si tratta di microstorie, ciascuna delle quali e` all`origine di un modo di dire, di una "frase celebre" facente parte di una vera e propria mitologia familiare e cittadina, risalente agli anni dell`infanzia dell`autore, quando porto empedocle si chiamava ancora molo di girgenti. "non posso in coscienza affermare che le cose qui scritte appartengano esclusivamente alla mia fantasia... quasi tutte mi vennero raccontate da coloro che sono i veri autori di queste pagine, cioe` i membri della mia famiglia, paterni e materni."
"il commissario invece era di catania, di nome faceva salvo montalbano, e quando voleva capire una cosa, la capiva. " quarta inchiesta per salvo montalbano, `il maigret siciliano` di stanza a viga`ta, "il centro piu` inventato della sicilia piu` tipica". questa volta montalbano deve trovare il colpevole dell`omicidio di una bella signora vigatese, assassinata nella sua villa. ma i problemi di vita privata non sono meno spinosi per il commissario: c`e` la questione del figlio adottivo e quella dell`eterna fidanzata livia, che punta decisa al matrimonio...
da manhattan alla city, nel vortice delle societa` di consulenza aziendale, della finanza di rapina, degli affari facili e quasi sempre sporchi, l`americanissimo scott marshall perde il controllo della propria vita, ingannato da un mondo in cui ha appreso a praticare con entusiasmo il gioco dell`inganno. anche il padre ha perso il controllo della propria vita, seppure nel lento fluire del tempo e della noia familiare dalla quale e` fuggito. seguendo le speculazioni di un presidente di una modesta squadra di calcio, marshall comprende che e` ora di tornare in america e che ad aiutarlo c`e` solo il padre venuto da li` per chiedergli aiuto: due vite alla deriva che si ricongiungono per necessita`, ma anche per un affetto antico e mai dimostrato.
con questo libro l`autore prosegue quel filone di narrativa poliziesca inaugurata da borges e bioy casares. tuttavia "variazioni in rosso" si inserisce non tanto sulla linea delle indagini metafisiche alla borges, quanto su quella dei classici del racconto inglese e francese. il risultato e` una serie di tre indagini immerse nella quotidianita` ma rielaborate delle situazioni canoniche del giallo: la camera chiusa in cui l`assassino e` comunque riuscito a penetrare, l`omicidio consumato a distanza e il lacunoso impiego del tempo da parte dei sospettati. e, sempre in omaggio agli archetipi del genere poliziesco, le pagine di walsh sono affollate di piantine come di orari ferroviari, che ne denotano la discendenza dai maestri del giallo.
il romanzo racconta la vita di friedrich von hardenberg (1772-1801), prima che fosse conosciuto sotto il nome di novalis. il materiale e` ricavato da lettere da lui inviate e ricevute, da diari, documenti ufficiali e privati, pubblicati in cinque volumi fra il 1960 e il 1988.
un paese della sicilia, trent`anni fa. vito e` un solitario, soprannominato "ombra", anche se la sua vita ombre non ne ha. una sera subisce un attentato. un errore di persona? secondo il maresciallo e` un avvertimento, ma vito non capisce. cosa si vuole da lui? perche` e` minacciato? lo capira` tardi, e l`amara verita` gli dara` il coraggio che non pensava di possedere. primo romanzo di camilleri il cui titolo prende spunto da una frase di merleau-ponty, "il corso delle cose e` sinuoso", frase che si adatta a una certa realta` siciliana, una realta` che sembra sfuggire dalle mani dell`osservatore, intessuta di moventi umani elementari ma oscuri, di gesti cerimoniali che alludono a una seconda natura, a un`ipotesi dell`uomo non misurabile con i parametri della logica.
a seguito di frequentazioni politicamente compromettenti, un disinvolto giovanotto e` costretto a fuggire da citta` del messico e a separarsi per qualche tempo dalla sua compagna, pure lei implicata nelle stesse vicende. e` l`inizio di un viaggio che, subito discostandosi da atmosfere metropolitane, si inoltra fra stagnanti terre di provincia, ma sempre con l`obiettivo di raggiungere una paradisiaca spiaggia della mezzaluna, dove le palme si levano costeggiando il mare e la sabbia e` bianca quanto fine. tuttavia, invece di approdare su rive di sogno, il nostro eroe si ritrovera` costretto a indugiare nella dimora di un vecchio e ricco zio colto da paralisi, attorniato da parenti in attesa della sua morte.
la chiave dell`arte dello scrivere, sosteneva hardy anticipando di piu` di mezzo secolo quello che dira` borges a difesa della narrativa d`intreccio, sta nella capacita` di mescolare in giuste dosi il banale quotidiano e lo straordinario. l`avventura grandiosa di un essere umano qualunque, o la giornata qualunque di un grande personaggio: questo e` il racconto. e il dosaggio e` cosi` riuscito in questi racconti del 1894, da incoraggiare a sottoscrivere il giudizio che nel 1949 ne dava annie messina: e` impossibile annoiarsi leggendoli. sono parabole rapide e disastrose di destini comuni, che il caso invece seduce e poi atterra: ironicamente, appunto. hardy le segue nel loro tragitto con uno sguardo di sconsolata pieta`, di romantica malinconia.
