in questo primo volume sono raccolti i "sonetti", le "canzoni", le "elegie", l`"epistola a bosca`n" e le "coplas" di garcilaso de la vega (1501?-1536). tema pressoche` unico nella poesia di garcilaso e` non tanto e non solo la donna, quanto l`amore: tutto l`amore, e il faticoso labirinto per raggiungerlo. e in lui l`amore e`anche allegoria della poesia, e il suo conseguimento non puo` essere che l`estasi del mistico o la catarsi del poeta. la ricerca di un simile stato di grazia, che riscatta l`animo da tutte le angosce lasciate sul cammino, fu il costante impegno di tutta la sua opera, formando un arco coerente che, dall`esperienza dei primi sonetti `all`italiana` - attraverso le canzoni e le elegie - raggiunge altissime vibrazioni liriche.
la passione erotica e lo spirito sono due elementi conciliabili o destinati a costituire un conflitto perenne? la celebre favola di amore e psiche nell`"asino d`oro" di apuleio pone in rilievo le difficolta` di combinare armoniosamente l`una e l`altra tensione. silvio raffo ha raccolto in questa antologia poetica diverse espressioni dell`equilibrio che puo` crearsi tra amore e anima, delineando legami in grado di oltrepassare ogni barriera naturale e culturale. dalla grecia classica al ventesimo secolo, voci liriche ci parlano in molte lingue di un amore insieme umano e sovrumano.
mahmud darwish nasce nel 1941 ad al-birwa, nell`alta galilea. con l`espulsione di massa dei palestinesi, e la costituzione dello stato di israele (1948), il suo villaggio viene distrutto. la sua famiglia si rifugia in libano e rientra clandestinamente in palestina dopo un anno. da allora darwish vive nella condizione di profugo e "clandestino" nella sua stessa terra governata da israele. per il suo attivismo politico e` piu` volte incarcerato e condannato agli arresti domiciliari. la sua vita e` segnata dall`esperienza dell`esilio in europa e, nel mondo arabo, in egitto, in libano e a tunisi al seguito dell`organizzazione per la liberazione della palestina, del cui consiglio esecutivo fa parte dal 1987 al 1993. dopo gli accordi di oslo (1993) rientra nella sua terra e vive tra ramallah, in cisgiordania, e amman, in giordania. spesso definito "il poeta nazionale della palestina", mahmud darwish si dichiarava "cantore universale dell`amore e della liberta`". i suoi versi, conosciuti e amati in tutto il mondo arabo, in ogni contesto sociale, sono stati musicati da alcuni tra i maggiori compositori arabi. le sue opere sono state tradotte in piu` di venti lingue e in tutto il mondo gli sono stati assegnati numerosi premi. quando mahmud darwish muore dopo un`operazione al cuore a houston (texas), il 9 agosto 2008, l`autorita` palestinese proclama tre giorni di lutto nazionale. ai funerali di stato, a ramallah, partecipano decine di migliaia di persone.
lo haiku, la piu` piccola forma di poesia esistente, scandito in tre versi di cinque, sette, cinque sillabe, affonda le radici nel passato remoto della cultura nipponica: originariamente era la prima strofa (hokku) di un componimento piu` lungo, ma acquisto` un`importanza sempre crescente fino a essere riconosciuto come genere indipendente. questa antologia ne segue lo sviluppo dalla prima grande fioritura nel seicento, epoca di profondo rinnovamento sociale in giappone, fino alle soglie della contemporaneita`, attraverso le traduzioni che mirano a restituire al pubblico italiano l`icasticita` e la purezza di una forma espressiva che ha sempre affascinato l`occidente.
