
tredici racconti. tredici frammenti di vite. storie d`amore. gli incontri veri o immaginati dell`autrice con alcuni grandi scrittori del ventesimo secolo. la storia che da` il titolo alla raccolta, vede un professore di biologia di johannesburg ripercorrere la propria storia familiare. al centro un tema paradossale e significativo: se un tempo tutti desideravano avere almeno una goccia di sangue bianco nelle vene, oggi vale l`esatto contrario, e avere almeno un sedicesimo di sangue di colore e` raccomandato quasi si trattasse di un indizio di "nobilta` sociale". con mano sicura gordimer indaga fra le pieghe dei sentimenti e del rapporto di coppia: attraverso i sensi (udito, olfatto) i diversi protagonisti prendono coscienza di dolorose verita`.

una sontuosa festa da ballo, il lusso della villa di una famiglia parigina, un uomo in compagnia di una giovane dama, e poi un bizzarro centenario che compare d`improvviso come presenza inquietante in tanto splendore, eppure circondata di premure e rispetto. non puo` che suscitare la perplessita` degli ospiti, che si interrogano sulla sua vera identita`. inizia cosi`, come un racconto del mistero, questo breve romanzo di scene della vita parigina di balzac. protagonista ne e` un giovane scultore francese di belle speranze, ernest jean sarrasine, il quale a meta` del settecento si reca a roma e qui fa la conoscenza della celebre cantante zambinella. sara` un incontro folgorante e dagli esiti drammatici, in un mondo dove la realta` non e` quella che appare, i diritti dell`arte prevalgono su quelli dell`individuo e, per chi e` ignaro delle regole del gioco e della societa`, il sesso e la passione possono condurre in terreni liminari tra i generi, e schiudere le porte del ridicolo o del terrore. la novella, che e` un piccolo gioiello per eleganza di scrittura e per la ricchezza di spunti che offre, che se ne dia una lettura in chiave psicoanalitica o come discorso sull`arte, da alcuni e` considerata uno dei capolavori della come`die humaine; ha comunque suscitato l`interesse critico di autori come georges bataille e michel serres, e ha indotto roland barthes a dedicarle un intero saggio, "s/z".

pare che il celebre attore internazionale attilio vecchiatto in punto di morte abbia detto: "qui va a finire che ci obbligheranno a bere l`olio di ricino per fare penitenza delle nostre idee, come e` gia` successo nel passato". dopo anni di successi nel sud america, a new york, in francia, sbarcato in italia nel 1993 con la moglie carlotta, si e` trovato in balia degli imbrogli d`un produttore italiano (che sperava di lucrare sulla sua fama). per sua fortuna e` stato generosamente accolto da enrico de vivo (angri, provincia di salerno), poi ospitato per mesi a capua dai fratelli scannapieco. l`unica sua recita in italia e` quella svoltasi nel teatro di rio saliceto (reggio emilia), assieme alla moglie carlotta. questa rimane l`unica traccia italiana d`un nostro glorioso attore. e una recita dove i due attori interpretano il dramma della vecchiaia, in un`epoca che crede soltanto alla pubblicita` per giovani e alle macchinette elettroniche per instupidirsi. un giorno carlotta ha detto che attilio era spesso iroso, ma incapace di falsita` e incapace di non "defurbizzare" un pensiero che faccia comodo ai padroni del vapore.

"neppure un rigo in cronaca" e` una storia abbastanza autobiografica, un po` nostalgica, un po` gialla, decisamente divertente, ambientata nella milano di fine anni cinquanta, prima del boom economico. quando, nei quartieri di periferia, che avevano ancora l`aspetto di paesoni, la vita si svolge in piazza, i bambini giocano a tollini in strada, compaiono le prime fiat 500, arriva la 7up, i gelati si fanno con le polverine e tutti cercano invano di azzeccare una risposta a "lascia o raddoppia?" mentre in centro sorge la torre velasca, il nuovo simbolo della citta` borghese e moderna. e proprio qui si svolge la piccola grande avventura di cui sono testimoni i narratori del romanzo, due bambini, assieme alla loro amica del cuore, maria detta madu`. al diciannovesimo piano della torre velasca una banda criminale improvvisata ha infatti deciso di compiere una rapina a scopo di denuncia politica. protagonisti del colpo sono il maestro di scuola elementare di origini napoletane silvio diotallevi, il gelataio comunista pugliese defendente lopane, il proprietario del bar tabacchi, dove ci si ritrova a giocare a biliardo e a guardare la tv, gilberto alberti e suo cognato, il giornalista frustrato claudio brusa. a loro si uniscono poi un piccolo malavitoso, antonio mitri, e un attore marxista noto per la sua noia, paolo ciampin. tutto e` stato pianificato nei dettagli perche` scoppi lo scandalo...

giappone, anni trenta: e` tempo di attentati e complotti da parte di gruppi estremisti. in questo contesto ritroviamo honda shigekuni, gia` protagonista di "neve di primavera", nel secondo episodio della tetralogia di mishima, "il mare della fertilita`". e ora giudice della corte di appello di osaka, ha compiuto trentotto anni, da dieci anni e` sposato con la mite rie, da cui non ha avuto figli, e conduce una vita tranquilla e abitudinaria. un giorno pero`, presenziando a un torneo di kendo, fa la conoscenza di isao iinuma, per honda la reincarnazione dell`aristocratico compagno di scuola kiyoaki matsugae, la cui morte aveva segnato per lui la fine della giovinezza. isao e` il figlio di shigeyuki iinuma, il vecchio precettore di kiyoaki e ora presidente di un`associazione patriottica della destra. isao, a soli diciannove anni, e` un campione di kendo, un atleta che sprigiona energia e coraggio virili ma anche un ragazzo ancora puro e ingenuo. nonostante il turbamento e la nostalgia, honda e` felice di aver ritrovato l`amico la cui vita e` avvinghiata alla sua come un rampicante all`albero e sente di doversi prendere cura del giovane. isao pero`, cresciuto nel rispetto del codice dei samurai, cova il mito dell`intransigenza verso il potere ingiusto e corrotto, che giustifica la rivolta, e insieme il culto della bella morte. sara` honda a cercare di salvarlo.

"ripercorrere la storia delle donne nell`antichita` greca e romana non e` semplice curiosita` erudita. i radicali mutamenti intervenuti nelle condizioni della vita femminile, il riconoscimento della piena capacita` delle donne di essere titolari di diritti soggettivi e di esercitarli, la conquista della parita` formale con gli uomini non hanno ancora interamente cancellato il retaggio di una plurimillenaria ideologia discriminatoria, di cui solo la storia puo` aiutare a comprendere le matrici e individuare le cause. osservare la vita e seguire le vicende di organizzazioni sociali come quella greca e quella romana aiuta a svelare, se non il momento nel quale nacque la divisione dei ruoli sociali, il momento nel quale questa divisione venne codificata e teorizzata: e comincio` quindi a essere vista, invece che come un fatto culturale, come la conseguenza di una differenza biologica, automaticamente tradotta in inferiorita` delle donne" (dall`introduzione).

e ormai noto che la notizia dello sterminio sistematico degli ebrei a opera dei nazisti circolava in europa e negli stati uniti fin dal 1942. eppure ci vollero tre lunghi anni prima che si ponesse fine alla barbarie del genocidio. nel frattempo, nessuna azione militare specificamente finalizzata a sabotare la macchina nazista dell`orrore. nessuna iniziativa diplomatica esplicitamente rivolta a fermare la mano degli aguzzini. anzi, l`accoglienza di rifugiati ebrei in fuga dalla germania fu resa ancor piu` difficile e le porte delle frontiere si chiusero per loro quasi ermeticamente. perche`? theodore hamerow fornisce a questo inquietante interrogativo storico una risposta sgradevole ma molto precisa: l`olocausto non fu fermato prima perche` anche le democrazie occidentali furono percorse al loro interno da una fortissima ondata di antisemitismo, che impedi` ai governi di prendere misure concrete in soccorso degli ebrei. perfino negli stati uniti, si tento` di far passare le notizie sullo sterminio per semplice propaganda e la questione ebraica come un problema locale. frutto di un vastissimo lavoro d`archivio, il libro di hamerow documenta in modo sistematico perche` l`occidente lascio` mano libera alla follia omicida nazista. con una conclusione amara: pur sconfitto, hitler in un certo senso ha vinto perche` e` riuscito a spazzare via gli ebrei dall`europa.

