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il 19 maggio 1978, con un proiettile calibro 22, marie-jo, la figlia venticinquenne di georges simenon, si uccide nel suo appartamento di parigi. e un suicidio annunciato, e del resto piu` volte tentato: dopo essere stata una bambina difficile, marie-jo era entrata sin dall`adolescenza in un ciclo infernale di cliniche, fughe, ospedali psichiatrici. simenon non raggiunge parigi, ma si preoccupa che siano eseguite le estreme volonta` della giovane, contenute in una lettera straziante trovata accanto al cadavere. nel 1980 lo scrittore compone queste "memorie" per commemorare la figlia, ma anche per placare insieme il dolore e i sensi di colpa e da` vita a una sorta di grande affresco autobiografico.

oscar donadieu, giovanotto sensibile e introverso, ultimo erede di un potente clan di armatori della rochelle, sbarca a tahiti sognando "di immergersi nella natura, di vivere a tu per tu con lei e con lei sola, rinunciando agli agi della civilta`". eppure, gia` nel corso della traversata, qualcuno lo ha messo in guardia: "forse farebbe meglio a non scendere dalla nave e a tornarsene dritto in francia". eviterebbe cosi` di diventare uno di quelli che i locali definiscono sprezzantemente "turisti da banane", relitti della vita tropicale vaganti fra sbronze tristi, ragazze facili, squallide notti e sordidi intrallazzi. con fierezza, donadieu pensa che queste cose possono succedere ad altri, non a lui. ma la realta` e` vischiosa, e il destino ignora la geografia. e a dispetto dello scenario di palme e luce abbagliante, la cupa sorte della famiglia donadieu non tardera` a compiersi, in questo romanzo dell`evasione impossibile. compiuto a porquerolles nel 1936 dopo un viaggio intorno al mondo durato cinque mesi, "turista da banane" fu pubblicato nel 1938.

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