
scritto nel 1953, "plexus" e` la seconda parte del trittico "la crocifissione rosea", un`opera scritta da miller negli anni che vanno dal 1949 al 1960. in questa opera autobiografica miller racconta gli anni del suo soggiorno newyorkese e del suo incontro con la sua seconda futura moglie (nel romanzo tratteggiata con il nome di mona). tema costante nel libro e` la vocazione artistica del giovane scrittore, che da mona viene incoraggiato con forza a scrivere, inducendolo a rifiutare ogni impiego fisso. al mantenimento di entrambi avrebbe pensato lei, e non sempre con metodi ortodossi. e un romanzo dove il sesso torna utile per contestualizzare anche riflessioni filosofiche e psicologiche, con cui miller critica con forza il modello di vita americano: una vera e propria pietra dello scandalo messa al bando per quindici anni negli usa.

scritto nel 1979, "shakespeare non l`ha mai fatto" e` il resoconto del viaggio che lo scrittore e la sua compagna linda lee intraprendono in europa. rivediamo parigi e nizza con gli occhi di bukowski, gonfi per il poco sonno e frequentemente di malumore per le continue sbronze, ma soprattutto la provincia tedesca che gli aveva dato i natali. non certo nelle loro caratteristiche geografiche bensi` in quelle umane: gli amici artisti, i parenti di linda, il vecchio zio tedesco e l`accoglienza di un pubblico che ama i suoi scritti nonostante l`autore continui a eccedere in comportamenti fuori dalla norma, persino scorbutici. un diario di viaggio, dunque, ma soprattutto una serie di aneddoti, di storie di vita, in cui il grande scrittore continua a sorprenderci con le sue genuine quanto maledette rivelazioni sul senso dell`esistenza, la morte e l`amicizia. il viaggio si srotola tra reading, presentazioni televisive e cene nel corso delle quali bukowski non fa proprio nulla per conquistare il suo pubblico. ma in questo sta la sua forza e originalita`: presentarsi al mondo semplicemente per quello che e`, senza nascondere le proprie umane debolezze, scrivendo alla fine un inedito viaggio sentimentale, composto di poesie e appunti di vita vera.

"tutto cio` che sono" e` il romanzo di quattro giovani irriducibili che hanno rischiato la vita per allertare il mondo sul pericolo rappresentato da hitler. ruth, i cui ricordi hanno la potenza del sogno, ernst, il leader-artista, la coscienza di un`epoca, hans, fragile e combattuto, e soprattutto dora, dora fabian, un`affascinantissima eroina della resistenza antinazista, fino a oggi del tutto sconosciuta, una donna moderna, libera e consapevole, cosi` coraggiosa da non riuscire a salvare se stessa. la loro storia e` l`emblema della lotta per la liberta` di amare, di vivere, di immaginarsi un futuro. un romanzo di amore, sacrificio e tradimento, una storia incalzante, tragicamente vera, attenta ai dettagli, profondamente intrisa di paura, tristezza, rabbia e ricordi avvolti dalla nostalgia.

con crudo minimalismo "l`airone" racconta una giornata di caccia di edgardo limentani, di cui registra il montare lento e inesorabile del disgusto, del suo orrore sordo per l`esistenza. siamo nell`inverno del 1947, nelle nebbie della bassa, il risveglio di edgardo e` all`insegna del fastidio per ogni cosa. il romanzo - in terza persona - accompagna edgardo nei suoi spostamenti in quella che e` l`ultima giornata della sua esistenza, indugiando nel descrivere con tecnica cinematografica i suoi gesti, anche minimi. tra ferrara, codigoro e le rarefatte atmosfere del po di volano, bassani, dopo la citta` e la campagna circostante, descrive una terra che vive anche sulle acque, in quello che e` forse suo romanzo piu` esistenzialista. "l`airone" e` il romanzo del dolore definitivo, di un malessere esistenziale onnicomprensivo che pervade ogni aspetto della realta`: l`individuo, i suoi affetti, le cose, la natura.

tornano paul ed elaine, gli "adulti da soli" nevrotici e insicuri che abbiamo conosciuto nella raccolta "la sicurezza degli oggetti". i figli sono cresciuti, ma i genitori sono sempre piu` impantanati nella fatica di essere normali. un po` per scherzo e un po` per non morire, alla ricerca di una via di fuga, credono di trovarla dando fuoco alla loro stessa casa. ma si sa, il fuoco e` difficile da controllare: se pure i danni alla proprieta` sono esigui, il loro atto innesca una serie di conseguenze impreviste e imprevedibili, che spaziano dal ridicolo al grottesco, dalla commedia alla tragedia, e tengono il lettore con il fiato sospeso fino all`ultima riga. con questo intenso e drammatico romanzo, a.m. homes torna a puntare il suo sguardo spietato e la sua scrittura al vetriolo sulla periferia suburbana newyorkese: tra un barbecue con gli amici e una recita scolastica, si celano solitudini e nevrosi che troppo spesso sfociano nella pura follia.

il "livro do desassossego" e` costituito soprattutto da una disordinata collezione di frammenti nutriti dalla linfa del desassossego, dell`inquietudine esistenziale, dello spleen, del perturbante. l`opera originale e` di fatto uno zibaldone, un diario non mai licenziato dall`autore come opera chiusa e compiuta. pieno di fascino e misteriosa maesta`, il "diario" di bernardo soares si e` presentato da subito come una fluviale meditazione rotta in un delta enigmatico. nel 1986, maria jose` de lancastre e antonio tabucchi tradussero e curarono per feltrinelli la prima edizione italiana del "livro do desassossego", proponendo una scelta ragionata di lacerti da poco definitivamente attribuiti a bernardo soares, tratti dai due volumi della cosiddetta edizione prado coelho, che finalmente dava a conoscere al pubblico, tentando una prima compilazione in forma di libro, lo zibaldone di bernardo soares filologicamente ancora in fieri. "il secondo libro dell`inquietudine", a cura di roberto francavilla, completa il lavoro di antonio tabucchi e maria jose` de lancastre e gli rende omaggio (e proprio percio` contiene nel titolo l`arbitrio dell`aggettivo secondo).

giuseppe culicchia torna a rendere giocoso omaggio alla sua citta`, torino, da sempre presente in un modo o nell`altro nei suoi libri, attraverso il canto del suo monumento simbolo: la mole antonelliana. lo fa dando la parola al genio visionario di chi la concepi` e le dono` il nome, l`architetto alessandro antonelli. un personaggio che attraverso un monologo teatralmente fluviale, intervallato dal coro formato da una coppia di turisti nella torino contemporanea, ci fa toccare con mano l`ambizione che lo spinse a progettare il suo capolavoro e l`ostinazione con cui lo realizzo` malgrado la ristrettezza di vedute di committenti e amministratori. il tono e` freneticamente creativo, postmoderno nel suo urlare "voglio una mole sopraelevata / voglio una mole come in blade runner / voglio una mole esagerata / voglio una mole come daryl hannah", ma allo stesso tempo fedele allo spirito di quello che lo stesso culicchia chiama "un genio del tutto fuori sincrono rispetto ai suoi contemporanei, ma anche un noto caratteraccio".

ryszard kapuscinski si cala nel continente africano e se ne lascia sommergere, rifuggendo tappe obbligate, stereotipi e luoghi comuni. va ad abitare nelle case dei sobborghi piu` poveri, brulicanti di scarafaggi e schiacciate dal caldo, si ammala di malaria cerebrale; rischia la morte per mano di un guerriero. kapuscinski non perde mai lo sguardo lucido e penetrante del reporter e non rinuncia all`affabulazione del grande narratore.

"evocando i miei ricordi dovro` necessariamente parlare delle mie opinioni, dei miei gusti, delle mie preferenze e dei miei odi. ma so fin troppo bene quanto tali sentimenti mutino con il trascorrere del tempo. [...] oggi mi accingo a questo lavoro con il proposito di presentare al lettore la mia vera immagine e dissipare tutti i malintesi che sono sorti attorno alla mia opera e alla mia persona [...]. la maggior parte delle persone ama la musica in quanto si propone di trovarvi delle emozioni quali la gioia, il dolore, la tristezza, un`evocazione della natura, lo spunto per sognare o ancora l`oblio della `vita prosaica`. vi cerca una droga, un doping. non ha importanza se questo modo di capirla venga espresso direttamente o attraverso un velo di circonlocuzioni artificiose. sarebbe ben poca cosa la musica, se fosse ridotta a una simile destinazione. quando la gente avra` imparato ad amare la musica in se` e per se`, quando l`ascoltera` con un altro orecchio, il suo godimento sara` di un ordine ben piu` elevato e piu` potente e tale, allora, da permetterle di giudicare la musica su un altro piano e di rivelarle il suo intrinseco valore."

pino cacucci, da ormai un quarto di secolo, raccoglie storie di eroi e ribelli, lotte e ingiustizie, registrando e dando conto dei propri vagabondaggi. in questo libro, che e` in qualche modo una summa di emozioni e riflessioni squisitamente cacucciane (gli articoli qui raccolti sono stati pubblicati per la prima volta in "un po` per amore e un po` per rabbia"), c`e` tutta la passione di cacucci per il mondo e per la letteratura, per le idee e i paesaggi del nostro paese e degli altri. e c`e` tutta la sua indignazione per i guasti della societa` civile e politica, per i paradossi della realta` sociale, per le ferite non chiuse della storia. tre le sezioni che compongono il volume: leggere per r/esistere, materiali diversi sui suoi scrittori preferiti e recensioni; la memoria non m`inganna, ricordi di persone, personaggi ed eventi degli ultimi vent`anni; varie ed eventuali, raccolta di scritti "inclassificabili", dal cinema alla musica, fino a un primo e inedito racconto. un caleidoscopio di esperienze, di piccole e grandi storie.

