
la parola e` il fulcro attorno al quale ruota tutta l`opera di mallarme`: una parola sensuale, evocatrice, densa di mistero e suggestioni, che allude piu` che descrivere, che annoda immagini e metafore in una lingua ricercata, al limite dell`oscurita`, tesa fino a trasformarsi in partitura musicale nelle sperimentazioni piu` ardite, come la prosa ritmica diun colpo di dadi non abolira` mai il caso (1897). alla crisi del lirismo romantico, alla scoperta del nulla, mallarme` risponde con la sua visione del poeta demiurgo che aspira a riprodurre l`architettura dell`universo, con la ricerca ossessiva dell`opera totale, quel libro ideale in cui ricostituire il mondo intero al quale dedico` per tutta la vita le sue migliori energie creative: una sfida estetica e metafisica alla legge del caso che governa l`esistenza e alle possibilita` del linguaggio, vissuta tra ansia di esprimere l`assoluto e sentimento della propria inadeguatezza. questo altissimo, sofferto concetto di arte e` la grande eredita` che il maudit mallarme` ha consegnato al novecento e che risuona in tante voci della poesia contemporanea, da vale`ry agli ermetici. introduzione e note di valeria ramacciotti.

la storia della "donna dal collier di velluto", scrive dumas, gli fu narrata dallo scrittore fantastico nodier, in punto di morte. ne e` protagonista un altro grande della letteratura fantastica europea: ernst theodor hoffmann. il pastiche intertestuale che dumas compone con grande abilita`, provoca un potente corto circuito tra elementi e piani di realta`, tra la memoria di nodier, il protagonismo di hoffmann e la grande storia (la vicenda e` ambientata nella parigi del terrore). nel romanzo, personalissima rivisitazione d`un genere letterario che aveva appassionato un grande pubblico, il fantastico non irrompe nella vita quotidiana, e` naturalmente parte di una realta` complessa nella quale coesistono dimensioni diverse.

due sfortunate esperienze amorose dell`autore sono lo sfondo autobiografico delle due opere raccolte nel volume. "l`elegia di madonna fiammetta" ha carattere lirico, un notevole approfondimento psicologico dei personaggi e una scrittura capace di rendere le sottili sfumature della natura umana: "la fiammetta e` gia` il romanzo moderno", scrisse carducci. il "corbaccio" invece e` l`opera piu` scaltra e vivace di boccaccio, ricca di umori mordaci e sarcastici, di rancori e sprezzature.

da questa breve e intensissima raccolta di pensieri, estratti dallo zibaldone e riscritti in forma nuova, traspare un`inaspettata dichiarazione d`amore e di speranza nei confronti dell`umanita`. un`opera illuminante, che riscopre un leopardi meno spietato e inesorabile nei confronti dei propri simili - "la mia inclinazione non e` stata mai di odiare gli uomini, ma di amarli" -, per il quale la fustigazione dei cattivi costumi prende piuttosto il senso di una battaglia rischiaratrice contro gli errori e la falsita` del vivere umano.

opera di sorprendente modernita` e complessita`, "troilo e cressida - scrive francesco binni - e` un capolavoro davvero caleidoscopico, insieme affresco cavalleresco e grande farsa caricaturale: tragedia che getta una luce spietata sul mondo dell`epica e che dalla scintilla provocata dal connubio shakespeariano di tragico e comico, sviluppa un discorso organicamente moderno sulle peripezie di un`identita` che tuttora ci sfugge, e non solo sul piano discorsivo".

inghilterra, xviii secolo: la bella e onesta pamela andrews, che ha dovuto abbandonare la campagna e gli adorati genitori per entrare al servizio di una famiglia aristocratica, subisce nella sua nuova casa le morbose attenzioni del giovane padrone, il conte di belfort, il quale tenta ripetutamente e brutalmente di sedurla. fermamente decisa a conservare la sua virtu`, pamela, con il suo candore e la sua irreprensibilita`, riesce infine a guadagnarsi l`amore sincero del suo spasimante e, soprattutto, l`onore di un matrimonio socialmente rispettabile.

