in questo breve diario di guerra si ritrovano le reazioni immediate ai drammatici fatti dell`attualita`, ma anche la traccia della riflessione dell`autore. l`attentato dell`11 settembre 2001 e` gia` stato abbondantemente commentato, e forse non sarebbe interessante aggiungere nuove generiche riflessioni se l`evento non portasse, come nel caso di auge`, alla necessita` di ripensare alcune categorie di uso corrente, per cercare di capire che cosa accade e che cosa stiamo vivendo, per resistere al flusso impetuoso di un`attualita` tanto spettacolare quanto programmata e mantenere una distanza critica rispetto agli avvenimenti.
in realta` las vegas non e` altro che il nostro stesso orizzonte urbano: tutto cio` che e` stato costruito nel cuore del deserto a sud del nevada, la superpotenza dell`"entertainment" come senso dell`esistenza, l`organizzazione della citta` in funzione dei negozi e dei luoghi di divertimento, l`animazione permanente che regna giorno e notte per le strade, le architetture a tema che coniugano seduzione commerciale e immaginario infantile, la dipendenza beata dei cittadini dall`oppio spettacolare e mediatico, tutto questo e` qualcosa che conosciamo gia`. offerta rituale al dio divertimento e cimitero di insegne, trasfigurazione del banale e infinita variazione sul tema, sublimazione del grottesco al di la` del bello e del brutto, sogno americano.
l`autore racconta come, dopo vent`anni di ricerca medica, egli scelse di lavorare da indipendente nella sua casa. qui ha svolto negli ultimi trentacinque anni ricerche sullo spazio e sulla radioattivita` delle sostanze chimiche, fino a inventare l`"electron capture detector", che consenti` di rilevare la presenza diffusa di pesticidi e altri prodotti pericolosi. la sua scoperta dell`accumulazione di clorofluorocarburi nell`atmosfera apri` la strada allo studio del buco nello strato di ozono. ma la sua fama e` legata soprattutto all`ipotesi su gaia, che ha modificato il nostro modo di vedere il pianeta su cui viviamo e di cui stiamo minando gli equilibri.
figura della giovinezza e della femminilita`, la jeune-fille trae origine dal fallimento del femminismo. buona soltanto a consumare, e` nello stesso tempo il piu` lussuoso bene di consumo in circolazione, la merce-faro che serve a vendere tutte le altre, la merce autonoma, che parla e cammina, la cosa finalmente vivente. costruito come un`alternanza di aforismi e di spunti di riflessione, questo testo propone una lettura del presente che va ben oltre la divertita nota di costume. tiqqun e` il nome collettivo che pubblica a parigi l`omonima rivista.
il libro riunisce le testimonianze autobiografiche, raccolte in interviste registrate, di dodici donne partigiane piemontesi: nelia benissone, lucia canova, albina caviglione, anna cinanni, teresa cirio, tersilla fenoglio, lidia fontana, rita martini, elsa oliva, rosanna rolando, maria rovano e maria rustichelli. chiamate dalla storia a combattere in un mondo in sfacelo, queste donne si esposero senza esitare a tutti i rischi della guerra partigiana. i valori e i caratteri del mondo femminile, sviluppatisi durante la millenaria soggezione e in risposta a questa, diedero anche alla nostra resistenza una ricchezza che non avrebbe raggiunto altrimenti.
sembra che nella realta` contemporanea sia operante una sorta di "legge del consumo" che regola il funzionamento dell`intera societa`. una legge che impone in maniera crescente a tutti gli individui di comportarsi sempre e comunque da consumatori. come se soltanto con il contributo delle merci gli individui possano trovare una loro collocazione. giunto al suo limite estremo, il processo di mercificazione crea in tal modo una forma di dipendenza totale, che comincia col bombardamento pubblicitario di cui sono oggetto i bambini fin dalla piu` tenera eta`.
