
in ognuno di questi racconti, d`improvviso, irrompe lo scarto impensato, il guizzo inatteso, il fatto imprevedibile, il personaggio curioso o bizzarro che scombina la trama, travolge i protagonisti, da` una sterzata alla normalita` trasformando il destino dei personaggi. e la mano sinistra dell`autrice che cattura cosi` il lettore, lo trascina nella sua storia con un sorriso accattivante e gli sciorina vicende e protagonisti con una leggerezza di tocco che vela appena di un sorriso ambiguo l`intrecciarsi degli avvenimenti sulla scena del mondo, dei tanti oscuri e commoventi mondi degli uomini.

"tu che mi ascolti" riunisce, in un insieme organico, le poesie che bevilacqua ha dedicato alla figura materna nell`arco di una vita che il poeta definisce "duetto per voce sola", non interrotto oggi, a due anni dalla morte della madre. stesso titolo per questa silloge e per il testo narrativo pubblicato lo scorso anno: registrazione degli eventi che hanno segnato una vita a due. convinzione del poeta, infatti, e` che la fine tangibile di un essere amato non spezza, in chi gli e` stato alter ego, il legame relazionale: puo` tradursi in una sorta di misteriosa, comunicativa resurrezione.

una fiaba-reportage, un sogno ricostruito con la macchina fotografica. l`autore torna a kabul, riemersa alla vita civile dopo l`era dei talebani. ritrova una vecchia macchina fotografica appartenuta a suo nonno e decide di fotografare i luoghi della sua memoria con quell`oggetto anacronistico e un po` magico. ne viene fuori qualcosa di davvero strano: da un lato e` il reportage di un viaggio di oggi attraverso immagini che sembrano dell`altroieri. dall`altro, rahimi segue il filo del sogno in cui la madre gli diceva di cercare un albero vicino al cimitero: lo ritrova, incontra persone che fanno discorsi incomprensibili, gli svelano un itinerario di saggezza. cosi` il reportage sulla kabul di oggi si intreccia con una favola sapienziale.



tre voci fra le piu` autorevoli si interrogano sul significato attuale della parola borghesia. aprendo il dialogo il filosofo massimo cacciari si chiede se oggi, in presenza di un capitalismo sempre piu` impersonale, la borghesia viva ancora il proprio "essere-proprietario" come un obbligo e una responsabilita`. giuseppe de rita indaga la storia della borghesia italiana dal "miracolo economico" all`imborghesimento degli anni `60-`70, fino ai processi piu` recenti. aldo bonomi traccia gli attuali perimetri di una "neoborghesia" sul territorio, individuandone profili inediti: dalle piccole-medie imprese diffuse all`area della net economy. il volume e` curato e introdotto da antonino zaniboni.




una morte scomoda mette in moto una spirale di inquietanti interrogativi nel peru` degli anni cinquanta. la vittima e` palomino molero, un giovane aviere trovato senza vita e con i segni evidenti di atroci torture. un caso come molti nel clima di incertezza politica e sociale di quegli anni. per molti un caso da archiviare senza strepito, un "incidente" senza importanza ne` conseguenze. decisi a far luce sull`omicidio, il tenente silva e il suo aiutante lituma ricostruiscono i brandelli di una impossibile storia d`amore tra la vittima e la figlia di un colonnello in un mondo in cui dominano reticenze e contraddizioni, e dove il potere e la corruzione riescono a trasformare la verita` in tante verita` diverse.

giovanni della casa possedeva una raffinata educazione umanistica, che gli consentiva di padroneggiare le rime latine come quelle italiane, cui univa un`indiscussa perizia tecnica, il gusto di accostamenti lessicali spesso inattesi e una grande capacita` di far incontrare il senso del suo scrivere con la forma metrica prescelta. le sue "rime" sono finemente lavorate e dimostrano attenzione per la musicalita` delle singole parole e dei versi nel loro insieme. questa edizione, curata da stefano carrai, ridiscute filologicamente il testo e ne propone un commento ricco di riscontri con la lirica precedente e coeva.

le terzine di gianni d`elia tracciano in questa raccolta un bilancio esistenziale e politico. e bassa stagione nel percorso dell`eta` che procede, con tutti i ricordi che affiorano, i rimpianti, le presenze diradate, ma anche gli affetti fortificati nel tempo. e bassissima stagione per le vicende pubbliche, per gli ideali collettivi dispersi nella svendita o nella menzogna. gianni d`elia e` nato a pesaro nel 1953.