senza aristotele niente sherlock holmes. e questa, verosimilmente, l`idea alla base di questo giallo investigativo. il metodo del tipo di detective alla sherlock holmes non sarebbe stato possibile se non applicando il metodo dimostrativo della logica aristotelica al crimine. stefanos, un simpatico giovanotto dell`atene del iv secolo, dunque, guidato dallo stagirita che non si muove di casa come nero wolfe, indaga sull`assassinio di un ricco oligarca, di cui e` accusato ingiustamente il cugino, esule per un precedente errore. al primo omicidio, ne segue un secondo, e tra colpi di scena, travestimenti, testimonianze reperite avventurosamente, aristotele alla fine scioglie l`enigma e consente al giovane di smascherare il vero assassino.
il signor sleuth e` magro, alto, indossa il mantello e porta uno strano cappello a cilindro. e per giunta ogni volta che esce dalla camera presa in affitto dai coniugi bunting, il vendicatore affonda i suoi colpi mortali in una londra dall`aria nebbiosa e piovigginosa. ce ne sarebbe abbastanza per trasformare quel signore allampanato in uno dei tanti jack lo squartatore di cui la letteratura e` zeppa. ma i dubbi dell`ex maggiordomo robert bunting, della moglie ellen, della figlia di lui e del suo fidanzato su quel "pensionante", che paga in anticipo garantendo la sopravvivenza della famiglia, possono anche non diventare certezza.
"anni sono trascorsi dopo di allora e continuiamo ancora a vivere qui nella casa di calle arenales, continuiamo ancora a conservare la collezione di anticaglie e una santa nella segreta cella. ma qualcosa non ando` come l`avevamo architettata". "assassini dei giorni di festa" (che significa, per ragioni che si scopriranno, non coloro i quali uccidono nei giorni di festa, ma che uccidono i giorni di festa) e` una storia grottesca, ironica, nera opaca, con punte di vera necrofilia, e che si muove in un crescendo di tutti i suoi toni.
"la schiena curva sul remo, ascoltavo le onde contro la prua ed il vento che spesso mutava, ora libeccio ora maestrale e qualche volta grecale, dalla grecia, dalla cara grecia, sempre lasciata con inutili pianti, perche` i marinai non sentivano ragione ed un po` di olio ed un po` di farina e naturalmente un po` di schiave, dovevano pur imbarcarle. per me era il secondo viaggio, con le altre e con gli altri che sul mare di giorno erano tutti legati ad una sorte e di sera, invece, alle prime stelle, scendendo a riva per la notte, chi comandava, chi obbediva e chi faceva servizi per tutti..."
una storia d`amore ambientata in un college immaginario di cambridge agli inizi del secolo scorso. piu` che l`amore tra fred e daisy, il romanzo raffigura lo stringersi del destino amoroso intorno ai due personaggi. un destino che quasi visivamente scende in una spirale sempre piu` chiusa e coinvolge luoghi e personaggi numerosi e lontani, tanto da far pensare che sia esso, il destino, il vero protagonista.
come nasce un libro; come si forgia un linguaggio che sembra cosi` personale da non essere comunicativo ma che si rivela un mezzo di coinvolgimento irresistibile; come persuadere il lettore a guardare il mondo con gli occhi di un personaggio. questo libro e` un`inchiesta in forma di dialogo su un caso letterario straordinario come quello di andrea camilleri. l`intervista che parte dall`analisi del segreto di un successo si articola e si dirama via via nell`universo creativo di camilleri, senza trascurare aneddoti e ricordi personali.
pubblicato per la prima volta nel dicembre 1900 dalla rivista viennese "die zeit", fu composto da schnitzler quando era nel pieno della sua maturita` artistica. al centro il grande motivo della coppia di fratelli. in geromino il motivo del sospetto che offusca il vincolo fraterno e` trattato nella formula di una parabola fortemente simbolica. protagonisti una coppia di mendicanti italiani. l`azione si svolge presso il passo dello stelvio, luogo simbolico: "un luogo che non invitata a una sosta prolungata".
uno strano destino - ma non insolito in un paese di poca memoria come sciascia diceva essere il nostro - coinvolge la fortuna letteraria di gian carlo fusco. scrittore apprezzato dai molti che l`abbiano letto, giornalista di memorabili cronache, non compare nelle enciclopedie e nelle storie della letteratura. eppure, tre dei suoi libri almeno, "duri a marsiglia", "guerra d`albania", e questo "le rose del ventennio" (pubblicato per la prima volta alla fine degli anni cinquanta), sono di quelli dotati del potere di incidere, con l`efficacia del proverbiale, ricordi deliziosi e deliziati, che la vita quotidiana risuscita di continuo nonostante il passare del tempo e per quanti cambiamenti trascorrano negli ambienti e nella storia.