nicola e` un giovane studioso. ha una laurea italiana e un dottorato americano. tutto cio` che desidera e` concentrarsi sulle sue ricerche, condividerle con altri studiosi, trasmettere ai piu` giovani cio` che ha imparato dai suoi maestri. ma in italia non e` possibile. perche` l`universita` italiana e` sempre meno il luogo della ricerca, dell`insegnamento, della trasmissione del sapere. nell`universita` italiana non governano il merito e la competenza. nell`universita` italiana governano i "baroni": uomini di potere abituati a gestire l`accademia come un giocattolo personale, a premiare la fedelta` anziche` la liberta`, a preferire un mediocre candidato "locale" a un ottimo candidato "esterno". in barba all`interesse degli studenti e anche all`interesse generale. questo libro e` un documento unico. e una denuncia e una confessione. ma soprattutto e` una storia vera: il racconto paradossale e a tratti kafkiano di dieci anni passati a barcamenarsi tra concorsi veri o fasulli, promesse fatte e non mantenute, vessazioni inutili, cose non dette o cose mandate a dire. dove tutto conta tranne cio` che dovrebbe contare: l`originalita` della ricerca, la dedizione all`insegnamento. il lieto fine e` purtroppo amaro. perche` nicola diventa professore a oxford, dove vince un concorso pur non avendo conoscenze. e l`italia perde l`ennesimo "cervello", l`ennesimo studioso regalato a un paese che non ha speso nulla per formarlo ma che ne sa mettere a frutto doti e lavoro.

transmontania. 5 novembre 1957. il mondo sta con il naso all`insu`, la cagnetta laika e` il primo essere vivente a sfidare la legge di gravita` e i russi celebrano la loro temporanea vittoria nella gara per la conquista dello spazio. ma a baia luna, nel cuore dei carpazi, altri, inquietanti fatti accendono gli animi, turbando gli equilibri del piccolo e colorito villaggio. una catena di eventi inspiegabili, che ha inizio con la misteriosa scomparsa della maestra del paese, continua con il brutale assassinio del parroco e culmina con il furto della statua della madonna, spinge il giovane pavel, nipote del rispettato bottegaio e taverniere del paese, a indagare su vicende piu` grandi di lui. a quindici anni, pavel si ritrova proiettato in uno scenario di intrighi politici, di ricatti, festini e foto a luci rosse, che segneranno per sempre la sua esistenza e quella del paese, dagli anni della guerra fredda al fatale 1989. bauerdick, giornalista, esperto di cultura rom, racconta una storia complessa, portando il lettore in un mondo bizzarro e multietnico, fatto di zingari veggenti e zingarelle impertinenti, sassoni baldanzosi e algidi funzionari di partito, miti di paese e tragedie nazionali. nell`intreccio delle vicende, i protagonisti evolvono, si trasformano, si rincorrono e si reincrociano in combinazioni solo apparentemente casuali. romanzo di formazione, noir, giallo, si fondono in una narrazione che passa dal grottesco al tragico, dal comico al patetico.

sono le dieci di sera, dentro e fuori del museo di anne frank, ad amsterdam. per tutto il giorno, come ogni giorno dell`anno, migliaia di persone si sono assiepate davanti alla casa nascondiglio di anne frank, per poterla visitare. sono turisti da tutto il mondo arrivati fin li` con le guide in mano: bambini che reclamano i mulini a vento invece del solito museo, adolescenti annoiati, maestre di scuola con in borsa il diario piu` popolare del mondo, famiglie, single, cani sciolti. sono le dieci di sera, e si avvicina l`ora della chiusura. uno dopo l`altro, i visitatori si avviano verso l`uscita, mentre una voce, in tutte le lingue, avvisa la gentile clientela che e` giunto il momento di recuperare giacche e borse e avviarsi verso la porta che si affaccia su prinsengracht 263. eppure, nonostante i richiami, ci sono tre persone che non raggiungono l`uscita. sono un padre e una bambina che si sono persi, e un ragazzo arrabbiato con i genitori e col mondo. le porte si chiudono, e loro restano li`, dentro quel posto in cui si e` nascosta la storia, e in cui ora sono loro a essere intrappolati. soltanto loro tre, tra i fantasmi di ieri e le loro presenze in carne e ossa di oggi. e la notte sembra non finire mai. con l`adattamento di sergio ferrentino.

"I dettagli non sono dettagli. Sono l'essenza del progetto," amava dire Charles Eames, che con la moglie Ray, un giorno del 1941 in California, cominciò a plasmare le forme che realizzarono il sogno di portare nelle case di tutti l'arte a prezzi contenuti. Questo film è la storia di due persone che con il coraggio della passione sono state capaci di trasformare il design del Novecento, cambiando per sempre anche il nostro rapporto con gli oggetti. Perché la bellezza può essere funzionale e mai più nessuno affermi il contrario.

la figura di garibaldi ovvero l`incarnazione della contraddizione. amato e odiato, celebrato e vilipeso, emulato e disprezzato; il susseguirsi e il sovrapporsi di opposti atteggiamenti testimoniano l`esistenza di diversi garibaldi: c`e` un garibaldi "di destra" e un garibaldi "di sinistra", un garibaldi "nazional-fascista" e un garibaldi "brigatista ante litteram". ecco perche` mario isnenghi prova oggi a rileggere la vicenda di garibaldi alla luce del nostro contraddittorio e conflittuale presente. il garibaldi di isnenghi, dunque, e` innanzitutto il fondatore dello stato, capace di accettare pro tempore che lo stato sia monarchico pur non nascondendo di preferirlo repubblicano. e cento anni dopo, nel 1946, l`assemblea costituente repubblicana segna la vittoria di mazzini e di garibaldi. in secondo luogo, garibaldi e` il fondatore dello stato con la partecipazione attiva e critica di cittadini non piu` sudditi, che si mobilitano e fanno politica. garibaldi e` infatti un grande internazionalista libertario, e non un semplice nazionalista. ecco uno dei tanti lati in ombra che isnenghi tratteggia in queste pagine: la portata internazionale e internazionalista di garibaldi.

Diretto dai registi Norberto Lopez Amado e Carlos Carcas, scritto e raccontato da Deyan Sudjic, un giornalista inglese di origini serbe che scrive per il prestigioso "Observer" ed è direttore del Design Museum di Londra. How much does your building weigh, Mr Foster? attraversa la fortunata carriera del più famoso architetto britannico, un uomo che è riuscito a superare ogni ostacolo postogli dalla vita: dai sobborghi di Manchester, dove nacque nel 1935 da famiglia operaia, ai più conosciuti edifici progettati dal suo studio, come la cupola del Reichstag di Berlino, The Gherkin Tower a Londra o il Viaduc de Millau sulla valle del Tarn nella Francia meridionale. Il titolo, "Quanto pesa un suo edificio, Mr Foster?" riprende la curiosa domanda che Richard Buckminster Fuller, vulcanico architetto e designer americano, gli pose quando sorvolarono insieme il Sainsbury Centre for Visual Arts dell'Università della East Anglia. Da questo interrogativo il protagonista comincia a riflettere sul proprio lavoro, dando inizio a una nuova fase della sua carriera. Il documentario scorre piacevolmente grazie a immagini spettacolari dei suoi edifici, inquadrature a volo d'uccello che permettono di apprezzare in pieno la magnificenza della sua opera. Un ritratto da cui emerge la futuristica visione della città dell'architetto di Manchester, una città in cui la qualità della vita migliora grazie a edifici a basso impatto ambientale, dall'estetica accattivante e innovativa.

martin luther king e` stato uno dei principali simboli della lotta afroamericana per i diritti civili. in questa raccolta di citazioni, curata dalla vedova king, viene chiarito il punto di vista del leader nero su questioni, tuttora attualissime, come il razzismo, i diritti civili, la giustizia, la liberta`, la fede e la religione, la non violenza e la pace. sono poi riportati brani dei discorsi piu` celebri: "i`ve been to the mountain top", l`ultimo prima di morire, a memphis nel 1968, e "i have a dream", a washington nel 1963, oltre alla proclamazione del martin luther king day da parte del presidente degli stati uniti ronald reagan nel 1986.

erri e paolo sono entrambi napoletani. sono diventati amici. anche se paolo vive e lavora in california. erri comincia a scrivere, e paolo risponde. ne nasce una sequenza di missive in cui si parla di dna, di orologio circadiano, di olfatto, dei ritmi che cadenzano le risposte del corpo e della psiche alle sollecitazioni ambientali, e piu` in generale all`universo. gli studi di paolo sassone-corsi hanno a che fare, per l`appunto, con i geni clock che producono proteine all`interno di ogni cellula, accendendo risposte cicliche che governano le nostre funzioni fisiologiche. de luca interroga, sollecita, provoca l`amico lontano. sassone-corsi cerca sintonie, spiega, si sottrae alla condizione segregata e oscura dello scienziato. con leggerezza il clima fraterno del carteggio prende la forma di un`avventura dello spirito, erri e paolo sanno entrambi che la nettezza di certe risposte scientifiche corre accanto a un mistero che e` ragione del sapere ma anche condizione umana. "perche` siamo qui?" e` pur sempre la domanda e la risposta che poesia e scienza continuano a condividere.

tutti i personaggi di questo libro sembrano impegnati a confrontarsi col tempo: il tempo delle vicende che hanno vissuto o stanno vivendo e quello della memoria o della coscienza. ma e` come se nelle loro clessidre si fosse alzata una tempesta di sabbia: il tempo fugge e si ferma, gira su se stesso, si nasconde, riappare a chiedere i conti. dal passato emergono fantasmi beffardi, le cose prima nettamente distinte ora si assomigliano, le certezze implodono, le versioni ufficiali e i destini individuali non coincidono. un ex agente della defunta repubblica democratica tedesca, che per anni ha spiato bertolt brecht, deambula senza meta a berlino fino a raggiungere la tomba dello scrittore per confidargli un segreto. in una localita` di vacanze un ufficiale italiano che in kosovo ha subito le radiazioni dell`uranio impoverito insegna a una ragazzina l`arte di leggere il futuro nelle nuvole. un uomo che inganna la propria solitudine raccontando storie a se stesso diventa protagonista di una vicenda che si era inventato in una notte d`insonnia. i personaggi di questo libro disegnano l`ineffabile volto di una stagione. e la nostra epoca impietosa e futile, fatta di un tempo anfibio che non scandisce piu` la vita e del quale ci sentiamo ospiti estranei. storie straordinarie che entrano in modo indelebile nel nostro immaginario, anche se non appartengono al piano dell`immaginario ma a una realta` di cui forse abbiamo perso il codice.

