
sigillano silenzi, sanciscono alleanze, impartiscono assoluzioni e infliggono condanne, i baci feroci. baci impressi a stampo sulle labbra per legare anima con anima, il destino tuo e` il mio, e per tutti il destino e` la legge del mare, dove cacciare e` soltanto il momento che precede l`essere preda. la paranza dei bambini ha conquistato il potere, controlla le piazze di spaccio a forcella, ma da sola non puo` comandare. per scalzare le vecchie famiglie di camorra e tenersi il centro storico, nicolas `o maraja deve creare una confederazione con `o white e la paranza dei capelloni. per non trasformarsi da predatori in prede, i bambini devono restare uniti. ed e` tutt`altro che facile. ogni paranzino, infatti, insegue la sua missione: nicolas vuole diventare il re della citta`, ma ha anche un fratello da vendicare; drago` porta un cognome potente, difficile da onorare; dentino, pazzo di dolore, e` uscito dal gruppo di fuoco e ora vuole eliminare `o maraja; biscottino ha un segreto da custodire per salvarsi la vita; stavodicendo non e` scappato abbastanza lontano; drone, pesce moscio, tucano, briato` e lollipop sono fedeli a nicolas, pero` sognano una paranza tutta loro... fra contrattazioni, tradimenti, vendette e ritorsioni, le vecchie famiglie li appoggiano per sopravvivere o tentano di ostacolarli, seminando discordia direttamente in seno alle paranze. una nuova guerra sta per scoppiare? prosegue il ciclo della paranza dei bambini e roberto saviano torna a raccontare i ragazzi dei nostri giorni feroci, nati in una terra di assassini e assassinati, disillusi dalle promesse di un mondo che non concede niente, tantomeno a loro. forti di fame. forti di rabbia. pronti a dare e ricevere baci che lasciano un sapore di sangue.

per un intero secolo, da quando, giosue` carducci ne patrocino` la prima edizione a stampa, lo

dimenticate troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. dimenticate la violenza e le stragi, la crudelta` e l`orrore. e seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d`armi - due giovani splendidi per gioventu` e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. madeline miller, studiosa e docente di antichita` classica, rievoca la storia d`amore e di morte di achille e patroclo, piegando il ritmo solenne dell`epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosita` e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l`omosessualita`. patroclo muore al posto di achille, per achille, e achille non vuole piu` vivere senza patroclo. sulle mura di troia si profilano due altissime ombre che oscurano l`ormai usurata vicenda di elena e paride.

un marito, una moglie, un amante: il classico triangolo al centro di tanta letteratura del passato e del presente costituisce il punto di partenza (e d`arrivo) dell`

febbraio 1862, la guerra civile e` iniziata da un anno, e il presidente degli stati uniti, abraham lincoln, e` alle prese con cio` che sta assumendo tutti i contorni di una catastrofe. nel frattempo willie, il figlio prediletto di undici anni, si ammala gravemente e muore. verra` sepolto a washington, nel cimitero di georgetown. a partire da questa scheggia di verita` storica - i giornali dell`epoca raccontano che lincoln si reco` nella cripta e apri` la bara per abbracciare il figlio morto - saunders mette in scena un inedito aldila` romanzesco popolato di anime in stallo. il bardo del titolo, un riferimento al

brooklyn, ai giorni nostri. durante una tempesta di neve, richard bowmaster, professore universitario spigoloso e riservato, tampona la macchina di evelyn ortega, una giovane donna emigrata illegalmente dal guatemala. quello che sembra solo un banale incidente prende tutt`altra piega quando evelyn si presenta a casa del professore per chiedere aiuto. smarrito, richard si rivolge alla vicina, che conosce a malapena, lucia maraz, una matura donna cilena con una vita complicata alle spalle. lucia, evelyn e richard, tre persone molto diverse tra loro, si ritrovano coinvolte in un thriller dalle conseguenze imprevedibili. tre destini che isabel allende incrocia per dare vita a un romanzo molto attuale sull`emigrazione e l`identita` americana, le seconde opportunita` e la speranza che, oltre l`inverno, ci aspetti sempre un`invincibile estate.



siamo a teatro: il vincitore di un premio letterario ci mostra le spalle e grida "grazie, grazie!" verso la platea che ha di fronte. le luci si spengono, il sipario si chiude e il protagonista si volge verso di noi. cerca le parole per ringraziare, ma il problema e`: chi, come e perche` ringraziare? l`autore premiato "per l`insieme della sua opera", punta alla sincerita`: diventa puntiglioso, politicamente scorretto e piu` va a fondo nella questione piu` il "grazie" s`ingigantisce e finisce con il toccare temi morali che vanno ben oltre l`occasione. a chi tocca questo ringraziamento? un omaggio di pennac ai suoi lettori, ma a questo bell`inchino simbolico l`autore arriva disegnando una figura nevrotica, contorta, esilarante di uomo confuso. un uomo al bivio.

variamente legata, nelle prove piu` giovanili, al gusto di elegante sperimentazione e insieme al culto dei classici che caratterizza l`area veneta di fine settecento, e nel 1797 intensamente coinvolta nella nuova situazione rivoluzionaria, la poesia foscoliana matura intorno al 1800 una straordinaria densita` e fermezza di scrittura in cui si declina il mito dell`eroe sconfitto e disingannato, in attesa di morte. in seguito, fra i "sepolcri" e" le grazie", foscolo tenta percorsi piu` complessi, nella direzione, suggerita soprattutto dagli antichi, di un discorso poetico che esplori la condizione umana e le sue chances, oltre il male storico. nel suo insieme un`esperienza fra le piu` alte nella poesia europea del tempo e pure sottilmente aperta sull`oggi.

"vicolo del mortaio" e` la descrizione, lievemente ironica e distaccata, della vita quotidiana che si svolge in un vicolo del cairo, durante la seconda guerra mondiale. mahfuz ci offre il vivido ritratto di un`umanita` dolente, spesso molto misera: lo sfruttatore di mendicanti che procura mutilazioni definitive dietro compenso; il proprietario del caffe`, esacerbato da un`inclinazione omosessuale e dall`assuefazione alla droga; il giovane barbiere che vuole santificare il suo amore per il vicolo attraverso quello per una ragazza, hamida; e poi hamida stessa, nella cui volonta` di fuga dallo squallore del suo quartiere natio e` adombrata la ribellione radicale, l`impronta di un eterno e universale "esser-giovani", in opposizione a ogni forma di immobilita`. mahfuz rappresenta tutto cio` con semplicita` e insieme con esotica raffinatezza, dosando i dialoghi e i momenti di riflessione in modo da lasciare sempre un varco tra un episodio e l`altro. in ultimo, e` la vita, nella sua nudita` essenziale e drammatica, a imporsi a tutti come una sorta di riequilibratore deus ex machina.

dopo una giornataccia passata a lavorare su un quadruplo omicidio, il detective hoke moseley, cronicamente depresso, sempre squattrinato e fuori dagli schemi, finalmente si gode il meritato riposo in una piccola stanza dell`anonimo eldorado hotel di miami, cullato da un bicchiere di brandy. quando sente bussare alla porta, distratto e con la guardia abbassata, non esita ad aprire. il giorno dopo si ritrova all`ospedale, notevolmente ammaccato e con la mandibola spappolata. ripensa ai casi degli ultimi dieci anni e si interroga su chi avrebbe voluto picchiarlo fino a fargli perdere i sensi, rubargli la pistola e il distintivo e, dettaglio ancora piu` inquietante, scappare con la sua dentiera. i primi indizi pero` non sembrano portare a una vendetta, ma verso qualcosa di imponderabile che forse collega l`episodio a una giovanissima escort, al suo fidanzato e a un bizzarro omicidio di un hare krishna.

nel 1984, italo calvino cosi` annunciava la pubblicazione di

a fronte della crisi del concetto stesso di famiglia e di atroci episodi di cronaca, eva cantarella e` venuta interrogandosi - forte dei suoi strumenti di studiosa del diritto e della cultura antica - sulla storia di quel rapporto che, insieme alla dinamica degli affetti, porta inevitabilmente con se` tensioni, conflitti e, molto spesso, violenza. questa conflittualita` affonda le sue radici lontano: nei miti teogonici, nella famiglia patriarcale, nelle storie, spesso sanguinose, che la letteratura testimonia con straordinaria evidenza; nella mitologia, nei poemi omerici e nella tragedia classica, dove il tema della famiglia diventa il teatro pieno d`ombre della ferocia, della vendetta, della ribellione. un teatro che, se a tutta prima parrebbe non implicare uno scontro generazionale, in realta` lo contiene, lo nutre, lo agita. una volta di piu` eva cantarella si rivela evocatrice di personaggi e di storie, da crono, signore dei titani, divoratore dei suoi stessi figli, a teseo, il parricida che uccide il proprio figlio; da telemaco l`obbediente a ettore il saggio, sia come padre sia come figlio; dai ribelli antigone e oreste a medea, madre assassina.

storie viste dal marciapiede, dal basso di chi nei luoghi sta. cartoline, brevi lettere, trenta racconti scritti come si fa quando si parte per davvero e si racconta una storia a qualcuno che si ama. con lo stesso titolo era gia` uscito un altro libro di erri de luca, alla fine degli anni novanta. in quell`edizione c`erano le storie dei suoi viaggi nella bosnia in guerra, nel pieno della guerra civile jugoslava. in questo altro "pianoterra" quelle storie non ci sono quasi piu`. resta pero` identica la prospettiva di chi guarda. perche` questo libro e` un "atto di residenza": racconta luoghi, avventure, impressioni, uniti da un esclusivo punto di vista, quello del "pianoterra". "tra due esseri umani e` infinito il grado di premure che possono offrirsi incontrandosi al pianoterra di un marciapiede [...]. dall`angolo stretto di chi sta in una folla proviene la scrittura di queste pagine." cosa e` la virilita`, come cambia e cosa diventa. l`idea di patria. la pentola sul fuoco e nonna emma e decine di altre storie di residenza.

