nel 1958 adam strickland e` un laureando di cambridge, che viene mandato dal suo professore a scrivere la tesi su un celebre giardino rinascimentale di un`antica dimora vicino a firenze, villa docci. ad attenderlo, pero`, non ci sono solo le sfarzose feste in terrazza della padrona di casa e le conversazioni brillanti con le rampolle dell`aristocrazia locale, ma anche un complotto la cui ombra ttraversa i secoli e lega insieme due omicidi distanti quattrocento anni. su tutto e tutti domina l`antico giardino, che sembra esercitare, su chiunque vi entri, un fascino che sconfina nel sortilegio.
puo` una bambina - lasciata interi pomeriggi nel ventre sicuro di un cinematografo - arrivare a identificarsi totalmente con jean gabin? si`, se quella bambina e` goliarda sapienza. l`attore simbolo di un certo modo di stare al mondo, l`icona anarchica del cinema francese, le calza a pennello. goliarda bambina, non appena esce dal cinema mirone, e` jean gabin, e scorrazza per i vicoli di catania traboccanti di vita e di malaffare come jean per quelli di algeri. incontra prostitute filosofe, pupari, la vita pullulante della civita in tutte le sue forme, comprese quelle magmatiche dei "corpi lunghi di draghi neri scolpiti nella lava sotto i balconi". e quando rientra a casa, trova un`altra forma di vita altrettanto disordinata e imprendibile: quella della sua famiglia senza fine. un padre avvocato "amato dai poveri e odiato dai fascisti, ma da tutti rispettato e temuto"; una madre socialista impegnata durante il ventennio a trasformare il suo appartamento catanese in un focolaio di resistenza e di controcultura; una tribu` di fratelli acquisiti, ognuno intento a seguire i suoi sogni, contagiosamente. "io, jean gabin" racconta tutto questo raccontando un pugno di giorni. un tassello della "autobiografia della contraddizioni" dell`autrice. un romanzo postumo e assolutamente inedito in cui c`e` la stessa energia stilistica dell`"arte della gioia", il piglio, lo slancio, la spavalderia di "modesta bambina": la "carusa tosta" che e` divenuta un personaggio indimenticabile della letteratura del novecento.
walter e patty erano arrivati a ramsey hill come i giovani pionieri di una nuova borghesia urbana: colti, educati, progressisti, benestanti e adeguatamente simpatici. fuggivano dalla generazione dei padri e dai loro quartieri residenziali, dalle nevrosi e dalle scelte sbagliate in mezzo a cui erano cresciuti: ramsey hill (pur con certe residue sacche di resistenza rappresentate, ai loro occhi, dai vicini poveri, volgari e conservatori) era per i berglund una frontiera da colonizzare, la possibilita` di rinnovare quel mito dell`america come terra di liberta` "dove un figlio poteva ancora sentirsi speciale". avevano dimenticato pero` che "niente disturba questa sensazione quanto la presenza di altri esseri umani che si sentono speciali". e infatti qualcosa dev`essere andato storto se, dopo qualche anno, scopriamo che joey, il figlio sedicenne, e` andato a vivere con la sua ragazza a casa degli odiati vicini, patty e` un po` troppo spesso in compagnia di richard katz, amico di infanzia del marito e musicista rock, mentre walter, il timido e gentile devoto della raccolta differenziata e del cibo a impatto zero, viene bollato dai giornali come "arrogante, tirannico ed eticamente compromesso". siamo negli anni duemila, anni in cui negli stati uniti (e non solo...) la liberta` e` stata come non mai il campo di battaglia e la posta in gioco di uno scontro il cui fronte attraversa tanto il dibattito pubblico quanto le vite delle famiglie.
henri butron, piccolo delinquente sfaticato e buono a nulla, fa tutto quel che puo` per mettere paura al mondo. ma continua ad annoiarsi, malgrado donne, furti, aggressioni, un po` di guerra d`algeria e un po` d`attivismo di estrema destra. cos[, quando una giornalista, madre di una sua compagna occasionale, gli propone di scrivere a quattro mani un articolo sulla sua vita, butron accetta. e in casa della sua biografa incontra uno strano gruppo di africani. loro hanno bisogno di una mano per organizzare qualcosa in grande stile, e butron ha bisogno di azione...