turi vasile e` lo scrittore del distacco. il suo raccontare muove sempre da uno strappo avvenuto o al quale si anela. come se dietro ad ogni episodio fosse sempre a portata di mano la valigia di fibra dei siciliani inquieti che il novecento conobbe sempre pronti a partire e a separarsi da ogni presenza, tranne quella dei fantasmi benevoli di ieri.
alberto vigevani e` stato un poeta, un romanziere e un bibliofilo. e queste tre determinazioni si incontrano e si mescolano in questo libro. vigevani narra, in un unico lungo racconto, diviso per quadri, la sua avventurosa vita di cacciatore di libri rari. e sono immagini di fresco e divertito umorismo, movimentate dalla tensione dell`attesa, dal gusto della conquista, di grande tenerezza per i suoi anni, i suoi incontri, i suoi mari del sud e le sue giungle di carta e di inchiostro.
nel cuore di una canzone del sedicesimo secolo c`e` la storia fosca e triste che questo libro racconta. quattro omicidi, di una povera famiglia di pastori, tra cui una fanciulla, floretta. ne e` accusato colombano romean, un maestro minatore provenzale sfidato a realizzare da solo l`opera immane del traforo della thullie che ancora si ammira in val di susa. guidato dalle strofe e dagli archivi, perissinotto svolge un`inchiesta e plasma questo racconto giallo, che contiene un complotto di brutale prepotenza e una falsa accusa.
le voci umane sono quelle degli studi della bbc durante il periodo piu` difficile della seconda guerra mondiale, quando l`inghilterra dovette reggere l`urto tremendo dei bombardamenti quotidiani e ininterrotti. come reagivano le persone nella broadcasting house, come rispondevano le strutture, come resisteva all`emergenza la burocrazia, e` il contenuto manifesto del racconto.
petra delicado, ispettrice della polizia di barcellona, e il suo vice garzon, non sono il tipo dell`investigatore speculativo, l`errore e l`abbaglio li mettono sulla pista giusta molto di piu` che non la deduzione. nel caso di "giorno da cani" indagano, senza molta fortuna all`inizio, sull`omicidio di un poveraccio che traffica in cani, aiutati dall`ultimo fedele amico dell`uomo, il meticcio spavento. ma a quell`omicidio ne segue un altro e un altro ancora, e nella corrente principale degli eventi affluiscono, intersecandosi, sordidi commerci e storie passionali nel mondo dei cani.
protagonista di questo giallo e` lucia, fragile e tenera personalita`, morbosamente attaccata ai suoi due affetti: una giovane madre, marta, e la figlia. nel parco, al fondo della ripida discesa di un sentiero, lucia si imbatte nel cadavere di un ragazzo. e` un tossicodipendente. non pare essere, per le ferite e per altri indizi, una vittima del "giro", ma di qualcuno dei frequentatori del parco con i quali la timida lucia quotidianamente passeggia. e della stessa mano sono gli omicidi, che seguono per mascherare il primo o per occultare una piu` lontana verita`. lucia finisce col seguire la sua pista e scoprire il colpevole. lucia e` un setter inglese, e cani sono, con i loro padroni, i personaggi di questo poliziesco cinofilo.
un brivido metropolitano che a noi italiani potrebbe far pensare a quei racconti che scriveva dino buzzati sugli incubi delle citta` del boom degli anni sessanta. e infatti e` di quegli anni, e alle svolte di allora sembra allegoricamente connesso, questo racconto di uno dei maggiori scrittori brasiliani del secolo. una serie di morti indecifrabili colpisce, come una epidemia metafisica, gli inquilini di un grattacielo appena costruito sul lungofiume di una grande citta` brasiliana. pero` l`atmosfera magica e inquietante, in conclusione di questa cronaca del terrore, lascia il posto a una realissima cospirazione abietta e a una vendetta micidiale e beffarda.
la famiglia thompson vive in una fattoria e si dedica alla produzione di latte e burro. un giorno si presenta per chiedere lavoro olaf helton. viene accolto volentieri: il lavoro e` pesante e ci voleva proprio una mano in aiuto. tutto sembra procedere per il meglio: gli affari vanno bene e la situazione economica dei thompson migliora. ma olaf ha un passato misterioso e oscuro, che all`improvviso torna alla luce. ne scaturisce un omicidio, ma il processo che ne segue non portera` ne` pace ne` giustizia.
"di lui mi rimane solamente la penna. l`ho presa un giorno da una borsa in cui mia madre la conservava insieme ad altri ricordi di mio padre. una penna come non se ne fanno piu`, e che bisognava caricare con l`inchiostro. l`ho usata per tutti gli anni della scuola; mi ha `mollato` prima che io potessi decidermi ad abbandonarla. ce l`ho ancora, tenuta insieme con il nastro adesivo: mi sta davanti agli occhi sul tavolo dove lavoro e mi costringe a scrivere, scrivere. i miei tanti libri sono stati forse delle vie traverse obbligatorie per arrivare a raccontare `questo`".
