l`azione si svolge a lisbona a meta` del xx secolo, in un palazzo di un quartiere popolare non meglio identificato dove vivono sei famiglie. su questa scena si animano personaggi minati da tristezza e rimpianto le cui esistenze paiono ravvivarsi solo per l`improvvisa eco di un concerto di musica classica trasmesso alla radio o per l`instancabile elaborazione delle strategie, fatte di piccole ipocrisie e compromessi, con cui si tenta di fugare la minaccia dell`indigenza o di realizzare le aspirazioni conformiste della piccola borghesia. un universo di mantenute, mogli tradite e dolenti, uomini sconfitti dalla vita che hanno rinunciato al futuro a cui fanno da contrappunto gli inserti del diario di una giovane sognatrice, vittima di una vicenda dalla morbosita` inaspettata, o ancora le pagine di grande letteratura disseminate in forma di citazioni, ma soprattutto, gli ideali del protagonista abel, giovane intellettuale libertario, figura paradigmatica di un determinato universo politico, specie considerando il contesto in cui il romanzo fu scritto, ovvero il portogallo salazarista, paese isolato, retrivo e misero dominato da una dittatura fascista. palesemente debitore della tradizione del grande romanzo russo da un lato e della coeva generazione dei neorealisti portoghesi dall`altro, "lucernario" mostra evidenti le qualita` destinate a caratterizzare il corpus del saramago piu` noto: profondo scavo psicologico dei personaggi, grande respiro narrativo, capacita` di catturare l`attenzione del lettore.
la produzione teatrale di jose` saramago e` animata dallo stesso intreccio di poesia, lucidita` e potenza che ha reso inconfondibile il suo profilo di narratore. il gioco continuo di due piani temporali, quello della storia e quello dell`invenzione, crea un`infrastruttura che permette ai personaggi di spaziare agilmente di secolo in secolo, di paese in paese. e tanti e diversi sono gli ambienti storici che saramago esplora con queste quattro pie`ces. "la notte" segue una redazione di giornale messa in subbuglio, nel portogallo del 1974, da quella rivoluzione dei garofani che fu centrale nella vita stessa dell`autore. "cosa ne faro` di questo libro?" ci fa fare un salto all`indietro di quattro secoli per ritrovarci nel portogallo del cinquecento e seguire le peripezie di luis vaz de cam?es, il piu` grande poeta lusitano, nel tentativo di dare alle stampe il suo capolavoro i lusiadi. "la seconda vita di francesco d`assisi" fa tornare il grande santo fra i vivi (e nel mondo contemporaneo) per mostrarcelo alle prese con grosse incomprensioni con lo stesso ordine da lui fondato. "in nomine dei" vede ancora la religione come protagonista ma si sposta nella munster del xvi secolo, dove protestanti e cattolici lavano nel sangue degli auto da fe` le loro divergenze dottrinali.
la voce narrante e` un pittore che conosciamo solo per la sua iniziale, h. (cosi` come l`antagonista, s., e la donna amata, m.), privo di qualsiasi talento, un ritrattista ufficiale che entra in crisi comprendendo finalmente che la sua non e` affatto "arte" ma una forma di schiavitu` al potere. da quel momento sara` la scrittura - e quindi la calligrafia - a dover trasmettere quanto fino ad allora passava attraverso la pittura. nella migrazione da una forma d`arte all`altra, dalla pittura alla calligrafia, dalle immagini alla rappresentazione verbale, si snoda la storia della crisi di un uomo e di un paese, un percorso che simbolicamente si conclude il giorno della definitiva caduta del regime fascista portoghese. un`autobiografia, un romanzo di formazione sospeso fra portogallo e l`amatissima italia, un percorso di rinascita di un uomo, di un artista e di una nazione.
