

un limpido talento critico, una capacita` fuori dal comune di orientarsi nell`universo contemporaneo di segni e linguaggi plurali: con sguardo allenato da continue combinazioni tra passioni profonde e interessi eclettici, susan sontag traccia un`originalissima, radicale rotta attraverso la teoria, la letteratura, il cinema, il teatro e le arti degli anni sessanta del `900. prima dell`"eta` del nichilismo", sontag scrive gli articoli riuniti nel 1966 in contro l`interpretazione, il suo libro d`esordio come saggista: "un atto di liberazione intellettuale" che la fa in breve diventare una figura di riferimento dello scenario contemporaneo, delle sue rivelazioni, trasgressioni, sperimentazioni, illusioni, della sua opposizione alle gerarchie (alto/basso) e alle polarita` (forma/contenuto, intelletto/sentimento). che scriva dello "stile" come centro di gravita` dell`espressione artistica o disegni una mappa dettagliata e ormai classica delle forme della sensibilita` "camp", che parli degli happening in cui l`azione evade dai teatri o si sposti dal diario di pavese ai taccuini di camus, dalla liberta` di genet alla coscienza disgustata di sartre, il filo delle parole di susan sontag non perde il suo obiettivo: evitare che il vaso di pandora dell`interpretazione-superfetazione si rovesci sull`esperienza dell`opera d`arte, deformandola e saturandola di "significati" a proprio uso e consumo.