londra 1886. i forsyte, ricca famiglia borghese, festeggiano il fidanzamento di june, nipotina del decano jolyon, con un giovane architetto, bosinney. la casata intera e` riunita: ricca, potente, spietata con i deboli, conscia solo della sua forza. eppure, proprio il debole bosinney la scuotera` profondamente quando incontrera` irene, moglie troppo bella dell`arido e avido soames forsyte... ambientato nell`inghilterra vittoriana, "il possidente" ne restituisce appieno l`essenza, descrivendo l`orgoglio di una casta al suo apogeo e il nero viluppo di vizi e di passioni che si celano dietro una facciata di rispettabilita`.

i romanzi di voltaire sono accomunati da un filo conduttore: quello di un processo di formazione del protagonista che si compie attraverso molteplici esperienze, prima fra tutte quella della diversita`. tutti gli eroi di voltaire sono grandi viaggiatori, per necessita` o per curiosita`, e tutti sono disponibili all`osservazione etnologica e alle discussioni filosofiche, politiche o metafisiche. quest`esperienza suscita la riflessione: cio` che di cui all`inizio si era sicuri non appare piu` certo, cadono alcune preclusioni, gli orizzonti si allargano, il giudizio si fa piu` duttile e complesso, si afferma l`idea della relativita` di ogni norma e giudizio e lo scetticismo, morale e metafisico, sostituisce il dogmatismo iniziale.

l`amore tra do?a ine`s e don alonso, il cavaliere di olmedo, trascolora dai toni leggeri della commedia di intrigo a quelli cupi della tragedia nascosta, che incombe e inesorabilmente si abbatte. la grande maestria di lope da` vita, in questa che e` tra le sue opere piu` suggestive, all`inusitata figura di un eroe dubitante di se`, che insegue, suo malgrado, il proprio destino, cui cerca di sottrarsi in uno sforzo estremo di indipendenza e di affermazione, ma nel quale passo a passo finisce, arreso, per riconoscersi.

il cid campeador - nome leggendario d`un personaggio storico, rodrigo diaz de bivar, vissuto nel sec. xi - e` un eroe che si offre al pubblico come modello di equilibrio e di modesta sicurezza di se`, di coraggio mai disgiunto dalla consapevolezza dei limiti del fare umano. ardito ma accorto, leale e generoso, non e` l`eroe sovrumano della canzone di orlando, ne` le sue virtu` sono idealizzate: ogni sua azione appare al contrario meditata, e il poema presenta numerose "istantanee" dell`eroe che riflette prima di reagire, anche di fronte ai gravi oltraggi subiti. l`indiscutibile grandezza del cid, non esente da quelle debolezze umane e da quegli abbandoni all`affetto e all`intimita` di sentimento che lo avvicinano all`uomo comune.

baudelaire e` un poeta difficile da racchiudere in formule, non perche` la sua opera sia sfuggente, ma perche` varia e complessa, densa di significati e ricca di echi profondi. con un`immagine molto efficace, michel butor l`ha definito "il perno attorno a cui la poesia ruota per diventare moderna". "io voglio illuminare le cose con il mio spirito e proiettarne i riflessi sugli altri spiriti": le "cose" baudelairiane non sono solo gli oggetti poetici tradizionali, ma nuove dimensioni di realta` aperte dalla rivoluzione borghese e industriale, come la realta` urbana, il disadattamento, il vizio e la malattia, che con potente naturalezza il poeta sa comporre in un tessuto di musicalita` e ritmo straordinari.

celato sotto il nome di henry brulard, l`autore ripercorre l`infanzia e l`adolescenza alla ricerca delle radici della propria interiorita`. una galleria di personaggi autentici da` vita a quel mondo settecentesco che sara` spazzato via dalla rivoluzione francese. l`edizione e` impreziosita dalla riproduzione, nel testo, dei moltissimi disegni e schizzi originali dell`autore. l`introduzione e` di mario lavagetto.

