"il centro abitato piu` vicino era una piccola frazione. all`altezza della prima casa, una misera catapecchia, la macchina aveva deviato e si era fermata davanti alla porta. ma ormai era ripartita, e dall`abitazione non filtrava alcun chiarore. "anche stavolta schultz busso` con il manico del frustino: nessuna risposta. allora giro` il chiavistello ed entro`. "buio pesto. il vetturino aveva paura e non riusciva a trovare i fiammiferi. urto` contro una poltrona e gli parve che vi fosse seduto qualcuno. "finalmente recupero` i fiammiferi, ne accese uno e soffoco` un grido: sulla vecchia poltrona c`era un uomo immobile, con gli occhi spalancati...>.
il secondo volume della raccolta presenta i romanzi: la neve era sporca, le memorie di maigret, la morte di belle, maigrait e l`uomo della panchina, l`orologio di everton, il presidente, il treno, maigret e le persone perbene, le campane di bicetre, l`angioletto, il gatto.
rimasta orfana a sedici anni, edme`e arriva alle irrigations, l`immensa proprieta` dello zio materno a neeroeteren, nella provincia belga del limburgo: "terre basse, con filari simmetrici di pioppi interrotti qua e la` dalla macchia nera di un bosco di abeti"; anche il cielo e` basso e grigio, e in fondo, lungo i canali, scivolano lentamente le chiatte. edme`e e` graziosa, minuta, pallida, quasi anemica e non parla una parola di fiammingo - ma ha una volonta` di ferro, ed e` abituata a farsi obbedire. non ci vorra` molto perche` entrambi i cugini si lascino ammaliare dal fascino acerbo, ambiguo, di quella creatura inquietante e dominatrice, cosi` diversa da loro. e il dissidio tra i fratelli rivali non potra` che sfociare in tragedia.
il 19 maggio 1978, con un proiettile calibro 22, marie-jo, la figlia venticinquenne di georges simenon, si uccide nel suo appartamento di parigi. e un suicidio annunciato, e del resto piu` volte tentato: dopo essere stata una bambina difficile, marie-jo era entrata sin dall`adolescenza in un ciclo infernale di cliniche, fughe, ospedali psichiatrici. simenon non raggiunge parigi, ma si preoccupa che siano eseguite le estreme volonta` della giovane, contenute in una lettera straziante trovata accanto al cadavere. nel 1980 lo scrittore compone queste "memorie" per commemorare la figlia, ma anche per placare insieme il dolore e i sensi di colpa e da` vita a una sorta di grande affresco autobiografico.
nella primavera del 1928 georges simenon (che ha appena compiuto venticinque anni e ne ha gia` abbastanza della vita mondana che conduce a parigi) si compra una piccola barca, la ginette (lunga quattro metri e larga poco piu` di uno e mezzo), e parte, in compagnia della moglie tigy, della domestica (e ben presto amante) boule e del cane olaf (un danese sui sessanta chili), per un viaggio attraverso i fiumi e i canali della francia che durera` ben sei mesi: durante i quali gli capitera` di dormire sotto una pioggia sferzante, o di sguazzare nel fango, o di cercare di arrivare davanti alle chiuse prima delle grandi chiatte tirate dai cavalli, o di manovrare tra rocce a pelo d`acqua... tre anni dopo, il settimanale "vu" gli commissionera` quello che diventera` il suo primo reportage: insieme a un giovane fotografo di origine ceca, hans oplatka, simenon ripercorrera`, in macchina questa volta, la "vera francia", e tornera` a casa con un bottino di duecento fotografie. solo una decina illustreranno, su "vu", il racconto dell`esaltante navigazione a bordo della ginette, ma in questo volume il lettore ne trovera` molte di piu`; e scoprira` che senza quell`"avventura tra due sponde" non esisterebbero romanzi come il cavallante della "providence", la balera da due soldi, la chiusa n. 1 - per non parlare di tutte le locande in riva a un fiume dove il commissario maigret, nel corso di un`inchiesta, va talvolta a trascorrere un paio di giorni, occasionalmente in compagnia della sua signora, fingendo a malapena di essere li` per rilassarsi.
