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non si fa che parlare dell`elp, l`esercito di liberazione del pianeta. il vicequestore rocco schiavone guarda con simpatia mista al solito scetticismo ai gesti clamorosi di questi disobbedienti che liberano eserciti di animali d`allevamento in autostrada. semmai e` incuriosito dal loro segno di riconoscimento che si diffonde come un contagio tra ragazze e ragazzi. la vera violenza sta pero` da un`altra parte e quando rocco viene a sapere di una signora picchiata dal marito non si trattiene,
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nella cameretta di samantha spicca appeso al muro il poster di una donna lupo,
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una mattina qualunque, per caso, nora riconosce un volto in treno. e la persona che le ha distrutto la vita. lei e il marito pasquale sono i proprietari a pescara di una avviata tabaccheria. e proprio in questa sei anni prima nel corso di una rapina un ladro ha ucciso il loro unico figlio corrado. nora non puo` credere che il carnefice di un ragazzo innocente - del loro ragazzo innocente! - possa essere libero dopo cosi` poco tempo. non puo` credere che la vita di suo figlio valga tanto poco. ma e` cosi`, tra la condanna per un omicidio preterintenzionale e i benefici carcerari. da questo momento nora e pasquale non riescono a continuare a vivere senza ottenere una loro giustizia riparatrice. il marito cerca la via piu` breve e immediata. nora, invece, dopo una difficile ricerca per stanare l`uomo, elabora un piano piu` raffinato. paolo dainese, pero`, l`omicida, si e` sforzato per rifarsi una vita e, annaspando, sta riuscendo a rimettersi a galla. da anni antonio manzini aveva in mente questa storia, tratta da un fatto vero. e ha voluto scrivere non un romanzo a tesi, ma un romanzo psicologico su tre anime e su come esse reagiscono di fronte a un`alternativa morale priva di una risposta sicura. e leggendo queste pagine si resta disorientati, non solo perche` l`autore ha scritto una storia diversa dalle sue trame che ci sono piu` famigliari, ma soprattutto perche` e` riuscito a raccontare, dentro gli intrecci propri di chi e` maestro di storie, l`impossibilita` di farsi un giudizio netto. impossibilita` di chi legge, e di chi scrive; ma anche dei personaggi che vivono la vicenda. questi possono scegliere (e le loro scelte sono diverse) ma perche` costretti a farlo, cosi` come la vita costringe. questa specie di cortocircuito, tra ragione e vita, e` il dubbio etico che manzini esplora in tutto il suo spazio.
![Costola_Di_Adamo_la_-Manzini_Antonio](cops/big/9788838931383g.jpg?tit=Costola_Di_Adamo_la_-Manzini_Antonio&r=67)
"il vicequestore sorrise nel pensare alla somiglianza che sentiva tra lui e quel cane da punta". rocco schiavone ha la mania di paragonare a un animale ciascuna delle fisionomie umane che gli si para davanti. ma piu` che il setter che gli suscita quell`accostamento, lui stesso fa venire in mente uno spinone, ispido, arruffato e rustico com`e`: pur sempre, pero`, sottomesso all`istinto della caccia. e uno sbirro manesco e tutt`altro che immacolato, romano di conio trasteverino, con una piaga di dolore e di colpa che non puo` guarire. ad aosta, dove l`hanno trasferito d`ufficio, preferirebbe tenere le sue clarks al riparo dall`acqua e godersi i suoi amorazzi, che non imbarcarsi in un`altra inchiesta piena di neve. una donna, una moglie che si avvicinava all`autunno della vita, e` trovata cadavere dalla domestica. impiccata al lampadario di una stanza immersa nell`oscurita`. intorno la devastazione di un furto. ma rocco non e` convinto. e una successione di coincidenze e divergenze, cosi` come l`ambiguita` di tanti personaggi, trasformano a poco a poco il quadro di una rapina in una nebbia di misteri umani, ambientali, criminali. per dissolverla, il vicequestore rocco schiavone mette in campo il suo metodo annoiato e stringente, fatto di intuito rapido e brutalita`, di compassione e tendenza a farsi giustizia da se`, di lealta` verso gli amici e infida astuzia.