i luoghi di transito, come gli aeroporti, o di spensierato relax, come hotel e villaggi di vacanze, stanno diventando facile obiettivo di una violenza che spaventa, ma che ci si ostina a non capire. sempre piu` spesso ne sono vittima innocenti turisti, in quanto "ambasciatori" di un`antipatica societa` opulenta. dopo i cannibali e i briganti, i terroristi: la paura del rischio ha prodotto e sta generando un turismo sorvegliato e militarizzato. inseguendo e smascherando la logica del controllo della mobilita`, questo ragionamento antropologico sul "corpo andante" spazia dall`antica persecuzione dei vagabondi agli scenari immaginati dalla fantascienza, avanzando al tempo stesso una critica delle vacanze blindate e dell`ossessione per la sicurezza.
g.l.a.m. sta per "geld", soldi, "liebe", amore, "arbeit", lavoro, "meer", mare. oppure per "grau", grigio, "lustig", allegro, "armband", braccialetto, "mutter", madre. e un diario di viaggio, un album di schizzi, un libro illustrato. parla di amici, di fiducia, errori, feste, disperazione, lontano da casa, gioia, famiglia. un racconto scritto e fotografato durante i viaggi a bangkok e berlino.
e stato marcel griaule a rivelare all`occidente la cultura dei dogon con il suo saggio, "dio d`acqua". approfondendo le indagini paterne, l`autrice ha concentrato la sua attenzione sulla nozione di "parola" e sull`importanza che ha presso quel popolo. dallo studio dei comportamenti linguistici dei dogon emerge un contesto sociale e culturale, con le sue concezioni del mondo, le strutture minutamente codificate, l`uso magico della parola per risolvere o prevenire le tensioni, la ricca creativita` figurativa e musicale.
uomo della strada, uomo di massa, uomo-massa: cosi` potrebbe essere definito il bloom - figura della banalita` che prende il posto del personaggio dell`"ulysses" di joyce - fratello della "jeune-fille" tratteggiata dal collettivo tiqqun. come tra lei e la sua immagine non c`e` nulla, cosi` il bloom e` l`uomo a tal punto confuso con la sua alienazione che sarebbe assurdo volerli separare. una uniformita` e conformita` ormai totalmente costitutive della realta` sociale, entrambe condizioni di quella "concorrenza mimetica" cui il suo niente interiore spinge il bloom. nella societa` dello spettacolo, di cui il volume approfondisce gli estremi sviluppi, "essere" significa "essere diverso", nel senso del "siate diversi, siate voi stessi" di una nota reclame.
"noli me tangere", "non toccarmi" o "non trattenermi": con queste parole, secondo il vangelo di giovanni tradotto dalla vulgata, gesu` risorto tiene discosta maria maddalena protesa verso di lui accanto al sepolcro scoperchiato. intimazione paradossale, dal momento che il cristianesimo e` la religione eucaristica del corpo e del sangue del cristo. ma anche enunciazione di un divieto che ricorre nelle diverse culture sotto forma di tabu` del contatto. il filosofo jean-luc nancy indaga il significato non solo teologico della tangenza senza contatto, della prossimita` che non conosce promiscuita`. e assimila al gesto cristologico lo stesso dipingere, che riesce a "rendere intensa la presenza di un`assenza in quanto assenza".
che il mondo occidentale si contraddistingua anche per il suo adultocentrismo e` gia` stato osservato e documentato ampiamente. ma molto resta da fare per suscitare negli adulti una disponibilita` a ridefinire i propri valori e comportamenti in relazione ai bisogni e ai diritti dell`infanzia. in questi libro elisabetta forni si e` ispirata alle vignette di altan. la rilettura critica di alcune di queste e` stata completata coinvolgendo in una parziale riscrittura dei loro testi un gruppo di scolari di una quarta elementare. da tale "dialogo" tra altan e i bambini e` derivato un interessante approfondimento delle due prospettive: quella adulta critica e quella infantile (la prospettiva "dal basso", la prospettiva del ranocchio, appunto).
