


alternando i colori cupi della tragedia a quelli brillanti di una commedia ironica, lo "ione" mette in scena l`incontro della principessa ateniese creusa con il figlio adolescente, da lei abbandonato alla nascita per tenere segreto lo stupro di cui e` stata vittima. autore della violenza e` apollo, dio della verita` oracolare, che ha salvato il bambino e lo ha fatto crescere nel suo santuario di delfi. nell`intreccio si susseguono equivoci, rivelazioni, un avvelenamento e una condanna a morte sventati in extremis. il riconoscimento tra madre e figlio, voluto dalla provvidenza divina ma favorito dal caso, garantisce alla fine, non senza ombre, la felicita` dei protagonisti. l`introduzione e il commento evidenziano, nell`originale disegno di questa moderna tragedia "a lieto fine", i modi in cui la drammaturgia di euripide dissacra il mito di fondazione di atene e della stirpe ionica.


la storia di elettra, la figlia di agamennone che, per vendicare il padre assassinato, ordisce il matricidio e quella delle madri dei sette eroi caduti all`assedio di tebe che supplicano di riavere le spoglie dei loro cari.



le tragedie qui raccolte sviluppano due momenti della saga di ifigenia, la giovane figlia di agamennone sacrificata ad artemide per il successo della spedizione contro troia. centro tematico di entrambi i drammi e` appunto il sacrificio umano: nell`ifigenia in aulide quello della stessa ifigenia, nell`ifigenia in tauride quello di suo fratello oreste che ifigenia, divenuta sacerdotessa nel barbaro paese dei tauri, salvera` dopo un drammatico processo di riconoscimento. ma nonostante il lieto fine, cio` che emana da queste due tragedie dell`estrema maturita` di euripide e` un angoscioso senso di debolezza e di precarieta` della condizione umana, sottratta sia a un disegno provvidenziale divino sia al dominio della ragione. franco ferrari illustra e approfondisce nell`introduzione l`articolazione delle sequenze drammatiche delle due opere.

alcesti, la piu` antica delle tragedie euripidee a noi pervenute (e l`unica a "lieto fine"), rappresenta la folle sfida alla morte in nome dell`amore di una donna, alcesti, appunto. il suo sacrificio esprime la speranza dell`immortalita`, la fiducia che gli dei possano volgere il loro sguardo sugli uomini e offrire loro la salvezza. eraclidi vede invece come protagonisti i discendenti di eracle (gia` presente come personaggio in alcesti), perseguitati da euristeo. sconfitto e imprigionato, costui si riscatta alla fine con un discorso ricco di pathos che ribalta completamente il giudizio espresso sui personaggi nel corso del dramma, mettendo in guardia da ogni facile idealizzazione e da giudizi definitivi. una conclusione inquietante, di folgorante modernita`.




figlio di teseo e della sua prima moglie, ippolito e` un adolescente casto e devoto ad artemide: passa il tempo a cacciare, disdegnando afrodite. per vendicarsi, la dea dell`amore escogitera` un piano crudele, facendo innamorare di lui la matrigna fedra, figlia di minosse e seconda moglie di teseo. da questo spunto nasce la tragedia di euripide presentata in questo volume, con la cura e la traduzione di davide susanetti.

macerie fumanti, cadaveri sanguinolenti, pianti e grida di dolore: troia in fiamme come emblema della caduta di un regno, come luogo archetipico della distruzione e del saccheggio. a partire dal materiale mitico della tradizione arcaica, la drammaturgia di euripide presenta al pubblico lo spettacolo dei crimini di guerra e la deriva di una popolazione devastata. l`orrore e` focalizzato nella prospettiva delle vittime, dei corpi umiliati e spogliati delle loro identita`, delle soggettivita` ridotte a voci sofferenti quanto inermi. attraverso una complessa costruzione di genere, il destino dei vinti si articola in un defile` di figure femminili che rappresentano altrettanti ruoli e altrettante esperienze travolte dalla spirale della violenza. ecuba, andromaca, cassandra: una regina privata del trono, una vedova cui viene ucciso l`unico figlio, una figlia ritenuta da tutti una povera pazza. su tutte incombe il trauma della perdita e dello sradicamento: la partenza verso un altrove che significa schiavitu` e miseria.

in euripide si afferma il tema della famiglia come ciclo e assistiamo alla caduta del`eroe maschile. euripide invece dimostra cosa la donna puo` fare, nel bene e nel male: nei suooi impulsi di generosita`, nella sua astuzia paziente, nella cupa violenza dei suoi sentimenti, nella sua forza distruttiva.

due tragedie "forti", in cui la presenza degli de`i ha ormai solo una funzione di immagine-simbolo di valori immanenti nella vita dell`uomo, come la forza dell`eros e l`ideale della purezza. la protagonista di "ippolito", fedra, e ancor piu` medea sono tra i personaggi piu` drammatici del teatro d`ogni tempo: la tragedia e` tutta interiore, il conflitto e` dentro l`animo delle due straordinarie figure femminili, nello scontro tra le ragioni del cuore e della passione e la lucidita` delle risoluzioni estreme portate a compimento.

con la traduzione integrale delle tragedie di euripide si conclude un progetto di grande rilievo editoriale iniziato da angelo tonelli nel 2000 con la versione completa di eschilo, cui e` seguita nel 2004 quella di sofocle. per la prima volta e non solo in italia, si possono leggere tutte le tragedie greche nella traduzione di uno studioso che e` un profondo conoscitore del greco antico, esperto di drammaturgia antica e moderna, poeta egli stesso e creatore di eventi.