"vertigine suonava il titolo originario consegnato al manoscritto. che rifletteva uno stato d`animo, il moto di una mente che si rigira in se stessa ininterrottamente. una dimensione quasi (e a tratti realmente) onirica. vortice preferisce invece porre l`accento sull`ineluttabilita` di un destino: sul suo essere violentemente assorbito da un evento incontrollabile che ti trascina a fondo. il romanzo piu` compiuto di orfani risponde a entrambe le situazioni..., va assumendo gradualmente un andamento sempre piu` vorticoso, che alle scene generalmente piu` lunghe sin li` impiegate sostituisce un succedersi di scene brevi e anche brevissime: proprie di un gorgo che si va restringendo sino alla strozzatura." (dalla prefazione di ermanno paccagnini)

un amore intenso e disperato, ma respinto, ispiro` a stendhal quest`opera. "dell`amore" e` infatti il frutto, la reazione a quell`esperienza dolorosa. che cos`e` dunque questo "amore", si chiede stendhal, che puo` tormentare, trasformare, travolgere? puo` l`uomo, cosi` spesso schiacciato dalla malattia d`amore, richiamare quest`ultimo a un interrogatorio che ne metta a nudo l`essere e le forme, l`agire e le leggi? un saggio che rivela tutta la passionalita` e la sensibilita` di un grande autore attraverso l`incanto di una prosa cristallina.

il ciclo dei romanzi noto come "i racconti di calza di cuoio" - di cui "l`ultimo dei mohicani" e` sicuramente il piu` letto - inaugura il filone "epico" della letteratura americana, esercitando un notevole influsso su tutta la produzione letteraria successiva. le suggestioni della vita e del paesaggio di frontiera, dove cooper trascorse l`infanzia e l`adolescenza, hanno plasmato la sua immaginazione di scrittore suggerendogli l`archetipo dell`eroe americano: un uomo che istintivamente evade dalle restrizioni della vita civile per cercare un rapporto con la natura, affine, nella sua ricerca di autenticita`, agli indiani, siano essi fratelli o nemici.

geniale creatore di superbe figure femminili, problematiche e inquietanti, euripide associa, in queste tragedie quasi "romanzesche", l`osservazione psicologica, sempre profonda e arguta, al gioco agile e leggero della fantasia, lasciando qua e la` affiorare aspetti da commedia. "elena" e "ione" appartengono ai cosidetti "drammi del caso", in cui i destini umani sono affidati non a un provvidenziale intervento divino, ma a un ceco moto d`eventi che ostacolando, mutando e deviando i progetti e le azioni degli uomini fa scaturire dai loro cuori e dalle loro menti una complessa, contraddittoria e molteplice umanita`.

"nathan il saggio" e` il capolavoro di lessing e della letteratura tedesca dell`illuminismo. questa fiaba didascalica, che spavaldamente infrange i canoni del realismo, anche se fa parlare con sommesso, commosso realismo ognuno dei suoi irreali personaggi, e` una delle lezioni piu` alte che un letterato abbia lasciato - scrive andrea casalegno - e quella di cui oggi l`umanita` ha maggiormente bisogno. sta a ciascuno dei suoi lettori farla rivivere, in se` e intorno a se`. perche` nathan e` il poema della tolleranza religiosa, anzi, della tolleranza tout court.

