
"non nutro una passione particolare per i diari. deve succedere qualcosa di eccezionale perche` mi senta obbligato a tenerli", scrive gunter grass. "qualcosa di eccezionale" era successo ad esempio una quarantina di anni fa, quando willy brandt dapprima vinse le elezioni e poi inauguro` la grande stagione della ostpolitik; lo scrittore si schiero` senza esitazioni a fianco del cancelliere e l`esito documentaristico-letterario di questa appassionata militanza politica fu appunto un diario, il "diario di una lumaca". e a quell`esperienza grass per certi versi si rifa` anche in questa nuova cronaca che comprende le settimane e i mesi del 1990 in cui le due germanie diventano una cosa sola: un avvenimento che la politica distensiva nei confronti dell`unione sovietica e della polonia praticata nei primi anni settanta, cosi` come gli intensi rapporti con la stessa germania orientale hanno indubbiamente contribuito a rendere possibile. purtroppo alla guida della repubblica federale non c`e` piu` willy brandt ma helmut kohl e quindi la riunificazione, sostiene lo scrittore, viene sostanzialmente gestita nei termini di una annessione del piu` debole da parte del piu` forte, senza un autentico coinvolgimento democratico dei cittadini, liquidando in tutta fretta quel poco di sostanza industriale ancora esistente all`est. accanto ai temi politici, ad avere un ruolo centrale nelle annotazioni dello scrittore sono la pratica artistica, con un gran numero di incisioni e disegni, e l`attivita` letteraria.
Saper leggere la natura può salvare la vita. È quello che capita agli escursionisti colti dalle intemperie durante un'ascensione al monte Ventoux. O al capitano Arsen'ev, che ben due volte, nella taiga siberiana, deve ringraziare la guida preziosa del cacciatore Dersu Uzala. Ma questo non è un manuale di allenamento dello sguardo, o non solo. È un libro di avventure, esplorazioni, scoperte, col fango sotto le suole, seguendo le picchiate del falco e le fughe impazzite delle sue prede.

Nell'essere padre la biologia può entrarci poco o niente. Però c'entra moltissimo l'amore. Marcus è orfano a sette anni, ma resta, a pugni stretti, curioso e assetato di vita. Un impreparato padrino lo accoglie senza chiedergli niente e impara, giorno dopo giorno, a volergli bene come solo un padre sa fare. Una strampalata, allegra e variopinta comunità alla Malaussène lo adotta e se ne fa carico. Un libro che fa vedere le ferite della vita e insieme racconta l'importanza dei buoni, di quelli, cioè, sulla cui spalla puoi posare la testa per dormire.

ale, diciassette anni non ancora compiuti, scontenta, viziata, confusa. lo ha sentito benissimo il rumore del tram, quando ha spiccato un balzo verso le rotaie. e nicola, il medico che l`ha soccorsa appena arrivata in ospedale, non riesce proprio a togliersela dalla testa, quella ragazza piu` vicina alla morte che alla vita. perche` lo scudo professionale certe volte e` di cartapesta, e anche la bellezza puo` essere un coltello che allarga le nostre ferite. davanti a se`, adesso, ha un lungo week-end da trascorrere con la moglie teresa a chamois, a casa di amici. un week-end come tanti, si direbbe. cene, passeggiate, chiacchiere davanti al camino. ma in quei pochi giorni, per lui e per tutti gli altri, il tempo subira` un`accelerazione e procedera` in tutte le direzioni. ognuno sara` costretto a fare un bilancio della propria vita e a portare allo scoperto i segreti che nasconde persino a se stesso. a catalizzare tutto, forse, l`ombra di ale, e per nicola anche un fantasma in carne ed ossa che viene dal passato: il suo vecchio amico matteo che non vede dagli anni del liceo. qualcuno proporra` un gioco innocuo per passare il tempo: ma sara` il tempo invece a passare su ognuno di loro. ha le sue regole: ciascuno deve raccontare l`ultima occasione in cui ha fatto o visto una determinata cosa o persona; valgono sia i ricordi veri sia quelli inventati. c`e` chi parla di una casa in cui ha trascorso le vacanze da ragazzo, chi s`inventa (chissa` perche`) di aver nostalgia di un anello che non ha mai perso, chi si spinge piu` a fondo. come nicola, e matteo, che finalmente a notte fonda si troveranno faccia a faccia per continuare quel gioco da soli. non si vedono da trent`anni: da quando ad amsterdam, dove erano in vacanza insieme, matteo aveva fatto a nicola che li avrebbe segnati per sempre.