Dopo aver viaggiato nel mondo intero, un uomo ritorna nella sua cittadina natale immersa nella provincia danese. In un'atmosfera tinta di realismo magico, rievoca i conflitti con il padre, l'intenso rapporto con la sorella poliomielitica e soprattutto l'universo fantastico dei giochi dell'infanzia culminato nel ritrovamento, ovviamente nascosto ai "grandi", di uno scheletro sepolto in giardino. Il racconto si rianima filtrato da stupiti occhi infantili e da una mente bambina eppure pronta a interpretare i discorsi degli adulti.
mayta e` il nome del presunto eroe di un velleitario golpe trockijsta che vargas llosa immagina essersi svolto nel 1958 in america latina. a meta` del novecento, in quei paesi, fra avventurieri e idealisti, la liberta` stava sempre a un tiro di schioppo. e per conquistarla la via rivoluzionaria sembrava la migliore. in questa ricostruzione, vargas llosa ci fa ripercorrere la vita dei diversi personaggi attraverso le testimonianze dei loro conoscenti e il confronto, a posteriori, di questi racconti con la realta`.
a due anni di distanza dall`11 settembre 2001, gli effetti dell`attentato ancora incombono sulla vita di tanti americani, impegnati a tentare di immaginare un futuro di guarigione e ritrovata serenita`. questo sforzo, individuale e collettivo insieme, ha bisogno di un simbolo, di un faro, di qualcosa che renda tangibile cio` che solo le parole - e a volte neppure quelle - riescono a evocare. il monumento che dovra` assolvere il compito sara` un luogo di pace, un documento storico, una nuova partenza. viene cosi` indetto un concorso anonimo e aperto a tutti per scegliere il progetto che meglio rappresentera` questa voglia di memoria e rinascita. ma per quello che sembra in tutto e per tutto uno scherzo del destino, il progetto prescelto - il giardino - risulta essere opera di un bravissimo architetto, referenziato e stimato. e musulmano. per un attimo sembra che quel nome, mohammad khan, arrivato in modo cosi inatteso al tavolo della giuria, sia una sorta di de`ja`-vu: una nuova esplosione, un altro attacco kamikaze, quasi un nuovo attentato alla societa` americana. le reazioni dell`opinione pubblica alla notizia sono prevedibilmente di shock e incredulita`. l`architetto vincitore si vedra` costretto a ripensare il suo modo di essere americano e musulmano, di essere figlio e compagno, e finira` con l`abbandonare la battaglia per rivendicare quegli stessi diritti che gli hanno permesso di diventare cio` che e`, un onesto e produttivo cittadino americano.
scritto tra la fine del 1829 e la prima meta` del 1830, "il rosso e il nero" e` il secondo romanzo di stendhal. l`autore ne corregge le bozze proprio durante le giornate della rivoluzione di luglio, che liquida la restaurazione e inaugura la monarchia borghese di luigi filippo. di questo passaggio cruciale della storia francese stendhal restituisce con crudele fedelta` non la cronaca (malgrado il sottotitolo del romanzo), ma lo spirito, muovendo dalla realta` della provincia per approdare a parigi, dove da sempre si annodano e si sciolgono i destini politici della francia. l`impietosa analisi storica non esaurisce tuttavia la complessita` della vicenda e del suo protagonista. l`ostinata rivolta di julien sorel non e` riducibile semplicemente all`acuto senso della propria inadeguatezza economica e sociale. la sua non e` coscienza di classe, e "ii rosso e il nero" non e` il romanzo dell`ambizione e della scalata ai vertici della societa`: stendhal non e` balzac. julien sorel affronta il mondo brandendo la propria inferiorita` sociale come un`arma, ma il mondo creato dalla potenza del denaro lo disgusta, anche se tanto spesso deplora l`umile condizione in cui la sorte lo ha fatto nascere. percio` rimpiange l`epoca napoleonica (di cui questo romanzo rafforza il mito, nato gia` all`indomani di waterloo), convinto com`e` che allora fosse possibile affermarsi soltanto grazie ai propri meriti. edizione con nuova traduzione
La formazione di Rumour e dell'omonimo Fleetwood Mac, quella originale ( per quanto riguarda il periodo di maggiore successo), catturata in un performance del 1975, Inedita.-
. michela murgia usa sapientemente la provocazione, il paradosso e l`ironia per invitarci ad alzare la guardia contro i pesanti relitti del passato che inquinano il presente. e ci mette davanti a uno specchio, costringendoci a guardare negli occhi la parte piu` nera che alberga in ciascuno di noi.