capitolo decisivo della poesia del novecento, ossi di seppia e` un`opera sempre aperta, capace di rinnovare nel tempo, in modo sorprendente, l`originalita` e lo spessore delle sue proposte, di pensiero e di soluzioni espressive. a quasi un secolo dall`uscita, avvenuta nel 1925 presso l`editore gobetti, l`aggiornamento dell`imprescindibile e ormai classica edizione commentata da pietro cataldi e floriana d`amely offre una nuova occasione per rileggere la raccolta d`esordio di montale. la introduce uno storico e fondamentale saggio di pier vincenzo mengaldo, che ne analizza temi e stile osservando che la presenza, cosi` importante, del mare
nel panorama della poesia in lingua spagnola degli ultimi anni, la voce di rafael cadenas si staglia come una delle piu` originali e profonde. il poeta venezuelano ha vinto tutti i premi piu` importanti fino ad arrivare, nel 2022, alla vera e propria consacrazione con il premio cervantes. nella sua opera, lo stupore nell`osservare il segreto delle cose e dell`esistenza si salda con una costante riflessione sull`essenza del fare poetico, in cui la parola, esatta e libera da ogni impurita`, diventa l`unica vera occasione per avvicinarsi agli altri, alla natura, al tutto. in queste sue due ultime raccolte, delle quali viene qui proposta un`ampia sintesi, scopriamo un poeta che ha letto e meditato basho`, che conosce lo zen e il taoismo, ma che conserva la lucida ironia che lo ha sempre contraddistinto. col passare degli anni, la sua poesia si e` fatta piu` trasparente, riflessiva, quasi sapienziale. il poeta si apre all`intensita` del reale, lotta contro l`inerzia delle parole e il fardello del tempo, e` sul punto di scoprire il mistero del mondo, per poi arrendersi al silenzio, all`estatica meraviglia di una realta` inespugnabile.
"l`estasi insicura" e` una delle sillogi piu` corpose di silvio raffo, suddivisa in venti brevi suite secondo la proverbiale misura e armonia "classica" caratteristiche del suo stile, che ha attraversato le stagioni degli sperimentalismi e delle avanguardie ignorandole e mantenendosi sempre fedele alle esigenze di una lirica melodica e insieme modernissima per le componenti esistenzialiste dei suoi contenuti. maestri di raffo che lo hanno incoraggiato riconoscendo in lui un erede ideale sono mario luzi, maria luisa spaziani e sandro penna. gli esponenti della critica letteraria che hanno elogiato la sua figura e il suo "anticonformismo iperlirico" e la sua "tradizionalita` eversiva" sono stati principalmente elio gioanola, giorgio barberi squarotti e enrica salvaneschi. prefazione di silvio aman.
questa raccolta risponde all`insindacabile opera del caso che qui si e` manifestato in forma di scaffali affastellati di libri di poeti accumulati da mio padre, poi da me. li ho sfogliati in cerca delle pagine da offrire, non piu` di qualche poesia per ogni poeta. la parola per me comprende femminile e maschile. l`ho imparato da anna achmatova che si dichiarava poeta e non poetessa. in russo le due parole sono uguali alle nostre. sono pagine da condividere leggendole alla tavola di una sera che si prolunga e che lubrifica col vino le corde vocali. sono poesie da dire, pronunciare aggiungendo il proprio fiato. evito il verbo recitare che in parte le falsifica. tra i dischi di mio padre alcuni erano incisioni di versi letti da attori. calcavano coi toni della voce impostata, appunto: recitavano. chi dice un verso muove anche le labbra di chi lo ha scritto. la poesia permette questa coincidenza e quella di ispirazione politica accomuna i sentimenti di giustizia di chi ha scritto e di chi legge.
nell`erranza e nel tormento, nella solitudine e nella follia che segnano tutta la sua vita, dino campana compone versi tra i piu` alti e disperati della letteratura italiana. e` irta di ostacoli anche la strada che porta alla pubblicazione della sua raccolta, canti orfici, nata da una prima versione, il piu` lungo giorno, che campana consegna a giovanni papini nel dicembre 1913. papini la passa per un parere ad ardengo soffici, che la smarrisce nel corso di un trasloco. campana chiede piu` volte la restituzione del manoscritto, poi si rassegna: nel 1914 fugge sui monti vicino a marradi e in qualche mese scrive i canti orfici. grazie a una colletta, nell`agosto 1914 stampa il libro, che non e` "una semplice ricostruzione, ma il ripensamento piu` intenso e originale del poeta di marradi" (g. cacho millet), destinato a diventare un testo capitale della lirica del novecento. molti anni dopo, nel 1971, il manoscritto de il piu` lungo giorno sara` ritrovato in un baule dalla figlia di soffici, valeria, e venduto all`asta nel 2004 per 213.000 euro.