tutto comincia con una partita a tennis dove nicolas e thierry s`incontrano per la prima volta. poco dopo, fra quattro chiacchiere innocenti davanti a un bicchiere, le loro vite cambieranno per sempre. infatti, scambiandosi poche, basilari, informazioni sulle reciproche esistenze, entrambi si accorgono di non aver realizzato nulla di cio` cui aspiravano. allora thierry lancia una sfida: entro tre anni diventera` "qualcun altro". inizia cosi` una metamorfosi, piu` o meno voluta, che spinge uno a intraprendere la vagheggiata carriera di detective e l`altro verso un inarrestabile abbandono alcolico dai risvolti inattesi.

marta fa l`attrice e l`estetista per cani; e` piena di grazia, di estro e di paura, ma a volte le sembra di avere il dono speciale di mandare in frantumi qualunque cosa tocchi. suo figlio michele, per contrappasso, e` goffo e saggio come lo si puo` essere solo a tredici anni. clara di anni ne ha solo tre, e negli occhi una meraviglia tanto grande da riuscire ad allargare il mondo. luca, suo padre, e` cosi` abituato a incasellare i sentimenti da non capire piu` niente di cio` che gli accade. e dietro a tutti, due ombre: l`ombra insinuante di certi strani animaletti trasparenti, e l`ombra incombente di un grande scrittore mai esistito, hans floge bauer, l`uomo che corteggiava la stupidita`.

ognuno dei tredici racconti che compongono il libro segue la scia di un antenato: grandi rabbini, grandi rivoluzionari, grandi uomini e soprattutto una folla di umili, con storie durissime alle spalle. nella convinzione che tutte le vite siano intrecciate l`una all`altra. ed e` cosi` che possono stare davvero vicini, sulla carta e nella memoria di un uomo, gli avi illustri e quelli inghiottiti dall`oblio, come lo zio francesco, morfinomane sguaiatamente innamorato della vita; come il rabbino di cifer, autore di un patto con dio rovinoso come un patto con il diavolo; come lo zio paolo, macchinista ferroviere, appassionato scultore e comunista tutto d`un pezzo.

inventori improbabili, teorici di lingue universali e creatori di incaute cosmogonie vengono minuziosamente antologizzati da chambernac-queneau: la loro teoria attraversa il frenetico agitarsi della genia dei lemon (figli dunque del limo, materia biblica per eccellenza). la vicenda, che si disarticola tra parigi e alcune cittadine di villeggiatura tra la fine della prima guerra mondiale e la frenesia degli anni trenta, mette a confronto il brulicare mediocre di una societa` di bottegai, feticisti e fascistoidi, e l`umanita` precaria ma autentica dei

figlio di un incontro fortuito in pieno deserto, nato da una dama indiana oppiomane e da un inglese che nel deserto si sono incontrati e mai piu` rivisti, pran nath nasce gia` orfano, perche` sua madre muore di parto e suo padre se l`e` portato via un diluvio eccezionale. tuttavia nasce in una ricca famiglia, vezzeggiato come discendente legittimo fino a quando una serva impicciona lo fa sbattere fuori dalla lussuosa casa. hanno allora inizio le sue peripezie rocambolesche, attraverso ambienti disparati e a contatto con personaggi divertenti.




fra apocalittici ed euforici, carlo formenti, giornalista del "corriere della sera" e saggista, affronta il dibattito sulla net economy e sulle sue contraddittorie ripercussioni sul piano sociale e culturale. figlia del "comunismo delle idee" di ricercatori, hacker e scienziati, del proliferare delle comunita` virtuali, dell`esplosione di nuove forme di socialita` provocata da internet, la net economy oscilla fra la rinascita di forme economiche fondate sulla cooperazione solidale e sul libero scambio di informazioni e il tentativo di trasformare in merce i beni relazionali scarsi, come socialita` e fiducia.



camille e` innamorata. ama gli uomini, tutti gli uomini, solo gli uomini. sta bene soltanto tra le braccia dell`altro sesso. e allora racconta gli uomini della sua vita, dal padre al marito, attraverso amanti e amici, il professore e l`allievo, il figlio perso neonato.


la costa oceanica semideserta. una vecchia casa. rey, un maturo regista, e lauren, una giovane body artist, sono sposati da pochi mesi quando lui si uccide, lontano, a new york. lei rimane nella casa isolata e la lenta elaborazione del lutto passa attraverso stadi e stati di allucinazione sempre piu` tangibili, sempre piu` reali fino a tradursi in espressione artistica, in una trasformazione del corpo che ha il sapore della rinascita oltre che dell`opera d`arte.

un profumo di bungavillea si allarga, come una nuvola viola, sull`estate. il pattino bianco dello stabilimento dondola a pochi metri dalla riva. sulla spiaggia, sdraio, ombrelloni, e un odore di creme abbronzanti che si mescolano con quelli di una stella marina e di un riccio che sbiadiscono al sole... se le poesie che compongono questo diario intendono insinuare un momento di riflessione nel tono dominante del divertimento, i disegni del libro perseguono lo stesso obiettivo, con un tratto allegro e delicato nello stesso tempo.


