








anna ha sete. tutta la citta ha sete, da settimane. c?e chi li chiamera i giorni della grande sete, e chi le ricordera come le quattro giornate di napoli. e il 1943 e l?acqua manca ovunque, tranne che nella casa in cui anna vive con la sua famiglia. mentre davanti alla casa del miracolo si snoda una fila di donne che chiede quanto basta per dissetarsi, lei si domanda come mai la sua sete le paia cosi insaziabile. perche quella che anna sente e diversa: e una sete di vita e di un futuro di riscatto. a vent?anni vorrebbe seguire le lezioni alla facolta di lettere, leggere, vivere in un mondo senza macerie, senza l?agguato continuo delle sirene antiaeree. ma non c?e tempo per i sogni. il padre e scomparso, la madre si e chiusa in se stessa, la sorella e il nipote si sono ammalati. il loro futuro dipende da lei. cosi, quando ne ha l?opportunita, anna accetta un impiego come segretaria presso la base americana di bagnoli. entra in un mondo che non conosce, incontra persone che provengono da una terra lontana, piena di promesse, che incanta e atterrisce allo stesso tempo, come tutte le promesse. la cosa piu semplice sarebbe scappare, lasciarsi alle spalle gli anni dolorosi della guerra. ma anna non vuole che qualcun altro la salvi. come napoli si e liberata da sola, anche anna deve trovare da sola la sua via di salvezza. la grande sete non e facile da soddisfare. viene da dentro e parla di indipendenza e di amore per il sapere e, soprattutto, parla del coraggio necessario per farsi sentire in un mondo che non sa ascoltare. erica cassano esordisce con una voce potente e profonda, capace di stupire e commuovere, rincuorare e ispirare. "la grande sete" e il racconto di un piccolo grande mondo, dei suoi silenzi e dei suoi rumori, di un anelito verso qualcosa di piu grande che risiede in ognuno di noi.

con "poeta delle ceneri", pubblicato per la prima volta sulla rivista

il volume raccoglie le novelle giovanili di d`annunzio, in parte confluite, dopo un`accurata selezione e revisione, nelle "novelle della pescara" (1902). l`esordio come prosatore, non ancora ventenne, avviene nel 1882 con uno smilzo libretto di racconti, "terra vergine", modellato su "vita dei campi" di verga. ma mentre lo scrittore siciliano dipinge una societa` di umiliati e vinti, d`annunzio celebra l`energia vitale e l`eros di uomini non

alla fine di tutto, per tutti, l`inverno diventa primavera. quando ha ascoltato per la prima volta i versi di "in memoriam" di tennyson, gaunt era all`ultimo anno di scuola. ricorda perfettamente la voce baritonale del suo migliore amico sidney mentre li recitava nel cortile del collegio, in un pomeriggio plumbeo. e stata una bella giornata, quella, pensa, sdraiato su una brandina cigolante, con la testa bendata e la mascella rigida. rigida come la bocca spalancata del soldato che ha calpestato fuggendo per trovare riparo in trincea. non riesce a toglierselo dalla testa e le uniche cose che lo tengono ancorato alla realta` sono tennyson e le lettere che sidney gli ha inviato dall`inghilterra, dandogli notizie sui compagni, sulle lezioni, sugli studi. gaunt darebbe l`anima per tornare a quei giorni, a discutere di metrica e poesia greca, invece di indossare la divisa. in collegio l`eco delle bombe e dei proiettili era pioggia, qui e` tuono insondabile. eppure ci sono quei versi. eppure ci sono due braccia che lo stringono forte e un corpo caldo con cui condividere il misero spazio della brandina. il respiro di sidney, accanto a gaunt, lo rassicura e, lentamente, lo rende consapevole del cuore che batte. d`altronde, la letteratura lo insegna: la tragedia della guerra non puo` annientare l`amore. una storia che racconta ombre e luci dell`inizio del novecento, attraverso gli occhi di due giovani uomini che trovano l`uno nell`altro la forza di superare l`insensatezza del conflitto e consolazione nell`immortale lezione dei classici, appresa tra i banchi di scuola.

