


pubblicato nel 1833 e ambientato nella barletta cinquecentesca, l`ettore fieramosca narra dell`affronto di un soldato francese all`indirizzo dei cavalieri italiani, vendicato da questi ultimi con intrepido slancio. insieme alle contese militari, spiccano nel romanzo l`infelice amore fra ettore e ginevra e le tormentate passioni di elvira e fanfulla da lodi. e un mondo romantico in cui fieramosca emerge come emblema di virtu` cavalieresca ed eroe dell`identita` nazionale ante litteram.


"se un denominatore comune hanno queste novelle, e` l`atmosfera diffusa e il senso invincibile d`insicurezza dentro cui, volenti o nolenti, si muovono i personaggi. le tecniche di scrittura sono diverse, e non c`e` predominanza dell`una o dell`altra in un dato periodo creativo dell`autore: il quale probabilmente nella scelta si lasciava guidare dal soggetto della novella (dall`introduzione di cesare de marchi).

durante la battaglia di solferino, il luogotenente di fanteria joseph trotta salva la vita al giovane imperatore francesco giuseppe. ma questo gesto eroico, travisato dalla retorica del potere, sancira` il declino della famiglia e diventera` lo specchio della fine dell`impero. parallelamente al dissolvimento della dinastia asburgica, i protagonisti del romanzo saranno attraversati dalle inquietudini di quegli anni, che finiranno per compiersi fatalmente nella tragedia della grande guerra. prefazione di claudio magris.

cosa spinge un uomo a commettere atti valorosi se non il desiderio di rendersi meritevole di lodi? che ne sarebbe delle donne oneste se non ci fossero quelle di facili costumi, pronte a soddisfare i piu` bassi bisogni dell`uomo? insomma, quale vantaggio verrebbe alla nazione se non esistessero il lusso, la volonta` di prevalere, di accumulare e di possedere? mandeville risponde senza ipocrisia ne` moralismo: coloro che rimpiangono l`eta` dell`oro, oltre all`onesta`, dovrebbero accettare anche le ghiande. cosi` "la favola delle api", paradossale analisi della societa` degli uomini attraverso le vicende di un alveare, diventera` un`opera di riferimento per i filosofi e gli economisti dei secoli successivi, da smith a ricardo, da marx a nietzsche, e si rivela ancora oggi apologo di sorprendente efficacia. introduzione di carlo sini.



"era calmo, freddo, imponente, maestoso. i marinai si erano avvicinati e stavano alle sue spalle. sovrastava il piu` alto di mezza testa. rispose: `faccio parte dell`equipaggio.` scandi` le parole con sicurezza e decisione. il tono profondo e sonoro della sua voce si diffuse sul cassero nitidamente. era beffardo per natura, come se dall`alto della sua statura, avesse contemplato tutta l`entita` della follia umana e si fosse convinto di voler essere tollerante."

nel 1637 uscirono in spagna, dove ebbero subito grande risonanza, queste venti novelle che si situano nella tradizione classica dei racconti del boccaccio e dei racconti di canterbury e che rimandano echi del racconto cavalleresco, pastorale, moresco e bizantino. sono tutte novelle d`amore e vi prevalgono compiacimenti sensuali e realistici, esposti con fine intuito psicologico. l`originalita` del narrare sta nel fatto che maria de zayas e` una donna-scrittrice, cosa non frequente nella spagna del suo tempo, quasi una scrittrice femminista ante litteram, che illustra le sue opinioni su amore, castita`, fedelta`, adulterio senza eccessive remore e concependo la vita non in senso tragico, ma come qualcosa che in fondo fa ridere.









Come molti adolescenti formati nelle scuole dei gesuiti, anche il quindicenne Daniello che bussò alla porta del noviziato di Novellara nel 1623 vi fu condotto dal desiderio di una missione tra i pagani, dalla volontà di diventare un apostolo e di trovare magari il premio supremo del sacrificio nelle remote terre d'oltreoceano. Ma anche nel suo caso, come in tanti altri, i superiori decisero altrimenti. E a giudicare dal risultato, l'averlo destinato al compito di scrivere non fu l'ultima delle scelte giuste che fecero." (dall'Introduzione di Adriano Prosperi)