questo volume si presenta come una ricostruzione globale di un secolo, l`ottocento, colto nello specchio di una citta` come parigi, e indagato nei suoi elementi apparentemente marginali, quali la moda, il gioco, il collezionismo, la merce, la prostituzione, la figura del flaneur, i passages. ma il volume e` anche la rappresentazione di un sogno di cui la cultura europea ha dovuto destarsi: un risveglio che e` poi la crisi dello storicismo e delle ideologie ottocentesche, che approda in queste pagine alla sua forma piu` risolutiva e radicale.

un tempo, al termine di una giornata di scavo, gli archeologi redigevano "il giornale". anche questo libro e` un giornale di scavo, soprattutto meteforico: un`esplorazione della memoria, della vita, di se`. attraverso riflessioni, ricordi e lettere, carandini indaga il proprio passato, professionale e non, sia per prenderne maggiore coscienza, sia per formulare una domanda di assoluta attualita`: a che serve il dialogo con i morti, con quei morti cosi` lontani dal presente che sono l`oggetto degli studi archeologici?

"cio` di cui son certo e` che questi duemiladuecentocinquanta titoli rappresentano il catalogo sostanziale della storia della lettaratura italiana attraverso i tempi, davvero, in un certo senso, la sua piu` autentica "storia", concretamente espressa nell`elenco delle opere che ne costituiscono il prodotto, cioe` il "corpo". cio` e` tanto piu` vero in quanto le voci, cosi` come noi le abbiamo richieste e i loro estensori le hanno elaborate, costituiscono un miracoloso punto di equilibrio tra esigenze documentarie, visione storica e giudizio storico-critico, per giunta il piu` delle volte sobriamente espresso. posso ben dirlo, non avendone stesa personalmente neanche una." (alberto asor rosa)

in circa duemila titoli, il "dizionario" intende guidare il lettore attraverso la tradizione letteraria italiana - una tradizione in cui i testi minori non hanno un`importanza storica (e, in alcuni casi, artistica) inferiore a quella dei grandi classici. un`estesa carta geografica, al servizio del viaggiatore intelligente e curioso.

colori, sapori, fremiti e ansie della vita marina in un mondo di tepore mediterraneo, dove anche la creatura piu` piccola sospira e canta le gioie e i dolori del vivere. scrive maria corti nell`introduzione: "nico orengo appartiene a quella famiglia di poeti che vorrebbero incontrare le pietre parlanti, l`araba fenice, l`unicorno, perche` sanno che in fondo qualcosa di non molto dissimile e di altrettanto fascinoso c`e` nella natura."

una contrastata amicizia fra gli anni trenta e quaranta. che cosa accomuna due personalita` tanto diverse come guido piovene (1907-1974) ed eugenio colorni (1909-1944)? l`uno di nobile e cattolica famiglia veneta, scrittore e giornalista, politicamente ondivago; l`altro ebreo, borghese, filosofo e matematico, militante socialista caduto nella resistenza.

mario fortunato ha raccolto in questo libro una personale antologia del secolo che sta finendo. ogni brano scelto e` preceduto e seguito dalla storia di un ragazzo, prima adolescente e poi alle soglie della maturita`, che scoprendo l`amore per i libri scopre se stesso e la vita. lungo l`arco degli anni settanta e dei primi ottanta, seguiamo cosi` un`educazione sentimentale che fa i conti con l`italia del tempo, con i primi turbamenti sessuali, gli amori, la politica. dalla cronaca della rivelazione che la lettura della "recherche" produce nel narratore al ricordo della breve, intensa amicizia con tondelli, mario fortunato ci consegna in queste pagine una sorte di ideale autobiografia del lettore da giovane.

gangster violenti e pasticcioni, investigatori privati che vanno dallo psicanalista, pugili laureati, mogli imprudenti protagoniste di cassette a luci rosse. i personaggi delle storie di ethan coen sembrano nascere da un originale cocktail che miscela le atmosfere di chandler alla verve comica di philip roth. surreali e grotteschi, brutali e romantici, questi racconti rivisitano con ironia le piu` affascinanti mitologie dell`america di ieri e di oggi.

un libro intriso di memoria. seguendo con fedelta` le tracce degli uomini, non arrendendosi alle ragioni del tempo, ogni racconto trae in salvo qualcosa o qualcuno: i tanti nomi della neve, un pastore solitario che parla con amore alle sue pecore, paesaggi scomparsi, la storia di un popolo, un giovane legnaiolo la cui esistenza e` sconvolta dall`apparizione di una strega bellissima e impietosa, un focolare intorno al quale si raccolgono vivi e morti intrecciando rimpianti e speranze. i ricordi si coagulano in frammenti o si dilatano in narrazioni estese come quella che apre il libro, incentrata sulla lunga marcia verso casa di un uomo uscito dal lager, gracile scheletro che arranca tra i relitti lasciati dalla guerra.




