
vigorosa espressione della poetica balzachiana, "splendori e miserie delle cortigiane" e` un`opera in divenire, modellata nel corso di tredici anni (1835-47). i quattro romanzi che la compongono sono dominati dalle figure di esther, giovane e affascinante prostituta parigina, lucien, di lei romanticamente innamorato, e vautrin, il genio dell`energia al servizio del male. intorno a queste figure forti dell`intreccio - spiega lanfranco binni nella sua introduzione - "l`immaginazione di balzac costruisce potenti scenari psicologici e filosofici, ricchi di variazioni di sfumature. ogni personaggio e` la parte emergente e visibile di mondi sommersi, misteriosi, inquietanti. i destini e i comportamenti individuali rispondono a leggi che li determinano crudamente; legge delle leggi, il denaro".

"considero questi paragrafi descrittivi, questi profili e ricordi di luoghi e persone, una mappa in prosa, una geografia scritta della mia vita." cosi` lo stesso capote definisce l`insieme dei testi che compongono questo libro. un condensato delle sue esperienze, dei suoi incontri con i grandi personaggi della letteratura e dello spettacolo internazionale, da cocteau a gide, da round, louis armstrong, marlon brando, marilyn monroe a un membro della banda manson, passando per due gemelle siamesi che raccontano le loro esperienze sessuali. e poi i luoghi dei suoi viaggi e, qualche volta, come in filigrana, la genesi dei suoi capolavori.

un classico che in italia non ha mai ottenuto grande attenzione. attraverso la storia dell`insegnante peredonov, vittima e esecutore di una societa` angusta e squallida, sologub crea un archetipo simbolico dell`ambizione e della follia. narrandone l`ossessiva attesa di promozione sociale e i malvagi propositi, l`autore gli affianca un fantasmatico alter ego, il demone nedotykomka, mostro della ragione o incubo proiettato. nella vicenda, immersa nelle tonalita` cupamente realistiche della provincia russa, lo scrittore alterna realta` e fantasia, satira e grottesco, commedia e tragedia. cosi` la scrittura di sologub rivela la sua vera vocazione: presentare, nei connotati puntuali di una vita cittadina, una disperata allegoria dell`esistenza umana.

scritto negli ultimi anni della guerra di secessione americana, mentre l`autore si prodigava con straordianaria energia negli ospedali da campo unionisti, "giorni rappresentativi" - pubblicato nel 1883 - e` una testimonianza, reale e insieme ideale, della piu` profonda crisi spirituale vissuta da walt whitman. in queste pagine il poeta statunitense raccoglie appunti e lettere di un decennio, abbracciando l`intero arco della sua singolare e tormentata esperienza umana: dalle riflessioni letterarie e filosofiche al pensiero politico-religioso, dalla descrizione delle atrocita` dei campi di battaglia all`assistenza prestata ai sofferenti. un`autobiografia-mosaico che rappresenta una sorta di intimo compendio dell`intera sua opera.

"in questo stato" venne scritto di ora in ora, per registrare la straordinaria agitazione o eccitazione delle settimane cosi` drammatiche ed equivoche del "caso moro". si presentava quindi come "un deposito, magazzino, inventario e diario critico di tante cose pubbliche e private, personali e politiche dette, lette, fatte, scritte, vissute nel nostro paese durante i due incredibili mesi" che separano il 16 marzo, data del sequestro del leader democristiano e dell`omicidio della sua scorta, e il 9 maggio 1978, quando il suo cadavere venne fatto ritrovare in via caetani. pubblicato poche settimane dopo gli eventi che racconta, questo "instant book" viene ora riproposto con una nuova postfazione. ne emerge la realta` di un paese che ha vissuto i suoi anni di piombo fra "delitti & canzoni", secondo le proprie tradizioni ataviche, ora aggiornate: bande armate con feroci esecuzioni capitali sui marciapiedi; e applauditissime esecuzioni musicali, in vinile o "live". un paese che si dimostra ancora oggi smaccatamente senza storia e senza memoria.

ambientato a siena, il romanzo narra il tragico epilogo di una catastrofe finanziaria. tre fratelli, proprietari di una bottega antiquaria di libri e oggetti, hanno abdicato ai loro impegni e alla loro responsabilita` ponendosi fatalmente sul piano inclinato di un autodistruttivismo edonistico e regressivo. minacciati dall`incombente bancarotta, vivono alla giornata, in una condizione di continua rimozione. ma il fallimento economico li travolge inesorabilmente. tozzi scrive con una castigatezza espressiva che rende potentemente la pena delle anime; il suo pre-freudismo scolpisce con forza i caratteri e si consolida nell`uso di un linguaggio sintomatico, attraverso il quale si affacciano alla realta` le strutture profonde della psiche dei personaggi.

e straordinaria l`arte con cui sofocle costruisce il carattere del protagonista, spesso ricorrendo al "contrappunto" di un personaggio minore. perno delle molteplici forze che agiscono nella tragedia, aiace, elettra, deianira e filottete sono figure monolitiche, ineluttabilmente legate al proprio destino. vivono in un assoluto che rifiuta ogni compromesso, procedono diritte sulla loro strada: sono apparentate dalla caparbieta`, dall`orgoglio, dalla fermezza nella linea di condotta che le porta inesorabilmente alla sconfitta. la perfezione del linguaggio, piano ed evocativo, modulato da accenti di grande effusione lirica o di luminosa e composta profondita`, lascia intuire l`inquieta ricchezza che vibra sotto la sua armonia.

in euripide si afferma il tema della famiglia come ciclo e assistiamo alla caduta del`eroe maschile. euripide invece dimostra cosa la donna puo` fare, nel bene e nel male: nei suooi impulsi di generosita`, nella sua astuzia paziente, nella cupa violenza dei suoi sentimenti, nella sua forza distruttiva.

in apparente contraddizione con lo spirito tragico e problematico che pervade tutta la sua produzione, in "la brocca rotta" kleist traccia con brio sottile il profilo di un giudice che si trova nella paradossale situazione di indagare su un delitto di cui e` egli stesso il colpevole. nell`"anfitrione", sulla falsariga di plauto e di molie`re, rappresenta il dramma di un`anima che pirandellianamente si dissolve, non sapendo piu` riconoscere una realta` obbietriva. nel "principe di homburg", sullo sfondo dell`ambiente militare prussiano, mette in scena il conflitto tra gli impulsi dell`individuo e l`astratta ragione di stato, dando un ruolo di primo piano all`immediatezza dell`inconscio.

