
Early Jimmy Scott, con Paul Gayten Band e Sam Butera. Grandi registrazioni blues e jazz fatte negli anni cinquanta.


"questo libro nasce da un sentimento semplice. dal vuoto che lascia il troppo pieno. di politica parliamo tutti, in parlamento come nei bar, e viceversa. ma lo spazio che riempiono le parole, immenso, e` direttamente proporzionale al vuoto di senso che lasciano dietro di se`. tanto che oggi e` frequente vivere la politica come un territorio da cui tenersi lontani. eppure non e` sempre stato e non e` sempre cosi`. la politica, oltre che il principio della guerra con altri mezzi, e`, soprattutto, il fare che ha per interesse la vita in comune. senza retorica e senza la retorica del cinismo. con questa idea, abbiamo provato allora ad affidare la politica a chi non ne fa in un modo o nell`altro una professione. il linguaggio della letteratura, il suo sguardo che disloca, forse, avrebbe potuto mostrarci o farci recuperare un senso nascosto o perduto anche della politica. forse, avrebbe potuto farci ricominciare a capire. ne e` venuto fuori il libro spietato e fantasioso che ora il lettore, cui spetta il giudizio ultimo, ha fra le mani. ci sembra di poter dire, pero`, che di certo non trovera` in questi racconti le formule che la politica sembrava dover necessariamente portare con se`. infine va detto che il titolo del libro proviene da una frase contenuta in un ormai antico discorso di enrico berlinguer". (dalla nota dell`editore)

all`indomani della sua pubblicazione, la biografia scritta da melissa muller ha fatto scalpore. il motivo: il ricorso a un documento scottante, ovvero a cinque pagine dello stesso "diario" di anne frank, rimaste a lungo inedite per la volonta` di otto frank, il padre di anne. sono pagine in cui la giovane parla del matrimonio dei suoi genitori, rivelandone anche gli aspetti oscuri: pagine che, gettando nuova luce sui rapporti interni alla famiglia frank, contribuiscono a umanizzarla, a toglierle quella patina mitica di cui il successo del "diario" di anne l`aveva ricoperta. ed e` in questa chiave che va letta la biografia: non come un libro-scandalo, ma come la piu` approfondita testimonianza sull`autrice del principale documento sulla shoah.

2025, california. ty ha passato i settanta e di mestiere fa il custode in un serraglio di strani animali che un ricco cantante ha il vezzo di mantenere. quando ty era piu` giovane, e aveva una moglie e una figlia, combatteva per salvare il pianeta. era un eco-guerriero, sua figlia viveva sugli alberi per impedire che li abbattessero. poi la ragazza e` morta, e a poco a poco anche la lotta degli ambientalisti si e` spenta schiacciata dall`irreversibile distruzione degli ecosistemi. oltre un certo limite e` stato impossibile invertire la rotta, impedire l`inaridimento dei suoli, il crollo della biosfera. ora i ratti la fanno da padroni sotto cieli tinta del piombo. nel frattempo ty si interroga se sia giusto smettere di combattere.

fois e` uno scrittore tutto fatti e concretezza che utilizza le tecniche e i ritmi del noir per raccontare le delusioni e gli errori di una generazione che finisce per tradire se stessa. il titolo ci rimanda ironicamente alle periodizzazioni dei manuali di storia, per i quali il tempo della civilta` nuragica e` divisa in cinque fasi. la quinta e ultima, quella del ferro recente, e` durata dal 500 al 238 a. c., anno in cui la sardegna cade sotto il dominio di roma.







la gravidanza di trudy e` quasi a termine, ma l`evento si prospetta tutt`altro che lieto per il suo piccolo ospite. ad attenderlo nella grande casa di famiglia (e nel letto coniugale) non c`e` il legittimo marito di trudy e suo futuro padre, john cairncross, poeta povero e sconosciuto, innamorato della moglie e della civilta` delle parole, ma il fratello di lui, il ricco e becero agente immobiliare claude. dalla sua posizione ribaltata e cieca, il nascituro gode nondimeno di una prospettiva privilegiata sugli eventi in corso, ed e` lui a metterci a parte di una vicenda di lutto e di sospetto dagli echi assai familiari. certo, la scena non e` quella corrotta e claustrofobica del castello di elsinore. certo, i due cognati fedifraghi, trudy e lo zio claude, non hanno regni nordici cui aspirare. piuttosto a far gola ai due vogliosi amanti e` l`edificio georgiano su hamilton terrace, decrepito ma d`inestimabile valore, incautamente ereditato da john, i cui pavimenti luridi e la cui onnipresente immondizia prendono il posto del marcio in danimarca. ma amletico e` il crimine orrendo che il narratore vede (o meglio sente) arrivare, e amletico e` pure il suo inesauribile flusso di pensieri dubitanti, gli stessi che hanno inaugurato al mondo la danza della modernita`. se nel testo shakespeariano l`origliamento, l`atto di spiare e raccogliere informazioni rovistando i recessi e gli anditi del regno, e` spesso motore dell`azione, nel guscio l`udito e` il senso privilegiato per ragioni fisiologiche, e a essere rovistati a pochissima distanza dal capo dell`inorridito narratore sono spesso e volentieri i recessi e gli anditi del corpo materno. mentre all`orecchio non sempre affidabile del nostro eroe non-nato si dipana la tragica detective story, nella manciata di giorni che separano il suo dal suo protetto ancora, con il conforto di qualche buon vino giunto fino a lui dalle superbe degustazioni materne, e costantemente edotto sul mondo dai programmi radiof