nella primavera 1914 l`avvocato edgar lee masters riceve una visita della madre a chicago. con lei, come ricordera` tempo dopo, rievoca il passato "facendo rivivere personaggi ed eventi che avevo dimenticato... [...] dopo averla accompagnata al treno [...] tornai a casa stranamente soprappensiero. [...] andai nella mia stanza e scrissi subito la collina e due o tre dei ritratti dell`antologia di spoon river". nasce cosi` quest`opera corale, perfetta miscela di narrativa e lirica, nuova nella forma e senza tempo nell`essenza, a cui ancora oggi e` legata la fama internazionale di masters. i protagonisti sono i morti di un immaginario villaggio dell`illinois, voci che ancora "continuano ad avvincere il lettore" (daniele piccini) per la straziante sincerita` con cui rileggono le loro vite e rivelano amori, tradimenti, fallimenti, corruzione, ingiustizie, pregiudizi e debolezze umane e, dall`oltre dove ora sono, sembrano finalmente comprendere il senso dell`esistenza.
l`opera raccoglie, secondo un progetto delineato da raboni stesso, tutta la sua opera in versi e, della vasta attivita` saggistica. si trovano percio` le raccolte principali, "le case della vetra", "cadenza d`inganno", "nel grave sogno", "canzonette mortali", "versi guerrieri e amorosi", "ogni terzo pensiero", "quare tristis", oltre a una serie di plaquettes, a traduzioni poetiche e a una sezione che raccoglie versi dispersi, inediti o pubblicati postumi. raboni si esprime in un tono prevalentemente medio-basso, con un uso incisivo del "parlato" - vale a dire di una lingua non letteraria ma quotidiana, identica a quella della comunicazione orale - e introduce nella sua poesia un`acuta sensibilita` per il quotidiano. il suo stile riesce ad assorbire il linguaggio basso entro il percorso elevato della lirica, generando testi che hanno il pregio di una elevata leggibilita`. raboni inoltre introduce nel corpo del testo poetico figure e personaggi appartenenti a una realta` minuta e umile, solitamente esclusa dalla poesia.
ribelle. politicamente scorretta. passionale. libera. sibilla aleramo nella sua esistenza ha rotto ogni gabbia nella quale il suo tempo, la critica e la societa` hanno tentato di imprigionarla. dalla decisione di abbandonare un marito non voluto e un figlio molto amato per inseguire la propria indipendenza alla tormentata storia d`amore con dino campana, dalla scandalosa relazione con lina poletti alle prese di posizione antifasciste, di ogni sua scelta, di ogni suo sacrificio e delusione, di ogni suo trionfo e successo, i suoi versi hanno trattenuto l`essenza. il volume "tutte le poesie", curato da silvio raffo e con una prefazione inedita di ilaria gaspari, raccoglie il frutto letterario di un percorso in cui arte e vita hanno saputo fondersi in modo inscindibile. in queste pagine assistiamo alla completa trasformazione di rina faccio in sibilla aleramo: alla sublimazione di una biografia fatta di violenze, delusioni e imposizioni in estasi poetica, parole cesellate ed espressione pura del desiderio. lodata e celebrata in vita, riscoperta come modello femminista subito dopo la morte, ingiustamente relegata per anni all`oblio, con questa raccolta sibilla rivolge un invito al lettore di oggi a riascoltare la sua voce. a perdersi in questo diario poetico come in un labirinto di attese e sussulti, da cui uscire dopo aver attraversato i propri.
