
uomo ribelle e ambizioso, pittore inquieto e geniale, jacopo robusti detto il tintoretto ha vissuto solo per dipingere e per la sua arte ha sacrificato tutto (reputazione, guadagni, piaceri), allontanando uno a uno - con la sola eccezione del remissivo dominico - tutti i figli: le femmine in monastero, via da casa i maschi insofferenti alla sua tirannia. finendo per perdere anche la prediletta figlia naturale, marietta, educata contro le convenzioni della societa` per fare di lei la sua creazione piu` riuscita: una musicista, una pittrice, una donna libera. trascinandoci nella venezia di fine cinquecento, fastosa e cosmopolita, minacciata dai turchi e devastata dalla peste, melania g. mazzucco ci restituisce il quadro di un mondo al culmine del suo splendore eppure presago del declino.

. romanzo a incastro, "la camera di baltus" intreccia in un perfetto moltiplicarsi di specchi tre storie che si assomigliano pericolosamente, legate da un misterioso filo che attraversa i secoli: quella di maestro enrico, pittore della fine del quattrocento, autore degli affreschi della camera che da` il titolo al romanzo, sulla torre del castello di bastia del garbo; quella di baltus, ufficiale napoleonico dal fascino stendhaliano, che vive le sue ultime ore proprio nella camera della torre che da lui prende il nome; quella, infine, di arsenio ventura, il critico contemporaneo chiamato a dare un giudizio sugli affreschi ormai corrosi, ma bellissimi ed enigmatici, che alla luce di una lampada si rianimano e si trasformano in un racconto di amore e guerra, donne e uomini, liberta` e solitudine. e cosi` che prende vita un viaggio iniziatico nel tempo e nello spazio, dove passato e presente si contrappongono in un gioco combinatorio di grande ricchezza metaforica e varieta` stilistica.