


e` la storia delle molteplici forme di paradiso evocate nelle diverse religioni: dall`ebraismo al cristianesimo, dall`islamismo al buddismo al taoismo. negli scenari dell`aldila` si trasferiscono sofisticati dibattiti teologici tratti dai testi sacri e il paradiso si prefigura nelle singole religioni come il prodotto di immaginari moltiplicati, luogo di proiezione di desideri e di carenze espresse dalle distinte societa`.

sebbene la piu` antica tradizione affermasse che maometto non aveva compiuto miracoli, al di la` del corano, piu` tardi gliene furono attribuiti moltissimi forse per analogia con i miracoli di cristo. in questo volume sono raccolti tutti i piu` importanti riconosciuti come ortodossi, secondo un criterio che non e` di pura elencazione, ma che acquista nel suo procedere un peso teorico. questo testo, tuttora apprezzato e venerato in ambiente musulmano, venne scritto nell`intento di difendere l`islam dalle eresie - sia ebree-cristiane, sia interne all`islamismo stesso - e fornire indicazioni precise su quanto i fedeli dovessero credere.




il libro affronta alcuni problemi inerenti alla funzione della musica nella cultura e nella tradizione ebraica, alla sua specificita`, vedendo nella musica non tanto un aspetto accessorio di una grande e complessa cultura, ma spesso una spia rivelatrice dello stesso pensiero ebraico nei suoi momenti piu` importanti e profondi.

una storia della pittura italiana del novecento attraverso la lettura di alcuni quadri esemplari. come in una mostra sfilano opere di boccioni, carra`, de chirico, morandi, casorati, severini, de pisis, savinio, licini, carol rama, ma anche ce`zanne, rousseau, matisse, picasso, braque, cocteau, cecchi, longhi. perche` con tanta frequenza certi temi figurativi si ripetono? che significato attribuisce il pittore alla presenza di determinate figure che acquistano il rango di vere e proprie allegorie? il racconto del critico che accompagna lo spettatore a vedere dei quadri si trasforma in una discesa nelle emozioni piu` nascoste e nelle ossessioni espresse dalla pittura di un trentennio che ha affidato alle immagini le proprie ragioni piu` profonde.

per gli antichi romani, "postumo" era il figlio che nasceva dopo la morte del padre. per giulio ferroni, la letteratura vive una condizione assai simile: e` qualcosa che nasce dopo cio` che l`ha prodotta. oggi che la letteratura sembra superata da altre forme di espressione, la condizione postuma dello scrittore e` ancora piu` radicale, e le stesse illusioni di chi vuole rivendicare la vitalita` e l`attualita` della letteratura non fanno che ratificarne la fine. per ferroni, se ne puo` uscire solo praticando una specie di "ecologia postuma" che elimini la chiacchiera culturale, gli esercizi di erudizione e le follie interpretative ristabilendo un rapporto diretto con i classici e cercando di riconoscere le poche parole che contano.

come nasce un eroe? i greci raccontavano che eracle aveva rischiato addirittura di non venire al mondo. un eroe infatti non nasce quando capita, ma quando il volere di un dio, o una certa congiunzione astrale, decidono che la sua eccezionalita` deve manifestarsi. questo libro attraversa i cieli stellati della mitologia e dell`astrologia antica, e prosegue il proprio cammino soffermandosi a tebe: qui la futura madre di eracle, alcmena, soffre doglie mortali finche` una fanciulla non riesce a ingannare le nemiche della partoriente e permettere la nascita dell`eroe. solo che la liberatrice di alcmena viene trasformata in donnola. bettini compie un viaggio attraverso la mitologia per spiegare il perche` della scelta di questo animale.

una riflessione in sedici tappe sul romanzo: le sue conquiste, la sua vitalita`, le sue prospettive.

l`oblio e` il luogo delle sfumature, del divenire, di cio` che non resta ma cambia, di cio` che muore per rinascere, di un vuoto che sara` riempito. e l`indagine su questo vuoto parte da lontano, dalla mitologia classica, culla del concetto di oblio e delle sue figurazioni: non solo il lete ma anche le grazie, di cui una ando` in sposa al sonno, ministre di afrodite, figure della bellezza fugace. poi la ricerca si sposta su altri temi e altri oggetti: le citta` abbandonate, invase dal silenzio, architetture umane destinate a trasformarsi in architetture naturali (e il simbolo di tutte le citta` dell`oblio e` venezia).










