

"la donna dei fili" e` un viaggio dentro l`altro, la donna, fin la` dove neanche lei si conosce, fino a frugare nel deposito dei suoi sogni e delle sue fantasie. il viaggio si compie come una discesa in verticale, a scatti, per progressivi colpi di sonda: ognuno dei quali, toccando un qualche nucleo simbolico e facendone scaturire le rivelazioni, finisce per esporre una storia e costituire un capitolo. ogni rapporto (d`amore, di sesso, di lavoro; con la madre, il marito, la figlia, gli amici) e` un groviglio di fili "che si attorcigliano attorno al cuore". seguendo questi fili, il romanzo ricostruisce la storia esemplare e la vita quotidiana di una donna del nostro tempo.

la prima edizione dei due nobili cugini e` del 1643. nel frontespizio viene indicato chiaramente il nome dei due autori: shakespeare e john fletcher, un collaboratore di professione, di solito in coppia con francis beaumont. il fatto di scrivere drammi a due mani era comune nell`eta` elisabettiana, ed e` curioso e ammirevole che le opere cosi` prodotte siano piu` notevoli per unita` che per disarmonia o squilibri. la fonte e` tratta dal "racconto del cavaliere" di chaucer, che a sua volta si rifaceva a boccaccio. la storia viene comunque ampiamente rimaneggiata e interpolata da altre vicende inventate dagli autori. introduzione generale a shakespeare di nemi d`agostino. testo inglese a fronte.



"l`enrico vi, parte prima" appare nel grande in-folio del 1623 che raccoglie le opere di shakespeare. pur conservando una sua autonomia narrativa, esso forma, con la seconda e la terza parte dell`enrico vi, una trilogia che ricostruisce il lungo e infelice regno del figlio di enrico v, il vincitore dei francesi ad agincourt, morto prematuramente nel 1422. enrico vi viene incoronato re a soli nove mesi e resiste sul trono con alterna fortuna fino al 1471, quando il suo assassinio nella torre di londra pone fine alla supremazia della dinastia lancaster.



questo volume raccoglie brevi, talora brevissimi, testi che si presentano di volta in volta sotto forma di aneddoti, motti di spirito, barzellette, narrazioni erotiche, apparentati dal comune denominatore della comicita`. gli esiti di tale comicita` sono quanto mai veri: arguzia e humour "fiorentini" non mancano, ma cedono volentieri il passo a freddure estemporanee, a un riso incolto e popolare, a un umorismo surreale e, molto spesso, al divertimento grossolano e greve. l`introduzione, a cura di stefano pittaluga, ricostruisce le vicende biografiche e gli itinerari culturali del celebre umanista, fornendo un aggiornato panorama critico e bibliografico della sua produzione.




ambientata in un remoto abruzzo campestre, si ispira al celebre quadro omonimo di michetti. il complesso intreccio di vicende e conflitti, che vede protagonisti la meretrice mila, il pastore aligi e suo padre lazaro, si conclude tragicamente con il parricidio e la morte drammatica di mila, che per salvare la vita di aligi si accusa del suo delitto e viene condannata al rogo. denominatore comune dell`opera e` il dilatarsi della tragedia nel mito, con una profondita` e universalita` di sentimenti che superano i confini strettamente abruzzesi.






"george dandin ou le mari confondu" e` la piu` enigmatica delle opere di molie`re; ed e` anche, di conseguenza, la piu` sconosciuta. una serie di circostanze hanno contribuito alla congiura, a cominciare dall`ambiguita` delle sue origini. dandin nasce per l`occasione, ovvero per le feste di palazzo. non sempre l`occasione e` nemica dell`ispirazione, ma pare che questa ne abbia invece sofferto. molie`re prende la vicenda da una sua vecchia farsa, di quelle che recitava in provincia negli anni di apprendistato e primissimo periodo parigino; "la jalousie du barbouille`". l`impiastricciato diventa dandin, contadino arricchito che ha avuto la malaugurata idea di sposare una damigella nobile: lo ha fatto per una ingenua ambizione, salvando dal fallimento economico la famiglia della sposa. ne ottiene inevitabili corna ma soprattutto non ha la possibilita` di dimostrarlo, ed e` qui che la farsa sembra realizzare uno volonta` fatale.









il primo dei tre racconti di questo volume, "giorni aperti" (scritto nel `40), ha per protagonista un giovane soldato alle prese con l`esperienza della guerra: una situazione vissuta con terrore ma anche come un`avventura, con il gusto picaresco di una scommessa sulla scoperta della vita. "labirinto" (composto durante la guerra) racconta la crudele caccia fratricida che conclude la fuga verso la salvezza di quattro partigiani. in "il gelo della mattina" (che risale invece all`immediato dopoguerra) vediamo infine un uomo costretto a confrontarsi con l`ineluttabile, la morte della moglie, combattuto tra la propria vilta` e un opposto sentimento di pieta`, tra l`agitarsi di desideri inconfessabili e il peso del rimorso.