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quando viene chiamato su una strada di montagna, al vicequestore rocco schiavone basta uno sguardo per capire di trovarsi di fronte a una rottura del decimo livello della sua personalissima classifica. un ciclista, infatti, e` stato vittima di un incidente. il morto si chiama paolo sanna, un cinquantenne che da un po` di tempo abita in zona ma che apparentemente nessuno conosce. dai primi accertamenti risultano subito delle stranezze. sanna era abbiente se non addirittura ricco, ma senza occupazione, nel tempo aveva cambiato periodicamente residenze in tutto il nord italia, sporadiche e superficiali amicizie, qualche amore senza conseguenze, parenti lontani e poco frequentati: insomma, "una specie di ectoplasma ai margini della societa`". a complicare le cose, c`e` il rebus del taccuino trovato nella sua abitazione, una lista di nomi, sigle e numeri indecifrabili. il quadro e` quello di un uomo in fuga. ma una fuga lunga, senza fine, se non fosse stato per quell`urto in montagna. per vederci chiaro bisogna indagare nel passato, andando il piu` a fondo possibile, un passato che fa sprofondare il vicequestore di aosta negli anni di gioventu` di un gruppetto affiatato. rocco vorrebbe procedere come al solito, pesante come un pugno e sottile come uno stiletto, ma e` di sottigliezza che ha soprattutto bisogno, anche perche` si fa sempre piu` drammatico il timore per la scomparsa inspiegabile di una persona, una donna, a cui qualcosa di intenso lo lega.
![Tutti_I_Particolari_In_Cronaca_-Manzini_Antonio Tutti_I_Particolari_In_Cronaca_-Manzini_Antonio](cops/big/507641_b.jpg?tit=Tutti_I_Particolari_In_Cronaca_-Manzini_Antonio&r=32)
Antonio Manzini, il creatore dell'indimenticabile vicequestore Schiavone, entra nel catalogo del Giallo Mondadori con una storia serrata e sorprendente che si interroga sull'equilibrio tra legge e giustizia, e su ciò che saremmo disposti a fare pur di guarire le nostre ferite.
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dopo "vecchie conoscenze" e "le ossa parlano", il vicequestore rocco schiavone e` in missione non ufficiale a migliaia di chilometri dalla sua odiata aosta, con il vecchio amico brizio. vogliono ritrovare furio, l`altro compagno di una vita, scomparso tra buenos aires, messico e costa rica. furio, da parte sua, si e` lanciato a rotta di collo sulle tracce di sebastiano, il quarto del gruppo, scappato in sud america per sfuggire ad una colpa tremenda e alla conseguente punizione. l`antefatto e` lontano nel tempo e ha squassato le vite di tutti loro. e adesso rocco e brizio devono impedire
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un medico in pensione scopre nel bosco delle ossa umane. e il cadavere di un bambino. michela gambino della scientifica di aosta, nel privato tanto fantasiosamente paranoica da far sentire rocco schiavone spesso e volentieri in un reparto psichiatrico, ma straordinariamente competente, riesce a determinare i principali dettagli: circa dieci anni, morte per strangolamento, probabile violenza. l`esame dei reperti, un`indagine complessa e piena di ostacoli, permette infine di arrivare a un nome e a una data: mirko, scomparso sei anni prima. la madre, una donna sola, non si era mai rassegnata. l`ultima volta era stato visto seduto su un muretto, vicino alla scuola dopo le lezioni, in attesa apparentemente di qualcuno. un cold case per il vicequestore schiavone, che lo prende non come la solita rottura di decimo livello, ma con dolente compassione, e con il disgusto di dover avere a che fare con i codici segreti di un mondo disumano. un`indagine che lo costringe alla logica, a un procedere sistematico, a decifrare messaggi e indizi provenienti da ambienti sotterra-nei. e a collaborare strettamente con i colleghi e i sottoposti, dei quali conosce sempre piu` da vicino le vite private: gli amori spericolati di antonio, il naufragio di italo, le recenti sistemazioni senti-mentali di casella e di deruta, persino l`inattesa sensibilita` di d`intino, le fissazioni in fondo comiche dei due del laboratorio. lo circondano gli echi del passato di cui il fantasma di marina, la moglie uccisa, e` il palpitante commento. si accorge sempre piu` di essere inadeguato ad altri amori. e come se la solitudine stesse diventando l`esigente compagna di cui non si puo` fare a meno. questa e` l`indagine forse piu` crudele di rocco schiavone.
