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![Sul_Concetto_Di_Ironia-Kierkegaard_Soren](cops/big/9788817170208g.jpg?tit=Sul_Concetto_Di_Ironia-Kierkegaard_Soren&r=74)
pubblicato nel 1841,
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![Aut-aut_-Kierkegaard_Soren](cops/big/9788804671305g.jpg?tit=Aut-aut_-Kierkegaard_Soren&r=78)
"aut-aut", testo chiave dell`esistenzialismo, pubblicato per la prima volta nel 1843, e` anche l`opera in cui il pensiero di soren kierkegaard raggiunge il suo apice. la contrapposizione fra vita estetica e vita etica, il passaggio dall`una all`altra attraverso l`esperienza della disperazione e dell`angoscia, la scelta come fardello esistenziale, il compito della realizzazione di se` in quanto individui: sono questi i temi principali, proposti da kierkegaard con un vigore e una lucidita` che ancora oggi colpiscono il lettore per la loro forza e urgente attualita`.
![Memorie_Di_Un_Seduttore_-Kierkegaard_Soren](cops/big/9788817031592g.jpg?tit=Memorie_Di_Un_Seduttore_-Kierkegaard_Soren&r=77)
"memorie di un seduttore", pubblicato da kierkegaard nel 1843, mette in scena l`astuto ed elegante gioco estetico del seduttore che conquista la sua preda incantandola con le armi dello spirito. si tratta di una figura demoniaca, che arriva a possedere la donna, rapita dalla musica ammaliante della sua arte, per poi abbandonarla in una logorante disperazione. prefazione di gabriella caramore.
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![Malattia_Mortale_la_-Kierkegaard_Soren](cops/big/9788867232253g.jpg?tit=Malattia_Mortale_la_-Kierkegaard_Soren&r=85)
"in un bilancio dell`attivita` letteraria svolta nel 1848, kierkegaard dichiara che `la malattia mortale e` certamente la cosa piu` perfetta e piu` vera ch`io abbia scritta` e la sua pubblicazione, come la scelta dello pseudonimo, gli procuro` pene di spirito senza numero. dalle indicazioni lasciate nelle carte inedite sappiamo che nel suo primo abbozzo l`opera era stata concepita in forma di una serie di `discorsi edificanti` (i talers form) e riusci` invece il trattato piu` teoreticamente teso e organicamente costruito della teologia kierkegaardiana. [...] si puo` ben dire che nessuno scritto da`, piu` di questo, il timbro profondo della sua anima e l`esatta impressione del suo potere di scavare i recessi piu` impervi dello spirito. possiamo senz`altro dire che con `la malattia mortale` si compie una nuova crisi definitiva nell`opera kierkegaardiana, che raggiunge la compiuta forma della sua maturita` e positivita`." (dallo scritto di camelia fabro)
![Ripresa._Tentativo_Di_Psicologia_Sperimentale_Di_Costantin_Constantius_la_-Kierkegaard_Soren](cops/big/9788867230303g.jpg?tit=Ripresa._Tentativo_Di_Psicologia_Sperimentale_Di_Costantin_Constantius_la_-Kierkegaard_Soren&r=25)
"come i greci insegnavano che conoscenza e` reminiscenza, cosi` la filosofia moderna insegnera` che tutta la vita e` una ripresa. [...] ripresa e reminiscenza rappresentano lo stesso movimento ma in direzione opposta, perche` cio` che si ricorda, e` stato, ossia si riprende retrocedendo, mentre la vera ripresa e` un ricordare procedendo. percio` la ripresa, ammesso che sia possibile, rende l`uomo felice, mentre la reminiscenza lo rende infelice, a condizione pero` che l`uomo si dia tempo di vivere e non cominci appena nato a trovare un pretesto per riandarsene, magari con la scusa di aver dimenticato qualcosa. il solo amore felice e` l`amore-ricordo, ha detto un certo scrittore. bisogna convenire che e` giusto, purche` non si dimentichi che esso al principio ha reso l`uomo infelice. l`amore-ripresa e` in verita` il solo amore felice perche` non porta con se`, al pari dell`amore-ricordo, l`inquietudine della speranza, ne` la venturosa trepidazione della scoperta, ne` la commozione della rimembranza, ma soltanto la felice certezza del momento. la speranza e` un vestito nuovo fiammante, che non fa pieghe ne` grinze, ma non puoi sapere se ti va, ne` come ti va, perche` non l`hai mai indossato. il ricordo e` come un vestito smesso, per quanto bello non puoi indossarlo, perche` non ti entra piu`. la ripresa e` una veste che non si puo` consumare, che non stringe ne` insacca, ma dolcemente aderisce alla figura. la speranza e` una bella fanciulla che ci guizza via dalle mani."