i quaderni di lanzarote sono una specie di diario che saramago inizio` a scrivere quando si trasferi` nell`isola delle canarie nel 1993, in seguito alla censura posta dal governo portoghese al suo vangelo secondo gesu` cristo. come dice lo stesso saramago, tutto inizio` cosi`: "a gennaio la casa non era ancora finita e i miei cognati javier e maria, con la partecipazione simbolica di luis e juan jose`, mi portarono da arrecife un quaderno di carta riciclata. pensavano che avrei dovuto scriverci le mie giornate a lanzarote; un`idea che del resto gia` mi ronzava in testa". poiche` molti pensano che scrivere un diario (e pubblicarlo) sia "un esercizio di freddo narcisismo", saramago rassicura tutti dicendo che "il narciso che oggi si contempla nell`acqua l`indomani distrugge con la propria mano l`immagine che contempla". questo volume raccoglie una scelta di testi provenienti dalle oltre mille pagine dei cinque quaderni che a tutt`oggi sono stati pubblicati in portogallo.
alla scrittura narrativa e poetica che l`ha reso famoso saramago ha affiancato quella drammatica, che svolge gli stessi temi che ispirano il resto della sua produzione: la compresenza di tempo storico e tempo dell`invenzione nel proporre forti metafore critiche sulla societa` contemporanea. il volume raccoglie quattro testi. "la notte" (1979), di forte sapore autobiografico, racconta le ripercussioni della rivoluzione dei garofani sui redattori di un quotidiano di lisbona. "che faro` di questo libro?" (1980) mette in scena luis de camoes, il vate lusitano per eccellenza. in "la seconda vita di francesco d`assisi" (1987) si immagina che il poverello torni sulla terra. "in nomine dei" (1993) ripropone una pagina della lotta tra cattolici e protestanti.
"di questo mondo e degli altri" (feltrinelli 2013) raccoglieva una parte delle cronache scritte da jose` saramago tra il 1968 e il 1969 per i giornali di lisbona "a capital" e "jornal do fund?o". le cronache sono, come e` noto, il primo regolare esercizio della prosa del futuro nobel: vi si puo` scorgere, in filigrana, allo stato embrionale, quell`immenso tessuto finzionale dei romanzi, in cui la meravigliosa potenza dell`invenzione permette allo scrittore di sviluppare il disegno ardito di storie che comunicano una nuova visione dell`infinita ricchezza e pluralita` dell`uomo e del mondo. e in tale prospettiva che vanno lette quelle lontane cronache, in cui, come afferma lo stesso saramago, "c`e` gia` tutto". valeva dunque la pena di continuare, con l`integrazione di quelle "storie" non contemplate nella precedente raccolta, quella straordinaria avventura, quel singolare viaggio, fino al termine, attraverso il mondo dei ricordi, che l`autore ha fissato sulla carta, "perche` non si perda nulla di quei minuti d`oro, ore che risplendono come soli nel cielo tumultuoso e immenso che e` la memoria. cose che sono anche, con il resto, la mia vita".
oltre a essere uno dei piu` importanti scrittori del nostro tempo, jose` saramago e` stato un acuto osservatore della realta`. iscrittosi clandestinamente al partito comunista nel 1969, durante la dittatura di salazar, non ha mai abbandonato l`impegno politico, considerando la propria condizione di scrittore inscindibile dalla coscienza di cittadino. e noto anche per le sue posizioni marcatamente anticlericali, che lo hanno posto al centro di aspre polemiche in patria tanto da indurlo a trasferirsi alle canarie. sempre attento alle novita` e interessato al confronto e al dialogo con il suo pubblico, non si e` fatto cogliere impreparato dall`avvento del digitale e a quasi novant`anni ha aperto un blog, su cui scriveva di tutto: dalle riflessioni sul futuro del pianeta ai propositi per il nuovo millennio, da temi "globali" come la questione degli indios al panico da pandemia per la cosiddetta influenza "suina", dal razzismo nella francia di sarkozy alla tragedia dell`aquila, dai centri commerciali quali nuove cattedrali del consumismo al laicismo come unica arma nei confronti delle ingerenze della chiesa cattolica nel nostro vivere quotidiano. tratta di cio` che lo indigna, ma anche di cio` che ama e rispetta. non puo` mancare poi berlusconi, una questione che viene affrontata come una vera deriva sociale e politica del nostro paese. questo e` l`ultimo quaderno che saramago ha scritto prima di morire e di lasciare un vuoto incolmabile nel panorama culturale mondiale.
