, finalmente un libro che racconta come il fascismo ha immaginato, usato e trasformato la natura. la natura del duce esplora le ecologie politiche fasciste, ovvero le pratiche e le narrative attraverso cui il regime ha costruito ecologie, tanto immaginarie quanto materiali, funzionali al suo progetto politico. il libro non insegue dunque il fantasma di un mussolini verde, magari contando quanti parchi nazionali siano stati creati durante il regime o quanti alberi piantumati. diversamente da quanto affermato dalla storiografia internazionale, gli autori non credono che il fascismo si sia disinteressato della natura; piuttosto ne ha fatto un uso attento, tuttavia lontano da idee di cura e conservazione dell`ambiente. il libro muove da un`analisi della figura di mussolini e del suo rapporto con la natura per spaziare su alcuni aspetti cruciali della trasformazione fascista dell`ambiente. dalla bonifica alla battaglia del grano, dall`autarchia alle politiche di tutela, dalle ecologie coloniali fasciste all`eredita` del regime nel paesaggio contemporaneo, la natura del duce guida chi legge in un viaggio nel tempo e nello spazio, rivelando come sia possibile interrogare passaggi e paesaggi della nostra storia attraverso nuove domande e chiavi di lettura.

il vecchio commissario barlach e` a fine corsa. a pochi giorni dalla pensione, giace in un letto d`ospedale. il complesso intervento a cui e` stato sottoposto e` andato bene, si`, ma gli e` stata diagnosticata una malattia senza scampo. e messo male, barlach, e le riviste che ha a disposizione per distrarsi non lo distraggono affatto: dice all`amico hungertobel porgendogli un numero di del `45. una scena di inaudita efferatezza: nel campo di concentramento di stutthof il dottor nehle, medico del lager, con sta operando un prigioniero senza narcosi. di colpo hungertobel impallidisce. in quella foto gli e` parso di riconoscere il suo antico compagno di studi emmenberger, ora stimato proprietario della piu` esclusiva clinica di zurigo, un luminare amato dai suoi pazienti, che . l`atroce sospetto, pero`, non tarda a rivelarsi infondato, anzi : dalle informazioni che barlach riesce a ottenere risulta infatti che nehle si e` tolto la vita alla fine della guerra. eppure qualcosa non gli torna. ci sono strane discrepanze - e ancor piu` strane somiglianze: le figure di nehle ed emmenberger sembrano confondersi. negli occhi di barlach, stretti a fessura, torna a brillare l`antica vitalita` quando convince hungertobel a farlo trasferire sotto falso nome, come paziente, nella clinica di emmenberger. li` potra` condurre la sua ultima, solitaria battaglia contro il male.

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un manuale illustrato, dedicato agli appassionati di equitazione, con la descrizione delle razze e molti consigli utili per la scelta, l`alimentazione e la cura del cavallo; un volume ricco di informazioni sull`attrezzatura necessaria ad accoglierlo e sulle regole e le attenzioni indispensabili per il suo benessere.