per tutti noi l`assunzione quotidiana di caffeina coincide nientemeno che con la
un personalissimo incrocio fra un diario di viaggio e la cronaca di un lungo esperimento, dove pollan incontra una serie di uomini e donne straordinari - guru veri o presunti, scienziati serissimi, medici di frontiera -, e poi decide di provare in prima persona che cosa intendessero i profeti dell`lsd per
Un manifesto del mangiar bene, che, con l'andamento dei tempi moderni, è quanto più una posizione di critica feroce nei confronti di un megameccanismo mediatico e economico a cui siamo inconsapevolmente e spesso consapevolmente legati. Un saggio critico (con tanto di estesa bibliografia) che può far paura perché strutturato sulla verità.
abbiamo scelto noi le specie vegetali che coltiviamo e lasciamo proliferare nel mondo o in realta` e` accaduto il contrario? siamo intervenuti sulla natura o siamo stati in qualche modo "addomesticati"? seguendo la storia naturale, politica, sociale ed economica del nostro pianeta, michael pollan indaga la strategia evolutiva messa in atto da quattro specie vegetali che da millenni dominano sul nostro pianeta: il melo, il tulipano, la cannabis e la patata. piante che si sono adattate alle esigenze dell`uomo per guadagnarsi la sopravvivenza e la diffusione dei geni. osservato per la prima volta come soggetto agente, scopriamo come l`ambiente naturale abbia trascorso gli ultimi diecimila anni a escogitare il modo migliore per nutrirci, guarirci e vestirci, inebriarci o deliziarci.
che cosa mangiamo, e perche`? sono domande che ci poniamo ogni giorno, convinti che per rispondere basti sfogliare la rubrica di un giornale, o ascoltare per qualche minuto l`ultimo imbonitore nutrizionista ospitato in tv. ma se quelle domande le si guarda un po` piu` da vicino, come fa michael pollan in questo suo documentato saggio, forse il primo sull`argomento a non prendere alcun partito, se non quello dell`ironia e del buon senso, le risposte appaiono meno scontate. che legga insieme a noi le strepitose biografie del defunto pollo "biologico" riportate sulla confezione di petti del medesimo, o attraversi le lande grigie e fangose del midwest, dove milioni di bovini nutriti a mais e antibiotici vivono la loro breve esistenza fra immensi stagni di liquame, pollan arriva immancabilmente a conclusioni di volta in volta raccapriccianti o paradossali.
nella consistente letteratura generata dalla sua scoperta a oggi, l`lsd e` sempre stato presentato come una via d`accesso privilegiata - e niente affatto spiacevole - a dimensioni della coscienza che generalmente ci sono precluse. negli ultimi anni, tuttavia, la ricerca scientifica piu` avanzata lavora su virtu` molto diverse degli
dacche` nabucodonosor elevo` i giardini pensili di babilonia pur di lenire la nostalgia della sua sposa per le colline dell`infanzia, il giardino e` sempre stato una seconda natura, foggiata dall`uomo in base alla sua cultura ed esperienza. ma di questi tempi il giardino e` anche un campo di battaglia ideologico ed etico fra l`"utopia suburbana" del prato sempre perfettamente curato e la ribellione antinomiana dei cultori della wilderness, discepoli di thoreau. per fortuna esiste un terzo partito - quello che fu, ad esempio, di alexander pope, che agli architetti del paesaggio suoi contemporanei consigliava semplicemente: "consulta sempre il genio del luogo". pollan - che di pope condivide l`ironia e il buonsenso, oltre che il piglio eclettico da filosofo, umorista, narratore e polemista - sa da quale parte schierarsi, e lo fa nel modo che piu` gli e` congeniale: con questo volume, che riesce a essere al tempo stesso esilarante autobiografia, racconto di un`odissea intellettuale e brioso trattato di giardinaggio empirico-teorico.