un romanzo dalle passioni devastanti, passioni che catturano e imprigionano i personaggi fino a seppellirli. e` la rappresentazione a tinte fosche e allucinate del carcere in cui ogni singolo viene rinchiuso dal proprio vizio. per evadere dall`amarezza, dal turbamento, dal dolore, il protagonista arrivera` a risoluzioni tanto tragiche quanto illusorie. "come nella tragedia antica, leviatan e` dominato da una forza alla quale siamo costretti a dare il nome di destino", come ha detto piero citati.

il nome di galsworthy non deve rimanere associato esclusivamente alla saga dei forsyte. c`e`, infatti, un nutrito filone della sua opera, di cui "il primo e l`ultimo" e` un esempio, nel quale rispetto all`abituale affresco sociale ha maggiore spazio il tema della giustizia, che ossessiono` sempre l`autore, critico soprattutto di una concezione formalistica della legge. qui la storia e` quella di un uomo, fratello del procuratore del re ad edimburgo, il quale, commesso un omicidio, vorrebbe autodenunciarsi...

nella california degli anni 40, un ragazzo di famiglia messicana, angel chavez, e` accusato ingiustamente di violenza carnale e omicidio. per il giovane avvocato david blake la difesa del ragazzo si presenta come un incarico prestigioso, ma presto le cose si complicano. la macchina accusatoria, infatti, procede in obbedienza a una propria logica, mentre giustizia, mass media e politica formano un perverso triangolo sulla pelle dell`imputato. blake non si da` per vinto, ma dovra` combattere una battaglia legale in tribunale cercando allo stesso tempo di pararsi dalle interferenze esterne.


questo volume raccoglie tutti gli scritti di saggistica, con particolare attenzione all`argomento letterario, stesi da giorgio bassani nel corso di circa quarant`anni, dai primi anni `40 fino alla fine degli anni `70. un lungo e vario percorso intellettuale e morale, in stretto rapporto con la produzione narrativa e lirica dell`autore: lettere dal carcere, estratti di diari, studi su scrittori italiani e stranieri dell`otto e novecento, pagine di critica artistica. da "le parole preparate", che bassani dedico` a venezia e alla letteratura ispirata dalla serenissima, a "la rivoluzione come gioco", scritto nel 1944, in una roma occupata dai tedeschi, in cui l`autore analizza quell`europa nazista e fascista che fa da sfondo ai suoi romanzi.





il capitano norton, in viaggio verso le terre del sultano, ha una sola certezza, la maesta` e la necessita` della marina britannica. se sa osservare con freddezza i due curiosi individui che lo accolgono a nasso, questa svanisce alla vista di una loro figliola, tanto bella quanto inconsapevole dei doni che racchiude. se la simpatia per la sostanza umana del suo personaggio traspare dall`uso della descrizione e del dialogo, la vera protagonista del racconto e` questa venere omerica "di quelle che guardano con occhio impassibile gli eroi che combattono e muoiono per la loro conquista, sino a che l`esito della lotta non le avra` consacrate al vincitore".



e` un dramma raccontato a tinte forti, su uno sfondo paesano abruzzese. scarfoglio, giovanissimo, era incerto nelle scelte tematiche e linguistiche, guardava maestri come zola, verga, capuana. questa novella, ben tagliata, venne fuori quasi per miracolo tra prove a volte troppo ambiziose, a volte mediocri.









hans kelsen nacque a praga, studio` e insegno` diritto all`universita` di vienna e fu collaboratore per il progetto per la costituzione della repubblica austriaca e giudice presso la corte costituzionale austriaca. nel 1933, prima dell`avvento del potere nazista, si sposto` a ginevra e poi negli usa, dove mori` nel 1973, dopo aver insegnato a harvard e a berkeley, in california. teorico della dottrina pura del diritto, fu uno dei pensatori piu` originali e innovativi, opponendosi sia al giusnaturalismo che al marxismo. mario motta in questo saggio ne analizza il pensiero soffermandosi in particolare sul problema della legittimita` e della forma dello stato, la validita` delle leggi e del potere, questione approfondita da hobbes nel suo libro piu` noto, "il leviatano".