la poesia coincide per antonella anedda con la passione per l`esistere e per una solitudine che non impedisce di vedere la luce delle cose, di cantarne laicamente il miracolo, di ascoltare senza sottrarsi il rumore del mondo. da tempo accolta nel canone letterario dei nostri giorni, anedda sa coniugare i caratteri della poesia piu` densamente espressiva con le ragioni di quella piu` raffinata e analitica. questo volume, che riunisce per la prima volta l`intera opera in versi, in parte rivisitata per l`occasione, conferma l`autorevolezza della sua voce poetica e delinea l`inconfondibile traiettoria di una scrittura sempre originale, spesso sorprendente.


in questo volume "stadelmann", "le voci", "essere gia` stati", "la mostra", "lei dunque capira`". a partire dal 1988, quando pubblica stadelmann, la scrittura per la scena prende un posto sempre piu` importante nell`opera di claudio magris. anche perche` i suoi testi teatrali accolgono spesso quella



la milano che prende forma in queste pagine e` la citta` opulenta e felice che da capoluogo ottocentesco si va trasformando nella metropoli tutta ferro e acciaio dei primi decenni del novecento, la

attraverso geniali miscugli dialettali, gerghi, tecnicismi e linguaggi diversi, e grazie al continuo e imprevedibile stravolgimento delle strutture romanzesche tradizionali, carlo emilio gadda ha profondamente rinnovato la narrativa italiana. nutrito di cultura umanistica e scientifica, acceso di ribollenti umori e di un`acuta passione morale e civile, si puo` considerare al tempo stesso un grande scrittore sperimentale e un classico. in questo volume lo strano ingegner gadda di gianfranco contini presentazione di dante isella la madonna dei filosofi a cura di raffaella rodondi il castello di udine appendice al

attraverso geniali miscugli dialettali, gerghi, tecnicismi e linguaggi diversi, e grazie al continuo e imprevedibile stravolgimento delle strutture romanzesche tradizionali, carlo emilio gadda ha profondamente rinnovato la narrativa italiana. nutrito di cultura umanistica e scientifica, acceso di ribollenti umori e di un`acuta passione morale e civile, si puo` considerare al tempo stesso un grande scrittore sperimentale e un classico. in questo volume: quer pasticciaccio brutto de via merulana (1957) quer pasticciaccio brutto de via merulana (redazione di

teresa batista e` una donna forte e bellissima, con la pelle di rame e il cuore di miele. rimasta orfana di entrambi i genitori, quando non ha ancora compiuto tredici anni viene venduta come schiava al capitano justiniano duarte da rosa. da questo momento la sua esistenza scorre come un torrente, moltiplicandosi nei rivoli di mille avventure: prostituta e poi amante di emiliano guedes, prodigiosa danzatrice di samba, eroina in grado di debellare il vaiolo, anima affamata di liberta` e di vita, teresa batista fa tesoro di ogni esperienza, anche delle violenze, dei soprusi e dei lutti, costruendo sulle ferite la propria leggenda. pubblicato per la prima volta nel 1972 e ambientato nel nordeste, "teresa batista stanca di guerra" unisce tragedia, critica sociale e poesia in un romanzo struggente, tra i piu` amati di jorge amado.

la poesia di antonio riccardi mostra una singolare compattezza. procede per scavo e ripresa, per approfondimenti e variazioni sul tema, esplorando con appassionata insistenza alcuni territori elettivi: il podere di cattabiano nell`appennino parmense, teatro naturale e arca di memorie familiari; l`amore, che e` conforto ma anche rischio, pericolo; il lavoro come

improvvisamente costretto a sperimentare in prima persona la precarieta` della vita, renzo racconta la propria esistenza, i propri valori, il rapporto con gli altri e il modo in cui tale rapporto viene alterato, rivelato o inverato dalla malattia e dal lungo avvento della morte. ma approssimato per difetto e` soprattutto un romanzo d`amore: quello che lo lega alla moglie valeria, e che obbliga entrambi a un profondo confronto con se` stessi. rifiutando le convenzionali menzogne, scavando nei sentimenti fino alla lacerazione, ognuno dei due protagonisti corre l`estremo e solitario rischio della ricerca della verita`. attraverso la loro storia, con grande lucidita` e forza poetica gina lagorio ha affrontato in anticipo sui tempi (la prima edizione del libro e` del 1971) il tema scomodo della malattia e del lutto, facendone materia di un romanzo.

