
quella di alda merini e` una poesia che muove attorno a un dolore radicale, assumendo multiformi aspetti: di ferita biografica, incubo mentale, ansia ascetica. ma i versi della poetessa si aprono a feconde contraddizioni e nel momento stesso in cui articolano la loro poetica del dolore dichiarano un senso panico della vita che ha gli accenti di una felicita` sensuale, ingorda di erotismo, di ritmi terrestri e ritmi cosmici.

un vocabolario che comincia con un "abbraccio" e prosegue con "cuore", "dedica", "incontro", "notte", e "piangere" in cui barthes interviene con il suo sottile ingegno di linguista a collezionare tutti questi discorsi spuri in un unico soliloquio. per il grande pensatore francese l`amore e` un discorso sconvolgente ed egli lo ripercorre attraverso un glossario dove recupera i momenti della "sentimentalita`", opposta alla "sessualita`", traendoli dalla letteratura occidentale, da platone a goethe, dai mistici a stendhal. si realizza cosi` un repertorio suffragato da calzanti riferimenti letterari e da obbligati riferimenti psicanalitici sul lessico in uso nell`iniziazione amorosa.

a buell, in pennsylvania, il sogno americano prende la ruggine accanto alle fabbriche chiuse e alle acciaierie dimesse. il lavoro che se ne va lascia dietro di se` una comunita` in cui la fine del sogno di una nazione si ripete, ogni giorno, nei sogni infranti dei suoi abitanti. come quelli di isaac english: vent`anni, timido, insicuro, ha il cervello di un genio ma il college rimane un sogno da quando la madre si e` suicidata e lui, qualche tempo dopo, ha tentato di imitarla. sarebbe morto se non l`avesse salvato billy poe. billy, da parte sua, non e` molto sveglio, ma in compenso e` grande e grosso: a scuola era un campione di football tanto da guadagnarsi una borsa di studio per l`universita`. andarsene avrebbe significato stare alla larga dai guai ma ad abbandonare sua madre e la baracca in cui vivono non ce l`ha proprio fatta. poi un giorno, dopo anni passati ad accudire il padre invalido, isaac decide di scappare di casa e partire per la california. appena fuori citta` si imbatte nell`amico billy e quando scoppia un temporale decidono di ripararsi in un capannone abbandonato: l`incontro con tre senzatetto dara` inizio a un`imprevedibile catena di eventi che segneranno per sempre le vite di isaac, billy e degli altri personaggi.

a praga, un uomo lavora da anni a una pressa trasformando carta da macero in parallelepipedi armoniosi e sigillati, vivi e morti a un tempo perche` in ciascuno pulsa un libro che l`uomo vi ha imprigionato, aperto su una frase, un pensiero: sono frammenti di erasmo e lao-tze, di hoelderlin e kant, del talmud, di nietzsche. professionista della distruzione di libri, l`uomo li crea incessantemente sotto forma diversa, e dal suo mondo infero promuove un suo speciale sistema di messaggi.

ricardo conosce la "ragazza cattiva" da adolescente, a lima, e per trent`anni la rincorre in lungo e in largo per il mondo, colpito da un amore folle e sconsiderato. lei ama nascondersi sotto false identita`, e` sempre in fuga da qualcosa, irretita da ideali politici, alla ricerca di liberta`, ma anche di patrimoni da depredare. la rincontra a parigi, dove lei e` di passaggio, guerrigliera della mir destinata all`addestramento a cuba: sull`isola seduce un capo castrista, poi un diplomatico francese che la riporta con se` in europa. seduce poi un benestante inglese, per poi finire con un mafioso giapponese, che la devasta nel morale e nel fisico con ripetute, terribili violenze sessuali. ogni volta ricardo e` li` a proteggerla. e ogni volta lei riprende la sua via di fuga.

il romantico ed enigmatico jay gatsby organizza feste sontuose nella speranza di avvicinare la donna amata in gioventu`, daisy, che ha sposato un uomo ricco e rozzo. ne diventera` l`amante, ma un incidente automobilistico dara` una tragica svolta al loro amore. una descrizione spietata e partecipe del mondo fastoso e frivolo degli anni venti nelle pagine indimenticabili dello scrittore simbolo della "generazione perduta".

conservare bellezza e giovinezza a ogni costo, vivere in un infinito presente anche se il prezzo e` un`infinita dannazione: la storia di dorian gray e` probabilmente una delle piu` note che la letteratura abbia mai raccontato, e non c`e` generazione di lettori che non si sia confrontata con la straordinaria favola per adulti scritta da oscar wilde. una favola che intreccia personaggi, o meglio anime molto diverse tra di loro: da dorian gray, il dandy che espia il proprio edonismo con la vecchiaia, a lord henry, il cui spirito cinico e decadente richiama quello dello stesso wilde. ma proprio l`intrecciarsi di tante anime, insieme alla fortissima tensione narrativa, fa si che l`incanto del ritratto resti intatto nonostante il passare del tempo.

Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò "Se questo è un uomo" nel 1947. Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora viene continuamente ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo. Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un'analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell'umiliazione, dell'offesa, della degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.

"La tregua", seguito di "Se questo è un uomo", è considerato da molti il capolavoro di Levi: diario del viaggio verso la libertà dopo l'internamento nel Lager nazista, questo libro, più che una semplice rievocazione biografica, è uno straordinario romanzo picaresco. L'avventura movimentata e struggente tra le rovine dell'Europa liberata - da Auschwitz attraverso la Russia, la Romania, l'Ungheria, l'Austria fino a Torino - si snoda in un itinerario tortuoso, punteggiato di incontri con persone appartenenti a civiltà sconosciute, e vittime della stessa guerra. L'epopea di un'umanità ritrovata dopo il limite estremo dell'orrore e della miseria.

raccontare l`11 settembre, o l`ascesa della tennista tracy austin, analizzare l`ironia di kafka e il suo influsso sulla mentalita` degli studenti universitari, riflettere sul tragico destino delle aragoste, recarsi agli oscar del cinema porno. dieci anni in ascolto della voce profonda degli usa: da un talk-show reazionario condotto da un presentatore che si veste appositamente per venire bene in radio, fino alla carovana mediatica che insegue un avversario di bush nelle primarie repubblicane.

il "gorgia", dialogo che dal celebre retore prende il nome, offre una delle piu` approfondite riflessioni platoniche sulla retorica. tuttavia la sua portata va ben al di la` del tentativo di definire e tracciare i confini di una disciplina. prendendo le mosse dalla retorica e dalle sue implicazioni sul piano della conoscenza e dell`etica, il dialogo solleva interrogativi fondamentali: come bisogna vivere? a quali cose deve dare importanza chi vuol essere pienamente uomo e felice? il confronto tra socrate e i suoi interlocutori disegna in modo estremamente incisivo e drammatico le due strade tra le quali si trova a dover scegliere l`uomo ateniese del iv secolo a.c, e non solo lui: la vita secondo giustizia e verita`, a cui conduce la filosofia, o, all`estremo opposto, la vita finalizzata al successo e all`affermazione personale, alla quale conducono la retorica e le altre pratiche dell`apparenza. attraverso una discussione la cui tensione tradisce la rilevanza dei temi affrontati e insieme regala alcuni dei ritratti piu` vividi dell`intera opera platonica, il "gorgia" segna uno snodo centrale nel pensiero del filosofo per i problemi che solleva e le vie di ricerca che intraprende.

patrick bateman e` giovane, bello, ricco. vive a manhattan, lavora a wall street e con i colleghi timothy, david, patten e craig, frequenta i locali piu` alla moda, le palestre piu` esclusive e le toilette dove gira la migliore cocaina della citta`, discutendo di nuovi ristoranti, cameriere corpoduro ed eleganza maschile. ma la sua vita e` ricca di particolari piuttosto inquietanti e quando le tenebre scendono su new york, patrick bateman si trasforma in un torturatore omicida, freddo, metodico, spietato.

mattia pascal e` certo il primo protagonista di romanzo, in italia, a intrattenere un rapporto volubile e leggero con le proprie radici temporali, quasi fosse incalzato da una segreta vocazione a evaporare e dissolversi in altre forme, contro il ricatto della storia e delle sue istituzioni. agli antipodi degli eroi dannunziani dalla vita sublime, con mattia pascal si annunciano gli eroi della vita interstiziale, sopravvissuti a una catastrofe dell`ideologia ottocentesca, della quale solo dopo la grande guerra si intende per intero lo schianto.