e se gli oggetti sfuggissero alla loro natura di muti testimoni, per diventare diversamente protagonisti, soggetti dotati di un proprio pensiero e proprie capacita` decisionali? nell`immaginario surreale di jose` saramago puo` succedere. gli effetti di questo spostamento onirico sono straordinari. gli oggetti assumono una personalita` e un`inedita moralita`, ribellandosi ai loro proprietari e guidandoli in comportamenti bizzarri e autolesionistici. nei racconti di questo libro, raccolti nel 1978, l`epidemia di indipendenza delle cose si diffonde e si radicalizza. in "sedia" la protagonista e` una sedia occupata da un uomo che al rallentatore viene indotto a cadere (metafora neppure troppo velata della fine del dittatore portoghese salazar, morto in seguito a una rovinosa caduta da una sedia). in "embargo" invece, un racconto ambientato ai tempi del blocco petrolifero sancito dai paesi arabi, l`auto utilizzata da un comune impiegato per andare a lavorare diventa protagonista. non solo essa si ribella, decidendo fermamente di bloccare il conducente con le cinture di sicurezza, ma porta l`uomo alla morte, in una struggente scena finale di fronte all`oceano. completano il libro altri quattro racconti.
"le storie per l`infanzia devono essere scritte con parole molto semplici, perche` i bambini sono ancora piccoli, e quindi conoscono poche parole e non amano usare quelle complicate. magari sapessi scrivere storie cosi`, ma non sono mai stato capace di imparare, e mi dispiace. e poi, bisogna saper scegliere le parole, occorre un certo non so che` per raccontare, una maniera molto diretta e molto chiara, una pazienza infinita. e a me manca quanto meno la pazienza, cosa di cui chiedo scusa. se avessi tutte queste qualita`, potrei raccontare, nei particolari, una storia bellissima che un giorno ho inventato..." (jose` saramago) eta` di lettura: da 5 anni.
"la memoria dell`esule". cosi luciana stegagno picchio definiva i cinque volumi dei "cadernos de lanzarote" in un suo saggio sullo scrittore portoghese. nel 1993, infatti, il futuro premio nobel per la letteratura, in seguito alle polemiche suscitate in patria dal suo "vangelo secondo gesu` cristo", si era trasferito alle canarie, nell`isola di lanzarote. e per cinque anni, 1993-1997, scrive una sorta di diario "pubblico" in cui racconta di se`, del suo amore per la moglie pilar, di libri degli altri, di persone che incontra, di viaggi - l`italia, la cina, la spagna, naturalmente il portogallo -, dei suoi adorati cani, di scrittura e di scrittori, di politica, filosofia, religione, di illuminazioni, di sensazioni... un diario sincero che e` anche un viaggio tra i suoi libri - scritti e da scrivere - e delle casualita` che li hanno ispirati. come pure un viaggio dentro se stesso, perche` "tutto e` autobiografia", perche` la vita che raccontiamo sta "in tutto cio` che facciamo", e non solo nelle parole, ma anche nei gesti.