undici racconti, undici protagonisti; comune denominatore: la cattiveria, l`ipocrisia, il disprezzo per il dolore altrui, l`atavica mentalita` del servo che vuol solo essere padrone di altri servi. e un ritratto impietoso e sarcastico dell`egitto di oggi. molto lontano dall`esotismo turistico e dalla retorica "impegnata", e` il ritratto di un`umanita` piccolo-borghese irrimediabilmente sconfitta, improduttiva, rinchiusa nella propria rispettabilita` esteriore, ma moralmente abietta.

mark twain e` stato un autore dissacrante, sempre arguto e ironico nei confronti dei codici morali e delle convenzioni che strutturano le consuetudini tradizionali di vita. nelle storie qui raccolte - scritte nel suo periodo creativo piu` fertile, dal 1863 al 1895 - la sua verve umoristica e polemica diventa assoluta protagonista. ed ecco in rapida sequenza: i consigli spregiudicati a bambini e bambine, gli approcci irriverenti alla retorica sui "padri della patria" e la graffiante ironia nei confronti della religione e del perbenismo. ma anche il ribaltamento di trame edulcorate e moraleggianti, cattivi che hanno successo e buoni che falliscono miseramente, un mondo civile e politico messo alla berlina a volte in maniera macabra. per non parlare poi delle riflessioni al vetriolo sull`ansia di rispettabilita`, sull`ipocrisia diffusa, sulla filosofia della "legge e ordine" e degli aspri attacchi al razzismo della societa` americana... quella che risuona con vigore in questi racconti e` la voce di grande attualita` e fuori da ogni schema di twain: un salutare antidoto ai luoghi comuni e al razzismo. un grande scrittore libertario.

nel profondo sud degli stati uniti, tra i ruggenti anni venti e gli anni desolati della grande depressione, una strana coppia percorre le strade assolate del mississippi e dell`arkansas su una ford a due porte. lui e` il rappresentante di una ditta di amido per il bucato. lei e` sua moglie. si sono conosciuti giovanissimi, si sono sposati, si amano e hanno deciso di viaggiare insieme per non doversi separare. e cosi`, per una ventina d`anni, passeranno da un grossista all`altro, da un albergo all`altro, da un ristorante all`altro (festeggiando ogni tanto con qualche bevuta, alla faccia del proibizionismo), felici di una vita che non potrebbe essere migliore. l`imprevista gravidanza della moglie cambia tutto. l`arrivo di un figlio inatteso separa inevitabilmente quella coppia cosi` unita, costringendo l`uno a un pesante lavoro solitario, l`altra a una vita stanziale in citta`. ma quel figlio, peraltro graditissimo e accolto con immensa gioia da entrambi i genitori, non e` un ragazzo qualunque, e nel corso degli anni si affermera` come importante scrittore americano contemporaneo: l`autore di questo libro, richard ford.

il libro include nove fiabe originariamente pubblicate in due raccolte: "il principe felice e altre storie" del 1888 e "una casa dei melograni" del 1891. se riguardo al primo volume wilde stesso lascio` trapelare, ma non senza ambiguita`, che si trattava di un libro per bambini, il secondo volume non era, a suo dire, rivolto "ne` ai bambini inglesi ne` a un pubblico inglese". in queste favole per adulti s`intravede lo spirito rivoluzionario che aveva portato l`autore a comporre negli stessi anni "l`anima dell`uomo sotto il socialismo": un atteggiamento che tramite il paradosso e la battuta di spirito, e anche l`argomentazione allegorica, vuole sovvertire le aspettative del lettore e al contempo minare la possibilita` di letture tranquillizzanti. ma le diverse storie qui raccolte del principe felice, del gigante egoista, dell`infanta di spagna, dell`usignolo e la rosa sono anche le storie che oscar wilde raccontava ai figli: quindi favole educative, commoventi, attraverso le quali trasmetteva loro i suoi valori morali.

una citta` di provincia, una casa in cima a una scalinata, una stanza al piano di sopra, dove c`e` un uomo, immobilizzato in un letto. ester studia poco, frequenta un gruppo di amici con cui passa tutto il tempo a fumare al baretto sul mare o a bere nelle cantine dei ragazzi delle case popolari. ester sembra libera e indipendente, bacia e sa farsi sfiorare, si concede e si ritrae, e sa scatenare il desiderio di un uomo piu` grande. invece, a un certo punto si perde, smarrendosi nel silenzio spesso di casa sua, nell`impossibilita` di comunicare con la madre se non attraverso frasi brevi e sprezzanti. affonda nell`incapacita` di nutrirsi, nel disperato sgomento di quella stanza di cui non si puo` parlare: li` dove c`e` il padre, da dieci anni muto, congelato tra la vita e la morte. "la stanza di sopra" e` il primo romanzo di rosella postorino: una cronaca dell`anatomia emotiva del distacco doloroso e incolmabile che separa l`infanzia dalla maturita`.

il "livro do desassossego" e` costituito soprattutto da una disordinata collezione di frammenti nutriti dalla linfa del desassossego - dell`inquietudine esistenziale, dello spleen, del perturbante. l`opera originale e` di fatto uno zibaldone, un diario mai licenziato dall`autore come opera chiusa e compiuta. nel 1986, maria jose` de lancastre e antonio tabucchi tradussero e curarono per feltrinelli la prima edizione italiana del livro do desassossego, proponendo una scelta ragionata di lacerti da poco definitivamente attribuiti a bernardo soares - tratti dai due volumi della cosiddetta edizione "t" prado coelho - che finalmente dava a conoscere al pubblico, tentando una prima compilazione in forma di libro, lo zibaldone di bernardo soares filologicamente ancora "in divenire". "il secondo libro dell`inquietudine, a cura di roberto francavilla, completa il lavoro di antonio tabucchi e maria jose` de lancastre e gli rende omaggio (e proprio percio` contiene nel titolo l`arbitrio dell`aggettivo secondo).

un nuovo barnum. una nuova visita guidata alle cose del mondo, e agli uomini che lo rendono abitabile, o semplicemente piu` riconoscibile. baricco insegue il mondo, e induce i suoi lettori a partecipare la curiosita` con cui va a stanare notizie, episodi, insistenze, personaggi, dibattiti, immagini. stanando dice e dicendo mostra, con una varieta` di accenti e di esposizione che, per citare una sua antica generosa ossessione, fa pensare al circo, al barnum delle meraviglie. ecco dunque un nuovo barnum che si aggiunge ai due pubblicati negli anni novanta. qui facciamo i conti con la riforma dello spettacolo, con la scuola come videogame, con la priorita` delle storie, con il cantiere della morgan library di renzo piano, con la cinquecento miglia di indianapolis, con le immagini di vivian maier, con le provocazioni di houellebecq e l`eredita` di gabriel garcia marquez. una grande occasione per farsi sedurre, sorprendere, interrogare.

la protagonista indiscussa di questo grande romanzo d`amore e follia e` la giovane, oscuramente affascinante, marina crusnelli di malombra, ospitata dallo zio, il conte cesare d`ormengo, in una magnifica villa sul lago di como. venuta in possesso di un autografo dell`antenata cecilia, apparentemente portata alla morte dal marito, padre dell`attuale conte, si convince di esserne la reincarnazione e di avere l`obbligo di vendicarne l`assassinio. quando alla villa giunge lo sconosciuto scrittore corrado silla, orfano di una cara amica del conte cesare, i due giovani vengono subito travolti da un amore tormentato ma assoluto. un amore destinato tuttavia, a causa della crescente pazzia di marina, a essere trascinato verso un gorgo inevitabile.

la storia della fuga di enea da troia in fiamme e della fondazione, dopo molte peripezie e battaglie, di roma, fu scritta da virgilio tra il 29 e il 19 a.c. e rimase incompiuta per la morte dell`autore all`eta` di cinquantuno anni. nei secoli, generazioni e generazioni di lettori si sono formate, commosse e divertite sulle pagine dell`"eneide". come scrisse il poeta thomas s. eliot, nella celebre conferenza "what is a classic?", tenuta a londra il 16 ottobre 1944, mentre la barbarie infuriava nel mondo: "in lui si riassumono tanti simboli della storia d`europa e rappresenta valori europei tanto essenziali [...]. nessuna lingua moderna puo` sperare di produrre un classico in questo senso. il nostro classico, il classico di tutta l`europa, e` virgilio".

il pensiero occidentale e` da sempre caratterizzato da un pensiero binario asimmetrico, di cui le opposizioni uomo/donna e mente/corpo rappresentano solo due tra gli assi concettuali piu` importanti. si tratta di opposizioni tra termini mai tra loro equivalenti, dualismi da sempre funzionali alle pratiche del dominio: sulle donne, sulla gente di colore, sulla natura, sui lavoratori, sugli animali. la nascita del cyborg, da metafora fantascientifica a condizione umana, pero` cambia questo stato di cose. perche` il cyborg e` al contempo uomo e macchina, individuo non sessuato situato oltre le categorie di genere. la pretesa naturalita` dell`uomo e` quindi solo una costruzione culturale, poiche` oggi tutti noi siamo in qualche modo dei cyborg. l`uso di protesi, lenti a contatto, by-pass e` solo un esempio di come la scienza sia compenetrata nel quotidiano e abbia trasformato il corpo. se il corpo puo` venire trasformato e gestito, esso non e` piu` sede di una presunta naturalita` contrapposta all`artificialita` e non possiamo piu` pensare all`uomo in termini esclusivamente biologici. il cyborg non e` quindi ne` macchina ne` uomo, ne` maschio ne` femmina, situato oltre i confini delle categorie che normalmente utilizziamo per interpretare il mondo.

