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per questo libro vallejo e` stato definito l`anti-houellebecq, probabilmente per la fiducia nella conversazione umana che il suo personaggio incarna. madame angeloso, ultrasessantenne "impressionante per statura e peso", ex proprietaria d`albergo, e` travolta da un treno nella sua vecchia renault dove vive da quindici anni. tre persone, che non la vedono da allora, la ricordano: il figlio che la odia, la fedele figlioccia polacca, un cliente innamorato. e dal ritratto di uno strano angelo, naufrago e rifugio di naufragi, si scopre quanto c`e` dentro una matrona di quelle locande un po` appartate.

una biografia, fortemente fantastica, ma modellata sulla figura storica di un uomo d`onore. la vicenda di faro badalamenti, cosi` come lui la consegno` alla moglie di suo nipote che la racconta, si svolse in una delle zone che gli storici candidano ad essere territorio originario della mafia. da sempre braccato per via di un omicidio giovanile, faro vive alla macchia in montagna, guidato dalla saggezza primitiva che gli deriva dal patrimonio di regole pratiche del sapere ancestrale siciliano. vive in realta` un destino da patriarca cui lo consegna precocemente una faida familiare, un`esistenza avventurosa in cui si alternano sfide feroci e paci precarie, sotto il dominio angoscioso del tradimento violento che non risparmia neppure il letto nuziale.

lo scenario e` uno dei piu` "contrastati" e smaglianti dell`alta asia, la storia quella di temujin, meglio noto come gengis khan. una storia che rene` grousset ricostruisce risalendo alle sue remote scaturigini mitiche - l`accoppiamento tra il lupo grigio-blu e la cerbiatta selvatica, capostipiti di quella che diventera` la "razza di ferro" dei mongoli - e racconta con ritmo serrato, senza per questo tralasciare alcun dettaglio rivelatore. assistiamo cosi` alle vicende dell`avo di temujin, qutula, sorta di eracle mongolo la cui voce rimbomba "come il tuono nelle gole delle montagne", e del padre, yesugei il coraggioso, gia` in lotta con quella corte cinese che tratta i nemici con crudelta` esemplare, impalandoli o bollendoli in giganteschi pentoloni. poi alla nascita e alla crescita di un bambino "dagli occhi di fuoco", "il viso acceso da un bagliore misterioso", che non esita a sbarazzarsi del giovane fratellastro prima di unirsi alla bellissima moglie borte, "consigliera avveduta e autorevole". poi ancora alla lunga teoria di scontri vittoriosi contro i merkit e i principi mongoli avversari, fino alla conquista dell`egemonia indiscussa attraverso la "battaglia della tempesta" (contro l`intrigante fratello di sangue djamuqa) e quella "dei settanta mantelli di feltro" (contro le ultime resistenze tatare). e infine all`espansione di un regno quasi senza limiti, esteso fino al palazzo imperiale di pechino e alla via della seta.

abdul bashur e` l`alter ego e inseparabile amico di maqroll il gabbiere, eroe e antieroe di quasi tutte le storie raccontate da alvaro mutis, autore che gabriel garcia marquez ha definito "uno dei piu grandi scrittori della nostra epoca". abdul bashur questa volta e` il personaggio principale, e anima i vari episodi del racconto in cui puo`, finalmente, dare libero sfogo alle proprie passioni e ai propri estri: la fantasia, l`intraprendenza, il coraggio, il gusto per la provocazione, l`astuzia, la sensualita`... eroe di una coerenza inalterabile, giochera` l`ultima sfida inseguendo il miraggio della nave perfetta, il cargo ideale, il sogno di tutta una vita. perche` abdul bashur e` per l`appunto un "sognatore di navi", e il filo conduttore del romanzo e` proprio la ricerca inesausta del supremo oggetto del desiderio, che appare all`orizzonte, ma sempre un po` oltre il punto in cui ci si trova, al di la` dell`appuntamento inevitabile e necessario.

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