e` possibile il progresso? qual`e` l`origine del male? prendendo le mosse da questi interrogativi, schopenhauer sottolinea la forza liberatrice della conoscenza intellettuale. "se al riparo da buone leggi e lontano dal chiasso e dai rumori si coltiva la conoscenza, non solo si puo` ottenere una soddisfazione che compensa grandemente la "tristizia" insita nella vita sociale, ma anche quest`ultima se ne avvantaggia. quanto piu` ciascuno esercita la propria mente, tanto piu` impara a conoscere l`umana follia, forse prevalente rispetto alla malvagita`, e a far si` che questa non abbia il sopravvento."


prima di prendere un farmaco e` meglio pensarci due volte, e chiedersi se forse il nostro corpo non stia facendo esattamente quello che deve fare: seguendo il paradigma di nesse e williams, pionieri della nuova medicina darwiniana attenta piu` a capire le cause di una malattia che a debellarne i sintomi immediati, si scopre per esempio che i tumori non sono da considerare un`improvvisa follia del corpo ma il prezzo dell`evoluzione dei meccanismi che riparano le cellule. e se siamo cosi` golosi e` perche` i nostri antenati avevano bisogno di immagazzinare piu` zuccheri per sopravvivere. lo stesso vale per l`anemia mediterranea, un tempo utile per difendere il corpo dalla malaria, ora soltanto dannosa.
theophile gautier (1811-1872) e` stato il primo a sfruttare il termine avatar per un romanzo breve, pubblicato nel 1857. ben prima di james cameron. gautier sigillo` un romanzo breve intitolato proprio come il celebre film che ha spopolato due anni fa sugli schermi di tutto il mondo.

"le storie sono quartieri, i personaggi sono strade. il resto e` tempo che passa, voglia di vagabondare e bisogno di guardare. ci ho viaggiato per tre anni, in city. il lettore, se vorra`, potra` rifare la mia strada. e il bello, e il difficile, di tutti i libri: si puo` viaggiare nel viaggio di un altro?" (alessandro baricco)



viva e fascinosa ricostruzione delle vicende, nel 1918, del leggendario reggimento russo preobrazenskij, sperduto nel gelo della siberia alla ricerca dello zar nicola ii prigioniero dei bolscevichi, (premio selezione campiello, premio bergamo, premio hemingway, premio maria cristina, tradotto in 12 lingue) fu accolto al suo apparire, nel 1985, come un`autentica rivelazione, non priva di valore profetico in quanto anticipatore della caduta del regime sovietico in russia di li` a pochi anni. la critica piu` attenta vi riconobbe un talento che non esito` a inserire nella linea fantastico-visionaria della nostra narrativa, quella meno frequentata dal romanzo italiano.

la prima cantonata che distruggo e` quella fissazione in base alla quale giuseppe il fosse per mozart mecenate e protettore invece che l`autore della sua rovina sociale. un lettore quale alberto martioli l`ha subito riconosciuto, in queste pagine, "vittima del demente progressismo radical chic dell`imperatore uscito da una famiglia di mediocri come gli absburgo". seconda cantonata che don giovanni fosse un anticipo romantico d`amore e morte, mentre si rivela un segretissimo plagio di lorenzo da ponte. la terza cantonata e` il cumulo di menzogne e spazzature accumulate in due secoli sulla clemenza di tito. l`ultima cantonata e` colossale e riguarda il cumulo di menzogne e sconcezze sul requiem.

edizione integrale annotata a cura di giuseppe battelli.

(dalla premessa dell`autore).