una coppia manda i figli in vacanza per ritrovare lo spirito da giovani innamorati anche se non sa piu` da che parte cominciare; un bambino non riesce a sentirsi accettato nemmeno da chi lo rapisce; una ragazzina grassa cerca di spogliarsi del suo corpo per non essere altro che puro sesso; un avvocato che ha scelto di vivere in una bella casetta fuori citta` scopre di ignorare totalmente la vita che vi conduce la moglie; un ragazzo corteggia una barbie... i protagonisti sono moderni disadattati, divenuti affettivamente analfabeti, che cercano tuttavia di aggrapparsi a quello che hanno per dare un senso alle proprie vite. sono persone perbene, della classe media, con belle case, tanti oggetti, eppure sentono la mancanza di qualcosa di fondamentale. manca per esempio la trasparenza dei sentimenti, che risultano opachi a se` e agli altri, come manca il possesso di affetti, anziche` di cose, mentre ci sarebbe, e invece si spreca, il tempo di condividere esperienze con gli altri. concentrandosi su alcuni episodi significativi delle loro esistenze, la homes ci restituisce cosi` brandelli di una vita alienata, descritta con uno stile minimalista, attento ai particolari minori, solo apparentemente insignificanti, e lo fa pero` con calore umano e autentica capacita` di empatia. perche` l`insensatezza e` di questo mondo, riguarda in fondo tutti noi.

non e` un saggio. non e` un libro di filosofia. non e` solo uno squassante romanzo comico. "storia della liberta` di pensiero" e` queste tre cose insieme, e` un excursus in due millenni di storia. paolo villaggio amalgama brillantemente verve comica, graffiante irriverenza e grottesca determinazione per dar vita a un match senza esclusione di colpi tra storia e ironia, filosofia e comicita`. nei capitoli di "storia della liberta` di pensiero" paolo villaggio si diverte a ricostruire biografie (anche molto immaginarie), fatti esemplari, frasi famose, e tutto cio` che i libri di scuola non ci hanno raccontato.

la guerra dei contadini del 1525 e il lavoro politico e teologico del suo massimo ispiratore, il mistico rivoluzionario thomas munzer, costituiscono il grande scenario in cui ernst bloch affronta un nodo centrale della sua filosofia: il rapporto religione-rivoluzione. il libro di bloch analizza i concetti di misticismo, di chiliasmo o millenarismo, la funzione delle sette ereticali nel corpo sociale, la forma teologica della predica di munzer nella sua "volonta` spirituale di rivoluzione" che congiunge il piano dell`azione politica al rovesciamento di quei valori terreni che puntavano al consolidamento della religione di lutero con il nuovo ordine dello stato dei principi. munzer diventa espressione di una figura simbolica essenziale della storia: la ribellione dell`uomo all`autorita`."il thomas munzer di bloch," si legge nell`introduzione, "eredita la giustizia apocalittica delle profezie e il cammino storico dell`uomo nel suo processo di emancipazione sociale; e` storia ed e` il sogno piu` antico, e` volonta` impaziente e ribelle di stabilire il paradiso: il comunismo diventa per il cristiano un dovere morale, e` diritto naturale assoluto, e` la giustizia sociale che il cristiano deve saper affermare sulla terra."

"grazie alla complessita` e flessibilita` della struttura, alla ricchezza dei toni, alla varieta` dei personaggi, la commedia pulsa di una incantevole vitalita`. nella velocita` straordinaria di una lingua spiritosa, ironica, frizzante, il mondo di messina brilla per sofisticazione e varieta`. articolato e ricco e` quel mondo, anche di ombre. c`e` il principe e c`e` il servo, il fool, il clown, il nobile, il cortigiano, il villain, il buono e il cattivo, il giusto e lo sciocco, tutti vicini, tutti insieme, nella stessa sarabanda. molteplici le voci e i toni. e perfetto l`incastro... tanto per fare un esempio, se e` vero che c`e` in commedia un carattere melanconico, come il saturnino don john, a equilibrare la bilancia zodiacale degli umori, ecco beatrice, nata, come lei stessa annuncia, sotto una stella ballerina. della danza delle stelle beatrice ripete il passo nell`allegria che sprizza da lei da tutti i pori, ma soprattutto trionfa nella lingua. i battibecchi tra lei e benedick sono la fonte principale della vitalita` comica della commedia. da` gusto assistere all`esuberanza inventiva, all`iperbole scherzosa dei due giocolieri. non a caso il re carlo assegno` un nuovo titolo alla commedia: beatrice e benedick. cosi` la chiamo`, assumendo a trama principale, quella che e` in verita` la trama secondaria." (dall`introduzione)

63 a.c., la repubblica di roma sta scricchiolando. aulo spurinna e` un ragazzo di famiglia ricca. ha tredici anni e vive con gli zii in etruria, perche` i suoi genitori sono morti entrambi. i possedimenti di famiglia sono in pericolo, minacciati da manlio, un prepotente e violento che ha deciso di impossessarsene. quando lo zio viene trovato morto, aulo decide di recarsi a roma per chiedere aiuto al protector della famiglia, il console cicerone. a roma, aulo viene a scoprire che manlio altri non e` che un tirapiedi al servizio di catilina, che sta ordendo una congiura ai danni della repubblica di roma. giunto a casa di cicerone, aulo conosce tullia, la giovane figlia del console. insieme a lei e al padre, riuscira` a sventare la congiura. eta` di lettura: da 10 anni.

l`harry`s bar e` molto piu` che un bar. l`harry`s bar e` un`istituzione. ai suoi tavoli si sono seduti re, principi, i protagonisti della storia e le stelle dello spettacolo - da woody allen a giorgio de chirico, da ernest hemingway a frank sinatra. arrigo cipriani racconta con schiettezza, umorismo e agilita` i cinquant`anni passati dietro il bancone dell`harry`s bar, che nella sua narrazione diventa il centro del mondo il punto d`incontro in cui storia personale e storia si confondono e si compenetrano. ecco allora un arrigo che si barcamena tra il lavoro nel bar e gli studi di giurisprudenza mentre infuria la seconda guerra mondiale; e ancora, gli insegnamenti ricevuti in collegio e le lezioni impartitegli da avventori abituali; le battaglie contro l`acqua alta e le visioni di donne bellissime che calcano il "palcoscenico" dell`harry`s bar.

learco ferrari e` un aspirante scrittore, esperto di russo, magazziniere precario, trombettista nel gruppo dei bogoncelli, uno qualunque, e e` anche quello che e` stato appena lasciato da bassotuba, che se n`e` andata con un sociologo allievo di vattimo. "io sono quello che non ce la faccio", dice di se`. esce con un`altra ragazza, scrive, parla con il suo angelo custode, consola il gatto che sente la mancanza di bassotuba, cerca di sopravvivere sino a che, alla fine, non gli cade in testa la morte. partendo dalle vicende minuscole che capitano a learco ferrari, paolo nori scrive una storia emblematica nella quale, inseguendo i particolari apparentemente insignificanti della quotidianita`, con il suo stile inconfondibile, che riproduce il ritmo, la cadenza e le divagazioni del parlato, traccia il destino di una generazione, quella rimasta ai margini della societa`.