il romanzo e` cosi` straordinariamente intessuto di riflessione politica, ideologica e psico-sociologica che non si lascia afferrare pienamente nella sua complessita` a una prima lettura. ne occorrono molte. ma fin dall`inizio, anche al lettore meno avvertito, s`imprime con stupefacente verita` umana il dramma dell`unico vero protagonista: nicolai stavroghin. un enorme concentrato di energia fisica e intellettuale senza direzione, di potenzialita` immensa destinata, priva com`e` di ogni autentico fine, alla corruzione e alla dannazione di tutto cio` che con essa viene a contatto. destinata, infine, all`autodistruzione nel piu` assoluto vuoto di senso. il vero demone del romanzo non e` lo spietato e cinico terrorista nichilista, ma la "pazzia morale" del protagonista, che fomenta tutto il male possibile per una sorta di celia accidiosa, senza godimento, senza partecipazione, senza rimorso, senza nostalgia del bene irrimediabilmente distrutto.

considerato il capolavoro di goethe, che nella stesura fu impegnato dagli anni settanta del settecento al 1831, il faust e`, insieme alla commedia di dante e al teatro di shakespeare, una delle grandi summae della letteratura occidentale: una prodigiosa costruzione poetica in cui convivono armoniosamente cultura classica e mondo biblico, poema epico e fiaba romantica, moralita` medievale e satira illuministica. la popolare leggenda del dottor faust, mago e alchimista che stringe un patto col diavolo cedendogli la propria anima in cambio di ricchezza, conoscenza e piaceri, ha profonde radici nella tradizione europea, da spies a marlowe, da lessing alla rivisitazione del doktor faustus di thomas mann. in goethe il mito di faust si trasforma in grande epopea del genere umano, in esaltazione dell`homo novus del rinascimento, della sua insaziabile sete di sapere, del suo prometeico impulso a dominare la natura, della sua spregiudicata volonta` di potenza. sfidando i limiti dell`umano in un incessante e sempre insoddisfatto anelito all`azione che si tramuta in febbre smaniosa e autodistruttiva, faust diventa il tragico emblema dello spirito della modernita` che ancora impronta di se` il nostro tempo. introduzione e prefazione di italo alighiero chiusano traduzione, sommario e note di andrea casalegno .

il "fedone" fa parte dei dialoghi cosiddetti socratici, quelli cioe` che rispecchiano l`insegnamento del grande maestro, ma rivela gia` una forte autonomia nel pensiero di platone. il tema affrontato e discusso in questo dialogo con serrata dialettica e stupefacente psicologia e` quello, indubbiamente complesso, della natura dell`anima, delle sue contrastanti tendenze, della sua essenza immortale.

paolo, legato profondamente alla madre, non riesce ad avere un rapporto sereno con nessuna donna, ne` con miram, innamorata e mite, ne` con clara, una divorziata che decide di tornare dal marito quando capisce che il rapporto con paolo non puo` essere appagante. quando muore sua madre, paolo, straziato dal dolore e in disperata solitudine, capisce pero` che forse solo da quel momento potra` cominciare a sperare di saper costruire un vero rapporto affettivo con una donna.

in un`atmosfera tesa e allucinante, misteriosa e ambigua, james realizza con grande maestria una delle sue opere piu` riuscite: solo in apparenza una storia di fantasmi, "ii giro di vite" organizza e lega al suo interno una notevole quantita` di temi. asse privilegiato del racconto e` pero` la ripetizione: i due "revenants" che si accampano sulla scena del romanzo non sono altro che la figura retorica dietro la quale james nasconde, e svela, il problema di cio` che ritorna, cio` che si ripete. attraverso l`utilizzo di una tecnica narrativa "sperimentale" - che adotta il limitato punto di vista dei personaggi - james anticipa i procedimenti metaletterari del romanzo del novecento.

con il "giulio cesare", opera ch eprelude al periodo delle grandi tragedie, shakespeare rivisita il conflitto esemplare e sempre attuale tra repubblica e impero, tra autoritarismo e democrazia, e magistralmente svela la dimensione teatrale delle politica, la sua retorica e la sua finzione. in questo dramma di carattere marcatamente politico ogni azione risulta inestricabilmente legata alla volonta` di far prevalere le proprie opzioni ideologiche e alla conseguente necessita` di persuadere il popolo per farlo aderire a esse. la storia si dispiega quindi come una grande arena della persuasione in cui la forza della parola, la simulazione e la dissimulazione forgiano i destini degli uomini.

spetta senz`altro a seneca il merito straordinario di aver scoperto la dimensione dell`interiorita` in termini moderni e di aver fornito non solo uno stile nuovo, tutto rotture, che vive sul fuoco d`artificio della sentenza finale, ma anche un nuovo coerente linguaggio, nelle cui innumerevoli sfaccettature si riflettono le inquietudini e i dubbi del suo animo, quell`alternanza di pensieri diversi che non sono vere e proprie contraddizioni, ma incertezze, approdi temporanei di una mente inquieta che, avvolta nel mistero delle cose, cerca nella fermezza dello spirito il sostegno della propria esistenza.

il "cortegiano" e` stato un libro "europeo", uno dei pochi della tradizione letteraria italiana a conquistare una presenza forte e stabile, e soprattutto profonda, nella cultura delle societa` dell`ancien re`gime. si intreccia stretamente con la storia della cultura occidentale, anzi partecipa alla costruzione della su "forma", del suo modello, della sua immagine pubblica. questo e` un testo problematico, percorso da inquietudini e reticenza, risultato di continue riscritture tra il 1513 e il 1518 e di tormentate stratificazioni: eppure diventa la grammatica fondamentale della societa` di corte fino alla rivoluzione francese e oltre, con gli opportuni adattamenti al nuovo ordine borghese.