l`umanita` ha le sue asprezze, la sua violenza nei confronti del mondo. e il nuovo libro di mariangela gualtieri si apre e si chiude con poesie che toccano il tema di questa ruvidezza. in una poesia ci si augura che "miglioreremo / siamo qui da poco. / ancora non capiamo / e ci agitiamo troppo. / ancora guerreggiamo". ma nelle poesie civili che chiudono la raccolta l`indignazione sembra prevalere. all`interno di questa cornice, pero`, c`e` il tesoro del selvatico, ci sono segni del sacro, c`e` soprattutto il miracolo del silenzio, in cui "tutto e` un enigma felice / voce senza voce. tutto dice / di si` mentre tace". molte di queste poesie sono punteggiate dalla presenza di animali, domestici e non, quasi presenze angeliche, tramiti per "penetrare le segrete cose". ma un altro filo conduttore della raccolta e` dato dal tempo, un`entita` che ci segna, ci modella, ma che prima o poi "scavalchiamo" per raggiungere "il tutto che rotola / intero. il sontuoso / niente del cielo". piu` che negli altri suoi libri, qui mariangela gualtieri ci parla della fine, che e` fine dei singoli corpi, fine delle "maschere", ma anche continuita` della vita. modulando la sua voce tra durezze e dolcezze, incanti e disincanti, il suo e` un invito all`attenzione e all`ascolto del visibile e dell`invisibile.
nel panorama della poesia contemporanea italiana, si puo` affermare che l`unica forma di autentica controtendenza sia costituita da quei pochi cultori di una poesia non mortificata da una versificazione sostanzialmente prosaica, i rari coraggiosi autori che valorizzano elementi considerati dai piu` obsoleti, come il ritmo o la rima. anche chi non si attiene rigorosamente a schemi metrici tradizionali non dovrebbe infatti ignorare che in poesia "il verso e` tutto". e il verso implica una precisa misura musicale. silvio raffo ha scelto per questa antologia (a suo modo rivoluzionaria) ventiquattro giovani poeti che, in una certa misura, per forma e stile, riflettono il suo modo di intendere la poesia di oggi.
universalmente note per i loro romanzi, le sorelle bronte ci hanno lasciato anche indimenticabili poesie, che pubblicarono in parte nel 1846 ricorrendo agli pseudonimi maschili di acton, currer ed ellis bell. versi in cui rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello yorkshire, le sue distese d`erica, roccia e foschia. tra incanto e disperazione le tre scrittrici raggiungono vertici di acceso lirismo, di profonda e intensa armonia. tradotti in modo suggestivo e musicale, riecheggiano in questi componimenti limpidi, sentimentali e cristallini i temi piu` significativi del grande romanticismo: la nostalgia metafisica, la morte, vissuta a volte come gelida compagna e a volte come consolante promessa, la solitudine dell`artista come sofferta terapia esistenziale, indispensabile per giungere alle vette supreme dell`essere e della bellezza.
"in corrispondenza con la crisi del positivismo, movimento "maschile" per eccellenza, si assiste - dal decadentismo in avanti - al potenziamento piu` o meno conscio, in tutte le espressioni artistiche, dell`elemento "femminile". l`intimismo, la sensitivita`, il misticismo, e quel peculiare gusto estetico che induce l`anima (piu` che l`animo) a soffermarsi sulle sfumature piu` sfuggenti e su tutte le (im)percettibili manifestazioni del mistero - cio` che, insomma, certuni amano chiamare "il lato oscuro della luna" -, sono queste qualita`, eminentemente femminili, a caratterizzare marcatamente la poesia del nostro secolo: una poesia tutta lampi, illuminazioni, timori e tremori, spesso ripiegata su se stessa e rivolta agli strati piu` nascosti dell`io, a quel mondo dell`inconscio che freud denomina appunto ambiguamente "il regno delle streghe". non bisogna dunque stupirsi della copiosa rappresentanza femminile nel panorama poetico del novecento: sono forse proprio loro, le donne, ad esprimere con voce via via piu` sicura lo spirito dei tempi nuovi" (tratto dalla presentazione di silvio raffo).