"se si segue lo spirito di blake nelle varie fasi del suo sviluppo poetico e` impossibile considerarlo un naif, un selvaggio, il selvaggio prediletto degli ipercolti. svaporata la stranezza, la sua peculiarita` si dimostra quella di tutta la grande poesia: qualcosa che si trova (non sempre) in omero, in eschilo, in dante e in villon, e profondo e nascosto nell`opera di shakespeare; e anche, sotto forma diversa, in montaigne e in spinoza. si tratta, semplicemente, di una peculiare onesta`, un`onesta` che, in un mondo troppo timoroso di essere onesto, risulta particolarmente terrificante. e un`onesta` contro cui cospira tutto il mondo, perche` e` sgradevole. la poesia di blake ha la sgradevolezza della grande poesia. niente che si possa dire morboso o anormale o perverso, niente di tutto cio` che testimonia la malattia di un`epoca o una moda, ha queste qualita`; la possiedono solo quelle cose che, dopo uno straordinario travaglio di semplificazione, rivelano l`essenziale debolezza o la forza essenziale dell`animo umano." (thomas stearns eliot)

questi reportage polacchi di kapuscinski hanno tutti per oggetto campagne, cittadine, piccoli villaggi a casa del diavolo. descrivono una realta` che appare ancora piu` esotica di quella del terzo mondo di altri suoi libri: quella ora scomparsa della stabilizzazione comunista dopo lo sfacelo della guerra. protagonista ne e` gente per lo piu` umile: due vecchie tedesche fuggite da una casa per anziani che tornano in quelle che erano le loro terre; uno zatteriere che trasporta legname su un lago; lavoratori che vivono alla giornata e cambiano mestiere di continuo. ma ci sono anche professionisti, ingegneri, professori, un campione del mondo di lancio del disco, dei soldati di leva. kapuscinski esamina briciole di esistenza, dettagli di vita quotidiana, rintracciando l`elemento eternamente presente a ogni latitudine: il desiderio di una vita migliore, la ricerca dell`amore, la speranza di cambiare il mondo, di lasciare una traccia di se`, nonche` l`immutata presenza del male. il brano che da il nome alla raccolta si svolge in ghana: qui il reporter tenta di spiegare se` e la polonia ad alcuni indigeni.

negli anni sessanta e primi settanta, il regime salazarista conduce una sporca guerra contro i movimenti di liberazione in africa e antonio lobo antunes, come tanti della sua generazione, si ritrova arruolato nell`esercito in angola. da qui trae ispirazione "in culo al mondo", nel quale un reduce, fatto ritorno a lisbona, confessa a una donna conosciuta in un bar la sua atroce esperienza laggiu`. in un lungo monologo, con il pretesto del corteggiamento, le rivela tutto l`orrore della guerra coloniale. una guerra ormai rimossa dagli altri, gia` dimenticata dai tanti benpensanti cattolici e patriottici sostenitori del salazarismo che vi vedevano l`occasione per i giovani di farsi uomini veri, mentre in chi l`ha vissuta ha prodotto solo una lacerante metamorfosi. la donna intanto fa da muto testimone dell`assurdita` e angoscia di un conflitto dove principi astratti come patria e onore si scontrano con la bruta realta` e ferocia del sangue, e l`idealizzata vita di caserma si dissolve nello squallore di riti e perversioni militari. sara` possibile riprendere un`esistenza normale per chi, sospeso tra due vite e due continenti, non ha piu` un posto dove stare e sentirsi a casa?

domenico stasi e` un anziano ex insegnante, uomo colto, sollecito, impegnato e di apparente pacatezza. quando apprende che nina, una sua antica allieva, e` indagata per partecipazione a banda armata, decide di incontrarla per essere rassicurato della sua innocenza. ma nina si proclama colpevole e affida a stasi un incarico delicato: dovra` recarsi in un appartamento abbandonato, cercare una copia della "morte di virgilio" di hermann broch, trascrivere una frase sottolineata a pagina 46 e farla avere a un non meglio precisato "contatto". con leggerezza, quasi per gioco, stasi esegue gli ordini. non si tratta affatto di un gioco. stasi viene convocato dalla polizia, che segue ogni sua mossa; il contatto non si accontenta del messaggio e gli fa recapitare una pistola con la quale dovra` sparare a un importante bersaglio... un meccanismo inesorabile si e` messo in moto. ma e` realmente cosi`? chi e`, realmente, il professor stasi? e un assassino? e una vittima? e un innocuo zimbello?

quella che racconta alberto manguel non e` la storia della lettura, ma e`, appunto, una storia della lettura: soggettiva e unica, e proprio per questo di tutti. infatti, alla dissertazione letteraria, manguel aggiunge annotazioni personali, passi autobiografici, aneddoti che dissacrano la letteratura in quanto scienza e che invece sanciscono la superiorita` della lettura e, soprattutto, dei lettori. cosi`, dopo aver chiamato in causa autori come plinio, dante, cervantes. victor hugo, rabelais e borges, manguel parla della forma del libro, dei libri proibiti, del valore delle prime pagine, di cosa vuol dire leggere in pubblico e, al contrario, dentro la propria testa, e ancora, del potere del lettore, della sua capacita` di trasformare e dare vita al libro, quanto e forse piu` dell`autore stesso, della follia dei librai e del fuoco sacro che divora ogni vero appassionato di storie.

esistono molti modi per raccontare la vita di un uomo come frank lloyd wright. e t.c. boyle ne sceglie uno davvero particolare: le sue donne. al diavolo il successo, l`intuizione che l`architettura deve creare un`armonia tra uomo e natura, o i progetti che hanno cambiato definitivamente il concetto di spazio vitale. al diavolo tutto questo. meglio parlare di sesso e di tradimenti, deviazioni dell`anima e contraddizioni, fallimenti e chiusure nel carattere del grande architetto. a innescare un percorso di memoria a ritroso e` l`ironico e spesso sorprendente sguardo di un giovane studente di architettura giapponese - sato tadashi - che nel 1932 sbarca alla corte di frank lloyd wright. cosi`, con passo di danza, fa entrare olga, una ballerina serba che l`architetto incontra quando ha piu` di cinquant`anni e lei non arriva alla trentina. la porta con se` come donna delle pulizie a taliesin, nel wisconsin, il nido d`amore creato per un`altra amante, e presto diventa la terza moglie dopo miriam. miriam e` una morfinomane, in gioventu` sensuale e passionale, che ha costretto wright a divorziare, e che tenta, prima con la violenza e poi attraverso vie legali, di allontanarlo da olga. andando ancora indietro, emerge, vigoroso e straziante, il personaggio di mamah, un`amante dell`architetto femminista ante litteram che da` a wright sei figli e viene uccisa in una notte di follia da un domestico infuriato per essere stato ingiustamente licenziato.

edward w. said resta tra gli intellettuali piu` stimati del nostro tempo, per l`importanza dei suoi studi critici ma anche per la coraggiosa militanza in difesa dei diritti umani. nasce a gerusalemme nel 1935, erede di una ricca famiglia palestinese cristiana, e conduce i suoi primi studi nel prestigioso victoria college del cairo. il futuro re di giordania hussein e omar sharif sono tra i suoi compagni. ma il giovane edward rifiuta il modello educativo dei cosiddetti wog (westernised oriental gentlemen) e incoraggiato dal padre, imprenditore ambizioso ed esigente, si trasferisce in un college del massachusetts. nel 1948, dichiarato lo stato di israele, la sua famiglia e` espropriata di tutti i beni. edward decide di combattere per i diritti del popolo palestinese, per uno stato binazionale, laico e democratico. diventa un rifugiato politico. vita intensa la sua, brillante ma anche scomoda, segnata dalla sofferta condizione dell`esilio ma anche da una ricchissima esperienza, in bilico tra i luoghi piu` prestigiosi della cultura occidentale e un medioriente agitato da ingiustizie e conflitti. un`autobiografia che contiene l`avventura degli incontri e delle idee ma anche la drammaticita` della lotta e dell`esclusione. al suo apparire, quest`opera ha suscitato un feroce dibattito sui giornali americani, israeliani e inglesi, come a dimostrare che l`infaticabile impegno di said continua ancora a generare fecondi insegnamenti e inquietudini. un testamento spirituale.

mehring e` un afrikaner di mezza eta`, che ha acquistato una fattoria nei pressi di johannesburg per trascorrervi il tempo libero dagli affari. qui si verificano episodi di violenza, omicidi e aggressioni, disastri quali incendi o inondazioni, qui si tocca con mano la miseria dei poveri, ma per lui la sola cosa che conti e` continuare indisturbato la vita del gentiluomo di campagna. la vita che reputa adatta a un autentico farmer, a un bianco soddisfatto di se` e della propria ricchezza, anche se in fondo si comporta da colonialista, che per senso di superiorita` razziale e sociale non si preoccupa di chi stia peggio. da buon conservatore ama le sicurezze derivanti dalla natura e dalla terra, come dal sistema dell`apartheid. e un individuo solitario, isolato fisicamente nel veld e chiuso mentalmente a ogni preoccupazione pubblica, un divorziato che si e` alienato il figlio idealista, con un`amante sfuggente e con lavoratori su cui fa affidamento ma che restano per lui distanti, come il capomandriano jacobus.