"il marchese di roccaverdina" e` l`opera piu` riuscita di capuana. in essa confluiscono con maggiore equilibrio la sua inclinazione a una ricerca psicologica sottile e un po` morbosa e l`interesse per una realta` schiettamente legata alla terra - la sicilia di fine ottocento - insieme alla curiosita` per il soprannaturale, il favoloso, l`esperienza spiritica. antefatto della narrazione, vivo e presente in tutta la vicenda, e` il delitto passionale compiuto dal marchese, un aristocratico proprietario terriero che vive solitario nel suo palazzotto. il romanzo e` la storia della sua lotta segreta e feroce contro il rimorso e la paura che lo tormentano, gli crescono dentro e lo divorano; una lotta senza tregua, che attraversa la follia e si chiude nel silenzio.

andato in scena per la prima volta il 24 febbraio 1922, l`enrico iv ebbe un successo immediato e segno` la definitiva affermazione di pirandello come grande autore drammatico. nella vicenda del gentiluomo che, in seguito a una caduta da cavallo durante una rievocazione in costume, crede di essere il grande imperatore di germania enrico iv e, una volta rinsavito, continua a simulare la follia per ridere di chi ancora lo ritiene pazzo, confluiscono molte delle ossessioni pirandelliane con una tensione e una solennita` che non sono ancora maniera: il motivo della maschera ovvero l`immagine costruita con cui ogni individuo si presenta al mondo e a cui si attiene fino alla totale identificazione; il gusto della finzione e della messinscena; il contrasto tra l`essere e l`apparire che sconfinano l`uno nell`altro. diana e la tuda (1927), l`altra opera del drammaturgo raccolta in questo volume, affronta il tema dell`artista che non si fa scrupolo di sacrificare colei che e` la sua musa e modella alle proprie velleita` creative. tuda incarna il rapporto tra vita e forma che il finale tragico della pie`ce ricondurra` a quello tra vita e morte. introduzione di nino borsellino. prefazione e note di raffaele morabito.

l`opera di schiller fu per tutto l`ottocento la vera opera "classica" della letteratura tedesca, veicolo dei valori positivi della borghesia in ascesa che ne fece il "suo" autore. altrettanto importante fu la sua influenza sulla letteratura di tutta l`europa, da coleridge e carlyle a constant e puskin; e fu infine fecondissimo anche il suo rapporto con la musica, dall`inno "alla gioia", musicato da beethoven nel finale della nona sinfonia alle numerose opere che verdi trasse dai suoi drammi. nei testi qui raccolti emergono i temi principali del teatro schilleriano: l`attacco alle istituzioni sociali del suo tempo, il passaggio dalla rivendicazione della liberta` politica alla coscienza della piu` impegnativa liberta` morale d`ogni individuo, lo scontro inesorabile del mondo reale e di quello ideale.

la tendenza di seneca a una scrittura mossa, anticlassica, se gia` caratterizza le sue pagine di prosa, raggiunge il culmine nelle tragedie: in esse lo stile drammatico si plasma a esprimere le passioni dei personaggi, lo loro intime lacerzaioni, l`urto violento degli istinti contro la ragione. il sapiente contrasto delle antitesi, gli abili giochi di parole, le preziose immagini barochce non sono solo il frutto di una retorica sapientemente dosata, ma aderiscono perfettamente alla psicologia tormentata dei personaggi, generando pagine di vibrante poesia e di profonda umanita`.

pubblicati quando la servitu` della gleba era in russia ancora una realta`, i racconti che compongono "memorie di un cacciatore" suscitarono grande impressione nel pubblico per la loro insita carica di denuncia e di condanna sociale, messa in risalto da uno stile esente da sfumature propagandistiche o idealizzatrici, fondato su un realismo non retorico e su un linguaggio scevro da coinvolgimenti emotivi. da questa "asciuttezza" narrativa prende vita l`anima di una terra in cui il popolo vive la tragedia della propria servitu`, fatta di rassegnazione e di miseria ma non di disperazione, che e` respinta da una fede autentica e radicata nell`uomo e nella giustizia.

ishmael, narratore e testimone, si imbarca sulla baleniera "pequod", il cui capitano e` achab. il capitano ha giurato vendetta a moby dick, una immensa balena bianca che, in un viaggio precedente, gli aveva troncato una gamba. inizia un inseguimento per i mari di tre quarti del mondo. lunghe attese, discussioni, riflessioni filosofiche, accompagnano l`inseguimento. l`unico amico di ishmael morira` prima della fine della vicenda. e` queequeg, un indiano che si era costruito una bara intarsiata con strani geroglifici. moby dick viene infine avvistata e arpionata. trascinera` nell`abisso lo stesso achab, crocefisso sul suo dorso dalle corde degli arpioni. ishmael e` l`unico che sopravvive, usando, come zattera, la bara di queequeg.

il volume ha il proposito di rappresentare a larghi tratti lo sviluppo della poesia dialettale italiana, partendo dal momento in cui fu chiara ai vari autori la distinzione tra poesia scritta nel proprio volgare e letteratura dialettale riflessa, secondo la definizione datane da croce. momento che puo` situarsi variamente, a seconda delle situazioni storiche locali, tra la fine del quattrocento e l`inizio del seicento. in questo arco di tempo, la toscana, e in partiolare firenze, esercita un ruolo particolare: il suo volgare da espressione regionale passa ad essere una lilngua nazionale, rafforzandosi sempre di piu` nell`ottocento.

dall`ispirazione antiromantica e anticlericale delle prime raccolte, l`opera poetica di carducci - spinta a una piu` intensa ricerca ulteriore anche dalle vicende personali - si arricchisce di stimoli letterali e umani dando i suoi risultati piu` originali in tre direzioni: la rievocazione storica, che coincide con la nostalgia per le eta` eroiche del passato; la poesia di memoria, che celebra una giovinezza energica e appassionata; il senso della morte, intesa come privazione di forza e di luce.

letterato sensibile e squisito, insigne umanista e filologo, poliziano e` tra i maggiori poeti italiani del quattrocento. i versi e le sue liriche, invocazioni amorose, elogi di potenti e amici, canti funebri, invettive, celebrazioni, odi, suppliche, non hanno il realismo tipico della poesia quattrocentesca, ma compongono un mondo fantastico, intensamente vitale eppure remoto dalla realta` quotidiana.

con grande talento chamisso mette a fuoco un mondo in cui tutto si vende. e il povero peter schlemihl, in cerca di lavoro, si vende l`ombra al diavolo in cambio della ricchezza. questa perdita dell`ombra e` l`enigma che affascina chi legge: essa infatti, pur mantenendo un senso unitario, assume valenze sempre diverse. il racconto trova la sua maggior forza vitale proprio in questa impossibilita` di ridurre l`ombra a un suo significato preciso e immobile. solo cosi` essa conserva il suo valore, restando sempre veramente ombra, senza mai prendere "corpo"; e solo cosi` l`immaginazione conserva il suo libero gioco e il racconto anima l`impreveduto e l`imprevedibile della poesia.