"di tutto resta un poco" e` il libro a cui antonio tabucchi ha lavorato, fino all`ultimo, in prima persona, malgrado la malattia e da dentro la malattia, condividendo ogni dettaglio con la curatrice e la casa editrice. e una raccolta di scritti meditata, appassionante, che prende le mosse da un memorabile "elogio della letteratura", di una letteratura capace di "ficcare il naso dove cominciano gli omissis". e inevitabile che, a partire da li`, dalla responsabilita` delle parole per arrivare alla consolazione della bellezza, antonio tabucchi tocchi i temi piu` cari e insieme ai temi le opere e gli uomini (spesso amici) che lo hanno accompagnato. ci sono gli autori frequentati con l`assiduita` dello studioso (pessoa e drummond de andrade, kipling e borges, cortazar e primo levi), quelli sondati dalla veemenza della consuetudine (daniele del giudice, norman manea, enrique vila-matas, mario vargas llosa e tadahiko wada), quelli piu` giovani, illuminati da una lungimiranza severa e affettuosa. e poi ci sono meravigliose pagine sul cinema, che tengono insieme il lirico omaggio alle ali di farfalla di marilyn monroe e la penetrante analisi della gag sovversiva di almodovar. "di tutto resta un poco" e` un libro che accende l`intelligenza, la curiosita`, gli entusiasmi, come ci trovassimo di fronte alla mappa di un territorio che finalmente possiamo visitare, con la complicita` e la guida dello scrittore che lo ha abitato, che lo ha costruito, che lo ha custodito per noi.

jules-ame`de`e` barbey d`aurevilly fu dandy, cattolico e legittimista proprio nei tempi in cui questi tre modi di essere potevano a buon diritto dirsi passati di moda. e lo fu con un`intransigenza tale da lasciar dubitare che a sorreggere la sua convinzione partecipasse in misura niente affatto indifferente il piacere di contraddire, di non uniformarsi alle "ide`es recues" dei suoi giorni, il che varrebbe forse a spiegare il suo amore per l`eccezionale, la sua tesa e instancabile ricerca del grandioso nel bene come nel male, il continuo e trasparente desiderio di sorprendere, quando non addirittura di "e`pater" un lettore assunto sempre in una duplice veste di complice e tuttavia di nemico.

il mondo di sopra e` abitato dagli orsi e il mondo di sotto dai topi. e risaputo: i due mondi sono incompatibili e i loro popoli sono acerrimi, secolari nemici. eppure nessuno potra` impedire a un orso e a una topina di diventare compagni inseparabili. prima, pero`, dovranno affrontare mille peripezie e pericoli, sfuggire a una miriade di topi furiosi attraversando i cunicoli delle fogne, evadere da un furgone blindato della polizia, scappare su un camioncino di dolci rubato, per rifugiarsi nella loro calda e accogliente casa nel bosco, nascosta sotto una coltre di neve. qui potranno finalmente dedicarsi alle rispettive passioni, la musica e il disegno, anche se il pericolo non tardera` a ripresentarsi, con l`arrivo della primavera. ernest e celestine litigano e fanno pace, scherzano e si prendono cura l`uno dell`altra: dopo essersi incontrati, l`idea di separarsi e` per loro la cosa piu` detestabile del mondo e per evitarlo sono disposti a tutto. dalla stima dell`autore per l`artista gabrielle vincent, dall`amore per i personaggi dei suoi albi illustrati, nasce un romanzo per bambini che conquistera` i lettori di tutte le eta`. eta` di lettura: da 7 anni.

"pagine in forma di round, perche` la boxe e` un po` la metafora della vita. un incontro dopo l`altro. il gong e ancora il gong, e noi sempre piu` suonati, destinati tutti a diventare vecchie glorie, orfani dei riflettori della nostra gioventu`." vinicio capossela e vincenzo costantino "cinasky" in un libro a quattro guantoni in forma di round. due amici, due "compagni di sbronze" - mr pall e mr mall -, complementari e indivisibili come la scritta sul pacchetto di sigarette, alle prese con l`epica della quotidianita`. ubriacature e abbandoni, solitudine e vagabondaggi notturni, scorribande negli ipermercati e vecchie auto scassate e, su tutto, l`amicizia che sempre salva e tiene a galla.

prima meta` del diciannovesimo secolo. sullo sfondo di un`italia che non e` ancora una nazione, quattro giovani si muovono alla ricerca di un mondo migliore: un orfano spronato dalla semplicita` che e` dei contadini e dei santi; una donna, sensi all`erta e intelligenza acuta, avviata a diventare una spia; un pittore di lascive signore aristocratiche che batte la strada nuova della fotografia; e il generale garibaldi visto con gli occhi innamorati della splendente, sensualissima aninha. siamo di fronte a un`opera che si muove libera nella tradizione narrativa otto-novecentesca, europea e americana. racconta, esplora documenti, inventa, gioca e tutto riconduce, con sicuro talento, a un solo correre fluviale di storie che si intrecciano e a un sentimento che tutte le calamita. alessandro mari scrive un romanzo sulla giovinezza. la giovinezza del corpo, della mente, di una nazione. una grande storia popolare.

"ho passato tanti anni a chiedermi perche` non ho mai smesso di scrivere questi quaderni. adesso lo so: perche` amo la mia vita e non voglio rischiare di dimenticarlo mai." si conclude cosi` il lungo diario che nel 2010 tiziano ferro sceglie di aprire ai fan, trovando una difficile misura tra sincerita` e pudore, malinconia e spensieratezza, entusiasmo e disincanto. era il 20 febbraio, la vigilia dei suoi trent`anni e di una nuova stagione della vita da affrontare finalmente a viso aperto. questo nuovo diario riprende la cronaca dei giorni proprio li` dove si era interrotta per raccontare dal di dentro l`esperienza catartica della scrittura, la nascita di un disco e la sofferta ricerca - su una strada non sempre lineare - dell`equilibrio interiore. ma soprattutto, la conquista di una nuova, esaltante, decisiva consapevolezza: l`amore e` una cosa semplice.

un matrimonio finisce, per henry miller. un nuovo matrimonio inizia, per henry miller: e` quello con la sensuale, misteriosa ballerina mona (o june? anche il nome sfugge a ogni possesso). grande protagonista letterario della rivoluzione sessuale, miller in questo romanzo abbandona ogni freno e ci narra gli incontri ardenti e tumultuosi con le molteplici donne della sua vita, nella cornice di una societa` americana messa provocatoriamente a nudo. un romanzo dove il sesso serve a contestualizzare riflessioni filosofiche e psicologiche, una pietra dello scandalo messa al bando per quindici anni negli usa, dove il libro fu pubblicato solo nel 1965.

questa storia, che non parla di principi azzurri e principesse, inizia in spagna molti anni fa, quando la tv era ancora in bianco e nero, le bambine ballavano con l`hula-hoop e bastava uscire a mangiare un panino per vivere una grande avventura. un giorno, a scuola, lucia conosce eva. spavalda, coraggiosa e indomita come i suoi capelli la prima. timida, riflessiva e avida divoratrice di fagiolini crudi la seconda. hanno entrambe solo sette anni, ma fin dal primo momento diventano amiche per la pelle. condivideranno sogni, segreti sussurrati all`orecchio perche` il ragazzino accanto non senta che si parla di lui, conquiste e delusioni, in un rapporto fatto di complicita` e mille risate, tanto travolgenti e rumorose da attirare sempre i rimproveri degli adulti. finche` un litigio le separera`. anni dopo il caso le fa ritrovare all`aeroporto di madrid. lucia, single, e` il perfetto prototipo della manager in carriera. eva, dopo aver rinunciato al teatro per dedicarsi alla famiglia, si barcamena tra la fine del suo matrimonio e la figlia lola, una piccola pirata di cinque anni. nonostante i vecchi conflitti, l`amicizia di un tempo e` ancora viva, come e piu` di prima. ma lucia non puo` immaginare che eva sta per chiederle il favore piu` importante della sua esistenza. una storia che ci ricorda che esistono legami unici e speciali che nemmeno il tempo e la distanza riescono a intaccare.

cio` che origliamo da dietro la porta puo`, a volte, cambiare per sempre la nostra vita. il protagonista di "dietro la porta" vive a ferrara e frequenta la prima liceo fra il 1929 e il 1930. una singolare polarita` oppone due suoi compagni di scuola: l`impeccabile, studiosissimo carlo cattolica, "perfetto in tutto", ammirato e invidiato, e l`insinuante luciano pulga, povero e strisciante. essere amici di cattolica sarebbe volare troppo vicino al sole, mentre la sgradevole frequentazione con pulga si trasforma gradatamente, per il narratore, in un`intima amicizia, quasi un contagio. carlo pero` gli tende un`insperata mano da amico, proponendogli di far cadere il suo falso amico in una trappola: nascosto dietro una porta potra` ascoltare, non visto, tutte le cattiverie che pulga dira` su di lui...

in una ferrara ricca, affascinante ma oppressa dal fascismo, un giovane studente ebreo, voce narrante del romanzo, incrocia il suo destino con quello di athos fadigati, un maturo medico di chiara fama. l`amicizia che nasce fra i due fara` scoprire al narratore che dietro tutta la cultura e la raffinatezza del dottor fadigati si cela un abisso di solitudine dovuto alla sua presunta omosessualita`. un peccato che l`italia di allora non contemplava fra quelli che potevano essere redenti... e gli occhiali d`oro dello stimato professionista diventano il simbolo di una diversita` sempre meno tollerata, cosi` come l`appartenenza all`ebraismo del narratore, una diversita` che non potra` che andare incontro a una catarsi tragica.

cuore di questo romanzo e` un edificio abbarbicato in cima a uno scoglio a picco sull`oceano: la "casa del sonno" del titolo. nei primi anni ottanta e` un alloggio per studenti universitari. e` qui che si incontrano, si sfiorano o s`ignorano i destini dei personaggi.

questo volume nasce da un progetto di rilettura del poema omerico destinato alla scena teatrale. baricco smonta e rimonta l`iliade creando ventun monologhi, corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e al personaggio di un aedo che racconta, in chiusura, l`assedio e la caduta di troia. l`autore "rinuncia" agli dei e punta sulle figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della citta` assediata. tema nodale di questa sequenza di monologhi e` la guerra, la guerra come desiderio, destino, fascinazione, condanna. un`operazione teatrale e letteraria insieme, dalla quale emerge un intenso sapore di attualizzazione, riviviscenza, urgenza, anche morale e civile.

