ancora alla soglia degli anni quaranta claude shannon usava intelligence per parlare di informazione, un termine che avrebbe cominciato davvero a diffondersi solo qualche anno piu` tardi, con la sua "teoria matematica delle comunicazioni", insieme a una parolina, bit, destinata a diventare una delle piu` pervasive dell`ultimo mezzo secolo. amata e vituperata, quella parolina segna un punto di passaggio fondamentale: quando l`informazione diventa una grandezza quantificabile e misurabile. difficile valutarne davvero l`importanza, ma james gleick ci prova, raccogliendo i fili sparsi di una storia che parte da lontano, dai poemi omerici e dall`invenzione della scrittura e dell`alfabeto, passando per la lessicografia e i dizionari, i codici crittografici e le moderne tecnologie della comunicazione. e lungo la strada si incontrano figure chiave, talora insospettate: i compilatori di antichi dizionari o i curatori dell`oxford english dictionary; l`inventore del primo calcolatore, charles babbage; la sua musa, ada byron, figlia dell`illustre poeta; e una serie di altre personalita` fondamentali come samuel morse con il suo codice telegrafico, il matematico alan turing, il creatore della teoria dell`informazione claude shannon o il fondatore della cibernetica norbert wiener. conclude con la vera e propria epoca dell`informazione, il mondo contemporaneo dove tutti sono, volenti o nolenti, esperti di bit e byte. sotto un diluvio di segni e segnali, notizie e immagini, blog e tweet. |