anticonformista e ribelle nella vita come nella sua opera, alfieri invade la scena letteraria italiana con una violenza espressiva del tutto nuova, che riflette il suo credo nella forza viva del sentimento, anzi del "forte sentire", unico motore delle grandi e nobili azioni e ingrediente primo e indispensabile della poesia. le sue tragedie, cosi` direttamente tese alla catastrofe, deliberatamente prive di intrecci complicati e solitamente dominate da un protagonista attorniato da pochi altri personaggi, hanno uno stile nudo ed essenziale, contraddistinto da una nota costante di eroica, prorompente energia.

testo fondamentale per la definizione della poetica pirandelliana - e per l`esperienza artistica del primo novecento - il saggio passa in rassegna le diverse concezioni dell`umorismo che hanno contraddistinto secoli e culture differenti. infine, l`autore espone la sua personale riflessione caratterizzando l`umorismo come quel particolarissimo sentimento umano che permette all`artista di svelare la realta`, di scomporla, lasciando emergere dietro le parole, i gesti, le espressioni, quel sentimento del contrario che smaschera, nelle sfasature del reale, il disordine e la sofferenza che vi si celano. a questi spunti teorici si accompagna un excursus fitto di esempi e di citazioni dei classici italiani e stranieri, da ariosto a pulci, da cervantes a theodor lipps, rousseau, maupassant.

il romanzo e` ambientato in sicilia, nell`epoca della costituzione dei fasci, delle rivolte sociali e delle lotte contadine. sullo sfondo di queste vicende si consuma il fallimento degli ideali del risorgimento e i vari personaggi sperimentano l`impossibilita` di stabilire un rapporto educativo con i figli.

come in gran parte delle commedie di aristofane, anche nelle "vespe" la denuncia del decadimento sociale e politico contemporaneo e` celata dietro un intreccio quasi "casalingo", anche se l`obiettivo della satira e` uno degli ingranaggi piu` preziosi del potere dei demagoghi: il sistema giudiziario. ritenuta una delle sue opere migliori, "gli uccelli" e` la commedia della totale evasione, del sogno, della favola di un mondo alternativo; meno incalzante e cruda, la satira si risolve nel sorriso di compatimento di chi comprende l`irrimediabilita` della stoltezza umana.

"una vita" e` il racconto di una iniziazione impossibile. giovanissimo impiegato di banca, da poco inurbato, che chiama "malattia" il suo disagio sociale e sogna il successo come riscatto, alfonso nitri coltiva il "sogno": il sogno a occhi aperti, la fantasticheria che blocca la presa di coscienza; il sogno notturno di intensa vividezza, in rapporto stretto ma imprecisabile con l`esperienza reale, che fornisce intermittenti illuminazioni ma anche complica e frantuma in labirintici percorsi interni la sua complessiva esperienza. l`enigma non e` nei fatti, ma nella natura del personaggio e nella fertilita` inventiva con la quale egli, rifuggendo dall`apparente gratuita` dei suoi gesti`, insiste nel decifrarsi, si contraddice, conforta se stesso, traveste l`esperienza.

l`immagine dell`alfieri profeta della "rigenerazione morale" italiana e guida delle generazioni future, dell`uomo, poeta e tragediografo di "animo risoluto, ostinatissimo ed indomito" nasce in massima parte nelle pagine di questa sua vita. scritta in un italiano sapido e avventuroso, l`autobiografia di alfieri resta ancora oggi l`opera di un appassionato cosmopolita, che leopardi defini` "vero scrittore, a differenza di quasi tutti i letterati del suo e del nostro tempo".

in un mondo preda del dubbio e della paura, la sfera politica, cosi` come la si intendeva tradizionalmente, non esiste piu`. oggi le cose sono profondamente cambiate, secondo luc ferry, perche` non e` vero, come si pensava un tempo, che la famiglia, cioe` la sfera del privato, sia il terreno elettivo della disaffezione civile, come non e` vero che tenga lontani dalla sfera pubblica e dai grandi ideali della politica. non esiste al mondo sfera piu` politica, nel senso di ideale, di predisposizione al sacrificio e di trascendenza, della vita privata. la politica, se vuole riprendere a funzionare, deve mettersi al servizio della vita privata, divenuta la nuova trascendenza in un mondo senza dio. deve venire incontro alle madri lavoratrici, per esempio, ma soprattutto deve recuperare la famiglia come ideale politico, ispirandosi cosi` a un umanesimo fondato sul privato per arginare un liberalismo che finisce per negare se` stesso, e una democrazia che produce spesso il suo esatto contrario.

due tragedie "forti", in cui la presenza degli de`i ha ormai solo una funzione di immagine-simbolo di valori immanenti nella vita dell`uomo, come la forza dell`eros e l`ideale della purezza. la protagonista di "ippolito", fedra, e ancor piu` medea sono tra i personaggi piu` drammatici del teatro d`ogni tempo: la tragedia e` tutta interiore, il conflitto e` dentro l`animo delle due straordinarie figure femminili, nello scontro tra le ragioni del cuore e della passione e la lucidita` delle risoluzioni estreme portate a compimento.

connie chatterley e` moglie di sir clifford, un aristocratico che in seguito a una ferita di guerra e` diventato impotente (metafora della sterilita` intellettualistica della sua cultura e della sua classe). connie desidera la maternita` e la sua carica vitale la spinge verso il guardacaccia mellors. nasce tra i due una passione e quando connie si accorge di aspettare un bambino, lascia il marito e va a vivere insieme a mellors. per il verismo tattile con il quale racconta l`amore sessuale, per la critica aperta alle convenzioni sociali, per l`apparente esaltazione dell`adulterio, l`opera piu` famosa di lawrence (colpita da sentenze di oscenita` e volgarita`) usci` "purgata" nel 1928, in inghilterra; sara` pubblicata in edizione integrale solo nel 1960.

demostene si distinse come oratore per la sua incisiva rievocazione di ambienti, personaggi e vicende, nonche` per la sottile penetrazione psicologica e lo stringente concatenamento logico dei suoi discorsi. mise queste doti al servizio della politica, combattendo l`espansionismo di filippo ii il macedone e diventando lo strenuo difensore della tradizione di indipendenza e liberta` propria di atene. summa delle sue posizioni politiche e della sua arte sono le filippiche, che per la forza, la veemenza e la concisione dello stile lo hanno consacrato maestro dell`oratoria politica.

