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``nato da una crisi passionale, `fuochi` si presenta come una raccolta di poesie d`amore, o, se si preferisce, come una serie di prose liriche collegate fra di loro sulla base di una certa nozione dell`amore. come tale, l`opera non ha bisogno di commenti, in quanto l`amore totale, imponendosi alla vittima come malattia e insieme come vocazione, e` da sempre una realta` dell`esperienza e un tema tra i piu` visitati della letteratura. si puo` tutt`al piu` ricordare che ogni amore vissuto, come quello che ha dato origine al libro, si fa e poi si disfa all`interno di una determinata situazione, grazie a un complesso miscuglio di sentimenti e di circostanze che in un romanzo formerebbero la trama stessa della vicenda mentre in una poesia sono il punto di partenza del canto.`` (dalla prefazione dell`autrice) titolo originale: ``feux`` (1957, 1974).

questo libro offre strumenti per delineare la mappa dei percorsi in cui la filosofia del novecento incrocia gli altri saperi. cogliendo le idee in movimento, risultano cosi` maggiormente visibili, nella loro specificita`, gli snodi che articolano il discorso filosofico. vengono consapevolmente abbandonati i due modelli espositivi piu` diffusi: quello della storia lineare e quello della descrizione di sistemi miniaturizzati e isolati. a questi si preferisce la rappresentazione di scene teoriche compatte, scandite per quadri concettuali, in cui i protagonisti intrecciano i loro argomenti nello sforzo di chiarire problemi che sono anche nostri.

"quella penna che non ho visto e` l`emozione piu` forte e la curiosita` intellettuale piu` intensa della lunga giornata. e quando rientriamo in albergo sento di avere in mano il capo di una lenza che a tirarla, piano piano dall`europa mi fara` passare la porta verso la russia". "quella penna" e` la penna che goethe dono` a puskin, e della quale non si trova traccia. parte cosi`, da un filo sottile che si dipana, da una traccia d`inchiostro fantasma, una "indagine narrativa" tra viaggi e ricordi, letture e suggestioni, incontri e ricordi familiari, nel mito della grande russia. alla ricerca "di un dono, di un omaggio, di un`eredita` poetica, di un sentimento, di una scintilla vitale".

in una chicago mitica e solforosa troviamo una piccola little egypt in esilio, forgiata sul dipartimento dell`universita` di chicago che l`autore ha conosciuto bene negli anni della sua formazione americana. in questo mondo claustrofobico e formicolante di vite `ala al-aswani intreccia storie di esistenze che si cercano e si perdono. sono esistenze strappate alla loro terra d`origine che vivono in un universo strano e straniero: la tentazione di conformarsi all`american way of life non e` abbastanza. l`egitto e` li`, nel cuore di un`america traumatizzata dagli attentati terroristici dell`11 settembre. quando viene annunciata la visita ufficiale del presidente egiziano a chicago, si mette in moto il sistema di sicurezza dell`ambasciata, orchestrato dal temibile safwat shaker, che controlla e sorveglia tutti gli egiziani residenti in america. complotto, manipolazione, proteste di liberta` e sottomissione al potere, coraggio e vigliaccheria: al-aswani trova cosi` l`ampiezza e l`ambizione del romanzo politico e riesce a esprimere la dolcezza dei sogni e la violenza delle contraddizioni del mondo quale lo conosciamo.

"Io sono colei che mi si crede", dice un personaggio di Pirandello, maestro nell'indagare i pallidi contorni di una verità destinata fatalmente a sfuggirci. "L'Impostore" di Bart Layton racconta come in un thriller la lucida follia di un genio del male, oppure il dramma dell'ingenua debolezza di un uomo che in mille diverse identità cerca un pezzo della propria? L'abilità di una troupe cinematografica che gioca magistralmente con l'inconscio del pubblico di mezzo mondo oppure la tragedia di una famiglia che in nome della speranza nega la più glaciale delle evidenze? O tutto questo insieme?

uno dei temi cruciali della semiotica, dell`ermeneutica, della teoria della comunicazione, dello studio dei media (e ancora a lungo potremmo continuare) e` il tema dell`interpretazione: quali sono i suoi limiti, i suoi vincoli, i suoi criteri, le liberta che il lettore/fruitore si puo prendere? di questo parlano i saggi raccolti in questo volume, che viaggiano fra la critica della tradizione ermetica, l`esplorazione delle interpretazioni piu` incontrollate di dante, leopardi, joyce, la riflessione sulla comunicazione intracellulare tra dna e rna e le confessioni personali dell`autore come lettore degli interpreti del "nome della rosa" e del "pendolo di foucault".

un`abbazia medievale isolata. una comunita` di monaci sconvolta da una serie di delitti. un frate francescano che indaga i misteri di una biblioteca inaccessibile. un nuova edizione con i disegni e gli appunti preparatori dell`autore.

i robot di asimov sono "macchine, non metafore". non sono una minaccia, figli di una tecnologia incontrollata pronti a ribellarsi agli esseri umani, ma strumenti raffinati, progettati per compiti specifici. tuttavia, possono mentire a fin di bene, interrogarsi sulla propria natura e sorprendere persino i loro programmatori. come andrew, in grado di provare qualcosa di simile alle emozioni e desideroso di esplorare i confini che separano la sua esistenza artificiale da quella degli umani. o come le macchine esaminate dalla robopsicologa susan calvin, portatrici di errori di programmazione simili ai nostri difetti e debolezze, impensabili in strumenti teoricamente perfetti. le visioni di asimov travalicano la narrativa di genere per diventare la cronaca affascinante del viaggio dell`uomo verso il futuro, con tutto il suo vissuto di paure, desideri e speranze. le storie, scelte dall`autore, parlano di colonie nello spazio, macchine pensanti e miracoli della scienza, ma soprattutto colpiscono il cuore del lettore con dilemmi universali: quali sono i limiti morali nell`uso delle scoperte scientifiche? in che modo la tecnologia sta spostando i confini stessi dell`umano? con i racconti di questa raccolta e i saggi dello stesso asimov che la chiudono, il piu` profetico degli autori di fantascienza cerca di aiutarci a trovare risposte - e a porci nuove domande.