l`infelicita` degli uomini e` la grande e misteriosa tragedia che affascina e tormenta euripide. i suoi personaggi sono complessi e sfaccettati, ricchi di umanita`. due superbe figure femminili dominano questi drammi: ecuba, cui sono stati uccisi i due figli, ed elettra, cui la madre ha ucciso il padre. esse si muovono in un "paesaggio" allucinante, dove i morti condizionano i vivi e il presente e` sovrastato da un ieri che pone le regole, determina gli eventi. l`odio e la vendetta sono la misura di tutte le cose, ma quando la vendetta e` compiuta e l`odio cade, le cose assumono i loro nudi, desolati contorni. il passaggio dall`odio a una sorta di pieta`, che e` conquista euripidea, e` un tema ripreso e approfondito dal teatro europeo del novecento.

tragedia di grande efficacia teatrale e tra le poche che riscossero un immediato successo, questa e` una delle ultime e piu` amare opere di euripide. eteocle e polinice, figli di edipo e suoi eredi, decidono di spartirsi il potere su tebe e di regnare un anno a testa. terminato il proprio anno, eteocle si rifiuta pero` di consegnare il trono al fratello che, forte dell`appoggio del suocero adrasto, re di argo, pone l`assedio alla citta`. tebe sara` salva, ma esito ineluttabile dell`odio tra eteocle e polinice sara` il fratricidio, che segna l`ingloriosa fine della dinastia maledetta dei labdacidi, mentre edipo, vecchio e cieco, andra` in esilio accompagnato dalla figlia antigone.


geniale creatore di superbe figure femminili, problematiche e inquietanti, euripide associa, in queste tragedie quasi "romanzesche", l`osservazione psicologica, sempre profonda e arguta, al gioco agile e leggero della fantasia, lasciando qua e la` affiorare aspetti da commedia. "elena" e "ione" appartengono ai cosidetti "drammi del caso", in cui i destini umani sono affidati non a un provvidenziale intervento divino, ma a un ceco moto d`eventi che ostacolando, mutando e deviando i progetti e le azioni degli uomini fa scaturire dai loro cuori e dalle loro menti una complessa, contraddittoria e molteplice umanita`.

l`argomento del "ciclope" e` la piu` drammatica delle storie narrate da omero nell`odissea, la piu` crudele e dolorosa fra le avventure affrontate da odisseo. la storia dell`incontro con il gigante polifemo, la morte dei compagni dell`eroe divorati dal mostro con una progressiva, disumana "selezione", l`audace e astuta impresa dell`accecamento rivivono sulla scena euripidea in quella sorta di "opera buffa" che e` il dramma satiresco, un tipo di composizione unico nel suo genere e di cui il ciclope e` la sola, preziosa testimonianza pervenuta a noi per intero.

un bambino abbandonato in una grotta, una madre tormentata dai rimorsi, un riconoscimento con lieto fine dopo molte peripezie che comprendono un finto riconoscimento, una trama omicida e un tentativo di linciaggio. lo "ione" e` il piu` antico esempio di dramma a intreccio del teatro europeo. piu` che una tragedia e` una tragicommedia, tutta giocata sugli equivoci dell`identita` e percorsa da un`ironia sottile che fa dei suoi personaggi degli eroi minuscoli, incapsulati nel loro inconsapevole gioco delle parti, ma alla fine riscattati dai capricci del destino. testo originale a fronte.

la vicenda e` una delle piu` note della mitologia greca: oreste, per vendicare la morte del padre agamennone, uccide la madre clitemnestra e il suo amante egisto. dopo il terrribile delitto oreste e` perseguitato dalle erinni, che lo portano alla pazzia: la follia deriva dal pensiero ossessivo del crimine ma anche dalla paura della pena che gli sara` comminata: la condanna a morte. testo greco a fronte.

dopo avere superato le mitiche "fatiche", eracle torna finalmente a casa, appena in tempo per salvare la sua famiglia da un tiranno usurpatore. ma subito dopo, per volere di era, impazzisce e fa strage della propria famiglia. ritornato in se`, invoca la morte inorridito, ma la vera morte sara` continuare a vivere, giorno dopo giorno: la forza dell`uomo, anche il piu` forte, e` nulla al confronto degli de`i, ovvero del destino e dei suoi capricci. una lettura che coglie e sottolinea l`aspetto precario e caduco del destino umano, mille anni fa come oggi. il libro e` corredato di testo a fronte.

una delle ultima opere del grande tragediografo greco. tra terribile e grottesco, una crudele rappresentazione della fragilita` dell`uomo, in cui il mondo stabile degli oggetti familiari vacilla e si muta in un assurdo gioco di fantasmagorie e apparenze.





testo originale a fronte. introduzione di umberto albini. oreste, complice la sorella elettra, ha ucciso la madre clitennestra per vendicare l`assassinio di agamennone e, colpito dalle erinni, giace delirante. la citta` di argo deve decidere la pena per i matricidi. l`amico pilade e` deciso a condividere la loro sorte. prima di morire i tre decidono di vendicarsi di elena e di menelao. gli dei salvano elena e oreste sara` salvato dall`areopago. ifigenia e` destinata dal padre al sacrificio e viene chiamata all`accampamento col pretesto di farla sposare ad achille. la fanciulla, saputa la verita`, accetta di sacrificarsi per salvare l`esercito, ma viene salvata dalla dea, sostituita da una cerva e assunta al proprio servizio.