
in questo seminario lacan tratta dell`uomo e della donna. per essere precisi tratta del loro rapporto, a proposito del quale l`immaginazione ha da sempre alimentato piacevoli illusioni e struggenti passioni, e rispetto al quale la cultura ha prescritto, secondo i tempi, cio` che e` bene e cio` che e` male. in realta` sia la poesia, in modo suggestivo, sia la societa`, che accentua il disagio di questo rapporto, sono come dei veli che coprono un buco: un buco nel reale. lacan propone un`inedita definizione: . questo non vuole dire che non ci possano essere quei rapportini, cosi` li chiama, che fanno la delizia e la croce del genere umano. vuol dire invece che tra l`uomo e la donna non c`e`, a priori, nessun accordo ne` armonia alcuna. difetto che non dipende ne` dall`uno ne` dall`altra, poiche` la chiave e` da ritrovare soltanto in quello che freud ha chiamato inconscio e che lacan cerca di precisare sviluppando una nuova logica. e l`inconscio che rende impossibile che di due si arrivi a fare uno. eppure l`uno-tutto-solo c`e`. al non c`e` del rapporto sessuale si oppone il c`e` dell`uno, il quale e` solo nel suo godimento, e questo vale per qualunque corpo parlante, che sia dell`uno o dell`altro sesso. qui inizia l`ultimo insegnamento di lacan. sembra che lacan ripercorra strade conosciute, e invece e` tutto diverso: l`altro non e` quello che conoscevamo, e neppure il desiderio, addirittura neppure il godimento. l`inconscio stesso, che lacan piu` avanti chiamera` parlessere, si situa ormai sotto l`egida dell`uno nella dimensione del reale.

peron, castro, chavez, i grandi leader populisti dell`america latina sono uniti da un filo rosso che attraversa la storia del continente: l`utopia cristiana del regno di dio sulla terra. una teologia politica che ora, con papa francesco, e` arrivata fino al soglio di pietro. un filo rosso attraversa la storia latinoamericana. risale alla conquista, passa per le missioni del paraguay, subisce l`espulsione borbonica, incrocia le spade col liberalismo, risorge coi populismi fino ad approdare a roma, al soglio pontificio. e il filo gesuita, custode di una poderosa visione del mondo che impregna l`universo morale e materiale dell`america latina. suo cardine e` l`utopia cristiana, il sogno del regno di dio in terra, impermeabile alla corruzione del mondo e della storia; suo modello la cristianita` coloniale, stato cristiano dove si fondevano unita` politica e unita` spirituale, suddito e fedele. l`ordine sociale? un organismo naturale conforme alla volonta` di dio. gerarchia, unanimita`, corporativismo erano i pilastri; la fede il collante; lo stato etico il guardiano. peronismo, castrismo, chavismo: i piu` potenti populismi latini sono uniti da quel filo. da esso emana la teologia del popolo che ispira papa francesco. c`era una volta, predicano, un popolo puro che viveva in armonia e condivideva una cultura formata dalla sua fede. ma ecco le idee `straniere`, il liberalismo senza patria, i protestanti individualisti, il capitalismo egoista, il secolarismo indifferente a dio corromperne l`anima, disgregarne l`unita`, minacciarne l`identita`. contro tali eterni nemici dei popoli d`america s`erge il leader populista, redentore che brandendo la croce della fede e la spada della giustizia sottrae il popolo eletto alla schiavitu` e lo conduce alla terra promessa. non tutti i populismi latini sono gesuiti, ne` tutti i gesuiti sono populisti. in tutti i `populismi gesuiti` e` pero` evidente l`impronta gesuita. per tutti combattere la ricchezza, fonte di corruzione, e` piu` impor

``fra i sensi l`occidente ha privilegiato la vista, da cui e` partito per la sua geometrizzazione dell`esperienza, e ha cosi` svalutato altre sensazioni (auditive, olfattive, tattili eccetera). e` contro tale guasto, o squilibrio, nell`ecologia della sensibilita`, che tanizaki reagisce in ``libro d`ombra``, polemizzando contro gli eccessi dell`illuminazione elettrica e opponendo, a un mondo di nude superfici radiose, un universo acquietante della consistenza e della densita`, avvolto da ombre (di gabinetti, di monasteri, di case delle geishe) descritte a una a una, come un campionario di stoffe pesanti e pregiate. leggendo questo saggio ci si rende conto di come tutta la nostra civilta`, tutta la nostra vita quotidiana, e dunque anche l`idea che ci facciamo del piacere, siano fondate sull`irritazione di alcuni sensi e sull`atrofizzazione di altri, mai su un tentativo di armonizzazione.`` (dalla nota di giovanni mariotti)

dell`ultima seduta del gran consiglio, il 25 luglio del 1943, non fu redatto un verbale ufficiale. non si sa, pertanto, che cosa effettivamente dissero e come si comportarono i partecipanti. nelle tante memorie uscite negli anni successivi, il duce e i gerarchi hanno dato versioni contrastanti di quel che fu detto, come fu detto e perche` fu detto. molti sono gli interrogativi rimasti senza risposta: i gerarchi volevano veramente estromettere mussolini dal potere? volevano porre fine al regime per salvare la patria? oppure furono dei traditori? se il duce considerava l`ordine del giorno grandi , perche` lo mise in votazione? tutti i presenti rimasero stupiti dalla fiacca reazione del duce alle accuse che gli vennero rivolte durante la seduta. era forse rassegnato a perdere? o addirittura voleva uscire di scena, come un attore che, dopo essere stato osannato per venti anni, alla fine era stato fischiato per aver perso la guerra? congiura di traditori? audacia di patrioti? o l`eutanasia di un duce? documenti nuovi consentono finalmente di rispondere a queste domande, e a emilio gentile di raccontare un giorno cruciale della storia d`italia con la suspense di un poliziesco.

giovanni bietti ci accompagna, pagina dopo pagina, in un viaggio in quella sorta di lingua cosmopolita che e` la musica: una lingua capace di mescolare, intrecciare, fondere le diverse tradizioni a qualsiasi latitudine. da orlando di lasso agli ideali pacifisti e universali che hanno ispirato musicisti settecenteschi come francois couperin, ottocenteschi come beethoven o novecenteschi come be`la bartok, fino alle sperimentazioni contemporanee che coinvolgono le culture e le sonorita` extraeuropee, la musica si rivela un mezzo di scoperta del mondo. un modo per imparare a valorizzare le differenze, un`esperienza di sintesi e di arricchimento. perche` la musica puo` dirci molto su di noi, sugli altri, sul mondo.

con "il secondo sesso", simone de beauvoir affranca la donna dallo status di minore che la obbliga a essere l`altro dall`uomo, senza avere a sua volta il diritto ne` l`opportunita` di costruirsi come altra. con veemenza da polemista di razza, simone de beauvoir passa in rassegna i ruoli attribuiti dal pensiero maschile alla donna - sposa, madre, prostituta, vecchia - e i relativi attributi - narcisista, innamorata, mistica. approda, nella parte conclusiva, dal taglio propositivo, alla femme inde`pendante, che non si accontenta di aver ricevuto una tessera elettorale e qualche liberta` di costume, ma che attraverso il lavoro, l`indipendenza economica e la possibilita` di autorealizzazione che ne deriva - sino alla liberazione del suo peculiare "genio artistico", zittito dalla storia - riuscira` a chiudere l`eterno ciclo del vassallaggio e della subalternita` al sesso maschile. l`avvenire, allora, sara` aperto. con una determinazione prima sconosciuta e un linguaggio nuovo, che tesse il filo dell`argomentazione attraverso un`originale mescolanza di mito e letteratura, psicoanalisi e filosofia, antropologia e storia, simone de beauvoir sfida i cultori del gentil sesso criticando le leggi repressive in materia di contraccezione e aborto, il matrimonio borghese, l`alienazione sessuale, economica e politica. provoca il pubblico conservatore, cerca il riconoscimento personale, rivendica la solidarieta` collettiva. prefazione di julia kristeva. postfazione di liliana rampello.

una delle particolarita` che rendono affascinante il "cratilo" e` la difficolta` di individuare in modo univoco ed esclusivo l`argomento del dialogo. due questioni, appartenenti per noi a due ambiti distinti, sono inserite da platone in un`unica argomentazione: e` il caso della discussione sulla possibilia` di dire il vero e il falso - che e` per noi un problema logico e linguistico - accostata alla considerazione del relativismo conoscitivo, che e` un problema gnoseologico. di fatto, insistendo ora su una ora sull`altra coordinata teorica, si puo` riconoscere l`oggetto del "cratilo" nell`analisi del valore conoscitivo del linguaggio, oppure nello studio del rapporto fra nome e cosa nominata o, ancora, nell`indagine sull`origine del linguaggio.

come funzionava la democrazia in atene? chi decideva e in che modo venivano prese le decisioni della citta`? con la sua eccezionale conoscenza dell`antichita` classica, finley ci conduce all`interno della quotidianita` politica dell`antica atene, in un continuo confronto con le teorie e le realta` delle democrazie moderne. una sintesi di riflessione politica sulla democrazia e insieme di storia dell`atene classica, la citta` che piu` di due millenni fa realizzo` la piena partecipazione dei cittadini al potere.

le opere fondamentali del pensiero filosofico di tutti i tempi. in edizione economica con testo a fronte e nuovi apparati didattici. testo originale nell`edizione di john burnet, traduzione di giuseppe cambiano e introduzione di francesco fronterotta.

uccidere e farla franca. e l`attivita` che la mafia siciliana ha elevato a forma d`arte nella sua corsa al potere e al denaro. una corsa che l`ha resa la piu` ramificata, famigerata e copiata organizzazione malavitosa del pianeta, al punto che il termine italiano `mafia` si e` trasformato ormai in una generica etichetta, a indicare l`intera gamma delle realta` criminali mondiali: cinesi, giapponesi, russe o turche. a differenza dei suoi imitatori globalizzati, la mafia siciliana si organizza combinando gli attributi di uno stato ombra, di una societa` d`affari illegale e di una societa` segreta cementata dal giuramento. `cosa nostra` ricostruisce le storie degli uomini e delle donne che sono vissuti e sono morti all`ombra della mafia.