"il gregge era stato accompagnato nel recinto, le fascine di legna ammucchiate con ordine sotto la tettoia di lamiera, al di qua della porta la casa profumava gia` da un pezzo di brodo di legumi. era una casa di pastori, sopra l`altipiano dell`elicona, i cui antichi abitatori avevano adorato divinita` boschive e le sacre acque delle sue sorgenti. un leggero libeccio trasportava fin lassu`, e si incuneava nelle povere stanze, l`eco della piccola cascata dove il torrente si precipitava veloce verso la marina d`oliveri."
una cronaca degli anni sessanta a roma raccontata da paola pitagora; una fetta di vita italiana di quarant`anni fa, in particolare del mondo dello spettacolo. scritto in forma di diario, il libro, in cui si intrecciano pubblico e privato, si rivela un documento della storia recente del nostro paese.
george robinson, un giovane quacchero, nel 1658 si reco` in missione a gerusalemme, entrando in contatto con i francescani della terra santa. di ritorno a londra scrisse una relazione sulle sue stravaganti avventure: i patimenti durante il viaggio, gli interrogatori da parte delle autorita` turche, gli incontri con inquietanti personaggi. villani durante le sue ricerche ha rinvenuto documenti inediti e svela uno dei misteri di cui e` intrisa la vicenda: chi era l`intrigante interlocutore del quacchero? un vero cadi` o un servo del convento mascherato da turco?
in una sicilia rassegnata da secoli di silenzio, la storia di una donna che in seguito ad un trauma ha perduto ogni inibizione di fronte alla verita` e comincia a parlare. dice la verita` su tutto agata e l`effetto delle sue parole e` devastante. isolata da tutti vede aumentare la distanza tra se` e gli altri: perde il posto di lavoro, che scopre di aver ottenuto grazie alla raccomandazione di uno zio; gli affari del marito vanno male; duemila piante di limone del padre vengono selvaggiamente distrutte.
dieci racconti gialli in cui il protagonista e` sempre un animale. dal "delitto della rue morgue" di poe al "vitello parlante" di pentecost, da "l`oracolo del cane" di chesterton a "l`affare di struzzi" di wells. cani, gatti, uccelli, ma anche mucche e serpenti, uno zoo che si tinge di giallo e le bestie che noi credevamo inconsapevoli si trasformano in feroci assassini.
arthur conan doyle scrisse una trentina di racconti del fantastico e dell`orrore nel corso di quaranta anni, nei quali traspare il suo grande interesse per il soprannaturale. in questo volume sono raccolti "il parassita" del 1894, "scherzare col fuoco" e "l`imbuto di cuoio", entrambi scritti nel 1900.
c`e` un omicidio nascosto nelle prime pagine di questo romanzo e c`e` un travagliato processo di svelamento della verita` sino alle ultime: non solo della verita` dei fatti, ma anche di una grossa parte di verita` sociale e umana. di questa fa parte l`istruttoria del processo giudiziario, funzionale all`intorbidimento piuttosto che al chiarimento del delitto. una lezione disincantata sul funzionamento della giustizia.
una biografia, fortemente fantastica, ma modellata sulla figura storica di un uomo d`onore. la vicenda di faro badalamenti, cosi` come lui la consegno` alla moglie di suo nipote che la racconta, si svolse in una delle zone che gli storici candidano ad essere territorio originario della mafia. da sempre braccato per via di un omicidio giovanile, faro vive alla macchia in montagna, guidato dalla saggezza primitiva che gli deriva dal patrimonio di regole pratiche del sapere ancestrale siciliano. vive in realta` un destino da patriarca cui lo consegna precocemente una faida familiare, un`esistenza avventurosa in cui si alternano sfide feroci e paci precarie, sotto il dominio angoscioso del tradimento violento che non risparmia neppure il letto nuziale.
il caso, un incontro occasionale con una cugina lontana, ha messo luisa adorno sulle tracce di uno "zio daniele" che fino a quel momento era stato una leggenda di famiglia. sul finire del secolo, appena laureato, era partito in bicicletta per l`inghilterra; era diventato funzionario di quell`immenso impero tardovittoriano, passando anni in estremo oriente, da dove era ritornato per chiudere la carriera da diplomatico e collezionista d`arte orientale. ma nello sforzo di ravvivare i contorni sbiaditi di quella figura, di conoscere eventi e moventi, soprattutto di rispondere alla domanda su un misterioso ed esotico amore di daniele, la scrittrice si imbatte in un diario che finisce col costituire il cuore del racconto.