siamo a meta` del xvi secolo, e nell`europa tramortita dai venti della protesta luterana fa la sua comparsa l`elefante salomone, giunto dall`india a stupire le folle ma che adesso, a lisbona, non fa che "mangiare e dormire". sembra una presenza inutile, quand`ecco che joa`o iii, sovrano del portogallo e dell`algarve, e sua moglie caterina d`austria decidono di inviarlo in dono all`arciduca massimiliano, proprio ora che si trova a valladolid in quanto reggente di spagna. il regalo viene accettato, e cosi` si procede a organizzare la carovana che dovra` accompagnare il portentoso quadrupede e il suo cornac subhro prima da lisbona al confine con la spagna, e poi da valladolid fino a vienna, passando per genova, verona, padova e innsbruck. il romanzo e` quindi il racconto di questo viaggio, di questa variopinta comitiva di ufficiali, soldati, servitori, preti, cavalli e buoi che, in mezzo a molte difficolta` e tra ali di gente entusiasta, ha il compito di scortare il prezioso dono fino a vienna, dove l`elefante sara` artefice di un "miracolo" squisitamente umano. un libro corale, ironico e delicato, che coinvolge il lettore in prima persona, gettandolo, attraverso la forza visionaria della scrittura, nei meandri della storia in cui tutti siamo immersi.
il gesu` cristo di saramago, da alcuni cristiani ortodossi ritenuto blasfemo, e` un carattere fortemente spirituale, ma in tutto e per tutto umano, che incarna i dubbi e le sofferenze propri della condizione universale di uomo. il figlio di dio, dalla nascita a betlemme alla morte sul golgota, affronta le medesime esperienze descritte nel vangelo, qui pero` narrate secondo una prospettiva terrena, con spirito critico e senso logico. in questa storia non c`e` fede nei miracoli, bensi` coscienza di trovarsi in bali`a della volonta` di potenza di un dio padre distante e indifferente al dolore che provoca. la serie di disgrazie, stragi e morti che costellano l`esistenza di gesu`, fino al non cercato e non accettato compimento del destino di vittima sacrificale, diventa cosi` un`occasione per riflettere sulla contrapposizione tra bene e male, sulla problematicita` di fare il giusto tramite l`ingiusto, sull`imperscrutabilita` del senso della vita umana e sulla sconcertante ambiguita` della natura divina.
in questo testo saramago parla della sua opera, della creazione letteraria e del suo rapporto con la storia e la vita degli uomini, soprattutto dei piu` deboli. la sua e` una visione di parte, deliberatamente di parte, rispetto a chi soffre, a chi e` oppresso, a chi e` umiliato nell`ingiustizia e nel potere. su un brano dice "la storia non e` stata mai scritta dai vinti", e poi "nessuna vittoria e nessuna sconfitta sono cosi` vive". si puo` sempre ripartire dopo una sconfitta anche quando tutto sembra perduto e immutabile. da questi testi esce un saramago per certi versi sconosciuto, diretto, tagliente, politico. pagine di grande bellezza ed efficacia di uno scrittore che e` anche un uomo del tempo, che decide la parte con cui stare. cosi` parla contro la guerra in iraq, di cuba e delle sue contraddizioni, della lotta del popolo di palestina, dell`impero che minaccia di sottomettere il mondo.
"manuale di pittura e calligrafia" e` il romanzo di una crisi, della presa di coscienza di un artista che si definisce solo con l`iniziale h. e si conclude nello stesso giorno in cui crolla il regime fascista portoghese, il 25 aprile 1974. h. narra di se`, pittore mediocre che vivacchia grazie ai ritratti di gente altolocata, e della sua ribellione alla finzione del mondo. mentre lavora al ritratto di s., amministratore delegato della spqr, decide di dipingere un secondo quadro che sveli il vero volto del vacuo s. fallito questo tentativo, decidera` di scrivere un diario stravolgendo la propria vita perche` l`arte esige sincerita`.
la raccolta comprende tutta l`opera in versi dello scrittore portoghese vincitore del premio nobel. due sono i libri di poesie della sua ampia produzione: "le poesie possibili" e "probabilmente allegria". jose` saramago e` un poeta aspro e epigrammatico, quasi rabbioso e sicuramente disincantato. eppure, qua` e la` l`irrompere dei temi umani dell`amore ammorbidisce la durezza degli endecasillabi. come le rose che spesso ritornano e legano la sua poesia alla tradizione greca e a quella oraziana, che saramago dice di aver scoperto in anni giovanili nell`opera di un poeta di nome ricardo reis.