"underground" e` il lavoro maturo di un affermato scrittore che viene in questi anni continuamente riproposto e studiato in russia, in quanto testo essenziale per la comprensione del cruciale passaggio dall`era sovietica al postcomunismo. ne e` protagonista, in pochi mesi della sua vita nei quali sono in realta` compressi gli anni cruciali tra il 1989 e il 1993, petrovic, scrittore senza un libro pubblicato, filosofo quasi clochard, insofferente di ogni potere e ogni autorita` costituita, anche minuscola, il quale s`e` scelto, per "esserci" comunque, una marginale attivita` di custodia di alloggi momentaneamente disabitati in una "casalbergo" che ancora si erge, imponente relitto dei tempi del collettivismo, nel panorama urbano di mosca e che e` in fase di sbrigativa e anche criminale privatizzazione. di questa "obscaga" in disarmo egli e` custode volontario e sempre meno tollerato, il quale non solo vigila sui "metri quadrati" altrui, ma ascolta e accoglie le confidenze e sofferenze di quell`umanita` in affanno, ricevendone a sua volta qualche boccone di cibo, di calore, di effimera considerazione e intimita` sessuale. eroe dei tempi grami - picaresco corsaro nelle vite e destini altrui -, egli si presenta come scrittore fallito, con una macchina da scrivere che si trascina dietro quale status symbol, ma sui cui tasti ha allenato dita e muscoli forti, utili nelle risse e per il coltello, e maturato un "io" debordante che lo porta a macchiarsi di due omicidi... |