"in un grande museo londinese arriva dalla garamanzia il fanciullo d`oro: sarcofago millenario di un re morto bambino. sir william lo porto` alla luce durante una spedizione archeologica. e mentre ai piani inferiori che ospitano la mostra fa da coro la massa di visitatori, ai piani segreti superiori, tra la biblioteca e i magazzini, si svolge un complesso intrigo. piu` morti, un suicidio, un falso clamorso, traffici clandestini di beni museali, affari di spionaggio internazionale sono gli eventi che caratterizzano questo racconto".
calli buie e semideserte, ponti e canali, portoncini oscuri, muri cadenti, le luci sotto le arcate dei ponti che si riflettono sull`acqua come bagliori di fiamme che si vanno spegnendo, i riflessi smorti nelle pietre dei palazzi, la cantilena delle sponde e poi ancora calli, campi e campielli, chiese, sagrati e scalinate: venezia e` lo scenario di questo monologo interiore. e la fine di un amore diventa solenne come la morte, in un`atmosfera di struggente decadenza.
"in qualunque citta` - ha scritto l`autrice di "dimenticati" - vi sono tracce del presente". e` in queste tracce labili di presente che vivono e si insinuano i molti protagonisti di questo romanzo, le cui esistenze sarebbero appunto labili indizi dentro la maesta` della storia, delle atmosfere senza tempo e delle secolari architetture a venezia, che resterebbero eterogenee ed eccentriche se non le attraesse tutte un centro dell`intreccio. c`e` un festival del cinema che chiama attori e registi e l`ordinario bestiario cinematografico, ma soprattutto, intorno a questo, e` un complotto falsario, che per cerchi concentrici sempre piu` stretti spinge sparse vicende a incontrarsi, a trovare il loro senso e proporre la loro giustificazione.
"gli alchimisti" racconta, su una base remotamente autobiografica, della educazione alla vita di una giovane studentessa americana a oxford negli anni sessanta. alchimisti sono tutti gli animali dello zoo umano che la circondano, perche` vogliono trasformare in oro la loro vita attraverso la cultura. e soprattutto abili ed ermetici come alchimisti sono i componenti del terzetto che stanno al centro dell`intreccio e costituiscono la controparte della limpida e ingenua protagonista anne. paul, tony e valeria imbrogliano il mondo intero, un po` per gioco e un poco per mestiere.
"leggo, nel vecchio libretto scolastico, le parole `le proble`me de l`union de l`ame et du corps`, scritte con calligrafia adolescenziale nella casella ove dovevo indicare l`argomento di filosofia prescelto per gli esami... quest`aria, questo vento, non mi sembrano piu`, come allora, il frutto di astruse speculazioni antiquate: li sento invece circolare in me e fuori di me. in questi anni hanno assunto sembiante musicale e so, ormai da tempo, quanto io provi sempre la commozione di chi misuri se stesso nel fluire del proprio pensiero a confronto col resto del mondo".
constance fenimore woolson (1840-1894) scrisse questi due racconti, che recano in filigrana tracce autobiografiche, durante il soggiorno italiano che si concluse forse con il suicidio la sua vita inqueita: in "via del giacinto" una pittrice e` costretta a rinunciare alla sua faticosa indipendenza esistenziale; in "miss grief" una scrittrice deve sacrificare la propria indipendenza creativa.
una mattina d`estate tuna, professore di istanbul, riceve la visita di due ufficiali che lo informano del suo richiamo alle armi, perche` e` scoppiata la guerra civile. tuna li segue incredulo ma e` molto piu` colpito da una notizia, a titoli cubitali sul quotidiano,: ada, la ragazza amata dall`infanzia, e` accusata di assassinio. la notizia e` cosi` tremenda che tuna inizia a dubitare di trovarsi letteralmente in un incubo. non lo aiutano gli incontri che sembrano racchiudere significati simbolici legati alla sua vita e a quella generale del suo popolo, ne` il viaggio dentro l`incerto presente della guerra. buket uzuner e` nata ad ankara nel 1955 e vive a istanbul.
"per secoli castelbuono e` stato il `paese della manna`. un luogo biblico. nelle notti estive il forestiero stupefaceva di fronte all`argento delle sue campagne. che erano quasi tutte di frassini e ornelli intaccati, dai quali fuoriusciva una specie preziosa di miele." iniziano cosi` i bozzetti firmati da francesco gambaro in "si guarda com`e` il sole".
atene nel iv secolo e` una citta` divisa e complessa inserita in un gioco politico di portata epocale. un intrigo politico e` dunque alla base di questa avventura di aristotele detective. aristotele, col suo aiutante stefanos, e` preso in una peripezia che lo porta da una parte all`altra del mediterraneo orientale, sulle tracce di una serie di misfatti e di una catena di delitti sanguinosi.