spirito eclettico, sensibilita` vibratile e inquieta, nodier ha dato un notevole contributo, ricco di implicazioni drammatiche, alla letteratura fantastica, sintetizzando nella sua scrittura le polarita` di un`epoca gia` romantica nel temperamento, ancora classica nel gusto. onirica e visionaria, la sua opera narrativa riflette le paure e i traumi che accompagnarono il disfacimento di un mondo travolto dalla rivoluzione. il "bestiario" notturno demoni, fantasmi, streghe, vampiri - evocato dall`autore appartiene a un`economia del fiabesco e del macabro, ma nelle figure mostruose degli incubi e dei sogni affiorano anche i ricordi del sangue versato negli anni del terrore.

la contiguita` cronologica stabilisce un primo e diretto legame tra questi tre racconti della maturita` di tolstoj. nati uno a ridosso dell`altro, uno nelle pieghe dell`altro, come a integrarsi e a glossarsi a vicenda, i racconti sono legati dall`ossessiva tenacia di un tema: il rifiuto e la condanna dell`educazione sessuale nella societa` moderna. tolstoj e` particolarmente interessato a illuminare gli impulsi nascosti e inconsapevoli delle azioni, a smascherare quanto c`e` di insincero nell`"io ufficiale". nei suoi racconti non ci sono teorie astratte o verita` rivelate, ma una tenace ricerca della sostanza delle cose, del senso profondo della vita.

una risoluta disposizione a rispettare lo svolgimento disordinato e imprevedibile della vita governa il capolavoro manzoniano. seguendo un filo modesto che si dipana e si arruffa, rimbalza in ogni direzione, il narratore giunge a scoprire la rete di connessioni che unisce tutte le parti della babelica dimora umana, dalle piu` grandiose alle piu` inospitali, e l`intimo rapporto di necessita` che collega gli elementi del disegno complessivo. casta ma non timida, la fantasia del manzoni e` affascinata dalla violenza delle passioni che ardono nel cuore umano, e vuol riviverne tutte le potenzialita` in un paragone assiduo di estremi opposti, dall`infima bassezza all`eroismo sublime.

il principe nechljudov riconosce nella prostituta ljubasa, accusata in un processo per omicidio, la contadina katjusa maslova, che egli aveva sedotto dieci anni prima, provocandone la rovina. oppresso dai sensi di colpa, si adopera per salvare la donna e, con lei, la propria anima. da un

questo romanzo e` l`ultimo di turgenev ed e` il romanzo sui giovani populisti russi dell`"andata al popolo". con quest`opera lo scrittore intendeva terminare la sua carriera letteraria e sperava di eliminare le incomprensioni sorte fra lui, la critica e il pubblico fin dai tempi di "padri e figli", incomprensioni che si erano poi accentuate con "fumo". qualche anno dopo la pubblicazione di questo romanzo, il quale arrivo` al successo gradatamente, turgenev scrivera` che i suoi romanzi avevan voluto essere la presentazione di "fisionomie in veloce mutamento di uomini russi dello strato colto". e "terra vergine" fu proprio l`ultimo e piu` ampio affresco di questi giovani.

la figura di ce`cile e` diversa dalle altre protagoniste femminili di fontane. come le altre e` infelice, insoddisfatta di un matrimonio di convenienza e dell`ambiente angusto in cui e` costretta a vivere: vorrebbe stabilire rapporti umani piu` autentici, avre amici, ma gli altri la fraintendono, la giudicano dalle apparenze. la sua natura pero` e` particolare: sotto la dolcezza e la remissivita` nasconde un fondo di durezza e intransigenza "cattolica". nel corso della storia segni che trasfigurano la realta` ci suggeriscono che non ci sara` lieto fine: manca la consueta riconciliazione con il mondo. la bonta` che solitamente tutto fa capire, in questo casa lascia spazio alla verita` dei giudizi e pregiudizi borghesi.


composti nel 387, i "soliloqui" attuano, come gia` "a se stesso" di marco aurelio, uno sdoppiamento dell`io e si configurano come dialoghi tra agostino e la ragione, ponendo il primo in umile ascolto della seconda. dalle "discussioni" sulla possibilita` di conoscere dio e l`anima, il vero e il falso, agostino giunge a provare l`immortalita` dell`anima attraverso l`immortalita` della verita`.

