"si sforzava, suo malgrado, di immaginare quella coppia di stranieri eleganti, sbucata dio solo sa da dove nello studio di un modesto medico di quartiere. pardon aveva capito subito che quei due non appartenevano al suo mondo, ne` a quello di maigret o della gente che, come loro, abitava attorno a rue picpus. "capitava spesso, al commissario, di imbattersi in personaggi di quel tipo, che a londra, new york o roma si sentono come a casa propria, prendono l`aereo come gli altri prendono il me`tro, scendono in alberghi di lusso e, a qualunque latitudine, ritrovano le loro abitudini e i loro amici. "e una sorta di massoneria internazionale, e non solo del denaro, bensi` di un certo stile di vita, di certi atteggiamenti, e anche di una certa morale, diversa da quella del comune mortale. "con loro maigret non si sentiva mai del tutto a proprio agio, e a stento reprimeva un`irritazione che si sarebbe potuto scambiare per invidia".
sullo sfondo - come in un campo lunghissimo di john ford o di sergio leone le montagne dell`arizona, che sembrano "racchiudere il mondo da tutti i lati"; in primo piano un uomo a cavallo, che percorre la pista che conduce alla statale per tucson: il "grande passaggio, attraverso il quale, ai tempi in cui non esistevano ne` treni ne` automobili, erano transitati uomini e mandrie, e buoi, cavalli e carri a migliaia". oggi, 7 ottobre 1947, l`uomo a cavallo, john evans detto curly john, il rispettato proprietario del ranch della giumenta perduta, compie sessantotto anni, ma in sella si tiene ancora ritto come quando ne aveva venti. come quando lui e il suo amico andy spencer erano arrivati dal connecticut in cerca di fortuna. c`e` un punto della pista dove, ogni volta che ci passa, a curly john sembra quasi di "provare il dolore di quel giorno": il giorno in cui, proprio li`, trentotto anni prima, ha ucciso romero, il messicano che qualcuno aveva pagato per farlo fuori. dopo, tutto e` stato diverso: andy, che curly john sospetta di essere il mandante del tentato omicidio, e` diventato per lui valtro, "l`innominabile". ma il caso - una vendita all`asta in cui quasi a malincuore curly john entra in possesso di un vecchio baule verde - cambiera` le carte in tavola. l`amicizia virile, la vendetta, il perdono; e le miniere, il deserto, i saloon e le case da gioco: gli elementi del buon western ci sono tutti, e con questi simenon ci offre una sua trascinante variazione sul tema.
il 19 maggio 1978, con un proiettile calibro 22, marie-jo, la figlia venticinquenne di georges simenon, si uccide nel suo appartamento di parigi. e un suicidio annunciato, e del resto piu` volte tentato: dopo essere stata una bambina difficile, marie-jo era entrata sin dall`adolescenza in un ciclo infernale di cliniche, fughe, ospedali psichiatrici. simenon non raggiunge parigi, ma si preoccupa che siano eseguite le estreme volonta` della giovane, contenute in una lettera straziante trovata accanto al cadavere. nel 1980 lo scrittore compone queste "memorie" per commemorare la figlia, ma anche per placare insieme il dolore e i sensi di colpa e da` vita a una sorta di grande affresco autobiografico.
ma perche` mai proprio all`ispettore lognon, detto dai colleghi il lagnoso - lo jellato da maigret -, uno che non e` mai riuscito a ottenere una promozione, che ha il raffreddore tutto l`anno e quando torna a casa deve pure occuparsi di una moglie ipocondriaca e vessatoria; perche` proprio a lui hanno sparato due colpi di pistola lasciandolo quasi moribondo davanti a un palazzo di avenue junot? quando apprendono che in quel palazzo, da una decina di giorni, lo jellato andava tutte le sere, e che trascorreva la notte con una tale marinette, signorina di bell`aspetto di professione estetista, maigret e il giovane lapointe non possono che sgranare gli occhi e scambiarsi uno guardo interdetto. possibile? i poliziotti non sono stinchi di santo, d`accordo, ma uno come lognon... alla portinaia, che si e` precipitata a soccorrerlo, lo jellato ha sussurrato una sola parola: "fantasma...". che cosi`, a naso, non pare un indizio decisivo, anzi, sembra quasi una beffa. come se non bastasse, della marinette in questione non vi e` piu` traccia: la ragazza sembra scomparsa nel nulla. muovendo da questi pochi elementi, mentre lognon rimane sospeso tra la vita e la morte nel suo letto di ospedale, il commissario cerchera` di dipanare una matassa alquanto intricata. che lo portera` a far luce su una losca vicenda di falsari e di ricattatori, di cui l`ispettore aveva cominciato a seguire le tracce - a suo rischio e pericolo.