franco enna e` lo scrittore che forse ha provincializzato il giallo italiano. savinio e lo stesso calvino avevano dato una sentenza definitiva: il paesaggio domestico non e` adatto a fare da scenario a un poliziesco. cannarozzo, alias enna, senza osare ancora presentarsi con un nome cosi` poco in tono con le atmosfere del thriller, osava invece tra i primi, negli anni cinquanta, tuffare il delitto, il torbido e l`intrigo nelle nostre pigre e crepuscolari province, magari le piu` folcloristiche, come marsala e pantelleria. e creava un genere che alberto tedeschi battezzo` "giallo d`arte", intendendo con cio` quello che oggi chiameremmo giallo realistico.
sorella minore del poeta inglese william, dorothy wordsworth scrisse diversi diari, nessuno destinato alla pubblicazione, dai vari soggiorni e residenze condivisi con il fratello, dai viaggi e dalle gite. quelli qui proposti risalgono agli anni tra il 1800 e il 1803 e furono scritti da grasmere, nel lake district, dove i fratelli wordsworth si erano trasferiti nel 1799. vi si racconta, con precisione di particolari e una sobrieta` di stile fino all`essenziale, la vita quotidiana di una campagna inglese di primo ottocento.
e stato ucciso un bambino di nove anni. il piccolo corpo viene ritrovato nel fondo di un pozzo. un delitto atroce di cui e` accusato un ambulante senegalese, abdou thiam, che lavora nella spiaggia vicino la casa dei nonni dove il bambino e` solito giocare. inchiodano il senegalese indizi e testimonianze, ma soprattutto una foto e le dichiarazioni di un barista. un destino processuale segnato: privo di mezzi, lo attendono una frettolosa difesa d`ufficio e vent`anni con rito abbreviato. ma e` un destino che si scontra con quello di un avvocato in crisi che trova, nella lotta per salvare abdou in una spasimante difesa, un nuovo sapore alla vita.
per il commissario vittorio spotorno, il duplice omicidio della 127 azzurra e` un caso che lo costringe a riepilogare tutta la sua vita. uno dei due picciotti uccisi nella macchina e` il compagno di giochi rosario. questo lo riporta alla sua infanzia vissuta in quartieri dove il capriccio del caso avrebbe potuto torcere il filo della sua esistenza in modi impensati. ma l`indole del rosario che il commissario conosceva sembra stridere con la qualita` mafiosa dell`evento criminale.
elizabeth gaskell (1810-1865) scrittrice vittoriana di romanzi a sfondo sociale e umanitario ("mary barton", "nord e sud"), di ambiente di provincia ("cranford"), o sulla condizione femminile ("ruth"), scrisse anche una biografia di charlotte bronte e una grande quantita` di racconti per le riviste dirette da charles dickens; e ad essi appartiene il "castello di crowley", una short story ambigua e crudele dove un anziano custode che fa da guida nelle rovine di un castello normanno racconta a frammenti la storia della protagonista, come un racconto di formazione femminile intorno a una colpa segreta.
"field, hummel, moscheles, kalkbrenner: ecco i pianisti che nella prima meta` del secolo hanno avuto un ruolo di primo piano. io li ho conosciuti tutti personalmente. field fu il solo a seguire il suo personale cammino, gli altri, educati al pianismo di hummel, gia` oggi rappresentano la vecchia scuola. da questa vecchia scuola il destino mi ha proiettato in quella che e` diventata la nuova era del pianoforte: liszt e chopin".
il protagonista di questo nuovo romanzo di marcella cioni e` un palazzo, palazzo berlari. labirinto di esistenze e castello dei destini incrociati, dalle "stanze non contabili", l`edificio passa di proprieta` e diventa la sede di una brulicante stratificazione di personaggi e storie, come un alveare con al suo centro un nucleo di abitanti piu` stabile e un`ape regina, nora, la nuova proprietaria, psicologa e psicoterapeura, collezionista di abiti chanel.
un uomo, nella stanza di ospedale dove un male fulmineo lo ha ristretto, ferito ma quasi piu` umiliato dalla scoperta di essere vulnerabile, ricorda il teatrino che e` stato la sua vita. ricorda con la rabbia che l`impotenza da` agli individui abituati ad essere vincenti, agli avidi che non hanno mai riconosciuto ostacoli alla loro sete di vita e di affermazione. perche` nicola, nato povero nell`italia povera, emigrato in germania, e li` arrampicatosi da se` fino al successo e alla ricchezza, invidiato dai colleghi e amato dalle donne, estraneo ai figli, piu` volte sposato, senza amici, e` un arrivista incontentabile vissuto in anni propizi alle sue passioni.
la "casa sull`acqua" - premiato in inghilterra con il booker prize - e` ambientato negli anni sessanta, sulle ultime house-boat, le barche sul tamigi adattate ad abitazione. quattro personaggi appaiono, ognuno a suo modo, spiritualmente indecisi sulla loro condizione, come il loro essere anfibi, "creature ne` di terraferma ne` di acqua": sono maurice, amabile e "incurabilmente solidale" fino all`imprudenza, willis, "pittore di marine sui settantacinque anni", nenna, con due figlie dalla grande inventiva, e richard, promettente ex riservista della royal navy.
alla fine dell`ottocento, anatole le braz trascrisse fedelmente le leggende bretoni, raccolte dalla viva voce degli ultimi narratori viventi durante le veglie notturne nelle isolate fattorie che andava visitando in bicicletta. per le persone che raccontavano, le storie non avevano nulla di fantasioso, erano fatti realmente accaduti, a testimoniare la coesistenza, con la vita, della realta` e della morte, una religione in cui i bretoni si rispecchiavano e che, secondo le braz, conservava il cuore autentico della cultura celtica che il cristianesimo non aveva potuto distruggere.