l`autobiografia di mark twain, scrittore, litografo, pilota fluviale, minatore e cercatore d`oro, giornalista, viaggiatore instancabile, e` ricca di avvenimenti come quella di pochi altri scrittori. il racconto non segue un ordine prestabilito, ma si muove in un`atmosfera che varia dal comico al burlesco, all`umorismo velato di nostalgia, al sarcasmo, al tragico.

pubblicati postumi, i sei racconti di "moralita` leggendarie" tendono a "smontare" l`aura di mito che avvolge personaggi come amleto, lohengrin o salome` restituendoli alla dimensione della quotidianita`, della umanissima ribellione contro un destino che sovrasta, gia` chiaramente segnato, la vita.

in questo dramma holderlin affronta la figura di empedocle e la vicenda leggendaria secondo cui il filosofo agrigentino si sarebbe tolto la vita gettandosi nel cratere dell`etna. il poeta tedesco e` attratto da due temi: la venerazione somma per una natura divina e l`esigenza di fuggire una vita che non sia a misura d`uomo. empedocle e` stato indotto dal suo stesso pensiero all`odio verso la cultura, al rifiuto per tutto cio` che oppone ostacoli sulla via dell`assoluto. di qui quel principio di libera scelta della morte che porta al gesto del suicidio. il dramma, incompiuto, e` stato scritto nel periodo cruciale della vita di holderlin, che da quel momento non si dedico` piu` alla creazione di opere tragiche.

"l`eresiarca & c.", apparso per la prima volta nel 1910, raccoglie sedici racconti all`insegna del gioco, della parodia, della bizzarra erudizione. paradossale ma solido filo conduttore di questo viaggio all`insegna del fantastico e` la religione. punto di partenza e` la "magica" praga, dove un misterioso "passante" si rivelera` l`ebreo errante. ma si passa anche per una roma fatta di conventi dove aleggiano mistero e sacrilegio, abitati da teologi gastronomi, devoti e ghiottoni, pronti a scrivere vangeli paralleli e fondare sette eretiche, ma anche da papi che dubitano per un istante della loro infallibilita`.


il romanzo ha per protagonista uno svedese sognatore e utopista che da anni vaga nelle isole malesi. socio di un`impresa carbonifera fallita, rimane unico abitante nell`isola di samburan. quando il deserto della sua vita sembra mitigarsi grazie all`incontro con lena, il destino gli volta nuovamente le spalle: il complotto, la malafede, l`avidita` ordiscono una trappola mortale e il romanzo precipita verso l`eccidio finale: solo la morte "vendica" l`esilio terreno cui sono costretti, in vita, gli animi nobili e generosi.

il volume comprende, oltre alla tragedia boris godunov, quattro microdrammi: mozart e salieri, il convitato di pietra, il cavaliere avaro e festino in tempo di peste, alla cui stesura lo scrittore si dedico` nel corso del 1830, oltre a scene della "piccola tragedia" rusalka del 1832 e un abbozzo del dramma scene di epoche cavalleresche, del 1835, rimaste incompiute. introduzione di serena vitali, prefazione di fausto malcovati.

dramma in cinque atti in versi e in prosa, fu pubblicato nell`in folio del 1623. il nobile ateniese timone vive circondato e riverito dai rappresentanti di tutti i ceti della societa`; egli ricambia i loro doni con stravagante munificenza, offrendo e cercando amicizia quasi a voler rimuovere la solitudine della sua condizione. gli "amici" pero` lo abbandonano quando, sopraffatto dai debiti, egli chiede loro aiuto. ripudiato dagli amici, timone maledice anche la sua citta`. con l`oro trovato in una caverna tenta di distruggerla, finanziando ribelli, prostitute e banditi perche` portino rovine e malattie.