volgendosi dappertutto per trovare traccia o annuncio dell`esistenza, ora e qui, della "cara belta`", non li trova. ma il "tu" che il poeta ha via via rivolto alla giovane de "il sogno", alla "donzelletta", alla luna, a silvia, a nerina, alle fanciulle dei bassorilievi funebri, e nelle lettere d`amore, quel "tu" che non c`e` mai nello zibaldone e che nella poesia invece deflagra a volte come uno sparo, e` rivolto al massimo grado di intensita`, con un`urgenza e una fame definitive. qui il desiderio di un "tu" in cui segno e significato coincidano si apre come un fuoco d`artificio e poi si chiude buio, si spalanca come un abbraccio che ritorna deserto. la fame si rovescia in disinganno.

una giovane donna scopre la passione e il dolore della vita. la protagonista e narratrice sta per sposarsi con quello che definisce un "ragazzo-uomo", molto intento a farefarefare, che non le parla quasi mai, costringendola ad "ascoltare" il muro del bagno, da cui arrivano le note di un giovane violoncellista. finche` nella sua vita non irrompe il "signore bianco" che la travolge con il suo carisma. ma arrivare troppo vicino all`ideale puo` essere fatale. al romanzo viene affiancato alla fine di settembre 2005 uno spettacolo teatrale, il cui copione e` composto da parti del romanzo e da canzoni scritte dall`autrice.

frutto di una gestazione meditata e lunga circa nove anni, il wilhelm meister e` un romanzo "di formazione". attraverso il travaglio evolutivo del giovane wilhelm e della sua passione per il teatro, goethe osserva e descrive la lotta crudele, il confronto interiore che mette di fronte fallimenti, umiliazioni, rinunce e intimo desiderio. e la storia di qualsiasi vera, difficile vocazione: urgente e imperiosa, sofferta e messa in dubbio, abbandonata e continuamente ripresa, infine riconosciuta come parte piu` vera di se`, a un tempo condanna inevitabile e appagante destino.

il libro di george steiner tratta del fondo di tristezza ineluttabile che accompagna il passaggio dall`homo all`homo sapiens, di quel velo di malinconia che colora l`esistenza. quello che si dipana in queste pagine e` un pensiero che pensa se` stesso: da un lato porta alle estreme conseguenze il

effie, moglie del pittore henry chester, era solo una bambina quando lui l`ha scelta come suo soggetto preferito e ha iniziato a plasmarla ed educarla. ora sembra la sposa ideale ma, spesso malata, lenisce le sue sofferenze con il laudano e stringe amicizia con fanny, maitresse di una casa di appuntamenti presentatale dall`amante. dieci anni prima la figlia di fanny, marta, era stata uccisa proprio il giorno della visita settimanale di henry chester al bordello. insieme, fanny e effie decideranno di vendicarsi, di far valere i propri diritti senza risparmiare il ricorso allo spiritismo. dall`autrice di "chocolat" una storia densa di fascino e complicita` ambientata nell`inghilterra vittoriana.

il dizionario, maneggevole e di facile consultazione, contiene: 75000 lemmi e sottolemmi; le varianti dell`american english; divisione sillabica e trascizione fonetica delle parole inglesi. la qualita`, il rigore e la ricchezza espressiva di un grande dizionario in un volume pratico e leggero: 1376 pagine per soli 750 grammi.

muovendo con ritmo incalzante da una tipica storia d`onore ambientata ai tempi dell`unificazione spagnola, "fuente ovejuna" e` un dramma politico-sociale che elegge a propria protagonista l`intera comunita` del villaggio che da` il titolo all`opera. di fronte all`ennesima angheria del tiranno locale - la pretesa di esercitare lo ius primae noctis - i due giovani sposi lorenza e frondoso chiamano il popolo a ribellarsi, in nome di una "limpieza de sangre" piu` forte di qualsiasi presunta nobilta`. l`affronto subito diventa allora solo il pretesto per una rivendicazione corale e collettiva della dignita` umana che esige il proprio diritto al rispetto e alla giustizia contro i soprusi del potere.

nella "nuova justine" la normalita` del male diventa lo scenario filosofico coerente e continuo di una rappresentazione che non insiste piu` - come accadeva nella "filosofia nel boudoir" - sulla rottura trasgressiva, sullo stupore dell`eccesso, sulla gioia fredda della crudelta`, sul rovesciamento didattico di ruoli e imposture sociali, quanto piuttosto sulla durata di una narrazione convinta delle sue ragioni e sempre piu` convincente per chi la legge. con lucidissimo furore mentale, sade compone i suoi scenari di personaggi-idee-parole, mette in scena il "discorso", infrange le mediazioni sociali e culturali tra esistente e potenziale. la posta in gioco e` la vita vera che non c`e`.

in questo saggio claudio magris raccoglie le sue riflessioni sull`attuale situazione politica e civile del nostro paese. non scende mai direttamente nell`arena politica, evita le polemiche spicciole e le sterili contrapposizioni. preferisce affrontare i nodi di fondo del dibattito politico-filosofico contemporaneo: la laicita` e il rapporto dell`individuo con lo stato e con la chiesa; la famiglia e le sue nuove forme; l`aziendalismo e l`economicismo imperanti; la globalizzazione, l`incontro-scontro tra culture, la tolleranza; la guerra, la pace e il pacifismo; lo strapotere della scienza, la sperimentazione biomedica, le cellule staminali, la procreazione assistita; la devolution e la riforma della costituzione; il significato del termine "democrazia".

i pericoli del fanatismo e i mali oscuri che minacciano la nostra societa`, la ricerca della fede e i misteri della spiritualita`, il mondo corrotto dall`egoismo e dai deliri delle folle, la liberta` come valore fondante e salvifico per il futuro dell`uomo: sono questi i temi di questo romanzo che segna il ritorno dello scrittore giapponese kenzaburo oe, premio nobel per la letteratura nel 1994. in una tokyo caotica e disumana una setta religiosa predica l`imminente fine del mondo. la governano un medium che nasconde orride stigmate e che si dichiara capace di parlare con la divinita`, e il suo assistente spirituale, unico interprete delle sue parole. e intorno a questa setta che si intrecciano le storie dei protagonisti del romanzo. giovani in cerca di un ideale che purifichi il mondo corrotto dall`egoismo e dalla follia come izu, ragazzo colmo di energia; donne misteriose, come la danzatrice, bella e irraggiungibile; uomini delusi dalla vita, in cerca di un contatto con la divinita`, come il professore d`arte kizu, gravemente malato.