la rubrica "taccuino di un vecchio sporcaccione" debutta sulle riviste underground statunitensi nel maggio del 1967. cronista di eccezione e` charles bukowski, che in questa raccolta - estrapolata dalle sue migliori pagine - ci accompagna con la consueta lucidita` dissacrante dai rivoluzionari anni sessanta ai disincantati anni ottanta. gli scenari cambiano ma bukowski rimane sempre fedele e leale a se stesso. e bukowski, bellezza! bukowski! e non ci si puo` fare niente, se non amarlo e continuare a leggerlo.

scritto nel 1870, il romanzo di jules verne, tra i piu` celebri dello scrittore francese, e` stato ripreso nel corso del novecento da innumerevoli adattamenti televisivi e cinematografici. pensato come il primo volume di una trilogia, fin da subito il romanzo accese l`immaginazione dei contemporanei, per la straordinaria visione di un sottomarino in grado di esplorare il fondo dei mari. una nave, difatti, l`abraham lincoln, viene incaricata di catturare un misterioso mostro marino. nell`equipaggio spiccano il naturalista, professore aronnax, il servo conseil e il fiocinatore ned land. travolti da un`ondata, i tre vengono raccolti proprio dal "mostro marino", il nautilus, guidato dal misterioso capitano nemo, un uomo che rifugge il consesso civile, si schiera talvolta a sostegno degli oppressi e peraltro si sente un perseguitato. insieme al capitano nemo, avranno modo di percorrere in lungo e in largo gli oceani, alla riscoperta delle rovine dell`atlantide perduta e lottando contro piovre gigantesche, fino al sorprendente finale.

settimo pannello del ciclo dei rougon-macquart, iniziato nel 1871 con "la fortuna dei rougon" e che si concludera` venti anni piu` tardi con il "dottor pascal", "lo scannatoio" (1877) e` il primo "romanzo sul popolo che non menta, e che abbia lo stesso odore del popolo". quando inizia a uscire sulle pagine del "bien publique", nell`aprile del 1876, il romanzo viene immediatamente accusato di oscenita`. il successo e` enorme, senza precedenti: trentotto ristampe nel 1877, altre dodici l`anno seguente. inizia l`era dei bestseller. per ste`phane mallarme`, il libro non e` solo lo specchio di un`epoca di ricerca e rinnovamento, in cui l`arte si ritrova incapace di rappresentare e assecondare le convenzioni e le ipocrisie della gente perbene, ma e` anche "un eccezionale esperimento letterario", in cui la "verita` diviene la forma popolare della bellezza".


la proposta di mieli, illustrata nel libro e sperimentata in prima persona con coerenza estrema, e` un`utopia da vivere, partendo dal presupposto che la liberazione dell`eros nelle sue forme neglette e represse e` il solo serio antidoto al predominio mortifero della norma e del capitalismo. si tratta, dice mieli, di aprire una breccia nella psiche mutilata dalla dittatura della normalita` per lasciar emergere la transessualita` sepolta in ciascuno di noi, "l`ermafroditismo originario e profondo di ogni individuo". questa opera di liberazione e` alla base di un percorso di dissolvimento e ricomposizione dell`identita` umana che mira al conseguimento di una nuova soggettivita` androgina e pansessuale. temi di questo genere fanno di mieli un anticipatore di molte riflessioni successive che, a partire dagli anni ottanta, hanno rimesso in gioco le categorie della sessualita` in nome di una visione creativa dei concetti di genere e identita` sessuale. questa edizione di "elementi di critica omosessuale", a cura di gianni rossi barilli e paola mieli, include in appendice saggi di teresa de lauretis, simonetta spinelli, tim dean, david jacobson, christopher lane e claude rabant: studiosi di diversa estrazione e diverse nazionalita` che trovano importante l`incontro con mario mieli e il suo pensiero.

esiste un momento nella vita di ognuno di noi dopo il quale niente sara` piu` come prima: quel momento e` adesso. arriva quando ci innamoriamo, come si innamorano lidia e pietro. sempre in cerca di emozioni forti lei, introverso e prigioniero del passato lui: si incontrano. rinunciando a ogni certezza, si fermano, anche se affidarsi alla vita ha gia` tradito entrambi, ma chissa`, forse proprio per questo, finalmente, adesso... e allora lidia che ne fara` della sua ansia di fuga? e di lorenzo, il suo "amoreterno", a cui la lega ancora qualcosa di ostinato? pietro come potra` accedere allo stupore, se non affrontera` un trauma che, anno dopo anno, si e` abituato a dimenticare? chiara gamberale stavolta raccoglie la scommessa piu` alta: raccontare l`innamoramento dall`interno. cercare parole per l`attrazione, per il sesso, per la battaglia continua tra le nostre ferite e le nostre speranze, fino a interrogarsi sul mistero a cui tutto questo ci chiama. grazie a una voce a tratti sognante e a tratti chirurgica, ci troviamo a tu per tu con gli slanci, le resistenze, gli errori di lidia e pietro e con i nostri, per poi calarci in quel punto "sotto le costole, all`altezza della pancia" dove e` possibile accada quello a cui tutti aspiriamo ma che tutti spaventa: cambiare. mentre attorno ai due protagonisti una giostra di personaggi tragicomici mette in scena l`affanno di chi invece, anziche` fermarsi, continua a rincorrere gli altri per fuggire da se stesso...

la biografia di bukowski include due tentativi di lavorare come impiegato, dimissioni dal "posto fisso" a cinquant`anni suonati, "per non uscire di senno del tutto" e vari divorzi. questi scarsi elementi ricorrono con insistenza nella narrativa di bukowski, piu` un romanzo a disordinate puntate che non racconti a se`, dove si alternano e si mischiano a personaggi ed eventi di fantasia. "rispetto alla tradizione letteraria americana si sente che bukowski realizza uno scarto, ed e` uno scarto significativo", ha scritto beniamino placido su "la repubblica", aggiungendo: "in questa scrittura molto "letteraria", ripetitiva, sostanzialmente prevedibile, bukowski fa irruzione con una cosa nuova. la cosa nuova e` lui stesso, charles bukowski. lui che ha cinquant`anni, le tasche vuote, lo stomaco devastato, il sesso perennemente in furore; lui che soffre di emorragie e di insonnia; lui che ama il vecchio hemingway; lui che passa le giornate cercando di racimolare qualche vincita alle corse dei cavalli; lui che ci sta per salutare adesso perche` ha visto una gonna sollevarsi sulle gambe di una donna, li` su quella panchina del parco. lui, charles bukowski, "forse un genio, forse un barbone". "charles bukowski, detto gambe d`elefante, il fallito", perche` questi racconti sono sempre, rigorosamente in prima persona. e in presa diretta". un pazzo innamorato beffardo, tenero, cinico, i cui racconti scaturiscono da esperienze dure, pagate tutte di persona, senza comodi alibi sociali e senza falsi pudori.


gli occhi grandi e profondi a forma di mandorla, il volto dai tratti regolari, i folti capelli castani: la bellezza di maria e` di quelle che gettano una mali`a su chi vi posi lo sguardo, proprio come accade a pietro sala - che se ne innamora a prima vista e chiede la sua mano senza curarsi della dote - e, in maniera meno evidente, all`amico giosue`, che e` stato cresciuto dal padre di lei e che maria considera una sorta di fratello maggiore. maria ha solo quindici anni, pietro trentaquattro; lui e` un facoltoso bonvivant che ama i viaggi, il gioco d`azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista di grandi ideali ma di mezzi limitati. eppure, il matrimonio con pietro si rivela una scelta felice: fuori dalle mura familiari, maria scopre un senso piu` ampio dell`esistenza, una liberta` di vivere che coincide con una profonda percezione del diritto al piacere e a piacere. attraverso l`eros, a cui pietro la inizia con sapida naturalezza, arriva per lei la conoscenza di se` e dei propri desideri, nonche` l`apertura al bello e a un personalissimo sentimento della giustizia. durante una vacanza a tripoli, complice il deserto, maria scopre anche di cosa e` fatto il rapporto che, fino ad allora oscuramente, l`ha legata a giosue`. comincia una rovente storia d`amore che copre piu` di vent`anni di incontri, di separazioni, di convegni clandestini in attesa di una nuova pace.

agli estremi confini del mondo conosciuto, fra le tempeste e i ghiacci del mar nero, c`e` un paese selvaggio e poco abitato, tomi (l`odierna costanza), il luogo della relegatio di publio ovidio nasone, che li` visse per una decina d`anni e che vi fu sepolto il 17 o il 18 d.c. in una totale trasmutazione di tempi, in completo anacronismo, giunge a tomi un amico di ovidio, cotta, determinato a trovare tracce del poeta e del suo capolavoro incompiuto, le metamorfosi. la singolarita` di "il mondo estremo" fa si` che il lettore sia coinvolto nella ricerca di cotta e ritrovi, attraverso di lui, un mondo siamo ai giorni nostri - in cui il mito si trasfigura in realta`. ecco allora che il contesto diviene minutamente realistico e, per esempio, alla sera, nella desolata piazza della ferrigna tomi, giunge cypari, un "proiezionista" ambulante, che mostra un film d`amore disperato in cui la bella alcione viene trasformata, assieme al compianto sposo, in un uccello marino. cotta trovera` presso tomi, a trachila, in montagna, la casa di ovidio. lo aiutera` pitagora di samo, ridotto a servo di ovidio, e, nel folto dei boschi cupi e terribili, sotto una coltre di lumache striscianti, appariranno delle pietre con i versi incisi dal poeta. e ancora, in una memorabile alba, mentre si consumano i riti del carnevale, apparira` un corteo di pazzi, travestiti chi da dio sole, chi da medea, chi da orfeo... recitano strani versi di un`opera distrutta dall`autore, ma non scomparsa: le metamorfosi.