"nelle pagine che seguono il lettore trovera` qualche consiglio su come si scrive un saggio. non deve aspettarsi niente che possa servire alla sua creativita`: per questo deve pensarci da solo. trovera` invece qualcosa che puo` servire a chiarirgli la natura e gli obiettivi di questo genere di scrittura, nella quale rientrano gli articoli scientifici, le monografie, le tesi di laurea, le memorie e le relazioni di un professionista, gli articoli di fondo per un quotidiano, i servizi per i settimanali e cosi` via. in questo genere di testi l`autore non puo` limitarsi a esporre le proprie opinioni su un dato tema, ma deve avere una tesi principale da affermare e deve saperla argomentare, cioe` presentare ragioni convincenti a suo favore. come diceva albert einstein, che pure sapeva scrivere bene, l`eleganza possiamo lasciarla ai sarti e ai calzolai. uno stile elegante e ricercato non serve a molto quando si tratta di persuadere." in dieci "lezioni", marco santambrogio scompone e analizza l`intero processo della scrittura non creativa a partire dall`analisi di alcuni famosi testi classici scelti come "campione": dalle dimostrazioni dell`esistenza di dio di san tommaso, al teorema di pitagora, al ragionamento di hume sui miracoli.

egeria la pellegrina, baudonivia la biografa, dhuoda la madre, rosvita la poetessa, trotula il medico, eloisa l`intellettuale, ildegarda la profetessa, caterina la mistica: otto ritratti biografici e letterari tanto piu` avvincenti perche` rappresentativi ciascuno di un diverso itinerario umano e sociale. mai come in questo volume e` stato messo in luce cosi` chiara il molteplice, enigmatico, affascinante volto della donna medievale. il medioevo, contrariamente a quanto si crede, fu la prima eta` storica in cui le donne raggiunsero un notevole grado di emancipazione sociale e culturale e cominciarono a porre le basi di quelle rivendicazioni di parita` e uguaglianza che sono ancora oggi oggetto di battaglie dall`esito tutt`altro che scontato.

per duemila anni, fino a meta` del secolo scorso, le comunita` di una vasta regione montuosa del sud-est asiatico hanno tenacemente resistito all`idea di integrarsi in una qualche forma di dominio da parte dello stato. zomia e` il nome di quest`area d`insubordinazione che non appare su alcuna carta (una zona montagnosa grande come l`europa, che attraversa cinque nazioni del sud-est asiatico e quattro province della cina), ed e` il vasto altopiano dove trovarono rifugio circa cento milioni di persone unite dalla volonta` di sfuggire al controllo dei governi delle pianure. trattati come , questi popoli nomadi misero in atto strategie di resistenza a volte sorprendenti per evitare lo stato, sinonimo di lavoro forzato, tasse, epidemie e leva militare obbligatoria. favorirono pratiche agricole che incentivavano la mobilita` residenziale, insieme a forme sociali egualitarie, fondate sull`eclettismo religioso e l`accoglienza. alcuni popoli decisero persino di abbandonare la scrittura per evitare l`appropriazione della loro memoria e della loro identita`, mentre l`oralita` consentiva di riformulare continuamente la negoziazione degli accordi tra gruppi. zomia ci rammenta che puo` essere sinonimo di oppressione e che il significato della storia non e` cosi` univoco come pensiamo.

grazie alla rivoluzione digitale e allo sviluppo di internet e` oggi disponibile online una sterminata quantita` di risorse e contenuti, molti dei quali utili anche per la scuola, l`apprendimento, la formazione personale e professionale di ciascuno di noi. nonostante l`enorme complessita` orizzontale della rete, questi contenuti sono pero` in genere granulari e frammentati: la complessita` verticale che era tipica della cultura del libro sembra almeno in parte sacrificata. l`eta` della rete e` necessariamente anche l`eta` della frammentazione? quali strategie e quali strumenti possono essere usati per favorire una maggiore attenzione alla capacita` di costruire e utilizzare - anche in digitale - contenuti strutturati e complessi? come cambia il ruolo del libro e della lettura nella scuola di oggi e di domani, in cui ogni studente ha in mano anche, e a volte solo, uno smartphone? gino roncaglia prova a rispondere a queste domande proponendo, con uno stile sempre chiaro e discorsivo, una visione del digitale e della rete assolutamente originale.

a helgoland, spoglia isola nel mare del nord, luogo adatto alle idee estreme, nel giugno 1925 il ventitreenne werner heisenberg ha avviato quella che, secondo non pochi, e` stata la piu` radicale rivoluzione scientifica di ogni tempo: la fisica quantistica. a distanza di quasi un secolo da quei giorni, la teoria dei quanti si e` rivelata sempre piu` gremita di idee sconcertanti e inquietanti (fantasmatiche onde di probabilita`, oggetti lontani che sembrano magicamente connessi fra loro, ecc.), ma al tempo stesso capace di innumerevoli conferme sperimentali, che hanno portato a ogni sorta di applicazioni tecnologiche. si puo` dire che oggi la nostra comprensione del mondo si regga su tale teoria, tuttora profondamente misteriosa. in questo libro non solo si ricostruisce l`avventurosa e controversa crescita della teoria dei quanti, rendendo evidenti, anche per chi la ignora, i suoi passaggi cruciali, ma la si inserisce in una nuova visione, dove a un mondo fatto di sostanze si sostituisce un mondo fatto di relazioni, che si rispondono fra loro in un inesauribile gioco di specchi. visione che induce a esplorare, in una prospettiva stupefacente, questioni fondamentali ancora irrisolte, dalla costituzione della natura a quella di noi stessi, che della natura siamo parte.

per una meravigliosa e tremenda ambiguita` linguistica, la morte e la vita sono iscritte nella stessa parola bios: bios e` vita, bios e` arco. noi siamo cosi` un cerchio incompiuto, imperfetto, un arco, in cui inizio e fine non coincidono. solitari restare a riva a osservare le tempeste della vita o salire a bordo senza troppo curarci dei compagni di viaggio? seguire le leggi del cosmo o le leggi dell`io? scegliere la politica o l`antipolitica? il negotium o l`otium? credere o capire di fronte a dio e alla morte? seguire la lezione dei padri o la rivoluzione dei figli? basta volgere lo sguardo al mondo classico di atene e roma per trovare i nostri piu` naturali interlocutori, coloro che ci hanno preceduti nelle nostre stesse domande. lucrezio e seneca hanno fatto il controcanto al presente ponendosi le domande ultime. non importa quali risposte abbiano dato, importa invece la loro allergia al pensiero unico, tanto da averci prospettato concezioni diverse e rivali del mondo. importa il coraggio di sperimentare, in solitudine e in autonomia, cosa significa sopportare la verita` quando la vita ti viene a trovare. a loro dobbiamo rivolgerci per ricordarci come eravamo e come potremmo essere.

un giorno al compositore inglese sir edward elgar venne chiesto da dove provenisse la sua musica. la risposta fu: . lo stesso accade per le piante che, come la musica per elgar, sono letteralmente dappertutto e per scriverne non si deve far altro che ascoltare le loro storie e raccontarle. tutte quelle di cui abbiamo bisogno. e cosi` che e` nato questo libro, scrivendo storie di piante che intrecciandosi agli avvenimenti umani si legano le une alle altre nella narrazione della vita sulla terra. perche` le piante costituiscono la nervatura, la mappa (o pianta) sulla base della quale e` costruito l`intero mondo in cui viviamo. non vederla, o ancora peggio ignorarla, credendo di essere al di sopra della natura, e` uno dei pericoli piu` gravi per la sopravvivenza della nostra specie

in un mondo alluvionato da informazioni irrilevanti, la lucidita` e` potere. la censura non opera bloccando il flusso di informazioni, ma inondando le persone di disinformazione e distrazioni. "21 lezioni per il xxi secolo" si fa largo in queste acque torbide e affronta alcune delle questioni piu` urgenti dell`agenda globale contemporanea. perche` la democrazia liberale e` in crisi? dio e` tornato? sta per scoppiare una nuova guerra mondiale? che cosa significa l`ascesa di donald trump? che cosa si puo` fare per contrastare l`epidemia di notizie false? quali civilta` domineranno il pianeta: l`occidente, la cina, l`islam? l`europa deve tenere le porte aperte ai migranti? il nazionalismo puo` risolvere i problemi causati dalla disuguaglianza e dai cambiamenti climatici? in che modo potremo difenderci dal terrorismo? che cosa dobbiamo insegnare ai nostri figli? miliardi di noi possono a stento permettersi il lusso di approfondire queste domande, perche` siamo pressati da ben altre urgenze: lavorare, prenderci cura dei figli o dare assistenza ai genitori anziani. purtroppo la storia non fa sconti. se il futuro dell`umanita` viene deciso in vostra assenza, poiche` siete troppo occupati a dar da mangiare e a vestire i vostri figli, voi e loro ne subirete comunque le conseguenze. certo e` parecchio ingiusto; ma chi ha mai detto che la storia e` giusta? un libro non puo` dare alla gente ne` cibo ne` vestiti, ma puo` fare e offrire un po` di chiarezza, contribuendo ad appianare le differenze nel gioco globale. se questo libro servira` ad aggiungere al dibattito sul futuro della nostra specie anche solo un ristretto gruppo di persone, allora avra` raggiunto il suo scopo.

il regista fiorentino si racconta in questa autobiografia offrendo un affresco di una vita vissuta in nome della bellezza. nato a firenze, cresce con il difficile marchio di "figlio di nn", la guerra lo porta in montagna, partigiano, a vedere la morte da vicino e a schivarla grazie a un colpo di teatro degno del "trovatore". l`incontro con luchino visconti da` il via libera a un grande talento covato negli anni dell`accademia di belle arti. il mondo dello spettacolo gli si spalanca davanti: teatro, cinema, opera. parigi, londra, milano, los angeles. vive d`arte, franco zeffirelli e "di un ottimismo a qualunque costo" che ancora lo spinge a gettarsi nelle sue imprese con l`entusiasmo di sempre. in questa autobiografia, mette in scena tutta la sua vita con l`abilita` di chi sa tenere il pubblico incollato ai fatti e immerso nelle atmosfere. e decide di raccontarsi con franchezza.