"lessico famigliare" e` il libro di natalia ginzburg che ha avuto maggiori e piu` duraturi riflessi nella critica e nei lettori. la chiave di questo romanzo e` delineata gia` nel titolo. famigliare, perche` racconta la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i levi, a torino tra gli anni trenta e i cinquanta del novecento. e lessico perche` le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali. scrive la ginzburg: "noi siamo cinque fratelli. abitiamo in citta` diverse, alcuni di noi stanno all`estero: e non ci scriviamo spesso. quando c`incontriamo, possiamo essere, l`uno con l`altro, indifferenti, o distratti. ma basta, fra noi, una parola. basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. ci basta dire `non siamo venuti a bergamo per fare campagna` o `de cosa spussa l`acido cloridrico`, per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole".

questo romanzo trasgressivo e ricchissimo ci restituisce il disagio della pace in agonia in francia, nell`europa, nel mondo alla vigilia della seconda guerra mondiale.

johnny, la resistenza e le langhe sono i tre protagonisti a pari titolo di questo romanzo, trovato tra le carte di fenoglio dopo la morte. cronaca della guerra partigiana, epopea antieroica in cui l`autore proietta la propria esperienza in una visione drammatica, il partigiano johnny rivela un significato umano che va ben aldila` di quello storico-politico. dalla formazione delle prime bande fino all`estate del `44 e alla presa di alba seguiamo l`odissea di johnny e dei suoi compagni fra gli ozi forzati nei casali, le imboscate contro gli automezzi fascisti, le puntate per giustiziare una spia in pianura, le battaglie campali, i rapporti tra le varie formazioni ribelli.

un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. spingono un carrello, pieno del poco che e` rimasto, lungo una strada americana. la fine del viaggio e` invisibile. circa dieci anni prima il mondo e` stato distrutto da un`apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. non c`e` storia e non c`e` futuro. mentre i due cercano invano piu` calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all`olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo e` poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. visitano la casa d`infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta un lattina di cola. quando incrociano una carovana di predoni l`uomo e` costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma e` ormai una distesa d`acqua grigia, senza neppure l`odore salmastro, e la temperatura non e` affatto piu` mite. raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile...

brecht rielaboro`, in tre distinte riprese fino a pochi mesi dalla morte, questo dramma, centrale nella sua produzione sia sul piano drammaturgico che su quello morale; un ritratte chiaroscurato e contraddittorio del grande scienziato pisano, la cui indefessa ricerca della verita` si trasforma a poco a poco in una sorta di vizio, di personale intemperanza intellettuale. la presente edizione offre un`ampia introduzione, che situa l`autore e l`opera nel loro contesto storico e letterario, il testo originale nella versione definitiva e integrale con la traduzione a fronte, e un corredo di note che chiariscono le difficolta` linguistiche e forniscono precisazioni culturali, d`ambiente e di costume.

a dieci anni dalla morte di luciano berio vede la luce la raccolta pressoche` completa dei suoi scritti editi e inediti. inquadrati in un ambito cronologico compreso fra il 1952 e il 2003, questi testi accompagnano il lettore nella vastita` degli interessi e dei coinvolgimenti umani e artistici che abitavano le riflessioni di uno dei piu` importanti e poliedrici compositori della contemporaneita`. nelle quattro ampie sezioni del volume si alternano conferenze e relazioni tenute a convegni o presso prestigiose istituzioni internazionali (tra queste, due lezioni a harvard del 1967, finora inedite); saggi e articoli eterogenei per respiro e temi trattati, che abbracciano con pari curiosita` intellettuale e responsabilita` etica la musica propria e altrui, il lavoro nello studio elettronico, il teatro, il rock, la musica popolare e tanto altro ancora; note di sala, voci enciclopediche, ricordi e omaggi a "compagni di strada" (anche lontani nel tempo o dalla propria arte), profili di musicisti, pittori o scrittori da festeggiare o commemorare, reazioni polemiche alimentate da letture o dibattiti e altre testimonianze sollecitate dai temi piu` diversi. l`insieme di questi "scritti sulla musica" offre per la prima volta una panoramica esaustiva e articolata di un pensiero, sempre critico e lucido, in cui un prisma di problematiche legate al fare musica convive, nutrendosene, con stimoli tra i piu` diversificati... introduzione di giorgio pestelli.

una lettura che aiuta a comprendere la costituzione e il modo in cui le sue norme influiscono sulla vita quotidiana, dal principio dell`uguaglianza al diritto del lavoro, alla liberta` sindacale. utilizzando la forma del dialogo fra padre e figlia, ambrosini getta le prime basi di una partecipazione costruttiva alla vita civile. da un lato, considera l`esperienza storica nei suoi vari sviluppi - dallo statuto albertino al 1948 - dall`altro valuta l`attualita` critica, attraverso la disamina dei principi che hanno ispirato il dettato costituzionale e che fondano lo stato di diritto.

continuazione ideale della "storia dell`architettura italiana" di manfredo tafuri, questo testo non si limita ad aggiornarne il campo d`interesse da un punto di vista geografico-culturale, ma ha il pregio di affrontare una serie di snodi politici, territoriali ed economici fondamentali per la storia dell`architettura. e per questo che il volume include l`architettura prodotta dagli italiani all`estero, quella prodotta dagli stranieri in italia, allargandosi a temi di grande attualita` (come il social housing, l`ecosostenibilita` il territorio, l`influenza di manifestazioni e pubblicazioni sull`orientamento dell`architettura del nostro paese) e proponendo una galleria dei "maestri" piu` influenti: da rossi, gregotti, canella e isola agli esordienti, passando per piano, fuksas, zucchi e boeri. il risultato e` un volume che si rivolge agli studenti universitari, ma anche a quel pubblico appassionato ed "esperto", che non si accontenta di vivere gli edifici e la citta` come semplice "utente".

la forza creatrice dei secoli tra il x e il xiii e` all`origine di molte delle innovazioni tipiche del mondo in cui viviamo: dalla nascita della citta` all`affermarsi di un nuovo modo di trasmettere il sapere e di studiare, legato alle universita`; al tempo stesso, nuove tecniche vengono allora messe in opera e "si fanno strada nuovi atteggiamenti nei confronti del tempo, del denaro, del lavoro, della famiglia". caratteristica dell`attivita` storiografica di le goff e` proprio la capacita` di tendere a una visione del passato che ce lo ripresenti al di la` degli schemi che irrigidiscono e isolano solo taluni fenomeni. lo studioso francese pensa che tale impostazione sia particolarmente necessaria per un`epoca e una societa` che forse piu` di ogni altra hanno sentito l`esigenza di una vita totalitaria. in questo modo ci troviamo davanti a una grande lezione di storia, che ci mostra nelle loro profonde interdipendenze i vari atteggiamenti degli uomini.

indebolito dall`eta` nel fisico ma non nello spirito, yair moses e` un regista israeliano invitato a santiago per una retrospettiva sui suoi film. lo accompagna ruth, protagonista di gran parte delle sue pellicole, di volta in volta definita "compagna", "musa", "personaggio". ad accoglierlo, pero`, vi saranno alcune sorprese: la rassegna e` organizzata da un religioso appassionato di cinema e si concentra sui suoi primi titoli, pellicole cosi datate che lo stesso regista fatica a ricordarne il contenuto (facendo assomigliare le proiezioni a stranianti viaggi nella memoria, a meta` tra la seduta psicanalitica e la confessione religiosa). inoltre nella stanza d`albergo e` appeso un quadro che lo turba profondamente: una versione del celebre tema iconologico della "carita` romana" in cui la giovane pero allatta il padre cimone, chiuso in carcere e condannato a morire di fame. il dipinto ricorda al regista una scena simile che sarebbe dovuta apparire in uno dei suoi film. ruth, pero`, si era rifiutata di girarla: l`avallo di moses alla decisione dell`attrice aveva causato la loro rottura con lo sceneggiatore, shaul trigano, la mente creativa alla base dei loro successi (e all`epoca compagno della donna). una rottura tanto dolorosa quanto irrimediabile. almeno fino ad oggi: moses scopre che dietro l`organizzazione della rassegna c`e` proprio trigano.

il libro, come recita il sottotitolo, e` una storia vera. protagonista e` hermann roth, il padre di philip. hermann e` un vedovo di ottantasei anni, agente di assicurazioni in pensione, conosciuto un tempo per il suo genio, la sua forza e il suo fascino, che ora lotta contro un tumore al cervello. colmo di amore e attenzioni, di ansia e terrore, philip accompagna il padre in ogni momento di questa enorme esperienza, lungo il calvario di una dilatata agonia. il figlio condivide l`umore e le miserie che il malato e` costretto a subire: consulti medici, l`orrore del decadimento fisico, l`attesa inumana della separazione finale. gli episodi memorabili si accumulano: il figlio che paragona la fredda tomografia del padre al calore della propria biografia; il confronto del suo lascito patrimoniale con quello di un taxista psicopatico; ma anche il concerto di musica da camera suonato dagli amici per hermann; o philip che telefona a joanna, una compagna d`universita`, per calmare le proprie angosce.