dal penitenziario della tarantola e` fuggito charles robertson, un medico serial killer che per salvare il sistema sanitario americano ha eliminato sessantaquattro anziane pazienti ipocondriache. la vita nella vicina cittadina di northill, alle porte di chicago, ne viene improvvisamente sconvolta. qui david wilson e` appena andato in pensione e torna a casa dalla moglie rosalie che, al solito, e` inchiodata davanti al televisore, proprio quando stanno annunciando l`evasione. tutto ruota attorno a un gigantesco caso mediatico, imperniato sul sequestro della coppia, con l`fbi che schiera i suoi potenti mezzi, i media preda della loro cinica caccia alle emozioni forti, una donna che si dimostra ben altro che una banale, servizievole, melensa casalinga di provincia, succube di una relazione convenzionale, e un criminale che diventa a sua volta una vittima.

la storia degli anni d`oro della casa editrice einaudi attraverso il racconto di uno dei suoi piu` prestigiosi collaboratori. una sequenza di ritratti di figure come natalia ginzburg, cesare pavese, italo calvino, davide lajolo, carlo emilio gadda, leonardo sciascia, primo levi, gianfranco contini, delio cantimori, carlo dionisotti. le speranze, le ambizioni, le passioni di un editore. "i migliori anni della nostra vita" e` a suo modo un libro epico, e come tutti gli epos si porta appresso un valore di esemplarita` cui le nuove generazioni hanno diritto di accedere. ferrero, saggista e scrittore, e` stato direttore editoriale di einaudi e garzanti, e direttore letterario di mondadori. dal 1998 e` direttore della fiera del libro di torino.

sposata con un medico, lei passa lunghe giornate un po` in giro per parigi e un po` appollaiata al bar di nic. a volte ha lunghe conversazioni con fred, il suo migliore amico nonche` vicino di casa gay. improvvisamente il marito le annuncia che vuole andarsene a vivere con un`altra donna. e finita. per l`equilibrio gia` estremamente precario della protagonista e` una gran botta. e beve. tutto quello che lei tentava di tenere assieme crolla di colpo e il girotondo un po` allegro e un po` sinistro delle sue giornate, il suo balletto personale con l`autodistruzione prende un`accelerata. e beve. tocca il fondo. crolla. nella clinica dell`olivier dove l`amico fred l`ha fatta ricoverare, tenta di guardare la vita da un`altra prospettiva. pian piano nascono legami veri e profondi con la banda di matti disperati e ubriaconi che come lei sono li` a ripulirsi. le quattro settimane previste per la cura sono quasi alla fine quando arriva "igor il terribile", uno sbandato appena uscito di galera, ex tossico e naturalmente alcolista. lnfrangendo una delle regole base, nasce un amore fatto di sesso e disperazione. e questo complica terribilmente le cose.

alla riunione del comitato centrale del partito comunista, d`improvviso va via la luce. con la complicita` del buio viene assassinato il segretario generale fernando garrido. gli ingredienti sono quelli di un classico giallo: una stanza chiusa dal di dentro e senza possibilita` di uscita. ma l`assassino non e` l`unica altra persona presente nella stanza, i sospettabili sono circa due milioni e i moventi meta` di mille. e lo svolgimento delle indagini fara` emergere coinvolgimenti oscuri e misteriosi tradimenti. chi ha commesso l`omicidio, e perche`? i nemici del segretario vanno cercati dentro il partito o fuori? e davvero opera del fascismo internazionale? c`entra qualcosa il kgb?

don gaetano e` uomo tuttofare in un grande caseggiato della napoli popolosa e selvaggia degli anni cinquanta: elettricista, muratore, portiere dei quotidiani inferni del vivere. da lui impara il giovane chiamato "smilzo", un orfano formicolante di passioni silenziose. don gaetano sa leggere nel pensiero della gente e lo smilzo lo sa, sa che nel buio o nel fuoco dei suoi sentimenti ci sono idee ed emozioni che arrivano nette alla mente del suo maestro e compagno. scimmia dalle zampe magre, ha imparato a sfidare i compagni, le altezze dei muri, le grondaie, le finestre - a una finestra in particolare ha continuato a guardare, quella in cui, donna-bambina, e` apparso un giorno il fantasma femminile. un fantasma che torna piu` tardi a sfidare la memoria dei sensi, a postulare un amore impossibile. lo smilzo cresce attraverso i racconti di don gaetano, cresce nella memoria di una napoli (offesa dalla guerra e dall`occupazione) che si ribella - con una straordinaria capacita` di riscatto - alla sua stessa indolenza morale. lo smilzo impara che l`esistenza e` rito, carne, sfida, sangue. e cosi` che l`uomo maturo e l`uomo giovane si dividono in silenzio il desiderio sessuale di una vedova, e` cosi` che l`uomo passa al giovane la lama che lo dovra` difendere un giorno dall`onore offeso, e` cosi` che la prova del sangue apre la strada a una nuova migranza che durera` il tempo necessario a essere uomo.

tina si chiamava assunta adelaide luigia modotti. era nata a udine nel 1896, da un`umile famiglia. il padre era un muratore di idee socialiste, lei dovette ben presto lasciare la scuola e lavorare per aiutare la famiglia, poi emigro` negli stati uniti dove stavano crescendo i grandi movimenti sindacali. la vita culturale e artistica in fermento a san francisco, los angeles, hollywood e a citta` del messico le dischiusero la via prima del teatro e del cinema, poi della fotografia. donna appassionata, si dedico` alla causa rivoluzionaria in messico, lavoro` per soccorso rosso, combatte` con le brigate internazionali in spagna. mori` in circostanze poco chiare a citta` del messico nel 1942.


"hearts of darkness" e` il film girato durante la preparazione e le riprese di "apocalypse now". e da sempre considerato un esempio perfetto di cinema documentario. non assomiglia per niente a un backstage o, come si dice oggi, un making-of. raccontando sclerotici finanziatori e bancarotte pendenti, brando bizzoso e giungla filippina, eleanor, moglie di francis ford coppola insieme a bahr e hickenlooper - ci mostra il percorso a fil di lama che dall`idea genera un film... e che film! epica, pazienza e terribile bellezza del fare cinema. nel secondo dvd il documentario "coda: thirty years later" che la stessa eleanor coppola ha realizzato sul set di "un`altra giovinezza", ultimo grandioso film del maestro americano.

emil costantin sabau e` un tredicenne rumeno immigrato illegalmente in italia. vive a torino, affidato a se stesso e alla sua voglia di resistere e affrancarsi da un destino avverso. a fargli compagnia, solo l`amico del cuore, marek, e l`eroe prediletto, tex willer. nonostante sia accolto in casa da un giovane e ricco architetto, ben presto emil decide di partire e di andare alla ricerca del nonno paterno, un artista di strada che gli scrive lettere vivaci in una strana lingua meticcia, e che e` stato visto, l`ultima volta, a berlino. durante il suo viaggio attraverso i confini dell`europa, emil incontra e si scontra con nuovi compagni di strada, districandosi tra speranze e illusioni, e cercando, giorno dopo giorno, una nuova collocazione nel mondo. sullo sfondo di grandi questioni internazionali, ma con lo sguardo rivolto alla quotidianita` della vita, fabio geda scrive con empatia e leggerezza un fresco e moderno romanzo di formazione. una narrazione che fa ancora sperare nel futuro.