"calamandrei dal signor preside!": ingenuamente (nel senso nobile che gli dava un altro insigne uomo civile commemorandolo: "un "ingenuo" in parlamento") corrono i ricordi di piero calamandrei, in un toccante lindore di stile e di pensiero. e sembrano, queste fiabe, queste prose memorialistiche (tra cui la bellissima "il lago e la pia"), qualcosa del passato e della terra di toscana casualmente appartenutogli, che lui si dispone lietamente a rendere. era connaturato alla sua moralita` un sentimento della propria esistenza come luogo di passaggio di idee, di ideali, di valori, di "storia" da restituire agli altri in opere e parole: "niente di mio" e` il titolo di una lunga dedica, "il ponte" quello della sua rivista. le prose letterarie raccolte in questo libro sono sparse nell`ordine del tempo, dagli anni dieci ai primi anni quaranta. parte di una produzione minore che accompagno` le piu` ricordate opere giuridiche e l`impegno per il progresso civile nel foro e in parlamento. ma piu` che minore, e` una produzione dilettevole e parallela; calamandrei non nascondeva la tenace vocazione alla letteratura, quasi presupponendola come mezzo di conoscenza all`altro operare: "un varco segreto per accedere ai nascondigli dell`anima vera, per rompere la cerchia dei cuori umani".















se non fosse montato in modo quasi cinematografico, come quei piano sequenza in cui l`occhio della macchina si sposta da un personaggio a un altro intercettandone la storia a ogni incrocio casuale, questo libro probabilmente rischierebbe l`infinita`. e infatti una folla sterminanta quella dei personaggi eminenti che passano e raccontano le vicende, i casi e i capricci dei loro incontri, tra parigi e l`italia. daria galateria ha scavato in un secolo di memorie letterarie, testimonianze, ricordi a caccia delle conversazioni e liaisons parigine: ungaretti, apollinaire, barre`s e d`annunzio; buzzati e camus, malraux e moravia; sciascia e bernard-henry le`vy; ma anche gide con la capria a napoli, a capri malaparte e vailland e sartre e carlo levi a roma.

un atto di lettura e` all`origine di questo giallo storico. la curiosita` dello scrittore viene attratta da un libro, dimesso e periferico in apparenza. lo scrittore precipita nella lettura, ma inciampa in una nota a pie` di pagina. la brevita` della nota stenta a contenere l`immanita` del fatto. recita la nota: "nella lettera del 16 agosto 1956 l`abadessa sr. enrichetta fanara del monastero benedettino di palma montechiaro cosi` scriveva a peruzzo: `quando v. e. ricevette quella fucilata e stava in fin di vita, questa comunita` offri la vita di dieci monache per salvare la vita del pastore. il signore accetto` l`offerta e il cambio: dieci monache, le piu` giovani, lasciarono la vita per prolungare quella del loro beneamato pastore`". il "pastore" delle giovani "pecore", che si lasciarono morire di fame e sete in una lunga agonia, era il vescovo di agrigento giovanni battista peruzzo: il "vescovo dei contadini" che, in nome della giustizia sociale, e a dispetto del professato anticomunismo, aveva messo il suo carisma e la sua possente eloquenza al servizio dei deboli e degli abbandonati: contro gli agrari; e contro quella "struttura di peccato", che era il latifondo incolto. immancabilmente, due proiettili ferirono a morte il vescovo. era una sera d`estate del 1945. dieci monache offrirono le loro vite a dio. il vescovo sopravvisse al baratto. mentre dieci cadaveri si dissolvevano nel silenzio di una strage dimenticata.


la posizione filosofica di ricoeur ormai non costituisce piu` una novita`. questo libro si sofferma sul suo contributo all`elaborazione di una filosofia dell`azione e quindi di un`etica radicata nella storia, saldamente fondata sullo statuto ontologico della persona umana. tale aspetto del suo impegno speculativo e` tanto piu` attuale ed importante in quanto ha preso forma in un momento in cui sembrava che la riflessione sull`azione e quindi sui valori dovesse diventare un capitolo non piu` della riflessione filosofica, ma della ricerca sociologica o psicologica. e appunto in quest`ordine di considerazioni che risiede l`interesse della presente opera. nel suo aspetto piu` immediato puo` sembrare centrata esclusivamente sul confronto tra l`analisi linguistica e la fenomenologia. tuttavia non si limita a definire i termini di questo confronto; delinea piuttosto un itinerario di ricerca che percorre i momenti speculativamente piu` rilevanti di una fenomenologia della volonta` che, pur costituendo il presupposto dell`analisi linguistica, non ha tuttavia in se stessa la ragione ultima del proprio essere. percio` perviene al riconoscimento dell`esigenza di una fondazione originaria, rispetto alla quale il discorso dell`azione, da descrittivo ed analitico, si trasforma in costitutivo e dialettico, cioe` in discorso dell`azione sensata, in etica.