nel gennaio 1925, anno i della dittatura fascista, un gruppo di intellettuali fiorentini intraprese una battaglia politica per la liberta` d`informazione con il foglio clandestino "non mollare". tra i fondatori, carlo e nello rosselli, gaetano salvemini, ernesto rossi, nello traquandi. il giornale duro` pochi mesi, per la dura repressione subita da promotori e diffusori. il volume propone la ristampa anastatica dei numeri usciti, testimonianze autobiografiche di gaetano salvemini (sul "non mollare"), ernesto rossi (sull`organizzazione italia libera) e piero calamandrei (sul circolo di cultura e la repressione a firenze nel 1924-25) e l`introduzione di mimmo franzinelli.
in questo limpido libretto del 1973, konrad lorenz, premio nobel per la medicina, affronta, nella prospettiva della biologia e dell`etologia, alcuni problemi capitali che si pongono al mondo di oggi. tali problemi, secondo lorenz, corrispondono ad altrettanti
questo piccolo libro e` un illuminante, lucido e utile resoconto, scritto da un occidentale, di come un occidentale possa avvicinarsi allo zen. un professore tedesco di filosofia, eugen herrigel, vuole essere introdotto allo zen e gli viene consigliato di imparare una delle arti in cui lo zen da secoli si applica: il tiro con l`arco. comincia cosi` un emozionante tirocinio, nel corso del quale herrigel si trovera` felicemente costretto a capovolgere le sue idee, e soprattutto il suo modo di vivere. all`inizio con grande pena e sconcerto. dovra` infatti riconoscere prima di tutto che i suoi gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le sue intenzioni, infine che proprio le cose su cui fa affidamento sono i piu` grandi ostacoli: la volonta`, la chiara distinzione fra mezzo e fine, il desiderio di riuscire. ma il tocco sapiente del maestro aiutera` herrigel a scrollarsi tutto di dosso, a restare "vuoto" per accogliere, quasi senza accorgersene, l`unico gesto giusto, che fa centro quello di cui gli arcieri zen dicono: "un colpo, una vita". in un tale colpo, arco, freccia, bersaglio e io si intrecciano in modo che non e` possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell`arciere e il bersaglio da colpire e` l`arciere stesso.
tutti sanno che nel 1964 dante isella restitui` il testo delle "note azzurre" affidato a sedici quaderni autografi dalla copertina azzurro oltremare -, consentendoci cosi` di accedere a un immenso diario in cui le notazioni autobiografiche si alternano a giudizi letterari e politici spregiudicati, a infiniti spunti di novelle e romanzi mai scritti, ad aforismi esemplari, a sarcasmi violenti e a fantasiose ironie, ad aneddoti non di rado scabrosi su contemporanei illustri o poco noti. pochi pero` sanno che gia` nel 1955 isella aveva allestito per ricciardi un`edizione nella quale figurava un mannello di dodici note splendidamente insolenti tralasciate, per motivi di opportunita`, nel 1964 (parimenti, alcuni nomi propri furono sostituiti da asterischi), e che quella magnifica e preziosa edizione non venne mai pubblicata: resa dall`editore agli eredi dopo la rinuncia da parte di ricciardi a distribuirla, la tiratura di circa 1.000 esemplari e` rimasta per oltre cinquant`anni relegata negli archivi della casa pisani dossi di corbetta presso magenta. in occasione del centenario della scomparsa dello scrittore (avvenuta il 16 novembre 1910), essa vede la luce, accompagnata da un ampio saggio di niccolo` reverdini che ne ricostruisce l`intricata, e appassionante, vicenda.
come e quando sono nate le fiabe? e perche` si rassomigliano in tutto il mondo? nell`interpretazione di propp, i racconti di fate non sono fantasia ma storia, sono il documento di una delle piu` antiche eta` dell`uomo: l`epoca delle comunita` di cacciatori, prima ancora che la pastorizia e l`agricoltura cominciassero a cambiare il volto del mondo. giovandosi di un materiale comparativo molto vasto tratto dalla etnologia e lavorando soprattutto sui racconti di fate russi, propp stabilisce una serie di confronti tra i principali motivi di cui sono intessute le fiabe e analoghe forme rituali esistenti nella protostoria - o in fasi storiche piu` o meno vagamente indicate - e presso i primitivi. attraverso tanti racconti sezionati e comparati, interrotti e ripresi in un giro di richiami e illuminazioni, il mondo vivace della narrazione si compone esso stesso in un affascinante racconto.
