
alberto danini e un`ombra. agente del servizio centrale operativo, esperto informatico, si nasconde dietro a uno schermo del dipartimento di polizia giudiziaria perlustrando i meandri della rete a caccia di predatori. si finge un adolescente fragile, ma e una maschera dolorosa da indossare: un adulto che si muove come un serpente in mezzo ai ragazzi, che cambia pelle di continuo. quel ruolo da esca entra in risonanza con il bambino fragile che anche lui e stato; per questo e il migliore in quello che fa. la sua identita di copertura nasce e muore nel mondo virtuale, mentre i colleghi lottano tutti i giorni nel mondo reale: non importa se i meriti vanno ad altri, ad alberto rimane la possibilita di elaborare ogni volta l`orrore di cui e stato testimone. fino al giorno in cui l`agente danini si imbatte nella vicenda di leonardo p., tredici anni, caduto in una rete di mostri. o almeno questo e cio che riferisce alla polizia il padre del ragazzo; questo e cio su cui si concentrano alberto e la squadra. ma in realta i bambini non c`entrano. dietro l`app la rete dei cuccioli, dal nome innocuo, si nasconde stavolta un nemico diverso, dal volto ugualmente feroce. mentre l`indagine entra nel vivo, alberto e costretto a esporsi, a spingersi in prima linea, mosso non da un coraggio che non sente di avere, ma dalla paura. di non saper difendere cio che ha di piu caro. di non sapersi fermare in tempo. di diventare come quelli che ha sempre combattuto. paola barbato, come i grandi maestri del genere, immagina mondi di oscurita, li edifica davanti ai nostri occhi, ci invita a entrare. e ci lascia li, in compagnia di un`angoscia sempre nuova.

hanno un sogno, ferdinando e luigi bocconi. dopo aver visto il padre consumarsi fra strade e cascine con la gerla delle stoffe sulle spalle, un negozio vero, che venda abiti "bell?e fatti", significa futuro. a milano pero, vicina eppure cosi lontana dalla loro lodi. poi, il piccolo sogno diventa realta conquistando giorno per giorno il cuore dei milanesi; si fa grande come quella piccola bottega che si trasforma nei primi grandi magazzini, aperti proprio in piazza del duomo. correva l?anno 1889. bice, figlia di un magazziniere dei bocconi, ha gia otto anni ma non ha mai visto bambole cosi belle, con i vestiti veri, e salendo le infinite scale decide che quel mondo di meraviglie diventera un po? anche suo. la famiglia delle sarte all?ultimo piano, che ogni giorno crea magie, la accogliera e bice ricambiera con la dedizione e l?affetto di tutta una vita. e il 1917 quando il sogno passa al capitano d?industria borletti, che di nome fa senatore e scorge in quella fabbrica dei desideri molto piu di un buon investimento: anche quando i grandi magazzini vanno in fumo, dalle ceneri risorgera, splendida fenice, la rinascente. e dietro quei banconi che lavora eleonora, figlia di bice, cresciuta nei saloni che conosce meglio di casa sua. e con lo sguardo alle guglie del duomo, anche cristina, figlia di eleonora, trovera un modo tutto suo di proseguire la strada di famiglia. davanti alle vetrine e agli occhi delle ragazze della rinascente sfilano gli anni della campagna d?africa, delle guerre mondiali, dei tumulti di piazza, della ricostruzione. eventi straordinari e terribili che li si fermano, toccando le loro vite o scorrendo via. ma nulla intacchera la certezza di aver realizzato, proprio li, il loro piccolo sogno: un sogno che si chiama indipendenza e liberta.

l?estate dei ragazzi di cabiaglio, un piccolo borgo alle porte di varese, e scandita da una serie di rituali. quello del pane con l?uva la prima domenica di settembre, che chiude la stagione dei bagni nei torrenti, della polenta alla cappella degli asini e delle corse in bicicletta, e il loro preferito. a impastare quel pane e aristide, che ha preso il posto di suo padre, ucciso di botte e di dolore dai fascisti. in quel forno di famiglia che, grazie al calore e alla forza di sua madre innocenta, si fa cuore della comunita. aristide appartiene a un gruppo di sette ragazzi di eta diverse, ma in un paese di poche anime le differenze non contano, conta solo stare insieme. quella domenica del settembre 1938, spensierata e leggera, sara l?ultima che li vedra tutti ancora insieme, dalla stessa parte. quando, cinque anni dopo, il maresciallo badoglio annuncia l?armistizio, le strade di cabiaglio si riempiono di gente, le mani a conca intorno alla bocca per gridare al mondo e a se stessi che la guerra e finita. aristide e innocenta si guardano negli occhi, senza bisogno di dirsi il sollievo: allora lui non dovra piu partire soldato, forse potra restare a fare il pane. ma il pensiero corre veloce agli amici di un tempo ora lontani, a chi ha sposato il regime e a chi lo avversa, a chi scrive lunghe lettere dalla grecia e a chi e appena ripartito per il fronte. come in tutt?italia, i giorni dopo quell?8 settembre saranno cruciali anche per i sette ragazzi di cabiaglio e per le loro famiglie, giorni in cui decidere se e contro chi continuare la guerra, giorni in cui essere pronti a morire senza aver iniziato a vivere davvero, giorni in cui donne e uomini, partigiani, repubblichini, prigionieri e disertori si troveranno faccia a faccia con un fucile in mano e dovranno scegliere chi e che cosa salvare.

