giovanni e` un bambino di palermo. per il suo decimo compleanno, il papa` gli regala una gita attraverso la citta`, per spiegargli come mai, di tutti i nomi possibili, per lui e` stato scelto proprio giovanni. tappa dopo tappa, nel racconto prendono vita i momenti chiave della storia di giovanni falcone, il suo impegno, le vittorie e le sconfitte, l`epilogo. giovanni scopre che il papa` non parla di cose astratte: la mafia c`e` anche a scuola, la mafia e` una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi. a trent`anni dalle stragi, una nuova edizione con un`intervista inedita a maria falcone. eta` di lettura: da 8 anni.
nonostante abbia avuto mentori autorevoli - da pannunzio a montale, da pasolini a garboli - antonio delfini resta autore appartato e inafferrabile. l`eterno dilettante di talento,
delfini pubblico` un solo libro di versi: "poesie della fine del mondo", uscito da feltrinelli nel 1961. nel 1995 il libro e` stato riedito da quodlibet con l`aggiunta di alcune poesie escluse dalla raccolta. questa terza edizione amplia di molto la percentuale degli inediti, presentando per la prima volta un grosso nucleo di poesie degli anni trenta e quaranta tratte dagli autografi in possesso della figlia giovanna. e un`occasione per considerare l`esperienza poetica di delfini nel suo complesso, dall`inizio alla fine. come scrive irene babboni nella sua nota, si potra` vedere che la poesia di delfini "e` stata nel tempo manierista, lirica, romantica, crepuscolare, sghemba, sgrammaticata, scombinata, bettoliera, offensiva, innamorata. ha tentato, di volta in volta, di rincorrere i poeti antichi, gli stranieri, i surrealisti. non sempre ci e` riuscita, certo. la sua e` spesso `mala poesia` (`e` mio dovere scrivere mala poesia`, dice l`autore). ma in questa mala poesia delfini ha saputo inventare, prendere a prestito, a volte persino fraintendere, e sempre rimescolare con estro il tutto". con la sua poesia delfini ci ha lasciato una possibile lettura del mondo, e di una vita. prefazione di marcello fois.
i diari di delfini coprono gli anni dal 1927 alla fine del 1944. sono stati parzialmente pubblicati nel 1982. l`attuale edizione e` stata ricavata dai manoscritti inediti dello scrittore con un complesso lavoro filologico al quale irene babboni si e` dedicata per molti anni e che, dopo la sua morte, e` stato completato da claudia bonsi. tra le pagine di questi quaderni e taccuini troviamo un`affascinante raccolta di pensieri, invettive, poesie e narrazioni, sempre sul filo del paradosso, che finalmente puo` essere letta integralmente. proprio per il loro carattere eterogeneo, i diari sono la via preferenziale per entrare nel mondo e nel laboratorio creativo di uno scrittore geniale quanto bizzarro e asistematico.
dopo l`omaggio al padano boiardo, alla vena divagante e comica dell`" orlando innamorato", gianni celati si dedica a un altro autore che sente vicino per ragioni territoriali, di scrittura e forse anche di vita. il libro riunisce una scelta di racconti di delfini, in parte editi in parte inediti, e alcune pagine dei suoi diari. nei numerosi cappelli introduttivi gianni celati inquadra la figura di uno scrittore che sente come una specie di maestro, un eccentrico dall`intelligenza paradossale difficilmente incasellabile nel canone del novecento letterario. le storie di delfini possono apparire a volte dei bozzetti di provincia, ma in realta` sono sempre mine pronte a deflagrare per accessi di autoironico narcisismo, di malinconia o per continue provocazioni intellettuali.