malempin, scrive andre` gide nei suoi appunti per un libro su simenon, e` la "messa in pratica" perfetta di quello che l`autore definisce il suo "metodo": "far rivivere il passato nel, e attraverso il, presente. qui i ricordi del passato si alternano al racconto del momento attuale ... e il passato fa luce sul presente, che senza quello rimarrebbe incomprensibile". del passato, mentre veglia notte e giorno il minore dei suoi figli, affetto da difterite maligna, il dottor edouard malempin rievoca soprattutto l`infanzia: perche` e` stata quella - e` sempre quella, simenon ne e` convinto non meno di freud - a fare di lui l`uomo che e` oggi. determinanti sono stati certi odori (quello della cucina della casa dei genitori, per esempio), certe sensazioni (la beatitudine che provava allorche`, malato, poteva "fare assenza" e isolarsi dal mondo), certe scene (la notte in cui si era svegliato e aveva visto il padre chino su di lui, o quando avevano portato in manicomio la giovane zia, una "femmina allo stato puro", bionda rosea e polposa, in preda a una crisi di follia) che si sono fissati nella memoria - ma piu` ancora le zone d`ombra e i misteri che non e` mai riuscito a penetrare fino in fondo: la scomparsa di uno zio a cui i suoi genitori dovevano un bel po` di soldi, l`aver sentito la madre mentire a un gendarme venuto a interrogarla, e quel polsino con un gemello d`oro che poco tempo dopo aveva visto in una discarica andando a scuola, e sul quale aveva sempre taciuto...
un uomo appagato, il professor jean chabot: ginecologo di fama, comproprietario di una clinica e responsabile della maternita` di port-royal, un appartamento di dodici stanze al bois de boulogne, una moglie, tre figli e una segretaria amante che si e` assunta il compito di
e lo stesso commissario maigret, nelle sue memorie, a raccontare (in una esilarante mise en abyme) come gli era capitato di far visitare i locali della polizia giudiziaria a uno scrittorello dotato di
oscar donadieu, giovanotto sensibile e introverso, ultimo erede di un potente clan di armatori della rochelle, sbarca a tahiti sognando "di immergersi nella natura, di vivere a tu per tu con lei e con lei sola, rinunciando agli agi della civilta`". eppure, gia` nel corso della traversata, qualcuno lo ha messo in guardia: "forse farebbe meglio a non scendere dalla nave e a tornarsene dritto in francia". eviterebbe cosi` di diventare uno di quelli che i locali definiscono sprezzantemente "turisti da banane", relitti della vita tropicale vaganti fra sbronze tristi, ragazze facili, squallide notti e sordidi intrallazzi. con fierezza, donadieu pensa che queste cose possono succedere ad altri, non a lui. ma la realta` e` vischiosa, e il destino ignora la geografia. e a dispetto dello scenario di palme e luce abbagliante, la cupa sorte della famiglia donadieu non tardera` a compiersi, in questo romanzo dell`evasione impossibile. compiuto a porquerolles nel 1936 dopo un viaggio intorno al mondo durato cinque mesi, "turista da banane" fu pubblicato nel 1938.
c`era qualcosa che simenon cercava quasi ossessivamente, nei suoi viaggi. storie, atmosfere, personaggi lontani da lui, certo. ma non solo. e forse a meta` del suo giro del mondo, nel 1935, quel qualcosa - il segreto per passare dalla magnifica narrativa in bianco e nero dei primi anni a quella che sarebbe venuta dopo, in cui il colore avrebbe finito per prevalere - lo trovo` dove nemmeno lui avrebbe creduto: negli orizzonti perduti di quelli che ancora si chiamavano mari del sud. di cui questi testi, e queste fotografie, raccontano tutto l`incanto, e la malattia. con una nota di matteo codignola.
ogni mattina, da tutte le case prospicienti la spiaggia denominata, quasi fosse un presagio, le coup de vague (alla lettera:
e un`europa che sonnecchia sotto la neve, ma