. quante volte parliamo dei medici come di eroi, martiri, vittime... in verita`, fuor di retorica, uomini e donne esposti al male. appassionati e fragili, fallibili, mortali. paolo milone ha lavorato per quarant`anni in psichiatria d`urgenza, e ci racconta esattamente questo. nudo e pungente, senza farsi sconti. con una musica tutta sua ci catapulta dentro il reparto 77, dove il mistero della malattia mentale convive con la quotidianita` umanissima di chi, a fine turno, deve togliersi il camice e ricordarsi di comprare il latte. tra queste pagine cosi` irregolari, a volte persino ridendo, scopriamo lo sgomento e l`impotenza, la curiosita`, la passione, l`esasperazione, l`inesausta catena di domande che colleziona chiunque abbia scelto di . . ci sono libri che si scrivono per una vita intera. ogni giorno, ogni sera, quando quello che viviamo straripa. sono spesso libri molto speciali, in cui la scrittura diventa la forma del mondo. e questo il caso dell`, che corre con un ritmo tutto suo, lirico e mobile, a scardinare tante nostre certezze. con il dono rarissimo del ritratto fulminante, paolo milone mette in scena il corpo a corpo della psichiatria d`urgenza, affrontando i nodi piu` difficili senza mai perdere il dubbio e la meraviglia. cosi` ci ritroviamo a seguirlo tra i corridoi dell`ospedale, studiando le urla e i silenzi, e poi dentro le case, dentro le vite degli altri, nell`avventura dei tso tra i vicoli di genova. non c`e` nulla di teorico o di astratto, in queste pagine. c`e` la vita del reparto, la sete di umanita`, l`intimita` di afferrarsi e di sfuggirsi, la furia dei malati, la

. questa e` la storia di chi parte e di chi resta. di una madre che va a prendersi cura degli altri, dei suoi figli che rimangono a casa ad aspettarla covando ambizioni, rabbie, attese. e un`incontenibile voglia di andarsene lontano. dopo "resto qui", marco balzano torna con un racconto profondo e tesissimo di destini che ci riguardano da vicino, ma che spesso preferiamo non vedere. un romanzo che va dritto al cuore, mostrando senza mai giudicare la forza dei legami e le conseguenze delle nostre scelte. daniela ha un marito sfaccendato, due figli adolescenti e un lavoro sempre piu` precario. una notte fugge di casa come una ladra, alla ricerca di qualcosa che possa raddrizzare l`esistenza delle persone che ama - e magari anche la sua. l`unica maniera e` lasciare la romania per raggiungere l`italia, un posto pieno di promesse dove i sogni sembrano piu` vicini. si trasferisce cosi` a milano a fare di volta in volta la badante, la baby-sitter, l`infermiera. dovrebbe restare via poco tempo, solo per racimolare un po` di soldi, invece pian piano la sua vita si sdoppia e i ritorni si fanno sempre piu` rari. quando le accade di rimettere piede nella sua vecchia casa di campagna, si rende conto che i figli sono ostili, il marito ancora piu` distante. e le occhiate ricevute ogni volta che riparte diventano ben presto cicatrici. un giorno la raggiunge a milano una telefonata, quella che nessuno vorrebbe mai ricevere: suo figlio manuel ha avuto un incidente. tornata in romania, daniela siedera` accanto al ragazzo addormentato trascorrendo ostinatamente i suoi giorni a raccontargli di quando erano lontani, nella speranza che lui si svegli. con una domanda sempre in testa: una madre che e` stata tanto tempo lontana puo` ancora dirsi madre? a narrare questa storia sono manuel, daniela e angelica, la figlia piu` grande. tre voci per un`unica vicenda: quella di una famiglia esplosa, in cui ci