anche se racconta la vita di gillo pontecorvo, il regista di "kapo`", di "la battaglia di algeri", di "queimada", questo non e`, o non e` soltanto, un libro di cinema ne`, tantomeno, una biografia "oggettiva", ma piuttosto una sorta di autoritratto. con lui, gillo pontecorvo, che racconta i suoi ricordi, e irene bignardi che mette da parte il suo ruolo di critico per interrogare e provocare l`amico, riproponendo le memorie pontecorviane in una cronaca che segue settantanove anni molto speciali, intessuti di incontri e amicizie ancora piu` speciali: da enrico berlinguer, giovanissimo subito dopo la guerra, a marlon brando sul set di "queimada"; da giorgio amendola a torino nel suo primo comizio "libero" a fabio picasso che si diverte alle spalle di due avidi galleristi; da pietro ingrao che arringa la folla il 26 luglio 1943 a roman polanski, compagno di bohe`me romana. e attraverso la voce di pontecorvo, tradotta da irene bignardi in terza persona, prende ritmo e forma il romanzo di una vita che, ironica e lieve, incrocia alcuni dei grandi eventi del ventesimo secolo.

miranda july dedica i suoi eccezionali talenti alla pagina scritta, in una raccolta di racconti davvero originale, sexy e tenera. in queste folgoranti storie, la july introduce la possibilita` di un momento che possa cambiare tutto: una rivelazione, un evento apparentemente insignificante, un malinteso che riconfigura il mondo. i suoi personaggi sembrano cimentarsi con la vita in modo quasi goffo, teneramente ridicolo, a volte con troppa distanza, altre con troppa intimita`. con grande compassione e generosita`, la july rivela le loro idiosincrasie, la stravagante logica e l`infinita nostalgia che governa le loro vite. attraverso la sua penna, il quotidiano e l`ordinario si trasformano, si elevano sino a comporre una visione del mondo incantata e immaginifica, magica e poetica.

il compito di edwin de valu, giovane editor in una casa editrice newyorkese, e` quello di pubblicare manuali di self help, di metter mano nel "mucchio fangoso" di manoscritti non richiesti e tanto meno desiderati che affluiscono ininterrottamente in tutte le case editrici e di scrivere lettere di cortese rifiuto ai loro autori. ma capita, talvolta, che un mostruoso dattiloscritto di mille pagine diventi un vero bestseller, prometta di far tutti felici, di curare tutti i mali del mondo, di far scoprire il segreto di una vita sessuale entusiasmante. la cosa strana e` che, grazie a quella lettura, il mondo si trasforma davvero in un luogo dannatamente felice. con il conseguente crollo dei centri fitness, del mercato del tabacco, dell`alcol, della droga...

il libro e` il racconto in prima persona di un americano trasferitosi con la famiglia in germania dopo la prima guerra mondiale, che vi resta anche dopo la presa del potere di hitler e diventa la voce della propaganda nazista di goebbels per gli stati uniti. all`inizio e alla fine del libro il protagonista si trova in una prigione israeliana, in attesa di processo per crimini di guerra, li` ripensa alla propria vita e decide di scrivere le sue memorie. il racconto, presentato come un autentico documento storico, risulta un`attuala riflessione sulla guerra, la violenza e le loro cause. dal libro, pubblicato nel 1961, e` stato tratto anche un film interpretato da nick nolte nel 1996.

la storia di una diciannovenne napoletana, la rossa, in un arco di tempo che va dalla primavera all`ultimo dell`anno. muovendosi nei piu` infimi quartieri di napoli, con una breve e sfortunata capatina sulla riviera romagnola, la protagonista precipita sotto la soglia dell`inferno quotidiano, nel quale annaspano la sua famiglia e gli amici, fino a trovare la morte in una spiaggia desolata, per mano di due killer, nella notte di san silvestro.

nell`anno drammatico della rivoluzione, kapuscinski e` in iran per uno dei suoi piu` brillanti e memorabili reportage, in cerca di risposte. e riesce a temperare, con impeccabile stile, la complessa ricostruzione storico-giornalistica con un`appassionante capacita` narrativa. non fa lezione, non sale in cattedra. al lavoro nella sua stanza d`albergo, ingombra di giornali, di ritagli, di foto, filmati e nastri registrati, ricostruisce il quadro degli eventi, delle premesse che li hanno provocati e delle situazioni che si preparano. ricostruisce il lento ma inesorabile procedere degli avvenimenti che hanno portato alla rivoluzione khomeinista: l`incerta ascesa al potere dello scia`, la sua euforica prepotenza in seguito alle scoperte petrolifere, il clima di terrore e repressione instaurato dalle brutali forze di polizia della savak e il progressivo rifugiarsi del popolo nelle moschee, tra le braccia dei mullah e dell`islam, unica istituzione ritenuta in grado di proteggere dalla violenza cieca del potere centrale di teheran. il suo puzzle rigoroso e` sempre filtrato dalla sensibilita` e da un`umanita` profonda.

kibbutz granot. e un inverno piovoso, interminabile. il buio cala presto, fa freddo e solo il calore dentro le case e` capace di consolare. yoni e rimona sono due giovani sposi malinconici: lei sogna i figli che non ha avuto, lui il deserto, la fuga. hava e yolek invece rimuginano su vecchi rancori e nuove delusioni. bolognesi, un ex detenuto graziato, un tipo strano ma con delle mani d`oro, lavora a maglia e borbotta frasi incomprensibili. poi, nell`ennesima sera di pioggia, fa la sua comparsa azariah, un ragazzo tutto ingenuita` ed entusiasmo. da quella sera, le cose a poco a poco cambiano. ciascuno sembra andare progressivamente verso il proprio destino. e forse smettera` di piovere. ambientato alla vigilia della guerra dei sei giorni, nel 1967, "una pace perfetta" incastona la vita di un kibbntz nella storia d`israele e nel presente.

il volume raccoglie 19 racconti e un poemetto in versi. cinque sono apparsi nella piccola raccolta "i colpi dei sensi" (fahrenheit 451, roma 1993). in questa sequenza di racconti esiste un motivo conduttore: l`insistenza degli affetti e della memoria, l`ossessione di una felicita` che trova condivisioni e coerenze e che prova di volta in volta a chiamarsi amore, comunismo, giustizia. infatti, "due non e` il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine. due e` alleanza, filo doppio che non e` spezzato".

l`ordine delle cose non e` un ordine naturale contro il quale non si possa far nulla. e piuttosto una costruzione mentale, una visione del mondo con la quale l`uomo appaga la sua sete di dominio. una visione talmente esclusiva che le stesse donne, che ne sono le vittime, l`hanno integrata nel proprio modo di pensare e nell`accettazione inconscia di inferiorita`. solo l`antropologo puo` restituire al principio che fonda la differenza tra maschile e femminile il suo carattere arbitrario, contingente, ma anche, contemporaneamente, la sua necessita` sociologica. bourdieu prende spunto dalle strutture androcentriche dei cabili in algeria per dimostrare la continuita` della visione fallocratica del mondo nell`inconscio di uomini e donne. anche nelle donne che, secondo il sociologo francese, partecipano passivamente al dominio maschile. ne risulta una denuncia, tanto piu` efficace politicamente in quanto scientificamente fondata, dei molti paradossi che il rapporto tra i generi finisce per alimentare, oltre a un invito a riconsiderare, accanto all`unita` domestica, l`azione di quelle istanze superiori - la chiesa, la scuola, lo stato responsabili in ultima analisi del dominio maschile.


don fabrizio, principe di salina, all`arrivo dei garibaldini, sente inevitaile il declino e la rovina della sua classe. approva il matrimonio del nipote tancredi, senza piu` risorse economiche, con la figlia, che porta con se` una ricca dote, di calogero sedara, un astuto borghese. don fabrizio rifiuta pero` il seggio al senato che gli viene offerto, ormai disincantato e pessimista sulla possibile sopravvivenza di una civilta` in decadenza e propone al suo posto proprio il borghese calogero sedara.