l`idea di quest`opera, realizzata dallo storico jean lopez e illustrata dal data designer nicolas guillerat, parte da una constatazione: la massa di dati disponibili sulla seconda guerra mondiale non e` mai stata cosi` enorme, ma e` diventato difficile darle un senso. occorreva quindi inventare, facendo riferimento alle migliori fonti storiche internazionali, una forma testuale che permettesse di trattare ogni informazione rendendola intelligibile al maggior numero di lettori possibile. questa forma e` l`infografica, e il risultato e` strabiliante, che si tratti di riesumare le nostre conoscenze, di visualizzare le grandi linee generali del conflitto, di comprendere agevolmente fenomeni complessi o anche solo di ricollegare aspetti fin qui slegati. diviso in quattro parti - mobilitazione, produzione e risorse; armi ed eserciti; battaglie e campagne; bilanci e fratture - comprendenti una sessantina di temi (l`equazione petrolifera, l`operazione barbarossa, la logistica alleata in europa, l`universo concentrazionario nazista...) il secondo conflitto mondiale viene qui ripensato in un approccio accessibile, originale e al tempo stesso di grande impatto grafico.

recenti scoperte nel campo della biologia hanno portato alla formulazione di una quantita` d`importanti problemi, che sarebbe assai improbabile risolvere senza i massicci contributi forniti dalla matematica. il numero delle ipotesi matematiche utilizzate oggi nelle scienze della vita e` enorme, e le richieste che vengono dai vari settori della biologia stimolano lo sviluppo di procedure di calcolo e analisi del tutto nuove, specificamente adatte a descrivere i processi degli esseri viventi. il libro illustra la grande varieta` di connessioni che gia` esistono, in questi primi decenni del ventunesimo secolo, tra biologia e matematica, a partire dal progetto genoma umano, proseguendo con gli studi e le ricerche sulla struttura dei virus e sull`organizzazione della cellula vivente, fino alle indagini sulla morfologia e il comportamento di interi organismi e delle loro interazioni nell`ecosistema globale. ian stewart dimostra inoltre come gli strumenti matematici siano in grado di far luce su difficili concetti tipici dell`evoluzione, un fenomeno basato su processi che si svolgono in periodi di tempo troppo lunghi per poter essere osservati direttamente, o che si sono verificati centinaia di milioni di anni fa e hanno lasciato soltanto tracce a dir poco enigmatiche. ne emerge tutta la ricchezza del contributo che puo` venire allo studio dell`evoluzione e delle popolazioni dalla matematica, in grado di svelare la segreta complessita` di animali e piante, e di gettare nuova luce sulla vita degli organismi, sul loro modo di interagire e modificare il proprio comportamento in relazione al delicato equilibrio ecologico del pianeta.

vi siete mai chiesti perche`, pur avendo dovuto tutti leggere l`eneide a scuola, fatichiamo a ricordare qualcosa che non sia la fuga da troia o la grande storia d`amore tragico con didone? perche` abbiamo cosi` facilmente dimenticato gli epici racconti sulle mitiche origini di roma e del suo impero? forse perche` i versi del poema di virgilio non sono adatti ai momenti in cui le cose filano lisce e allora si va in cerca di avventura nella letteratura. il canto di enea e` destinato al momento in cui si sperimenta l`urgenza di raccapezzarsi in un dopo che stordisce per quanto e` diverso dal prima in cui si e` sempre vissuto. enea e` l`eroe che vaga nel mondo portandosi sulle spalle anziani e bambini. e colui che viaggia su una nave senza nocchiero alla ricerca di un nuovo inizio, di una terra promessa in cui ricominciare. e l`uomo sconfitto, colui che non ha piu` niente tranne la capacita` di resistere e di sperare. un personaggio quanto mai attuale.

nelle lettere che vanno dal suo arrivo a edimburgo (1825) ai primi grandi contatti intellettuali a londra (1859) si dispiega l`avventura di charles darwin, medico controvoglia, appassionato di geologia, biologo cauto e timido: dall`insofferenza per i dogmi ricevuti all`impresa a bordo del beagle, il viaggio lungo le coste del sudamerica che durera` cinque anni e sara` la fonte delle sue fondamentali intuizioni. come scrive stephen jay gould nella prefazione, questo epistolario ci permette di gettare uno sguardo nel "laboratorio segreto" del creatore dell`evoluzionismo moderno, un laboratorio a cielo aperto, dalle campagne della quieta inghilterra alle lussureggianti galapagos.

quella di definire una musica e` una pratica piu` comune di quanto non sembri. nell`ottocento si dovette trovare un nome per la musica che non era d`arte ne` folk, e nacquero i concetti di popular music, di musica leggera, di musique de varie`te`s. ancora quarant`anni fa qualcuno la chiamava musica extracolta. e allora perche` non definire la musica colta come quella musica ? spesso un cambiamento di prospettiva fa vedere le cose sotto un`altra luce. la prima parte di questo libro (con un`unica eccezione) contiene saggi su musiche nate fra l`inizio del novecento e i primi anni duemila, da mahler a donatoni, sciarri-no e francesconi, passando per ives, bartok, weill, sostakovi?, schonberg, bernstein, glass, zappa (lo zappa , naturalmente) e altri. la seconda parte contiene saggi teorici su musica e musicologia, che affrontano la musica eurocolta come una delle culture musicali del pianeta, non la sola. non e` musica leggera, appunto.

ritorna a quasi vent`anni dalla prima edizione italiana, e con una nuova introduzione dell`autore, un classico degli studi sulla storia dell`ambiente. : contrapponendosi alle parole che condensavano l`antica saggezza dell`ecclesiaste, questo libro rivela fin dal titolo la radicale portata dei cambiamenti che l`uomo del secolo scorso ha introdotto nel mondo fisico. . fondando la sua ricerca su una ricchissima documentazione, mcneill propone una storia delle relazioni tra uomo e ambiente. dalle foreste indonesiane all`aria di londra, dalla caccia alle balene alle trasformazioni del clima, le nuove condizioni della terra sono spesso la conseguenza non calcolata dei nostri modelli sociali, politici, economici e culturali. i sistemi che mantengono in vita il pianeta non potranno percio` piu` essere considerati come un semplice sfondo per le vicende umane: l`integrazione tra storia ed ecologia e`, a parere dell`autore, una esigenza pressante per il futuro.

lettere dal carcere e` un libro unico. forse interminabile. e un libro postumo, la cui prima edizione ho sotto mano, un libro di famiglia, come lo e` per non poche famiglie italiane. la sua storia, come spiega francesco giasi nell`introduzione, inizia il giorno dopo la morte del suo autore, avvenuta a roma il 27 aprile 1937. la prima edizione contava 218 lettere. qui sono 511, di cui 12 inedite. e la storia personalissima di un pensiero conteso fra logiche di apparato, liberta` di visione, dolore e tenacia di impegno. le lettere corrono parallele alla stesura dei quaderni del carcere, che rappresentano a loro volta una delle vette del pensiero saggistico italiano del novecento, tradotti e studiati in tutto il mondo. ne costituiscono il parallelo esistenziale e, forse, la premessa e la condizione. in tutte le sue edizioni, per merito dei o nonostante i suoi curatori, lettere dal carcere e` sempre apparso al suo lettore non come un libro-archivio, ma come un`opera compiuta e autonoma, perche` autoritratto di un pensiero vivente nel suo divenire, nel suo dispiegarsi, ma anche nella sua novita` radicale. l`ultima lettera della prima edizione (qui 442) era diretta al figlio delio: . con un album fotografico.

molti si accorgono dell`esistenza delle formiche solo quando ne trovano una nella zuccheriera e se ne ritraggono inorriditi, ma per ho?lldobler e wilson, che al loro studio hanno dedicato la vita intera, questi minuscoli insetti sono una continua fonte di meraviglia e di scoperte. in modo speciale le attine tagliafoglie, dalle stupefacenti caratteristiche: grazie al fatto che vivono in popolazioni di milioni di individui organizzati in un elaborato sistema di caste e che possiedono uno degli apparati di comunicazione piu` complessi fra quelli noti nel mondo animale, le tagliafoglie sono infatti una delle espressioni piu` compiute del superorganismo sulla terra. guidati dalla mano esperta e sicura dei due mirmecologi, scopriremo come le tagliafoglie abbiano inventato una forma di agricoltura 5060 milioni di anni prima dell`uomo, coltivando nei loro nidi un fungo con cui hanno instaurato uno dei piu` riusciti rapporti simbiotici in natura. le osserveremo nei meandri delle loro metropoli sotterranee, vaste quanto un campo da calcio e con migliaia di camere collegate da un dedalo di cunicoli, o nelle spedizioni di foraggiamento, quando all`imbrunire interminabili colonie di operaie, seguendo tracce olfattive, corrono a ranghi serrati lungo piste tenute libere dalla vegetazione verso il bersaglio prescelto, spesso distante centinaia di metri. e ci sembrera` di percepire il sottofondo di stridulazioni prodotto da migliaia di mandibole che, affilate come rasoi e manovrate con precisione geometrica, ritagliano le foglie di un grande albero riuscendo in poche ore a ridurre a un nudo scheletro la sua chioma rigogliosa.

l`enorme popolarita` di cui gode oggi lo yoga in tutto il mondo ha comportato una sorta di metamorfosi: adattandosi a condizioni socioculturali lontanissime da quelle in cui ha avuto origine, esso ha finito per assumere una vita propria, svincolata dalla sue radici indiane. la quasi totale egemonia di un numero ristretto di sistemi basati sulla pratica posturale ha finito per determinare una visione ristretta e monocromatica di cosa sia lo yoga e di come esso operi, e cio` e` ancora piu` evidente se confrontiamo questa visione con l`ampio spettro di pratiche presentate nei testi premoderni. questa antologia intende rendere accessibile al lettore non specialistico una vasta gamma di testi, molti dei quali poco noti, risalenti a un`epoca che va dal 1000 a. c. al xix secolo. benche` gran parte dei passi tradotti provenga da fonti sanscrite, comprende anche materiale proveniente da fonti in lingue quali il tibetano, l`arabo, il persiano, il bengali, il tamil, e cosi` via. questo ventaglio cronologico e linguistico rivela modelli e tratti di continuita` che contribuiscono a una migliore comprensione degli sviluppi dello yoga, sia all`interno delle singole tradizioni sia tra una tradizione e l`altra. il materiale qui presentato e` principalmente di natura pratica, non filosofica. benche` lo yoga tradizionale non sia mai disgiunto da un particolare contesto religioso e dottrinale, o lo sia soltanto raramente, concentrare l`attenzione sullo yoga come veniva comunemente inteso nei vari sistemi permette di dare un quadro delle pratiche effettive seguite dalla maggior parte delle tradizioni. gli undici capitoli che compongono il libro sono ordinati secondo tematiche specifiche in modo da rispecchiare le pratiche piu` importanti dello yoga (le posture, il controllo del respiro, i sigilli, i mantra, la meditazione) e i loro risultati (i poteri yogici e la liberazione).