"considerate se questo e` un uomo / che lavora nel fango / che non conosce pace / che lotta per mezzo pane / che muore per un si o per un no". sono i versi che aprono "se questo e` un uomo", il libro che consacra primo levi all`attenzione del mondo. ma chi e` levi, oltre che un grande protagonista della letteratura e un testimone sopravvissuto all`olocausto? e un bambino con gli occhi attenti, un appassionato di montagna, un giovane innamorato, uno scienziato rigoroso. un uomo dal corpo fragile e dallo spirito tenace. cosi tenace da sfidare la logica del campo di concentramento: privare l`uomo della propria umanita`. alla brutalita` nazista levi oppone la conoscenza, la luce della ragione. una luce che rischiara ancora il passato, e ancora illumina le minacce del futuro. eta` di lettura: da 11 anni.

"in paradiso si va per grazia ricevuta. se fosse una questione di merito, tu resteresti fuori e il tuo cane entrerebbe al posto tuo" (mark twain). a sentirli abbaiare durante un temporale, o a vederli che mordono l`aria per acchiappare una mosca al volo, non penseremmo mai che anche loro, i cani, abbiano tante storie da raccontarci. e invece e` proprio cosi`. se alcuni sembrano avere addirittura il coraggio di rubare la penna ai piu` grandi scrittori di ogni tempo, per aprirci gli occhi su un mondo fatto di visioni ad altezza di ginocchio, altri sono semplici protagonisti, eroicamente fedeli al padrone, cosi` ingenui da lasciarsi comprare con una carezza o teneri e simpatici come solo alcune canaglie sanno essere. ma sono tutti, sempre e comunque, a loro modo irresistibili.

Questa è una storia d'aria (palloni aerostatici, levità, frontiere) e una storia di terra (zavorre, schermaglie, routine). Ed è una storia di precipizi, di cadute violente e barbari strappi, dopo che due cose sono state unite e nessun dislivello basta a separarle. Questa, in una parola, è un'invincibile storia d'amore.

in dieci capitoli (e mezzo) una originale storia del mondo e dell`umanita` reinventata con ironia dallo scrittore inglese, che viene ora ad affiancare le presenze di mcewan, amis byatt. in un continuo rimbalzare di tempi, generi, situazioni, barnes ripercorre le grandezze e le follie della storia umana con un occhio divertito e disincantato. unico fattore positivo, nell`inseguirsi di fanatismi e naufragi, la forza unificante dell`amore, cosi` fragile e cosi` invincibile.

gli "altri scritti" raccolgono una serie di testi scritti di pugno da lacan. essi fanno seguito agli scritti che furono pubblicati in francia nel 1966 e decretarono la vera e propria entrata in scena di questo straordinario pensatore della "cosa psicoanalitica". i testi qui raccolti da jacques-alain miller continuano l`irradiazione di questo insegnamento. negli scritti l`accento era posto sul "come" funziona l`inconscio tramite il suo operatore, ossia il significante. ed era sintetizzato nell`aforisma "l`inconscio e` strutturato come un linguaggio". negli "altri scritti" l`accento si sposta sul nucleo che e` il cuore pulsante dell`inconscio: il godimento. si potrebbe sintetizzare questo nuovo punto di prospettiva in un aforisma mai pronunciato da lacan: "l`inconscio e` un apparato di godimento". godimento che, se e` tale per l`inconscio, spesso non lo e` per la persona che lo patisce nel sintomo. la quale tuttavia puo` ritrovarlo nelle diverse sfaccettature che fanno la gioia e la risorsa di quello che lacan chiama il "parlessere".

Lionel Asbo tiene molto all'educazione dell'amato nipotino Des e con lui è prodigo di buoni consigli: 1) porta sempre con te un coltello, 2) spacca qualche vetrina, 3) dài la birra ai pit bull per renderli piú aggressivi, 4) lascia stare le donne e dedicati ai siti porno...
Figuriamoci poi quando un colpo di fortuna lo trasforma nell'uomo piú ricco del Regno, nel «vip» che tutti i tabloid desiderano, nel modello per un'intera nazione. Martin Amis ha scritto una satira brutale, disperata, divertentissima, all'altezza di un'epoca brutale e disperata (ma non altrettanto divertente).

scritto tra la fine del 1829 e la prima meta` del 1830, "il rosso e il nero" e` il secondo romanzo di stendhal. l`autore ne corregge le bozze proprio durante le giornate della rivoluzione di luglio, che liquida la restaurazione e inaugura la monarchia borghese di luigi filippo. di questo passaggio cruciale della storia francese stendhal restituisce con crudele fedelta` non la cronaca (malgrado il sottotitolo del romanzo), ma lo spirito, muovendo dalla realta` della provincia per approdare a parigi, dove da sempre si annodano e si sciolgono i destini politici della francia. l`impietosa analisi storica non esaurisce tuttavia la complessita` della vicenda e del suo protagonista. l`ostinata rivolta di julien sorel non e` riducibile semplicemente all`acuto senso della propria inadeguatezza economica e sociale. la sua non e` coscienza di classe, e "ii rosso e il nero" non e` il romanzo dell`ambizione e della scalata ai vertici della societa`: stendhal non e` balzac. julien sorel affronta il mondo brandendo la propria inferiorita` sociale come un`arma, ma il mondo creato dalla potenza del denaro lo disgusta, anche se tanto spesso deplora l`umile condizione in cui la sorte lo ha fatto nascere. percio` rimpiange l`epoca napoleonica (di cui questo romanzo rafforza il mito, nato gia` all`indomani di waterloo), convinto com`e` che allora fosse possibile affermarsi soltanto grazie ai propri meriti. edizione con nuova traduzione



Einaudi collezione teatro n°54.




delfini pubblico` un solo libro di versi: "poesie della fine del mondo", uscito da feltrinelli nel 1961. nel 1995 il libro e` stato riedito da quodlibet con l`aggiunta di alcune poesie escluse dalla raccolta. questa terza edizione amplia di molto la percentuale degli inediti, presentando per la prima volta un grosso nucleo di poesie degli anni trenta e quaranta tratte dagli autografi in possesso della figlia giovanna. e un`occasione per considerare l`esperienza poetica di delfini nel suo complesso, dall`inizio alla fine. come scrive irene babboni nella sua nota, si potra` vedere che la poesia di delfini "e` stata nel tempo manierista, lirica, romantica, crepuscolare, sghemba, sgrammaticata, scombinata, bettoliera, offensiva, innamorata. ha tentato, di volta in volta, di rincorrere i poeti antichi, gli stranieri, i surrealisti. non sempre ci e` riuscita, certo. la sua e` spesso `mala poesia` (`e` mio dovere scrivere mala poesia`, dice l`autore). ma in questa mala poesia delfini ha saputo inventare, prendere a prestito, a volte persino fraintendere, e sempre rimescolare con estro il tutto". con la sua poesia delfini ci ha lasciato una possibile lettura del mondo, e di una vita. prefazione di marcello fois.

"il respiro del buio" comincia con un viaggio in treno, alcune centinaia di chilometri che sanciscono l`ingresso in una nuova vita. il servizio militare in cecenia e` finito, e` tempo di tornare, ma per il protagonista la parola ritorno ha perso significato. e un altro uomo quello che arriva alla stazione di bender, e un`altra e` la citta` che lo accoglie: identica a un primo sguardo, eppure diversa. rinchiuso nel suo appartamento, solo con le sue armi importate illegalmente dalla cecenia, nicolai vive il suo "dopoguerra" di solitudine, ansia, paura. e, soprattutto, odia. odia gli edifici, le strade, l`umanita` "pacifica" che gli appare fasulla, intollerabile nella sua pretesa di civilta`. per provare a fare i conti con le atrocita` subite e commesse, decide allora di intraprendere un nuovo viaggio, verso il luogo che rappresenta l`unico ritorno possibile: la siberia. immerso nella natura, nel silenzio, guidato dalla saggezza del nonno, sembra trovare una vita semplice e quieta. ma un passato cosi` pesante non si cancella con il silenzio, e neppure con la determinazione, e quella che sembra una possibilita` di riscatto puo` rivelarsi in ogni momento una trappola che inverte la corsa e riporta al punto di partenza. cosi`, puo` succedere che un impiego in una ditta di sicurezza privata a san pietroburgo si trasformi in una nuova guerra, piu` nascosta e apparentemente meno violenta rispetto a quella combattuta in divisa, eppure, se e` possibile, ancora piu` pericolosa. una guerra che fa le sue vittime nelle strade e nelle piazze...

