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il volume contiene, senza voler per questo indicare un canone, una serie di analisi o letture di testi poetici esemplari, in lingua e in dialetto, dalle origini al secolo passato: per lo piu` testi lirici, ma anche narrativi e drammatici, dalle cantiche della commedia all`adelchi manzoniano. fondamento delle analisi e` la critica stilistica, con le relative discipline che le afferiscono (metrica, retorica, grammatica testuale ecc.), non solo perche` e` questo il metodo che meno allontana dalla concretezza del testo, ma anche perche` e` quello che fornisce agli utenti, e in particolare agli studenti, le necessarie conoscenze di base per una lettura consapevole della poesia. ma se la stilistica e` il punto di partenza e il metodo dominante, il fine e` sempre l`interpretazione del significato e del valore dell`opera, in se` stessa e nei suoi rapporti con la storia letteraria e culturale.
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il saggio piu` antico, "cio` che dobbiamo a primo levi", e` del 1989; il piu` recente, "il canto di ulisse", e` del 2018. sono esattamente trent`anni che pier vincenzo mengaldo, noto critico e storico della lingua italiana, studia i testi di primo levi, ne analizza la scrittura, ne individua il senso piu` profondo. la
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![Linguistica_E_Retorica_Di_Dante_-Mengaldo_Pier_Vincenzo](cops/big/9788883810138g.jpg?tit=Linguistica_E_Retorica_Di_Dante_-Mengaldo_Pier_Vincenzo&r=24)
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![Antologia_Leopardiana._La_Poesia_-Mengaldo_Pier_Vincenzo](cops/big/9788843060931g.jpg?tit=Antologia_Leopardiana._La_Poesia_-Mengaldo_Pier_Vincenzo&r=33)
il volume presenta la parte maggiore e piu` significativa dei canti di leopardi, ognuno corredato, oltre che di note esplicative, di una scheda descrittiva e interpretativa anche molto ampia. in questa non mancano mai da un lato un`analisi degli aspetti stilistici del testo (metrica, retorica, scelte lessicali), dall`altro l`indicazione di quanto connette il testo singolo alla totalita` dell`opera leopardiana. ma scopo finale di queste schede e` sempre quello di suggerire il significato, e non solo la fulminante bellezza, delle poesie del piu` grande lirico italiano.
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persuaso che la saggistica sia nel novecento italiano, un genere superiore, per esiti, alla narrativa, mengaldo chiama a raccolta una "breve adunata" di figure sfoltita in ragione di un principio che le attraversa e le rende tutte intensamente "militanti": la "responsabilita` morale e ideologica verso testi e autori", e la "liberta` mentale" che ne deriva. nel libro i critici di "primo mestiere", da croce a debenedetti, da contini a cases a segre, da borgese a solmi a fortini, convivono con gli ancipiti, che praticano la critica per "secondo mestiere" accanto alla scrittura creativa: zanzotto, calvino, pasolini.
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ognuno di noi porta con se` una autobiografia scandita dalle letture che lo hanno formato e accompagnato nella vita. questa di mengaldo, che ci guida fino ai confini tra testo scritto ed esperienze artistiche e musicali, si connota per la precisione del commento, che e` come un controcanto dei testi riportati alla superficie del presente.
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