"nell`incipit delle metamorfosi ovidio dichiara con lucida concisione l`argomento del poema: subito dopo, nel corso dello stesso v. 2, si saggia lo spettro semantico di mutare. invocando l`ispirazione divina sui suoi progetti (coeptis) il poeta insinua, con un rapido slittamento metalinguistico (), che di origine divina sia anche il mutamento della propria attivita` e della propria carriera poetica. sara` bene ricordarsi di questo lampo polisemico, quando nel libro xv si approssima il termine del carmen perpetuum, che dai primordi del caos giunge fino all`impero di augusto, e proprio la categoria del mutamento e` collocata al centro del discorso di pitagora, che ne fa il puntello di due forti posizioni ideologiche, tra loro collegate: la metempsicosi, o rinascita dell`anima dopo la morte novis domibus (xv, 159), cioe` in un nuovo corpo, proprio come recitava l`incipit, e il vegetarianismo, misura prudenziale contro il rischio che il nuovo corpo sia quello di un animale. ma nel potente respiro di un linguaggio indebitato con lucrezio, ancorche` divergente per molti contenuti, il principio che omnia mutantur (xv, 165) si allarga alla struttura globale dell`universo: nel tempo, inarrestabile come un fiume, cuncta novantur (xv, 185), a cominciare dall`alternanza tra notte e giorno e tra sole e luna e dalla successione delle stagioni, per poi proseguire con le epoche della vita umana, nel suo processo di sviluppo e successivo declino. (...) non sembra ragionevole dubitare che il discorso di pitagora costituisca nel suo insieme l`attribuzione di un senso unitario all`insieme delle metamorfosi della persona in animale, vegetale o minerale, che sono oggetto del discorso poetico, inquadrandole nel genere prossimo del mutamento; quello che manca e` invece il riferimento alla differenza specifica, consistente nel fatto che, mentre il sistema descritto da pitagora e` governato da un ritmo

insieme a micromegas viene pubblicato l`ingenuo e in entrambi i racconti voltaire mette a confronto realta` diverse: nell`ingenuo un giovane americano approda in europa, in micromegas un abitante di sirio si trasferisce su saturno. scopo dei racconti e` utilizzare, in modo metaforico, il punto di vista di un esterno sul mondo che incontra e di metterne in risalto le contraddizioni, le follie, le superstizioni. piu` narrativo l`ingenuo, piu` filosofico micromegas, in entrambi viene fuori la lucida e disincantata ragione volteriana che si misura sgomenta con le follie del mondo. testo francese a fronte.


restano famose le pagine che auerbach dedico` a gregorio di tours in mimesis, facendone il prosatore esemplare di un`epoca che aveva nel realismo immediato, cioe` senza forti mediazioni intellettuali, la sua caratteristica stilistica. poche idee astratte, nessuna strutturazione sintattica del mondo, ma in compenso immagini vive e tangibili, di grande forza espressiva. tutto questo auerbach lo diceva a proposito della storia dei franchi. ma gregorio di tours, oltre che storico, fu un fecondissimo agiografo. i suoi otto libri di "miracoli" rappresentano una delle testimonianze piu` importanti per lo studio di quello che viene considerato l`aspetto distintivo della religiosita` del periodo post-romano: il culto dei santi e delle loro reliquie. dei quattro libri dedicati a san martino, patrono della citta` di tours di cui gregorio fu vescovo metropolitano, viene qui proposta la prima traduzione italiana accompagnata da un ampio commento. il racconto dei miracoli di martino si snoda in una narrazione realistico-simbolica che possiede molteplici motivi di interesse: in primis quello propriamente religioso, per il significato quasi liturgico delle ripetute sequenze miracolistiche, e per il carattere a un tempo fisico e spirituale proprio del santo presente ancora in questo mondo attraverso le sue reliquie; poi quello culturale, per il rapporto con la medicina popolare e con la tradizione medica greco-romana, ma anche per il significato attribuito alla malattia del corpo interpretata come segno dell`unica vera malattia: quella dell`anima; infine quello pastorale e politico, sia per quanto riguarda le modalita` e i contenuti della predicazione svolta da gregorio, sia per la connessione di quest`ultima con una visione interamente confessionale della societa` umana che il vescovo di tours condivise con gontrano, il sovrano della dinastia merovingia a cui fu maggiormente legato. si tratta di motivi tra loro interconnessi, difficilmente scindibili l`uno dall`altro, rintracciabil