in anni di pazienti ricerche presso rigattieri e antiquari, sylvain pons, vecchio musicista prigioniero di una maniacale passione per la buona cucina e le opere d`arte, ha messo insieme una raccolta di oggetti e dipinti di inestimabile valore: un quadro di sebastiano del piombo, raffinati servizi in porcellana di se`vres, preziosi orologi di boulle, il celebre ventaglio dipinto da watteau appartenuto alla pompadour. la sua collezione, che e` la vera protagonista del romanzo pubblicato nel 1848, scatenera` ben presto la rapacita` di parvenus ignoranti, astuti azzeccagarbugli, portinai impiccioni, tutti pronti a sordidi intrighi per entrarne in possesso. eccezionale documento dell`ultimo balzac e della societa` francese alla vigilia della rivoluzione del 1848, dove non c`e` posto per sentimenti disinteressati come l`amicizia e l`amore per l`arte perche` l`avidita` ha trasformato uomini e cose in merci da vendere e comprare, "il cugino pons" e`

partendo dalla classificazione proposta da northrop frye in anatomia della critica, todorov adotta la categoria del fantastico come strumento di indagine di un genere letterario fiorente nell`ottocento, la cui funzione sociale e` stata assunta nel novecento dalla psicoanalisi. il fantastico, dice todorov, si colloca in quella esitazione in cui il lettore deve decidere fra la spiegazione naturale e quella sovrannaturale di un fatto insolito. prendendo in esame i testi esemplari del fantastico, todorov propone una vasta gamma di sottoclassificazioni, recuperando in modo dialettico i luoghi emblematici affrontati dalla narrativa fantastica. il mondo del doppio, della metamorfosi, della follia, cio` che un secolo positivista come l`ottocento ha rimosso, si sono tradotti per noi nell`inquietante scoperta freudiana della sessualita`, della nevrosi, della psicosi e della morte.

il "mondo di ieri" e` l`europa d`inizio novecento in cui stefan zweig e` cresciuto, si e` appassionato alla lettura e ai viaggi, ha raccolto i primi consensi come scrittore. e un mondo stabile e sicuro, ricco di charme e sempre pronto a stupire con nuove invenzioni, nuovi artisti, nuove promesse. e il mondo della certezza e della speranza infinite. per i tantissimi che scoprono o rileggono questo capolavoro, il mondo di ieri e` straordinariamente simile al nostro: ricco, soddisfatto, compiaciuto. ma se ieri tutto e` stato tragicamente travolto e cancellato dalla grande guerra e dalla tetra, ignobile affermazione dei totalitarismi, quale futuro possiamo attenderci per il mondo di domani?


nonostante abbia avuto mentori autorevoli - da pannunzio a montale, da pasolini a garboli - antonio delfini resta autore appartato e inafferrabile. l`eterno dilettante di talento,

due fratelli, mitsu e taka, fanno ritorno al loro villaggio d`origine nel sud-ovest del giappone. vivono in maniere diverse il senso di distruzione e sradicamento che li ha investiti e la difficile ricomposizione del loro universo psichico e sociale, mitico e storico, dal quale si scoprono ancora dipendenti. il motore di questa macchina narrativa e` il contrasto tra i due protagonisti: mitsu l`introverso, il pensatore disincantato e scettico, poco incline all`azione, condannato da un incidente ad avere un occhio aperto sulle tenebre; taka l`idealista, l`aggressivo e misterioso fratello minore, si identifica con i personaggi scomodi e perdenti della famiglia. saga famigliare, parabola politica, drammatica confessione in cui si fondono la ricomposizione dei sentimenti, la dignita` cercata oltre le angosce prodotte dalla storia, la speranza ritrovata al termine di un crudele e liberatorio ritorno alle origini, il grido silenzioso e` una tragedia moderna che da` forma a un mondo immaginario di straordinaria ricchezza.

dalle raccolte d`esordio (primo vere, 1879 e canto novo, 1882), nelle quali l`imitazione di carducci e` gia` temperata da una personale vena sensuale e naturalistica, al poema paradisiaco (1893), che anticipa nella versificazione modi che saranno tipici dei crepuscolari; dall`intermezzo (1894), dove agiscono suggestioni baudelairiane, all`incompiuto ciclo delle laudi (maia, elettra, alcyone, 1903; merope, 1912), summa e manifesto della sua ars poetica: questa antologia ormai classica, curata da federico roncoroni, scandaglia l`intera produzione in versi di d`annunzio facendone emergere con nettezza i nuclei ispiratori. in particolare, la tensione eroica e superomistica, l`adorazione della bellezza senza tempo, l`esaltazione dell`ebbrezza panica, la ricerca di una comunione di sensi e d`animo con il tutto. originale interprete della sensibilita` decadente, d`annunzio pone al servizio della sua visione poetica una straordinaria sapienza espressiva - linguistica, metrica, musicale e strutturale - che esalta la carica evocativa della parola portandola al limite delle sue possibilita`:

capace di grandi gioie e di dolori profondi, emotiva eppure forte, antonia pozzi infonde nei propri versi una sensibilita` che respinge gli orpelli, alla ricerca di un`assoluta essenzialita`. il tentativo di dare autenticita` e concretezza alla propria voce si realizza - scrive antonella anedda - attraverso un evidente


elettra ando` in scena a berlino il 30 ottobre 1903: in pochi giorni ventidue teatri si assicurarono il lavoro, e tre edizioni del libro andarono esaurite. il successo fu grande, piu` grandi ancora il rumore e lo scandalo, che durarono a lungo e si rinnovarono quando il compositore richard strauss nel 1909 si servi` del testo come libretto per l`opera omonima iniziando una lunga, fruttuosa collaborazione con il poeta. sulle tracce del mito di elettra, hofmannsthal evoca una classicita` ben lontana dall`immagine serena e armoniosa resa iconica da lessing, winckelmann e goethe: una grecia cupa, selvaggia, dionisiaca in cui sono evidenti le suggestioni della teoria di nietzsche sull`origine della tragedia. reintepretato in chiave moderna e psicologica, alla luce dei contemporanei studi di freud, il dramma di elettra diventa emblema dell`impotenza dell`uomo a sottrarsi dalla cieca volonta` del fato, alle oscure, irrefrenabili forza del sangue che di padre in figlio perpetuano violenze, tormenti e pulsioni ancestrali. introduzione di gabriella benci.

con l`umilta` dei glossatori e una inesauribile passione per l`arte del divulgare, emilio pasquini e antonio quaglio firmano una edizione commentata della commedia che si segnala per la sua didascalica ed esauriente chiarezza. alle introduzioni e al ricco apparato di note i due curatori affidano il compito di prendere per mano il lettore e guidarlo, fra le insidie e le trappole esegetiche che si nascondono dietro ogni terzina, alla scoperta dell`insuperato prodigio poetico della commedia. con un obiettivo solo in apparenza modesto: mettere sempre al centro il testo e la lingua di dante, eroe di un epico viaggio impegnato in uno strenuo corpo a corpo con i propri mezzi espressivi per redigere

in una cittadina qualunque della provincia russa, la notizia della visita di un ispettore generale mette in allarme funzionari e notabili. bisognera` nascondere le magagne della pubblica amministrazione, far credere che tutto funzioni alla perfezione, evitare che vengano a galla inefficienza e disonesta`. il subbuglio e` tale che un giovane di passaggio, lo squattrinato bellimbusto chlestakov, viene scambiato per il misterioso controllore. omaggiato da tutti e allettato da offerte di denaro sempre piu` sfacciate, chlestakov sfrutta piu` che puo` la situazione e si dilegua giusto prima che si scopra il malinteso e venga annunciato l`arrivo del vero ispettore. commedia degli equivoci, rappresentata nel 1836, "l`ispettore generale" riecheggia la lezione dei racconti pietroburghesi: non e` l`uomo a essere malvagio, e` la societa` che lo rende tale; non e` chlestakov a spacciarsi per ispettore, bensi` il mondo intorno a lui a imporgli quel ruolo. affidandosi al collaudato espediente dello scambio di persona, gogol` mette alla berlina la corrotta burocrazia della russia zarista, che alla fine rimane presa al laccio dei suoi stessi inganni. introduzione di fausto malcovati.

la paura e` l`emozione che travolge irene wagner quando un giorno, uscendo dalla casa dell`amante, s`imbatte in una sconosciuta: la donna sa tutto della sua doppia vita, e irene dovra` pagare in cambio del silenzio. il ricatto sempre piu` pressante, il terrore di essere scoperta e l`invincibile sensazione che il marito possa gia` sospettare qualcosa non le danno pace, minacciando la sua imperturbabile esistenza borghese. la spirale di angoscia che attanaglia e incalza irene prende a girare sempre piu` vorticosamente, in un crescendo di suspense...