"chi scrive ha il dovere di raccontare una verita` tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verita`": attenendosi scrupolosamente a tale principio, a dispetto della censura e dei gravi rischi, vasilij grossman narro` in presa diretta le vicende del secondo conflitto mondiale sul fronte est europeo. era infatti inviato speciale di "krasnaja zvezda" (stella rossa), il giornale dell`esercito sovietico che egli segui` per oltre mille giorni su quasi tutti i principali fronti di battaglia: l`ucraina, la difesa di mosca e l`assedio di stalingrado, che fu il punto di svolta nelle sorti della guerra e diede origine a "vita e destino". benche` fosse un tipico esponente dell`intelligencija moscovita, grossman riusci`, grazie al suo coraggio e alla capacita` di descrivere con singolare efficacia ed empatia la vita quotidiana dei combattenti, a conquistarsi la fiducia e l`ammirazione di chi lo leggeva, ufficiali e soldati da una parte, e dall`altra un vasto pubblico di cittadini e patrioti ansiosi di ricevere notizie autentiche, non contaminate dalla retorica ufficiale. dei taccuini - di sorprendente qualita` letteraria - che fornirono materia ai reportage di grossman, e che escono ora per la prima volta dagli archivi russi, lo storico inglese antony beevor ci offre qui una vasta scelta, arricchita da articoli e lettere dello scrittore e da altre testimonianze coeve.

roma, sabato 18 luglio 64 d.c. e una calda notte estiva, la citta` sta per svegliarsi con le sue strade brulicanti di attivita` e di persone, ed e` del tutto ignara di quello che accadra` tra poche ore... "roma e` ancora addormentata, e ad accompagnare i nostri pensieri ci sono solo i canti di alcuni usignoli che nidificano sui tetti, il rivolo d`acqua di una fontana, l`abbaiare di un cane chissa` dove e le esclamazioni lontane e indecifrabili degli ultimi carrettieri che durante la notte hanno rifornito le botteghe. e la quiete prima di una nuova giornata caotica e frastornante." saranno vindex e saturninus, due vigiles di turno quel giorno, a guidarci per le strade alla scoperta della vita quotidiana di uno dei piu` grandi centri abitati dell`epoca. durante la loro ronda, il possente veterano e la giovanissima recluta svolgeranno un lavoro fondamentale per l`ordine e la sicurezza della popolazione: controllare ed eliminare le innumerevoli fonti di pericolo in una citta` dove il fuoco si usa per tutto e la tragedia e` sempre in agguato... seguendoli nel loro lavoro quotidiano, scopriamo una roma in gran parte fatta di legno, entriamo nelle botteghe colme di merci infiammabili che si affacciano sulle strade, sentiamo i rumori e gli odori che provengono da ogni parte e assistiamo a scene all`ordine del giorno in una roma multiculturale che somiglia a quella di oggi molto piu` di quanto si pensi. basandosi su dati archeologici e fonti antiche, e grazie al contributo di storici ed esperti di meteorologia e del fuoco, alberto angela ricostruisce per la prima volta un importantissimo episodio che ha cambiato per sempre la geografia di roma e la nostra storia: il grande incendio del 64 d.c. con questo suo libro, il primo della trilogia di nerone, ci guida nella vita delle persone realmente esistite al tempo di nerone (dai piu` noti plinio il vecchio e tito a quelli sconosciuti come lo scenografo di corte alcimus e la pescivendola aurelia nais) e ci regala un racconto stor

la rinascita del localismo e la messa in discussione del processo di unificazione hanno riportato l`attenzione anche del pubblico non specialista sulle realta` statuali che il risorgimento spazzo` via dalla carta politica della penisola. questo volume e` il primo frutto di un piu` vasto programma inteso a rispondere a tale domanda di informazione aull`italia preunitaria. piu` che una esposizione generica degli avvenimenti, il libro presenta un esame della struttura dello stato, della sua articolazione amministrativa, della sua stratificazione sociale, della sua economia, mettendo in luce l`evoluzione e la crisi del regno nel funzionamento stesso delle sue strutture istituzionali e sociali.



c`e` un passo famoso nella "recherche" di proust, dove il vecchio scrittore bergotte visita una mostra d`arte olandese e mentre contempla un piccolo particolare della "veduta di delft" di vermeer e` colto da malore e muore. quella scena, quel quadro, quel particolare hanno attirato l`attenzione di schiere di critici, perche` nei pensieri di bergotte morente trova espressione l`idea proustiana dell`arte. ma nel quadro, qual e` davvero il "petit pan de mur jaune", il pezzetto di muro di cui proust parla? cercando un dettaglio in un quadro, si sviluppa una ironica riflessione di un "filologo impreciso" sul senso della critica.

l`opera dell`economista inglese david ricardo non smette di essere oggetto di riflessione e riformulazione fra gli economisti contemporanei. a partire da un`analisi dei problemi economici del suo tempo (l`inflazione, la poverta`, gli effetti del protezionismo sulla crescita economica), ricardo giunse ad affrontare relazioni economiche piu` generali come quelle determinate dalla distribuzione del reddito fra le tre grandi classi sociali (proprietari terrieri, capitalisti, lavoratori). sullo sfondo delle intuizioni ricardiane questo profilo ricostruisce il pensiero di ricardo cosi` come si trova espresso nei "principi dell`economia politica e dell`imposta", individuando i motivi che lo accomunano ad altri pensatori del tempo e le influenze delle sue idee.

disteso lungo l`arco di un ventennio (dal 1950 ai primi anni settanta) e costruito avendo negli occhi i luoghi e i volti di tanti viaggi, il "diario" brulica di pensieri che sperimentano tutte le forme possibili del rapporto tra la mente e la realta`. vi troviamo velenosi "calembour" concentrati come saggi, aforismi e massime perforanti e definitivi, microritratti di taglio, apologhi surreali e corrosivi, sequenze in zapping, tra incanto e sarcasmo. l`irrefrenabile tendenza all`autodistruzione della specie umana pervade "diario degli errori" come un malinconico leitmotiv: ma la crudele esattezza della tassonomia e` in flaiano venata dalla "pietas" del moralista disilluso.

il problema e` questo: spesso le persone litigano per delle questioni che si risolverebbero in cinque minuti al massimo, se solo si sapessero certe cose. ci sono delle regole di base della comunicazione, delle indicazioni su come poter percepire il mondo attorno a noi, delle teorie della psicologia umanistica e un altro paio di cosette che, se tenute a mente, possono davvero stravolgere l`esito di una discussione. e attenzione: non si tratta di manipolazione, si tratta del modo migliore di rispettare se stessi e gli altri. il libro ha l`obiettivo di rendere fruibili a tutte e a tutti queste regole, raccontandole attraverso esempi di vita vera, per creare cultura insieme.

sulla base delle esperienze compiute per anni dall`autore con migliaia di cittadini e associazioni, questo libro racconta come si fa a essere "custodi attivi", prendendo a cuore ciascuno il proprio "frammento" di italia, in modo che, alla fine, il paese intero si prenda cura di se` stesso. far rifiorire la vita di comunita` e diventare protagonisti di una rinascita non e` un`utopia, e` una forma di militanza civile gia` avviata con successo in tante realta` italiane. lo scopo di queste pagine e` spiegare come si possa creare una grande rete su scala nazionale che consenta lo scambio di esperienze, informazioni e competenze fra tutti coloro che, per libera scelta, desiderano prendersi cura dei beni comuni materiali e immateriali, stipulando con le istituzioni un patto per la ricostruzione del paese.

, poi , fino a : a leggere gli articoli dei giornali e a sentire le dichiarazioni dei politici sul numero delle vittime delle foibe, e` difficile comprendere le reali dimensioni del fenomeno. anzi, negli anni, tutta la vicenda dell`esodo italiano dall`istria e dalla dalmazia e` diventata oggetto di polemiche sempre piu` forti e violente. questo libro e` rivolto a chi non sa niente della storia delle foibe e dell`esodo o a chi pensa di sapere gia` tutto, pur non avendo mai avuto l`opportunita` di studiare realmente questo tema. questo "fact checking" non propone un`altra verita` storica precostituita, non vuole negare o sminuire una tragedia. vuole riportare la vicenda storica al suo dato di realta`, prova a fissare la dinamica degli eventi e le sue conseguenze. con l`intento di evidenziare errori, mistificazioni e imbrogli retorici che rischiano di costituire una `versione ufficiale` molto lontana dalla realta` dei fatti. e un invito al dubbio, al confronto con le fonti, nella speranza che questo serva a comprendere quanto e` accaduto in anni terribili.

il libro ripercorre tutti i lavori e gli snodi biografici dei due artisti attraverso un appassionante viaggio fra le pieghe di due esistenze straordinarie, i cui confini oggi valicano ampiamente la luminosa storia dei pink floyd. una cravatta troppo stretta per roger waters, la cui carriera da decenni e` salpata lungo approdi solitari; ma un abito demode` anche per david gilmour, che nel tempo ha anche lui perseguito una personale carriera solista, fra dischi, tourne`e e infinite collaborazioni. le pagine svelano, con medesima devozione, una doppia biografia, parallela o incrociata a seconda dei momenti: la storia comincia in calzoncini corti, ripercorre le tappe fondamentali dagli esordi ai tempi odierni e affronta tutto il mare magnum di progetti, concerti e cambiamenti epocali che hanno visto coinvolti, prima come band, poi separati, due dei piu` importanti interpreti della storia del rock. un lavoro che di entrambe le vite affronta tre fasi: l`infanzia, l`adolescenza e i primi passi che attraverso tortuosi percorsi schiudono le porte all`epopea pink floyd; la parabola del gruppo e gli snodi fondamentali dal 1967 al 1995; tutti i dischi solisti, i concerti e le tourne`e individuali, i progetti "extra floyd" e le numerose collaborazioni dagli anni `70 fino a oggi.