"maigret si sentiva meno leggero di quando si era svegliato quel mattino nell`appartamento inondato di sole, o di quando, sulla piattaforma dell`autobus, assaporava le immagini di una parigi variopinta come le illustrazioni di un libro per bambini. la gente aveva la mania di interrogarlo sui suoi metodi. alcuni sostenevano addirittura di saperli analizzare, e allora li guardava con una sorta di beffarda curiosita`, visto che lui, il piu` delle volte, improvvisava, basandosi semplicemente sull`istinto".
e un fulgido maggio, che a maigret ricorda la prima comunione e l`infanzia. quasi una premonizione. perche` non appena comincia a indagare sull`assassinio del conte armand de saint-hilaire, illustre ex ambasciatore ucciso con quattro colpi di revolver nel suo studio in rue saint-dominique, il commissario ha davvero l`impressione di regredire pericolosamente all`infanzia, quando a saint-fiacre la contessa appariva, a lui, figlio dell`intendente del castello, nobile, elegante e irraggiungibile come l`eroina di un romanzo popolare. insigni diplomatici, funzionari beffardi e pieni di sicumera, quartieri eleganti, residenze squisitamente armoniose. proprio l`ambiente in cui maigret si sente piu` a suo agio, non c`e` che dire. e la fase di impregnazione con cui s`inaugura ogni sua inchiesta e` questa volta piu` che mai fatta di esitazione, impaccio, timidezza. e poi tutti sembrano irreali, sfocati, inconsistenti, quasi appartenessero a un mondo svanito: il conte, isi - la principessa cui ha dovuto rinunciare ma che ha continuato ad amare, da lontano, con incrollabile tenacia, per cinquant`anni, come se fosse una creatura eterea e soprannaturale -, la devota governante jaquette, che ha lo sguardo fisso di certi uccelli, il gelido nipote alain. l`unico dato reale sono i quattro colpi di pistola che l`assassino ha sparato con ferocia. un caso frustrante, un delitto privo di una spiegazione plausibile. condurre a termine l`inchiesta, per maigret, e` come acchiappare una nuvola. o il passato.
"sei cosi` bello" gli aveva detto un giorno andre`e "che mi piacerebbe fare l`amore con te davanti a tutti...". quella volta tony aveva avuto un sorriso da maschio soddisfatto: perche` era ancora soltanto un gioco, perche` mai nessuna donna gli aveva dato piu` piacere di lei. solo quando il marito di andre`e era morto in circostanze non del tutto chiare, e tony aveva ricevuto da lei il primo di quei brevi, sinistri biglietti anonimi, solo allora aveva capito, e aveva cominciato ad avere paura. ancora una volta, nel suo stile asciutto e rapido simenon racconta la storia di una passione divorante e assoluta, che non indietreggia nemmeno di fronte al crimine. anzi, lo ripete.
maggio 1940. le truppe della wehrmacht dilagano in belgio e minacciano i confini della francia. dalle ardenne sciami di profughi lasciano le loro case prendendo d`assalto i pochi treni disponibili. nel carro bestiame di un convoglio che procede lentissimo verso la rochelle, un uomo mediocre, miope e di salute cagionevole, un uomo con una piccola vita mediocre e mediocremente serena, incontrera` una donna di cui non sapra` altro, nelle poche settimane che passeranno insieme, se non che e` una ce`ca di origine ebrea, e che e` stata in prigione a namur. fra loro, all`inizio del viaggio che li portera` fino alla rochelle, non ci sono che sguardi, ma un po` alla volta, senza che nulla sia stato detto, le due solitarie creature diventano inseparabili; finche`, durante la prima notte che passano l`una accanto all`altro sulla paglia per terra, confusi fra altri corpi sconosciuti, accadra` qualcosa di inimmaginabile. sara` l`inizio di una passione amorosa che li isolera` da tutto cio` che accade intorno a loro (l`occupazione tedesca, i convogli di sfollati, il tendone da circo che li ospita insieme ad altre decine di profughi), chiudendoli in un bozzolo fatto di desiderio, di gioco e di una scandalosa, disperata, effimera felicita`.
