e giunto il giorno in cui gli ambasciatori delle terre del sole devono presentare i doni di nozze che il loro principe offre a re tsongor che gli da` in sposa la sua unica figlia. ma anziche` il corteo degli ambasciatori, un uomo solo si presenta e, in virtu` di un`antica promessa, reclama per se` la mano di samila. per non dover scegliere tra i due pretendenti, re tsongor si toglie la vita. dalla sua morte si scatena una guerra fratricida che sembra destinata a non aver mai fine e alla quale il re assiste dal suo palazzo funebre aspettando di raggiungere il regno delle ombre. un racconto quasi leggenda, trasporta il lettore in una terra ancestrale dove assistera` ad una guerra che ha la potenza arcaica del mito e della tragedia.
ricostruzione documentale e per immagini delle vicende che hanno prodotto, nel nome del turismo internazionale, un profondo cambiamento urbanistico e di mentalita` nella citta` di varese, innescando i processi storici che porteranno di li` a poco alla sua elevazione a capoluogo di provincia. storia di un ceto imprenditoriale lungimirante e ricco di iniziative.
una bicicletta, un ghiacciolo, una fionda, le biglie di vetro e l`abbraccio dei genitori: tanto bastava per essere felici. forse era poco, o forse tantissimo in quel tempo passato che ci ha plasmato, educato ad essere cio` che siamo diventati. nel distacco dalla madre, l`autore riscopre immagini che rischiavano di scomparire, momenti di intimita` profondi e conflitti mai risolti ma che hanno trovato una soluzione spontanea nell`affetto familiare. un viaggio a ritroso, un percorso nella memoria di una famiglia italiana, il ritratto di un mondo semplice e indimenticabile...
"guido morselli, elegante a suo modo (con stringhe di corda nelle scarpe dalle pesanti suole, il nastro adesivo a fermare strappi nella fodera del trench rigorosamente inglese), misurato nei sentimenti, schivo, salutista, non mostro` mai nella vita e nella sua arte alcun segno di sbavatura, eccessi, esibizione. rigoroso, sobrio nei temi e nei personaggi, ` bon a` tout faire, bon a` rien faire`, non si ritenne mai detentore di una verita` rivelata: a ogni pensiero o idea assegnava i confini di un normale buon senso, niente in fondo era apparentemente degno d`essere messo su carta. semmai il valore assoluto, il fulcro del suo essere spirituale e creativo andava cercato in `una sensibilita`, ohime` spesso cosi` ardua a seguire, ad afferrare, a fissare`(diario, 1946)" (valentina fortichiari).
molti anni prima che lo facessero gli sceneggiatori dei grandi serial americani, roberto bola?o aveva usato nel suo romanzo d`esordio quella che potremmo chiamare la tecnica delle . in questo congegno narrativo - dove con una trama decisamente noir, che gira attorno al ritrovamento di un cadavere, si intersecano diverse storie d`amore - tre sono infatti le voci che si alternano: quella di un messicano in esilio, attratto dalla cupa e sfuggente caridad, che vive da clandestina in un campeggio della costa brava e va in giro con un coltello nascosto sotto la maglietta; quella del gestore del campeggio, affascinato dalla bellissima nuria, campionessa nazionale di pattinaggio; e quella di un funzionario socialista, un ciccione pateticamente innamorato della capricciosa pattinatrice, per la quale, stornando fondi pubblici, fa costruire una pista di ghiaccio dentro una grande villa fatiscente di proprieta` del comune. seminando sapientemente indizi preziosi e tracce fuorvianti, bola?o riesce a creare la rarefatta atmosfera di suspense di un thriller - anche se sa perfettamente che la legge non finisce sempre per trionfare, che non tutti gli assassini vengono arrestati e non tutti gli innamorati vivranno felici e contenti - e conduce la narrazione di questo con la consueta, ipnotica visionarieta`.