dove susan knowles-chester va, la morte la segue: questo pensano gli abitanti di bridge fowling ogni volta che la vedono incedere a passo svelto. e a quale capezzale la moglie del falegname stia portando i suoi servigi, quale corpo lavera` e rendera` bello prima che finisca sottoterra, davanti alla canonica del pastore drayden. la prima volta era stata in una tiepida notte d`agosto, la convocazione dalla canonica era giunta improvvisa. il pastore voleva che fosse proprio lei ad accompagnare l`amata moglie nell`estremo viaggio. amata troppo, sussurra qualcuno, tutte quelle gravidanze, per una donna tanto gracile, alla fine l`avevano uccisa. dopo quella prima morta, susan aveva riconosciuto la sua vocazione, ed erano arrivate tutte le altre. anche le figlie del pastore, a una a una, come i grani di un rosario. tra loro, nel 1847, eliza may, umbratile e meravigliosa creatura, che aveva riempito la sua vita grama di nubile indigente con la scrittura, nata come un gioco tra sorelle, un linguaggio segreto di bambine. uno spazio di liberta` selvaggia che aveva generato un unico, poderoso romanzo, pubblicato sotto pseudonimo maschile. un`opera che aveva indignato i benpensanti, consegnandola nondimeno all`eternita`. ma noi conosceremo eliza may drayden solo nella turbolenta esistenza dopo la sua morte; in una sorta di passaggio del testimone tra chi l`ha conosciuta, amata, rimpianta, raccontata, celebrata, denigrata; sulle tracce di un taccuino che passa di mano in mano attraverso tre secoli senza mai concedere il suo segreto. ispirata dalla vita di emily bronte` e dal suo capolavoro "cime tempestose", anjet daanje ha costruito un romanzo immenso, febbrile, che ne contiene tanti altri, in un gioco di specchi che canta l`amore, la perdita, la sorellanza, il potere eterno della letteratura.

murano, 1486. davanti agli occhi di orsola rosso si spalanca uno spettacolo meraviglioso: globi incandescenti che roteano come in una danza, ripiani e ripiani di bicchieri, vasi, lampadari aggrovigliati come polpi tentacolari, e poi i colori, lunghe canne blu, bianche, rosse, e dappertutto schegge di vetro che scricchiolano sotto i piedi come brina variopinta. e` la vetreria barovier, dove orsola, figlia di un artigiano rivale, si e` intrufolata per spiare. li`, nella fornace, marietta barovier, una delle rarissime maestre di quell`arte, sta lavorando a qualcosa che cambiera` il mondo: una nuova perla. alle donne non e` concesso fare altro, con il vetro, e orsola si innamora subito di quell`oggetto ricoperto di stelle candide destinato a adornare il collo delle donne d`europa e arrivare fino in africa. quando, poco dopo, il padre di orsola muore in un incidente tanto doloroso quanto banale, saranno proprio la sua passione, la sua intraprendenza e il suo coraggio a tenere alto il nome dei rosso. e tuttavia, anche se orsola ha le mani e il cuore per lavorare il vetro, non potra` fare altro che le perle, dapprima di nascosto, al lume della cucina, e poi apertamente, ma sempre in lotta con la famiglia, le consuetudini, il pregiudizio. nel corso dei secoli i rosso vivranno straordinari trionfi creativi e perdite strazianti, ascese vertiginose e improvvise cadute, ma il tempo nella laguna si muove lentamente come il vetro fuso, e il dono di orsola continuera` a brillare, all`apparenza delicato come le sue creazioni, in realta` indistruttibile. come la citta` d`acqua.