"la storia del jazz", con prefazione di pupi avati, racconta oltre un secolo di musica, dalle "radici" fino alla contemporaneita`, attraverso personaggi, stili, tecnologie. il volume affianca nella trattazione in modo organico stati uniti, europa e italia, mostrando in parallelo come il linguaggio jazzistico - nato in nordamerica - si sia radicato e modificato sulle due sponde dell`atlantico. lo spazio per le vicende europee ed italiane e`, infatti, presente in modo caratterizzante, con una sezione interamente dedicata alle scene del jazz continentale, dalla scandinavia al mediterraneo. altra novita` e` il taglio divulgativo della narrazione, rivolta a lettori interessati si` alla musica ma non necessariamente specialisti. informazione, analisi, riferimenti storico-sociali, tendenze sono infatti proposti in capitoli godibili sia da neofiti sia da appassionati. l`opera e` costituita da undici sezioni corredate di box di approfondimento (fra cui schede tecniche sul linguaggio musicale), discografia (oltre 250 album consigliati) e cronologia. uno testo rivolto a chi si avvicina per la prima volta al jazz, come a chi gia` lo conosce e lo ama.

la ricostruzione della nascita e del crollo del sistema schiavistico nelle americhe come elemento determinante della supremazia di tutto il capitalismo occidentale. per piu` di tre secoli, la schiavitu` nel mondo atlantico fu il principale motore che alimento` l`espansione del capitalismo, dando vita a un micidiale sistema economico, politico e sociale da cui tutto il mondo occidentale traeva vantaggio. in quel periodo, il nuovo mondo divenne il crogiolo di una serie di tragici esperimenti: con la colonizzazione, le miniere d`argento, il sistema agricolo delle piantagioni, la schiavitu` razziale. il prodotto del lavoro schiavistico genero` imperi, favori` nuove culture di consumo, finanziando la svolta verso un assetto industriale dell`economia mondiale. gli afflati rivoluzionari di fine ottocento incrinarono questa , dando il via ai grandi movimenti di emancipazione di haiti nel 1804, delle colonie britanniche nel 1833-38, degli stati uniti negli anni sessanta dell`ottocento e di quelli brasiliani e cubani vent`anni dopo. ma soprattutto, secondo l`originale prospettiva dell`autore, dal movimento antischiavista trassero forza molti degli ideali politici e sociali di eguaglianza e liberta` del mondo contemporaneo.

fin dal 1859, la storia d`italia e` costellata da un susseguirsi di episodi di violenza politica che hanno segnato nel tempo l`identita` stessa del nostro paese. la ferocia di questi atti assume sempre una valenza comunicativa: a volte il mandante ha alle spalle una legittimazione statale, come il comandante militare in guerra o durante uno stato di assedio; altre volte opera senza una copertura istituzionale o in aperto conflitto con l`autorita` costituita, come lo squadrista, il mafioso o il terrorista. in alcuni casi la violenza e` entrata nella coscienza pubblica e si e` radicata nella memoria collettiva attraverso le notizie sui media, le fotografie e i filmati o la raccolta di informazioni per le indagini e per i processi giudiziari. in altri casi, invece - come nelle fucilazioni `disciplinari`, nei massacri di civili ma anche negli stupri di guerra - la violenza e` stata in gran parte nascosta finche` un lavoro di ricostruzione storica e documentaria non l`ha riportata alla luce. david forgacs, uno dei piu` originali e innovativi studiosi dell`italia contemporanea, esamina dodici casi di violenza che si sono consumati nel nostro paese e nelle sue colonie tra il 1859 e il 2018. il risultato e` un libro che cambiera` il modo di pensare non solo alla violenza ma anche alla storia italiana dell`ultimo secolo e mezzo.

tramite le parole dei poeti, dai lirici greci alle elegie di ovidio, l`immagine del mare d`amore ha attraversato i secoli. nelle saghe mitologiche gli amanti eroici, teseo e arianna, giasone e medea, paride ed elena, solcano le onde sospinti dal vento del desiderio. isole e scogli sono spesso scenari dei drammi amorosi e un tuffo tra le acque, come quello di saffo dalla favolosa rupe di leucade, sigilla talvolta una storia infelice. sullo sfondo c`e` il culto della dea afrodite che per i greci non era solo la divinita` dell`amore ma anche la signora dei mari e della navigazione.

sono raccolti i testi integrali delle quattordici relazioni pronunciate da stefano siglienti alle assemblee dell`associazione bancaria italiana da lui presiedute negli anni del suo mandato (1945-1971). si tratta di un`occasione importante per conoscerne il pensiero, dal momento che, come e` stato autorevolmente rilevato, siglienti era incline a privilegiare l`approccio pragmatico ai problemi, evidenziando nelle scelte operative quotidiane, anziche` nelle esternazioni pubbliche, il disegno strategico alla base del suo operare. le relazioni abbracciano un venticinquennio cruciale che va dalla fase dura ed esaltante della ricostruzione agli anni `50, che consegnano al paese un`economia forte e in via di ulteriore sviluppo, per proseguire poi con il rallentamento della prima meta` del decennio successivo e con i prodromi della crisi provocata dagli accadimenti del sessantotto. siglienti attraversa questi anni da banchiere protagonista, sempre coerente con i suoi convincimenti di fondo relativi alla necessita` di una pratica programmatoria incentrata sulla stabilita` monetaria e sulla formazione del risparmio inteso come fondamentale atto di socialita`, nonche` sulla conseguente centralita` del ruolo assegnato al settore bancario.

oggi siamo di fronte a una grande frattura, a uno dei momenti storici che segnano una cesura del tempo e che in futuro continueremo a ricordare come una data fondante. e questo non soltanto per la dimensione epocale di quanto ci siamo trovati a vivere, ma anche perche` la pandemia ha marchiato la fine di un tempo, i 75 anni che vanno dalla fine della seconda guerra mondiale al 2020, che ha spostato definitivamente l`asse del mondo. un tempo storico di un`intensita` eccezionale, che ha conosciuto almeno quattro fasi di profonda trasformazione. la prima, dal 1945 ai primi anni `70, e` la piu` nota e puo` definirsi `l`eta` dell`oro`. la seconda fase, da meta` anni `70 al 1991, si caratterizza per il dominio della finanza e la rivoluzione informatica. la terza, dal 1992 al 2010, e` all`insegna dell`unificazione del mercato mondiale, la `globalizzazione`, con il grande sviluppo della cina e dei paesi asiatici. la quarta fase, il secondo decennio del xxi secolo, inizia con la crisi profonda delle politiche neo-liberistiche che avevano dominato per un trentennio: e` il tempo della seconda rivoluzione digitale. il `capitalismo dell`informazione` cede il campo al `capitalismo della sorveglianza`. a occidente si riducono e degradano il lavoro umano e la democrazia, crescono la disuguaglianza e il malessere diffuso. con il bipolarismo usa/cina, le grandi entita` statali riprendono potere a scapito del mercato. al principio del 2020 esplode la pandemia da coronavirus: e` il cambiamento piu` grande dalla seconda guerra mondiale.

i misteri delle origini di roma si annidano nei 31 ettari del palatino che si affacciano sul tevere, li` dove un tempo si ergeva il monte germalus: prima villaggio dei velienses, poi centro `proto-urbano` del septimontium e infine urbs roma. tre abitati forse tutti fondati tra il 1050 e il 750 a.c., nel giorno di un capodanno pastorale anteriore alla citta` fissato al 21 aprile. meta` di questo monte e` rimasta un luogo di culti e di memorie, l`unico risparmiato dai palazzi dei principi; l`altra meta` e` stata occupata dal primo palazzo di augusto, che ha rifondato la citta` nella casa-santuario da cui governava l`impero come principe e pontefice massimo. "dal mostro al principe. alle origini di roma" indaga l`essenza mitica e storico-archeologica del monte germalus, con una ricerca nuova e sistematica: dal ritrovamento dell`altare e del penetrale di pales ai nuovi studi sui templi di altri culti femminili e sulle capanne prima dei capi locali, poi del primo re; dal riesame del palazzo di augusto, che ne propone una ricostruzione nuova sotto numerosi aspetti, alla riconsiderazione delle diverse fondazioni dell`abitato sul tevere. un racconto mitico, sacrale, rituale e storico che svela il significato piu` profondo del luogo dove roma e` stata fondata.

giuseppe pignatone e michele prestipino ci svelano le caratteristiche e le trasformazioni delle organizzazioni mafiose di cui si sono occupati nella loro lunghissima esperienza da palermo a reggio calabria, fino alle piu` recenti inchieste che hanno coinvolto la capitale. il libro analizza il dna della mafia siciliana e di quella calabrese: la struttura organizzativa su cui entrambe si fondano, la `famiglia` in cui si entra mediante cerimonie solenni e, infine, il sistema di relazioni che le collegano a soggetti esterni. un`ampia parte - aggiornatissima alle ultime decisioni dei giudici romani - e` dedicata alla presenza della mafia nel lazio e nella capitale. dalle vicende romane si prende spunto per affrontare un aspetto oggi centrale nelle pratiche mafiose: l`utilizzo sistematico dei metodi corruttivi e collusivi, senza mai dimenticare che mafia e corruzione sono due cose diverse. infine gli autori prendono in esame gli scenari piu` recenti e di frontiera della criminalita` economica, particolarmente preoccupanti perche` l`espansione delle mafie e la penetrazione dei capitali illeciti nell`economia legale mettono in pericolo le basi stesse della vita democratica.