"avevamo la sensazione che la vita sarebbe stata una gran cosa" poeta dell`eccesso, bukowski porta alta la bandiera di un anticonformismo californiano che ha una lunga storia alle spalle (una storia che comprende henry miller, i poeti beat e una cultura underground tanto articolata quanto pittoresca). in

diciottenne appena uscito dal liceo, karl ove knausg?rd va a vivere in un piccolo villaggio di pescatori nell`estremo nord della norvegia, sul circolo polare artico. lo attende il suo primo lavoro da insegnante, anche se karl ove non mostra grande interesse per la professione. il suo obiettivo e mettere da parte i soldi per viaggiare e trovare spazio e tempo per dare avvio alla sua carriera di scrittore. all`inizio tutto sembra andare bene: nascono i primi racconti, la bizzarra gente del posto e` interessante e riceve lusinghiere attenzioni da diverse ragazze. ma quando le lunghe notti polari cominciano a oscurare il meraviglioso paesaggio, la vita di karl ove prende un`altra piega. le storie che scrive tendono a ripetersi, beve sempre di piu` e i suoi tentativi di perdere la verginita` finiscono in umiliazione e vergogna, fino all`attrazione proibita per una giovanissima allieva. e lungo la strada riemergono gli anni del liceo e le radici dei suoi problemi. tutto, sempre, all`ombra del padre.

i primi quattro racconti di questa raccolta sono percorsi da una vena di ironica malinconia per le occasioni mancate e per il passaggio inesorabile del tempo. in "nona e tredicesima" un musicista di piano-bar sogna cio` che avrebbe potuto essere; in "v.o. versione originale" un regista della giuria di un festival dell`horror e del fantasy tentenna fra due rapporti possibili per ripiombare nell`inconcludenza di una vita mediocre; in "ai ferri corti" una coppia di pensionati vive nella solitudine rassegnata di una casa sul mare alla quale non sono riusciti a dare un nome, neppure dopo anni di lunghe discussioni; in "leida" una donna spiega la nostalgia a un giovane ammiratore. i successivi tre racconti sono storie compiute e allo stesso tempo - come dice l`autore nella nota introduttiva - schizzi e frammenti per un`opera di piu` ampio respiro intitolata "unrest", che traccia la storia di una famiglia borghese nella seconda meta` del ventesimo secolo. in "ivy e le sue sciocchezze" l`io narrante e` il figlio piu` piccolo, che a dieci anni, mentre la famiglia allargata e` riunita per natale, vede il fantasma di un uomo assassinato dalla moglie. in "pentatonica" assistiamo alla prima frattura di un matrimonio che rivela la fondamentale diversita` nel sentire dei coniugi, durante il saggio a scuola della figlia. e in "rotary park" una donna scompare proprio alla vigilia di natale nell`impossibilita` di porre rimedio al senso di inquietudine che domina il suo matrimonio. infine, "billy wilder. diario di un`ossessione", il racconto che chiude la raccolta, evoca la vera ossessione dell`autore per un film amato di billy wilder, "la vita di sherlock holmes", e in particolare per la colonna sonora.

la poesia greca antica, a differenza di quella moderna, non era destinata alla lettura e alla ricezione solitaria, ma all`esecuzione di un singolo cantore o di un coro con l`accompagnamento musicale di uno strumento a corda o a fiato, e in certi casi con movimenti di danza. la performance poetica era un vero e proprio spettacolo in presenza di un pubblico, che poteva variare dal gruppo circoscritto e omogeneo del simposio all`intera comunita` civica. la poesia greca agiva come mezzo di interrelazione tra singolo e collettivita`, come strumento di partecipazione e integrazione, ma anche di interpretazione, discussione e costruzione della realta`. attraverso la poesia l`uomo greco non solo conosceva le radici della sua identita`, riflesse nel passato mitico e storico, ma era anche orientato verso valori e modelli autorevoli di comportamento. il poeta era un sapiente, depositario di conoscenze e valori, e la sua opera era politica, poiche` era un "maestro di verita`" che interveniva in modo influente nella vita pubblica e nella formazione della coscienza della polis. in questa antologia vengono raccolti alcuni componimenti di quei poeti che hanno costituito il canone della lirica greca antica, monodica e corale, alcmane, saffo, alceo, stesicoro, ibico, anacreonte, simonide, pindaro, bacchilide e corinna, introdotti e commentati dai curatori, con lo sforzo di far comunicare passato dei classici e presente dei contemporanei.

a mezudat ram, un kibbutz isolato nel nord del paese, circondato da nemici e sormontato dall`ombra di cupe montagne, si svolge la vita di una comunita` di coloni, dediti all`agricoltura e all`allevamento, allo sport, alla musica, al dibattito, ma soprattutto alla purificazione. a trent`anni dalla fondazione del kibbutz, infatti, sono essenzialmente gli ideali di miglioramento personale e collettivo che sostengono i kibbutzim e il miglioramento si attua anche grazie al pettegolezzo. questo spiega la voce narrante di un colono che guida il lettore - non senza malizia e ironia - alla scoperta degli abitanti del kibbutz, concentrandosi soprattutto sulla famiglia di ruben harish. questi e` tra i piu` convinti sostenitori di una vita pacifica e collettiva, l`instancabile cantore delle virtu` di un`esistenza semplice e illuminata, il poeta del kibbutz. la moglie eva lo ha abbandonato per fuggire con un cugino in visita a mezudat ram come turista. si e` sposata, vive in germania e aiuta il nuovo marito a gestire un night-club. ruben lo ha accettato senza lamentarsi, sprofondando in una tristezza nobilitata dai doveri di maestro, guida turistica e poeta. e rimasto solo col figlio gai e la figlia noga e, per consolarsi, ha iniziato una blanda relazione con un`amica, bronka, un`insegnante sposata, madre di due figli. ma noga, che ha sedici anni, sembra aver ereditato la grazia e l`irrequietezza della madre; ezra, il marito di bronka, un camionista appassionato di bibbia che cita frasi sagge, diversamente da ruben sa vivere le proprie emozioni. e quando dalla germania arriva zachariah, il fratello di ezra, un personaggio misterioso e conturbante, le cui mire e comportamenti nessuno comprende, la comunita` e` gettata nello scompiglio.

la tenerissima storia dell`improbabile amicizia tra un grande e possente orso e un`impertinente topina pittrice. due personaggi bizzarri e dolcissimi, le situazioni comiche, il generale sovvertimento delle regole e la forza di un sentimento che sconfigge ogni pregiudizio... eta` di lettura: da 7 anni.

bob dylan e` un nome in cui si incarna un`intera nazione di artisti: il moralista misantropo, il rivoluzionario conservatore, lo gnostico innamorato della creazione, il profeta di mutamenti e il talmudista di sventure. la prima edizione di questo libro, uscita nel 2001, ha fornito per la prima volta al lettore italiano una geografia completa e criticamente profonda della sua opera. negli ultimi dieci anni dylan non ha perso nulla della sua autorevolezza, anzi con i suoi ultimi album si e` trovato piu` di una volta al primo posto nelle classifiche mondiali. la nuova edizione di questo libro, aggiornata e ampliata con una nuova introduzione e due nuovi capitoli, conferma l`importanza di bob dylan nel panorama culturale dei secoli xx e xxi, e insieme testimonia una fedelta` critica e di pensiero, una costante riflessione su cio` che lega dylan alla sua terra e alla sua cultura. soprattutto, questo libro e` il ritratto di dylan come servitore della sua inimitabile voce, magnetica e incandescente, mitica e metamorfica, che per tanti e in tutto il mondo e` stata una porta aperta sull`america, le sue strade e i suoi popoli, i suoi delitti e i suoi amori, cantati e attraversati in tutte le forme e tutti gli stili.

pubblicato anonimo nel 1816, "emma" appartiene agli scritti cosiddetti "della maturita`" di jane austen. tema centrale nel romanzo e` il fraintendimento in amore. emma, la protagonista, rimasta padrona assoluta della casa dove vive dopo il matrimonio della sorella, si trova a gestire il piccolo mondo che le ruota intorno con una buona volonta` alquanto presuntuosa. accolta in casa una giovane ragazza, henriette smith, emma cerca di maritarla adeguatamente. tra i possibili pretendenti sceglie per lei elton, il vicario del paese, inducendola a rifiutare al con tempo l`offerta di martin, un rispettabile agricoltore del luogo. ma ogni piano salta quando in realta` si scopre che elton, in fondo un arrampicatore sociale, voleva invece sposare emma. fra i tanti personaggi che la circondano, l`unico in grado di dire la verita` a emma, e di farle notare i suoi difetti e le sue debolezze, e` l` amico knightley, suo vicino e fratello maggiore del cognato. alla fine sara` proprio lui a sposarla, mentre henriette convolera` a nozze con il giovane martin, precedentemente respinto. anche in questo romanzo jane austen pone al centro della sua narrazione le atmosfere, i desideri e i vissuti della gentry inglese di inizio ottocento, riuscendone a restituire gli odori e le dinamiche piu` profonde.

