



















"i canti di maldoror" del sedicente conte di lautreamont - nato col nome di isidore ducasse a montevideo nel 1846 da genitori francesi, e morto a soli 24 anni a parigi in circostanze misteriose, come fu la sua vita - sono un grande poema dell`inconscio, pieno di ferocia, idee morbose e deliri, un vorticoso racconto demoniaco, smodato e ironico, in cui si susseguono sanguinose atrocita, sadiche efferatezze e crudeli trasgressioni delle norme sociali dell`epoca. una delle imprese letterarie piu radicali dell`ottocento. blasfemi, erotici, a tratti grotteschi, questi "canti" allucinati catturarono l`immaginazione di diversi artisti e scrittori: modigliani, verlaine, gide, breton... e non sorprende che i primi ad apprezzare questo libro eccessivo e sconvolgente furono proprio i surrealisti. come disse il loro capofila: "tutti i pensieri e le azioni piu audaci che si compiranno nei secoli, hanno trovato qui una formulazione preliminare nella loro legge magica". con questa raffinata versione del poema, singolarissima e allo stesso tempo intimamente fedele, luca salvatore ha vinto il premio "citta di monselice" per la traduzione letteraria. con la prefazione di maurice blanchot.

"tutti quei morti ammazzati, e io ancora senza giustizia". serve coraggio quando si parte, ma a volte ne serve ancora di piu quando si torna. e il luglio del 1940, l`italia e in guerra. ricciardi - preoccupato per la figlia marta e per i suoceri, in grave pericolo a causa delle origini ebraiche - ha ormai trasferito la famiglia a fortino, il paese dove e nato. li, nei luoghi dell`infanzia, sperava di avere un po` di quiete. invece, mentre in citta il fido brigadiere maione cerca di salvare un comune amico da morte certa, tra le montagne del cilento il commissario e messo faccia a faccia con un passato che avrebbe voluto scordare. per lui, e non solo per lui, e arrivato il momento di regolare i conti con la propria storia. del resto e questo, quasi sempre, il destino di chi torna.

davvero il destino di ciascuno di noi e gia scritto? e questo che pensano gli ex alunni della iii a quando, superato l`esame di maturita, siglano il "patto sciagurato" che li vincolera fino all`ultimo giorno. del resto il tempo della scuola e l`unico a rimanere immobile: anche dopo trent`anni non saranno le rughe o i chili in piu a contraffare la sagoma di un vecchio compagno di banco. ma quando di mezzo ci sono il demone della competizione e il miraggio di un premio favoloso le variabili si moltiplicano. e cosi un accordo nato quasi per scherzo si tramuta in una sfida senza esclusione di colpi per rimanere in vita il piu possibile. michele mari ha scritto un romanzo commosso e giocoso, svelando con perfido divertimento le pulsioni che si nascondono dentro l`amicizia. perche in questa storia, prima di un imprevedibile finale, vale il contrario di quanto recita il proverbio: chi perde un amico trova un tesoro. 22 luglio 1975: la data fatidica in cui una classe del liceo, festeggiando con una cena il primo anniversario dell`esame di maturita, decide di stipulare un accordo di sangue e denaro. ognuno dei trenta ex alunni versera tutti gli anni una cifra, e il capitale sara investito in modo da generare - col trascorrere dei decenni - un`autentica fortuna. il meccanismo e semplice: la riffa terminera quando saranno rimasti in vita soltanto tre compagni di classe, e a quel punto i superstiti potranno godere del montepremi... ma i rancori sopiti, gli amori taciuti, le promesse e le invidie nate sui banchi di scuola s`infiammano un anno dopo l`altro. e quando ogni 22 luglio si rivedranno a cena, si informeranno dei malanni altrui per prevedere il prossimo di loro che passera a miglior vita. fino a trasformare i protagonisti di questa storia in giocatori seduti al tavolo di un`immaginaria roulette, "per i quali indovinare un numero significa desiderarlo, se non altro per poter continuare a giocare". e si sa che ogni gioco ha le sue regole e i modi per aggirarle: scommesse c