"saper risolvere un problema, seguire un ragionamento, capire un nuovo concetto: sono cose che procurano un grande piacere, specialmente in un bambino che comincia a scoprire la forza del suo pensiero. e questo piacere che il protagonista, uno studente delle elementari, comunica con entusiasmo e ironia, raccontando come e` passato dalla paura e dalla noia nei confronti della matematica alla soddisfazione di conoscere una materia addirittura divertente. il libro e` adatto a bambini dagli otto anni in su, che possono leggerlo senza la mediazione dell`adulto. impareranno un uso leggero e creativo della matematica, legato a problemi quotidiani, curiosita`, aneddoti e anche un po` di storia. gli insegnanti e i genitori, dal canto loro, vi troveranno vari spunti per lezioni, approfondimenti o, semplicemente, per parlarne con i piu` piccoli." (a. cerasoli) eta` di lettura: da 8 anni.


a parigi rosi incontra l`uomo che, piu` di vent`anni prima, in una cittadina della riviera ligure, e` stato il suo primo ragazzo. adesso fa il cuoco ed e` ancora vitale e passionale. e come allora rosi e` impertinente e ribelle. si studiano, si guardano, si amano, dentro la lunga notte che li ha rimessi insieme. e poi? rossana campo torna alla freschezza dei suoi primi romanzi (la vicenda parallela di rosi dodicenne e` un graffiante affondo nell`inquietudine adolescenziale) aggiungendo la malinconica leggerezza di una nuova maturita`.


lincoln perry e joe pritchard - ex poliziotti e ora titolari dell`omonima agenzia investigativa - si ritrovano per le mani il caso dell`anno: wayne weston (anche lui investigatore privato nonche` ex marine) e` stato ucciso, o forse si e` suicidato. la moglie julie e la figlia betsy sono scomparse (o forse sono state assassinate da wayne che ha fatto sparire i corpi prima di uccidersi?). ora e` il padre della presunta vittima, il signor weston, a volere far luce nell`oscura vicenda affidandosi a perry e a pritchard. i due scoprono in fretta che questo delitto e` circondato da molti piu` misteri di quanto volesse la versione ufficiale, diffusa da polizia e stampa: le piste aperte, infatti, portano al gioco d`azzardo, a un racket di usurai ed estorsioni, a un magnate dell`edilizia e a un gruppo di russi legato alla mafia che non ha nessuna voglia di essere pedinato. ma proprio quando i due soci sentono di essere vicini a una possibile chiave di risoluzione del caso, un nuovo omicidio li costringe a cambiare direzione. perry parte per una cittadina della carolina del sud, pronto a inseguire gli indizi che conducono a un ex marine molto pericoloso. una volta arrivato sul posto scopre che il gioco rischia di farsi davvero pericoloso, fino a propagarsi alla sua vita privata: non sembra esserci via d`uscita...

sotto la direzione di ewald e fontana, una e`quipe composta da bertani, gros, lagrange, marchetti e senellart sta procedendo alla trascrizione dei tredici corsi tenuti da foucault al colle`ge de france. queste lezioni rappresentano una sorta di laboratorio in cui foucault sperimentava idee e ipotesi di ricerca, solo parzialmente riprese nei libri. in questo corso, in particolare, foucault esamina in che modo la guerra, nei suoi diversi aspetti, sia stata utilizzata come uno strumento di analisi della storia e dei rapporti sociali, individuando nella guerra delle razze e nell`emergere del razzismo di stato uno schema d`intelligibilta` della nostra modernita` storico-politica.



nel 1999- daniel barenboim ed edward said danno vita al grande progetto della west-eastern divan orchestra, che fonde nel proprio organico musicisti arabi e israeliani. non e` un progetto "di pace". non c`e` nulla di pateticamente ecumenico in questa esperienza che continua. unica certezza e` la musica, il fare musica insieme. elena cheah - violoncellista della divan orchestra - ci racconta, attraverso una serie di ritratti, attraverso le testimonianze di alcuni protagonisti di questa avventura, i conflitti, gli affiatamenti, le speranze di ciascuno di loro. ed ecco emergere gli entusiasmi, la condivisione del tempo, gli spostamenti, il lavoro assiduo delle prove, l`imperio seduttivo del maestro barenboim. e ancora la vitalita` e la problematicita` che stanno intorno a quella forma tutt`affatto particolare di costruzione di armonia che e` il lavoro collettivo dell`orchestra. la west-eastern divan orchestra di elena cheah e` un microcosmo dove si intrecciano storie di vita tragiche e momenti esilaranti, paradossali peripezie burocratiche ed esistenze avvitate sull`amore per la musica.


thailandia e cambogia, somalia e repubblica democratica del congo, brasile e colombia, pakistan e italia. sono alcune delle aree in cui medici senza frontiere svolge da piu` di trent`anni la sua opera di soccorso rivolta alle popolazioni povere e alle vittime delle catastrofi e delle guerre. nove scrittori italiani (alessandro baricco, stefano benni, gianrico carofiglio, mauro covacich, sandro dazieri, silvia di natale, paolo giordano, antonio pascale, domenico starnone) le hanno visitate e in questo libro raccontano cio` che hanno visto e le loro reazioni di fronte a realta` fatte di violenza urbana, prostituzione, conflitti, diritti calpestati, fame, malattie. sono storie, ritratti, brevi affreschi dipinti a volte con toni accesi, altre volte con tinte lievi o addirittura "leggere", ciascuno specchio di una diversa sensibilita`. in comune, c`e` la capacita` di far rivivere l`impatto con situazioni estreme, impensabili, in cui e` annichilita ogni dimensione umana e di giustizia. situazioni che ci riguardano pero` in maniera diretta. e di cui non dovremmo piu` dimenticare l`esistenza, se non vogliamo diventare tutti un po` complici dei mali che affliggono il nostro tempo.

martin scorsese prosegue la sua vena rockumentaria con un film sulla leggendaria band che ama fin dai tempi di mean streets. prodotto dallo stesso mick jagger, "shine a light" e` un documentario eccezionale che mette su pellicola le esibizioni, le prove e soprattutto i momenti privati delle quattro icone del rock, utilizzando il materiale girato nell`autunno 2006, durante e nei backstage dei quattro concerti tenuti dagli stones al beacon theatre di new york city. per catturare l`energia di una band leggendaria, scorsese mette in campo troupe di primissimo livello, a partire dall`operatore robert richardson e da john toll e andrew lesine. nel film figurano ospiti d`eccezione e popstar, da jack white dei white stripes a christina aguilera e buddy guy.

per rilanciare le vendite del suo autore di maggior successo, del quale non si devono conoscere ne` il nome ne` il viso, la regina zabo, tirannica regina e geniale `prosivendola` della casa editrice taglione, decide di reclutare un sostituto che incarni pubblicamente il misterioso j. l. b. l`operazione riesce, ma il sostituto rimane vittima di un attentato durante uno show delirante. bloccato in ospedale in stato di coma, benjamin viene cio` nonostante informato degli sviluppi del caso dalla sua tribu`, resa tranquilla sulla sua salute dall`affermazione della sorellina astrologa secondo cui ben vivra` fino a 93 anni.

un giorno d`autunno, alla porta del dottor kazunori, uno psicoanalista, si presenta un`affascinante ragazza che lo informa di non riuscire a sentire la musica. da qui si sviluppa un`intricata vicenda in cui i tentativi di risalire alla causa del problema (la musica e` una metafora dell`orgasmo) vengono descritti con una suspence da romanzo giallo. "musica" si presenta come un`opera controversa, che mostra la doppia disposizione dell`autore nei confronti della scienza trattata: l`indiscutibile interesse che suscita in un intellettuale quale era lui e lo scetticismo di un nietzscheano convinto che non lascia troppo spazio alle giustificazioni e alle influenze esteriori.

una citta` di mare che somiglia a genova, un oscuro fatto di sangue, un cadavere anonimo, un uomo che istruisce una sua privata inchiesta per svelarne l`identita`. ma il procedimento di spino, il detective della vicenda, non segue una logica di causa/effetto. invece delle apparenze visibili egli cerca i significati che queste apparenze contengono e la sua ricerca corre sul filo ambiguo che separa lo spettacolo dallo spettatore. cosi` la sua inchiesta "impazzisce" e da indagine su una morte slitta sul piano delle segrete ragioni che guidano un`esistenza, trasformandosi in una sorta di caduta libera, vertiginosa e obbligata al tempo stesso: una ricerca senza respiro tesa verso un obiettivo che, come l`orizzonte, sembra spostarsi con chi lo segue.