depresso, appesantito da una pancia ingombrante, il conto in rosso, i creditori sempre alle porte, tre matrimoni alle spalle, nick belane e` un detective, "il piu` dritto detective di los angeles". bukowski gioca con un vecchio stereotipo e vi aggiunge la sua filosofia di lucido beone, il suo esistenzialismo da taverna e un pizzico di cupa, autentica disperazione. i bar, le episodiche considerazioni sul destino, il cinismo, l`ormai sbiadito demone del sesso, il fallimento preofessionale ed esistenziale, insieme alle mere invenzioni narrative, diventano il "pulp" del titolo. lontano dalle atmosfere tenebrose delle ordinarie follie, il testamento spirituale di uno scrittore che non ha mai esitato a immergersi nel degrado della societa` contemporanea.

nell`incantata, effervescente parigi degli anni trenta, precisamente nel 1934, viene pubblicato da un piccolo editore un libro intitolato "tropico del cancro": sara` la miccia di uno scandalo morale e di un`insurrezione letteraria che attraversera` tutto il secolo. negli ambienti piu` conservatori si parla di pornografia, nei caffe` avanguardisti si inneggia alla rivoluzione: la verita` e` che "tropico del cancro" e` uno dei grandi capolavori della letteratura novecentesca, un romanzo autobiografico insostituibile per la forza e la fluidita` del suo linguaggio, la potenza del suo immaginario, la vivida resa degli ambienti e dei caratteri. e lo stesso miller a parlarci di se` in prima persona, a raccontarci dei suoi amici, dei miseri eppure vibranti quartieri che attraversano e vivono. di ubriachezza in ubriachezza, di donna in donna, di rissa in rissa, di illuminazione in illuminazione. con una scrittura travolgente e fluviale, che trasfigura ogni evento delle piccole, eccezionali vite che sono le vite di tutti noi, facendole diventare un`epica nuova, l`epica dell`essere umani, un`epica che cantiamo tutti ritrovando in noi la sete di liberta` di questo scrittore. con contributi di mario praz.

charles bukowski "ritorna". ritorna con una raccolta di scritti gia` pubblicati in vita ma che qui postulano una continuita`, un`unita` di tono, un preciso e vario dispiegarsi di temi. che si tratti di arte, di musica, di politica, dei colleghi scrittori o di ripercorrere la propria vita, la penna del vecchio buk non sorprende, ma illumina, lascia senza fiato. che cosa doveva essere letteratura, era chiaro: "la maggior parte degli scrittori scriveva delle esperienze delle classi medio-alte. avevo bisogno di leggere qualcosa che mi facesse sopravvivere alle mie giornate, alla strada, qualcosa a cui appigliarmi. avevo bisogno di ubriacarmi di parole.". "azzeccare i cavalli vincenti" va oltre il testamento letterario. in questa raccolta di riflessioni bukowski innesca una personalissima, vitale ed esplosiva battaglia contro la fiacca mentalita` borghese, con uno humour disincantato, dark e cinico che non puo` lasciare indifferenti. ecco allora le prese di posizione contro la cultura "alta" delle universita`, i poco convenzionali pamphlet sul piacere di defecare e sul diritto di guidare ubriachi, e le dichiarazioni programmatiche sulla superiorita` di una vita spogliata dagli agi materiali e magari arricchita da una bottiglia di vino e da un disco di mozart. tristezza, follia, humour. l`universo bukowskiano concentrato in una raccolta di saggi e scritti apparsi su riviste e taccuini tra il 1944 e il 1990.

dove eravate tutti. dov`erano i padri, soprattutto. dentro il declino civile di un paese, cosi` risuona l`essere giovani contro l`eta` adulta, contro l`assenza, contro il silenzio. italo tramontana archivia la memoria degli ultimi vent`anni, quelli familiari e quelli pubblici, come se la sequenza delle prime pagine dei giornali dispiegasse l`evidenza della sua storia, con la caduta di bettino craxi, l`interminabile seconda repubblica, l`attentato alle torri gemelle e l`elezione di barack obama. ma intanto, nei giorni del calendario privato, il padre di italo, insegnante neo-pensionato, investe con l`auto un ex studente davanti alla scuola. a tutti sembra un atto deliberato di violenza. e tanto basta a sfaldare gli equilibri domestici. ora ci sono un padre umiliato, una madre in fuga, un minaccioso tendersi di distanze. che tuttavia va di pari passo con il riaffiorare, bella e insinuante, di quella che era stata la bambina scirocco, e con il suo imporsi sulla prima pagina degli affetti. lo spazio che si apre tra la cupa attualita` e un amore possibile disegna una strada, spazza gli anni senza nome che il giovane italo ha vissuto e ripercorso in una ostinata "archeologia di se stesso". ci vuole uno scatto, fuori dalla passivita` delle emozioni. quasi fosse la nuova citta` simbolo dei destini incrociati, berlino diventa la scena cui andare a cercare, cercarsi, rispondersi. in attesa di sapere dove siamo, tutti.

una ragazza bonaerense bellissima, destinata a diventare l`emmanuelle argentina, fugge in spagna inseguita dai militari. anni dopo, il cadavere di una barbona assassinata viene ritrovato a barcellona. carvalho, insieme al fidato biscuter, dovra` chiarire inquietanti misteri che coinvolgono il giudice garzon, l`ispettore-semiologo lifante, tutta una serie di emarginati e un nucleo di alleanze segrete tra diversi stati. la barcellona crepuscolare del barrio chino sta ormai diventando la citta` del design mentre, un po` dappertutto, nuovi cadaveri spuntano come funghi velenosi. e, sempre presente, il tango. a dieci anni dalla sua scomparsa, torna manuel vazquez montalban con un romanzo inedito della serie carvalho, quasi un prologo al quintetto di buenos aires, ritroviamo qui personaggi, stile e temi ricorrenti nell`opera di manuel vazquez montalban, come la buona cucina, la figura di pepe antieroe sexy, o il biscuter consigliere-intellettuale-modernizzatore.

e estate, marina e` in montagna con il figlio piccolo, sola di fronte alla propria incapacita` di essere la brava madre che dovrebbe, che vorrebbe, essere - una sensazione che si affanna a nascondere alla famiglia e persino a se stessa. il suo padrone di casa, manfred, e` un montanaro rude e silenzioso, che nasconde con la ruvidezza il trauma di un doppio abbandono: quello della madre e quello della moglie, che gli ha portato via anche i figli. il figlio di marina accidentalmente cade dal tavolo, il sangue scorre, lei e` incapace di reagire. manfred salva il bambino e scopre il "segreto" di quella donna che ha continuato a spiare: marina non e` in grado di accudire il suo bambino. ben presto pero` anche manfred viene smascherato come l`uomo traumatizzato e angosciosamente solo che e`: lo smascheramento e` tanto piu` doloroso perche` avviene dopo un incidente (in montagna, la` dove lui dovrebbe sentirsi piu` sicuro e forte) nel quale rischia di perdere la vita ma viene salvato da marina. per un attimo lunghissimo sono stati l`uomo e la donna che si guardano, si sfidano, si desiderano - e forse si vogliono morti, tanto e` intollerabile e estremo il loro desiderare.

soumchi ha undici anni e cresce come un`erba in una gerusalemme occupata dagli inglesi, a ridosso della seconda guerra mondiale. il suo universo si amplia improvvisamente quando lo zio gli regala una bicicletta. tuttavia, prima di realizzare il suo sogno di pedalare via da gerusalemme, esplorando l`africa e i suoi deserti, soumchi mostra con orgoglio la sua bici all`amico aldo. persuaso dall`amico, scambia la sua bici con un trenino in miniatura. da qui inizia una serie di frenetiche avventure in cui scambia oggetto dopo oggetto, nel tentativo di recuperare la sua via di fuga verso il mondo e la maturita`. ma lungo la strada lo aspetta una sorpresa: il suo primo amore. un piccolo, grande romanzo adatto a tutte le eta`. una storia concreta e sognante che ci mostra i commoventi alti e i rocamboleschi bassi dell`essere bambini. eta` di lettura: da 12 anni.

la storia di un viaggio nell`altra america, quella delle piccole citta` in cui la vita e` rimasta ferma agli anni cinquanta, il racconto dolce e amaro di un americano che, dopo aver vissuto dieci anni in inghilterra, ha voluto realizzare un viaggio di scoperta, tornando nei luoghi magici della sua fanciullezza. bryson e` tornato a casa, con la vecchia chevrolet della madre ha coperto un percorso di 22.500 chilometri, attraverso 38 stati, viaggiando quasi sempre su strade secondarie, da una cittadina all`altra. ha cosi` visto quasi tutto cio` che aveva previsto e moltissimo di cio` che non aveva programmato.

nella germania degli anni trenta, due ragazzi sedicenni frequentano la stessa scuola esclusiva. l`uno e` figlio di un medico ebreo, l`altro e` di ricca famiglia aristocratica. tra loro nasce un`amicizia del cuore, un`intesa perfetta e magica. un anno dopo, il loro legame e` spezzato. "l`amico ritrovato" e` apparso nel 1971 negli stati uniti ed e` poi stato pubblicato in inghilterra, francia, olanda, svezia, norvegia, danimarca, spagna, germania, israele, portogallo. introduzione di arthur koestler.

viaggio in autostop attraverso il giappone, seguendo il flusso, da sud verso nord, della fioritura del ciliegio, oggetto di culto nazionale. il viaggiatore e` un profondo conoscitore di questa terra, ci ha vissuto parecchi anni e parla un po` la lingua. lo spunto narrativo principale e` offerto dai personaggi incontrati facendo l`autostop, una carrellata che va dal professore universitario nazionalista allo studente fricchettone, all`ingegnere della mitsubishi in vacanza. divertenti le note sulle diversita` linguistiche che, oltre a dire molto sulla cultura nipponica, si prestano anche a equivoci e gag esilaranti. interessanti le analisi sui modi di interagire dei giapponesi e sul loro culto per i rapporti gerarchici.