cosa succede quando un autore come marco presta decide di scrivere il suo "canto di natale" con un occhio a dickens e uno al nostro mondo? che ne viene fuori un libro divertentissimo, umoristico nel senso piu alto del termine. in una roma abbagliata dalle luminarie natalizie e dai buoni sentimenti, un produttore discografico inaridito non smette un secondo di lavorare. ma tra un incontro e l`altro con i suoi artisti arroganti e senza talento, questo scrooge contemporaneo riesce persino a confondere la pastiglia della pressione con una ben piu lisergica pilloletta. ed ecco che intorno a lui cominciano a capitare cose strane... aurelio scrocchia, produttore musicale di mezza eta, nei giorni prima di natale si aggira cupo per il centro di roma incontrando gli artisti della sua casa discografica e ragionando cinicamente sugli uomini e sulla vita. intorno a lui, implacabile, la bonta a mano armata dei dannati dello shopping natalizio. aurelio e un uomo di successo, disilluso e senza piu obiettivi. da ragazzo sognava di diventare un grande musicista, ora promuove cantanti che lo disgustano. tra questi c`e salome, una giovane performer che si esibisce solo con l`autotune, il correttore vocale che permette a chiunque di stare davanti a un pubblico senza fare brutte figure. salome cantera "adeste fideles" in uno show televisivo la notte della vigilia, e scrocchia sta organizzando il grande evento. ma accade qualcosa che sparigliera tutto. al posto del solito farmaco per la pressione, scrocchia trangugia per sbaglio un potentissimo alcaloide che gli e stato generosamente rifilato da un trapper della sua scuderia. in preda a buffe allucinazioni, sballottato da una visione improbabile all`altra, aurelio si trova di fronte tre personaggi bizzarri, i proverbiali fantasmi di dickensiana memoria, che lo obbligheranno a ripensare alla propria esistenza e ai tanti errori commessi, a quello che voleva essere e a quello che invece e diventato. e come in ogni "canto di natale" che si ri

alla loro comparsa, nel 1726, "i viaggi di gulliver" conquistarono immediatamente un pubblico vastissimo e trasversale: se i bambini erano catturati dalla sua trama fantastica, i politici ne coglievano il veleno satirico, riversato sugli eventi e la societa contemporanea. da allora, il libro ha continuato a esercitare un fascino duraturo su lettori di ogni genere, distinguendosi come un unicum nella letteratura mondiale per la sua capacita di agire su piu livelli. il primo piano e quello della pura invenzione narrativa: swift costruisce mondi che funzionano come fiabe geometriche, dove la meraviglia e regolata da una logica ferrea. nei quattro viaggi compiuti da lemuel gulliver, il lettore assiste attraverso il suo sguardo a un`infinita serie di prodigi - minuscole cucitrici che infilano invisibili fili di seta in altrettanto invisibili aghi, vespe grandi come pernici e rumorose come cornamuse, un`isola che fluttua in cielo grazie a un enorme magnete e a un assale di diamante -, e vi si abbandona con la curiosita rapita dei bambini. ma oltre a stimolare l`immaginazione visiva, swift mette alla prova la nostra capacita di interpretazione. nei "viaggi di gulliver", le apparenze spesso ingannano, e l`ironia - tagliente e corrosiva - permea quasi ogni frase. non e un caso che, nell`ultimo capitolo, il giuramento che il protagonista pronuncia per affermare la propria sincerita riecheggi le parole di sinone, l`ingannatore che condusse i troiani a spalancare le porte al cavallo di legno. e a un ulteriore livello, sotto la satira, oltre la favola, resta la domanda portante dell`opera: che cos`e davvero l`essere umano? sovrano della natura o insetto che si crede re? meschino come un lillipuziano, feroce come uno yahoo, o ingenuo come il "gullible" gulliver? swift non fornisce risposte, ma voltata l`ultima pagina chi legge ha la sensazione di aver guardato l`umanita intera attraverso una lente deformante - e di avervi scorto, alla fine, il proprio volto. grazie all`ampio corr

come si diventa psicoanalista? gia dai tempi di freud era diventato evidente che per poter analizzare occorre che colui che si dedica a questo compito sia stato egli stesso analizzato da uno psicoanalista. ma chi decide che il lavoro di analisi si sia concluso in modo adeguato? nelle societa psicoanalitiche ci si attiene in generale al giudizio dell`analista e alla cooptazione di altri associati. lacan considera che tutto cio non sia sufficiente. perche una fine di analisi sia tale occorre che il fine dell`esperienza analitica sia raggiunto per via di un attraversamento che lacan aveva gia delineato nel "seminario" precedente, "la logica del fantasma". uno psicoanalista e il risultato della propria esperienza analitica portata al suo termine logico. per questo motivo lacan puo definire l`atto analitico "come il momento elettivo del passaggio dello psicoanalizzante a psicoanalista", atto che in linea di principio "e a portata di ogni entrata in analisi", come scrive nel "resoconto del seminario" redatto per l`"annuaire" dell`ecole pratique des hautes etudes.

