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questa esplorazione delle stranezze e assurdita` del regno animale permette di scoprire - con il beneplacito della scienza - che reale e fantastico convivono felicemente in ogni angolo del mondo e in ogni sua creatura, mammifero, anfibio o insetto che sia. l`onisco delle cantine che beve dal sedere, gli scorpioni fosforescenti al buio, le bisce che fingono crisi di vomito e svenimenti per allontanare gli estranei, i pinguini maschi che pagano in pietre le femmine in cambio di favori sessuali: il regno animale non ha alcun bisogno della nostra immaginazione per rivelarsi straordinario. con l`aiuto dei disegni e delle vignette dell`illustratore americano ted dewan, e con lo stile frizzante e il rigore scientifico che gia` caratterizzava "il libro dell`ignoranza", john mitchinson e john lloyd fondono l`obiettivita` e l`autorevolezza di un manuale di zoologia con il ritmo e di un testo letterario, smentendo categoricamente lo stereotipo secondo cui imparare e` noioso.

un volume presenta l`enorme corpo letterario inglese, ordinato cronologicamente dalle origini ai giorni nostri, ma cercando di dare conto di quegli autori e opere che la nostra sensibilita` ritiene piu` rilevanti, comprese le letterature di paesi che un tempo erano parte dell`impero. il testo si interroga sul futuro di una letteratura che e` vivacemente frammentata, distinguendo quindi fra "letteratura inglese" e "letteratura in inglese", entrambe ritenute appartenenti ad un unico orizzonte culturale. da chaucer e shakespeare fino a milton e alla austen, dai poeti romantici a joyce, conrad e beckett senza dimenticare le nuove letterature dell`ex impero britannico.

aristide gambia ha 58 anni, un lavoro interessante, tre matrimoni falliti, quattro figli, una vita sessuale intensa. un giorno riceve una lettera da parte di una donna con cui ha avuto una rapida avventura in gioventu`: da quel ricordo sfuocato nasce in entrambi una voglia di raccontare e raccontarsi che e` un gioco impudico e molto serio. a ogni appuntamento le loro memorie debordano, inseguendo i dettagli della trepidazione di allora, e il linguaggio si fa sempre piu` esplicito, osceno, anche grazie al dialetto. sono due persone mature, che non provano niente l`una per l`altra, che si appassionano al puro e semplice progetto di restituirsi con le parole l`esperienza erotica di un`intera vita, facendo entrare in corto circuito il tempo in cui quasi tutto doveva ancora accadere e quello in cui quasi tutto ormai e` accaduto. ma si tratta davvero soltanto di un gioco? ogni esperienza erotica di gambia e` una balaustra affacciata sulle fantasie maschili e le pratiche sessuali di un`epoca. e se ci si sporge, quel concentrato di vita smuove i ricordi del lettore stesso, riannoda i fili tra scampoli distanti di vita che si urtano e si integrano, come nella letteratura. ci accorgiamo leggendo che il sesso contiene ed esalta la nostra relazione con gli altri, con il tempo, con noi stessi. e un laboratorio di esperienza e d`immaginazione, un serbatoio di parole, un`inesauribile fonte di vitalita`, un autentico enigma. un angolo di noi che dice tutto.

anteo crocioni e` un giovane contadino marchigiano degli anni `50. conosce bene il suo lavoro e l`ambiente in cui vive, ama la moglie, la casa, la terra. attraverso l`osservazione dei corpi animali e vegetali, le combinazioni di macchine immaginarie, la lettura di testi filosofici e scientifici, le meditazioni solitarie sulle stagioni, viene maturando la visione di un futuro , di una e , di una progressiva rigenerazione del mondo: e affida la sua utopia a un trattato. i compaesani, ancora dominati dalla paura e dal sacro rispetto delle istituzioni, lo mettono presto al bando. abbandonato anche dalla moglie, che non lo capisce, anteo va a roma per cercarla e far conoscere il suo trattato: e li` la vicenda trovera` la sua drammatica conclusione. nel secondo romanzo di volponi emerge vivissimo il rapporto fra mondo contadino e mondo industriale-cittadino, la carica eversiva dell`ideologia contro i ritardi, le chiusure e le sordita` morali della societa` italiana, la fervida sperimentazione linguistica e stilistica.

questo libro intende offrire, a chi abbia voglia di fermarsi e riflettere con calma, dati e considerazioni pratiche sull`uso dei modelli animali nella ricerca scientifica. la nostra speranza - come medici e biologi coinvolti in prima persona sul campo della ricerca non meno che su quello del benessere animale - e` che queste pagine aiutino ad affrontare il problema in modo razionale, senza lasciarsi sopraffare da ideologie o preconcetti, per giungere a conclusioni realistiche. sara` che si sente all`apice di un`evoluzione ormai quasi bionica, ma si direbbe che, specie in occidente, homo sapiens stia elaborando una visione piuttosto innaturale della vita e della morte. quest`ultima, soprattutto, con i suoi corollari di dolore e malattia, sembra assumere sempre piu` i contorni tutti virtuali del disagio prescindibile. un virus sconosciuto minaccia di decimarci? tranquilli, abbiamo gia` visto il film: prima del finale, , per quanto poco simpatici siano di solito, troveranno di certo la cura, lo sappiamo. essenziale e` che lo facciano in fretta, come in fretta desideriamo dimenticarci di loro e del virus (o chi per esso), ormai virtualmente debellabile con un farmaco, una terapia, un vaccino. il come li abbiano ottenuti poco importa, in emergenza. salvo poi cominciare (o riprendere) subito a contestare la sperimentazione biomedica, perche` - lo sappiamo - ad animali e piante; e ad aggredire, talvolta anche fisicamente, i ricercatori, che senza criterio forme di vita innocenti. commuoversi o indignarsi di fronte a queste cose e`, virtualmente, quasi un obbligo per l`umano civilizzato, sappiamo anche questo. ma lo sappiamo davvero? o meglio, che cosa sappiamo davvero della sperimentazione animale? sappiamo, per esempio, che e` soggetta a legislazioni ferree, recenti e in continua revisione? che un organismo preposto al benessere animale e` parte integrante di ogni staff di ricerca? che i programmi di sostituzi

"i miei racconti sono un omaggio postumo ad alcuni autori che ho amato nell?adolescenza e dopo: verne, wells, lo swift di "gulliver", butler e altri..." "vizio di forma" e la seconda raccolta di racconti fanta-tecnologici e fanta-biologici di primo levi. uscita nel 1971, a cinque anni dalle "storie naturali", e un?opera non solo ecologica ma ecosistemica. chimico dagli interessi enciclopedici, levi esplora le infinite possibilita combinatorie che la materia consente, ma non dimentica di cogliere le anomalie, le sfasature, i "vizi di forma" in cui si annida il germe di catastrofi piccole e grandi. la sua vena di narratore non e tuttavia apocalittica o disperata: al contrario, e mossa da una divertita curiosita per l?uomo. le invenzioni della scienza e della tecnica aprono all?eterno gioco della commedia umana possibilita paradossali, assurde o esilaranti, che levi narra con ironia e con fermezza di giudizio morale. un libro che e l?ennesima conferma di quanto primo levi, oltre che un imprescindibile testimone, sia anche un grande scrittore.

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