secondo il racconto dei vangeli, gesu`, dopo l`ultima cena, si ritira nei pressi di un piccolo campo poco fuori gerusalemme: e` il getsemani, l`orto degli ulivi. alla testa di un gruppo di uomini armati, arriva giuda che indica gesu` ai soldati baciandolo. questo bacio e` divenuto il simbolo dell`esperienza straziante del tradimento e dell`abbandono. ma anche i suoi discepoli e pietro stesso, il piu` fedele tra loro, tradiscono il maestro lasciandolo solo. nella notte del getsemani non c`e` dio, ma solo l`uomo. e lo scandalo rimproverato a gesu`: aver trascinato dio verso l`uomo. la notte del getsemani e` la notte dove la vita umana si mostra nella sua piu` radicale inermita`. in primo piano c`e` l`esperienza dell`abbandono assoluto, della caduta, della prossimita` irreversibile della morte e della preghiera. la notte del getsemani e` la notte dell`uomo.


atmosfere incantate, realta multidimensionali, una protagonista indimenticabile, coraggiosa e sognatrice, catapultata al confine fra due mondi. un romanzo abitato dallo spirito di miyazaki, che rilegge il giappone moderno in chiave fiabesca. abe azusa e una giovane in cerca di lavoro. contro ogni previsione, la singolare abilita nel trovare oggetti smarriti, inserita nel curriculum quasi per gioco, le frutta un impiego presso un misterioso ufficio postale in cima a una montagna. un edificio che la gente della zona ritiene infestato dai fantasmi e i cui dipendenti sembrano usciti da una favola: lo scorbutico signor aoki, addetto all?emissione di libretti postali dove si puo controllare il proprio saldo karmico; il vecchio signor toten, imbattibile nel recapitare la posta ai morti; lo sfuggente e palestrato onizuka, un giovanotto che pare uscito da un fumetto della marvel. coinvolta in una spirale incalzante di eventi, azusa non solo avra la conferma che l?ufficio postale di toten si trova in uno spazio surreale, ma scoprira che la morte ha moltissime sfaccettature, e proprio per questo non e meno complessa della vita.

"prometti che non mangerai l?uovo" stridette aprendo gli occhi. "prometto che non mi mangero l?uovo" ripete zorba. "promettimi che ne avrai cura finche non sara nato il piccolo" stridette sollevando il capo. "prometto che avro cura dell?uovo finche non sara nato il piccolo". "e prometti che gli insegnerai a volare" stridette guardando fisso negli occhi il gatto. allora zorba si rese conto che quella sfortunata gabbiana non solo delirava, ma era completamente pazza. "prometto che gli insegnero a volare. e ora riposa, io vado in cerca di aiuto" miagolo zorba balzando direttamente sul tetto. "sepulveda costruisce un mondo dove aiutare chi e in difficolta e il valore supremo, dove - lezione non trascurabile -riesce a volare ?soltanto chi osa farlo?". eta di lettura: da 9 anni.

la famiglia di bambole, i mennym - che una sarta magica invento` un tempo nella sua casa buia - finge di appartenere alla razza umana: di aver bisogno di mangiare, di lavorare, di dormire, perfino di venire in visita da una villetta suburbana, quando invece si esce da un armadio. la finzione continuerebbe per sempre, se una lettera che annuncia l`arrivo del nuovo padrone di casa non gettasse tutti nel panico di venire scoperti. basteranno gli occhiali neri a nascondere gli occhi di bottone, le sciarpe a nascondere le guance di stoffa, i berretti a celare i capelli di lana? eta` di lettura: da 8 anni.