"sono duecento metri sopra il vuoto, sto scalando una parete rocciosa che conosco bene. le mie mani perdono presa, capisco che e tutto finito. per gusto della sfida, ho sempre arrampicato a mani nude, senza corde. sapevo che un giorno l`avrei pagata. mi chiamo marceau miller, sono un romanziere di successo. domani sulla mia pagina wikipedia sotto la riga "nascita" potrete leggere: "morte: 16 maggio 2021 (40 anni)"". la tragica fine di uno scrittore di successo e un enigma la cui soluzione si trova, forse, in un manoscritto scomparso. sono in molti a voler leggere quelle pagine. chi perche vuole scoprire la verita. chi perche ha interesse a pubblicarle. chi perche ha paura contengano indicibili segreti e pericolose confessioni. marceau miller e lo pseudonimo dietro cui si nasconde l`autore di questo mystery, diventato un caso editoriale. la sua identita e a oggi sconosciuta. un autore di bestseller vive un`esistenza all`apparenza perfetta. e felicemente sposato, ha due figli e una magnifica casa in un posto da sogno. eppure non fa che sfidare la morte pilotando un ultraleggero, immergendosi nelle profondita del lago di ginevra o arrampicando in solitaria. uno sprezzo del pericolo che cela un tormento, quello per la scomparsa della sorella avvenuta vent`anni prima. quando il suo corpo viene ritrovato ai piedi di una parete di roccia, la gendarmeria pensa di archiviare il caso come incidente. la moglie, pero, ha dei dubbi. troppe cose non tornano, a partire dalla sparizione dell`ultimo romanzo del marito, la cui unica copia doveva essere custodita nel caveau di una banca. la ricerca del manoscritto diventa un`autentica caccia al tesoro, complicata da strani indizi e false piste. e sempre piu una domanda si ripropone in modo assillante: chi era, davvero, marceau miller?

"hitopade?a" e una raccolta di favole, novelle e apologhi, ed e uno dei capolavori della letteratura sanscrita. l?opera fu composta nell?india nordorientale, tra il ix e il xiv secolo. malgrado l?origine popolare di molte favole, "hitopade?a", come gia il "pancatantra", e un testo dotto e raffinato, destinato a un pubblico di corte. un grande saggio accetta l?incarico offertogli da un sovrano di insegnare ai suoi tre figli - sprovveduti e indolenti e che pensano solo ai piaceri - la scienza politica e l?arte di raggiungere il successo mondano. l?insegnamento e esposto in quattro libri, ognuno introdotto da un racconto cornice. si susseguono cosi favole, racconti e frasi tratte dal tesoro letterario ancestrale dell?india. storie che spesso hanno come protagonisti gli animali, ma che danno risposte astute e pragmatiche a una serie di situazioni, problemi e dilemmi molto umani.

due fratelli pronti a combattere in difesa di cio che hanno conquistato. pronti, se occorre, anche a uccidere. di nuovo. senza dubbio, i fratelli opgard hanno avuto successo nella vita. o, perlomeno, ne hanno avuto quanto e possibile in un paesino come os: un migliaio di anime aggrappate a una montagna, apparentemente dimenticate da dio e dagli uomini. carl dirige un lussuoso hotel con spa, mentre roy ha in mente un progetto ambizioso: un parco dei divertimenti con un ottovolante tra i piu alti e paurosi del mondo. e si potrebbe ottenere ancora di piu, per esempio ingrandendo l?hotel. se non fosse che l?ente nazionale per le strade ha deciso di far scavare una galleria in quella montagna, spostando la statale e ostacolando cosi il turismo a os. nel frattempo un agente rurale vuole indagare sul baratro noto come curva delle capre e sulle carcasse delle automobili che ci sono finite dentro, spesso grazie a una spinta dei fratelli... ancora una volta, dunque, carl e roy devono cancellare le proprie tracce e sporcarsi le mani, probabilmente di sangue. ancora una volta, devono essere disposti a tutto, pur di salvare i loro interessi. un grandioso, esplosivo romanzo sulla lealta, i legami familiari, la passione e la lotta contro i poteri forti. una storia carica di suspense che vi portera in una comunita in crisi e vi fara incontrare - o rincontrare - due fratelli tanto discutibili quanto indimenticabili. il ritorno dei diabolici carl e roy opgard, gia protagonisti de "il fratello", uno dei romanzi piu straordinari di jo nesb .

