se il milan sfacciato e irruento di arrigo sacchi era la tesi, se il milan maturo e manageriale di fabio capello era l`antitesi, il milan di carlo ancelotti e` la sintesi: estetico ma anche pragmatico, spettacolare ma anche concreto, ancorato a una difesa spesso inespugnabile - ancora la migliore al mondo, capitanata dall`incrollabile maldini - e impreziosito da una nuova parata di campioni italiani e stranieri, che si danno il cambio tra il campo e la panchina: pirlo, seedorf, rui costa, kaka`, shevchenko, crespo, inzaghi, fino alle comete ronaldo e ronaldinho e al giovanissimo pato. un milan talmente forte da dissipare cio` che nessuno riteneva possibile, una finale condotta per 3-0 all`intervallo e poi persa ai rigori nella drammatica notte di istanbul; ma in grado anche di conquistare due champions incredibili, vinte contro ogni pronostico, battendo gli antichi rivali bianconeri ed esorcizzando i nuovi fantasmi del liverpool. tutto si tiene in questo ciclo colossale che s`intreccia, ancora una volta, con la storia d`italia e le vicende politiche e personali di silvio berlusconi, l`uomo che ha cambiato l`immagine e la sostanza del club. con il suo ritmo incalzante e spregiudicato, giuseppe pastore, grande narratore e formidabile milanologo, tesse insieme cronache di partite ormai entrate nella leggenda, aneddoti, curiosita`, colpi di scena, citazioni cinematografiche, per raccontarci l`epopea dell`ultimo squadrone italiano capace di dominare in europa, protagonista di un altro decennio di "bel giuoco"; un milan fenomenale che, in forme nuove, rinnova le gesta del milan "col sole in tasca" degli anni ottanta e novanta.
durante il biennio fratricida del novecento italiano, tra il 1943 e il 1944, gino bartali percorre decine di volte il tragitto firenze-assisi in sella a una bicicletta che nasconde nel telaio fotografie e documenti di identita` contraffatti. per gli ebrei rintanati nei conventi dell`umbria e della toscana, quel carico rappresenta l`unica possibilita` di salvezza dalla persecuzione nazifascista. ed e` proprio a loro che e` destinato, grazie all`attivismo di una rete di soccorso clandestina orchestrata dal cardinale elia dalla costa, amico e guida spirituale di bartali, allo scopo di favorire l`espatrio degli antifascisti. negli stessi mesi gino - al pari dei suoi colleghi costretto all`inattivita` dalla guerra, dopo aver vinto il tour de france a soli ventiquattro anni - offre protezione a una famiglia ebrea, i goldenberg, nascondendola in una cantina. "ci ha salvato la vita, non ne ho il minimo dubbio" ha poi raccontato agli autori giorgio goldenberg, all`epoca bambino. "la strada del coraggio" farebbe arrabbiare ginettaccio, perche` squarcia lo schivo silenzio con cui bartali - inorridito da ogni forma di encomio e adulazione - ha sempre voluto proteggere questa inattesa e misconosciuta parentesi della sua vita. ma il rigore mai venato di retorica dei fratelli mcconnon e` il riconoscimento piu` sincero che si possa attribuire a un uomo che "ci ha ridato il nostro onore quando eravamo poveri e sfiniti".
lo sport e` di norma segnato dal dominio solitario di un individuo o di una squadra, oppure dalla sfida prolungata tra due campioni o due team: i duellanti, appunto. la supremazia e la rivalita` sono inevitabilmente limitate nel tempo: si parla spesso di
il corpo di tre quarti, la gamba destra piegata all`indietro, il tacco che colpisce il pallone e manda fuori tempo gli avversari. se si potesse fermare la carriera di roberto mancini in un attimo, riassumerla in un solo gesto, sarebbe questo. una vita calcistica trascorsa all`insegna del colpo a effetto, con un bagaglio tecnico sterminato e una personalita` dirompente, quella che gli ha permesso di vincere trofei con la sampdoria, compreso uno scudetto che rappresenta una delle ultime grandi imprese del calcio italiano e del quale proprio nel 2021 cade il trentennale, e la lazio. vittorie significative, arrivate fuori dal giro delle
pare che a maldini lo abbia raccontato un suo ex compagno. in una lezione al corso allenatori di coverciano, un docente aveva spiegato alcuni fondamentali:
citta` del messico, 16 ottobre 1968. due atleti con i pugni alzati, i guanti neri, la testa china, i corpi immobili sopra al podio. e la premiazione dei 200 metri, i due uomini sono tommie smith e john carlos. sul secondo gradino, anche lui con una spilla del progetto olimpico per i diritti umani, c`e` l`australiano peter norman. una foto, tra le piu` celebri del novecento, immortala quel gesto di protesta inatteso.
il surf e` un`arte dai molti paradossi, in cui il desiderio di mostrarsi non e` mai separato da quello di essere soli con le onde e sparire dietro un sipario di schiuma. "le onde sono il campo da gioco. il fine ultimo". ma sono anche l`avversario, la nemesi. william finnegan ha subito l`incanto del mare fin da bambino, in california, vedendo i surfisti "danzare sull`acqua". a tredici anni andra` a vivere ai piedi del cratere di diamond head, alle hawaii. e quell`incanto si trasformera` a poco a poco in una devozione assoluta al dio oceano. a venticinque anni, il suo sogno e` di rigenerarsi agli antipodi e vedere il mondo prima che si trasformi tutto in los angeles. inizia cosi` "la ricerca", il viaggio dell`inverno senza fine, la circumnavigazione del globo a caccia di onde. prima guam, poi le isole samoa, il regno di tonga, l`arcipelago delle figi, dove scopre il magnifico break di tavarua, davanti a un lembo di terra assente perfino dalle mappe. al suo fianco c`e` bryan, che e` andato al funerale di kerouac e fa surf "come se non ci fosse un domani". ultima tappa il sudafrica dell`apartheid, dove matura una nuova consapevolezza, poi l`inevitabile ritorno a casa. ma la ricerca non e` ancora finita.
20 luglio 1937, centrale di wimbledon, finale interzone di coppa davis. davanti a quattordicimila spettatori, il barone von cramm affronta donald budge in una partita che segnera` la storia di questo sport. la seconda guerra mondiale e` ormai alle porte, l`arroganza nazista miete le prime vittime e molti percepiscono che quello che sta per giocarsi non e` solo un incontro di tennis: e` stati uniti contro germania, liberta` contro regime, il bene contro il male. budge, giovane e arrembante, "guance rosa confetto", gioca per il suo paese e per la gloria sportiva, von cramm - il "sofisticato aristocratico", l`elegantissimo atleta-eroe, il modello per la gioventu` tedesca - intimidito dalla gestapo e da una telefonata di hitler pochi minuti prima dell`inizio del match gioca per se` stesso, per la sua vita. "era hitler, voleva augurarmi buona fortuna" dira` a budge e al cerimoniere. a guardarli c`e` bill tilden, il piu` famoso e chiacchierato tennista del tempo, l`americano amico dei divi, l`"intellettuale" che piu` o meno segretamente allena la squadra tedesca. von cramm appare teso, il volto e` meno luminoso del solito. eppure il suo inizio e` fulminante. dopo poco piu` di un`ora conduce per due set a zero. la rimonta di budge pero` non si fa attendere, fino all`estenuante quinto set. raccontare lo sport e` raccontare gli uomini, ed eventi come questa partita perdurano, dando l`impressione che la storia e` sempre li` in attesa di manifestarsi in tutto il suo terribile splendore.