a quinnipak c`e` una locomotiva di nome elizabeth, la locomotiva del signor rail. a quinnipak si suona l`umanofono, lo strumento del signor pekish. quinnipak e` un luogo dove chi vive o chi ci arriva ha una storia scritta addosso. quinnipak e` un luogo che invano cerchereste sulle carte geografiche. eppure e` la`. il libro e` uscito per la prima volta nel 1991.

avete mai sognato di partecipare al campionato mondiale di pallastrada, organizzato dal grande bastardo, protettore degli orfani di tutto il mondo? memorino, lucifero e ali` si`, molte volte, e per realizzare il loro sogno architettano una fuga dall`orfanotrofio dei celestini. subito don biffero, il priore zopilote, don bracco e il giornalista fimicoli, in coppia con il fotografo rosalino, si lanciano all`inseguimento. tutto intorno, una folla di personaggi bizzarri, stravaganti e coloratissimi nella tradizione del miglior benni: il fetente di gladonia, i pittori pazzi pelicorti, il professor eraclitus e persino una coppia di gemelli magici campioni di pallastrada. ma su questa variegata compagine aleggia un`oscura e crudele profezia, che appare sui muri di un palazzo e che sembra destinata a spazzare via tutto e tutti. e impossibile prevedere cosa succedera`. eta` di lettura: da 13 anni.

questo romanzo di sibilla aleramo e` del 1906. la sua immediata fortuna in italia e nei paesi in cui fu tradotto segnalo` una nuova scrittrice, che in seguito avrebbe fornito altre prove di valore, segnatamente nella poesia. ma soprattutto esso richiamo` l`attenzione per il suo tema: si tratta infatti di uno dei primi libri `femmisti` apparsi da noi. prefazione di anna folli, postfazione di emilio cecchi.

per maria non c`e` nulla di certo. la sua vita e` una sequenza di episodi accidentali. l`amicizia di chi la circonda non la smuove, e non la smuovono neppure le reiterate offerte di matrimonio da parte di ronny, innamorato devoto. le piace vivere dentro i confini che certamente sente come il suo mondo ma che altrettanto sicuramente sa non essere prodotto di una "sua" precisa volonta`. si laurea, si sposa, ha un figlio e continua a non capire come di quegli eventi si possa dire "la mia vita". esiste un grimaldello capace di far saltare l`apparente freddezza esistenziale di maria? o tutto e` destinato a finire com`e` cominciato, vale a dire "per caso"? "donna per caso" e` il primo romanzo di jonathan coe.

una vecchietta tremolante impugna improvvisamente una p38 e fa secco un giovane commissario di polizia che le si era avvicinato per aiutarla ad attraversare la strada. e proprio intorno ai vecchietti, vittime e assassini, che gira questo romanzo di pennac. cosa sta succedendo nel mercato della droga parigino? come mai gli anziani abitanti del quartiere belleville sono diventati tossicodipendenti? e perche` vengono anche uccisi con sistemi brutali? a queste domande rispondera benjamin, il protagonista, ritenuto, come al solito, in un primo momento il principale indiziato.

il giornalista polacco ripercorre le proprie vicende, raccontando retroscena finora ignorati delle sue storie: dall`infanzia povera a quando, fresco laureato, venne mandato allo sbaraglio prima in india e poi in cina, senza conoscere niente di quei paesi. ci rivela le difficolta` incontrate e, di fronte a queste difficolta`, il suo punto di riferimento, il testo da leggere e rileggere e` sempre stato erodoto. per kapuscinski erodoto e` stato non tanto uno storico, quanto il primo vero reporter della storia: il suo bisogno di viaggiare, di toccare con mano, di raccogliere dati, paragonarli ed esporli, con tutte le necessarie riserve che e` giusto nutrire riguardo alle storie riferite da altri, fa di erodoto un giornalista a pieno titolo.

jasper gwyn e` uno scrittore. vive a londra e verosimilmente e` un uomo che ama la vita. tutt`a un tratto ha voglia di smettere. forse di smettere di scrivere, ma la sua non e` la crisi che affligge gli scrittori senza ispirazione. jasper gwyn sembra voler cambiare prospettiva, arrivare al nocciolo di una magia. gli fa da spalla, da complice, da assistente una ragazza che raccoglie, con rabbiosa devozione, quello che progressivamente diventa il mistero di mr gwyn. alessandro baricco entra nelle simmetrie segrete di questo mistero con il passo sicuro e sciolto di chi sa e ama i sentieri che percorre. muove due formidabili personaggi che a meta` romanzo si passano il testimone, e se a mr gwyn tocca mischiare le carte del mistero, la ragazza ha il compito di ricomporne la sequenza per arrivare a una ardita e luminosa evidenza.

"musica per organi caldi" raccoglie trentasei racconti di un bukowski familiare e nuovo al contempo. familiare perche`, dopo essersi cimentato con le strutture del romanzo, torna al passo narrativo del racconto, che gli e` particolarmente congeniale, ma anche nuovo, perche` in queste pagine, spregiudicate e anche feroci, crea le sintesi piu` felici del proprio repertorio formale e contenutistico. se da una parte, infatti, ci troviamo di fronte ai personaggi che tradizionalmente popolano queste storie di ordinaria follia, a un`umanita` sbracata e litigiosa, sfrenata e beona, dall`altra bukowski mette a fuoco con maggiore intensita` ed essenzialita` le gesta dei suoi eroi, che diventano tanto piu` straordinari quanto piu` si muovono nelle dimensioni di una ostentata banalita`. della musica che accompagna le tragicommedie della vita quotidiana bukowski sa cogliere in modo impareggiabile i sottofondi umoristici e poetici, le note patetiche e inquietanti.

il romanzo inizia dove finiscono le mille e una notte. il sultano, dopo aver ascoltato per quasi tre anni le narrazioni di shehrazade, decide di sposarla. tutti credono che, grazie alla sua abilita` di narratrice, shehrazade non solo si sia salvata ma che abbia anche destato l`amore e la pieta` nel cuore del sultano. tutto il paese e` convinto che di li` a poco regneranno solo pace e armonia. purtroppo pero` il cambiamento da parte del sultano e` stato solo apparente e continua a non conoscere amore, passione e giustizia. come elevare allora la sua anima e risvegliarne la coscienza? solo attraverso una serie di avvenimenti che gli insegneranno il vero significato del potere.

un borgo toscano nelle paludi, vicino al mare. l`epopea di una famiglia di anarchici, ribelli per temperamento e tradizione: storia di tre generazioni di rivoluzionari dai nomi sintomatici di garibaldo, quarto, volturno, personaggi che partono per viaggi avventurosi e guerre in europa, africa, le due americhe trovando la morte nella lotta contro i padroni. donne combattive e coraggiose che si affidano anche agli oroscopi e alle fattucchiere. un mondo contadino, arcaico, ormai scomparso; una fiaba popolare con trovate fantasiose e insieme malinconiche, commosse e profonde, vivaci e gaie, pervasa dal senso della fragilita` della vita.

ispirandosi a una frase fantasiosa di jean cocteau ("un uccello canta meglio sul proprio albero genealogico") jodorowsky, celebre in tutto il mondo come regista cinematografico, ha voluto "cantare" in queste pagine, in bilico tra il romanzo e la favola, la storia vera o presunta dei suoi antenati paterni e materni. spiega lo stesso autore: "tutti i personaggi, luoghi ed eventi sono reali. ma questa realta` e` trasformata ed esaltata fino a trasformarsi in mito. il nostro albero genealogico da un lato e` un recinto che limita i nostri pensieri, emozioni, desideri e vita materiale, ma dall`altro e` il tesoro che racchiude la maggior parte dei nostri valori".

francesco la licata ricostruisce le vicende salienti della vita di giovanni falcone, palermitano autentico, magistrato protagonista del pool antimafia e del maxiprocesso di palermo, giudice a cui era stata data la delega per sconfiggere la mafia, e che dalla mafia e` stato neutralizzato mediante l`isolamento e la delegittimazione, con accuse di protagonismo, opportunismo e smania di potere, fino all`epilogo della strage di capaci, il 23 maggio 1992. con una nota di gian carlo caselli.

romanzo epocale, "il tamburo di latta" compie cinquant?anni e conserva tutta la sua carica provocatoria. in modo umoristico e grottesco, narra la vicenda del protagonista oskar matzerath, il tamburino inseparabile dal suo tamburo e con una voce potentissima che manda in frantumi i vetri. dal manicomio dove e rinchiuso oskar rievoca la propria storia, indissolubilmente intrecciata alla storia tedesca della prima meta del novecento. scorrono cosi nel fiume del suo racconto immagini memorabili, a partire da fatti leggendari come il concepimento e la nascita della madre sotto le quattro gonne della nonna, passando per la sua venuta al mondo ricca di presagi, fino all?ascesa irresistibile del nazismo e al crollo della germania. e stato nel giorno del suo terzo compleanno che oskar, in odio alla famiglia, al padre, alla societa ipocrita, ha deciso di non crescere piu. da quell?osservatorio particolare che e la citta polacco-tedesca di danzica e poi da dusseldorf, grazie alla sua prospettiva anomala di nano, puo guardare al mondo degli uomini dal basso e scorgerne cosi meglio le miserie e gli orrori, mentre la sua deformita si staglia contro la ripugnanza della normalita piccolo-borghese. con occhi disincantati e spalancati sulla ferocia e violenza del mondo grida una rabbia che non risparmia la vilta e la corruzione di nessuno, neppure le proprie. di questa pietra miliare della letteratura contemporanea viene ora proposta una nuova traduzione.

dove affonda le sue radici l`italia di oggi? guido crainz cerca le risposte a questa e a altre domande non in vizi plurisecolari del paese ma nella storia concreta della repubblica, muovendo dall`eredita` del fascismo, dalla nascita della "repubblica dei partiti" e dagli anni della guerra fredda. l`analisi si sofferma soprattutto sulla "grande trasformazione" che ha inizio negli anni del "miracolo" e prosegue poi nei decenni successivi: con la sua forza dirompente, con le sue contraddizioni profonde, con le tensioni che innesca. in assenza di un governo reale di quella trasformazione, e nel fallimento dei progetti che tentavano di dare ad essa orientamento e regole, si delinea una "mutazione antropologica" destinata a durare. essa non e` scalfita dalle controtendenze pur presenti - di cui il `68 e` fragile e contraddittoria espressione - e prende nuovo vigore negli anni ottanta, dopo il tunnel degli anni di piombo e il primo annuncio di una degenerazione profonda. "mutazione antropologica" e crisi del "palazzo" - per dirla con pier paolo pasolini vengono cosi` a fondersi: in questo quadro esplode la crisi radicale dei primi anni novanta, di cui il tumultuoso affermarsi della lega e l`esplosione di tangentopoli sono solo un sintomo. inizio` in quella fase un radicale interrogarsi sulle origini e la natura della crisi, presto interrotto dalle speranze in una salvifica "seconda repubblica": speranze destinate a lasciare presto un retrogusto amaro.