"le antenne di sky puntano a un satellite a 35.800 km di distanza" oppure "c`e` stato un terremoto dell`ottavo grado sulla scala richter". che cosa significano davvero questi numeri? dobbiamo entusiasmarci o forse preoccuparci? e grande questo numero? e` la celebrazione di un approccio numerico alla comprensione del mondo. ci mostra come l`alfabetismo numerico permetta di capire i fenomeni a portata di mano, ma anche come le stesse competenze si estendano fino a demistificare e includere i numeri ancora piu` grandi che incontriamo in contesti come la scienza, la politica, lo stesso universo. con molti esempi curiosi sui numeri e il loro utilizzo, elliott si pone un obiettivo serio. un cittadino responsabile dovrebbe avere una dimestichezza con i numeri che la maggior parte di noi fatica a raggiungere. tale situazione crea una frattura tra cittadini ed "esperti" che va a svantaggio di tutti. elliott affronta il problema guidando il lettore verso una comprensione intuitiva dei numeri.

il mondo sta per cambiare, di nuovo. al termine di un anno sconvolto da avvenimenti inimmaginabili, gli americani hanno scelto il 46? presidente degli stati uniti in una delle elezioni piu` contese della storia. joe biden e kamala harris sono il nuovo volto della casa bianca. la loro vittoria ha catalizzato le speranze di decine di milioni di persone, ma la sfida che hanno davanti non e` semplice: sara` interessante osservare come proveranno a traghettare gli stati uniti fuori dal momento piu` delicato della storia recente. il modo migliore per conoscere come sara` la casa bianca di joe biden e kamala harris e` conoscere chi sono e cosa hanno fatto fin qui. perche` la politica e il potere non cambiano le persone: le rivelano per quello che sono. francesco costa traccia quindi un ritratto della nuova presidenza percorrendo le straordinarie biografie dei due protagonisti, e i momenti che hanno segnato le loro vite. dalla campagna elettorale del 1972, con cui joe biden divento` il piu` giovane senatore degli stati uniti, alla vicepresidenza al fianco di barack obama, dall`infanzia di kamala harris nei quartieri-ghetto per afroamericani della west coast alla carriera da avvocata e procuratrice che l`ha portata a scrivere il suo nome nella storia americana ancora prima di diventare la prima donna, la prima persona di colore e la prima indiana-americana vicepresidente degli stati uniti d`america. le vittorie, le sconfitte, gli errori ci raccontano qualcosa non solo del tipo di presidente e vicepresidente che governeranno la piu` grande potenza mondiale, ma anche delle lezioni che hanno imparato nel corso delle loro vite, di come hanno affrontato avversari e ostacoli. soprattutto, quelle vittorie, sconfitte ed errori sono rappresentativi . perche` .

in questo libro ernesto de martino risale alle radici dell`esigenza umana di rifiutare la morte nella sua scandalosa gratuita` e, di riflesso, procurare al defunto una culturalmente definita, mediante il ricorso a determinate pratiche rituali. tra queste, l`istituto del lamento funebre, rivolto ai vivi non meno che ai defunti, poiche` la piena del dolore rischia di compromettere l`integrita` della presenza dei sopravvissuti. qui sta la funzione piu` profonda del pianto rituale, che non cancella la crisi del cordoglio ma l`accoglie in se`, trasformandola in disciplina culturale capace di mantenere il pathos al riparo dall`irruzione della follia. in cio` risiede la sua umanissima sapienza, il cui valore trascende i limiti storici di diffusione del fenomeno, e al quale s`abbandona persino la madonna al cospetto della morte del figlio, nonostante l`accesa polemica cristiana contro il costume pagano. dall`analisi del fenomeno, ridotto allo stadio di , scaturisce il bisogno di estendere l`analisi alle antiche civilta` agrarie del mediterraneo, al cui interno l`istituto del lamento funebre visse la stagione del suo massimo splendore, fino al progressivo declino, causato dallo scontro con il cristianesimo trionfante. de martino si interroga infine sul problema della risoluzione laica della crisi del cordoglio, e l`"atlante figurato del pianto" riflette mediante un sapiente uso delle immagini l`affascinante itinerario dell`autore, che sollecita un confronto con l`atlante "mnemosyne" di aby warburg.

il filo rosso della rivoluzione sociale tenne uniti nel decennio ottanta del xix secolo operai e contadini dell`alto milanese e del varesotto. la lotta unitaria di operai e contadini, con molte venature evangeliche, era sin dalla costituzione del partito operaio italiano (p.o.i.) e dei figli del lavoro, la condizione "rivoluzionaria" per realizzare il sogno/obbiettivo della liberazione del popolo da ogni forma di oppressione. il profeta di questo importante passaggio storico-politico in terra varesina, ma non solo, fu il giovane falegname luigi alesini. fu lui che, nel tempo medesimo in cui portava avanti la piu` famosa delle sue battaglie, quella del riscatto, sociale e piu` ancora umano, delle bambine e delle ragazze che lavoravano nelle filande, coagulo` nella propria iniziativa tutti gli altri fermenti politici e sindacali che sorgevano sul territorio. tra i piu` importanti vi fu infatti quello della ribellione nelle campagne che egli mantenne sullo stesso piano delle lotte di fabbrica ed a cui dedico` numerose "passeggiate", riunioni, comizi e articoli sul "fascio operaio".

dopo "varese al tempo del liberty" proseguiamo con l`edizione anastatica, arricchita da immagini d`epoca, delle guide piu` rappresentative di alcuni periodi storici di varese che hanno lasciato un`impronta urbanistica alla citta`. chi piu` di giovanni bagaini, che di quegli avvenimenti e` stato protagonista e testimone, e della sua guida del 1935, puo` assolvere a questo compito per il ventennio in cui il fascismo ha operato uno dei piu` massicci mutamenti del volto della citta`? a scanso di equivoci e di strumentali polemiche, si precisa che oggetto della guida di bagaini voleva essere, e tale rimane, la descrizione narrata e fotografica del volto urbanistico della citta`, ossia un pratico strumento di consultazione per i turisti ai quali era in particolar modo diretta. nel contempo questa guida assume un rilievo storico poiche` il 1935 fu l`anno in cui comincio` a cadere la grande illusione di un crescente benessere economico per la popolazione, dando contestualmente il via sul piano internazionale a iniziative e alleanze che avrebbero provocato, in un decennio ininterrotto di guerre, lutti e distruzioni immani.

il libro e` la ricostruzione sincera ed appassionata del percorso umano e professionale del maestro francesco paolo neglia (1874-1932) e, in particolare, del suo autoesilio legnanese. direttore d`orchestra di riconosciuto talento nella germania nel primo novecento, rientrato in patria alla vigilia della grande guerra, neglia fu vittima dell`indifferenza e della diffidenza dei connazionali, condannato dagli ambienti musicali dell`epoca ad un`autentica "morte bianca" della quale non seppe capacitarsi e che non pote` accettare. nel ripercorrere l`ultima fase dell`esistenza di questo sfortunato musicista, l`autrice rievoca e documenta la ricca e multiforme attivita` da lui svolta in numerosi comuni dell`alto milanese, come direttore, compositore, didatta ed imprenditore musicale, nonche` la rete di relazioni significative da lui intessuta in un`area della lombardia allora in pieno decollo industriale.


nel senso comune la storia e la storiografia hanno ben poco a che vedere con la teoria. quello storico e` un sapere ritenuto empirico e artigianale, basato sulla ricerca documentaria e su una ricomposizione il piu` possibile accurata delle tracce del passato. ma e` davvero cosi`? chi si occupa di indagine storica lavora in questo modo? non proprio. la ricerca storica dialoga con un quadro teorico di riferimento che sorregge l`analisi e l`interpretazione delle fonti e contribuisce a dare senso alle esperienze degli uomini e delle donne del passato. la svolta culturale che ha attraversato le scienze umane e sociali a partire dagli anni settanta del novecento ha accentuato gli scambi tra storia e teoria culturale. e nel contempo ha prodotto nel lavoro storico delle trasformazioni importanti in termini di metodo, di temi, di fonti. quali relazioni allora possono intercorrere tra riflessioni teoriche e pratica storiografica, quali opportunita` e occasioni esse aprono a una conoscenza piu` profonda del passato, e in ultima istanza quali lasciti la svolta culturale ha consegnato al fare storia oggi? questo libro offre ai lettori non soltanto una sintesi dei dibattiti e delle tendenze piu` interessanti ma anche un bilancio attento dei vantaggi e delle ambiguita` della svolta culturale.

tra oriente e occidente sembra che sia sempre esistito un vero e proprio scontro di civilta`. nel nostro immaginario, le guerre persiane per secoli hanno simboleggiato proprio questo: la lotta perenne tra il dispotismo orientale e la liberta` dell`occidente. basti pensare ai 300 delle termopili che resistono eroicamente all`invasione delle sterminate masse del gran re. al contrario, per lunghi millenni a partire dalle antichissime civilta` mesopotamiche, il nostro occidente (europeo) e` stato una sorta di appendice al grande complesso orientale (asiatico). ancora al tempo delle guerre persiane il grande impero vedeva la grecia come un problema marginale. furono proprio quei conflitti a trasformare i pesi sulla bilancia: il loro esito diede alla grecia la forza non solo di resistere, ma anzi di reagire e infine prevalere. viste le enormi differenze di potenza militare, di bacino demografico, di tradizione dominatrice, tra il grande impero e la piccola grecia, e` stato ovvio per il mondo occidentale costruire la propria immagine come qualitativamente superiore, facendo emergere i valori della democrazia contro il dispotismo orientale, delle liberta` contro l`asservimento generalizzato, delle individualita` contro la sottomissione etnica.

