la rivoluzione "anti-comunista" dell`estate del 1991, imposta dall`alto per volonta` di boris eltsin e del suo entourage al fine di abolire l`industria di stato, privatizzare le infrastrutture e consentire alla russia l`ingresso a pieno titolo nell`economia di mercato, era sostenuta da gran parte dell`opinione pubblica, delusa dagli scarsi risultati della perestroika. sette anni piu` tardi l`intero sistema economico russo crollo`. non vi fu nessun complotto; il peso stesso degli errori e delle scelte approssimative causo` una generale bancarotta. roj medvedev cerca di far luce su un decennio complesso e drammatico dove interessi economici e sociali si sono spesso incrociati con quelli della malavita. |