


nella roma imperiale corrotta di nerone fioriva il pensiero morale di seneca, qui raccolto e sintetizzato in un`antologia.





tra i dialoghi filosofici piu` famosi di seneca, il "de brevitate vitae" venne composto probabilmente tra il 49 e il 55 d.c. ed e` dedicato a paolino, da identificarsi forse con il suocero del filosofo: un uomo dunque sufficientemente maturo per comprendere e apprezzare la profondita` del messaggio senecano. il tema trattato e` di quelli che rimangono di perenne attualita`: la fugacita` del tempo e la brevita` della vita. che pero`, sostiene seneca, appare tale solo a chi, non sapendone afferrare la vera essenza, si disperde in mille futili occupazioni. di fronte a questa massa di occupati, "assediati" dalle proprie inutili attivita`, seneca propone il suo modello umano, il saggio che si dedica all`otium, vivendo in prima persona l`alternativa etica alla societa` violenta dell`epoca neroniana e trovando nella riflessione filosofica il metodo per ristabilire l`equilibrio morale e recuperare la salute dello spirito; la conoscenza di se` diventa cosi` il punto di partenza per dare un significato nuovo al proprio agire nel mondo e al suo valore sociale. riappropriarsi del proprio tempo vuol dire dunque rivendicare con forza il diritto di riappropriarsi di se stessi, esercitando la forma piu` alta di liberta`, di esperienza culturale e intellettuale, di una socialita` che affratella gli uomini.

una delle piu` fosche tragede dell`antichita` si consuma nella casa maledetta delle atridi: due fratelli, tieste e ateo - tiranno di micene - si odiano per la sete di potere. tieste torna in citta` lusingato dalle promesse di pace del fratello che invece, istigato dall`ombra di tantalo, liberato dall`ade dalle furie, gli servira` subdolamente come pasto riconciliatore le carni dei figli. una tragedia che ha suscitato al tempo stesso orrore e torbida attrazione in tutte le epoche; una spaventosa metafora dell`abiezione in cui puo` cadere chi vive solo per il potere.


come gia` nell`omonimo capolavoro di eschilo, argomento di questa cupa e tenebrosa tragedia di seneca sono lo sventurato ritorno in patria di agamennone e la sua uccisione da parte della moglie clitennestra. ma, nonostante l`identita` della vicenda narrata, le due tragedie non potrebbero essere piu` diverse. quanto l`azione messa in scena da eschilo e` serrata e lineare, tanto quella di seneca e` frammentata, segmentata e raccontata da angolazioni sempre differenti, fino ad avvolgere il protagonista in una rete inestricabile di crimini antichi e recenti che non potranno venire espiati che col sangue. e la morte di agamennone non sara` piu` solo la vendetta di clitennestra e di egisto, ma anche quella dei troiani sconfitti. alessandro perutelli spiega nell`acuta introduzione la peculiare struttura drammatica di questo agamennone magistralmente tradotto da guido paduano.