e il 1850 quando honor e grace bright si imbarcano sull?adventurer, un grande veliero in partenza dal porto inglese di bristol per l?america. l?aria smarrita di chi non e avvezza ai viaggi, il bel volto offuscato dal mal di mare, honor bright sa che non rivedra mai piu bridport, il paese in cui e nata, nell?istante in cui la nave si allontana dalle verdi colline del dorset. troppo grande e il mare e troppo lontano e faithwell, il villaggio dell?ohio in cui adam cox, un uomo anziano e piuttosto noioso, attende sua sorella per prenderla in sposa. l?irrequieta grace ha allacciato una corrispondenza epistolare con lui, culminata poi con la proposta di matrimonio, con l?intento di lasciarsi alle spalle l?angusta vita della piccola comunita di quaccheri in cui e cresciuta e abbracciare cosi nuove avventure. honor bright non condivide lo spirito temerario di grace, ma samuel, il suo promesso sposo, ha rotto il fidanzamento e la prospettiva di vivere in mezzo all?altrui compassione l?ha spinta a seguire la sorella al di la del mare. una volta giunte in ohio, tuttavia, a un passo da faithwell, grace si ammala di febbre gialla e, tra le misere mura di un albergo, muore. honor bright si ritrova cosi sola in una nazione enorme ed estranea, divisa da un immenso oceano dall?amato dorset. non le resta percio che adam cox come unica ancora di salvezza. a faithwell, tuttavia, viene accolta con freddezza dall?uomo e dalla cognata vedova.

vienna, 1911. sulla heugasse, costruito con la pietra bianca piu` bella d`austria, sorge il palazzo dei goldbaum, una famiglia di influenti banchieri ebrei. in citta` si dice che siano cosi` ricchi e potenti che, nelle giornate uggiose, noleggino il sole perche` brilli per loro. ben poco accade, dentro e fuori la capitale, su cui non abbiano voce in capitolo, e meno ancora senza che ne siano a conoscenza. persino nei fastosi palazzi di casa d`asburgo. rinomati collezionisti di opere d`arte, mobili di squisita fattura, ville e castelli in cui esporli, gioielli, uova faberge`, automobili, cavalli da corsa e debiti di primi ministri, i goldbaum, com`e` costume delle cosmopolite dinastie reali d`europa, si sposano tra loro. perche` gli uomini goldbaum continuino a essere ricchi e influenti banchieri e` necessario, infatti, che le donne goldbaum sposino uomini goldbaum e producano piccoli goldbaum. anche la giovane, ribelle greta goldbaum deve rassegnarsi alla tradizione di famiglia e dire addio alle sue scapestrate frequentazioni nella ribollente vienna del primo decennio del novecento, sposando albert goldbaum, un cugino del ramo inglese della famiglia. per una ragazza della sua estrazione sociale il matrimonio e` una delle spiacevolezze della vita da affrontare prima o poi, e con questo spirito greta lascia vienna per la piovosa inghilterra. a tempie court, dove si trasferisce, la ragazza si sente estranea persino a se stessa: la nuova famiglia la tratta con rispetto, la servitu` con deferenza e albert e` cortese e sollecito. ma la sua presenza riesce a essere opprimente come una coperta pesante in una nottata troppo calda, e tra i due giovani si instaura una gelida, sottile antipatia. al punto che lady goldbaum, la madre di albert, decide di donare alla ragazza un centinaio di acri come dono di nozze, un giardino dove sentirsi finalmente libera da ogni costrizione. alla silenziosa contesa di temple court si aggiunge, pero`, il fragore di ben altro conflitto: la prima

e il 23 marzo 1890 a san pietroburgo e, nell`ampio corridoio del teatro mariinskij, e` in corso una delle sfilate piu` emozionanti che sia dato vedere nella splendida citta` affacciata sul golfo di finlandia. la famiglia reale e` accorsa al gran completo per il saggio finale delle giovani allieve del corpo di ballo. gli zar romanov sono i finanziatori di buona parte dei teatri imperiali e non mancano mai alle occasioni in cui e` possibile scorgere le prime esibizioni delle future e`toiles. lungo il corridoio, l`imperatore alessandro iii avanza a grandi passi, seguito dall`imperatrice gracile e minuta. piu` indietro ancora lo zarevic nicola, detto niki, un fauno, piccolo, esile nella sua uniforme, le guance morbide e graziose, i lineamenti fini. raggiunta la tavola allestita per la sobria cena della scuola, l`imperatore fa sedere alla sua sinistra nicola e, accanto a lui, la ragazza che piu` di tutte promette di essere una stella del mariinskij: mathilde kschessinska, la figlia piu` giovane del grande felix kschessinsky, che ha danzato per i romanov per quasi quarant`anni. l`intento di alessandro iii e` palese: fare in modo che il figlio renda onore a una lunga tradizione che vuole imperatori, granduchi, conti e ufficiali scegliere le loro amanti tra le ballerine di danza classica. per mathilde kschessinska e` l`occasione di puntare dritta al cielo, un premio inaspettato al suo talento.