la commedia continua il discorso sulla fedelta` coniugale, iniziato con "sganarello o il cornuto immaginario" (1660), di cui mantiene anche il nome del protagonista. qui sganarello vive una comica e triste avventura, gia` raccontata dal boccaccio: si procura le corna con le sue stesse mani, recando con assoluto e patetico candore al giovane rivale le notizie che la sua pupilla non puo` fargli pervenire personalmente.

lorenzo e` stato a lungo presentato come figura amletica, ambigua e scissa tra l`uomo politico e il poeta, affermando insieme la disorganica eterogeneita` della sua opera, ripartita in due blocchi antitetici, quello comico realistico rusticale (uccellagione di starne, nencia da barberino) quello filosofico erudito (ambra, selve d`amore, laudi, canzoni a ballo, canzoni carnascialesche). oggi si puo` invece individuare nella poliedrica opera laurenziana una coerente evoluzione culturale: dall`iniziale realismo municipale alla conversione neoplatonica alla fase classicistica al ritorno, dopo il divorzio da ficino e sotto l`influenza del savonarola, nell`alveo dell`ortodossia cattolica con la produzione devota.




karl rossmann, un allegro sedicenne, viene mandato dai genitori in america perche` dimentichi una cameriera che ha messo incinta. prima accolto con affetto poi, senza motivo, allontanato dallo zio, si unisce a due vagabondi. viene assunto come lift in un grande albergo e anche qui senza motivo, viene poi licenziato. torna dai due vagabondi fino a che non viene assunto dal "grande teatro" di okalhoma. a questo punto il romanzo, pubblicato postumo, si interrompe.


stendhal affronta il tema dell`impotenza, gia` discusso da madame duras in "olivier ou le secret", appassionandosi alla sfida letteraria che esso pone: scrivere un racconto, inattaccabile sul piano logico e strutturale, incentrato su un argomento che all`epoca non poteva che essere accennato, mai reso esplicito.


nel romanzo si intrecciano le vicende di tre famiglie: i wilcox, borghesi arricchiti e arroganti; le sorelle schlegel, raffinate, colte, idealiste; e i coniugi bast, volgari e appartenenti al basso ceto impiegatizio sull`orlo della rovina. la signora wilcox stringe un`amicizia con margaret schlegel e, sul letto di morte, decide di lasciarle il suo cottage di campagna, casa howard. quella dimora non e` una casa qualunque: e` il simbolo di un`inghilterra di nobili tradizioni non ancora intaccate dalla civilta` commerciale e industriale. e attorno alla tenuta si consumera` il conflitto tra due diversi modi di concepire la vita, che diviene a sua volta conflitto di classi e di sessi espresso in una molteplice, inquieta vicenda di matrimoni mancati o falliti, di amori morti sul nascere, di violenze represse.




il quarto romanzo dedicato alla saga dei rougon-macquart venne pubblicato a puntate sul giornale "le sie`cle" nel 1874 e in volume nel 1876. e strettamente legato alla prima parte del ciclo, "la fortuna dei rougon", e ambientato nella stessa immaginaria cittadina di provincia, plassans, che adombra la aix-en-provence della giovinezza di zola. all`apogeo del secondo impero, nella provincia francese, si intrecciano adulteri, giochi di potere, intrighi e rispettabili violenze fra personaggi studiati nella loro peculiare essenza dall`occhio spietato e acutissimo di un magistrale scrittore naturalista.


la dolce adeline hulot e` moglie del barone hector hulot, un incorreggibile libertino. adeline aveva fatto venire in gioventu` a parigi la cugina lisbeth, una donna che negli anni aveva accumulato rancore nei confronti della piu` agiata cugina. bette da tempo nutriva per il conte steinbock un cupo affetto e quando questo sposa la figlia di adeline, riesce a gettare sia lui che il conte hulot tra le braccia della signora marneffe, donna avida e senza scrupoli, che distrugge pace e patrimonio delle due famiglie. uscita di scena la signore marneffe con una morte infamante, la stessa bette soccombera` alla tisi, mentre la famiglia hulot riuscira` a superare la crisi finanziaria. adeline, vera martire, morira` e il marito sposera` la volgare e rozza cuoca agathe.


