




le tragedie qui raccolte sviluppano due momenti della saga di ifigenia, la giovane figlia di agamennone sacrificata ad artemide per il successo della spedizione contro troia. centro tematico di entrambi i drammi e` appunto il sacrificio umano: nell`ifigenia in aulide quello della stessa ifigenia, nell`ifigenia in tauride quello di suo fratello oreste che ifigenia, divenuta sacerdotessa nel barbaro paese dei tauri, salvera` dopo un drammatico processo di riconoscimento. ma nonostante il lieto fine, cio` che emana da queste due tragedie dell`estrema maturita` di euripide e` un angoscioso senso di debolezza e di precarieta` della condizione umana, sottratta sia a un disegno provvidenziale divino sia al dominio della ragione. franco ferrari illustra e approfondisce nell`introduzione l`articolazione delle sequenze drammatiche delle due opere.

su una tipica trama da commedia costituita di false identita`, dissimulazioni e travestimenti, shakespeare evidenzia l`eterna propensione del potere a mutarsi in violenza e sopraffazione, e si interroga sui grandi temi della giustizia, della politica e del rapporto stesso fra politica ed etica. ma va ancora oltre, mettendo a nudo le perversioni dell`animo umano in una societa`, quella fastosa dell`antica corte e citta` di vienna, che non conosce valori, e dove qualsiasi visione di moralita` religiosa e civile e` solo ipocrisia. ne nasce cosi` una commedia dai toni foschi e amari - una "dark comedy" - capace di lasciare il lettore senza fiato dal punto di vista della morale.


rappresentata nel 408 a.c. "pluto" e` l`ultima delle commedie superstiti di aristofane, che in essa effonde un vigore di fantasia particolarmente libero e intenso. il protagonista e` un povero contadino, cremilo, erede di quella lunga teoria di emarginati sociali cui aristofane affida, nel suo teatro, il compito di esprimere un desiderio di eversione nei confronti del reale percepito come negativo e iniquo.






se per ovidio l`amore e` un gioco dei sensi, se per tibullo e` un sentimento sommesso e delicato, per properzio e` invece una forza imprevedibile, senza limite ne` misura, che si abbatte sulla sua anima con furia implacabile. la poesia che canta questo amore e` colta, raffinata, ricca di suggestioni metaforiche e mitiche frutto di una grande ricercatezza linguistica. e in questi accenti, in questi scorci di infinita passione, che ispirarono anche goethe e pound, il lettore moderno ritrova una voce sorprendentemente vicina alla sua sensibilita`. l`introduzione di paolo fedeli, il piu` noto specialista di properzio, ripercorre i quattro libri delle "elegie" nei diversi temi e generi, alla ricerca dei motivi che portarono l`autore all`elezione di un ideale di vita elegiaco, tra negazione dell`attivita` politica e il rifiuto di una vita familiare, i rapporti con la propaganda augustea, e la ricezione dei grandi contemporanei. la fedele traduzione di luca canali e` accompagnata da un ampio commento di riccardo scarcia.







a roma, in una societa` agitata da una lotta continua e spesso subdola che non faceva alcun conto dei sentimenti "l` amicitia" era anche un`arma politica, non solo un sentimento basato sulla simpatia reciproca. nato insieme alle altre grandi opere filosofiche durante il periodo di forzato ritiro dalla vita politica, il "de amicitia" e` il tentativo di cicerone di superare questo concetto utilitaristico per riscoprire un`amicizia fine a se stessa, fondata sulla "virtus" e quindi ancorata a valori etici e personali. emanuele narducci esplora nel saggio introduttivo il concetto di "amicitia" a roma e il significato profondo di quest`opera nell`insieme della produzione ciceroniana.









nonostante petrarca non affidasse la propria gloria alle sue opere in volgare, egli raggiunse la fama in primo luogo per quelle "rime sparse" - in volgare appunto - che sono una sorta di autobiografia spirituale del poeta e un cardine fondamentale della letteratura italiana. e, in volgare, petrarca scrisse anche i "trionfi", che lo impegnarono quasi trent`anni, dal 1340 al 1370, ma rimasero incompiuti. l`opera e` costituita da una serie di visioni mitiche e simboliche che raffigurano sentimenti ed eventi umani innalzati a moralita` universale, sulla linea dei poemi allegorico-didascalici del tempo, di cui massima espressione fu la "commedia" di dante. nel loro essere rimasti incompiuti pero`, i "trionfi" mostrano come il mondo degli intellettuali fosse radicalmente cambiato nel corso dei circa cinquant`anni che dividono il capolavoro dantesco dall`opera di petrarca: cinquant`anni che avevano visto il passaggio dal medioevo all`umanesimo, dalle certezze tomistiche al dubbio agostiniano, dall`ideale moralizzatore alla concentrazione sull`io e sulle sue debolezze.


un mercante di siracusa perde a taranto uno dei suoi due figli gemelli, menecmo, e ne muore di dolore. menecmo, allevato da un ricco mercante di epidamno di cui ha poi ereditato le ricchezze, vive a epidamno, ha una moglie gelosa e una bella amante, erozio. il fratello, chiamato anch`egli menecmo, va a epidamno e viene scambiato per il gemello, crede pero` che la causa delle strane avventure che gli capitano sia l`interesse da lui suscitano in erozio. intanto menecmo "primo" subisce le ire della moglie gelosa e del suocero. i due fratelli infine si riconoscono e decidono di tornare insieme a siracusa dopo aver venduto all`asta i beni e la moglie (se qualcuno la compra) di menecmo "primo".




fra la verita` e il giudizio umano, fra il coraggio e il dubbio, che si alternano come onde di nebbia lungo tutto il romanzo (e proprio le nebbie, le nuvole, i vapori delle tempeste ne sono immagini chiave), si scorge a tratti la figura sfuggente del protagonista, dipinta con elusiva precisione. e` lord jim, uno dei personaggi piu` celebri, complessi, difficili e amati di conrad, con il suo idealismo tenebroso, problematico ed essenzialmente umano.











a efeso, pleusicle riesce a liberare filocomasio, una ragazza da lui amata, che era stata rapita da pirgopolinice, un soldato spaccone e vanitoso. con l`aiuto dell`amico periplecomeno e del servo palestrione fa a credere al soldato fanfarone che acroteleuza, una cortigiane che si finge moglie di periplecomeno, si sia invaghita di lui. lusingato dalla conquista, il soldato lascia libera filocomasio. periplecomeno, fingendosi geloso, fa bastonare pirgopolinice dai servi.





romanzo d`ambiente scozzese tra i piu` celebri di stevenson. nella vicenda dei due fratelli, uno buono l`altro cattivo, uno fedele alla legittima autorita` del re, l`altro seguace dei ribelli favorevoli agli stuard, ripropone il tema tipicamente stevensoniano dell`uomo e del suo doppio demoniaco, espresso nel modo piu` esplicito nel dottor jekyll e mr hyde.













commedia in cinque atti, in versi, scritta in dialetto veneziano. la scena e` in una piazzetta (campiello), un giorno di carnevale. pasqua vuole maritare la figlia gnese per potersi risposare. la vecchia catte, per la stessa ragione vorrebbe che sua figlia lucietta sposasse presto anzoletto e orsola, la frittolera, cerca moglie per il suo zorzetto. un cavaliere napoletano di passaggio corteggia gasparina, nipote del ricco fabrizio. verso sera le chiacchiere si calmano e tutto e` sistemato: gnese sposa zorzetto, anzoletto da` l`anello a lucietta e il cavaliere ha ottenuto la mano di gasparina.