il lettore desideroso di interrogarsi sui segni di interpunzione oggi in vigore si chiedera` a quando risale la loro adozione nelle lingue europee, se ci sono state differenze significative nei valori assegnati a uno stesso segno in lingue diverse, quali sono stati i principali momenti dell`evoluzione dei singoli sistemi. a tali curiosita` risponde questa vasta e rigorosa panoramica storica che indaga il percorso della punteggiatura dall`antichita` classica, in cui affondano le radici della civilta` letteraria europea, fino a oggi e comprende, oltre all`italiano, le lingue di altri paesi a noi piu` o meno vicini per la posizione geografica o per le origini; in ogni caso accomunati dall`appartenenza all`europa. una vasta panoramica storica, a firma di prestigiosi specialisti, disegna la storia della punteggiatura in europa, dall`antichita` greca e latina ai primi libri a stampa del quattrocento, fino a oggi.

nello scenario del sublime himalaya, scintillante di nevi e al tempo stesso antropomorfo sovrano dei monti, si svolge la vicenda di sua figlia, la stupenda parvati, e dell`inquietante dio siva. vuole un decreto del creatore brahma che solo un figlio nato da questi sposi divini possa sconfiggere il demone taraka che si e` impadronito dell`universo e ne fa scempio. ma siva, affranto per la tragica morte della prima moglie, siede in meditazione profonda su un picco inaccessibile e non si accorge nemmeno della meravigliosa fanciulla gia` innamorata di lui. non lo vincera` la freccia del dio dell`amore ma l`intelligente parvati, che lo attrae dimostrando di essere capace anche di un`ascesi implacabile. lo sposalizio trionfale nella capitale festante del regno e una notte d`amore senza fine coronano la storia di una delle coppie piu` amate della fede hindu e dell`immaginario mondiale, capace di incantare i lettori di ogni epoca. composta secondo i principi raffinati della letteratura indiana classica, costruita in maniera magistrale nella scansione degli episodi e dei sentimenti, l`opera si puo` leggere anche come un`introduzione poetica ai grandi temi della relazione fra ascesi ed erotismo e della visione tantrica della sessualita`.

a nessuno piace essere definito vigliacco, vile o codardo, parole cariche di disprezzo e di condanna, che stigmatizzano, con un marchio difficile da sopportare, il soldato che fugge in guerra come chi in un rapporto affettivo si sottrae alle proprie responsabilita`, o coloro che colpiscono persone piu` fragili, non in condizione di difendersi. eppure, ha scritto kierkegaard, . la vilta`, male comune che tutti possiamo riconoscere dentro di noi e che incontriamo in ogni ambito del vivere, e` uno dei piu` subdoli veleni della vita collettiva: inquina le relazioni, compromette irreparabilmente la fiducia reciproca. in questo libro, la riflessione etica e la ricerca storica e sociale si integrano in modo originale e spesso sorprendente, per raccontare, attingendo a esempi e figure chiave tratti dalla storia come dalle pagine di poeti e romanzieri, la vilta` e il coraggio nelle loro diverse manifestazioni e nelle esperienze, anche emotive, che li muovono e accompagnano. per mostrare che l`essere vili o non esserlo, alla fine, e` sempre frutto di una scelta. e per scoprire che questo male che attraversa l`umanita`, presente in tutte le epoche e in culture diversissime, ha conosciuto una trasformazione nel tempo: se la toccava diversamente i nobili e i plebei, le donne e gli uomini, quella si e` spalmata sull`intera societa`, dando vita a inedite dinamiche di potere.

l`unione europea sta raggiungendo i 25 stati membri e per questo deve adeguare il suo stesso ruolo. spetta oggi alla convenzione europea il compito di proporre un adeguamento del contesto istituzionale e politico, di fornire risposte chiare e consensuali ad alcune questioni fondamentali, tra le quali, come ripartire le competenze tra l`unione e gli stati membri, come definire meglio i compiti tra le istituzioni europee, come assicurare efficacia all`azione esterna dell`unione, come rafforzarne la legittimita`; in sostanza scrivere una costituzione.

irresponsabili che con le loro azioni scatenano le rappresaglie naziste e fasciste che si abbattono sulla popolazione inerme. esaltati che combattono per imporre una dittatura comunista in italia. assassini che infieriscono sui vinti. e ancora, autori di un racconto falsificato della storia, imposto a tutti. questi giudizi sui partigiani oggi sono parte integrante di un senso comune diffuso, popolato di frasi fatte. con un meccanismo connaturato ai media in generale ma amplificato dalla rete, prende forma un racconto che azzera i contesti, semplifica brutalmente, trasporta gli avvenimenti del passato nel presente per giudicarli con il metro dell`oggi. come possiamo rispondere a questa offensiva pluridecennale? chiara colombini restituisce concretezza alla distanza che ci separa da quegli anni, calandosi nella realta` dura e drammatica, ma anche piena di speranza, di quei venti mesi che tanto hanno significato per la storia del nostro paese. un libro per conoscere cio` che e` stato. senza retorica, tornando alla storia.

il re norvegese sigurd magnusson e` stato il primo sovrano cristiano a visitare la terrasanta dopo la conquista crociata di gerusalemme. e la sua storia e` unica nel panorama delle crociate medievali proprio per la sua provenienza: uno scandinavo, signore di un regno lontano in cui il cristianesimo si era affermato da appena un secolo. un viaggio straordinario: dall`inghilterra alla spagna musulmana, dalla sicilia a gerusalemme e oltre, fino a costantinopoli, in un susseguirsi di battaglie navali e assedi, prestigiosi incontri con re e imperatori e violenti scontri con nemici musulmani ma anche, all`occorrenza, cristiani. un periplo del mondo allora conosciuto che, in cinque anni (1107-1111), condusse sessanta navi dagli estremi confini della terra fino al cuore della cristianita` e da qui nuovamente in patria. uno degli episodi meno conosciuti e piu` affascinanti della grande storia delle crociate che unisce ai tratti tipici delle scorrerie vichinghe (desiderio di avventura, di fama e di ricchezze) quella tensione spirituale di cui e` permeata tutta l`epoca, e che fara` guadagnare al suo giovane protagonista fama imperitura.

questo libro e` il racconto di ventiquattro ore che hanno cambiato l`italia. poche volte nella storia capita che un intero paese si accorga immediatamente di essere di fronte a uno spartiacque, a un momento da cui si uscira` profondamente diversi. e quello che accade il 16 marzo del 1978, il giorno del rapimento di aldo moro ma anche il giorno della fiducia al primo governo che vede il voto favorevole del partito comunista. il 16 marzo 1978 e` un giorno sbagliato. un giorno che, destinato a entrare nella storia italiana come inizio di una nuova fase democratica, diventa improvvisamente tutt`altro: il giorno della violenza e della `geometrica potenza` di fuoco delle armi. il giorno del sequestro di aldo moro a via fani.

di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare e` ancora considerata la piu` sovversiva. se si e` donna, in italia si muore anche di linguaggio. e una morte civile, ma non per questo fa meno male. e con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilita` di essere pienamente noi stesse. per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. accade ogni volta che rifiutano di chiamarvi avvocata, sindaca o architetta perche` altrimenti . succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete gia` perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta. questo libro e` uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. ha un`ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice piu` nessuno.

questo libro intende descrivere e interpretare il funzionamento dei lager anche attraverso le testimonianze dei sopravvissuti e analizzare le forme di potere che governavano la vita quotidiana nei campi, attraverso l`esercizio del terrore organizzato. tesi portante del saggio e` il dimostrare come la logica del terrore nei lager non sia una temporanea caduta nella barbarie, ma un esito possibile della societa` moderna.

la caduta di costantinopoli nel 1453 apparve ai contemporanei come un evento epocale. mentre gli eserciti turchi sembravano ormai destinati a conquistare roma e a instaurare un nuovo impero islamico, in tutta l`europa dilago` un clima di terrore in cui presero a diffondersi profezie che annunciavano conseguenze terribili e perfino la fine del mondo. la caduta di costantinopoli del 1453 nelle mani dei turchi segna la fine di un impero bimillenario e di un potere che si riteneva universale. e un evento epocale ma anche la fonte di sogni, di aspirazioni, di leggende e di profezie.

"non importa quanto la vita vi sia rimossa, imitata, distorta, presa in giro, esagerata. se l`opera letteraria non dice qualcosa ai viventi e` muta". piero boitani introduce il lettore alla grande letteratura in un viaggio di conoscenza ricco di suggestioni, come un cammino attraverso il vivere.

tra ottocento e novecento molti paesi europei si lanciarono in grandi campagne archeologiche nei paesi del mediterraneo, alimentando le collezioni di prestigiosissimi musei a londra, parigi e berlino. tali operazioni politiche e culturali servivano a giustificare il proprio espansionismo coloniale attraverso l`appropriazione e l`uso simbolico dei materiali della storia. anche in italia l`archeologia ha svolto un ruolo di primo piano, e mai prima esplorato, nella costruzione di un`alterita` barbara, inferiore e subalterna, incapace di aver cura del passato. un ruolo tanto piu` rilevante in quanto, nello stato liberale prima che nella propaganda fascista, l`archeologia proietto` l`immagine dell`impero moderno sulle fondamenta di quello romano. partendo dall`istituzione della missione archeologica italiana a creta (1899), passando per il `discorso dell`antico` nella guerra italo-turca (1911-1912) e la nascita degli organismi di tutela nelle colonie di libia e del dodecaneso, il libro ricostruisce questa stagione attraverso il vissuto dei suoi protagonisti (degli archeologi come degli `scavatori` reclutati localmente) e, al tempo stesso, getta luce sulle reazioni locali all`?espropriazione`. ampio spazio viene poi dedicato al fascismo, mostrando la centralita` dei nuovi siti libici (cirene, sabratha e leptis magna) nelle politiche del consenso del regime.