"il segno dei quattro", il secondo romanzo di arthur conan doyle sulle inchieste del piu` famoso detective di tutti i tempi, rappresenta il momento in cui la saga piu` fortunata e immarcescibile della letteratura popolare raggiunge la sua maturita`, un importante passaggio verso l`evoluzione di holmes a icona culturale planetaria (e` in queste pagine che troviamo l`enunciazione della sua memorabile regola "quando hai escluso l`impossibile, cio` che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verita`"). la trama, comprensiva di un antesignano del delitto in una camera chiusa, procede ingegnosa e spedita sino all`ultimo capitolo, senza le lunghe pause dedicate agli antefatti tipiche della letteratura poliziesca dell`epoca; il personaggio di sherlock holmes diventa sempre piu` sfaccettato e umano tra crisi maniaco-depressive e dipendenza dalla cocaina in soluzione al 7%; e anche il dottor watson esce dal ruolo di semplice narratore per diventare protagonista a pieno titolo (e` qui che conosce l`amata mary). per questo "ii segno dei quattro" e`, assieme al "mastino dei baskerville", il romanzo su sherlock holmes piu` amato dai milioni di appassionati del detective di baker street. in appendice il racconto dell`autore sulla nascita del personaggio sherlock holmes.

e il decimo dei "dialoghi" di seneca, dedicato al suocero pompeo paolino, che aveva in quel momento l`importante incarico di prefetto dell`annona, cioe` di raccolta e distribuzione del grano nell`urbe. e proprio all`amico, oltre che parente, seneca da` il consiglio di ritirarsi a vita privata, tralasciando ogni attivita` pubblica. assumendo cioe` un atteggiamento filosofico apparentemente epicureo, nonostante lo stesso seneca fosse un esponente importante dello stoicismo romano. e in realta` una fase difficile, questa per seneca, per un breve lasso di tempo fuori dai giochi politici, prima ancora di ritornare in auge grazie al nuovo imperatore nerone. il trattatello si basa su un paradosso. non e` la vita a essere breve, come invece comunemente si crede. essa e` lunga, purche` la si sappia razionalmente impiegare. pero` la vita non deve essere dedicata agli altri, ma al sapere e alla filosofia. l`approccio di seneca in questo dialogo definisce un importante modello di vita spirituale per l`eta` classica: seneca concepisce la filosofia come ricerca della virtu` e pratica della liberta`.

la prima raccolta dei tre testi in prosa del poeta mahmud darwish. dice elias sanbar: "darwish non era ambasciatore del suo paese ma un poeta slegato dalla nazionalita` e dal passaporto. certamente la palestina era il suo humus, la terra dove affondava le radici: la sua flora e la sua fauna, la sua musica e le sue nuvole, ma tutto questo non doveva essere il suo limite. se parla di terra, quella terra e` proprio la sua terra. non si e` mai impantanato nelle chiavi di lettura che davano della sua opera". "diario di ordinaria tristezza" (1973) ripercorre il tempo che precede la scelta dell`esilio, gli arresti domiciliari, gli interrogatori degli ufficiali israeliani, il carcere, e chiude la fase piu` drasticamente militante del poeta. "memoria per l`oblio" (1987) evoca l`invasione israeliana di beirut nell`agosto del 1982. "in presenza d`assenza" (2006) e` una riflessione sull`esperienza poetica e sulla lingua. una sorta di testamento, che coincide con l`addio dello struggente poema "il giocatore d`azzardo" (2009), che chiude questo volume.

una famiglia di quattro - madre, padre e i due figli - si trasferisce sull`isola di tromoya, al largo della costa meridionale della norvegia, in una casa nuova. sono i primi anni settanta, i bambini sono piccoli, i genitori giovani e il futuro aperto. dagli immensi boschi carichi di promesse e misteri, meta prediletta delle scorribande del piccolo karl ove, descritto con ossessiva meticolosita`, si apre l`appassionato racconto delle sue esperienze e scoperte. la felicita` della scuola e lo sforzo per trovarvi un proprio posto; le gratificazioni e le frizioni dell`amicizia; l`eccitazione della vita all`aria aperta con le sue avventure; l`incontro con l`amore, le sue gioie, le sue amarezze; i vestiti, la lettura, la musica, lo sport; e, soprattutto, la famiglia, con le sue due figure antagoniste, l`una piu` sfumata, l`altra onnipresente: confortevole e serena la madre, autoritario e terrificante il padre, sempre vigile, sempre pronto a esaminare e sanzionare con violenza qualsiasi scivolata.

perche` la parola "io" e` diventata un`ossessione? perche` fare spettacolo di ogni istante del proprio vivacchiare? giulio non lo sopporta, e soprattutto non lo capisce. si sente fuori posto e fuori tempo. ma di questa sua estraneita` non si compiace: sospetta di essere un "rompiballe stabile", come lo definisce la fidanzata agnese. in un`imprecisata pianura che fu industriale e non e` quasi piu` niente, giulio si aggira in attesa che qualcosa accada. per esempio che qualcuno gli spieghi a cosa servono, se non a perdersi meglio, le rotonde stradali; o che qualcuno compri il capannone di suo padre, che fu un grande ebanista. una bottega un tempo florida e adesso silenziosa e immobile, come un grande orologio fermo. scritto quasi solo al presente, come se passato e futuro fossero temporaneamente sospesi, "ognuno potrebbe" e` il rimuginare sconsolato e comico di un vero e proprio eroe dell`insofferenza. un viaggio senza partenza e senza arrivo che tocca molte delle stazioni di una societa` in piena crisi. nella quale la morte del lavoro e della sua potenza materiale ha lasciato una voragine che il narcisismo digitale non basta a riempire.

i greci e i romani, al di la` delle profonde differenze tra le due culture, vivevano i rapporti tra uomini in modo molto diverso da quello in cui lo viviamo noi oggi. per i greci e i romani (ovviamente, salvo eccezioni) l`omosessualita` non era mai una scelta esclusiva. amare un altro uomo non era un`opzione fuori dalla norma, che esprimeva una diversita`. era "solo" una parte integrante dell`esperienza di vita: era la manifestazione di una pulsione vuoi sentimentale vuoi sessuale che nell`arco dell`esistenza si alternava e talvolta si affiancava all`amore per una donna. questo brillante saggio, stimolante e pungente, sulla bisessualita` a roma e atene ne esplora i contorni e ne rilegge le dinamiche piu` profonde, grazie all`accurato utilizzo delle fonti piu` diverse (testi giuridici e medici, poesia, letteratura filosofica). un libro importante e al contempo di gradevolissima lettura: il rituale educativo dell`amore per gli adolescenti in grecia e lo stupro nell`antica roma vengono riletti come gli elementi cruciali, per quanto rinnegati, del mondo classico. una tesi che ancora adesso suscita scalpore.

e anonimo l`autore che, nel 1829, da` alle stampe questo piccolo, gigantesco libro. ma e` inconfondibilmente victor hugo. sono anni in cui il progresso sembra trasportare l`umanita` intera, sul suo dorso poderoso, verso un futuro di pace, prosperita`, ricchezza e fratellanza. ma negli stessi anni si tagliano ancora teste davanti a un pubblico pagante, si marcisce in carcere, ci si lascia morire per una colpa non sempre dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio. hugo parla a nome dell`umanita`, come sempre, e lo fa attraverso la voce di un uomo qualunque, di un condannato qualunque, di un miserabile che rappresenta tutti i miserabili di tutte le nazioni e tutte le epoche. un crimine di cui non conosciamo i dettagli lo ha fatto gettare in una cella. persone di cui non conosciamo il nome dispongono della sua vita, come divinita` autoproclamate. un`angoscia di cui conosciamo fin troppo bene la lama lo tortura, giorno dopo giorno, e gli fa desiderare che il tempo corra sempre piu` veloce. verso la fine dell`attesa, venga essa con la liberazione o con l`oblio.

le ultime ore di vita impegnano virgilio, ormai anziano e di ritorno in italia, in filosofiche meditazioni. attraverso strade rumorose e affollate il poeta va dalla nave al palazzo dell`imperatore augusto a brindisi, e qui decide che l`eneide va distrutta. ma ottaviano lo convince a salvare l`opera e virgilio va incontro alla morte. prefazione di ladislao mittner.

ora con tenerezza, ora con sensualita`, nostalgia, rimpianto, struggimento, rancore, ferocia o delirio, diciassette personaggi maschili attraverso diciassette lettere ad altrettante figure femminili, tessono i fili di una trama narrativa fatta di cerchi concentrici che paiono allargarsi nel nulla, povere voci monologanti forse avide di una risposta che non potra` mai venire. ad esse risponde infine, raccogliendo le diverse vicende in un romanzo epistolare polifonico, una voce femminile distante, implacabile e allo stesso tempo colma di pena per loro. l`insieme e` un percorso tra le passioni umane dove l`amore e` l`illusorio punto centrale, in realta` punto di fuga che conduce verso le zone piu` oscure dell`animo.

nell`arco di pochi giorni karl ove knausg?rd decide di dare un taglio netto alla propria vita in norvegia e lascia il paese e la moglie tonje per trasferirsi a stoccolma. li` stringe profonda amicizia con un altro esiliato norvegese, un intellettuale appassionato di boxe di nome geir, e va dietro a linda, una bella poetessa che l`aveva incantato anni prima a un workshop per scrittori. "un uomo innamorato", il secondo volume di sei del ciclo "la mia battaglia", vede knausg?rd raccontare di relazioni tempestose, delle sfide della paternita` e dell`urgenza di scrivere. come ne "la morte del padre", noi leggiamo mentre la sua vita si svolge.

carmilla, la prima vampira della storia della letteratura, e il dottor hesselius - medico e metafisico tedesco -, il primo detective dell`occulto, sono i due principali protagonisti di questa raccolta di storie "gotiche". un testo chiave, la cui influenza sara` fortissima in tutta la letteratura del novecento sui fantasmi. te` verde (1869) e` il racconto del reverendo jennings che, dopo la lettura di "certi volumi antichi, edizioni tedesche di testi in latino medievale", mentre torna a casa con l`omnibus, vede comparire una misteriosa scimmia, che da quel momento in poi, tra improvvise sparizioni e scoraggianti ricomparse, continuera` a seguirlo fissandolo con bramosia maligna. il giudice harbottle (1872) e` la funesta cronaca della nemesi piombata su mr harbottle, uomo malvagio e corrotto. carmilla (1871-1872), infine, il piu` famoso dei racconti di le fanu, narra le astuzie e i languori della vampira carmilla. le storie di questo volume non sono paurose perche` fantastiche, bensi` paurose perche` vere: riflessi del nostro essere, voci della nostra coscienza, proiezioni della nostra angoscia, immagini duplicate del nostro volto inquietante. le fanu ci invita a guardare nello specchio del reale con la consapevolezza che quanto vedremo non sara` la verita`, ma una sua ombra confusa, il riflesso baluginante di qualcosa che sfugge al controllo della ragione.