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semisepolto in mezzo a una pista sciistica sopra champoluc, in val d`aosta, viene rinvenuto un cadavere. sul corpo e` passato un cingolato in uso per spianare la neve, smembrandolo e rendendolo irriconoscibile. poche tracce li` intorno per il vicequestore rocco schiavone da poco trasferito ad aosta: briciole di tabacco, lembi di indumenti, resti organici di varia pezzatura e un macabro segno che non si e` trattato di un incidente ma di un delitto. la vittima si chiama leone micciche`. e un catanese, di famiglia di imprenditori vinicoli, venuto tra le cime e i ghiacciai ad aprire una lussuosa attivita` turistica, insieme alla moglie luisa pec, un`intelligente bellezza del luogo che spicca tra le tante che stuzzicano i facili appetiti del vicequestore. davanti al quale si aprono tre piste: la vendetta di mafia, i debiti, il delitto passionale. quello di schiavone e` stato un trasferimento punitivo. e un poliziotto corrotto, ama la bella vita. pero` ha talento. mette un tassello dietro l`altro nell`enigma dell`inchiesta, collocandovi vite e caratteri delle persone come fossero frammenti di un puzzle. non e` un brav`uomo ma non si puo` non parteggiare per lui, forse per la sua vigorosa antipatia verso i luoghi comuni che ci circondano, forse perche` e` l`unico baluardo contro il male peggiore, la morte per mano omicida ("in natura la morte non ha colpe"), o forse per qualche altro motivo che chiude in fondo al cuore.
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rocco schiavone indaga sull`omicidio di una professoressa in pensione. e intanto l`ombra del passato si fa pressante: la pena per sebastiano, l`amico fraterno che non ha mai smesso di dare la caccia a enzo baiocchi, che gli ha assassinato la moglie, lo rende inquieto e gli ruba il sonno. antonio manzini continua il suo romanzo sul vicequestore scontroso, malinconico, ruvido e pieno di contraddizioni che i lettori ormai conoscono e apprezzano; lo fa con una capacita` di invenzione e con una passione per il personaggio, per tutti i personaggi, che difficilmente possiamo riscontrare in altri scrittori di oggi.
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rocco schiavone, vicequestore ad aosta, e` ricoverato in ospedale. un proiettile lo ha colpito in un conflitto a fuoco, ha perso un rene ma non per questo e` meno ansioso di muoversi, meno inquieto. negli stessi giorni, durante un intervento chirurgico analogo a quello da lui subito, un altro paziente ha perso la vita: roberto sirchia, un ricco imprenditore che si e` fatto da se`. un errore imperdonabile, uno scandalo clamoroso. la vedova e il figlio di sirchia, lei una scialba arricchita, lui, molto ambizioso, ma del tutto privo della energia del padre, puntano il dito contro la malasanita`. ma, una sacca da trasfusione con il gruppo sanguigno sbagliato, agli occhi di rocco che si annoia e non puo` reprimere il suo istinto di sbirro, e` una disattenzione troppo grossolana. sente inoltre una profonda gratitudine verso chi sarebbe il responsabile numero uno dell`errore, cioe` il primario dottor negri; gli sembra una brava persona, un uomo malinconico e disincantato come lui. nello stile brusco e dissacrante che e` parte della sua identita`, il vicequestore comincia a guidare l`indagine dai corridoi dell`ospedale che clandestinamente riempie di fumo di vario tipo. se si tratta di delitto, deve esserci un movente, e va ricercato fuori dall`ospedale, nelle pieghe della vita della vittima. dentro i riti ospedalieri, gli odori, il cibo immangiabile, i vicini molesti, schiavone si sente come un leone in gabbia. ma e` un leone ferito: risulta faticoso raccogliere gli indizi, difficile dirigere a distanza i suoi uomini, non puo` che affidarsi all`intuito, alle impressioni sulle persone, ai dati sul funzionamento della macchina sanitaria. e l`autore concede molto spazio alla psicologia e alle atmosfere. rocco schiavone ha quasi cinquant`anni, certe durezze si attenuano, forse un amore si affaccia. sullo sfondo prendono piu` rilievo le vicende private della squadra. e immancabilmente un`ombra, di quell`oscurita` che mai lo lascia, osserva da un angolo della strada li` fuori.