«Kafka sulla spiaggia si legge come il suo autore deve averlo scritto: con la sensazione di entrare a occhi aperti in un sogno visionario e risonante di profezie, dove le scoperte e le rivelazioni si susseguono, ma il cuore piú profondo resta segreto e inattingibile».
Giorgio Amitrano

Saper leggere la natura può salvare la vita. È quello che capita agli escursionisti colti dalle intemperie durante un'ascensione al monte Ventoux. O al capitano Arsen'ev, che ben due volte, nella taiga siberiana, deve ringraziare la guida preziosa del cacciatore Dersu Uzala. Ma questo non è un manuale di allenamento dello sguardo, o non solo. È un libro di avventure, esplorazioni, scoperte, col fango sotto le suole, seguendo le picchiate del falco e le fughe impazzite delle sue prede.

dai tempi di descartes, le scienze dimostrative sono ritenute il regno della razionalita`, mentre tutto cio` che non e` dimostrabile viene relegato nell`ambito dell`irrazionale. cosi` l`etica, la sociologia, il diritto, la psicologia, la retorica sono rimaste escluse dalla logica in senso stretto. la teoria dell`argomentazione si propone di reintrodurre la razionalita` nelle scienze dell`uomo che operano con mezzi di prova non dimostrativi. i problemi connessi con l`argomentazione interessano varie discipline: dalla letteratura alla sociologia, dal diritto e alla psicologia. la teoria dell`argomentazione li affronta da un proprio punto di vista come logica delle scienze non dimostrative. con una prefazione di norberto bobbio.

scendendo a capofitto per i rami delle generazioni, clelia riesce a trovare il suo posto sull`asse del tempo: ha una data d`inizio, il 1914, e persino una capostipite, la nonna franca, giunta dalla russia a napoli. innamorata della vita, ricca di passione e di ideali, clelia cresce con i piedi piantati nella provincia e lo sguardo rivolto alla citta`. quando clelia incontra gianni non ha dubbi su cosa fare: insieme trovano quarantadue metri quadri in cui sostenersi "l`un l`altra come due carte da gioco poggiate in piedi". per mantenersi lavora come maschera in un teatro, e proprio in teatro fara` presto carriera. appagata dal successo, clelia sembra non accorgersi di scegliere sistematicamente il "male minore". il nuovo romanzo di valeria parrella ha l`energia e il coraggio delle storie necessarie. la storia di clelia procede di pari passo con quella dell`italia, e ci restituisce il ritratto di un paese che ha progressivamente rinunciato al pubblico per il privato, all`etica per il guadagno, ma che con ostinazione ciascuno di noi continua ad amare "come si amano solo le cose che vengono prima di noi e dopo di noi resteranno". senza dismettere la voce intima e sensuale che le e` propria, valeria parrella narra la perdita di contatto tra cio` in cui si crede e il modo in cui si agisce, fino alla consapevolezza che "le cose non si compiono all`improvviso, ma all`improvviso le vedi nel loro intero".

"novela total" lo ha definito mario vargas uosa in un suo famoso saggio degli anni sessanta: "tirante il bianco" come romanzo totale. e ha paragonato martorell a flaubert e faulkner, collocandolo tra i piu` grandi narratori della letteratura di tutti i tempi. a quasi cinquantanni dal giudizio entusiastico di vargas llosa, si puo` forse leggere piu` pacatamente questo romanzo cavalleresco scritto in catalano nel xv secolo, ma resta la convinzione che si tratta di un`opera affascinante e fortemente innovativa: ha aperto le strade della narrazione moderna con personaggi che "maturano" attraverso le vicende raccontate nel libro e che dimostrano un`interiorita` e una dimensione psicologica effettivamente in anticipo sui tempi, oltre le schematizzazioni tipologiche medievali. un punto di forza del libro, oltre le parti epiche e guerresche, riguarda l`amore e la sessualita`, trattati molto esplicitamente, con arditezza di situazioni e di linguaggio che ancora oggi possono colpire. la storia principale e` quella di tirante il bianco, gentiluomo bretone, campione di tornei cavallereschi, che riesce con il coraggio e con l`ingegno a liberare l`isola di rodi dall`assedio del sultano di babilonia, dopodiche` viene cooptato dall`imperatore di costantinopoli per condurre la guerra contro i turchi. tirante si innamora della figlia dell`imperatore, carmesina, e carmesina di lui, ma una serie di equivoci e di vicende allontana i due innamorati.

l`ablativo e` un caso latino che non indica l`"io" ne` il possesso, non marca le attese ne` le esclamazioni, ma sintetizza un allontanamento, un`uscita da un luogo o da uno stato, una dislocazione, un`asportazione. un titolo quanto mai azzeccato per la nuova raccolta di enrico testa, la cui poesia e` fortemente "ablativa" perche` parla di privazioni e sa riflettere, con sentenze lapidarie e geniali, sui temi della mancanza per eccellenza, come la morte e la vecchiaia. gia` con i libri precedenti, testa elaborava il senso della perdita in molte delle direzioni possibili, soprattutto nel segno del ricordo, del dialogo reso virtuale e sostanzialmente di una malinconica rassegnazione. nella nuova raccolta si spinge oltre: la perdita e` intrinseca alla vita e coinvolge passato, presente e futuro, perche` "la litania dei casi recitata al ginnasio s`e` fatta prognosi postuma dei giorni" e all`autore non resta che spartirsi il presente "nella pienezza della sua inutilita`".

uno dei piu` clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi e` anche il libro piu` intimo, introspettivo di murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. norwegian wood e` anche un grande romanzo sull`adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. come il giovane holden, toru e` continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma e` anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un`istintiva avversione per tutto cio` che sa di finto e costruito. diviso tra due ragazze, naoko e midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, toru non puo` fare altro che decidere. o aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.

""vorrei dieci minuti del tuo tempo", disse senza preamboli una voce di donna, lo sono piuttosto bravo a riconoscere le persone dalla voce, quella li pero` non l`avevo mai sentita". in un sobborgo di tokyo il giovane okada toru ha appena lasciato volontariamente il suo lavoro e si dedica alle faccende di casa. due episodi apparentemente insignificanti riescono tuttavia a rovesciare la sua vita tranquilla: la scomparsa del suo gatto e la telefonata anonima di una donna dalla voce sensuale. toru si accorgera` presto che oltre al gatto, a cui la moglie kumiko e` molto affezionata, dovra` cercare kumiko stessa. lo spazio limitato del suo quotidiano diventera` il teatro di una ricerca in cui sogni, ricordi e realta` si confondono e che lo portera` a incontrare personaggi sempre piu` strani: dalla prostituta psicotica alla sedicenne morbosa, dal politico diabolico al vecchio e misterioso veterano di guerra. a poco a poco toru dovra` risolvere i conflitti della sua vita passata di cui nemmeno sospettava l`esistenza. un romanzo che illumina quelle zone d`ombra in cui ognuno nasconde segreti e fragilita`.



sistemati i personaggi come pedine su una scacchiera, friedrich durrenmatt da` il via a uno dei giochi piu` raffinati e crudeli, mettendo a nudo le ipocrisie, i sottintesi e le ambiguita` delle strutture del potere. vincolati da sottili fili mentali a una ragnatela che acquista sempre piu` una dimensione reale, i protagonisti iniziano a sbranarsi a vicenda, rivelando retroscena meschini, scambiandosi accuse, rompendo e creando alleanze. invece di agire nell`interesse della comunita`, ai quindici importa soltanto comandare e ottenere piu` potere. non c`e` spazio per ideali e valori, dubbi o risentimenti. un congegno narrativo di precisione e tensione che fa serpeggiare un dubbio nella mente del lettore: e se fosse proprio l`uomo con la sua sconfinata sete di potere a essere incapace di ambire a valori piu` giusti?