poesie di vittoria aganoor, ripubblicate nella collana "donne in poesia" curata da maria grazia amati. una pubblicazione che inaugura la collana, "donne in poesia", che invita a leggere le donne scrittrici che contribuirono, in modo rilevantissimo, alla novita` di una straordinaria stagione artistica e culturale qual e` quella dell`ottocento e del primo novecento. donne che contribuiscono anche oggi, con il loro esempio di donne di cultura, d`intelligenza,di scrittura.
l`insonne, le fiabe in versi e alcune novelle di amalia guglielminetti costituiscono il secondo volume della collana "donne in poesia". anche in questo caso riproponiamo testi preziosi di una scrittrice tanto acclamata nelle sue prime produzioni poetiche, quanto bandita in seguito. cosi` la ritrae silvio raffo, prefatore di questo volume: "strana creatura davvero, di un`intelligenza autonoma e radicalmente anticonformista, la vera amalia guglielminetti ha ben poco da spartire con la figurina frivola e l`archetipo stantio di pseudo eroina dell`italietta dannunziana che cronache faziose e superficiali hanno contribuito a standardizzare: la sua solitudine (veramente) eroica e la sua inguaribile malinconia (immortalata negli ultimi anni dalle splendide fotografie di celeste scavini), il suo genio poetico cosi` presto condannato a un`assurda sterilita` (d`annunzio l`aveva definita "l`unica poetessa che abbia l`italia")... ce la fanno piuttosto apparire come una misteriosa icona: bella di una bellezza tenebrosa, con la sua capigliatura bruna e gli occhi cerchiati d`azzurro, rimane indelebilmente impressa nella nostra memoria e nel nostro cuore".
le poesie di neera sono state raccolte postume dalla figlia e dal genero nel 1919 e mai piu` ripubblicate. testo di grande valore e ormai introvabile non solo nelle librerie ma anche nelle biblioteche. molte delle poesie, intense e ardite, sono dedicate all`amico alberto sormani, morto a soli 26 anni di tifo. nella breve poesia di neera sta interamente la sua filosofia di vita. o, detto altrimenti, come lei stessa proclama nelle confessioni letterarie: "l`unico, divino, che mi ispira [...]: l`ideale nel reale". donna lombarda di grande tempra, scrittrice di successo eppure di grande umilta` e intransigentissima quanto ai valori che un`opera poetica o comunque di scrittura trasmette. scrittura forte, la sua, di grande finezza spirituale, quasi avesse avuto a disposizione gli strumenti culturali e le pubblicazioni di cui disponiamo oggi. oltre alle poesie, il volume contiene anche tre novelle e testi di benedetto croce e matilde serao su neera.
l`opera di milo de angelis e` una delle piu` significative della poesia europea contemporanea. fin dall`inizio, essa e` stata animata da un ritorno deciso alle ragioni piu` profonde del poetico, al di la` degli sperimentalismi avanguardistici. la sua forza risiede innanzitutto nell`esplorazione agonistica delle relazioni che si stabiliscono tra le dimensioni piu` intime del vissuto soggettivo. questa raccolta di saggi offre un`analisi degli aspetti centrali di tale esplorazione: l`immersione nei desideri e nel ricordo, il confronto con la tradizione letteraria, l`apertura alle corrispondenze tra gli elementi del reale; dalle contingenze dello spazio urbano alle forze cosmiche, attraverso le vertigini del senso e della traduzione, nell`inesauribilita` della somiglianza. il volume delinea cosi` un profilo critico generale della poesia di de angelis, soffermandosi su cio` che, in essa, vi e` di piu` peculiare e decisivo: l`esposizione alle relazioni fondanti, chiamata dal poeta "l`avventura della permanenza".