in questo volume figurano tre contributi fondamentali: psicopatologia della vita quotidiana (1901), frammento di un`analisi d`isteria (1901), tre saggi sulla teoria sessuale (1905). nel primo, pubblicato in undici edizioni durante la vita di freud e via via arricchito di esempi e illustrazioni anche dovuti a conoscenti, amici e discepoli, il lapsus viene presentato come lo strumento capace di estendere alla vita normale il campo della psicoanalisi, la prova della determinazione psichica di ogni dettaglio dei processi mentali. nel famoso caso clinico di dora appare per la prima volta quella teoria della sessualita` che avrebbe provocato le polemiche piu` accese e il rifiuto da parte degli ambienti scientifici ortodossi, teoria che trova la sua sistemazione nei tre saggi sulla teoria sessuale, che chiudono il volume.
dopo aver interpretato psicologicamente le fiabe e i testi degli alchimisti, marie-louise von franz affronta qui il compito di svelare la struttura inconscia, accanto a quella formale e cosciente, del celebre libro di apuleio che da` il titolo anche a questo saggio. l`autrice, ripercorrendo la trama del romanzo, ci fa sentire il respiro universale e, al tempo stesso, l`attualita` di questo capolavoro, che e` una grande avventura umana di riscatto e conquista interiore, svoltosi in un`epoca per tanti versi a noi cosi` affine come fu la tarda antichita`. alla rilettura della von franz si attaglia perfettamente il noto giudizio di flaubert, secondo cui gli argomenti
"...ne la mia prima ricordazione della mia infanzia e? mi parea che, essendo io in culla, che un nibbio venissi a me e mi aprissi la bocca colla sua coda e molte volte mi percotessi con tal coda dentro alle labbra". (leonardo) "esaminata con l?occhio dello psicoanalista, la fantasia del nibbio di leonardo cessa di apparirci strana (...) abbiamo spesso trovato qualcosa di simile nei sogni (...) la "coda" e una delle designazioni sostitutive piu note per il membro maschile".
dall`osservazione psicologica dei fenomeni religiosi condotta da jung negli ultimi trent`anni della sua vita, emerge una concezione secondo cui i dati religiosi devono essere studiati come l`espressione simbolica dell`aspetto globale della personalita` umana, di quel "se`" che e` sintesi degli opposti presenti nella psiche. le religioni orientali si rivelano maestre nel guidare verso un processo di "liberazione da un precedente stato di tenebra e di inconsapevolezza". in questa raccolta di scritti scelti e presentati da luigi aurigemma, jung si confronta con i testi sacri della tradizione buddhistica e confuciana, e con le pratiche yoga e zen, mettendone in luce le affinita` simboliche con le produzioni psicologiche dell`uomo occidentale.
scopo di questa raccolta e` quello di mettere a disposizione di un vasto pubblico, costituito da genitori, insegnanti, pediatri, assistenti sociali, psicologi infantili, le acute osservazioni di una psicoanalista che, negli anni giovanili, aveva anche lavorato come insegnante di scuola materna e che, piu` del padre, ha sempre assegnato un ruolo di grande rilievo ai problemi dell`educazione. contraddistingue questi scritti la semplicita` di linguaggio, che rende accessibili concetti complessi come, ad esempio, quello di "madre che respinge". tra gli altri problemi dell`eta` evolutiva, sono qui trattati i disturbi del comportamento alimentare, l`affidamento, l`aggressivita` infantile, i disturbi dell`adoloscenza.