"vivetela bene la vostra piccola vita perche` e` la sola e quindi immensa ricchezza di cui disponete. non dilapidatela, non difendetela con avarizia, non gettatela via oltre l`ostacolo. vivetela con intensa passione, con speranza e allegria". "scuote l`anima mia eros" nasce cosi, dalla passione, sotto il segno di una mercurialita` creativa che rincorre l`intensita` folgorante e variabile dei pensieri. eugenio scalfari ha sempre cercato di farsi attraversare dalla luce della razionalita`, senza tuttavia nascondersi che la conoscenza e il sapere hanno il loro fondo oscuro nella malinconia ("io sono stato un mercuriale che sognava d`essere un saturnino"). oggi sente di aver raggiunto quello spazio immobile, quel tempo sospeso che gli permette di accogliere dentro di se` le cose del mondo "invece di invaderle e possederle". sa di potersi abbandonare liberamente alla propria vita emotiva senza rischiare di cedere alla tristezza e alla solitudine: la malinconia sara` pure un bagno di luce crepuscolare che accompagna ogni percezione, ma e` anche una consolazione dell`esistenza che puo` permettersi solo chi ha vissuto e vive ogni momento "con intensa passione, con speranza e allegria".

mister piccolo e` uno scrittore al quale viene fatta una proposta: girare il mondo insieme ad altri sei colleghi. cosi` comincia per lui un`avventura all`insegna della diversita`: quella di popolazioni lontane, ma soprattutto della sua. si`, perche` mister piccolo, con il bagaglio di occidente che si porta dietro, capisce ben presto che il vero diverso e` lui, segnato dal marchio del privilegio che azzera le distanze geografiche e amplifica le differenze sociali. eppure, a poco a poco, si lascia permeare dall`imprevedibilita` del viaggio, perdendosi nella mesta allegria di sapersi altro da cio` che e`. e scopre che i cinesi vedono gli occidentali tutti allo stesso modo (tanto che lui viene scambiato per nicolas cage), che a hong kong non si e` nessuno se non si possiede un biglietto da visita, e che l`avventura piu` inquietante, in realta`, l`ha vissuta a roma, una notte che non aveva i soldi per rientrare a casa in taxi...

costruita su forme diverse e con suggestioni da molteplici tradizioni poetiche, la nuova raccolta di gabriele frasca fa convivere passato, presente e (sotto forma di sperimentazione) futuro. incastonato fra una sezione iniziale ispirata ai sonetti barocchi di quevedo e a una finale di traduzioni-riscritture da dylan thomas, il lungo poemetto che da` il titolo al libro e` un testo tendenzialmente narrativo in cui versi e prosa giocano a rimpiattino nascondendosi gli uni nell`altra, in un flusso verbale apparentemente continuo, mozzafiato. la vita e la morte di un personaggio concentrate in una giornata di attraversamenti della realta`, forse solo immaginati in un dormiveglia. la difficolta` di aderire a un`idea di soggetto, la stratificazione dei tempi (e delle ere) nel gioco di proiezioni dell`ipotetico se`, il continuo tentativo di incespicare nel flusso sonoro, sempre frustrato, se non alla fine, dal trionfo del ritmico, pervasivo respiro. un passo ulteriore nella poesia post-lirica di frasca, che e` poesia a un tempo severa e pirotecnica, ardua meditazione e onda sonora trascinante. territorio poetico originale.

il romanzo inizia con il protagonista, tod hackett, che passeggia per le vie della citta`. ma le vie dove cammina sono finte: la storia si muove tra la cartapesta e le scenografie di hollywood, citta` dove gli uomini arrivano con grandi sogni e illusioni, per ritrovarsi annoiati, squallidi, vuoti, invidiosi e crudeli. "una locusta tra milioni di locuste che possono, se fanno folla, calpestare i bambini e sradicare gli alberi". "il giorno della locusta", uscito contemporaneamente a "topolino" e "furore", mostra le insidie nascoste dalla promessa di felicita` americana, chiudendosi con la scena formidabile di una "folla che tumultua e distrugge". prefazione di christian frascella.

"le sette fashion mass icons qui indagate sembrano esemplificare alcuni punti chiave dell`estetica del modernismo e insieme le prime attestazioni vestimentarie o comportamentali di idee della moda che ancor oggi tornano ciclicamente. l`icona e` cle`o de me`rode, la ballerina francese che sperimenta in modo aurorale cosa significa essere uno stereotipo visivo popolare di massa imprigionato in un cliche` da riprodurre come merce. la poesia e` charles baudelaire, l`interprete speciale della monocromia luttuosa del nero, il soggetto tra i piu` celebri dell`obiettivo fotografico dell`amico nadar. la danza e` vaslav nijinsky, l`angelo volante dei balletti russi immortalato da sir adolf de meyer. il post-colonialismo e` nancy cunard, la scrittrice ribelle e anticonformista che porta nell`arte e nella vita il credo dei negrophiles, e che si fa fotografare da man ray con i bracciali-feticcio africani che le ricoprono le lunghe e magre braccia. il gender-crossing di annemarie schwarzenbach, la piccola svizzera che tramite la fotografia di reportage cerca un posto nel mondo, ma che sa anche usare la fotografia per concedersi in immagini indimenticabilmente chic. il conformismo e` d`annunzio, lo scrittore e poeta che combatte con versi e imprese la mediocrita` borghese e la banalita` del normale, che crea vesti magiche e immaginifiche per le sue ospiti notturne, ma che nel suo personale guardaroba del vittoriale non rinuncia all`eleganza snob dettata dalla moda delle e`lite cui vuole appartenere".


due fratelli divisi da anni di distanza e silenzi si ritrovano a condividere con le rispettive famiglie una settimana di vacanza in un vecchio cottage della campagna inglese, al confine con il galles. dopo la morte della madre, richard, medico di riconosciuto acume scientifico di edimburgo, invita la sorella angela, suo marito dominic e i figli alex, daisy e benjy a godere di quella che spera diventi una salutare occasione di riposo e riappacificazione. una parentesi in cui il desiderio di armonia estiva e domestica possa finalmente diventare realta`. richard e` in compagnia della sua nuova moglie louisa e della figliastra melissa, due donne che angela fa fatica ad associare al fratello forse proprio perche` del fratello lei non sa piu` nulla, non conosce alcuna intima inflessione emotiva, non distingue quel bambino che, durante i primissimi anni di vita, ha contribuito a fortificare la sua solitudine. al contrario, angela e` immersa in un`altra visione, quella di se stessa madre di una bambina nata morta diciotto anni prima e ora madre di tre ragazzini con cui sorride troppo poco spesso. tra loro c`e` benjy, la voce della sensibilita` e della fantasia che sospinge i membri di entrambe le famiglie a specchiarsi in tutto quello che loro sembrano aver compromesso: la pieta` nell`uccidere un animale, la liberta` nell`immaginarsi esseri umani ma anche eroi, la meraviglia di pensare alla propria casa come a un castello.

si dice che raccontare la propria vita serva a comprenderla. ci sono esperienze, pero`, su cui le parole non hanno presa: si puo` solo "soffrirle" una seconda volta sulla propria pelle. i criminali siberiani le loro vite se le portano addosso, incise dalla mano esperta del kol`sik: sacerdote e custode della tradizione, il tatuatore e` l`unico a comprendere fino in fondo la lingua arcana dei simboli. ma i tatuaggi, mentre raccontano delle storie, ne creano altre: generano incontri ed equivoci, stabiliscono legami, decidono, a volte, della vita e della morte. ed e` attraverso questo vortice di storie che nicolai lilin ci conduce dentro la tradizione dei "marchi" siberiani. sei racconti diversissimi - comici o disperati, violenti, romantici, rocamboleschi - nei quali ritroviamo alcuni dei personaggi memorabili di "educazione siberiana" la banda di minorenni capitanata da gagarin, il colossale mei, nonno boris e gli altri vecchi fuorilegge di fiume basso - e ne incontriamo di nuovi: oliva, che spara come un sicario e si porta sempre appresso la foto di una donna; styopka con il suo amore impossibile; pelmen, che paghera` caro un tatuaggio sbagliato nel posto sbagliato; e ancora kievskij, criminale di seme nero; il vecchio hippy batterista in perenne lotta con una direttrice dittatoriale; il terribile treno e la virginale cristina. a fare da filo rosso, c`e` la voce inconfondibile di nicolai "kolima" e la storia della sua formazione da tatuato.