tre adolescenti di ritorno da una sessione di surf su un furgoncino tappezzato di sticker, tre big wave rider, esausti, stralunati ma felici, vanno incontro a un destino che sara` fatale per uno di loro. incidente stradale, trauma cranico, coma irreversibile, e simon limbres entra nel limbo macabramente preannunciato nel suo cognome. da quel momento, una macchina inesorabile si mette in moto: bisogna salvare almeno il cuore. la scelta disperata del trapianto, straziante e inevitabile, e` rimessa nelle mani dei genitori. intorno a loro, come in un coro greco, si muovono le vite degli addetti ai lavori che faranno si` che il cuore di simon continui a battere in un altro corpo. tra accelerazioni e pause, ventiquattro ore di suspense, popolate dalle voci e le azioni delle persone che ruotano attorno a simon, genitori, dottori, infermiere, equipe mediche, fidanzata, tutti protagonisti dell`avventura, privatissima e al tempo stesso collettiva, di salvare un cuore, non solo organo, ma sede e simbolo della vita.

originariamente scritto in latino nel 1516, questo libro rappresenta a buon titolo il prototipo moderno della letteratura utopistica e visionaria. suddiviso in due parti, il libro e` incentrato sul dialogo di more con raffaele itlodeo ("il chiacchierone"). questi, gran viaggiatore, esordisce con la descrizione a tinte vive dell`inghilterra dell`epoca. il fenomeno delle recinzioni, dell`espropriazione delle terre comuni a opera della nobilta` terriera, aveva condotto sul lastrico vaste componenti della societa` inglese, soprattutto i contadini. da li` l`aumento vertiginoso della criminalita`, dei reati e dei furti. ma e` nella seconda parte dell`"utopia" che itlodeo espone la sua ricetta per ovviare al malgoverno appena descritto: la repubblica di utopia, una societa` in cui e` abolita la proprieta` privata e dove l`uso dei beni e` concesso solo in base ai propri bisogni. abolendo la proprieta` privata viene annullata cosi` la ragione prima del furto, dando vita pertanto a una societa` molto meno violenta. e altresi` bandito anche l`uso del danaro, perche` le cose sono soppesate solo in base al loro valore d`uso e non per il loro valore di scambio. in questa isola, amministrata rettamente, ognuno puo` professare la religione che meglio crede, anche se tutti convengono per l`esistenza di un dio, creatore e provvidente, e per l`esistenza altresi` dell`anima, la cui credenza e` essenziale anche per il retto governo della societa`.

quello del 1984 e` l`ultimo corso tenuto da michel foucault al colle`ge de france. gia` malato, comincia le lezioni solo a febbraio per terminarle alla fine di marzo. muore pochi mesi dopo, il 25 giugno. queste circostanze gettano una luce particolare sul corso, che si e` portati a leggere come una sorta di testamento spirituale, dove il tema della morte ricorre frequentemente. il corso prosegue e radicalizza le analisi condotte l`anno precedente. anche qui, la domanda centrale ruota intorno alla funzione del "dire-il-vero" e al ruolo che la verita` riveste nell`ambito della politica e dei rapporti di potere. si tratta in sostanza di stabilire, nell`ambito della democrazia, un certo numero di condizioni etiche che sono irriducibili alle regole formali del consenso ma che fanno appello alla dimensione morale individuale: il coraggio di fronte al pericolo e la coerenza. foucault ritorna alle radici della filosofia greca, rivalutandone l`idea di democrazia contrapposta a ogni forma di tirannia, antica e moderna. nella morte di socrate non emerge la paura di morire, ma l`angoscia di non poter portare a compimento la propria "missione essenziale", il compito che da` senso a una vita. attraverso una rivalutazione del pensiero dei cinici viene sottolineata sia l`importanza di un radicale ritorno all`elementarita` dell`esistenza sia lo "scandalo della vita vera": al tempo stesso provocazione pubblica e pratica filosofica, che comporta un accoglimento dell`essenzialita` delle cose.

nell`itinerario narrativo di nagib mahfuz, "il ladro e i cani" segna l`affrancamento da alcune proposizioni del realismo e la ricerca di uno stile in cui confluiscano quotidianita` e trascendenza, come segni esemplari del mondo concreto e del mondo fantastico. nelle vicende di un ladro che, attraverso la vendetta, insegue un`improbabile giustizia per il tradimento degli ideali giovanili, si celebra infatti la rappresentazione allegorica di una concezione tragicamente catartica dell`esistenza. le pagine del romanzo si affollano allora di personaggi identificanti le trascorse esperienze del protagonista e il rispecchiamento di questi in una mutevole realta` che sempre lo relega in quella dimensione dove verita` e menzogna coincidono annullando sia i miti del passato sia le speranze nel futuro. il saggio, il poliziotto, l`amico importante, la prostituta, l`oste, la moglie, il rivale e la figlia che lo rifiuta, costituiscono per sadi mahran un travagliato presente ossessivamente segnato dall`imperativo della rivalsa: un mondo fitto di viuzze, palmizi, taverne, periferie desolate, contrafforti sabbiosi e cimiteri prospicienti il deserto, in cui solamente il ricordo puo` guidarlo, dopo un cammino scandito da morti innocenti, all`appuntamento con il proprio destino. infine il pensiero di sadi mahran si aggruma intorno all`idea di un`entita` superiore, di cui la morte personifica l`araldo...

nel 1982, michel foucault dedica il suo corso al colle`ge de france alla "cura di se`". in senso stretto per foucault si tratta di passare in rassegna le grandi scuole filosofiche dell`antichita`, mettendo in luce l`importanza che il pensiero greco prima, e latino poi, assegnavano al principio di "avere cura di se stessi", di occuparsi attivamente della propria crescita spirituale e di "allenarsi" ad affrontare gli eventi futuri senza lasciarsi intimorire e senza lasciarsi trascinare dalle emozioni che tali eventi avrebbero potuto suscitare. ma l`intento di foucault non e` circoscritto alla ricostruzione storico filosofica: cio` che gli preme mettere in luce e` la precarieta` dei modi attraverso cui avviene, all`opposto, la formazione dell`uomo moderno.

quest`antologia dai "saggi" raccoglie i pensieri di michel de montaigne sull`altro da se`, la malattia, il corpo, i cannibali e lo straniero e ripercorre i temi di un`impresa intellettuale che non ha eguali nel pensiero occidentale. che cosa so? che cosa sono? accompagnato da queste domande radicali sul valore delle proprie affermazioni e sulla sua stessa persona e con una volonta` di scarnificazione che avrebbe fatto dei "saggi" il prototipo della letteratura dello scavo interiore, montaigne inizio` un viaggio mentale senza termine ultimo. questo viaggio mentale arrivo` anche a lambire il mondo "barbaro" dei "cannibali" americani scoperti da colombo. avra` l`effetto di una detonazione. nel descrivere i loro costumi e ideali di vita, montaigne impiego` un linguaggio profondamente nuovo. chi sono i veri barbari? sono tali i cannibali, perche` accusati di essere dediti alla poligamia e al consumo rituale di carne umana, oppure sono barbari i conquistadores che in nome del dio cattolico scelgono di correggere i nativi americani con ogni mezzo, opprimendoli e uccidendoli? un`antologia dai "saggi" che valorizza a pieno titolo la loro attualita` laica: vere e proprie macchine di pensiero nelle quali si radica la nostra modernita`.

gerusalemme, l`inverno tra la fine del 1959 e l`inizio del 1960. shemuel asch decide di rinunciare agli studi universitari, e in particolare alla sua ricerca intitolata gesu` visto dagli ebrei, a causa dell`improvviso dissesto economico che colpisce la sua famiglia e del contemporaneo abbandono da parte della sua ragazza, yardena. shemuel e` sul punto di lasciare gerusalemme quando vede un annuncio nella caffetteria dell`universita`. vengono offerti alloggio gratis e un modesto stipendio a uno studente di materie umanistiche che sia disposto a tenere compagnia, il pomeriggio, a un anziano disabile di grande cultura. quando si reca all`indirizzo riportato nell`annuncio, shemuel trova una grande casa abitata da un colto settantenne, gershom wald, e da una giovane donna misteriosa e attraente, atalia abrabanel. si trasferisce nella mansarda e inizia a condurre una vita solitaria e ritirata, intervallata dai pomeriggi trascorsi nello studio di gershom wald. chi e` veramente atalia? cosa la lega a gershom? di chi e` la casa dove vivono? quali storie sono racchiuse tra quelle mura? shemuel asch trovera` la risposta nel concetto di tradimento, non inteso in senso tradizionale, bensi` ancorato all`idea che si ritrova nei vangeli gnostici, dove emerge che il tradimento di giuda, aver consegnato gesu` alle autorita` e a ponzio pilato, non fu altro che l`esecuzione di un ordine di gesu` stesso per portare a termine il suo disegno.