la legge del dio ebraico e` la legge della parola. questa legge non e` solo scritta sulle tavole di pietra, ma intende inscriversi innanzitutto nel cuore degli uomini. essa sancisce l`impossibilita` dell`uomo di farsi dio e, nello stesso tempo, dona a esso la possibilita` generativa del suo desiderio. si tratta di una dialettica ripresa in modo originale dalla lezione di freud e di lacan. in un lavoro senza precedenti, massimo recalcati dimostra che non solo non c`e` contrapposizione tra il logos biblico e la psicoanalisi, ma che quell`antico logos ne costituisce una delle sue radici piu` profonde. la critica freudiana della religione come illusione sembra condannare il testo biblico senza alcuna possibilita` di appello. la psicoanalisi e` sin nelle sue fondamenta atea perche` non crede all`esistenza di un se non come una favola che serve ad attutire il dolore dell`esistenza. la lettura delle scritture che massimo recalcati propone in questo libro rivela invece l`esistenza inaudita di radici bibliche della psicoanalisi. non e` una tesi teologica o una dimostrazione filologica, ma un effetto del suo incontro singolare con il testo biblico. non si tratta di psicanalizzare la bibbia, ma di riconoscere in essa la presenza dei grandi temi che verranno ereditati dalla psicoanalisi, con particolare riferimento all`opera di freud e di lacan: il carattere originario dell`odio rispetto all`amore; la radice invidiosa del desiderio umano; il fallimento e la necessita` della fratellanza; il rapporto dialettico tra legge e desiderio; la funzione simbolica del nome del padre; il lutto necessario della totalita`; la centralita` attribuita al resto salvifico che sottrae la vita alla morte e alla distruzione; la maledizione della ripetizione e la sua interruzione; la tentazione idolatrica come desiderio perverso dell`uomo di essere dio; la critica al fanatismo ideologico del sacrificio; il taglio virtuoso della separazione; l`eccedenza della gioia erotica; la
. . dire la poesia non avviene sempre. eppure anche nel dire la poesia consiste, da sempre, la poesia. lo sapeva carmelo bene con il suo personalissimo teatro della crudelta`, lo sapevano i romantici e i surrealisti, lo sapeva garcia lorca, quando trovava il suo duende nella musica, nella danza e, appunto, nella poesia a viva voce (hablada), arti tutt`e tre, sosteneva, che hanno bisogno di un corpo vivo che le interpreti. lo sa bene, benissimo, mariangela gualtieri, che da quarant`anni , avvolgendo chi la ascolta in un che non ha uguali. si perche` , come dice gualtieri, i professionisti, gli attori, leggono il verso puntando . nella sua , gualtieri ci parla invece solo del resto. e per farlo trova un linguaggio nuovo e sorprendente: non un discorso sul dire la poesia ma una scrittura con il dire la poesia. non concetti astratti, ma figure, immagini, sensazioni fisiche, echi. e analogie, fino a costruire un libro di poesia saggistica, a opporre visione a discorso, a parlarci vicino e alto, lontani dalla chiacchiera. e cosi`: .
la vita di tony webster e` stata un fiume relativamente tranquillo, da costeggiare al riparo di scelte ragionevoli e sistematici oblii. ora pero` la lettera di un avvocato che gli annuncia un`inattesa quanto enigmatica eredita` sommuove il termitaio poroso del passato, e il tempo irrompe nella noia del presente sotto forma di parole risalenti all`adolescenza, quando tony procedeva all`educazione morale, sentimentale e sessuale che ne avrebbe fatto, inavvertitamente come spesso accade, l`adulto che e`. il percorso a ritroso nelle zone d`ombra della vita, con i suoi dolori inesplorati e i suoi segreti, diventa cosi riflessione sulla fallacia della storia, "quella certezza che prende consistenza la` dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione", secondo il geniale amico dei tempi del liceo, adrian finn. ed e` dunque a quel punto di congiunzione, ai ricordi imperfetti come ai documenti inadeguati, che il vecchio tony deve ora guardare per comprendere le vicissitudini del tony giovane. come ha potuto la ragazza di allora, veronica ford, preferirgli l`amico raffinato e brillante, adrian? ci sono solo camus e wittgenstein dietro l`estrema decisione di adrian? da che cosa ha voluto metterlo in guardia tanti anni prima la madre della ragazza? perche` a distanza di quarant`anni veronica ritorna nella sua vita con un bagaglio di silenzi e il rifiuto di dargli cio` che e` suo? gli indizi da studiare tessono un filo d`arianna di reminiscenze inaffidabili.