nessuno che voglia affrontare lo studio della psicoanalisi puo` prescindere dalla lettura dell` interpretazione dei sogni, l`opera capitale di freud, il
bonnor, sostenitore dell`ipotesi relativistica in cosmologia, fornisce una mappa delle principali teorie cosmologiche, dei punti di vista teorici e della loro pratica verificabilita`. partendo dai pochi e laboriosamente acquisiti elementi sicuri, come lo spostamento verso il rosso dello spettro delle galassie (l`effetto doppler) e l`accrescersi di questo spostamento proporzionalmente alla distanza (la legge di hubble), l`autore ci da` un quadro, non paludato ma neanche semplicistico, della rete d`interconnessioni che permettono se non altro d`impostare in modo coerente e, in futuro, verificabile il problema cosmologico.
in questo ciclo di conferenze, il premio nobel richard feynman, parlando a braccio sulla scorta di poche note, racconta a studenti di varia provenienza, con scarse conoscenze matematiche, in che cosa consiste il lavoro del fisico teorico. il suo intento non e` pero` di divulgare i contenuti della fisica (che`, tanto, senza equazioni nessuno
uno dei massimi interpreti della fisica del novecento, il premio nobel max born non considerava disdicevole dedicare parte notevole delle sue energie al tentativo di comunicare, principalmente ai giovani studenti, i risultati della ricerca. espressione del suo impegno come divulgatore e` il presente volume, il piu` riuscito, forse, tra i molti scritti per introdurre un pubblico piu` vasto alle idee di albert einstein. anziche` enfatizzare, banalmente, l`elemento
dal momento della loro prima pubblicazione nel 1921 i "tipi psicologici" hanno costituito uno dei testi junghiani di maggiore diffusione. nel libro jung abbandona la pretesa, che era ancora di freud, di concepire la psicologia come una scienza esatta, e riconosce invece come ineliminabile la presenza di un fattore irriducibilmente soggettivo. nell`elaborazione delle sue osservazioni cliniche, sulle quali si fonda la definizione e la descrizione degli otto tipi psicologici principali, egli integra la scoperta della realta` dell`inconscio, costituendo cosi` la sua tipologia come psicodinamica, nel senso che la psiche individuale e` vista nel rapporto dialettico di conscio e inconscio, e teorizza la presa di coscienza come progressivo superamento delle opposizioni.
gli scritti di be`la bartok rappresentano un solido punto di riferimento per la teoria e il metodo nello studio del folklore musicale. fin dal 1905 bartok, in compagnia di zolta`n koda`ly, ha raccolto migliaia di melodie contadine, artigiane e pastorali del sud-est europeo (ungheresi, rumene, slovacche, serbe, croate, turche, rutene) alla ricerca di un proprio spessore culturale e di una propria identita` etnica. le indagini scientifiche di bartok sono state e sono utili non solo nei paesi dove l`arte popolare ha rappresentato sempre la base di qualsiasi ulteriore sviluppo culturale (come, appunto, quelli dell`europa orientale e sudorientale da lui esplorati), ma anche nei paesi dove, in determinate occasioni storiche, il folklore e` stato un coefficiente piu` o meno determinante nella formazione delle culture nazionali. in questo senso la modernita` dell`indagine di bartok consiste nello stabilire razionalmente la reale, oggettiva struttura del materiale popolare, e nell`esaminare quindi le occasioni storiche e le varie individualita` che con questo materiale possono venire a contatto.
il volume offre una valida introduzione ai problemi della psicologia della forma, alle ricerche e alle varie ipotesi che hanno accompagnato lo sviluppo degli studi sui processi della percezione, a partire dai fenomeni ottici. katz analizza la gestaltpsychologie in tutti i suoi campi di applicazione e nel suo significato generale metodologico e teoretico, indicandone da un lato i risultati positivi e il significato progressivo, e dall`altro sottolineando i problemi che restano ancora insoluti. nella sua introduzione, musatti confronta le posizioni di katz con quelle degli altri studiosi che si sono occupati di psicologia della forma e delinea gli sviluppi della ricerca in italia e all`estero.