

















































philippe de commynes e stato il primo consigliere di luigi xi per la gran parte del suo regno. caduto in disgrazia alla sua morte, fu ripescato per la sua esperienza e i suoi contatti italiani quando carlo viii comincio a pensare a un intervento militare in italia. e cosi i due ultimi libri dei suoi famosi "memoires" sono dedicati proprio alla preparazione e alla conduzione della campagna d`italia. attraverso la penna di commynes possiamo vedere tratteggiate le figure di ludovico il moro, di piero de` medici, di savonarola e di tutti gli altri personaggi in gioco in quel momento cruciale della storia italiana. con un punto di vista ben diverso da quelli, guicciardini in primis, a cui siamo abituati. acutezza dello sguardo, stile veloce e diretto, riflessioni politiche profonde (spesso erroneamente accostate a quelle di machiavelli): sono le caratteristiche dei "memoires" che ne hanno fatto uno dei capolavori del genere autobiografico e un classico della storiografia apprezzato da montaigne, michelet e sainte-beuve. l`einaudi li aveva pubblicati integralmente nel 1960, per l`intuizione di un grande storico come federico chabod. ora ne riproponiamo i due libri dedicati all`italia con la medesima traduzione di maria clotilde daviso di charvensod e con un ampio e aggiornato saggio di gabriele pedulla.

"hitopade?a" e una raccolta di favole, novelle e apologhi, ed e uno dei capolavori della letteratura sanscrita. l?opera fu composta nell?india nordorientale, tra il ix e il xiv secolo. malgrado l?origine popolare di molte favole, "hitopade?a", come gia il "pancatantra", e un testo dotto e raffinato, destinato a un pubblico di corte. un grande saggio accetta l?incarico offertogli da un sovrano di insegnare ai suoi tre figli - sprovveduti e indolenti e che pensano solo ai piaceri - la scienza politica e l?arte di raggiungere il successo mondano. l?insegnamento e esposto in quattro libri, ognuno introdotto da un racconto cornice. si susseguono cosi favole, racconti e frasi tratte dal tesoro letterario ancestrale dell?india. storie che spesso hanno come protagonisti gli animali, ma che danno risposte astute e pragmatiche a una serie di situazioni, problemi e dilemmi molto umani.












donato giannotti nacque a firenze nel 1492, pochi mesi dopo la morte di lorenzo il magnifico. benche` molto piu giovane, conobbe machiavelli e ne fu amico. fu segretario della repubblica di firenze tra il 1527 e il 1530, prima del ritorno degli odiati medici. dopodiche` emigro` esule in veneto e poi a roma, dove mori` nel 1572. scrisse tre volumi sulla corretta istituzione di un governo repubblicano: della republica fiorentina (1538), il dialogo della republica de` vinitiani (1540), che ebbe molto successo, concludendo la trilogia con la trattazione della republica ecclesiastica (1541), scritta su richiesta del cardinale niccolo` ridolfi, suo protettore, e letta solo da pochi amici fidati per timore delle autorita` ecclesiastiche. una copia manoscritta di quest`opera e` stata ritrovata recentemente e viene qui pubblicata per la prima volta. dunque il volume e` un inedito assoluto. l`importanza di questo testo consiste gia` nel fatto di essere la prima storia della chiesa scritta da un laico. ma, oltre a questo, sono i contenuti dell`ultimo capitolo a sorprendere e a far si` che il libro sia destinato a diventare un fondamentale oggetto di studio per gli storici. li` infatti giannotti, all`alba del concilio di trento, enuncia la sua proposta politica: e cioe` spostare l`autorita` politica della chiesa dal papa al collegio dei cardinali, sulla falsariga del rapporto fra doge e senato nella repubblica di venezia.

"la scelta di lettere proposte in questo volume, con il fondamentale commento di paola moreno, prende in considerazione tutto l`arco della vita di francesco guicciardini, da quando era ancora studente di giurisprudenza ai primi passi nella politica fiorentina, dall`esperienza di ambasciatore in spagna fino agli anni delle maggiori responsabilita`, quando scrive a leone x, a clemente vii, al re di francia francesco i. ma non mancano lettere che testimoniano altri aspetti della sua vita: questioni familiari con il padre, commerciali con i fratelli, cause giudiziarie (era pur sempre avvocato)... e tra gli interlocutori non manca ovviamente l`amico machiavelli, col quale condivide alcuni momenti di guerra e non poche riflessioni di carattere politico, e a cui lo legano complicita` e stima reciproca. una vita attraverso le lettere che ci consente di attraversare con immediatezza gli anni cruciali del rinascimento. (dalla lettera al fratello luigi, da valladolid il 17 giugno 1513). le lettere
