frank lahmann e zarin suker hanno molto in comune: sono due psicopatici, crudeli, spinti da un desiderio di morte e vendetta che affonda le sue radici malate nella loro infanzia. e, per diverse ragioni, sono ossessionati dagli occhi delle loro vittime. alina gregoriev, una fisioterapista cieca, ha il compito di trovare le prove per incastrare suker, interrompendone la catena di violenze. alexander zorbach deve trovare a ogni costo il serial killer lahmann, che ha ucciso sua moglie e gli ha rapito il figlio. ma l`uomo, che la stampa ha ribattezzato il "collezionista di occhi", sembra conoscerne in anticipo le mosse, e si diverte a giocare con lui come il gatto col topo. alina e alexander hanno gia` lavorato insieme, e insieme hanno scoperto che dietro i delitti del collezionista c`era lahmann. ma ora sono presi tra due fronti, e con il crescente sospetto che i loro nemici, ben lungi dall`essere ignari uno dell`altro, agiscano seguendo un unico, folle disegno.

a seguito di un attacco epilettico avuto nel dicembre del `79 benito, oggi stimato fotografo, ha dimenticato un decennio della sua vita. e adesso e` obbligato a ricordare per via di una mostra in cui dovra` presentare una raccolta di foto - chiamata omissis - che sembrano apparentemente scollegate fra loro e senza senso, ma soprattutto per riemergere dal "sottosuolo" in cui e` sprofondato. angela, sua moglie, gli regala un taccuino affinche` si sforzi di recuperare la memoria: sa che lei non potra` piu` amarlo, se lui non lo fa. perche` benito ha cercato di proteggersi dal suo male dimenticando, ma cosi` ha scavato un fossato tra se` e gli altri. scrivendo, e attraversando di nuovo la malattia, benito riesce a ricordare, e ogni ricordo rimosso - ogni foto di omissis - e` legato alla comunita` di viadana, il luogo in cui e` cresciuto, un microcosmo rurale affollato da personaggi indimenticabili. ogni ricordo racconta una perdita dell`innocenza.

credi di sapere quello che fanno nel buio. di poterlo immaginare. ma non conosci il buio. e non conosci loro. in fondo gemma e pauline sono solo due bambine di dieci anni, cosa potra` mai nascondere la loro vita? due ragazzine come tante, due compagne di scuola che sembrano non condividere nulla: socialmente privilegiata, cresciuta in un ambiente (all`apparenza) iperprotettivo, l`ingenua gemma; povera, posseduta da una rabbia che sembra aver ricevuto con il latte della madre prostituta, l`aggressiva pauline. invece la loro amicizia, strana, casuale, un po` storta, cresce su cio` che le unisce: la violenza di una citta` operaia e disagiata, l`atmosfera di impalpabile ma incombente minaccia che pervade le loro fragili esistenze. e poi c`e` la comune passione - anzi ossessione - per lallie. attrice bambina, piccola lolita televisiva, lallie da` corpo, un corpo fasciato da tutine aderenti e precocemente ammiccanti, a tutti i sogni di gemma e pauline. quando la piccola diva verra` in citta` per girare un film - in cui interpreta la vittima di un pedofilo - le vite delle tre ragazzine si incontreranno in un`esplosione di orrore, un precipitato di tutta la violenza, la rabbia, i tradimenti, gli abusi, le invidie che hanno accumulato nelle loro vite. esistenze brevi, ma lunghe abbastanza per veder morire il futuro. perche` e` questo che unisce gemma e pauline: il buio che le avvolge, che cela colpevoli e responsabilita`. il loro essere vittime. il diventare, a loro volta, carnefici.

mai come negli ultimi decenni il turismo e` diventata un`attivita` che si nutre di immagini e di immaginari. viviamo in una societa` fortemente mediatizzata, che produce un`enorme quantita` di immagini finalizzate alla conoscenza e al consumo di luoghi e persone, che diventano patrimonio condiviso delle varie "comunita`" turistiche e si trasformano via via in una sorta di icone. partendo da approcci disciplinari diversi ma convergenti, come quello dell`antropologia culturale e della geografia, marco aime e davide papotti, basandosi su un percorso teorico supportato dall`analisi di casi esemplari, mettono in luce alcuni dei meccanismi che portano alla costruzione degli immaginari relativi a luoghi, spazi, eventi e dimensioni di vita esotiche. immagini e immaginari che condizionano fin da prima della partenza ogni forma di incontro con la diversita`, sia essa di carattere naturalistico-ambientale, sia invece di tipo etnico-culturale, e che determinano il nostro rapporto con l`altro e con l`altrove, perpetuandosi e riproducendosi in una sorta di circolo autoreferenziale.

a due anni di distanza dall`11 settembre 2001, gli effetti dell`attentato ancora incombono sulla vita di tanti americani, impegnati a tentare di immaginare un futuro di guarigione e ritrovata serenita`. questo sforzo, individuale e collettivo insieme, ha bisogno di un simbolo, di un faro, di qualcosa che renda tangibile cio` che solo le parole - e a volte neppure quelle - riescono a evocare. il monumento che dovra` assolvere il compito sara` un luogo di pace, un documento storico, una nuova partenza. viene cosi` indetto un concorso anonimo e aperto a tutti per scegliere il progetto che meglio rappresentera` questa voglia di memoria e rinascita. ma per quello che sembra in tutto e per tutto uno scherzo del destino, il progetto prescelto - il giardino - risulta essere opera di un bravissimo architetto, referenziato e stimato. e musulmano. per un attimo sembra che quel nome, mohammad khan, arrivato in modo cosi inatteso al tavolo della giuria, sia una sorta di de`ja`-vu: una nuova esplosione, un altro attacco kamikaze, quasi un nuovo attentato alla societa` americana. le reazioni dell`opinione pubblica alla notizia sono prevedibilmente di shock e incredulita`. l`architetto vincitore si vedra` costretto a ripensare il suo modo di essere americano e musulmano, di essere figlio e compagno, e finira` con l`abbandonare la battaglia per rivendicare quegli stessi diritti che gli hanno permesso di diventare cio` che e`, un onesto e produttivo cittadino americano.

la sera del 9 luglio 1864, thomas briggs, benestante bancario della city, grigia figura della grigia londra vittoriana, prende il solito treno per tornare a casa. a malapena si accorge di salire sulla carrozza 69: di certo ignora di star entrando, a suo modo, nella storia. pochi minuti e alcune stazioni dopo, due pendolari trovano lo scompartimento vuoto e i sedili sporchi di sangue. piu` in la` due signore si lamentano col capotreno di essersi macchiate i vestiti per alcune gocce di una sostanza rossa entrata dal finestrino. immediatamente le autorita` ferroviarie capiscono che un orribile delitto si e` appena consumato all`interno della carrozza 69. l`opinione pubblica e` sconvolta. per la prima volta in inghilterra il treno diventa il palcoscenico di un omicidio: da rassicurante simbolo del progresso, il nuovo mezzo di trasporto svela la sua natura minacciosa, annunciandosi come un luogo pericoloso dove la violenza che attraversa la societa` puo` manifestarsi indisturbata. spinta dalle pressioni della popolazione, del governo e dell`industria ferroviaria, scotland yard sguinzaglia i suoi uomini migliori. inizia cosi una caccia all`uomo che non si limita alle strade di londra ma proseguira` in un vero e proprio inseguimento transoceanico fino a concludersi in una new york scossa dalla guerra civile. sembra un romanzo giallo, antesignano di tanti "omicidi ferroviari". invece kate colquhoun riporta alla luce una storia vera e incredibile che di quei romanzi e` stata l`ispiratrice.

si respira un`aria antica fra le pagine di questa nuova raccolta di racconti di nathan englander. c`e` l`immutabilita` della parabola e la sapienza della narrazione ebraica, c`e` il grottesco di gogol` e l`ineludibilita` di kafka, l`intelligenza caustica di philip roth e la spiritualita` applicata di marilynne robinson. e intorno a tutto, incontenibile, liberatoria, un po` sacrilega, una sonora risata. la scrittura di englander corre agile sul filo teso fra il religioso e il secolare, agile e mai leggera, esplora gli obblighi e le complessita` morali dei due versanti, ne assapora le esilaranti debolezze, strappando sorrisi pronti a congelarsi in smorfie attonite. il marito esemplare e avvocato di successo di "peep show" cerca la trasgressione in uno squallido locale a luci rosse, e incontra invece la sua cattiva coscienza travestita (o meglio svestita) da rabbino della sua vecchia yeshiva. le nudita` flaccide e pelose dell`esimio dottore della legge restano comiche solo fino al successivo, terrorizzante, travestimento. si ride di gusto anche delle piccole manie geriatriche degli ospiti del centro estivo "camp sundown", finche` riguardano spray antizanzare e allarmi antifumo, ma quando le vetuste menti dei villeggianti credono di riconoscere in un compagno di soggiorno un carceriere nazista di ben altro campo del loro passato, la commedia si tinge di nero. l`ombra dell`olocausto, o di una sua rivisitazione, occhieggia insistente...