dalla penna di un amico, ma anche di un "addetto ai lavori", una biografia commossa e sincera, lontana dall`ufficialita` come dall`apologia. gli anni dell`infanzia con fabrizio, "bicio", sfollato in una cascina di revignano d`asti; lo zio francesco reduce dal campo di concentramento, prototipo di tante figure dolenti che popoleranno le sue canzoni. l`adolescenza e la giovinezza a genova, tra i primi tentativi musicali, la ribellione e la scoperta del sesso, l`alcol, la bohe`me cittadina. e poi l`amicizia con luigi tenco, i primi timidi successi, il processo per oscenita` a "carlo martello", il primo matrimonio, il figlio cristiano, dori ghezzi e la sardegna, il sequestro, la malattia. una biografia con fotografie inedite.

il po, anzi po senza articolo, e` il grande fiume, il fiume per eccellenza. sembra facile collocarlo, leggerlo sulle carte, menzionarne la storia. invece no. forse ne sappiamo pochissimo, e conoscerlo significa lasciarlo apparire la` dove muore un mondo perche` un altro nasca. paolo rumiz ci racconta che quando gli argonauti, lui e il suo equipaggio, hanno cominciato a solcarne le acque e` andata proprio cosi`: po visto dal po e` un dio serpente, una voce sempre piu` femminile irruente e umile, arrendevole e solenne, silente fra le sue rive deserte. paolo rumiz sa fare del po un vero protagonista, per la prima volta tutto narrato a fior d`acqua, in un abbandono dei sensi inedito, coinvolgente, che reinterpreta i colori delle terre e dei fondali, i cibi, i vini, i dialetti, gli occhi che lo interrogano, lo sfiorano, lo scrutano. e poi ci sono gli incontri con il "popolo" del fiume, ma anche con personalita` legate dall`amore per il fiume come la cacciatrice di luoghi valentina scaglia, il raffinato corsaro paolo lodigiani, il traghettatore dantesco angelo bosio, il collezionista di immagini alessandro scillitani, l`amico dei venti fabio fiori, l`esploratore pierluigi bellavite, lo scrittore valerio varesi e l`amico francesco guccini. cominciata come reportage e documentario, l`avventura sul po e` diventata un romanzo, un viaggio interiore, un`avventura scavata nell`immaginazione, carezzata da fantasmi, a due passi dall`anima.

"quando si sa troppo poco, e` come se questo poco non esistesse, ma anche quando si sa troppo, e` come se questo troppo non ci fosse. scrivere significa portare alla luce l`esistente facendolo emergere dalle ombre di cio` che sappiamo. la scrittura e` questo. non quello che vi succede, non gli avvenimenti che vi si svolgono, ma li`, in se stessa. li`, risiede il luogo e l`obiettivo dello scrivere. ma come si arriva a questo li`? era questa la domanda che mi ponevo mentre seduto su una panchina di quel quartiere di stoccolma bevevo caffe` e i muscoli si stavano rattrappendo dal freddo e il fumo della sigaretta si dissolveva in quell`enorme spazio fatto d`aria che mi sovrastava. per molti anni avevo cercato di scrivere di mio padre, ma senza riuscirci, sicuramente perche` tutto questo era troppo vicino alla mia vita e quindi non era facile costringerlo in un`altra forma, che invece costituisce il presupposto base della letteratura. e la sua unica legge: tutto deve piegarsi alla forma. ecco perche` gli scrittori che posseggono uno stile marcato scrivono spesso libri deboli. ecco perche` quegli autori che si occupano di argomenti e temi forti scrivono libri deboli. la potenza insita nel tema e nello stile deve essere spezzata affinche` possa nascere la letteratura. e questa demolizione che viene definita `scrivere`. lo scrivere riguarda piu` il distruggere che il creare."

il volume consta di due "pezzi" diversi: un monologo teatrale e un racconto. il primo e` intitolato "monologo sulla paternita`" ed e` una sorta di divertito montaggio di frasi scucite dai quattro romanzi che hanno reso celebre la famiglia malausse`ne. il secondo "ultime notizie dalla famiglia", e` invece una piccola avventura vissuta tra le mura di casa malausse`ne.

sono gli anni caldi del dibattito antipsichiatrico, della rivoluzione manicomiale di franco basaglia e degli esperimenti di thomas szasz e della londinese kingsley hall, uno dei primi centri di accoglienza non segregativi. foucault riprende il tema della "storia della follia", a partire da un interesse per le strategie, gli stratagemmi e i rituali che hanno permesso agli psichiatri di assumere il controllo dei corpi. nell`uso degli strumenti di contenzione riconosce la messa a punto di una serie di tattiche di assoggettamento dell`altro di cui l`ospedale psichiatrico e` solo un laboratorio. una storia dell`istituzione ospedaliera che studia i meccanismi di definizione del potere psichiatrico.

e facile dire o sentirsi dire: "stabilisci dei limiti!", ma farlo non lo e` affatto, soprattutto se si e` persone sensibili e attente ai bisogni degli altri. rolf sellin, apprezzato autore di "le persone sensibili hanno una marcia in piu`", spiega finalmente le ragioni per cui spesso non riusciamo a riconoscere i nostri limiti e a fissare giusti confini nella pratica: farlo, infatti, non e` solo questione di volonta`. richiede allenamento! e una convinzione: "buone recinzioni fanno buoni vicini". sellin propone metodi concreti e di comprovata efficacia, a livello mentale, comunicativo, fisico e soprattutto energetico, che aiutano a sviluppare la nostra capacita` di autodeterminazione senza sensi di colpa. perche` rispettare i nostri limiti e saper dire no serve a noi, ma spesso anche agli altri.

un romanzo-canzone singolare, fascinoso, avvolgente come una storia narrata intorno al fuoco. racconta di max e masa, e del loro amore. maximilian von altenberg, ingegnere austriaco, viene mandato a sarajevo per un sopralluogo nell`inverno del `97. un amico gli presenta la misteriosa masa dizdarevizc, "dagli occhi grandi e dai femori lunghi", austera e selvaggia, splendida e inaccessibile, vedova e divorziata, due figlie che vivono lontane da lei. scatta qualcosa. un`attrazione potente che pero` non ha il tempo di concretizzarsi. max torna in patria e, per quanto faccia, prima di ritrovarla passano tre anni. sono i tre anni fatidici di cui parlava la gialla cotogna di istanbul, la canzone d`amore che masa gli aveva cantato. da li` in poi si leva un vento che muove le anime e i sensi, che strappa lacrime e sogni. da li` in poi comincia un`avventura che porta max nei luoghi magici di masa, in un viaggio che e` rito, scoperta e resurrezione. nuova edizione completamente riveduta.

un`estate torrida in una vecchia casa in toscana. qui tristano vive la sua lunga agonia: una cancrena gli divora la gamba, i dolori sono lancinanti e la malattia si estende a tutto il corpo. lo assiste la vecchia frau, la stessa che da bambino gli raccontava fiabe e poesie in tedesco, affinche` imparasse la lingua. in uno stato allucinatorio, tristano vecchio e incattivito, racconta di se` ad uno scrittore perche` sia testimone della sua agonia e dei ricordi di una vita. fantasmi di donne amate si sovrappongono nel delirio e poi la guerra, combattuta in grecia, la scelta della liberta` e della resistenza. alla fine della vita tutto appare uguale a se stesso, un incubo che tutto sovrasta e tutto circonda.

nel culto ebraico, il kaddish e` una breve preghiera composta da piccole formule di lode a dio in lingua aramaica. ricorre spesso durante le orazioni giornaliere e viene recitata anche in suffragio dell`anima di un parente. la prima parola del libro e` "no!". e cosi` che il narratore, uno scrittore ebreo ungherese di mezz`eta`, gyorgy koves, risponde a un conoscente che gli chiede se ha un figlio. e la stessa risposta data alla moglie (ora ex moglie) quando, anni prima, lei aveva espresso un desiderio di maternita`. mentre il narratore si rivolge al bambino che non si e` sentito di mettere al mondo, introduce il lettore nei labirinti della sua coscienza, drammatizzando i paradossi che accompagnano la sopravvivenza alla catastrofe di auschwitz.

yumiko e shoichi sono due cugini, figli di sorelle gemelle. pur essendo stati molto legati da bambini, per anni non si sono piu` frequentati. si ritrovano quando shoichi, eseguendo le ultime volonta` della madre, va a trovare yumiko, rimasta orfana di entrambi i genitori, per prendersi cura di lei. la donna soffre di gravi amnesie che le impediscono di ricordare il passato. la sua vita trascorre in solitudine, sospesa in una specie di limbo separato dalla realta`. shoichi, con affetto e pazienza, riesce gradualmente a risvegliare i suoi ricordi, compresi quelli legati ad alcuni drammatici eventi. yumiko rivive infatti un terribile trauma subito da bambina, fino a quel momento rimosso: un efferato omicidio compiuto dalla madre. ecco allora che la nebbia si dirada e il passato le appare per la prima volta chiaro. ma la discesa agli inferi della memoria non e` ancora finita: un`altra rivelazione, ancora piu` sconvolgente, attende yumiko.

non e` poi cosi` difficile votarsi all`infelicita`! in questa "guida alla rovescia" l`autore, anziche` suggerire ai lettori cosa fare per migliorare la propria vita, evidenzia gli errori piu` comuni, generati da dinamiche psicologiche cristallizzate, nei quali quasi tutti noi incappiamo e che ci proiettano inesorabilmente verso l`infelicita` e l`insoddisfazione. con un unico grande obiettivo: indirizzarci esattamente verso il risultato opposto! con quel tanto di ironia necessario per affrontare con un sorriso, determinazione e il giusto stato d`animo anche i problemi piu` intimi e sofferti, l`autore mette in luce quali sono i meccanismi psicologici piu` efficaci - e spesso subdoli, perche` inconsci - che ci fanno progredire a passo serrato verso la catastrofe esistenziale. non restarne schiavi e` la chiave di volta che aprira` la porta verso una piena serenita` interiore, relazioni equilibrate e armoniose, successi privati e professionali, in una parola verso la felicita`.