narratore e drammaturgo tra i piu` rappresentati al mondo, jon fosse in piu` occasioni ha affermato che la poesia e` il fondamento di tutto cio` che scrive. essenzialmente poeta, dunque, e autore di una vasta opera che condivide una lingua poetica fatta di ritmo, musica, pause, confronto con il silenzio: "in poesia e in prosa ho cercato di scrivere cio` che solitamente - nel linguaggio parlato comune - non puo` essere espresso a parole" (dal discorso tenuto da fosse in occasione del conferimento del premio nobel). la scrittura di fosse e` preghiera, ascolto di qualcosa che proviene da posti misteriosi e non meglio identificati. i suoi testi poetici, composti in una lingua scarna ed essenziale, in cui i piani temporali si sovrappongono, e passato e presente coesistono, sono colmi di riferimenti religiosi e hanno un ritmo che riproduce quello dell`acqua, delle onde. tra i suoi temi piu` frequenti, la morte e la religione ed e` costante la presenza dei luoghi e dei paesaggi geografici e culturali, a cominciare dalla lingua utilizzata, della costa occidentale della norvegia: i fiordi, la rimessa delle barche, il fienile, il vento e, su tutto, la luce, che proviene da fonti innumerevoli, dal buio, da una barca, "e che attraversa i giorni e le notti/ come un cane/ che si fa strada annusando/ e` li` che siamo noi/ e che esistiamo".
"la mia poesia va letta insieme, come una poesia sola. non voglio fare il paragone con la divina commedia, ma i miei tre libri li considero come tre cantiche, tre fasi di una vita umana" dichiaro` montale nel 1966; e ancora nel 1977 affermo` di aver scritto, in tutta la vita, "un solo libro". un libro in cui ciascuna delle raccolte appare come un capitolo dell`opera unitaria, all`interno della quale trova il suo pieno significato. dagli ossi di seppia, del 1925, fino al quaderno di quattro anni, oltre alle traduzioni e alle poesie disperse, questo volume offre una panoramica completa della produzione di un poeta che, come nessun altro, ha esercitato un`azione profonda e duratura sulla letteratura di tutto il novecento, e ne e` stato indiscusso protagonista.
patti smith italiana; performer di razza. (niva lorenzini). icona corporale; kamikaze dell`esperienza. (andrea cortellessa). una vita da poeta maledetto dell`800. (nanni balestrini) a oltre trent`anni dalla morte della poeta, artista, performer e attrice bolognese patrizia vicinelli (1943-1991), la casa editrice argolibri ne ripubblica le opere edite, tra cui autentici capolavori della sperimentazione poetica come a`, a. a, e non sempre ricordano; nel volume compaiono inoltre il romanzo flusso messmer, l`opera teatrale cenerentola, riscrittura femminista della celebre fiaba, composta con le compagne di detenzione nel carcere di rebibbia, il poema ultimo i fondamenti dell`essere, e, pubblicate per la prima volta, le riproduzioni fotografiche a colori, recentemente ritrovate, di apotheosys of schizoid woman, libro oggetto realizzato a mano dall`autrice durante la sua fuga in marocco, andato perduto. ancora oggi patrizia vicinelli resta una delle figure piu` coinvolgenti e incandescenti della poesia italiana del secondo novecento, sebbene la sua poesia risulti pressoche` introvabile. fin dal suo esordio poetico, poesia e vita si muovono intorno alla sperimentazione e all`underground, alla conquista di un linguaggio autonomo, di una poesia restituita al corpo e alla voce, in controtendenza con la tradizione letteraria e lirica. visione onirica e arti visive, cinema sperimentale e performance, collage e ready made, dazebao e slogan di protesta, suono e fisicita` della parola, convergono in uno stile unico e inconfondibile, di difficilissima collocazione nel panorama letterario italiano. probabilmente e` anche per questo che nel tempo la sua poesia ha finito per essere pregiudicata con la sua vita, certamente travagliata, ma soprattutto riconducibile ad alcune parole chiavi degli anni 70-80: esperienza, rivoluzione, droghe, rifiuto, fuga, liberta` come liberazione, in una dolorosa consapevolezza di aver perso una
a lungo ritenuta "minore" per il linguaggio dialettale adottato e per l`impianto spesso comico, la lirica di carlo porta e` tutt`altro che ingenua e rappresenta uno dei momenti piu` significativi della poesia dell`eta` romantica. il suo milanese, gia` nobilitato da una robusta tradizione, e` lingua pienamente letteraria, mentre la sua milano dimostra di essere una citta` fervida, crogiolo di esperienze e di idee stimolanti. questa sostanziosa antologia riporta i principali componimenti dell`autore meneghino, corredando ogni testo dell`indispensabile traduzione in italiano corrente e di un ricco apparato di note che ricreano l`atmosfera della vivace milano a cavallo tra sette e ottocento.