nel testo si affrontano le alternative teorico-normative con cui governare la babele multiculturale del mondo contemporaneo. le difficolta` derivano dal fatto che, in democrazia, il riconoscimento politico della diversita` culturale non puo` che poggiare sull`eguaglianza dei diritti. secondo i liberali la politica si fonda sull`universalismo delle norme giuridiche e dunque rimane neutrale rispetto alle varie concezioni etiche "private". secondo i comunitari la politica si fonda invece sulla differenza dei valori etici.

le vittime dell`anoressia sono, spesso, ragazze adolescenti o preadolescenti, figlie modello di "buona famiglia" che si sentono spesso imprigionate da mete irraggiungibili e aspettative irrealizzabili. sembrano chiuse in una "gabbia d`oro" di privilegi nella quale sentono di non essere al proprio posto e di non poter sopravvivere. la manifestazione principale della malattia e` sconvolgente e comporta perdite di peso catastrofiche; la terapia e` difficile e la guarigione incerta; i meccanismi di formazione della patologia non sono ancora definiti. hilde bruch, utilizzando numerosi esempi della propria casistica, disegna un quadro delle cause, degli effetti e della possibile terapia che, per essere efficace, necessita di una diagnosi precoce.

le vicende raccontate da isabel allende in "paula" hanno suscitato un`attenzione che e` andata ben oltre i confini del successo editoriale e di stampa. dall`uscita del libro in poi isabel allende ha cominciato a ricevere lettere che, con modalita` e forme diverse, testimoniavano una partecipazione profonda, una intensita` di lettura straordinaria. feltrinelli, come gia` ha fatto suhrkamp in germania, ne pubblica una selezione: arrivano da tutto il mondo e, per lo piu`, chi le scrive ha un dramma simile da raccontare, piccoli episodi di sofferenza quotidiana da comunicare, una timidezza da spezzare.

nel secondo dopoguerra, due americani, porter moresby e sua moglie kit, lasciano new york per andare a fare un viaggio in nord africa, assieme all`amico tunner. scoprono un paese per molti aspetti culturalmente distante, dove i popoli locali non si sono amalgamati con gli occidentali: francesi, spagnoli, americani. ciononostante, o forse proprio per questo, sotto quei cieli assolati e tra le dune del sahara la coppia cerca di ritrovare se stessa. e ci provera` attraverso vie tortuose fatte di tradimenti e incomprensioni. port si fara` sedurre e rapinare da una giovane donna del deserto, mentre kit cedera` alla corte di tunner con cui il marito l`ha fatta viaggiare da sola.


stare al mondo. in altre parole, definire e possedere una condotta umana. o ancora: rinunciare a sopravvivere per riguadagnare un senso di marcia, una direzione. c`e` una sorta di emergenza morale in questo "stare al mondo". c`e` un`opposizione ferma allo spaesamento e a tutto cio` che di analgesico questo comporta. con lo "stare al mondo" si evocano insieme un`identita` geografica (il posto che occupiamo nell`esistenza) e un`identita` etica (qual e` il nostro orizzonte di valori? esiste? come lo possiamo conoscere?). un nuovo "governo di se`" emerge necessario e possibile, compreso fra il vissuto individuale e il panorama dinamico della collettivita`.

il libro, che propone la sceneggiatura dell`omonimo film, racconta la storia di un giovane di cinisi, un piccolo paese nei pressi di palermo. si chiama giuseppe impastato. forte della sua formazione comunista rompe i rapporti con un padre troppo ossequioso verso il boss locale e comincia la sua battaglia contro il silenzio e le diffuse connivenze mafiose. dalla protesta in piazza ai giornali volanti, alle manifestazioni improvvisate, peppino arriva infine all`uso politico di una radio libera. fa nomi e cognomi, denuncia gli interessi che ruotano intorno all`ampliamento dell`aereoporto di punta raisi, mette spalle al muro il boss tano badalamenti. peppino impastato viene ucciso il 9 maggio 1978 e la notizia sepolta sotto il clamore del delitto moro.

tredici "pezzi", suonati o cantati con la voce dell`emozione, tredici brani il cui tema conduttore e` l`amore. l`amore che si fa, che sfa, che strugge e che distrugge. l`amore coniugale, quello che dura e quello che non dura, l`amore detto, cantato, raccontato. di episodio in episodio viene modellandosi un mondo interiore compromesso dall`amore, dall`assenza dell`amore, dalla meraviglia dell`amore. e su ogni piccolo evento passano le note di una canzone.

milano, meta` luglio. ludovica e vittorio sono una splendida coppia: entrambi belli, brillanti, avviati a un`ottima carriera - lei giornalista per una prestigiosa rivista, lui avvocato e rampollo di una famiglia dell`alta borghesia - e sono alla vigilia delle nozze. tutto e` pronto: dall`abito creato apposta per ludovica alla cerimonia sfarzosa nella residenza toscana della futura sposa, alla bellissima casa nel centro di milano. ma vittorio al suo matrimonio non si presentera` mai: verra` infatti trovato morto proprio in quella bellissima casa nel centro di milano. nessuna effrazione. nessun segno di colluttazione. nessuna impronta. tutto lascia supporre che vittorio l`assassino lo conoscesse bene. molto bene. ma chi puo` aver ucciso un uomo apparentemente senza nemici? in una milano afosa e semideserta, tocchera` all`ispettore di polizia sebastiano rizzo, aiutato dal poliziotto de carlo, indagare su questo omicidio. un caso maledettamente intricato in cui nessuno, ma proprio nessuno, e` escluso dalla lista dei sospettati.

nessuno meglio di giorgio bocca puo` aiutarci a riflettere sulla crisi che sta vivendo oggi la professione di giornalista. in italia (e non solo in italia) la carta stampata appare schiacciata dalle pressioni della politica e dell`economia, incapace di reagire allo strapotere della comunicazione televisiva, non piu` in grado di scandagliare i mutamenti reali della societa`. orfani di grandi battaglie, i giornali perdono copie e non riescono ad attirare un pubblico di lettori piu` giovani. per capire come si sia giunti a questo punto, bocca parte da alcuni snodi fondamentali della sua piu` che sessantennale carriera: le grandi inchieste degli anni sessanta, la fondazione di "repubblica", la sua stessa esperienza televisiva. racconta il lavoro con direttori e compagni di strada. ricostruisce anni di travagliati rapporti con i protagonisti della politica (da craxi fino a bossi e berlusconi). e non risparmia critiche a chi ha portato l`informazione in un vicolo cieco.

al volgere del xx secolo, l`imperialismo britannico e` ancora estremamente vitale e l`india e` immersa nella poverta`, logorata dal tributo di sangue, fatica, lacrime e sudore. poi e` venuto gandhi. l`individuo che avrebbe cambiato il destino di un paese e che avrebbe esercitato la sua influenza sul mondo intero era un ometto dal fisico cagionevole, ma aveva dentro di se` una forza d`acciaio. anche quando si presentava nudo nel suo perizoma, emanava grande fascino e suscitava sacro rispetto. parlava in modo semplice, diceva solo l`essenziale, e avvinceva per la sincerita`. fu molto criticato in vita da chi temeva si vedesse in lui un santo o un eroe, da chi non condivideva l`insistenza sulla dimensione religiosa ed etica della politica, da chi non comprendeva le potenzialita` di questa strana miscela di ascetica spiritualita` e pratica concretezza. si e` variamente interpretata la sua complessa personalita`, considerandolo ora un martire cristiano, ora un leader secolarizzato; ogni epoca, ogni biografo, ogni storico ha avuto il suo gandhi. resta il fatto che l`india ebbe fiducia in lui, per milioni di indiani egli era l`incarnazione della verita` e possedeva lo straordinario potere di rendere possibile l`impensabile; e furono con lui personaggi come nehru e tagore, che gli diede l`appellativo di mahatma, "grande anima".