le fiabe di hans christian andersen, composte e pubblicate in danese fra il 1835 e il 1874, scaturiscono n gran parte dalla fantasia originale dell`autore e solo in minima parte dalla materia popolare cui pure, almeno inizialmente, egli dichiaro` di ispirarsi. il fatto e` che - come mette in evidenza vincenzo cerami nell`introduzione al volume - andersen non si limita a ripercorrere e reinterpretare il filo della grande tradizione favolistica europea, inaugurata da basile, fissata da perrault e ulteriormente strutturata da hoffmann. dotato di un`inquieta tensione romantica e di un`autentica consapevolezza borghese, andersen "cambia radicalmente la prospettiva della fiaba". prima di lui maghi, streghe, gnomi, draghi, fate e orchi erano figure dotate di poteri speciali, dalla sapienza impenetrabile, misteriosa, ignota al lettore. andersen, al contrario, opera una sorta di umanizzazione di animali e cose, "mettendo in scena protagonisti di sconsolata umanita`, immergendosi in creature che per il semplice fatto di non esistere in natura sono segretamente afflitte da un rovello interiore". questa dimensione complessa, piena, consapevolmente adulta, che fa delle pagine di andersen un capolavoro della "letteratura pura", diventa finalmente percepibile a pieno da parte del lettore italiano, di fronte al corpo completo delle 156 fiabe e storie, riunite qui da bruno berni, con una cura meticolosa, in una traduzione omogenea e integrale, condotta sull`edizione critica danese.

daniel barenboim torna a riflettere sulla musica. sulla musica che si fa, che si legge, sulla musica che si interpreta, sulla musica che si ascolta. sulla musica che interconnette, che stringe relazioni e le riempie di senso. daniel barenboim ha a cuore una visione della musica in cui etica ed estetica dialoghino continuamente e a livelli diversi. se l`essenza della musica e` il contrappunto, ecco che l`idea di un tutto non scomponibile nei suoi elementi domina, come un`ossessione, l`opera e il lavoro del grande maestro. eseguire bene un pezzo implica una scelta, e` di per se` una sequenza di scelte. non e` diverso - dice barenboim - da cio` che deve fare un politico. la scelta giusta. e il giusto qui produce bellezza. ma produce bellezza se si impone quel formidabile equilibrio che da una parte guarda alla partitura e al compositore, dall`altra al nesso profondo fra gli esecutori, e dall`altra ancora al pubblico, ai luoghi dell`ascolto, a chi governa le sale, a chi governa tout court. diviso in tre sezioni (occasioni, conversazioni e un epilogo), questo libro entra con severita` e leggerezza di spirito nei temi che sono centrali per la cultura musicale contemporanea, non senza toccare la complessita` di compositori che hanno segnato la carriera del maestro, mozart e wagner; in chiusura, un`originale riflessione su giuseppe verdi.

quattro giovani donne - stella, iris, rosa e marida - devono recuperare l`ultimo pagamento per una di quelle cene eleganti in villa, dal presidente, che malauguratamente sono finite sui giornali, deflagrando in scandalo. il presidente e` sparito dietro a telefonini che non squillano, a centralini che non sanno. ma il contabile - il millimetrico ragionier biassoni - c`e` ancora. sta nel suo ufficio a presidiare le buste con il contante e aspetta istruzioni. anche se le istruzioni non arrivano. le quattro giovani donne sanno nuotare velocemente nel mondo, quando serve, e stavolta serve. di mestiere fanno le escort. sanno essere molto gentili, se pagate. altrimenti possono mordere, come fanno le murene. specie se a imprigionarle e` la vita, oppure il contabile che ha appena fatto l`errore di aprir loro la porta. una storia potente, accompagnata dall`adattamento in forma di audiodramma a opera di sergio ferrentino.

"Page One. Dentro il New York Times" è la cronaca di un anno intero, vissuto nel cuore del più importante quotidiano del globo, al fianco di coloro che cercano di salvare la tradizione della stampa e indagano sul futuro e sul ruolo del digitale. Al fianco soprattutto dei giornalisti del media desk per raccontare dall'interno la trasformazione del sistema dell'informazione nel suo momento di maggiore incertezza, con internet che è diventato la principale fonte di notizie e molti quotidiani in tutto il mondo che chiudono per bancarotta. Il libro contiene "Prima pagina" a cura di Emilia Bandel. Alcune stimolanti riflessioni sulla trasformazione del giornalismo. Tra versioni cartacee sempre più obsolete e sfida dell'informazione online, che ne sarà della figura del giornalista tradizionale e della sua professione nel prossimo futuro? Tra i contributi: la profezia del decano del giornalismo italiano Giorgio Bocca, un caso storico analizzato da Mimmo Franzinelli, l'anatomia della rivoluzione di natura culturale, economica e tecnologica prodotta dal digitale per le news (Vittorio Zambardino e Massimo Russo, Vittorio Sabadin). E inoltre: approfondimenti e curiosità sul film e sui suoi protagonisti.

"Un'evoluzione è un destino," ha scritto una volta Thomas Mann, non immaginando che sessant'anni dopo un pugno di esseri umani avrebbe cavalcato l'utopia di riunire i binari divergenti su cui corrono uomini e animali. "Project Nim" è la cronaca di una visione che nasce nel cuore degli anni settanta, il tentativo di insegnare a uno scimpanzé appena nato, Nim, il linguaggio degli uomini, crescendolo come se fosse un bambino. Una commovente storia di passione e tormento, la leggerezza di un sogno crudele che svanendo lascia un'impronta di realtà nel cuore di chi ci ha creduto per una vita intera perché amore e dolore non hanno genere. Il libro contiene "Obblighi umani, diritti animali" a cura di Ilaria Ferri. Per comprendere meglio la storia di Nim e quella di tutti gli animali utilizzati per la sperimentazione. I contributi di etologi, ricercatori e protagonisti di questa storia sollevano temi cruciali e determinanti sui quali siamo ormai chiamati a rispondere. Con quale diritto priviamo gli animali della libertà, li utilizziamo per il nostro divertimento, per un presunto vantaggio per gli uomini?

martin e` un maturo professore e poeta che si e` ritirato a vivere ai margini di un bosco: e` una nuova stagione della vita, vissuta con consapevolezza e arricchita dai ricordi e dalle conversazioni che martin intrattiene con il cane ombra e con molti altri animali bizzarri e filosofi. in questa solitudine coltiva la sua passione di studioso per la poesia giocosa e per il catena, un misterioso poeta locale morto in manicomio. questa tranquillita`, che nasconde pero` strani segreti, e` turbata dall`arrivo di una coppia che viene a vivere in un casale vicino: un mercante d`arte in fuga dalla citta` e michelle, la sua bellissima e biondissima compagna. l`apparizione di michelle, simile a una donna conosciuta da martin nel passato, gonfia di vento, pensieri e speranze i giorni del buon vecchio professore. il ritmo del cuore e il ritmo della vita prendono una velocita` imprevista. una velocita` che una sera, a una festa di paese, innesca il vortice di un fantastico giro di valzer. leggende, sogni, canzoni, versi di un poeta che la tradizione vuole folle e suicida, telefonate attese, contattisti rock, cinghiali assassini, visite di colleghi inopportuni, comiche sorprese, goffi corteggiamenti e inattese tentazioni: tutto riempie di nuova linfa una stagione che si credeva conclusa, e che si riapre sul futuro come un`alba. martin e tutti quelli che lo circondano sembrano chiusi in un bozzolo di misteri: si tratta di attendere la farfalla che ne uscira`.

"lo stato delle cose" e` l`ultimo capitolo della trilogia di frank bascombe, gia` protagonista di "sportswriter" e "il giorno dell`indipendenza". frank ha cinquantacinque anni, fa l`agente immobiliare e abita nell`immaginaria sea-clift, una cittadina costiera su quella lingua di terra che separa il new jersey dall`oceano atlantico. e il 2000, l`anno del millennio, l`anno delle elezioni presidenziali che videro contrapposti gore e bush e che decretarono l`inizio di uno dei periodi piu` bui della politica statunitense. anche per la vita privata di frank bascombe e` stato un anno a dir poco impegnativo: sally, la seconda e amatissima moglie, lo ha lasciato, frank ha scoperto di avere un tumore alla prostata, ha litigato duramente con il figlio paul, la figlia clarissa ha deciso di provare a essere eterosessuale e, per complicare ulteriormente le cose ann, la ex moglie, gli ha confessato di amarlo ancora e di voler tornare a vivere con lui. sono tre giorni di riflessioni sulla vita e di ricordi ma anche di grandi e piccoli eventi che costringono frank a raggiungere un livello di onesta` assoluta con se stesso, quel livello in cui un essere umano capisce che non puo` sfuggire agli eventi della propria vita, ma che li puo` solo accettare - profondamente, dolorosamente, liberatoriamente - per continuare a vivere nel pieno senso della parola.

la psichiatria e` disciplina medica che si occupa della diagnosi, della comprensione e delle strategie terapeutiche necessarie per avvicinare cio` che convenzionalmente chiamiamo "disturbo psichico". ma essa non puo` sfuggire a certe scelte etiche che richiamano i grandi temi del senso della vita, della liberta`, della responsabilita` verso le esistenze deboli ed emarginate. la psichiatria ha a che fare soprattutto con la cura, ma la cura non puo` essere soltanto farmacologica: e` anche psicologica e sociale e dipende soprattutto dalla capacita` di ascoltare, per cogliere quel colloquio interiore che ognuno di noi intrattiene con le voci e i silenzi della propria anima, anche quando ci si trova persi nelle pieghe piu` profonde della sofferenza psichica. questo libro affronta il grande tema della psicopatologia e della sua modernita`. descrive alcune fondamentali condizioni psicopatologiche e le loro strutture portanti mettendo in luce come, tra gli aspetti cruciali della sofferenza mentale, vi siano i modi soggettivi di essere nell`angoscia e nella tristezza, nella disperazione e nella dissociazione, nell`ossessivita` e nell`euforia, vale a dire i vissuti emozionali di ogni esperienza neurotica o psicotica.