bruno savini vive da single in un paese della provincia emiliana, e` laureato in lettere e ha alle spalle velleita` artistiche presto fallite e abbandonate. si mantiene facendo l`autista di scuolabus e ha smesso di aspirare a qualcosa di meglio, perche` si porta dietro le cicatrici di troppe difficolta` e delusioni. i suoi amici piu` fedeli, ormai, sono i bambini che ogni giorno trasporta a scuola. attraverso le loro personalita`, i loro piccoli e grandi drammi, rivive le vicende della propria infanzia. vive immerso nei ricordi e nel passato, mentre una fitta nebbia avvolge sogni e speranze. il ricordo di serena, la ragazza che lo ha lasciato da un anno, lo domina fino a trasformarsi in ossessione. un`ossessione che diventa presto follia...

i quattro dialoghi che costituiscono la settima tetralogia di platone, pur non essendo tra i piu` famosi, presentano molteplici motivi di interesse, "l`ippia maggiore" indaga una nozione fondamentale, il bello (kalon), concludendo in maniera apore`tica. "l`ippia minore", anch`esso apore`tico, affronta temi socratici legati alla questione dell`involontarieta` del male. "lo ione", che vede protagonista un rapsodo interprete di omero, tratta il tema della poesia come ispirazione divina e delle sue pretese di costituirsi come un`arte. "il menesseno, orazione funebre per i caduti in guerra, costituisce, in quanto prestazione retorica, un unicum nel corpus platonico. in passato ridotti al rango di satire scherzose prive di contenuto filosofico, questi dialoghi sono stati variamente riconsiderati dalla critica nell`ultimo cinquantennio. una valutazione adeguata della loro importanza dipende in gran parte dalla possibilita` di inquadrarli nel complesso della filosofia platonica. a questo proposito entrano in gioco criteri ermeneutici relativi al modo in cui leggere platone, su cui da sempre ha luogo lo scontro tra interpretazioni contrapposte. i dialoghi qui considerati risultano interessanti non solo per i loro contenuti strettamente teorici, ma anche in quanto elementi essenziali di un piu` ampio progetto, filosofico-pedagogico e letterario, in cui si dispiega compiutamente l`arte drammatica di platone.

le poesie di "alibi" sono poesie d`amore. non importa che l`amore sia immaginario o reale, e` l`amore ad essere raccontato. un amore trattato e vissuto come un male, e insieme come la sola liberazione dal male. sono poesie da album, ma un album visitato da una tristezza veggente di chiromante pazza, che interroga, cieca, le linee confuse e arruffate del suo destino, senza riuscire ad afferrarlo, perche` quello che la tradisce e le manca sono proprio il cinismo, l`astuzia e il terra-terra del mestiere. il protagonista di alibi e` sempre il futuro, la conoscenza, la divinazione, la spiegazione data a se stessa di un destino sempre piu` simile a una condanna e a un inferno, e se c`e` qualcosa che non finisce di sorprendere, in questo album capovolto e mostruoso, e` che la pitonessa che si arrovella sulle fatture e i filtri, e fa versi simili alle cantilene e ai sortilegi che accompagnano la magia, non smette per questo di essere una ragazza sognatrice che vuole l`amore e aspetta la felicita`. in appendice: "quaderno inedito di narciso".

nello scenario seducente di un albergo giapponese di campagna, con un cerimoniale quasi liturgico, il maestro shusai, l`eroe fino ad allora imbattuto, conduce la sua ultima, epica sfida: una partita di go che durera` sei lunghi mesi e che rimarra` celebre negli annali di quest`arte. la posta in gioco e` ben piu` importante di un premio. la vittoria determinera` la fine di tutto un mondo: il go come esperienza estetica, il rispetto per gli anziani maestri e per l`avversario, la silenziosa concentrazione che fa di quest`arte una via di saggezza. romanzo di straordinaria tensione a volte quasi insostenibile, "il maestro di go" trasforma, pagina dopo pagina, le mosse dei due contendenti in un gioco di vita e di morte: uno solo potra` uscirne vivo. con uno scritto di raffaele rinaldi.

il romanzo e` la storia di una ragazza che sceglie di fare un matrimonio d`interesse, di prendere la strada che va in citta`. per poi accorgersi che il vero amore e` altrove... passioni senza via d`uscita, vite alla deriva, anime alla ricerca di un approdo sicuro dove lenire le proprie delusioni: con impetuoso realismo ma senza alcun giudizio morale l`autrice, in questo romanzo - che e` il suo primo libro - descrive la solitudine di un`esistenza che nel gioco della memoria rievoca cio` che le e` passato accanto come un mistero incomprensibile e inafferrabile. introduzione di cesare garboli.

le donne nella poesia italiana contemporanea sono una presenza molto forte: dietro quella decina di autrici che tutti conoscono e molti amano c`e` una ricchezza di voci emergenti di grande interesse e di sicuro valore. questa antologia ne raccoglie dodici con la duplice intenzione: di farle leggere o rileggere a un giro di lettori abbastanza ampio e di confrontarle fra loro "a distanza ravvicinata", per vedere cio` che le unisce al di la` dell`ineccepibile originalita` delle singole scritture.

wally dormiva con la bandana calata sugli occhi, come cupido, come un condannato a morte: per proteggersi dalla luce, diceva. per conservare il ricordo dell`africa, pensava louise. era il 1961: lui un immigrato dall`algeria sconvolta dalla guerra, lei una ragazza newyorkese arrivata in francia per studiare. prima che partisse zia nora le aveva dato un buon consiglio, a pensarci bene l`unico buono che le avesse mai dato: "louise, non lasciare che gli studi interferiscano con la tua educazione". e cosi fu. continuava a seguire le lezioni all`universita`, ma tutto quello che apprese quell`anno lo imparo` da lui. le insegno` la grammatica, la sintassi, la storia della francia e il francese di strada. religione, politica e cucina, tutto nello stesso pentolone. era come imparare le buone maniere a tavola senza avere una vera tavola: ma quello che avevano era l`eta` in cui ogni coppia basta a se stessa e le mura sottili di una stanza sono sufficienti a tenere fuori il mondo intero. la sua stanza, in cui si chiudevano per fare l`amore, era la loro vera nazione, l`unica patria che condividevano, il paese di cui erano cittadini e governo. la loro repubblica: la repubblica di wally. sono passati quarant`anni, e oggi louise e` vecchia abbastanza per capire quanto giovane era allora: ma ha capito anche che deve fare ammenda in qualche modo. deve farlo per wally e per lei. deve ritrovare il loro figlio.

"aura e choc" raccoglie in un unico volume i principali studi dedicati da walter benjamin al complesso ambito della teoria dei media, tra cui il saggio "l`opera d`arte nell`epoca della sua riproducibilita` tecnica", qui presentato nella versione del 1935-36. chiave di volta di questa teoria, che benjamin sviluppa dai primi scritti degli anni `10 fino agli ultimi frammenti del libro sui "passages" di parigi, e` l`idea secondo cui va considerato come "medium" tutto cio` che e` in grado di ridefinire le coordinate della percezione, dei modi di vedere e di sentire, e piu` in generale dell`esperienza. sulla base di tale presupposto benjamin discute media moderni come la fotografia e il cinema, la radio e il telefono, il libro e il giornale, ma anche le forme espressive della lingua, della linea e del colore, strumenti ottici come la camera obscura e la lanterna magica, i sistemi di illuminazione urbana e l`architettura di vetro, per arrivare infine agli stati di alterazione percettiva indotti dal sogno e dall`hashish. nel loro insieme, tutti questi media sono per benjamin capaci di trasformare storicamente l`esperienza sensibile, sottoponendo l`individuo moderno a un autentico "training del sensorio" che gli consente di affrontare il passaggio dalla cultura ottocentesca, permeata dal culto dell`aura, a una modernita` che lo espone a continui choc.