"leggendo questo libro di anna crespi, ci accorgiamo sin dalla prima pagina che l`autrice ci costringe a , ossia cio` che nelle cose e nel divenire, nelle menti e nei desideri, nelle anime e nelle scelte del , non e` percepito dai sensi, si` da essere definito e riconosciuto dall`intelletto. per me che scrivo queste povere annotazioni, la sensazione di avere dinanzi realta` fuggevoli, microscopiche, nuovissime come ed esistenza registrabile dalla memoria, e` stata tanto forte da suscitare quasi sofferenza. questo libro ci costringe a rispondere, accusati come siamo da tutto cio` che poteva essere e non e` stato, che sussurra continuamente senza che ne avvertiamo il suono, che fugge senza essere afferrato poiche` ogni evento di per se` e` indefinibile e immemorabile dal momento che non esiste piu` a partire dall`istante in cui si compie." (quirino principe)

fenoglio e` scrittore epico, sia pure di un`epicita` tragica, dominata dall`esposizione alla sconfitta e alla morte. purtroppo egli ha subito vessazioni editoriali che lo hanno privato della possibilita` di pubblicare, in forma completa e rifinita, il suo capolavoro, quello che usci` postumo col titolo "il partigiano johnny". della grande saga (il di cui fenoglio scriveva a calvino nel `57) fu pubblicata, vivente l`autore, solo la parte iniziale col titolo "primavera di bellezza", che si conclude con la morte del protagonista e quindi con l`impossibilita` di proseguirne le vicende. ma fenoglio e` anche autore di un grande racconto ancora di ambito partigiano, "una questione privata", dominato dal tema della disperata passione amorosa, e di alcune straordinarie narrazioni di ambiente langhigiano, confluite in parte nel precoce "la malora" e in "un giorno di fuoco", uscito nell`anno della sua scomparsa, il 1963.

eloisa e abelardo: una coppia indimenticabile vissuta nel secolo di tristano e isotta. la loro storia, che ha conosciuto travisamenti e misconoscimenti, e` qui ricostruita con rigore attraverso la suggestiva lettura del loro epistolario, in grado di mostrare i due volti dell`umanita` medievale: un confronto tra passione e filosofia, fede e ragione, vissuto in una la cui tensione e densita` restano fuori del comune e percio` altamente emblematiche. lo stile vivace di re`gine pernoud assume come sfondo il secolo xii, caratterizzato da un clima di febbrile ripresa degli studi e da ideali di riforma monastico-religiosa. e inoltre la stagione dell`amor cortese, degli scontri fra eresia e ortodossia, quando l`arte romanica ormai pienamente sviluppata cede il passo ai primi tentativi di . il desiderio di assoluto si snebbia e si umanizza, fornendo le strutture per le grandi somme teologiche della scolastica. l`amore fra eloisa e abelardo e` dunque la storia di due amanti che la vita separa e spinge verso una prospettiva di rinuncia. ma anche dalla privazione l`amore, in un alternarsi di luci e ombre, finisce per trionfare conducendo alla santita`.

i 177 saggi - in inglese, francese e italiano - che compongo questi due volumi illustrati, sono rappresentativi dei migliori studi in tutti i campi della ricerca sul rinascimento. raccolti per onorare joseph connors, direttore di villa tatti dal 2002 al 2010, illustrano anche il ruolo di villa tatti come principale centro di studi sul rinascimento italiano. i saggi trattano di storia dell`arte nelle sue varie specializzazioni, ma anche di storia sociale, economica e politica, letteratura e musica, dal primo rinascimento al xviii secolo. inoltre, vi e` un gruppo di saggi appropriatamente dedicato a bernard berenson - il grande storico dell`arte che di villa tatti fu proprietario e poi donatore alla universita` di harvard - e alla sue attivita` come collezionista e studioso. tutti i 177 autori, alcuni molto noti, sono stati borsisti o ricercatori dell`harvard university center for italian renaissance studies durante gli otto anni in cui connors ne e` stato il direttore.