la figura di kiyoaki, personaggio ultrasensibile a causa di una raffinata quanto ingannevole educazione, si staglia in primo piano; honda, l`amico, e` invece sordo al richiamo dei sentimenti e proteso esclusivamente verso la vita attiva. della nevrotica incertezza di kiyoaki e` vittima l`enigmatica e splendida satoko, che spegnera` il suo amore disperato chiudendosi in clausura. altri personaggi complementari sono indispensabili per comprendere un giappone dove retaggio storico, valore morale della tradizione, riti secolari, primato religioso svolgono una funzione determinante sulla sorte esistenziale del singolo non meno che della comunita`.

per chiarire, per spiegare, freak nel corso di tutta la sua vita ha scritto libri, canzoni, poesie, aforismi, calcando innumerevoli volte i palcoscenici di questa ingrata italia. tutto cio` che e` assurdo & bizzarro insieme, non eroico, non retorico, non modaiolo, non istituzionale, puo` essere demenziale. un cocktail di pseudofuturismo, dada, goliardia, improvvisazione, animazione pirotecnica, provocazione con ironia d`avanspettacolo, poesia surreale soprattutto cretina. ma ancora incidenti a caso, paradossi e colpi di genio, contraddizioni, sciocchezze e gazzarra. non c`e` arte ne` artista, in senso tradizionale: tutti possono praticare il demenziale con risultati incoraggianti. basta volerlo (con convinzione). in questa antologia (o "raccolta di fiori", come lo stesso freak avrebbe detto), il piu` grande poeta del suo condominio, eterno dilettante per scelta, non dimentichiamolo, si attorciglia si` sul genere demenziale, ma non disdegna di avventurarsi anche in analisi socio-antropologiche, di propinare manuali di sopravvivenza e/o prevenzione, ed esorcizzare, con quel suo stile fatto di citazioni, di convulsioni intellettuali, di metafore al limite del rigore scientifico, di multimedialita` ante litteram, il grande equivoco del tormento esistenziale che lo affliggeva da sempre.

a eleusi, il centro iniziatico maggiore di tutta la grecita`, nel mese di boedromione (il nostro settembre-ottobre) affluivano tutti coloro che avessero i requisiti necessari per ricevere l`iniziazione, ovvero avere "mani pure", non macchiate da delitto, e parlare la lingua greca. sicuramente furono iniziati ai livelli piu` alti sofocle, eschilo, pindaro, platone. la suprema iniziazione, a cui si poteva accedere dopo avere fatto trascorrere un lungo periodo dalla partecipazione al rituale collettivo dei grandi misteri, dischiudeva all`esperienza diretta dell`"unita` di tutte le cose" e della morte-rinascita, simboleggiata dalla spiga, che il mistero condivideva con dioniso, il dio che muore e rinasce, come l`osiride degli egiziani. l`orfismo introduce nella grecita` una via ascetica e purificatoria, fondata sulla credenza nella reincarnazione, e nella necessita` di un tragitto di progressiva liberazione dalla prigione della materia per ricongiungersi con la propria essenza divina. le testimonianze consentono di ricostruirne le complesse e suggestive cosmoteogonie, e i miti fondamentali, tra cui la discesa agli inferi di orfeo alla ricerca della sposa euridice e lo specchio di dioniso, che rivela il mondo visibile come lampeggiamento transimmanente dello sguardo del dio su uno specchio.

amore e tenebra sono due delle forze che agiscono in questo libro, un`autobiografia in forma di romanzo, un`opera letteraria che comprende le origini della famiglia di oz, la storia della sua infanzia e giovinezza a gerusalemme e poi nel kibbutz di hulda, l`esistenza tragica dei suoi genitori, e una descrizione epica della gerusalemme di quegli anni, di tel aviv che ne e` il contrasto, della vita in kibbutz, negli anni trenta, quaranta e cinquanta. la narrazione si muove avanti e indietro nel tempo, ricostruendo in 120 anni di storia familiare una saga che vede protagonisti quattro generazioni di sognatori, uomini d`affari falliti e poeti egocentrici, riformatori del mondo, impenitenti donnaioli e pecore nere.

la vita di gioachino rossini e` piu` avventurosa di quella dei quattro moschettieri messi assieme, e` un romanzo. da ragazzino povero a uomo ricco e infelice, da giovane di "sinistra" a vecchio di destra pero` sempre pronto a sfottere imperatori e impostori. ci sono piu` di mille donne nel catalogo di gioachino, una lista che avrebbe imbarazzato leporello. dopo i primi successi e` talmente popolare che le ragazzine lo rincorrono per la strada tagliandogli pezzi di vestito da dosso, come succedera` con i beatles, e, se possibile, qualche ciocca di capelli. lo scrive lord byron, furibondo che qualcuno fosse diventato ancora piu` famoso di lui. delle opere di rossini tutti conoscono il barbiere di siviglia (del quale quest`anno ricorre il bicentenario, fu composto nel 1815), ma, con la rinnovata percezione del grande compositore, si vanno riscoprendo le opere "serie" e in particolare la sua ultima, il guillaume tell, che spalanca le porte al romanticismo. c`e` totale follia ne l`italiana in algeri, e il turco in italia e` surreale, ante litteram. ma il vero fulcro tematico del libro e` perche` rossini abbia smesso di comporre all`ancora verde eta` di trentasette anni. la risposta che da` gaia servadio si basa sull`analisi critica di un epistolario trovato solo di recente. oltre 250 lettere che esprimono bene lo humour feroce del maestro, le sue passioni nascoste ma anche il male e il bene di vivere. la pazzia e il genio sono fratelli gemelli, non solo in mozart, ma anche in rossini.

samia e` una ragazzina di mogadiscio. ha la corsa nel sangue. ogni giorno divide i suoi sogni con ali`, che e` amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. mentre intorno la somalia e` sempre piu` preda dell`irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre piu` forte la lingua della sopraffazione, samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle olimpiadi di pechino. arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. il suo vero sogno, pero`, e` vincere. l`appuntamento e` con le olimpiadi di londra del 2012. ma tutto diventa difficile. gli integralisti prendono ancora piu` potere, samia corre chiusa dentro un burqa ed e` costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il "fratello di tutta una vita" le cambia l`esistenza per sempre. rimanere li`, all`improvviso, non ha piu` senso. una notte parte, a piedi. rincorrendo la liberta` e il sogno di vincere le olimpiadi. sola, intraprende il viaggio di ottomila chilometri, l`odissea dei migranti dall`etiopia al sudan e, attraverso il sahara, alla libia, per arrivare via mare in italia.

l`accademia dei tre principi e` una sala da biliardo. e un sotterraneo, un antro favoloso, dove sotto lo sguardo cieco del saggio borges incrociano le stecche giocatori leggendari come il puzzone, elvis, tremal-naik, la mummia, il professore e tamarindo. si svuotano portacenere e si tiene il conto delle battaglie. in quel mondo di soli maschi un giorno fa il suo ingresso pantera, "snella, flessuosa, pallida", e la leggenda varca i confini. quando i migliori cadono, come in un poema cavalleresco i campioni cominciano ad arrivare da lontano. uscita dal suo racconto, pantera porge il testimone ad aixi, una ragazzina innamorata del suo mare, protagonista di una nuova sfida inondata di luce e di mistero.

e perennemente in ritardo. e bella come il sole. e socievole, estroversa e... irraggiungibile. l`amore di henri bredin - timido studente della sorbonne, un po` goffo e sempre puntuale - sembra del tutto senza speranza. lui e valerie castel condividono la passione per gli stessi libri. ma per valerie, henri e` solo un compagno di studi e un buon amico, mentre per lui la ragazza con gli occhi acquamarina e il sorriso impertinente e` la donna piu` charmante del mondo. quando valerie trascorre le vacanze estive sulla riviera ligure e perde la testa per un italiano, a henri crolla il mondo addosso. non ha nessuna possibilita` contro quell`uomo affascinante, ricco e di dieci anni piu` grande di lui. o forse si`? un giorno, curiosando tra le bancarelle di libri usati lungo la senna, henri si imbatte in un libricino rilegato in pelle bordeaux. si tratta di un manuale del xvi secolo che contiene pozioni e strani infusi e promette di svelare niente meno che la ricetta dell`amore eterno, l`e`lixir d`amour e`ternel. contrariamente a ogni logica, henri decide di invitare a cena valerie e di cucinare per lei un perfetto "menu dell`amore". ma, tra tutte le sere possibili, quella e` proprio la volta in cui la ritardataria valerie decide di presentarsi nel piccolo appartamento di henri in rue mouffetard con largo anticipo...

in questo saggio del 1906 - ritrovato per questa edizione italiana - tolstoj delinea il suo programma d`azione politico e denuncia la tirannia degli stati e la cecita` morale della societa`. egli si fa profeta di una nuova era e con grande lucidita` invita alla insubordinazione verso ogni forma di governo. lo spunto e` offerto dalla convulsa dinamica della rivoluzione russa del 1905, emersa sulla scorta della sconfitta della russia nel conflitto con il giappone. e tra l`ottobre e il novembre del 1905 difatti che tolstoj scrive quest`opera, che non riusci` poi a vedere la luce in patria per la feroce censura zarista. tolstoj indica qui la strada verso una "vera concezione della vita". per liberarsi da tutti i mali di cui soffrono gli uomini c`e` un unico mezzo: il lavoro interiore che ognuno deve fare per essere l`architetto del proprio miglioramento morale. nel delegare il loro potere gli individui realizzano invece una sorta di schiavitu` volontaria. il testo, sofferta orazione che riflette sugli assetti politici del primo novecento, fu poi pubblicato non senza difficolta` a parigi nel 1906. il volume diventera` presto introvabile anche in francia, fino a questa edizione italiana.