![Malattia_Per_La_Morte_-Kierkegaard_Soren](cops/big/9788860366375g.jpg?tit=Malattia_Per_La_Morte_-Kierkegaard_Soren&r=21)
lazzaro, l`amico di gesu`, e` malato. marta e maria, le sorelle, lo mandano a dire a gesu`. "signore, ecco, il tuo amico e` malato". udendo quelle parole, gesu` dice: "questa malattia non e` per la mor-te, ma per la gloria di dio, perche` per essa il figlio di dio venga glorificato" (giovanni 11,4). lazzaro pero` mori`, dunque la sua malattia era mortale. eppure quella malattia non fu per la morte, non fece il gioco della morte, perche` divenne fonte di fede. se quella malattia non e` per la morte, c`e` nella nostra epoca una malattia che sia per la morte? c`e`, risponde kierkegaard, ed e` la disperazione. la disperazione e` il peccato dell`uomo contro il mondo, contro gli altri, contro dio. e la malattia dello spirito, del se`, la malattia che fa desiderare la morte pur tenendo sempre in vita, pur condannando sempre alla vita. per questo la disperazione e` per la morte, e` a servizio della morte senza essere mortale, fa vivere la morte senza concedere la morte. la malattia per la morte, pubblicata nel 1849, e` una fenomenologia della disperazione, e descrive una parabola che va dalla disperazione che non sa di essere tale alla disperazione che sa se stessa e sfida il mondo e dio. e il capolavoro di kierkegaard, in cui i fili della sua riflessione psicologica, teologica e filosofica trovano la piu` alta e compiuta formulazione.
![Pensieri_Che_Feriscono_Alle_Spalle_E_Altri_Discorsi_Edificanti_-Kierkegaard_Soren](cops/big/9788877108432g.jpg?tit=Pensieri_Che_Feriscono_Alle_Spalle_E_Altri_Discorsi_Edificanti_-Kierkegaard_Soren&r=58)
"l`attivita` di uno scrittore che si e` sviluppato un po` alla volta, incominciando con `aut-aut`, cerca qui il suo punto decisivo di equilibrio ai piedi dell`altare, personalmente consapevole meglio di chiunque delle proprie imperfezioni e colpe. egli non si spaccia affatto per un testimone della verita`, ma si considera soltanto una specie di poeta che, "senza autorita`", non pretende di portare nulla di nuovo, ma "ha voluto leggere una volta, e possibilmente in un modo piu` interiore, i tratti originari della situazione esistenziale umana, qualche testo antico, conosciuto e trasmesso dai nostri padri" [...]. detto questo, io non ho nulla da aggiungere. mi sia permesso pero` dire soltanto questo, che e` in un certo modo la mia vita, che e` per me il contenuto della mia vita, la sua pienezza, la sua felicita`, la sua pace e la sua gioia. si tratta di quella concezione della vita, che e` il pensiero dell`umanita` e dell`eguaglianza umana: dal punto di vista cristiano ogni uomo (il singolo), assolutamente ogni uomo, ancora una volta: assolutamente ogni uomo e` egualmente vicino a dio. e com`e` ch`egli e` vicino ed egualmente vicino? perche` e` amato da lui". (dalla prefazione a "due discorsi per la comunione del venerdi`")