per comprendere quel che accade nel mondo abbiamo sempre studiato la politica, l`economia, i trattati internazionali. ma senza geografia, suggerisce tim marshall, non avremo mai il quadro complessivo degli eventi: ogni volta che i leader del mondo prendono decisioni operative, infatti, devono fare i conti con la presenza di mari e fiumi, di catene montuose e deserti. perche` il potere della cina continua ad aumentare? perche` l`europa non sara` mai veramente unita? perche` putin sembra ossessionato dalla crimea? perche` gli stati uniti erano destinati a diventare una superpotenza mondiale? le risposte a queste domande, e a molte altre, risiedono nelle dieci fondamentali mappe scelte per questo libro, che descrivono il mondo dalla russia all`america latina, dal medio oriente all`africa, dall`europa alla corea. con uno stile chiaro e una prosa appassionante, marshall racconta in che modo le caratteristiche geografiche di un paese hanno condizionato la sua forza e la sua debolezza nel corso della storia e, cosi` facendo, prova a immaginare il futuro delle zone piu` calde del pianeta.

"questo volume raccoglie le sceneggiature di tre film tra i piu` intensi e poetici di pasolini: opere che al loro apparire suscitarono entusiasmi, discussioni e polemiche. nel vangelo secondo matteo (1964) pasolini esplora la figura sociale di cristo e il rilievo storico del suo messaggio, dipingendo un gesu` piu` feroce contro i ricchi che contro i duri di cuore. nell`edipo re (1967), la tragedia di sofocle viene riletta in una luce inedita: la vicenda del sovrano di tebe segna l`imporsi dei tempi circolari della vita e del mito su quello lineare della storia. in medea (1969) pasolini rappresenta nuovamente il conflitto tra una visione religiosa e una visione illuminista e razionalista del mondo." (dalla prefazione di morando morandini)


quando "colazione da tiffany" venne pubblicato per la prima volta, nel 1958, il

Un romanzo sull'amicizia

questo volume raccoglie tre sceneggiature: accattone, mamma roma e ostia (quest`ultima realizzata a quattro mani con sergio citti, che del poeta era



il mondo del teatro professionistico non piaceva a pier paolo pasolini, gli era estraneo: a dominare sulle scene era infatti una lingua artificiale che a lui suonava falsa, artefatta, convenzionale. eppure, mentre nelle dichiarazioni pubbliche il poeta rimarcava lontananza e disinteresse per il palcoscenico, a un livello piu` profondo un`urgenza nutriva la sua creativita`, e intorno alla meta` degli anni sessanta, nell`era della televisione e delle masse, il tanto bistrattato teatro divento` quasi una via di fuga. con questo secondo volume si conclude la raccolta delle tragedie scritte in quel periodo: vi sono contenuti il dramma porcile, in dialogo simbolico con l`omonimo film, nel quale si racconta la vita di un grande industriale tedesco e si descrive l`eterna ipocrisia con cui si cementa la classe al potere; orgia, l`unica portata in scena con la cura personale dell`autore, in cui si mostra la disperata lotta di chi e` diverso contro la normalita` che respinge ai margini; infine bestia da stile, la storia del poeta cecoslovacco jan che lo stesso autore non ha esitato a definire













il volume include tutte le maggiori opere della rosselli: i primi scritti (1980, ma risalenti agli anni 1952-63); i poemetti la libellula (1959) e impromptu(1981); le raccolte variazioni belliche (1963), serie ospedaliera (1969) e documento (1976); infine alcuni testi tratti da appunti sparsi e persi (1987). queste pagine febbrili restituiscono la voce intima, appassionata e tragica, di una delle personalita` poetiche piu` appartate ma anche piu` originali del secondo novecento, che della lingua - intesa come mezzo di esplorazione, sperimentazione e invenzione - ha fatto il fulcro della propria ricerca e lo strumento di un costante esercizio di riconquista e appropriazione di se`. i grandi temi che attraversano l`opera della rosselli - l`esperienza dolorosa della malattia mentale, la tensione erotico-religiosa, la sensibilita` musicale che trasforma la pagina in partitura e rinnova nel profondo la prosodia - affiorano in queste liriche come sofferte declinazioni di un travaglio umano e intellettuale illuminato dalla grazia misteriosa dell`ispirazione. prefazione di giovanni giudici.






