. dal circolo polare artico alle steppe del caspio, dalla moldavia alle miniere d`oro della kolyma in siberia, le "isole" del gulag - l`organismo che gestiva i campi d`internamento nell`unione sovietica - formavano un invisibile arcipelago, popolato da milioni di cittadini sovietici. nei gulag e` vissuta o ha trovato fine o si e` formata un`"altra" russia, quella di cui non parlavano le versioni ufficiali, e di cui sol?enicyn, per primo, ha cominciato a scrivere la storia. in un fitto intreccio di esperienze dirette, di apporti memorialistici, di minuziose ricostruzioni dove non un solo nome o luogo o episodio e` fittizio, "arcipelago gulag" racchiude una tragica cronaca di quella che e` stata la vita del popolo sovietico "del sottosuolo" dal 1918 al 1956. una straordinaria opera corale che ha visto la luce per la prima volta a parigi nel 1973. questa edizione recepisce sia le importanti aggiunte e integrazioni apportate al testo dallo stesso sol?enicyn nel 1980, sia i successivi interventi, volti a esplicitare nomi e luoghi, effettuati nell`edizione curata da sua moglie nel 2006.

in che misura i testi antichi greci e latini che noi leggiamo in copie confezionate almeno un millennio dopo che quelle opere erano state scritte, le rispecchiano fedelmente e quali modifiche hanno subi`to? e una questione storica, che ne comporta una piu` operativa: quando si tenta l`edizione di una di quelle opere, quali procedure ci consentono di muoverci in direzione degli originali? e di questo che si occupa la filologia classica, una disciplina coltivata gia` nell`antichita`, fin dal tempo della grande biblioteca di alessandria nel iii e ii secolo a.c., e poi affinatasi principalmente come studio della tradizione. in questo volume luciano canfora si propone di familiarizzare i lettori con i concetti fondamentali di questa disciplina (variante, archetipo, stemma e soprattutto errore), grazie anche al ricorso ad esempi concreti. se nei manoscritti a noi giunti non ci fossero errori, i filologi sarebbero disoccupati. per fortuna ci sono, e percio` gli studiosi da secoli si affannano al fine di ricostruire gli : e prendono spunto proprio dalle difettose copie che abbiamo tra mano. questo libro tenta di raccontare successi e sconfitte, delusioni e delizie, di tale incessante lavoro.

un misterioso collezionista di libri nel 1940 offri` a henry miller cento dollari al mese per scrivere dei racconti erotici. miller comincio` entusiasta, ma si stanco` presto e passo` l`incarico all`amica anais nin che aveva bisogno di soldi. "cominciai a scrivere ironicamente, divenendo cosi` improbabile, bizzarra ed esagerata che pensai che il vecchio si sarebbe accorto che stavo facendo una caricatura della sessualita`," ricorda anais nin. "passavo i giorni in biblioteca a studiare il kama sutra, ascoltavo le avventure piu` spinte degli amici... tutte le mattine, dopo colazione, mi sedevo a scrivere la mia dose di pornografia..." solo ogni tanto riceveva una telefonata dal mandante. una voce diceva: "va bene. ma lasci perdere la poesia e le descrizioni di tutto quello che non e` sesso. si concentri sul sesso." nacquero cosi` questi racconti che si possono meritatamente annoverare tra le opere della letteratura erotica di maggior successo.

"il mio mezzo espressivo e la prosa" ha dichiarato sebald nel 1997, suffragando cosi l?opinione di chi vedeva in lui soprattutto un grande narratore e saggista. in realta la poesia era stata la sua prima vocazione, e aveva poi continuato a coltivarla - un fiume sotterraneo che affiora in sporadiche pubblicazioni e si manifesta pienamente solo nel sostanzioso lascito di carte. una produzione, quella del sebald poeta, rimasta dunque in buona parte celata e ora finalmente tornata alla luce, dai primi versi giovanili sino alle ultime liriche del 2001. vi si aggirano le stesse figure che abitano capolavori come vertigini o gli anelli di saturno, e che, svincolate dal meccanismo della prosa, si impongono al lettore con l?evanescenza di immagini oniriche ("un canale d?acqua ferma / una barca alla proda / il cacciatore gracco / ha gia toccato terra"). tutt?intorno, i freddi luoghi del viaggio - sale d?attesa, aeroporti, camere d?albergo -, la folla dei toponimi e le ultime tracce della natura, travolta dall?"ago magnetico" della ragione, che "la nave sospinge / fino allo schianto". sotto lo sguardo benevolo degli animali e delle costellazioni, l?unico in cui si intravede un barlume di salvezza, sebald si cala negli abissi di sogno e memoria, per riportare in superficie questi versi in cui echeggia "il suono delle stelle e / la vastita del silenzio / sopra la neve e i boschi".

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