orazio e il piu grande dei poeti lirici che la letteratura latina abbia prodotto, l?unico che si possa paragonare a pindaro tra i greci, come egli stesso fa piu d?una volta, naturalmente sminuendosi davanti al "cigno tebano". "un lirico greco senza musica", e stato detto di lui: ma quella musica, interiorizzata, romanizzata e portata sui colli della sabina, la senti risuonare sin dai primi versi della prima ode, maecenas, atauis edite regibus, / o et praesidium et dulce decus meum, "mecenate, che fosti generato da famiglia di re / e sei per me difesa e dolce titolo di gloria", e soprattutto negli ultimi, che proclamano: "io, per l?edera che e premio alla fronte dei sapienti, / son vicino agli dei; un fresco bosco, danze leggere / di ninfe e satiri mi tengono lontano dalla folla, / se euterpe non impedisce al flauto di suonare, / se non rifugge polimnia di trarre accordi dalla lira di lesbo. / e se tra i lirici vati tu vorrai annoverarmi, / mi sembrera di toccare il cielo con il capo". aveva ragione emilio pianezzola, iniziatore di questa edizione e squisito traduttore delle odi, a concludere la sua splendida introduzione con le parole di nietzsche nel crepuscolo degli idoli: "non ho mai provato [...] in nessun poeta, lo stesso rapimento artistico che mi dette, fin da principio, un?ode di orazio. [...] questo mosaico di parole in cui ogni parola come risonanza, come posizione, come concetto fa erompere la sua forza a destra, a sinistra e sulla totalita, questo minimum nell?estensione e nel numero dei segni, questo maximum, in tal modo realizzato, nell?energia dei segni - tutto cio e romano e, se mi si vuol credere, nobile par excellence". orazio, che fa poesia "autobiografica", che confessa le sue aspirazioni e le sue delusioni, dichiara di non esser stato colpito da argo, micene, delfi o atene, quanto "dalla dimora di albunea risonante, / dalle cascate dell?aniene, dal bosco di tiburno, / dai frutteti umidi per l?acqua viva dei ruscelli": inventa un nuovo paesaggio
"lavorare stanca" (nell`edizione del `36, con le poesie aggiunte nel `43 e le altre non raccolte), "la terra e la morte", "due poesie a t.", "verra` la morte e avra` i tuoi occhi": le composizioni piu` conosciute accanto a quelle meno note, qui riunite sotto i titoli di "prima di
dalle raccolte d`esordio (primo vere, 1879 e canto novo, 1882), nelle quali l`imitazione di carducci e` gia` temperata da una personale vena sensuale e naturalistica, al poema paradisiaco (1893), che anticipa nella versificazione modi che saranno tipici dei crepuscolari; dall`intermezzo (1894), dove agiscono suggestioni baudelairiane, all`incompiuto ciclo delle laudi (maia, elettra, alcyone, 1903; merope, 1912), summa e manifesto della sua ars poetica: questa antologia ormai classica, curata da federico roncoroni, scandaglia l`intera produzione in versi di d`annunzio facendone emergere con nettezza i nuclei ispiratori. in particolare, la tensione eroica e superomistica, l`adorazione della bellezza senza tempo, l`esaltazione dell`ebbrezza panica, la ricerca di una comunione di sensi e d`animo con il tutto. originale interprete della sensibilita` decadente, d`annunzio pone al servizio della sua visione poetica una straordinaria sapienza espressiva - linguistica, metrica, musicale e strutturale - che esalta la carica evocativa della parola portandola al limite delle sue possibilita`:
le ardite invenzioni di stile futurista, le feroci satire, le epiche narrazioni e le nobili illusioni del grandissimo poeta russo in una suggestiva raccolta dei suoi testi piu` noti. una delle migliori voci liriche del nostro secolo. testimonianza del lungo itinerario verso dio di un uomo che ha avuto un`influenza profonda sulla nostra epoca.