pier paolo pasolini raccolse in questa monumentale antologia, pubblicata per la prima volta nel 1955, le espressioni piu` belle e curiose di una poesia popolare ricca e varia come quella italiana. di regione in regione, attraverso quasi 800 testi di vario genere e struttura, si passa dai canti narrativi piemontesi alle "biojghe" romagnole, dalle "vilote" venete e friulane ai rispetti toscani, dalle "canzune" abruzzesi ai canti funebri calabresi, dai "mutos" sardi agli stornelli, agli strambotti, alle ninne nanne, fino ai canti popolari delle due guerre e alle canzoni fasciste e partigiane. il "canzoniere italiano" rappresenta - grazie anche all`ampia introduzione dello stesso pasolini - una tappa fondamentale nella riscoperta della poesia popolare; e offre un ritratto vivissimo, poetico e critico, degli italiani e delle loro radici regionali.

il dramma del protagonista, il pittore claude lantier, e` quello - scrive lanfranco binni nell`introduzione - "del rapporto con il proprio lavoro, con la durezza della materia; e` lo stesso dramma del lavoro-passione e del lavoro-fatica che zola medesimo prova quotidianamente. "l`opera" infatti non e` un romanzo autobiografico soltanto per l`ambiente che accuratamente descrive, l`ambiente piu` direttamente conosciuto da zola; e` un romanzo autobiografico soprattutto perche` testimonia l`atteggiamento dello stesso zola nei confronti del proprio lavoro letterario, ed e` proprio per questa ragione un romanzo di centrale importanza per conoscere la sua concezione del mondo e la sua poetica".

ventuno eroine del mito classico, da elena a briseide, da penelepe a didone, scrivono una lettera accorata e straziante al loro amante per convincerlo a non lasciarle. di fronte a questi uomini lontani, insensibili e assenti, si stagliano con poetica drammaticita` altrettante donne poste di fronte a un destino che si compie loro malgrado. ogni epistola e` una storia a se` stante, eppure, lette tutte d`un flato, tracciano un meraviglioso ritratto collettivo dell`universo femminile, scandagliato con sorprendente profondita` fino nei recessi piu` oscuri dell`anima, dove risiedono le spinte primigenie dell`amore.

l`infelicita` degli uomini e` la grande e misteriosa tragedia che affascina e tormenta euripide. i suoi personaggi sono complessi e sfaccettati, ricchi di umanita`. due superbe figure femminili dominano questi drammi: ecuba, cui sono stati uccisi i due figli, ed elettra, cui la madre ha ucciso il padre. esse si muovono in un "paesaggio" allucinante, dove i morti condizionano i vivi e il presente e` sovrastato da un ieri che pone le regole, determina gli eventi. l`odio e la vendetta sono la misura di tutte le cose, ma quando la vendetta e` compiuta e l`odio cade, le cose assumono i loro nudi, desolati contorni. il passaggio dall`odio a una sorta di pieta`, che e` conquista euripidea, e` un tema ripreso e approfondito dal teatro europeo del novecento.

il testo conduce nel cuore della sapienza delle grandi figure bibliche, degli studiosi del talmud e dei rabbini chassidici. scritto con stile piano e semplice, quasi fosse il racconto di un anziano saggio, in questo libro wiesel affronta le vette del pensiero della tradizione ebraica attraverso episodi, aneddoti, racconti dai quali fa scaturire la saggezza (nel senso ampio del termine) degli uomini (e di dio), l`umanita`, l`umilta` e altre doti che affiorano dai personaggi dell`antico testamento e del talmud, o dai piu` vicini resoconti sui maestri dell`ebraismo dell`europa orientale.

le opere di galdos si pongono al crocevia fra la letteratura ottocentesca e le piu` moderne anticipazioni del novecento. in questa chiave puo` essere letta anche "tristana", storia della velleita` inconsapevole di un orfana, che insegue successi e amori da favola e disinvoltamente colleziona mediocri riuscite e squallide relazioni. femminista ante-litteram e inetta segnata da deliri di grandezza: l`autore riesce a conciliare questi estremi, costruendo un personaggio controverso e problematico, dalla fisionomia tanto sfumata quanto attuale.

generoso difensore dei diritti umani, fondatore della comunita` emmaus, l`abbe` pierre da decenni si occupa della difesa di poveri, clandestini, disoccupati, immigrati. oggi, a 93 anni, ha pubblicato questo libro-confessione, in cui si misura con i grandi temi dell`esistenza e i nodi irrisolti del cattolicesimo: il peccato originale, gesu` e maria maddalena, celibato e castita` dei sacerdoti, il fanatismo religioso e la crociata di bush, i matrimoni gay, il problema del male e della sofferenza, il rapporto del cristianesimo con le altre religioni. tutte questioni fondamentali che l`abbe` pierre affronta con semplicita` e franchezza.

owen noone e` il ragazzo piu` in vista del suo college, il bucaniere e` il suo compagno piu` timido e riservato. quando owen decide di mollare tutto per diventare un cantante rock, con canzoni a meta` tra il folk e il punk, il bucaniere lo segue. sara` lui a raccontare la sua storia: il viaggio di due ragazzi e due chitarre attraverso l`america, alla ricerca del successo, della fortuna e dell`amore. il loro sogno e` diventato realta`, firmano per una major e partono per una grande tourne`e. per chi ha carisma e talento, diventare famosi e` facile. essere famosi, molto meno. come una struggente ballata, il romanzo racconta la storia di un`amicizia che il successo rischia di dissolvere, il pericoloso fascino della fama e tutto il piacere della musica.

una storia di viaggi e di avventure, un romanzo satirico, un`epopea che diventa una costruzione mitologica. nei mari del sud, nelle isole di mardi, una fanciulla misteriosa, che sembra uscita dalla dimensione della favola e del sogno, viene salvata dal protagonista e con lui inizia una lunga e avventurosa peregrinazione fra le isole dell`arcipelago. la vergine yillah accompagna taji nelle tappe di un vagabondare in una natura paradisiaca, godendo con lui dei favori dei luoghi e delle genti, ma anche affrontando traversie, congiure e cospirazioni. un romanzo da riscoprire nella traduzione di emilio tadini, artista e scrittore recentemente scomparso, traduttore per garzanti libri anche di opere di stendhal e james joyce.


piu` che "un episodio della guerra civile americana" - come recita il sottotitolo del romanzo - crane narra qui un`esperienza morale, il duro confronto tra coscienza e realta`. infatti, oltre che un capolavoro della letteratura di guerra, si puo` definire "il segno rosso del coraggio" un ritratto psicologico della paura. non solo quella della battaglia concreta, del sangue e della morte, dell`ansia e dell`odio; ma anche quella che serpeggia nascosta nel quieto vivere quotidiano: la paura di non sapersi porre di fronte agli ostacoli.