quanto piu` invadenti sono i presunti virtuosismi di aspiranti cuochi, tanto meno sappiamo mettere in tavola qualcosa di decente. michael pollan, si sa, ama i paradossi, e nel tentativo di sciogliere quello alla base del suo nuovo libro e` partito per un viaggio sulle piste dei quattro elementi con cui da tempo immemorabile cuciniamo (acqua, aria, terra, fuoco), e a caccia dei piccoli, affascinanti misteri che i maghi, non tanto della cucina ma della preparazione dei nostri alimenti, rivelano a chi sa ascoltarli. un`avventura che lo ha portato molto lontano: a vagare nelle immense fornaci del locale nel north carolina dove si allestisce un barbecue leggendario in tutti gli stati uniti o ad apprendere da un grande fornaio per quali vie sottili e imprevedibili acqua e aria trasformino il grano in pane, oppure ancora a curiosare nei laboratori di quegli autentici domatori di germi e batteri che sono i maestri della fermentazione - formaggiai e birrai. ma altrettanto appassionanti sono gli esperimenti che pollan compie tutti i giorni al tavolo della sua cucina, e di riflesso della nostra: che dopo aver letto questo libro non riusciremo piu` a guardare (ne` a usare) nello stesso modo.
cosa ci fa bene e cosa ci fa male, quando siamo seduti a tavola? decenni di nutrizionismo, dibattiti, diete e consigli degli esperti non sembrano aver risolto la questione. anzi, mentre i nostri scaffali si riempiono di cibi pratici, economici, studiati apposta per rispondere alle piu` avanzate esigenze salutistiche, la nostra salute risente sempre piu` di problemi legati all`alimentazione. michael pollan racchiude in sessantaquattro regole d`oro alcune perle di saggezza, detti popolari e trucchi per mangiare bene, dettati da secoli di esperienza e dal buon senso e che la scienza ha poi confermato.
nel "dilemma dell`onnivoro" michael pollan aveva smontato il pranzo che ci apparecchiamo ogni giorno, dimostrando che cosa realmente contenga, a dispetto di quanto dicono le etichette. in questo libro, che amplia e conclude il precedente, pollan va oltre, demolendo una credenza particolarmente pericolosa e ormai diffusissima, e cioe` che a renderci piu` sani e piu` belli non siano tanto le cose che mangiamo, quanto le sostanze che le compongono. nel mondo immaginato dai nutrizionisti, ricorda pollan, anziche` perdere tempo a sbucciare e fare a spicchi le arance basterebbe assumere una quantita` equivalente di vitamina c. ma accade invece che gli stessi nutrizionisti mettano improvvisamente al bando le componenti della dieta che fino a poche settimane prima avevano presentato come irrinunciabili, e che per paradosso gli stati uniti, cioe` il paese piu` ossessionato di qualsiasi altro dal terrore di mangiare qualcosa che fa male, o di non mangiare cio` che fa bene, si siano dati il modello alimentare piu` malsano e patogeno fin qui conosciuto. il rimedio? sarebbe semplice, sostiene pollan: non mangiare nulla che la nostra nonna non avrebbe mangiato. in altre parole, cibo, meglio se poco, e meglio ancora se verde. sarebbe semplice, cioe`, se non sconvolgesse il credo dell`industria piu` potente e insostituibile al mondo, quella agroalimentare. che, come dimostrano le violentissime polemiche gia` suscitate da questo libro alla sua uscita, non intende arrendersi neppure all`evidenza senza combattere.
che cosa mangiamo, e perche`? sono domande che ci poniamo ogni giorno, convinti che per rispondere basti sfogliare la rubrica di un giornale, o ascoltare per qualche minuto l`ultimo imbonitore nutrizionista ospitato in tv. ma se quelle domande le si guarda un po` piu` da vicino, come fa michael pollan in questo suo documentato saggio, forse il primo sull`argomento a non prendere alcun partito, se non quello dell`ironia e del buon senso, le risposte appaiono meno scontate. che legga insieme a noi le strepitose biografie del defunto pollo "biologico" riportate sulla confezione di petti del medesimo, o attraversi le lande grigie e fangose del midwest, dove milioni di bovini nutriti a mais e antibiotici vivono la loro breve esistenza fra immensi stagni di liquame, pollan arriva immancabilmente a conclusioni di volta in volta raccapriccianti o paradossali.