questo libro ricostruisce gli ultimi cinquecento anni di storia del medio oriente a partire dall`ipotesi generale secondo cui i problemi drammatici che caratterizzano la situazione attuale dipendono in buona parte almeno da cause storiche che affondano le loro radici nel passato di quella regione. in particolare, gelvin si concentra sul processo di definitivo sfaldamento dell`impero ottomano e sulle sue conseguenze, soprattutto la costruzione della dominazione coloniale. la parte preponderante del libro e` quindi e` dedicata al xix e al xx secolo, di cui l`autore interroga sia le dimensioni politiche, economiche e sociali, sia la storia culturale, intellettuale e spirituale, nella convinzione che solo il complesso integrato di tutti questi fattori possa dare conto, ad esempio, dell`emergere e dell`egemonia dell`islam politico e dell`antioccidentalismo dei giorni nostri. tutto cio` senza trascurare di delineare le peripezie, le venture e sventure di altre precedenti vicende, come le particolari declinazioni che il nazionalismo o il socialismo hanno conosciuto nella regione, o la specificita` dell`esperienza religiosa e la sua capacita` di produrre soluzioni di ricambio di fronte alle trasformazioni radicali apportate alle societa` tradizionali dall`avvento della modernita`, garantendo speranze e identita` culturale rispetto a una realta` che ha nel corso degli ultimi secoli inflitto ferite e fallimenti.

questa e` la storia di tre vite che si intrecciano indissolubilmente. una storia di clandestinita`, di estenuanti bracci di ferro e di colpi di mano. di tre uomini che, combattendo contro i nazifascisti, il 25 aprile 1945 provano a rifare un paese da capo. raffaele cadorna, ferruccio parri e luigi longo sono nati a pochi chilometri e a pochi anni l`uno dall`altro, con retroterra differenti, biografi`e politiche e culturali diversissime, eppure con un destino comune. pochi ricordano i loro nomi di battaglia: il generale valenti, comandante del corpo volontari della liberta`, e i suoi due vice, maurizio e italo, alias comandante gallo. un militare, un azionista e un comunista che il 26 agosto del 1944 si incontrano per la prima volta, in clandestinita`, e si stringono la mano. senza sapere cosa succedera` nei mesi successivi, senza sapere dove saranno e se ci saranno, alla fine di tutto, otto mesi dopo. e chiedendosi chi di loro sara` ai posti di comando, al momento dell`insurrezione. sono ore che segnano una delle rotture piu` profonde della storia italiana, quelle in cui i vertici della lotta di liberazione si incontrano con i gerarchi di salo` in arcivescovado, a milano. tutto intorno alla trattativa divampa l`insurrezione, mentre alla radio si sente una voce calma e determinata che intima ai fascisti: .

nel "flauto magico", nella "creazione", nel "fidelio", nella "quinta" e nella "nona sinfonia" si esprimono i valori illuministi per eccellenza: la liberta`, la fratellanza, l`uguaglianza. valori che vanno conquistati passo dopo passo, che devono essere raggiunti attraverso un percorso graduale; e il processo musicale rispecchia questo percorso di conoscenza e di consapevolezza. molte composizioni dei tre musicisti, e in particolare le cinque prese in esame in questo libro, sono articolate come una grande realizzazione musicale della metafora illuminista piu` nota, quella che ha dato il nome all`intera corrente di pensiero settecentesca: il passaggio dal buio alla luce, dall`oscurita` dell`ignoranza e dell`oppressione alla luce del sapere e della liberta`. giovanni bietti, stimato divulgatore musicale italiano, e` convinto che oggi sia particolarmente importante ascoltare, eseguire, spiegare una musica che ci invita a usare la nostra intelligenza. tanto piu` importante in quanto viviamo in un`epoca in cui molto spesso si cerca di addormentare il nostro intelletto.

quando diciamo: cosa intendiamo? chi ha la cittadinanza italiana o chi in italia ci abita? chi parla italiano? chi ha genitori italiani o chi in italia ci e` nato? e non e` la prima volta che ci poniamo questa domanda: ha cominciato dante con la `serva italia` poi d`azeglio con gli `italiani da fare` e ancora, i `santi, poeti e navigatori` gli `italiani nuovi` fascisti o `gli italiani brava gente`. urliamo questo slogan in un paese dai confini incerti, diviso tra nord e sud, est e ovest, citta` e campagna. un paese che ha faticato a parlare la stessa lingua, che racconta a se` stesso una storia composta di micromemorie di parte. un paese in cui i momenti piu` divisivi della vita pubblica sono proprio le feste nazionali. ora questa identita` frammentata e` messa ulteriormente sotto stress dalle generazioni di ragazze e ragazzi nati in italia da genitori `forestieri`. e negli stadi, con la realta` attorno a smentire l`ennesimo precario schema identitario, si grida: .

e nel mediterraneo che va diluita la modernita` inconsapevole, troppo presa dalla corsa allo sviluppo. e qui che possono stemperarsi i dilemmi della globalizzazione. occorre restituire al sud l`antica dignita` di soggetto del pensiero, interrompere una lunga sequenza in cui esso e` stato pensato da altri. d`altra parte il pensiero meridiano .

il libro e` stato paragonato da umberto eco a un cucchiaio: un oggetto perfetto e non ulteriormente migliorabile. ma come si e` arrivati a questo risultato? federica formiga spiega quali siano gli elementi che identificano il prodotto librario e propone, in un percorso sistematico attraverso i secoli, le tappe del suo sviluppo e i suoi maggiori protagonisti. e tra quattrocento e cinquecento che si stabilizza un`accezione di libro come oggetto in grado di contenere testo in quantita` considerevoli, prodotto a costi relativamente bassi e capace di resistere nel tempo. il settecento e l`ottocento sono invece i secoli di svolta per gli autori, che iniziano a vivere del lavoro della propria penna, mentre gli editori si aprono alle nuove tecniche di stampa, che hanno lanciato il libro verso la modernita`, passando dalla censura e dai diritti editoriali. infine, agli e-book e` riservata l`ultima parte, in cui si cerca di capire quali, forse, nuovi scenari aspettano il libro.

l`11 giugno 1289, a campaldino, nella angusta valle del casentino, si scontrano due grandi eserciti capeggiati da firenze e da arezzo. 20.000 fanti e oltre 2.000 cavalieri divisi da rivalita` ideologiche, volonta` egemoniche e interessi economici. infatti le citta` toscane sono tutte guelfe e firenze e` ormai assurta al rango di vera e propria potenza regionale, i ghibellini sono ridotti all`esilio e trovano rifugio in sparuti capisaldi come pisa e arezzo. la guerra che si apre allora e` per una parte una guerra di sopravvivenza, a fronte di un contesto internazionale che vedeva il campo imperiale in gravissima difficolta`, per l`altra e` di affermazione di un dominio e di una centralita` che non accettano rivali o resistenze. dopo due anni dall`andamento incerto e dalle sorti altalenanti, il conflitto si decide in un unico scontro. una battaglia entrata nella storia perche` non si tratto` soltanto dell`ennesima guerra tra comuni, cosi` frequenti nel medioevo italiano, ma anche tra fazioni e persino di guerra civile, militando fuorusciti nell`uno e nell`altro schieramento. a campaldino, tra i cavalieri della prima schiera, quelli che avrebbero dovuto eseguire le azioni piu` temerarie, vi e` un giovane dante alighieri che non dimentichera` facilmente le scene agghiaccianti di quel giorno di sangue, lasciandone traccia nella sua commedia.

rielaborato e meditato per quasi vent`anni nella quiete della campagna inglese, alla sua pubblicazione, nel 1859, questo capolavoro della letteratura moderna ha cambiato per sempre il nostro modo di vedere il mondo, segnando da allora un "prima" e un "dopo". la teoria della selezione naturale, proposta in queste pagine, e` alla base della moderna biologia evoluzionistica, ma da molti decenni ormai e` entrata a far parte del nostro bagaglio culturale piu` ampio, ben al di la` del suo merito scientifico. e, come per tutti i classici, la sua attualita` non tramonta e continua a stupire. prefazione di luca e francesco cavalli sforza. introduzione di giuseppe montalenti.


pubblicato nel 1924, i re taumaturghi e` un`opera che per la vastita` della ricerca ha segnato una tappa importante nel cammino della storiografia francese ed europea, conservando intatta ancora oggi la sua carica di vivacita` e attualita`. tema del libro e` una "gigantesca notizia falsa": il rito della guarigione dalle scrofole mediante il tocco delle mani da parte dei re cristiani di francia e d`inghilterra durante il medioevo. una storia di miracolo e credulita` intrepidamente svelata da uno dei piu` grandi storici d`europa, che ha voluto dimostrare, come afferma jacques le goff nella prefazione, "che il miracolo esiste a partire dal momento in cui ci si puo` credere, e tramonta e poi sparisce quando non ci si puo` piu` credere".

la pandemia da covid-19 ha trasformato in modo profondo le nostre vite a livello individuale e collettivo. per sua natura, infatti, ogni pandemia colpisce sempre una comunita` nella sua interezza, o direttamente attraverso l`esperienza della malattia, o indirettamente attraverso la paura, le restrizioni alla liberta` personale, le misure sanitarie decise dalle istituzioni e le conseguenze economiche, politiche e sociali. in questo scenario, e` evidente che il significato della piu` grande campagna vaccinale nella storia contemporanea non puo` essere compreso in relazione alla sola dimensione medico-sanitaria. con l`arrivo dei vaccini, infatti, si apre una nuova e importante fase al centro della quale si trovano alcune domande fondamentali che interrogano in modo diretto la nostra forma di vita attuale e i rapporti che legano tra loro politica, scienza, comunicazione pubblica ed etica. quali valori, principi e procedure dovrebbero guidare lo sviluppo e la distribuzione di una risorsa scarsa e potenzialmente salvavita come un vaccino? quali responsabilita` e doveri abbiamo nei confronti di noi stessi, degli altri e della societa` in un momento di profonda crisi sanitaria ed economica? contributi di: evandro agazzi, marco annoni, enrico m. bucci, carlo casonato, lorenzo d`avack, alberto giubilini, manuela monti, telmo pievani, carlo alberto redi, angela santoni, marta tomasi.

le opere fondamentali del pensiero filosofico di tutti i tempi. in edizione economica, con testo a fronte e nuovi apparati didattici, le traduzioni che hanno definito il linguaggio filosofico italiano del novecento. testo originale nell`edizione di john burnet. traduzione e note di manara valgimigli. introduzione e note aggiornate di anna maria ioppolo.