tra il 2002 e il 2004, di fronte al progressivo degrado della situazione politica italiana, e piu` in generale indignato per quello che giudicava un pericoloso imbarbarimento del nostro paese, giovanni raboni reagi` nella maniera a lui piu` congeniale: da poeta. chi conosce l`impegno civile e morale di giovanni raboni non si puo` sorprendere delle posizioni politiche che emergono da questi versi, in piccola parte gia` pubblicati su alcuni giornali e che hanno trovato una diffusione sorprendente anche via internet. meno prevedibile, forse, che queste posizioni potessero ispirare in maniera diretta e immediata, una lirica di taglio cosi` esplicitamente politico, immersa nell`attualita`. postfazione di patrizia valduga.

in hardy gli ambienti, i personaggi e gli intrecci tendono spesso ad accumulare piani differenti di realta`, mostrando i fatti e nascondendoli, o fotografandoli con cura per poi disperderne le apparenze in quesiti insolubili. ne risulta un`immagine del mondo ambivalente, ora focalizzata in un mosaico iperrealista di dettagli, ora impressionistica o attraversata da tensioni metafisiche. e infatti tra le pieghe piu` profonde del reale che lo sguardo dell`autore scopre squarci inattesi e repentini di bellezza, concentrati in attimi di fulminante intensita`, e capaci di farci presentire un disegno a monte dell`esistenza.

le radici e il destino dell`europa sono al centro della discussione storica, politica e filosofica. definire i fondamenti della civilta` europea (che e` diversa anche da quella americana) e` un presupposto fondamentale per capire il ruolo e le possibilita` d`azione del vecchio continente all`interno del "nuovo disordine mondiale". steiner affronta la questione evidenziando cinque elementi che caratterizzano la cultura del vecchio continente. primo, i caffe`. secondo, un paesaggio a misura d`uomo. terzo, luoghi carichi dei segni e delle memorie del passato. quarto, citta` figlie della cultura greca e di quella ebraica; infine, una coscienza di se`, individuale, e sociale. prefazione di mario vargas llosa.

i "pensieri" sono una vasta raccolta di appunti, tracce frammentarie della costruzione di un trattato apologetico sulla fede cristiana, sognato a lungo da pascal. il cristianesimo di pascal e` profondamente umano, sofferto e conquistato grazie alla tensione vibrante verso un dio nascosto, circondato dallo stesso silenzio in cui e` avvolta la sua opera, la natura. da qui hanno origine le fondamentali sintesi pascaliane: l`esistenza smarrita fra due infiniti, interiore e cosmico; l`opposizione fra mente e cuore; il dolore come fonte di redenzione; la fede intesa come scommessa totalizzante che puo` annullare o redimere la vacuita` della vita.

una carrozza in viaggio da mosca verso la tenuta di jasnaia polyana. a bordo lev tolstoj e la sua fresca sposa, di vent`anni piu` giovane di lui. sono due persone molto diverse, forse troppo. lui e` un uomo impetuoso, un nobile e un soldato di valore, uno scrittore di grande talento, insomma una personalita` eccezionale da molti punti di vista. lei e` una ragazza sensibile, dall`apparenza fragile, affascinata e intimidita. quel viaggio nuziale e quella notte saranno un dramma e una rivelazione: le nature dei due sposi verranno immediatamente messe a nudo, in quelle ore si riverberano interi i loro destini.

"quando dormivo/ nel ventre suo/ e al suo cordone/ ombelicale/ lento bevevo/ mai non piangevo/ero protetto/ ero imperfetto." giovanni borrelli e` autore di romanzi, testi teatrali, saggi critici, e ha composto diverse raccolte poetiche.

nel 1942, a leopoli, una ss morente chiede ad un ebreo il perdono per i crimini che ha commesso. a rifiutare questa grazia al giovane nazista e` simon wiesenthal, che dopo la guerra diventera` l`implacabile "cacciatore dei nazisti" . a distanza di tempo quel rifiuto continua a turbare wiesenthal: ne discute con gli amici, va a visitare l`anziana madre della ss, infine decide di raccontare quella vicenda per chiedere e se` stesso e ad altri testimoni e intellettuali se ha commesso un errore, negando il perdono.

considerato il capolavoro di alfieri, "saul" e` una tragedia di argomento biblico, lineare nell`intreccio ma potente e drammatica. in primo piano la figura del sovrano: nel suo animo nobile e sensibile albergano uno smisurato orgoglio e una cupezza sconsolata; diviso tra cielo e terra, ribelle a dio, non riesce a dominare l`anelito che lo avvelena: oltrepassare "il limite". vittima della sua brama di potere si macchia di crudelta` e delitti, pur consapevole che porteranno solo rovina. il contrasto insanabile stringe a poco a poco saul nel cerchio della follia, da cui evade con un ultimo gesto: l`eroico suicidio, catarsi della tragedia.

olga e` il nome della protagonista e della voce narrante di questa storia cosi` tragicamente vera e consueta. olga e` una bambina che sta spalancando gli occhi sul mondo crudele degli adulti. suo padre viene arrestato, il fratello e` malato di aids, la mamma sta per cedere. tutta questa sofferenza forgia lo sguardo di olga: lo sguardo di chi e` cresciuto troppo in fretta e cerca parole per raccontare e capire il mondo. le parole per rompere il silenzio della propria solitudine.

la vera ragione del suo viaggio in india era terapeutica: curare la tubercolosi che lo minava; ma l`esperienza fu cruciale, e si riverbero` nella scrittura. due anni dopo, confidando nella memoria e nei suoi taccuini, gozzano inizio` a raccontarla sulle pagine della "stampa" di torino. non sono veri racconti: sono pagine di diario con ambizioni narrative, meditazioni in forma di elzeviro, ricordi spesso puramente immaginari, fantasie folgoranti e geniali. la fertile inventiva di gozzano gioca sui due piani della finzione e del reale, cosi` lontani tra loro eppure cosi` felicemente generatori di poesia, attraversati di tanto in tanto dalle "trafitture" della nostalgia, tratto caratteristico della sua sensibilita`.