"i pensieri sono esentasse. ma danno delle noie" e` l`aforisma di kraus che da` il titolo al primo dei sette capitoli in cui e` strutturata l`opera. la penna al vetriolo del celebre autore satirico si confronta in questo volume con i temi piu` scottanti della sua attualita` che e` anche la nostra: la politica (che "da` le stesse emozioni di un romanzo giallo"); le donne (che "sono casi limite"); i vizi e le virtu` umane (che "sono imparentati come carbone e diamante"); l`arte (che "serve ad asciugarci gli occhi"); la sua vienna (dove "si vive per mangiare ma si fa la fame") e infine se stesso ("quando mi faccio tagliare i capelli, ho paura che il parrucchiere mi tagli via anche un pensiero"). precursore del "woodyallenismo", e` ritratto qui in tutto il suo stile e dispiegamento di idee, con un verve capace di coinvolgere anche i lettori completamente digiuni della sua arte che, il filosofo sgalambro descrive cosi`: "se karl kraus avesse scritto "il capitale" lo avrebbe fatto in tre righe".

la scommessa del volume di tomaso montanari e` quella di non rinunciare ai vantaggi, e al fascino, della sintesi interpretativa che tale categoria porta con se` (con la sua pretesa di definire tanto un`epoca quanto un`estetica e una sensibilita`) senza per questo sacrificare la conoscenza puntuale delle singole opere d`arte. il secolo di caravaggio e rubens, di bernini e borromini, di poussin e velazquez viene cosi` percorso per intero, tenendo come chiavi interpretative la centralita` dello spettatore, il rapporto con l`arte antica e con quella rinascimentale, la diffusione geografica del nuovo stile, la tensione tra funzione religiosa e liberta` dell`artista, il peso degli equilibri politici e il ruolo dei grandi mecenati. mettere in evidenza la varieta` e la contraddittorieta` che segnano cio` che chiamiamo arte barocca significa mettere ancor piu` in evidenza le tante ragioni che ci spingono a vedere proprio in quel periodo le radici della nostra modernita`.

"`la nuvola in calzoni` e` il capolavoro della stagione "prerivoluzionaria" di majakovskij, e uno dei testi piu` significativi del futurismo russo e della letteratura russa del novecento. composto tra il 1914 e il 1915 da un majakovskij poco piu` che ventenne, il poemetto trabocca di una forza lirica tesa, appassionata, che vuole essere dissacrante, antiborghese, antifilistea, ed e` soprattutto intensamente libertaria. majakovskij vuol portare dentro l`arte della parola la carica dirompente di una visione nuova o rinnovata della realta`, dei sentimenti, dell`idea stessa della poesia e della scrittura. e lo fa ricorrendo a un`incalzante sequela di immagini provocatorie, a un`orchestrazione sonora aspra e dissonante, a un`arditezza compositiva frutto di una maturita` sbalorditivamente precoce. l`eroe lirico della `nuvola` cerca disperatamente l`amore di una donna, l`amore tra gli uomini della terra, l`amore universale tra l`uomo e il cosmo. sogna di vedere cancellata la sofferenza dei reietti e degli oppressi; esalta la ribellione, il tumulto popolare. ma davanti a se` non trova che il rifiuto, la desolazione, il silenzio dell`universo (e di dio). cosi, nella colata lavica del poemetto confluiscono via via la passione amorosa, lo spirito di rivolta contro una societa` ingiusta e violenta, la polemica letteraria, l`ossessiva "lotta con dio", il doloroso vagheggiamento di una rivoluzione che il poeta sa utopica, perche` incapace di riscattare l`uomo." (remo faccani)

"c`era una parte poco frequentata delle edicole della stazione, quasi abbandonata, quella dei tascabili. tra i libri accatastati, nascosti dietro un vetro, avvolti nella plastica e ricoperti di polvere cercavo le raccolte di racconti. era un momento tutto mio, un piacere solitario e veloce perche` il treno stava partendo. studiavo un po` i disegni della copertina, pagavo e infilavo il libro in tasca. appena mi sedevo al mio posto, gli strappavo la plastica che non lo faceva respirare. aprivo una pagina a caso, trovavo l`inizio del racconto e attaccavo a leggere. altre volte, invece, guardavo l`indice e sceglievo il titolo che mi ispirava di piu`. e mentre il treno mi portava via finivo su pianeti in cui c`e` sempre la notte, su scale mobili che non finiscono mai e tra mogli che uccidono i mariti a colpi di cosciotti di agnello congelati. quella era vera goduria. e spero che la stessa goduria la possa provare anche tu, caro lettore, leggendo questa raccolta di racconti che ho scritto durante gli ultimi vent`anni. c`e` un po` di tutto. non devi per forza leggerla in treno. leggila dove ti pare e parti dall`inizio o aprendo a caso." (niccolo` ammaniti)

A Piura, nel bar della Chunga, Josefino, uno dei soliti clienti, porta la sua ultima conquista, Meche: una donna giovane e bella da cui la Chunga rimane folgorata. Le due cominciano uno strano gioco di provocazioni finché nella notte, Josefino affitta Meche alla Chunga per rifarsi in pace ai dadi con gli amici "inconquistabili". Le due donne passano la notte, sole, in una stanza. Perché, da allora, Meche è sparita? Da qui ha inizio il gioco che mai l'autore porterà a compimento: gli "inconquistabili" tentano di strappare il segreto alla Chunga, ma poiché non vi riescono, ne inventano versioni possibili. Le immagini che ciascuno di loro evoca si materializzano sulla scena ricostruendo forse la verità, o forse solo i loro desideri. "Nella casa della Chunga" dice Llosa "la verità e la menzogna, il passato e il presente coesistono, come nell' anima umana"".

la vita di gramsci prigioniero del fascismo fu tormentata dall`angoscia e dai sospetti: l`angoscia per essere stato "messo da parte" politicamente e "dimenticato" anche dalla moglie; i sospetti che togliatti e il pcd`i ne sabotassero la liberazione. nella sua condizione gramsci vede riflessi i drammi della "grande storia" ed elabora una revisione profonda dei fondamenti del bolscevismo: la concezione della politica e dello stato, l`analisi della situazione mondiale, la teoria delle crisi e la dottrina della guerra. nei "quaderni del carcere" si sedimenta cosi` un nuovo pensiero col quale si riprometteva di dare battaglia, una volta libero, per mutare gli indirizzi del movimento comunista. al tempo stesso, attraverso l`epistolario ne comunica i capisaldi a togliatti, proseguendo il duro confronto che li aveva divisi alla vigilia del suo arresto. e un "capolavoro" di comunicazione in codice che contempla atti di ribellione contro la sconfessione della sua politica e aspre denunce per la sua mancata liberazione. sullo sfondo, la lotta eroica per non cedere ai ricatti di mussolini e difendere condizioni minime di sopravvivenza. collocati nella storia, si sciolgono gli enigmi che hanno scandito per lunghi anni gli studi gramsciani, originati dalla scissione fra la sua vita e il suo pensiero.

ritornano tutti, uno per uno. vengono dall`ottocento, dal rinascimento, dalla preistoria. sono uguali a noi. chiedono spazio e ospitalita`. non sono minacciosi all`inizio, solo smarriti e voraci: vogliono vivere, proprio come noi. e i vivi? adriano karaianni e` il medico che ha scoperto il primo rinato. maria aspetta un bambino da lui. la loro storia fa da controcanto al destino che i vivi devono affrontare. con un ritmo serrato e il nitore di una lingua che sa descrivere la ferocia dell`umanita` condannata a una vita senza fine, giacomo papi racconta un mondo dove nascere diventa un crimine. e reinventa con grande originalita` uno dei luoghi piu` fecondi del nostro immaginario, quello del "ritorno dei morti", in cui ogni epoca ha proiettato paure e desideri inconfessati.

comicita` scatenata e scatenato erotismo: ecco i due binari su cui corre velocissima la cronaca della (breve) vita di oberdan baciro, vissuto quanto il fascismo e morto per distrazione. figlio unico di madre vedova, devotissima a dio e al duce, il piccolo oberdan e` uno di quei rari esseri umani il cui destino si manifesta gia` nell`infanzia piu` tenera. a oberdan basta un orlo appena sollevato, un baluginio di pelle, per trasformare la curiosita` in chiodo fisso. attorno a quell`apparizione fugace si consumano la sua infanzia e la sua giovinezza, votate al culto solitario dell`inspiegabile mistero femminile. il problema pero` e` che gli anni passano, ma per oberdan il mistero resta tale. non gli rimane cosi` che rifugiarsi nella fantasia, accesa dai racconti di chi millanta esperienze trionfali. mentre l`italia degli anni trenta cammina tronfia verso il baratro della guerra, oberdan baciro danza il suo impacciatissimo balletto con il desiderio, fino a un beffardo ultimo atto. lelio luttazzi sa essere meravigliosamente leggero. di quella leggerezza gioiosa e immaginifica che e` l`antidoto all`opacita` del vivere. con una lingua spigliata e volutamente de`mode`e, strizzando l`occhio ai romanzi libertini, ci consegna un singolare affresco d`epoca che svela lo spirito irriverente nascosto sotto la gonnella dell`italia piu` severa. una storia briosa e imprevedibile come la migliore delle sue improvvisazioni jazz.