


il libro di shelley si rifa` al "prometeo incatenato" di eschilo prendendone pero` le distanze. infatti per shelley e` impossibile far riconciliare il prometeo difensore dell`umanita` con l`oppressore, giove, come invece accade nel dramma eschileo. il suo prometeo e` simile a satana quanto a coraggio, maesta` e ferma opposizione alla forza onnipotente, ma "e` un carattere piu` poetico" poiche` esente da ambizione, invidia, vendetta e desiderio di affermazione personale fino a incarnare la piu` alta perfezione orale e intellettuale. pavese si dedico` alla traduzione e allo studio di shelley fin dai tempi del liceo. la sua versione in prosa del "prometeo" e` una testimonianza del suo apprendistato di traduttore e scrittore.


il libro e` costituito da due racconti lunghi. il primo e` ambientato durante i giorni della guerra del golfo e ha per protagonista un personaggio strano e anche un po` disturbato che si chiude in casa ipnotizzato dalla televisione, a guardare la guerra come un mondiale di calcio. abolito a poco a poco il mondo esterno, il suo disagio si trasforma in abulia, incapacita` di muovere e coordinare le parti del corpo, assoluta perdita di volonta`. il secondo racconto e` incentrato sulle vicende di un fattorino di bari nei giorni in cui i profughi albanesi si sono riversati sulle coste della puglia. in treno per trasportare un plico, viene scambiato dal controllore per un albanese. li` inizia la sua angoscia, l`ossessione di dimostrare a tutti i costi la sua "superiorita`".


ideato, scritto e illustrato da un professore di educazione artistica in stretta collaborazione con i suoi allievi, il volume propone un percorso alla riscoperta della didattica come fonte di creativita`, oltre che di apprendimento. non c`e` limite alla fantasia: partendo da pochi oggetti di base (il foglio bianco, il colore bianco, gli altri colori, la matita) ci si immerge man mano in assonanze, giochi di parole, citazioni con cui dialogare. il gioco diventa lo strumento principale con cui gli allievi diventano soggetti attivi nell`elaborazione. l`introduzione e` di ersilia zamponi.



raskolnikov e arianna si incontrano per caso su un treno. lui e` un geniale pianista e musicologo con una concezione estetizzante dell`arte e della vita; lei una intellettuale romantica che ha una concezione morale di entrambe, ed e` affascinata-ossessionata dai libri di primo levi. raskolnikov ha i tratti del dandy: si esibisce con parsimonia al pianoforte, preferibilmente in antiche ville affrescate dai suoi pittori preferiti. la coscienza del proprio valore di interprete lo rende ironicamente distaccato. nella vita pratica si perde un po` e spesso viene salvato dalla concreta arianna. il sogno di arianna e` realizzare un grande spettacolo su primo levi, in cui le musiche di mozart siano suonate da raskolnikov...
















































la malattia e la morte della madre. questo e` cio` che registra la scrittrice, in un diario che copre un mese di realta` ospedaliera. con l`avanzare del male, il mondo esterno perde sempre piu` consistenza, fino a scomparire. rimane solo la camera d`ospedale in cui tre donne, la madre e le figlie, continuano a combattere una guerra che e` impossibile vincere. in questo microcosmo che attende l`imminente catastrofe, simon de beauvoir descrive anche altri personaggi: medici, preoccupati di sperimentare sulla paziente la loro scienza; infermiere, impassibili nella sicurezza dei loro gesti professionali e le ombre della vita gia` trascorsa, delle occasioni perdute, di una borghese vicenda matrimoniale vissuta dalla madre come una grande avventura.

in questo romanzo l`autrice prosegue le avventure del capitano di polizia florindo flores, ormai felicemente in pensione. ma il suo riposo dura poco, perche` viene subito richiamato per collaborare alle indagini su una serie di insoluti delitti avvenuti in sardegna. cosi` il capitano, con il suo consueto spirito indagatore e metodico, e con la curiosita` che lo contraddistingue, si mettera` sulle tracce dell`assassino, penetrando a poco a poco in un caso che piu` sembra intricarsi e piu` lo appassiona e sollecita le doti della sua intelligenza deduttiva. e infatti scopre che...

"il prete giusto" e` la storia di un uomo libero, don raimondo viale (1907-1984), costretto a una sfida impari e solitaria con gli eventi piu` aspri del novecento. abbandonato dalla chiesa e malato, ha affidato a nuto revelli la memoria della sua vita. sullo sfondo della campagna povera del cuneese si snodano gli anni duri dell`infanzia, della prima guerra mondiale, le prime ribellioni in seminario, l`impegno nella parrocchia di borgo san dalmazzo fino allo scontro con i fascisti, le prediche coraggiose contro la guerra, l`imbarazzo della chiesa, il confino. poi, in un crescendo, i grandi drammi collettivi: l`8 settembre, le stragi naziste e fasciste, la persecuzione degli ebrei, fino alla sospensione "a divinis".




