la prima pagina del "journal" fu scritta il 2 dicembre 1851, giorno in cui luigi napoleone attuo` il suo colpo di stato. chi comincia a scrivere un diario istituisce la sua "seconda nasicta": il dialogo con se stessi, o con la realta`, viene da quel momento fissato sulle pagine. nel tempo si inserisce la frattura di un giorno inaugurale: a una zona d`ombra si contrappone la raccolta meticolosa della realta`, che viene selezionata e riproposta in vasi trasparenti e di dimensione diversa.


la prima edizione dei due nobili cugini e` del 1643. nel frontespizio viene indicato chiaramente il nome dei due autori: shakespeare e john fletcher, un collaboratore di professione, di solito in coppia con francis beaumont. il fatto di scrivere drammi a due mani era comune nell`eta` elisabettiana, ed e` curioso e ammirevole che le opere cosi` prodotte siano piu` notevoli per unita` che per disarmonia o squilibri. la fonte e` tratta dal "racconto del cavaliere" di chaucer, che a sua volta si rifaceva a boccaccio. la storia viene comunque ampiamente rimaneggiata e interpolata da altre vicende inventate dagli autori. introduzione generale a shakespeare di nemi d`agostino. testo inglese a fronte.

"l`enrico vi, parte prima" appare nel grande in-folio del 1623 che raccoglie le opere di shakespeare. pur conservando una sua autonomia narrativa, esso forma, con la seconda e la terza parte dell`enrico vi, una trilogia che ricostruisce il lungo e infelice regno del figlio di enrico v, il vincitore dei francesi ad agincourt, morto prematuramente nel 1422. enrico vi viene incoronato re a soli nove mesi e resiste sul trono con alterna fortuna fino al 1471, quando il suo assassinio nella torre di londra pone fine alla supremazia della dinastia lancaster.

questo volume raccoglie brevi, talora brevissimi, testi che si presentano di volta in volta sotto forma di aneddoti, motti di spirito, barzellette, narrazioni erotiche, apparentati dal comune denominatore della comicita`. gli esiti di tale comicita` sono quanto mai veri: arguzia e humour "fiorentini" non mancano, ma cedono volentieri il passo a freddure estemporanee, a un riso incolto e popolare, a un umorismo surreale e, molto spesso, al divertimento grossolano e greve. l`introduzione, a cura di stefano pittaluga, ricostruisce le vicende biografiche e gli itinerari culturali del celebre umanista, fornendo un aggiornato panorama critico e bibliografico della sua produzione.


ambientata in un remoto abruzzo campestre, si ispira al celebre quadro omonimo di michetti. il complesso intreccio di vicende e conflitti, che vede protagonisti la meretrice mila, il pastore aligi e suo padre lazaro, si conclude tragicamente con il parricidio e la morte drammatica di mila, che per salvare la vita di aligi si accusa del suo delitto e viene condannata al rogo. denominatore comune dell`opera e` il dilatarsi della tragedia nel mito, con una profondita` e universalita` di sentimenti che superano i confini strettamente abruzzesi.