la parola e` il fulcro attorno al quale ruota tutta l`opera di mallarme`: una parola sensuale, evocatrice, densa di mistero e suggestioni, che allude piu` che descrivere, che annoda immagini e metafore in una lingua ricercata, al limite dell`oscurita`, tesa fino a trasformarsi in partitura musicale nelle sperimentazioni piu` ardite, come la prosa ritmica diun colpo di dadi non abolira` mai il caso (1897). alla crisi del lirismo romantico, alla scoperta del nulla, mallarme` risponde con la sua visione del poeta demiurgo che aspira a riprodurre l`architettura dell`universo, con la ricerca ossessiva dell`opera totale, quel libro ideale in cui ricostituire il mondo intero al quale dedico` per tutta la vita le sue migliori energie creative: una sfida estetica e metafisica alla legge del caso che governa l`esistenza e alle possibilita` del linguaggio, vissuta tra ansia di esprimere l`assoluto e sentimento della propria inadeguatezza. questo altissimo, sofferto concetto di arte e` la grande eredita` che il maudit mallarme` ha consegnato al novecento e che risuona in tante voci della poesia contemporanea, da vale`ry agli ermetici. introduzione e note di valeria ramacciotti.

la storia della "donna dal collier di velluto", scrive dumas, gli fu narrata dallo scrittore fantastico nodier, in punto di morte. ne e` protagonista un altro grande della letteratura fantastica europea: ernst theodor hoffmann. il pastiche intertestuale che dumas compone con grande abilita`, provoca un potente corto circuito tra elementi e piani di realta`, tra la memoria di nodier, il protagonismo di hoffmann e la grande storia (la vicenda e` ambientata nella parigi del terrore). nel romanzo, personalissima rivisitazione d`un genere letterario che aveva appassionato un grande pubblico, il fantastico non irrompe nella vita quotidiana, e` naturalmente parte di una realta` complessa nella quale coesistono dimensioni diverse.

il primo e unico incontro tra wittgenstein e popper ebbe luogo il 25 ottobre 1946, al king`s college di cambridge. la sala era affollata, bertrand russell sedette in prima fila, accanto al caminetto, ma furono in molti a restare in piedi per ascoltare il giovane professore giunto dalla london school of economics affrontare il tema della serata: "esistono problemi filosofici?" non sarebbe stato un normale dibattito accademico: a un certo punto wittgenstein, presidente del moral science club che ospitava l`incontro, avrebbe addirittura minacciato il rivale con un attizzatoio. in questo libro david edmonds e john eidinow hanno ricostruito meticolosamente gli eventi di quel giorno fatale.

due sfortunate esperienze amorose dell`autore sono lo sfondo autobiografico delle due opere raccolte nel volume. "l`elegia di madonna fiammetta" ha carattere lirico, un notevole approfondimento psicologico dei personaggi e una scrittura capace di rendere le sottili sfumature della natura umana: "la fiammetta e` gia` il romanzo moderno", scrisse carducci. il "corbaccio" invece e` l`opera piu` scaltra e vivace di boccaccio, ricca di umori mordaci e sarcastici, di rancori e sprezzature.

da questa breve e intensissima raccolta di pensieri, estratti dallo zibaldone e riscritti in forma nuova, traspare un`inaspettata dichiarazione d`amore e di speranza nei confronti dell`umanita`. un`opera illuminante, che riscopre un leopardi meno spietato e inesorabile nei confronti dei propri simili - "la mia inclinazione non e` stata mai di odiare gli uomini, ma di amarli" -, per il quale la fustigazione dei cattivi costumi prende piuttosto il senso di una battaglia rischiaratrice contro gli errori e la falsita` del vivere umano.

molie`re, anzitutto e soprattutto uomo di teatro, consegno` al futuro una forma chiusa, perfetta, classica, che sarebbe stata modello, per secoli, di una comicita` intrisa della piu` drammatica amarezza. rise dei vizi degli uomini nella consapevolezza di quanto c`e` di comico ma anche di patetico e di tragico in ogni umana debolezza. "don giovanni" e` una delle commedie di molie`re piu` controverse ed enigmatiche, presentata e subito ritirata dal cartellone, con l`accusa di empieta`. non solo "gentiluomo malvagio e falso devoto": il leggendario personaggio e` qui ritratto anche come un modello d`ipocrisia.

opera di sorprendente modernita` e complessita`, "troilo e cressida - scrive francesco binni - e` un capolavoro davvero caleidoscopico, insieme affresco cavalleresco e grande farsa caricaturale: tragedia che getta una luce spietata sul mondo dell`epica e che dalla scintilla provocata dal connubio shakespeariano di tragico e comico, sviluppa un discorso organicamente moderno sulle peripezie di un`identita` che tuttora ci sfugge, e non solo sul piano discorsivo".

euripide sceglie i suoi argomenti tra i miti meno noti o si sofferma su aspetti secondari dei grandi cicli epici e tragici. nel ciclope, il celebre episodio dell`odissea e` riletto in chiave comica e burlesca; nell`alcesti, le sorti della giovane sposa che decide di morire al posto del suo amato, diventano pretesto per indagare il nesso amore-morte. grande indagatore della doppiezza dell`animo umano, euripide e` considerato uno dei massimi poeti tragici dell`antichita`. dalla sua opera, scrive umberto albini, "si finisce sempre per ricavare qualcosa che richiama interrogativi, minacce, angosce attuali".



inghilterra, xviii secolo: la bella e onesta pamela andrews, che ha dovuto abbandonare la campagna e gli adorati genitori per entrare al servizio di una famiglia aristocratica, subisce nella sua nuova casa le morbose attenzioni del giovane padrone, il conte di belfort, il quale tenta ripetutamente e brutalmente di sedurla. fermamente decisa a conservare la sua virtu`, pamela, con il suo candore e la sua irreprensibilita`, riesce infine a guadagnarsi l`amore sincero del suo spasimante e, soprattutto, l`onore di un matrimonio socialmente rispettabile.

per cayetano brule`, investigatore privato a valparaiso, il cile e` diventato un po` troppo freddo e tranquillo. anche perche` la rivoluzionaria angela undurraga, che l`aveva convinto ad abbandonare la florida per correre in soccorso di allende, l`ha abbandonato da tempo in quella citta`. ma un giorno la nostalgia e il destino riportano cayetano verso la sua terra d`origine, cuba, per una indagine che ruota intorno a una valigia imbottita di banconote: mezzo milione di dollari che placido del rosal, cantante di bolero detto "la voce della tenerezza", si e` ritrovato nel suo bagaglio al waldorfs tower hotel di miami.