"vorrei che tutto apparisse meno romanzesco possibile, perche` non se ne puo` piu` di queste vite da romanzo a cui dovrebbe somigliare anche la nostra. giorno per giorno passa la vita e basta. io mi ritrovo con undici taccuini scritti in fretta, spesso illeggibili, senza nessun ordine. sono appunti su aspetti che mi sono diventati familiari in questa parte del mondo, con elenchi di parole wolof, discorsi scritti in fretta, figure di amici con cui cui ho vissuto in queste terre, idee di per un film sul villaggio di diol kadd, e frasi e che non so chi le abbia dette." lieve, affettuoso e complice, lo sguardo di celati ci restituisce l`allegria e la pace, lo sfarzo delle vesti femminili durante le feste, lo sciamare dei bambini, la lenta e cauta sopravvivenza di questo villaggio di duecento anime, governato soprattutto da donne. non c`e` nessuna idealizzazione, ma c`e` senza dubbio la percezione di un tempo "diverso", di un tempo quasi fermo, che parla con una voce che ci tocca da vicino. una testimonianza d`eccezione di un modo di vivere tanto piu` povero e, al contempo, piu` ricco di quello in cui si dispiegano le nostre esistenze quotidiane.

il lascito lirico di properzio, ancora oggi, stupisce per la freschezza del suo linguaggio e della sua ispirazione. dei quattro libri che compongono le sue elegie (elegiarum libri iv) il piu` celebre e` sicuramente il primo (monobiblos, "libro unico"), prima raccolta pubblicata nel 28 a.c. e dedicata alla donna amata, cinzia, secondo la tradizione dei poeti alessandrini. costituito da ventidue elegie, e` noto anche sotto il titolo di cynthia (nei manoscritti). vi si canta prevalentemente l`amore impossibile per cinzia con l`aiuto di un ricco repertorio di figure mitologiche. anche nel secondo libro, in trentaquattro componimenti, prevale di gran lunga sugli altri temi l`amore per cinzia. insomma: cinzia resto` per gran parte della vita del poeta la sua prima ispirazione, nella gioia come nel dolore, entrando di prepotenza - per non uscirne mai piu` - nel canone delle grandi muse letterarie. un modello che nei secoli e` tornato a vivere nelle opere dei tanti poeti che a properzio hanno guardato come a un modello, da ariosto a goethe, fino al novecento.

"i vecchi sono numeri. numeri che ci fanno paura, come quell`uno su tre che riguarda la percentuale di anziani che abiteranno il nostro paese di qui ai prossimi anni. i vecchi non si vedono: nei piccoli paesi capita ancora di incontrarli al braccio di una badante dalle braccia larghe. nelle citta`, qualora si avventurassero fuori di casa, vengono superati in corsa, con una scrollata di spalle e uno sbuffo di insofferenza. i vecchi non esistono: appaiono di rado in televisione, specie se di sesso femminile. o meglio, si vedono a volte quelle rare e preziose donne impossibili da ignorare, come rita levi montalcini o margherita hack. quanto alle altre, a volte si mimetizzano fra ospiti e comparse sotto i cinquantacinque anni (la soglia di apparizione televisiva per le donne) fingendo di esserne coetanee, o accettando di recitare l`antico ruolo della megera. i vecchi non vendono, non piacciono, non hanno appeal: su quotidiani e telegiornali appaiono soltanto quando sono vittime di una truffa o di un colpo di calore. o quando, se donne, osano innamorarsi di un uomo piu` giovane. se concepiscono dopo i sessant`anni, sono la vergogna del loro sesso. dura, comunque, poco: una copertina, un articolo nelle pagine interne la settimana successiva, un trafiletto, e tutto e` dimenticato. i vecchi danno fastidio. e sempre stato cosi`: ma adesso, e soprattutto nel nostro paese, avviene qualcosa di diverso. c`e` una sola generazione. quella dei cinquanta-sessantenni." (dall`introduzione)

dopo bob dylan e gli stones, martin scorsese continua il suo viaggio nella grande musica pop/rock del novecento con un documentario sulla vita di george harrison, il "terzo" beatles, il chitarrista, colui che piu` di tutti gli altri ha saputo defilarsi dalle scene scegliendo un percorso spirituale intimo e irripetibile. george harrison: "living in the material world" e` prima di tutto il racconto di un`esperienza straordinaria e fuggente, gli otto anni che hanno cambiato la storia della musica pop con la rivoluzione culturale dei beatles, un quadrato illuminato da un successo immortale di cui george harrison era un vertice. poi, dopo il 1970, la storia di un uomo in viaggio verso una spiritualita` sempre piu` intensa, una ricerca di se stesso e di nuovi significati costellata da nuovi successi da solista. una storia di musica e vita raccontata sulla scena, oltre che da harrison stesso e dagli altri tre beatles, da personaggi come ravi shankar, eric clapton, jackie stewart, terry gilliam, george martin, jane birkin, yoko ono, klaus voorman, phil spector, tom petty e altri ancora, compresi moglie e figlio di harrison. il libro allegato al dvd, e curato da federico pontiggia, raccoglie un`intervista al regista, un`indagine sul ruolo della musica nel cinema di scorsese e un`analisi critica del film.

otto racconti brevi, intensi, che esprimono con grande forza e coraggio un desiderio di liberta` e riscatto. da "la pancia", sulla maternita` illecita, ad "angeli", dove il sarcasmo pungente di salwa al-neimi mette alla berlina la rispettabilita` presunta del matrimonio. o, uno per tutti, "pisolino", inno alla liberta` di decidere di vivere la propria vita sessuale in maniera libera e senza inibizioni. nel raccontare di un uomo e una donna che si incontrano a un convegno sul ruolo della donna nei paesi arabi, salwa al-neimi e` abilissima, sottile e ironica nell`accostare la sensualita` dell`approccio dei due alle voci dei massimi esperti che si affannano a dimostrare come la donna araba non possa avere un ruolo di responsabilita` nella societa` perche` non e` in grado di gestirlo. otto racconti dove salwa al-neimi critica e sbeffeggia le impalcature che circondano le strutture sociali e le oscurano con una facciata di falsita` e buonismo. otto storie pervase di una femminilita` piacevolissima, di una bellezza primitiva e irriverente. con una scrittura poetica velata da una sottile e malinconica ironia, salwa al-neimi racconta l`illecito: nell`amore, nel matrimonio, nella famiglia, nella vita delle donne arabe. lo sguardo lucido e illuminato di una donna che vive senza inibizioni, ne` proibizioni, la sua sessualita`, la sua femminilita`, la sua vita, scegliendo e prendendo cio` che vuole per se stessa.

questa biografia di un poeta che, nelle parole di wilkins, fu grande anche "per la consapevolezza con cui partecipo`, sullo sfondo ampio di tutto un continente, al dramma della vita europea allora in atto" intreccia in modo appassionante il resoconto vivace e dettagliato dei viaggi e delle amicizie, delle attivita` e degli studi di francesco petrarca con il racconto della sua evoluzione spirituale. dalla vastissima produzione petrarchesca emerge la formidabile statura intellettuale di uno dei massimi fondatori dell`identita` culturale europea. nel volume vengono proposti un saggio di wilkins inedito in italia, una nuova introduzione e l`aggiornamento dei testi petrarcheschi citati sulle piu` recenti edizioni critiche.

e il primo testo letterario, non di finzione, in cui l`autore esiliato dal mondo, e` davvero convinto di rivolgersi soltanto a se stesso. e anche un documento della patologia psichica di un uomo che cerca compensazione e sollievo nella libera attivita` del sognare, contemplare, divagare della mente e quindi nel registrare nella scrittura, l`ebbrezza di questo abbandono. un romanzo di "ecologia della mente", testimonianza poetica e psichica di un`operazione alchemica: una trasformazione della sofferenza in musica, del disagio del vivere in estasi, dove immanenza e trascendenza, vita e sogno, coincidono.

sono piu` di vent`anni - "outland rock" e` del 1988 - che pino cacucci raccoglie storie di eroi e ribelli, lotte e ingiustizie, registrando e dando conto dei propri vagabondaggi. in questo libro, che e` in qualche modo una summa di emozioni e riflessioni squisitamente cacucciane, c`e` tutta la passione del "vagabondo" cacucci per il mondo, per i disperati, per i "combattenti", per le idee, per i paesaggi. e c`e` tutta la sua indignazione per i guasti della societa` civile e politica, per i paradossi della realta` sociale, per le ferite non chiuse della storia. gli articoli qui raccolti sono stati pubblicati per la prima volta da feltrinelli in "un po` per amore, un po` per rabbia".

gerusalemme alla vigilia di quel fatidico 1948 che segno` la nascita dello stato ebraico e` la vera protagonista di queste tre novelle racchiuse sotto il titolo de "il monte del cattivo consiglio" e unite da un sapiente filo conduttore. oz evoca qui, infatti, l`atmosfera tutta particolare che animava la citta` ebraica in quel periodo, e la narra attraverso lo sguardo di se` bambino, incarnato in diversi personaggi. la prima novella, che da` il titolo al libro, e` un testo molto caro all`autore, che egli considera come una prima stesura di "una storia di amore e di tenebra". c`e` una piccola famiglia gerosolimitana, con un bambino timido, un padre veterinario, una madre enigmatica che alla fine abbandonera` tutti e tutto. uri, il protagonista de "il signor levi", si guarda intorno nel suo piccolo quartiere popolato di personaggi strani, a volte misteriosi. la guerra d`indipendenza e` alle porte. questo lo sa anche il dottor emanuel, che in "nostalgia" scrive lunghe lettere a mina, una donna che ha amato. lui e` molto malato, sa che vedra` solo una piccola porzione di futuro. per intanto le racconta il presente convulso, trepidante e pure carico di malinconia, che gerusalemme viveva in quei giorni.