"george dandin ou le mari confondu" e` la piu` enigmatica delle opere di molie`re; ed e` anche, di conseguenza, la piu` sconosciuta. una serie di circostanze hanno contribuito alla congiura, a cominciare dall`ambiguita` delle sue origini. dandin nasce per l`occasione, ovvero per le feste di palazzo. non sempre l`occasione e` nemica dell`ispirazione, ma pare che questa ne abbia invece sofferto. molie`re prende la vicenda da una sua vecchia farsa, di quelle che recitava in provincia negli anni di apprendistato e primissimo periodo parigino; "la jalousie du barbouille`". l`impiastricciato diventa dandin, contadino arricchito che ha avuto la malaugurata idea di sposare una damigella nobile: lo ha fatto per una ingenua ambizione, salvando dal fallimento economico la famiglia della sposa. ne ottiene inevitabili corna ma soprattutto non ha la possibilita` di dimostrarlo, ed e` qui che la farsa sembra realizzare uno volonta` fatale.




nella prefazione il curatore gaspare giudice analizza i diversi piani di lettura della commedia, da quello strettamente letterario a quello antropologico a quello autobiografico, mettendone in evidenza la stretta relazione con tutto il complesso dell`opera pirandelliana. gli altri cospicui apparati informativi si completano con l`ampio saggio introduttivo di nino borsellino, l`aggiornatissima bibliografia organizzata secondo argomenti specifici e la cronologia delle opere e delle prime rappresentazioni teatrali, entrambe a cura di graziella pulce.

delle quarantatre commedie che compongono la raccolta ufficiale delle "maschere nude" ben trentadue sono tratte da un precedente plot narrativo e dei tredici atti unici, dieci sono quelli di derivazione novellistica. i sei atti unici raccolti in questo volume - "lumie di sicilia", "il dovere del medico", "all`uscita", "la giara", "la patente", "l`uomo dal fiore in bocca" -, dimostrano come, qualunque fosse il risultato teatrale, per pirandello i due generi non fossero sovrapponibili e come le sue trasposizioni drammaturgiche delle novelle fossero delle vere e proprie riscritture.








dopo un`ampia introduzione curata da marcello ciccuto, il volume raccoglie le novelle italiane composte nel corso del cinquecento. tra gli autori proposti: girolamo morlini, niccolo` machiavelli, marco cademosto, matteo bandello, pietro fortini, antonfrancesco grazzini, ascanio de` mori.


testo originale a fronte. introduzione di umberto albini. oreste, complice la sorella elettra, ha ucciso la madre clitennestra per vendicare l`assassinio di agamennone e, colpito dalle erinni, giace delirante. la citta` di argo deve decidere la pena per i matricidi. l`amico pilade e` deciso a condividere la loro sorte. prima di morire i tre decidono di vendicarsi di elena e di menelao. gli dei salvano elena e oreste sara` salvato dall`areopago. ifigenia e` destinata dal padre al sacrificio e viene chiamata all`accampamento col pretesto di farla sposare ad achille. la fanciulla, saputa la verita`, accetta di sacrificarsi per salvare l`esercito, ma viene salvata dalla dea, sostituita da una cerva e assunta al proprio servizio.




i racconti che vengono qui presentati rivelano in kipling un esploratore del mistero, sottile e sagace quanto poe o henry james. il tema del doppio demoniaco, nel sogno di duncan parrenness, lo spettro che compare nel riscio` fantasma, l`enigmatica rivelazione che fa intravedere per un istante la verita` al lettore di il giardiniere, sono gli efficaci elementi tradizionali della ghost story a cui kipling aggiunge un alone di esotismo, il particolare colore delle leggende narrategli dagli indiani nella sua infanzia coloniale. questa traduzione curata da graziano kratli, si segnala anche per il corredo di note esplicative e per l`introduzione.


i racconti raccontati due volte, sono cosi` intitolati perche` si richiamano a tradizionali orali elaborate dall`autore: ora in una visione nostalgica del mondo arcaico e primitivo della "nuova frontiera", ora proiettate nel futuro della nuova societa` americana, dov`e` preminente la figura dell`"uomo nella folla " delle nascenti metropoli, ora volte a riflettere sul ruolo delle scienze e delle arti, quasi a prefigurare allegoricamente la loro non facile coesistenza nella "nascita di una nazione" sorta dalla guerra d`indipendenza contro il colonialismo britannico.