in una piovosa notte di ottobre una contessa italiana ingoia un tubetto di gardenal nel suo lussuoso appartamento del georges v (uno degli alberghi piu` eleganti di parigi), e alle tre del mattino fa chiamare un medico perche` ha cambiato idea e non vuole piu` morire, e viene quindi trasportata d`urgenza all`ho`pital ame`ricain di neuilly. a lucas pare un evento di cosi` secondaria importanza da non doverlo neanche segnalare a maigret quando il commissario arriva in ufficio la mattina seguente. povero lucas: sara` uno sbaglio gravido di conseguenze, e destinato a complicare l`esistenza di maigret e di tutta la polizia giudiziaria. perche` poche ore dopo, in un`altra stanza dello stesso albergo, e per la precisione nella vasca da bagno, viene scoperto il cadavere del famoso colonnello ward, un uomo d`affari miliardario che guarda caso era l`amante proprio della bella contessa italiana. da parigi a nizza, da monte carlo a losanna, e da qui di nuovo a parigi, stavolta a maigret tocchera` fare il giro dei luoghi preferiti da quello che viene comunemente definito il jet set internazionale.
e una notte interminabile, lunga come una vita, quella in cui si decide il destino di adrien josset, patron di una prospera industria farmaceutica, la josset & virieu. il padre della sua segretaria-amante, la giovane, fresca, scialba annette, lo ha accusato di aver gettato il disonore sulla famiglia e ha preteso una pronta riparazione. e poche ore dopo, rientrando nella quiete elegante di auteuil, ha trovato - cosi` almeno sostiene - il corpo senza vita della moglie, sgozzata e trafitta da ventuno colpi di pugnale. ma forse il suo destino si era deciso gia` anni prima, quando, squattrinato aiuto-farmacista, aveva sposato christine lowell, libera, disinvolta, capricciosa ed enormemente ricca. si`, forse e` stato quel "passage de la ligne" a decidere del suo destino - e a perderlo. perche` ora lo "smart set" che ha sempre giudicato christine "adorabile" malgrado la sua inclinazione per l`alcol e i barbiturici e le schiere di "protetti" di cui si circondava, e lui tutt`al piu` "un bravo ragazzo" malgrado l`innegabile talento e il successo, non ha esitazioni: josset l`usurpatore, josset l`infiltrato, josset l`ambizioso senza scrupoli non puo` che essere il colpevole. e, quel che e` piu` grave, ne e` convinto anche il giudice come`lieu. questione di casta, no? adrien puo` contare solo su maigret.
jonas non ce l`aveva con lei. neanche adesso che se n`era andata. sapeva che gina non era cattiva. anzi, era convinto che si sforzasse di essere una brava moglie. gina era arrivata in casa sua come domestica; nella piccola libreria di libri d`occasione era entrata un giorno, ancheggiando e portandosi dietro un caldo odore di ascelle. quando lui le aveva chiesto di sposarlo, sulle prime aveva rifiutato: "ma lo sa che genere di ragazza sono io?" gli aveva chiesto. si`, lo sapeva, come tutti in paese; ma voleva solo che lei fosse tranquilla. ora lo aveva abbandonato, portandosi via l`unica cosa preziosa che lui possedesse, i suoi francobolli, e jonas era stato colto da una vertigine. per questo aveva cominciato a mentire. e per questo tutti, in paese, avevano cominciato a sospettare che fosse stato lui, il piccolo ebreo russo a cui nessuno era mai riuscito a dare del tu, a farla sparire.