un uomo capita, quasi per caso, in un pittoresco villaggio d`israele, tel ilan. tutto sembra immerso in una quiete pastorale, se non fosse che invece in quell`armonia formicolano segreti, fenomeni inquietanti, tresche amorose, eventi di sangue. tocca al visitatore cercare di svelare l`enigma, o anche soltanto conciliarsi con tutti questi misteri. come quello di benni avni, sindaco del villaggio, che un giorno riceve un biglietto dalla moglie con solo quattro parole: "non preoccuparti per me". il marito naturalmente si preoccupa, la cerca in casa, in un rifugio antiaereo in rovina, in una sinagoga vuota, in una scuola - e questo e` quanto. non sapremo mai dov`e` finita la moglie di benni avni. ne` sapremo mai l`identita` di quella strana donna, vestita da escursionista, che improvvisamente appare davanti all`agente immobiliare yossi sasson. o cosa e` successo al nipote della dottoressa ghili steiner, che doveva arrivare al villaggio con l`ultimo pullman, ma non si e` mai visto. o chi sia lo strambo wolf maftzir, che si infiltra nella vita e nella casa di arieh zelnik. qualcosa di terribile e` accaduto nel passato dei protagonisti di tel ilan. qualcosa non e` stato assorbito dalle loro menti e non e` stato preservato nelle loro memorie, eppure esiste da qualche parte, nelle cantine, freme negli oggetti stessi, rivissuto ancora e ancora attraverso il dimenticare, in attesa del momento della rivelazione.

con poche pennellate precise, amos oz ricrea il microcosmo di un kibbutz israeliano negli anni cinquanta. dal giardiniere timido e solitario che ha la passione di dare brutte notizie alla donna lasciata dal marito per un`altra che le vive praticamente accanto; dal mite elettricista che, con sbigottita discrezione, non riesce a capacitarsi dell`amore della figlia diciottenne per il suo insegnante di storia al falegname pettegolo che, in preda all`ira, si accanisce su un bambino per dare una lezione a chi ha maltrattato suo figlio; dalle tentazioni sensuali del segretario del kibbutz durante la sua ronda notturna allo struggente racconto agrodolce degli ultimi giorni di un calzolaio anarchico, appassionato di esperanto e del futuro dell`umanita`. infine, due scelte opposte di fronte al dilemma tra andare e stare: quella di moshe, che confrontandosi con il padre malato in ospedale finisce per riconoscersi in tutto e per tutto membro del kibbutz, e quella di yotam, che invece dentro il kibbutz soffre e vorrebbe andare a studiare in italia, dallo zio che li` ha fatto fortuna. un affresco popolato di personaggi che ritornano di storia in storia e che devono la loro forza a un`intensa, luminosa umanita`.

ispirata da boccaccio, e precisamente dalla novella "giletta di narbona", inclusa nel "decameron", "tutto e` bene quel che finisce bene" e` una delle piu` brillanti commedie shakespeariane. la protagonista e` elena, data in sposa al conte bertram come premio per aver guarito il re di francia. bertram non ricambia pero` l`amore di elena e parte per la guerra, innamorandosi della locandiera diana. la scintilla del racconto sono le condizioni che bertram pone a elena per abbracciare davvero il loro matrimonio: la ragazza dovra` sfoggiare al dito l`anello da cui egli non si separa mai e portare in grembo un figlio da lui concepito... un vortice di colpi di scena, un miscuglio perfetto di dolore e ilarita`, un gioco elegante attorno a sentimenti che appartengono agli uomini di tutte le epoche e tutte le culture.

eliot nailles e paul hammer: due uomini, due archetipi prigionieri della cabala del loro cognome (nail e hammer sono, in inglese, rispettivamente chiodo e martello). uno e` un marito innamorato e un padre affettuoso, l`altro un bastardo psicotico, perduto in un mondo che non sa che farsene di tipi come lui. la culla del loro dramma magnetico e irresistibile e` il sobborgo di bullet park, ancora una volta un nome simbolico (bullet, proiettile) che ospita un`ossessione - quella di hammer per il "sacrificio" di una vittima predestinata - e allo stesso tempo e` la culla di quella media borghesia, americana ma non solo, che cheever ha ritratto come nessun altro.

la prima indagine storica del lato piu` oscuro del ventennio: la delazione anonima, odioso strumento nelle mani di mussolini per controllare la vita degli italiani. e il 1923 quando l`ex socialista benito mussolini, alla guida da pochi mesi del governo di coalizione, pone con una breve nota il primo mattone di un autentico mostro politico-burocratico che, con i suoi tentacoli intinti nel veleno di intercettazioni, delazioni e soffiate, stritolera` la vita pubblica italiana fino alla fine del regime fascista: "caro finzi, dispongo che le intercettazioni telefoniche siano d`ora innanzi recapitate solamente a me. una copia sola, quindi, che tu riceverai e mi trasmetterai". mimmo franzinelli, grazie a una ricerca accuratissima, non paga di uno scrupoloso scandaglio degli archivi ma ricca anche di testimonianze di prima mano (spesso terribili), ci mostra con chiarezza come sia stato possibile tenere sotto il tallone d`acciaio del terrore un intero paese, trasmettendo l`insicurezza profonda che e` il primo ingrediente dell`obbedienza cieca. quando nemmeno fra i muri della sua casa si sente al sicuro, quando i partigiani vengono scovati nei nascondigli piu` impensabili, quando le famiglie ebraiche vengono tradite dai vicini e dagli amici, il popolo e` pronto, pur di non correre alcun rischio, a pagare il terribile prezzo di abdicare alla propria liberta`.

londra, charlotte street. jason priestley - ex insegnante, ex fidanzato cronico, aspirante giornalista ed eroe riluttante - ha appena incontrato la sua cenerentola. cercava di salire su un taxi tenendo in equilibrio un`incredibile montagna di sacchetti, borse e pacchi, senza riuscirci. jason e` intervenuto in suo aiuto, e i loro sguardi si sono incrociati per un magico istante pieno di promesse. un attimo dopo, lei se ne e` andata. ma a jason e` rimasto per sbaglio qualcosa in mano, una macchina fotografica usa e getta piena di foto gia` scattate... ora si trova di fronte a un dilemma: deve rintracciare la ragazza o rispettare la sua privacy? cercarla significherebbe seguire il consiglio di dev, il vulcanico amico con il quale jason condivide casa, bevute e (dis)avventure. insieme, dovrebbero imbarcarsi in una rocambolesca caccia al tesoro seguendo gli unici indizi che hanno, ancora gelosamente custoditi nella macchina fotografica. tra tentennamenti, errori e complicazioni di ogni genere, jason imparera` una lezione importante, ovvero che, nel tempo di un clic, le cose si possono sviluppare in modo del tutto inaspettato...

il 1966 e` un anno decisivo per londra. a partire dal 1963, la capitale britannica e` una citta` in fibrillazione, un centro di innovazioni a tutto campo - nella musica, nella moda, nella fotografia, nel cinema, nel costume. nel mondo si impara a vestirsi come vogliono le boutique londinesi, si ascolta la musica che nasce nei club e che si trasforma in epidemia globale, le immagini di artisti e fotografi precedono la societa` che cambia e la pop art si fonde con i gesti e i modi della vita dei giovani. in tre anni la swinging city riesce a toccare l`immaginazione di tutto il mondo. michelangelo antonioni arriva a londra per preparare il suo nuovo film "blow-up", proprio nel gennaio del 1966. quando cominciano le riprese, a fine aprile (protagonista un giovane fotografo di moda, uno di quei maghi dell`immagine che antonioni, con rara preveggenza, definisce allora "i nuovi persuasori"), il regista e` ben consapevole che sta "registrando" una rivoluzione in atto, una rivoluzione che avviene grazie al gioco, alle idee, alla creativita`, alla spudoratezza di un manipolo di persone geniali, libere da vincoli di classe, da priorita` accademiche e da inibizioni culturali. da quella londra, e da quel film, e` discesa una "follia" che ha contaminato tutto. e il mondo non e` piu` lo stesso.

l`imperativo dei nostri tempi, nella vita pubblica come sul lavoro o nella quotidianita` piu` ordinaria, sembra essere quello dell`autenticita`. eppure, in realta` la nostra vita e` sempre piu` governata dalla dissimulazione, dalla capacita` di non dire il vero o di nasconderlo a nostro vantaggio. che si tratti di una donna innamorata da respingere con delicatezza, di un colloquio d`assunzione in cui si e` interpellati sulle proprie debolezze o di un rapporto non proprio innocente tra un professore e una sua collega, a farla da padrona e` sempre la finzione, il mascheramento delle nostre vere passioni e intenzioni. l`arte di non dire la verita` richiede arguzia ed e` senz`altro difficile da padroneggiare. ma non impossibile da apprendere: soboczynski ce ne offre dovizia d`esempi.

lisbona e il portogallo sono teatro decisivo dell`immaginazione letteraria di antonio tabucchi. con lisbona tabucchi firma un patto ideale attraverso l`amato fernando pessoa e il lavoro assiduo, durato tutta una vita, sull`opera del poeta. a lisbona e` legato dall`amore per la moglie maria jose` de lancastre e della realta` portoghese e` stato, sempre, appassionato lettore. e li`, in questo portogallo vissuto ma anche trasfigurato dall`invenzione letteraria, che rifluiscono le sue storie, i suoi fantasmi, la memoria del tempo storico e la memoria del tempo interiore. "requiem" (1991), "sostiene pereira" (1994) e "la testa perduta di damasceno monteiro" (1997) testimoniano con straordinaria evidenza una stagione felicissima di scrittura e di impegno civile. siamo di fronte a tre storie che, lette in sequenza, disegnano la trasparente complessita` di motivi che danno forma e spessore all`avventura letteraria di antonio tabucchi. l`allucinato destarsi di figure che vengono, attraverso il sogno, a chiedere conto, il riscatto di un uomo mite messo dinnanzi all`urgenza di scegliere, il mistero di un delitto che suscita nuova ansia di giustizia in un uomo sconfitto ma non rassegnato. con qualche liberta` potremmo chiamarla "trilogia portoghese".