"vita della contessa svedese von g.", pubblicato nel 1748, e` considerato il primo vero romanzo psicologico della letteratura tedesca. il libro e` l`autobiografia fittizia, con narrazioni alternate ad epistole, di una nobildona decaduta che cerca di resitere e mantenersi onesta, di fronte alla persecuzione invadente di un aristocratico invaghitosi di lei, sullo sfondo di un affollato contesto di personaggi di carattere ed estrazione diversi che testimoniano la nuova concezione del mondo sociale che si stava affermando.
un brillante avvocato ha la vita sconvolta da un`accusa ingiusta, all`origine della quale vi e` forse l`inesauribile rancore di un ex amico; ma dietro al lungo duello, fatto di vendette e paradossali rivalse, che separa i due uomini traspare in realta` l`inconciliabile opposizione di due stili, due visioni, della vita.
in questo monologo ernesto ferrero coglie elisa nell`imminenza della sua caduta, in una notte della primavera 1814. la granduchessa rievoca la sua giovinezza solitaria, la ricerca di un`identita`, i complessi rapporti con la famiglia e con i numerosi favoriti, la passione per il teatro, i trionfi e i dolori. ne esce l`autoritratto di una delle poche donne capaci di improntare di se` un`epoca. nelle sue confessioni si possono cogliere le esaltazioni di un momento storico di rara intensita`.
raccontata dalla voce narrante di un bambino, questa cronaca familiare puo` leggersi in due modi. e il ritratto, antisentimentale di un padre che decide di stare, ad ogni costo e ad ogni istante della propria vita, dalla parte del figlio condannato a una lunga detenzione: eroe ordinarissimo di un eroismo senza gesta, per lui il figlio e` diventato una specie di incarnazione della piu` vera condizione umana. oppure e` il ricordo di un``infanzia normale, in una famiglia del tutto normale, cresciuta col padre ferroviere e lo zio falegname, con la mamma maestra e la zia senza figli che alleva bengalini, con abitudini normali ma dentro cui irradia una specie di incantesimo - la galera del fratello - che trasferisce questa normalita` in un altro
e` in lotta per la serenita` il reverendo harding, l`amministratore del pensionato per vecchi lavoratori di hiram, uomo buono e amabile, protagonista di questo romanzo: il primo dei sei del ciclo cosiddetto delle < cronache del barsetshire> in quanto ambientati nella immaginaria citta` di barchester. harding e` tormentato dal dubbio se sia giusto e legittimo che la rendita che percepisce come amministratore sia tanto superiore alle pensioni degli assistiti. a sollevare il caso e` un giovane avvocato di buona famiglia, john bold, paladino di tutte le cause umanitarie, pretendente riamato della figlia dell`amministratore.
e` la storia di una famiglia triestina di sloveni trapiantati a palermo dalla fine dell`ottocento, e qui inventori e titolari di una bottega antiquaria diventata un`istituzione. nel testo contiene una nota al volume di leonardo sciasca.
tre racconti "a effetto", "sensazionali" come si diceva una volta, ma un effetto, secondo henry james, che conosceva personalmente la scrittrice inglese, "nitido come un colpo di pistola". e certo il romanzo "red pottage" che fece di mary cholmondeley una celebrita`, non era degno del ricordo che meritano invece i numerosi racconti con cui riempiva riviste e raccolte. si tratta di "short stories", con un colpo di scena finale, cosi` "nitide" da esprimere un piu` universale valore simbolico, di piccoli incubi dell`uomo moderno, quasi cone visioni di una patricia highsmith dei primissimi anni del novecento ancora impigriti dall`ottocento.
pancrazi, l`attento critico al quale si deve il ricordo di questo racconto sfuggito a tutti, notava che "memorie lontane" e` giocato in realta` su due piani. nel primo e` il quadro di una famiglia, di un ambiente e di una citta`, prese nel momento in cui la firenze granducale passa, nel 1859, con una specie di farsa insurrezionale, nel nascente stato sabaudo; nel secondo, che con il primo si interseca, e` l`amore breve di un bambino per la sua filli destinato, come tutte le cose dei bambini, a perdersi, a dissolversi come un`ombra nel buio dell`indifferenza del mondo degli adulti.