"d`improvviso ci si trovava immersi in un universo spersonalizzato, dove le parole di tutti i giorni erano come monete fuori corso, dove i fatti piu` quotidiani si traducevano in formule oscure. la toga nera dei giudici, l`ermellino, la toga rossa dell`avvocato generale accentuavano ancor piu` quell`impressione di rituale immutabile dove l`individuo veniva annullato. "eppure il presidente bernerie conduceva i dibattimenti con la massima pazienza e umanita`. non metteva fretta ai testimoni, non li interrompeva quando sembravano dilungarsi in dettagli inutili. "con altri magistrati, piu` rigidi, a maigret era capitato di stringere i pugni per la stizza e l`impotenza. "anche oggi sapeva di aver dato solo un riflesso spento, schematico, della realta`. tutto cio` che aveva appena detto era vero, ma non era riuscito a far sentire il peso delle cose, la loro intensita`, il loro fremito, il loro odore".
sara` perche` e` l`indomani del giorno dei morti o perche` mancano due anni alla pensione, ma il commissario preferirebbe starsene a chiaccherare nel suo ufficio con una vecchia conoscenza, gre`goire brau. e invece gli tocca occuparsi dell`assasinio del direttore di un biscottificio prossimo al fallimento, in una casa che in passato e` stata lussuosa e dove ora ogni cosa e` sporca e rotta e maigret prova subito una "sensazione di irrealta`". inoltre, la famiglia, ripiegata su se stessa, si chiude subito in un silenzio ostile, opponendo all`indagine un muro di omerta`.
calma piatta al quai des orfe`vres. sono i primi giorni di gennaio, del resto, e non puo` essere che cosi`. anche il commissario prova un po` di malinconia. tanto piu` che la signora maigret non sta bene: i primi acciacchi, le piccole riparazioni obbligate - lo spettro della vecchiaia. e dunque un maigret tetro e assente ad ascoltare lo sfogo di xavier marton, un uomo comune, in apparenza, del tutto simile alle migliaia di commessi che alle sei di sera si precipitano verso il me`tro. ma marton e` convinto che la moglie cerchi di avvelenarlo. imprevedibilmente, la donna si presenta a sua volta da maigret. ha classe da vendere, e` bella, elegante, e inquieta: il marito soffre di depressione, di manie di persecuzione, e lei teme il peggio. chi dei due e` il folle? o si tratta forse di una coppia diabolica, visto che c`e` in ballo un`assicurazione reversibile da dieci milioni di franchi? e che parte ha nella vicenda la sorella di lei, jenny, il genere di donna che ogni uomo sogna di proteggere e amare? addio calma piatta. strana storia, comunque. confusa e complicata. c`e` un movente ma non ancora un delitto. e maigret ha le mani legate. tutte le inchieste che ha sin qui condotto gli paiono, d`improvviso, di una semplicita` quasi puerile. non si e` mai sentito tanto insicuro. ha davanti a se` un`inchiesta impossibile: non deve ricostruire un crimine, ma prevedere un comportamento. forse, piu` che un commissario di polizia, occorrerebbe uno psichiatra.
sui giornali del mattino non c`era nulla. si accontentavano di riproporre, con minori dettagli, quanto pubblicato il giorno prima sui fogli della sera. improvvisamente si era creato un vuoto, come se il caso fosse giunto a un punto morto. si sentiva frustrato. il suo primo pensiero fu: "ma che diavolo fanno?". pensava a janvier e agli altri del quai des orfe`vres: risolvere il problema era il loro mestiere, no? passarono diversi minuti prima che il suo senso dello humour riprendesse il sopravvento e lui riuscisse a farsi beffe di se stesso. aveva reagito da lettore medio: non gli avevano servito la sua sbobba biquotidiana e ne era indispettito. per un momento aveva avuto l`impressione che la polizia non facesse il suo dovere...
quando nell`enorme e flaccido uomo d`affari che il capo gli ha chiesto di trattare con ogni riguardo (e` il re delle macellerie, e amico personale del ministro) maigret riconosce ferdinand fumal, un vecchio compagno di scuola soprannominato palla di lardo, non riesce a trattenere un certo fastidio. il padre di fumal aveva tentato di corrompere suo padre e lui ricorda ancora la rabbia e l`umiliazione che aveva letto sul volto di quell`uomo onesto e buono. ma quando palla di lardo verra` ucciso, maigret non potra` sottrarsi a un certo senso di colpa...