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tra realismo grottesco e thriller psicologico sette racconti sull`industria culturale, critici, sarcastici, che idealmente si ricollegano alla visione polemica di sull`orlo del precipizio contro il cinismo e la speculazione che minacciano la liberta` dei libri; ma in essi soprattutto si sente l`inventiva di un grande scrittore e la capacita` di attrarre e imprigionare nella purezza del raccontare.
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scompare, letteralmente nel nulla, un furgone portavalori. era carico di quasi tre milioni, le entrate del casino` di saint-vincent. le dichiarazioni di una delle guardie, lasciata stordita sul terreno, mettono in moto delle indagini abbastanza rutinarie per rapina. ma nell`intuizione del vicequestore rocco schiavone c`e` qualcosa - lui la chiama
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un ritratto del vicequestore rocco schiavone. cinque tessere che contribuiscono a definire il personaggio per chi gia` lo conosce e servono come una presentazione per chi non l`ha mai letto. racconti gia` pubblicati in varie antologie che questo volume mette insieme per la prima volta. il primo - che da` il nome all`intera raccolta ed e` ampio poco meno che un romanzo breve - ha un inizio macabro, quasi horror: al cimitero, dentro una cappella gentilizia, viene trovato un cadavere sconosciuto disteso sopra la bara di un`altra; unico indizio uno strano anello nuziale. ma presto la storia prende le vie tipiche che ispirano antonio manzini: innestare su un`indagine poliziesca misteriosa disagi esistenziali, denuncia sociale, sentimenti profondi; il tutto narrato con un umorismo ironico che sfiora il sarcasmo, fatto di battute rapide e paradossi, che nella misura breve dei racconti sembra persino accentuarsi per concentrazione. le altre storie che seguono - tre amici in gita alpinistica finita con il morto; una partita di calcio truffaldina tra uomini di legge; un delitto nella
![Pulvis_Et_Umbra_-Manzini_Antonio](cops/big/454985_g.jpg?tit=Pulvis_Et_Umbra_-Manzini_Antonio&r=33)
Sul fondale del nuovo atteso romanzo di Manzini sono Aosta e Roma, i poli opposti dove si snoda la vita di Rocco Schiavone e si riannodano i fili della vicenda che avevamo lasciato alla fine di 7-7-2007, quando Adele non aveva ancora avuto giustizia né vendetta, lei uccisa per errore da chi pensava di colpire Schiavone, quell'Enzo Baiocchi che ritorna ad agitare la mente e i sogni del vicequestore. E mentre Rocco è ancora oggetto di insinuanti sospetti da parte dei vertici della polizia, e reagisce disinteressandosi a ogni attività della questura di Aosta, il cadavere di un transessuale affiora nelle acque della Dora; per prima cosa si procede a perquisire la casa del morto, ed ecco la prima sorpresa: l'appartamento risulta totalmente vuoto, né un mobile, né un vestito, e neanche un foglio di carta, come fosse passato al setaccio fitto. Ma cosa c'è dietro la facciata di quella rispettabile palazzina di Aosta che appartiene per intero a un unico inquietante proprietario?