pinocchio, burattino birbante. pinocchio, figliuolo scellerato. pinocchio, bugiardo impenitente. pinocchio, bambino tra i bambini, nato da un pezzo di legno. in questa edizione, il romanzo italiano piu` letto al mondo interpretato dallo sguardo sensibile e colto di un grande artista contemporaneo.

corrado e` un professore che ogni sera lascia una torino buia e bombardata per rifugiarsi sulle colline circostanti. ma quando la guerra lo raggiunge fin li`, decide di ritirarsi su altre colline, piu` lontane ancora, quelle in cui e` cresciuto. lungo la strada incontra sparatorie, morti, sangue umano misto alla benzina fuoriuscita dagli autocarri. l`innocenza e` perduta per sempre e il conforto non puo` arrivare neppure dalla terra delle origini, perche` niente e` piu` come prima. il momento piu` alto della maturita` dello scrittore cesare pavese, la storia di una solitudine individuale di fronte all`impegno civile e storico; il superamento dell`egoismo attraverso la scoperta che ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione. il romanzo simbolo dell`impegno politico e del disagio esistenziale di un`intera generazione.

pubblicato nell`aprile del 1950 e considerato il libro piu` bello di pavese, "la luna e i falo`" e` il suo ultimo romanzo. il protagonista, anguilla, all`indomani della liberazione, torna al suo paese delle langhe dopo molti anni trascorsi in america e, in compagnia dell`amico nuto, ripercorre i luoghi dell`infanzia e dell`adolescenza in un viaggio nel tempo, alla ricerca di antiche e sofferte radici. storia semplice e lirica insieme, costruita come un continuo viavai tra il piano del passato e quello del presente, la luna e i falo` recupera i temi civili della guerra partigiana, la cospirazione antifascista, la lotta di liberazione, e li lega a problematiche private - l`amicizia, la sensualita`, la morte -, in un intreccio drammatico che conferma la totale inappartenenza dell`individuo rispetto al mondo e il suo triste destino di solitudine.



quale fu l`atteggiamento dei greci nei confronti delle civilta` dei celti, degli ebrei, dei romani e degli iranici con le quali essi entrarono in contatto, soprattutto nella fase declinante della loro storia politica? e quali le acquisizioni culturali che quei tre secoli (dal quarto al primo avanti cristo), sotto la spinta della dinamica potenza romana, vennero definitivamente consegnate in eredita` alla successiva civilta` europea? a distanza di circa quarant`anni dalla prima edizione, il saggio dedicato da arnaldo momigliano alla formazione della civilta` occidentale non ha perso nulla della sua esemplare originalita` e forza di penetrazione, individuando, da un`angolazione storica e antropologica insieme, nodi e nessi cruciali per la comprensione globale del mondo antico.

pietro e` un ragazzino di citta`, solitario e un po` scontroso. la madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri e` il suo talento. il padre e` un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. i genitori di pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle tre cime di lavaredo. la montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l`orizzonte lineare di milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. quando scoprono il paesino di grana, ai piedi del monte rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: pietro trascorrera` tutte le estati in quel luogo "chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l`accesso" ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. e li, ad aspettarlo, c`e` bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa eta` ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. iniziano cosi` estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piu` aspri. sono anche gli anni in cui pietro inizia a camminare con suo padre, "la cosa piu` simile a un`educazione che abbia ricevuto da lui". perche` la montagna e` un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sara` il suo lascito piu` vero: "eccola li, la mia eredita`: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino". un`eredita` che dopo tanti anni lo riavvicinera` a bruno.