"a piu` di cinquant`anni dalla prima e unica edizione, si pubblicano le 9 liriche del poeta lucio piccolo, per iniziativa del museo a lui dedicato a ficarra. esse furono stampate nel 1954, a spese dell`autore, presso la tipografi`a progresso di sant`agata di militello e spedite, "fra gli altri", a montale. un curioso invio, questo, `senza affrancatura`, che gli valse, come narra l`aneddotica, la presentazione da parte del grande poeta ligure al premio san pellegrino e poi la prefazione alla pubblicazione della seconda e piu` famosa raccolta, canti barocchi e altre liriche, edita da mondadori nel 1956. questo volume, con cui il poeta di capo d`orlando raggiunse la notorieta`, era articolato in tre sezioni costituite da canti barocchi, bosco il prestigiatore, liriche. il titolo della terza sezione, formata da nove poesie, ha generato spesso la convinzione che questa corrispondesse alla prima raccolta di lucio piccolo; laddove il volumetto del `54 comprendeva quattro canti barocchi e solo cinque del nuovo raggruppamento di liriche inserito nella raccolta successiva. la presente edizione da`, in primo luogo, dunque, la possibilita` di recuperare nella sua originaria disposizione il primo organizzarsi di una produzione poetica che e` di difficile approccio filologico..." (dalla nota al testo di domenica perrone).
i tre piu` bei libri di poesia per ragazzi di roberto piumini - "io mi ricordo", "quieto patato", "sole, scherzavo" - per la prima volta sono raccolti in un cofanetto regalo. tre libri diversi e innovativi, in cui le parole saltano, scherzano, si cambiano e ci cambiano. eta` di lettura: da 6 anni.
una donna bellissima, colta, che amava la musica e la fotografia. una delle voci piu` intense della lirica italiana. una donna di una sensibilita` e fragilita` indimenticabili e che ci ha regalato una testimonianza poetica del mondo femminile piu` intimo. una raccolta per riportare alla luce parole e poesie senza tempo.
antonia pozzi e` il caso letterario al femminile piu` sconcertante della letteratura italiana del primo novecento. la sua produzione poetica in vita non riscuote alcuna considerazione ed e` interamente pubblicata postuma. nella sua prefazione alla silloge del `48, dieci anni dopo il suicidio, montale parla del suo canzoniere come di un diario in versi. si tratta in realta` di una delle testimonianze piu` cospicue e coerenti della poesia "lirica" del secolo, caratterizzata da una limpidezza di tocco e da un nitore d`immagine che non hanno eguali. il valore dell`opera di antonia pozzi e` stato riconosciuto solo negli anni ottanta, quando si e` finalmente ricostruita l`integrita` di suoi molti testi. nel centenario della nascita, questo volume rappresenta l`opera piu` completa ed esaustiva mai pubblicata, e comprende le poesie e le prose piu` significative, nonche` le pagine piu` importanti dell`epistolario, corredate da un pregevole apparato di note filologiche, a cura di due dei maggiori studiosi della poetessa milanese. a completare il volume, la riproposizione di "in riva alla vita", biografia della poetessa gia` pubblicata da alessandra cenni per i tipi rizzoli nel 2002.