un saggio-romanzo - ma decisamente romanzo, nel senso del prevalere in esso del quadro d`ambiente storico e psicologico - in cui lo storico letterarto fejto racconta di un viaggio fatto agli inizi degli anni trenta nei luoghi che furono dell`impero austro-ungarico, per rivedere affetti e amicizie sparsi dall`adriatico a budapest: ma per rivivere soprattutto nei ricordi e nelle impressioni ad essi legati. ne esce un libro in cui i ricordi si mescolano a racconti di viaggio, interviste politiche e letterarie fatte in croazia e e meditazioni.
l`inchiesta piu` dura del commissario montalbano comincia con un cadavere pescato per caso in alto mare. l`incrocia montalbano mentre nuota al limite dello stordimento per lavarsi di dosso una notte di cattivi pensieri e malumori. i fatti politici, certi eventi di repressione poliziesca, l`atteggiamento verso gli immigrati: tutto cospira a farlo sentire un isolato, e il cadavere anonimo, destinato a restare senza giustizia, archiviato da banale caso di clandestino immigrato, sembra armonizzarsi macabramente con il suo senso di solitudine. per il commissario e` una sfida, che lo scuote dal proposito di dimettersi, e lo spinge in una inchiesta doppia, su delitti apparentemente indipendenti e accomunati solo dalla ferocia.
una famiglia italiana in un campo di concentramento giapponese nel diario della madre, donna topazia alliata, che fu allieva di pippo rizzo, amica di guttuso ed esponente della scuola pittorica siciliana degli anni trenta. l`8 settembre 1943 topazia alliata si trova a kyoto insieme al marito fosco maraini - orientalista, antropologo e fotografo - e alle tre figlie bambine dacia, toni, future scrittrici, e yuki. erano arrivati in giappone nel 1938 quando il marito aveva vinto una borsa di studio per ricerca. il viaggio offri` loro, antifascisti, l`occasione per sfuggire all`atmosfera opprimente del regime mussoliniano. poi, la guerra. dopo l`8 settembre, il rifiuto di aderire alla repubblica di salo` li condusse in campo di concentramento.
sebastian urrutia lacroix, cileno, prete e membro dell`opus dei, potente critico letterario che ha fatto e disfatto fortune di poeti, rovescia su un muto interlocutore la sua memoria e la sua coscienza, in una notte insonne e tragica. cerca nella concatenazione dei fatti la sua giustificazione e davanti agli occhi gli scorrono cinquant`anni della sua vita e della storia del suo paese. una folla di fantasmi, di morti e di vivi, di personaggi fittizi, veri, o celati dietro una maschera letteraria che pero` ne lascia scorgere il vero volto, chiede di entrare nel suo racconto e di fornire la sua prospettiva dei fatti.
ne "le scale del paradiso" si racconta del lento ritorno dall`estero (lento nel tempo della memoria e della ripresa di coscienza, piu` che nel tempo dell`ordine cronologico), dove hanno trascorso gran parte di una vita di successi, di due coniugi nell`eta` dei bilanci. discendono la penisola e compiono una serie di incontri significativi in cui e` come se si sintetizzasse la vicenda del loro paese che non hanno vissuto da protagonisti. e si avvicinano alla casa dove vissero con i figli bambini e ora adulti, e dove si raccoglie forse il nucleo piu` autentico della loro esistenza, di cio` che hanno lasciato e devono ritrovare prima di poter dire di aver vissuto veramente.
autore di quattro romanzi, sergio atzeni scrisse numerosi racconti, su commissione o in occasioni speciali, pubblicati su riviste. questo volume li raccoglie tutti: dal primo per un quotidiano sardo ai racconti "alpini" scritti per una rivista di montagna, dal racconto per una rivista di arredamento in cui immagina una casa abitata da personaggi stralunati e impresentabili a quello per una rivista poliziesca, fino a una cronaca della peste che si diffonde nella sardegna secentesca.
nel 1963, nel cuore di londra, tra il british museum e il covent garden col suo antico mercato ortofrutticolo, un`altra istituzione in piedi era una scuola di teatro per i divi bambini, preparati ai ruoli loro adatti del teatro di shakespeare, di peter pan e di altri classici del repertorio della tradizione inglese. temple school e` denominata nel libro. a dirigerla un altro monumento del mondo teatrale britannico, un`ingombrante personaggio di donna indomabile ed eccentrica, sempre pronta al sarcasmo e alla resistenza strenua davanti a tutte le difficolta` di sopravvivenza della scuola. nella penna della fitzgerald, lei trova il nome di freddie.
scrittore e giornalista, fusco si occupa in questo libro di quegli anonimi piccoli boss, rigettati in italia a centinaia negli anni quaranta dagli stati uniti che li dichiaravano "indesiderabili". tigri con meno denti e piu` spelacchiate di quel lucky luciano che, graziato per meriti di guerra e rimpatriato a napoli nel 1946, visse "tra donne, cavalli e alberghi di lusso". la maggior parte degli altri indesiderabili ebbe sorte meno fortunata e fu destinata a una vita grama e solitaria. introduce il libro una nota di andrea camilleri.