nella prefazione il curatore gaspare giudice analizza i diversi piani di lettura della commedia, da quello strettamente letterario a quello antropologico a quello autobiografico, mettendone in evidenza la stretta relazione con tutto il complesso dell`opera pirandelliana. gli altri cospicui apparati informativi si completano con l`ampio saggio introduttivo di nino borsellino, l`aggiornatissima bibliografia organizzata secondo argomenti specifici e la cronologia delle opere e delle prime rappresentazioni teatrali, entrambe a cura di graziella pulce.


delle quarantatre commedie che compongono la raccolta ufficiale delle "maschere nude" ben trentadue sono tratte da un precedente plot narrativo e dei tredici atti unici, dieci sono quelli di derivazione novellistica. i sei atti unici raccolti in questo volume - "lumie di sicilia", "il dovere del medico", "all`uscita", "la giara", "la patente", "l`uomo dal fiore in bocca" -, dimostrano come, qualunque fosse il risultato teatrale, per pirandello i due generi non fossero sovrapponibili e come le sue trasposizioni drammaturgiche delle novelle fossero delle vere e proprie riscritture.

















dopo un`ampia introduzione curata da marcello ciccuto, il volume raccoglie le novelle italiane composte nel corso del cinquecento. tra gli autori proposti: girolamo morlini, niccolo` machiavelli, marco cademosto, matteo bandello, pietro fortini, antonfrancesco grazzini, ascanio de` mori.




testo originale a fronte. introduzione di umberto albini. oreste, complice la sorella elettra, ha ucciso la madre clitennestra per vendicare l`assassinio di agamennone e, colpito dalle erinni, giace delirante. la citta` di argo deve decidere la pena per i matricidi. l`amico pilade e` deciso a condividere la loro sorte. prima di morire i tre decidono di vendicarsi di elena e di menelao. gli dei salvano elena e oreste sara` salvato dall`areopago. ifigenia e` destinata dal padre al sacrificio e viene chiamata all`accampamento col pretesto di farla sposare ad achille. la fanciulla, saputa la verita`, accetta di sacrificarsi per salvare l`esercito, ma viene salvata dalla dea, sostituita da una cerva e assunta al proprio servizio.
















i racconti che vengono qui presentati rivelano in kipling un esploratore del mistero, sottile e sagace quanto poe o henry james. il tema del doppio demoniaco, nel sogno di duncan parrenness, lo spettro che compare nel riscio` fantasma, l`enigmatica rivelazione che fa intravedere per un istante la verita` al lettore di il giardiniere, sono gli efficaci elementi tradizionali della ghost story a cui kipling aggiunge un alone di esotismo, il particolare colore delle leggende narrategli dagli indiani nella sua infanzia coloniale. questa traduzione curata da graziano kratli, si segnala anche per il corredo di note esplicative e per l`introduzione.


i racconti raccontati due volte, sono cosi` intitolati perche` si richiamano a tradizionali orali elaborate dall`autore: ora in una visione nostalgica del mondo arcaico e primitivo della "nuova frontiera", ora proiettate nel futuro della nuova societa` americana, dov`e` preminente la figura dell`"uomo nella folla " delle nascenti metropoli, ora volte a riflettere sul ruolo delle scienze e delle arti, quasi a prefigurare allegoricamente la loro non facile coesistenza nella "nascita di una nazione" sorta dalla guerra d`indipendenza contro il colonialismo britannico.


nell`intera vicenda del dramma si proiettano le tortuose incertezze della figura del re, in un`atmosfera inquieta di incompletezza, di intenzioni contraddette, di azioni che non dintano mai del tutto atto, di una realta` che inesorabilmente muta se stessa, a cui non sfugge a tratti lo stesso bastardo di faulconbridge, antesignano dell`immagine dell`eroe trionfante, enrico v, sorta di metafora della "virtus" della nazione inglese.


inghilterra, 1939. l`ultimo sovrano per diritto divino, riccardo ii, viene deposto e assassinato. intorno alla figura dell`ultimo discendente di riccardo cuor di leone e guglielmo il conquistatore si crea ben presto un alone di mistero: shakespeare si propone di rappresentare quell`atmosfera, cercando per essa un`adeguata giustificazione psicologica e una solenne espressione poetica. la leggenda di re riccardo viene narrata nel quinto dei "chronicle plays" shakespeariani, la cui composizione risale al 1595-1596. testo originale a fronte. introduzione di nemi d`agostino. prefazione, traduzione e note di andrea cozza.