lo avevamo lasciato con una domanda: riusciro` mai a tornare li`, dove solo gli innamorati vivono, tre metri sopra il cielo? e le risposte stanno per arrivare. e questo il seguito di "tre metri sopra il cielo". perche` nessuna storia finisce mai davvero. e a volte si trasforma in cio` che non avresti mai potuto immaginare. step e` partito e sta per tornare. sta per scoprire che niente e` mai uguale a come lo avevi lasciato. o meglio, a come ricordavi che fosse. cosi` tutto cambia e rivela la sua vera faccia. step imparera` che non sempre, in amore, sappiamo cio` che vogliamo davvero. anche quando ci sembra d`essere sicuri.

nata in una misera fattoria sudafricana, a cento chilometri dalla prima citta`, martha ha sedici anni ed e` preda di tutte le crisi e insoddisfazioni adolescenziali. sembra decisa ad affrontare gli esami di ammissione per l`universita` e a lasciare quindi un mondo che le pare sempre piu` angusto, ma finira` poi per trasferirsi in citta` e impiegarsi come segretaria.

se vediamo il significato emozionale e spirituale dei nostri momenti difficili, allora possiamo contenere il dolore. le delusioni e le abitudini ci sfidano a scoprire una fiducia reale, altrimenti, le nostre ferite possono facilmente diventare terribili e insopportabili. forse diamo per scontato che non sia possibile avere fiducia o, se abbiamo esperienze di apertura e di fiducia, succede poi qualcosa che ci fa chiudere. ma la caratteristica di una fiducia genuina e` non dipendere dagli altri, ne` da qualcosa di esterno: e` una profonda esperienza interiore di connessione col nostro essere e con l`esistenza. il nostro livello di fiducia genuina e` uno specchio della nostra coscienza ed e` una qualita` che possiamo sviluppare.

che cos`e` la cultura della pace? tutte le pratiche non violente sono uguali, o esistono una vera e una falsa non violenza? la non violenza e` una mera tattica politica o ha una dimensione spirituale? qual e` l`ambito di esercizio della disubbidienza civile? molte risposte a queste domande, urgenti e drammatiche, si possono trovare qui, nei testi gandhiani raccolti da thomas merton di fronte alla minaccia della guerra nucleare nei primi anni sessanta. la non violenza, secondo gandhi, e` la legge fondamentale della natura umana, per il suo innato desiderio di pace, ordine, giustizia, liberta` e dignita` personali. l`esercizio della non violenza richiede lo straordinario coraggio di non temere la morte e di soffrire senza desiderio di vendetta, e si ottiene solo con preghiera, disciplina e fede. la non violenza va esercitata sempre, non e` solo non cooperazione con le ingiustizie ma costante rifiuto di qualunque cosa sia inaccettabile per la coscienza. la non violenza esige un comportamento puro e disinteressato, non puo` essere piegata a fini pragmatici, pena il suo fallimento. la scelta di testi gandhiani del religioso merton e` ora arricchita da una nuova lettura di gandhi quale leader politico piu` influente del xx secolo del giornalista americano mark kurlansky.

a immagini cupe e malinconiche, il poeta affianca i temi della bella giovinezza, della passione per la vita effimera, dell`amore. e tutto va a costituire una raccolta fortemente unitaria, nonostante la varieta` degli argomenti e dei toni, che passano dal riso burlesco alla violenza dell`ironia, dagli accenti velenosi al lirismo.

un`edizione aggiornata del volume pubblicato nel 1997 con nuove numerose "voci". "quando gli amici di `avvenire` mi invitarono a scrivere un pezzo al giorno sotto il titolo del giornale, mi suggerirono "viatico " come nome della rubrica. da non credente non me la sono sentita di somministrarlo: si sa che e` parte di una delicata funzione sacerdotale. l`impaginazione del pezzo, stretto e lungo sotto il titolo del giornale, mi fece venire voglia di cercare il nome di una corda. trovai nel vocabolario "alzaia", fune che serve a tirare dalla riva chiatte e battelli controcorrente lungo fiumi e canali. non sembro` un titolo agile perche` bisognoso di definizione. ripiegammo su "voci", come di vocabolario." voci come agguati, compiti, confini, emigranti, esecuzioni, indifferenza, maternita`, nuvole, operai, ricordo, rondine, sazieta`, sono io, testimoni, vacci piano, yiddish, zingari. e in ogni voce c`e` un dettaglio, un segmento di verita`, un appunto da non dimenticare.

ormai tutti sono stati dappertutto: dall`india ai caraibi, dal kenya all`egitto. ma come ci sono andati? l`ottanta per cento degli spostamenti internazionali riguarda i residenti di soli venti paesi, ovviamente i piu` ricchi, che poco si curano dei danni ambientali e sociali arrecati dall`industria delle vacanze alle destinazioni "paradisiache" di turno. duccio canestrini riflette sul "come viaggiare", dando conto di un movimento - quello del turismo responsabile - che sta rapidamente crescendo anche nel nostro paese e ci offre, con questo volume, una serie di esempi concreti e di suggerimenti da mettere in pratica.

sicilia fine ottocento. costanza safamita e` l`unica figlia femmina di una ricca famiglia di proprietari terrieri, tanto amata e protetta dal padre, il barone domenico, quanto rigettata dalla madre. con la sua chioma di capelli rossi e il suo aspetto fisico quasi "di un`altra razza", cresce fra le persone di servizio, fra l`orgoglio paterno del sangue e le prospettive alquanto ridotte della vita in provincia. sara` lei, per volere del padre, a ereditare le sostanze e il prestigio della famiglia. affrontera` la mondanita` palermitana e una vita coniugale in equilibrio tra l`amore per il marito e l`impossibilita` di abbandonarglisi, sapra` affrontare i capimafia e contenere lo sfascio della famiglia, in un mondo arcaico e barbarico, fotografato nel momento della fine.

novembre 1618: la comparsa di tre comete non solo eccita i timori dei superstiziosi, ma tiene "in continuo esercizio i primi ingegni d`europa". ottobre 1623: si conclude la stampa del saggiatore di galileo galilei, colui che gli accademici lincei salutano come "lo scopritore non di nuove terre, ma di non piu` vedute parti del cielo". spaziando dalla genesi del suono all`origine del calore alla composizione della luce "in atomi realmente indivisibili" galileo entra pubblicamente nella disputa contro "lotario sarsi sigensano, l`astronomico e filosofico scorpione", cioe` il gesuita orazio grassi. nel ripercorrere la vicenda delle sue scoperte galileo delinea insieme una difesa del proprio operato e l`apologia della ricerca scientifica, sempre piu` insofferente dei vincoli imposti da autorita` teologiche e politiche. nel tempo in cui, come scrive il poeta john donne, "la nuova filosofia mette tutto in dubbio", galileo si affida alla matematica come a una guida sicura per uscire da "un oscuro laberinto" e comprendere il grande libro della natura; ma "l`artista toscano" non dimentica per questo il ruolo dell`esperimento e l`apporto della tecnica. geometria, esperienza e "discorso" (cioe` arte dell`argomentazione) cooperano cosi` alla confutazione dell`errore in un`impresa che il singolo studioso puo` tradire solo col rendere il suo intelletto "mancipio - cioe` servo - dell`intelletto di un altr`uomo".

uno specialista di migrazioni animali siede su una vetta nel cuore del deserto sahariano: attende il passaggio delle rondini. in quell`attesa, in quel deserto, si lascia contaminare dalla fiera saggezza del popolo dei tagil, fa sua la sapienza della sua guida jibril, consuma amore mercenario con la berbera jasmina, ascolta il dimah tighrizt, poeta itinerante. da li`, viaggiatore della notte, l`irundologo misura la distanza dal mondo che altrove continua a collassare nel disordine della guerra e racconta a jibril altre storie di erranze e migrazioni: dell`orsa amapola sorpresa nelle foreste della carnia, dell`armeno zingirian incontrato nel suo cammino, del principe polacco potocki, e della perfetta, la donna che va lungo le strade del mondo.

"se un denominatore comune hanno queste novelle, e` l`atmosfera diffusa e il senso invincibile d`insicurezza dentro cui, volenti o nolenti, si muovono i personaggi. le tecniche di scrittura sono diverse, e non c`e` predominanza dell`una o dell`altra in un dato periodo creativo dell`autore: il quale probabilmente nella scelta si lasciava guidare dal soggetto della novella (dall`introduzione di cesare de marchi).