nelle cronache future le elezioni del 2006 saranno ricordate come quelle in cui arrivo` prima l`unione. ma un capitolo sulle aspettative deluse non potra` mancare. forse si dira` che erano eccessive. difficile, pero`, negare che fossero fondate, visto il clima di opinione e i risultati delle elezioni tenutesi negli anni precedenti. in queste condizioni e` ragionevole attendersi che il governo in carica paghi un prezzo elevato. chiedersi dov`e` la vittoria significa allora mettere a fuoco premesse, andamento ed esiti di una lunga corsa, partita benissimo per il centrosinistra e poi chiusasi sul filo di lana. per rispondere alla domanda non c`era di meglio che interpellare gli elettori: e` quanto ha fatto itanes, intervistandone in momenti successivi, prima e dopo le elezioni, oltre 12.000, raggruppati in campioni diversi, per capire come si sono comportati anziani e giovani, donne e uomini, lavoratori privati e pubblici, dipendenti e autonomi, cattolici e laici. alla fine i risultati "parlano chiaro": dopo una legislatura lunga quanto tormentata, solo pochissimi di coloro che avevano votato per berlusconi cinque anni prima hanno cambiato voto, sebbene moltissimi fossero insoddisfatti. cio` e` accaduto perche` durante la campagna elettorale chi ha scommesso sulla continuita` - tutta italiana - delle scelte di voto, puntando sulla rimobilitazione dei propri elettori, e` stato piu` abile di chi tranquillamente si preparava a raccogliere i frutti dello scontento.
in "dossier italia", uscito nel 2005, ricolfi delineava lo stato di avanzamento dei lavori del famoso contratto siglato con gli italiani da silvio berlusconi. a quella data si trattava, per la verita`, di un bilancio parziale. ma oggi che il tempo e` scaduto che cosa ci dicono gli ultimi dati? il contratto prevedeva di centrare almeno quattro dei cinque obiettivi: diminuzione delle tasse, riduzione dei reati, innalzamento delle pensioni minime, un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro, apertura dei cantieri per il 40% degli investimenti del piano delle grandi opere. in questo nuovo volume ricolfi esamina i singoli punti sullo sfondo delle vicende italiane degli ultimi cinque anni.
la liberta` d`espressione e` associata al mezzo che ne rende possibile l`esercizio, la stampa, al punto che il "contenitore" gode delle stesse tutele del "contenuto". la centralita` strategica e le modalita` di diffusione dell`informazione fanno si` che non sia sufficiente concepirla solo come l`espressione di un diritto individuale, ma rendono necessarie nuove regole per chi crea, diffonde e fruisce delle idee. secondo l`autore chi vende informazioni deve sottostare alle stesse regole di chi vende altri beni, mentre la liberta` individuale deve essere potenziata tramite un allargamento delle fasce di utenti che hanno accesso alle fonti e alle reti di telecomunicazioni.
il volume ripercorre le tappe e il contesto politico dei vari referendum effettuati in italia negli ultimi 50 anni: dal referendum sull`aborto a quello sulla scala mobile, dai quesiti per il maggioritario a quelli sull`emittenza televisiva sino alla recente ondata astensionistica. nonostante i molti ostacoli e` indubbio che i referendum hanno messo in moto importanti processi di cambiamento sociale e politico-istituzionale. resta da vedere oggi quale sara` il destino del referendum: se una via eccezionale da percorrere solo in momenti di crisi del sistema, o uno strumento ordinario di opposizione.
nei paesi arabi e nell`intero mondo musulmano crescono le correnti e i movimenti che puntano all`islamizzazione integrale della societa`. li accomuna la ricerca di un`identita` originaria e l`ansia di riscatto. cosi` facendo essi pretendono di ripristinare quel giusto rapporto tra religione e politica che sarebbe alla base dell`islam e della sua espansione e fioritura nei secoli d`oro. fino a che punto questa ideologia si riallaccia effettivamente alla tradizione islamica? perche` oggi trovano poco ascolto altre voci, quelle del riformismo musulmano? paolo branca affronta questi interrogativi in una cornice piu` ampia dell`immediato presente, risalendo alle diverse fasi attraversate nell`ultimo secolo.
il passaggio dalla lira all`euro non equivale a un semplice cambiamento della scala di misura come quando, all`estero, facciamo il pieno di benzina in galloni invece che in litri. va a toccare rappresentazioni consolidate, scelte e modi di vita che si intrecciano con i nostri conti e calcoli quotidiani. questo libro ci guida in un viaggio nella mente delle persone alle prese con un evento economico senza precedenti nella storia moderna, ma che puo` essere visto come un grande esperimento naturale che permette di saggiare le nostre illusioni cognitive e i curiosi effetti che esse producono sui nostri comportamenti.
cervellati riflette criticamente sul ruolo dell`architetto urbanista, prendendo atto dei limiti che l`ambiente pone all`idea di uno sviluppo urbano senza fine. l`avvio del terzo millennio si annuncia con il rifiuto di molte regole e comportamenti celebrati dalla razionalita` pianificatoria della societa` industriale. in questo quadro non si tratta piu` di "riprogettare" la citta`, quanto di "curarla" imparando l`arte tutta artigianale, del restauro e della manutenzione urbana e paesaggististica.