pubblicato postumo nel 1818, "persuasione" narra il contrastato amore tra l`aristocratica anne elliot e il capitano di marina frederick wentworth. a diciannove anni anne si e` lasciata persuadere dal padre e dall`amica di famiglia lady russell a rompere il fidanzamento con l`amato e squattrinato frederick. ma quando dopo sette anni di lontanza questi ritorna, anne, a cui ora si profila una vita da zitella, non si lascia sfuggire la seconda occasione che il destino le regala. ultimo e piu` maturo romanzo della austen, "persuasione" ritrae con straordinaria penetrazione psicologica i suoi personaggi e contiene un impareggiabile ritratto della societa` inglese d`inizio ottocento e delle sue rigide convenzioni sociali. introduzione di roberto bertinetti.
la globalizzazione significa da un lato che, per la prima volta nella storia dell`umanita`, la terra chiede di essere considerata per cio` che essa davvero e`, cioe` un globo e non una mappa; dall`altro che per il funzionamento del mondo tempo e spazio hanno perso quasi ogni importanza. ecco perche` la globalizzazione resta un fenomeno cosi difficile da capire. lo spazio e il tempo moderni sono il prodotto della sostituzione del mondo con la carta geografica: soltanto su una tavola, cioe` una mappa, i corpi possono perseverare nel loro moto rettilineo uniforme. sulla sfera terrestre, pero`, non vi sono limiti, ne` spazio, ne` tempo. sappiamo quando spazio e tempo della fisica classica sono entrati in crisi, l`epoca moderna e` terminata ed e` iniziata la globalizzazione: nell`estate del 1969 si ebbe l`impressione di essere entrati in una nuova era, ma non si trattava della conquista dello spazio (inteso come cosmo), bensi` della sua fine. in quei giorni nasceva infatti il primo segmento della rete: negli stati uniti due computer iniziavano a dialogare fra loro riducendo gli atomi a immateriali unita` d`informazione. cosi la prossima volta che il saggio indica la luna, non bisogna guardare ne` il dito ne` la luna e sara` bene continuare in ogni caso a guardare, per cercare di capire, la nostra vecchia e consumata terra. e quel che si tenta di fare qui, in serrato dialogo critico con le voci piu` incisive che hanno di recente fatto i conti con il fenomeno della globalizzazione.
le numerose traduzioni disponibili anche in italiano consentono a un pubblico sempre piu attento ed esigente di apprezzare la straordinaria ricchezza della letteratura giapponese, rendendo accessibili capolavori immortali. come tutti i classici, anche quelli giapponesi, sebbene possano apparire distanti, sanno rivelarsi sorprendentemente attuali e vicini, scrigni di saggezza e autentiche enciclopedie del mondo, oltre che testimonianze di una raffinata sensibilita estetica che permea ancora oggi la societa giapponese. questo volume si propone di accompagnare il lettore - che sia studente, studioso o semplicemente appassionato di cultura giapponese - in un affascinante viaggio lungo oltre mille anni, dai primi documenti letterari dell?viii secolo fino ai generi che si affermano nella seconda meta del xix secolo, nel momento in cui il giappone si aprira all?occidente e alla modernizzazione, senza mai rinunciare alla propria fortissima identita culturale. ogni capitolo ricostruisce la storia letteraria dei diversi periodi e generi, dalla prosa alla poesia e al teatro, adottando uno sguardo sempre attento al piu ampio contesto culturale e sociale. cosi concepito, il libro e un invito a scoprire, o riscoprire, opere che continuano a ispirare generazioni, e che rappresentano le fondamenta di una delle tradizioni letterarie piu raffinate del mondo.
un romanzo sulle fibrillazioni dell`amore, su tutte quelle relazioni imperfette nate da serate inaspettatamente perfette e, soprattutto, su new york: una volta ancora sfrenata, eccessiva, meravigliosa, irraggiungibile. cleo ha ventiquattro anni, fa la pittrice e da quando ha lasciato l`inghilterra e si e` trasferita a new york si imbuca a una festa dopo l`altra. eppure, dietro le mille luci della grande mela, quella che conduce e` un`esistenza solitaria, insonne, precaria, in cui il suo visto per studenti sta per scadere. fino a quando, la notte di capodanno, cleo non incontra frank nell`ascensore di un grattacielo. il tempo della discesa e la miccia ha preso fuoco. vent`anni piu` grande di lei, puro self-made man, frank offre a cleo la possibilita` di essere felice, la liberta` di dipingere e l`opportunita` di richiedere una green card. sei mesi dopo, al loro matrimonio ci sono amici stravaganti, pieni di sogni, ansie, disperazioni: dal migliore amico di cleo, che nasconde la propria omosessualita` ai genitori, alla sorella scapestrata di frank, che cerca di trovare lo sugar daddy giusto per farsi mantenere. e proprio questo incontro tra universi cosi` lontani portera` a un esito imprevedibilmente complesso e doloroso.