la storia e` ambientata in un lontano futuro. siamo nel 5000 e l`autore racconta una vicenda di duemila anni prima. in questo secolo, gli uomini, stanchi di guerre e sconvolgimenti, entrano in un lungo periodo di pace e solidarieta`. e` finalmente la pace universale. in questo stato di beatitudine, le energie creative degli uomini si intorpidiscono, e sempre piu` cadono sotto la manipolazione dei mass-media. in breve: imbarbariscono. ma anche nei tempi piu` oscuri qualche coscienza resta vigile: si costituiscono sette che lottano contro questa universale apatia, si profila la figura di un capo. il sogno dei dissidenti e` generare contrasti e diversita`; creare insomma i presupposti di nuove guerre. le sole, pare, che siano in grado di rimettere in moto la storia.





Dramma scritto da Schnitzler nel 1895, racconta, in una Vienna dei primi anni del Novecento, della tragedia di Christine, figlia di un violinista, che s'innamora di un bel tenente di cavalleria. Per lei, egli abbandonerà l'amante, una baronessa sposata il cui marito sfiderà a duello l'ufficiale, uccidendolo. Christine finirà col buttarsi dalla finestra per il dolore.

Dramma tra i piu' celebri di Ibsen, deve il titolo a quell'anitra che abita la soffitta di casa Ekdal. In quella stessa soffitta morira' Hedvig, la figlia di Ekdal, per liberare tutta la famiglia da una debolezza congenita, un non saper vivere.












a meta` degli anni `70, ole reuter ha appena terminato gli studi universitari ma non ha ancora un lavoro. decide quindi di godersi la vita e, acquistato un biglietto ferroviario aperto, per un mese gira la germania, da una regione all`altra, da un villaggio all`altro. incontra persone sempre diverse, ha alcune avventure erotiche: verso la fine del viaggio stabilisce pero` un rapporto con una ragazza, judith, che sembra essere piu` duraturo. passano quattro anni. ole e` dinuovo "on the road", judith e` sempre nella sua mente, ma non piu` al suo fianco e riesce solo a intuire molto vagamente quale porta` essere il suo futuro percorso esistenziale.

Traduzione di Guerrini G. Milano, 1965. Einaudi Collezione di Teatro n°70.

Recensendo questa commedia in tre atti del 1947 - rappresentata per la prima volta il 14 gennaio 1948 dalla compagnia "Il Teatro di Eduardo con Titina De Filippo" al Teatro Eliseo di Roma -, scriveva su "Oggi" L. Antonioli: "La trama, come per le precedenti commedie, nasce da un fatto veramente accaduto. Il personaggio di Benedetto, il marito tradito, è realmente esistito: la guerra gli aveva dato in un primo tempo la ricchezza, poi gli aveva tolto la moglie, innamoratasi di un ufficiale americano. Quando è venuto a sapere che la sua storia era stata messa in scena (la fortuna gli aveva già voltato le spalle), non ne ha intentato causa, come gli amici gli avevano consigliato, non ne ha fatto una speculazione, ha chiesto a Eduardo solo una poltrona al teatro"


Einaudi Collezione di teatro, n°328. Brossura, 99 pagine.

Rappresentata per la prima volta nel 1513, e dunque con le commedie ariostesche tra i primi esempi del nuovo teatro rinascimentale, La Calandria si colloca subito come modello di composta funzionalità d'azione e di ricerca stilistica. In un teatro che si propone essenzialmente d'essere perfetto meccanismo, e perfetta macchina formale, La Calndria è un piccolo capolavoro.

Commedia in cinque atti scritta probabilmente a Parigi nel 1582. La commedia, nella sua storia iniziale e nell`apparato di cui si circonda, pare un episodio della guerra condotta dal Bruno contro l`accademismo, il conformismo e la pedanteria. La trama si annoda su tre motivi: "sono tre materie principali, spiega l`autore, intessute insieme... l`amor di bonifacio, l`alchimia di bartolomeo et la pedanteria di manfurio; pero` per la cognizion distinta de` soggetti, ragion dell`ordine et evidenza dell`artificiosa stesura, rapportiamo prima da per lui l`insipido amante, secondo il sordido avaro, terzo il goffo pedante".





un poemetto che, in tono malinconico, ironico, apparentemente svagato e minimalista, intende toccare invece i grandi temi dell`uomo contemporaneo. fra intimismo e riflessione filosofica.



Composta nel 1543. L'epiteto "straccioni" sta a definire la spilorceria e la sporcizia che contrassegna due fratelli, mercanti levantini, che vogliono recuperare le gioie loro sottratte.






un autoironico diario in versi che organizza in frammenti di racconto i disagi e le inquietudini di questi anni.

