la stesura della gran bevuta, piu` volte interrotta e ripresa, occupo` daumal fra il 1932 e il 1938. in principio daumal si proponeva di mettere satiricamente in scena le esperienze con il gruppo del
un gruppo di singolari ed esperti alpinisti, certi dell`esistenza, in qualche parte del globo, di una montagna la cui vetta e` piu` alta di tutte le vette, decide un giorno di partire per tentare di scoprirla e darne la scalata. dopo una navigazione
il dialogo con l`india che soggiace a tutti gli scritti di rene` daumal nasce quando a vent`anni decide di dedicarsi allo studio del sanscrito: ne scaturira` una personale "grammatica sanscrita", assoluto capolavoro, che testimonia l`unicita` e l`originalita` della sua interpretazione del mondo indiano, da lui sempre restituito con la massima trasparenza. il progressivo percorso di assimilazione e di penetrazione nella lingua e nelle dottrine indiane non e` mai per daumal un`operazione di semplice erudizione, ma un vero e proprio lavoro su di se`. i temi vengono sempre affrontati in funzione del
nel percorso umano e speculativo di rene` daumal, l`esplorazione dell`oriente, privato di ogni tentazione esotista, e` accompagnata dall`articolata denuncia dei limiti del pensiero occidentale. questa critica radicale, che coinvolge tanto la filosofia quanto la religione, individua pero` delle eccezioni nella dialettica hegeliana e, piu` compiutamente, nell`opera di baruch spinoza. in questo saggio scritto nel 1932, daumal espone in modo conciso la sua lettura dell`"ethica" spinoziana, mostrandone il valore rivoluzionario rispetto alla morale e alla metafisica dominanti, la sua irriducibilita` alla storia della filosofia. per il distruttore di miti si aprono cosi` le porte di una diversa tradizione di saggezza, quella che si manifesta nella "cabala" e nell`insegnamento dei "vedanta". nel "catechismo", che pubblichiamo in appendice, la necessita` del risveglio interiore riconosciuta in spinoza prende la forma dell`apologo satirico, tra intenzione pedagogica e patafisica sensibilita` per l`assurdo.
acosa serve la poesia? qual e` la sua origine? quale la sua natura e quali le leggi che la governano? l`uso delle parole richiede una precisa assunzione di responsabilita`, e il dono della poesia impone la cura di un "mestiere interiore": l`umile e vertiginoso lavoro quotidiano che si fonda sulla conoscenza di noi stessi. per rene` daumal - poeta e filosofo tra i piu` originali del novecento - la teoria non e` mai disgiunta dalla pratica, e i sei testi proposti in questa raccolta sono altrettante sfide, a se stesso e al lettore, per imparare a dire la verita`. sempre attraverso una scrittura attenta all`esattezza della metafora e venata d`ironia, che assume, volta per volta, forma di apologo (le ultime parole del poeta e la parola e la mosca), di riflessione aperta e rigorosa ( tra due fuochi, l`esperienza poetica, poesia nera e poesia bianca), di studio sull`articolazione della forma (suggestioni per un mestiere poetico). senza illusioni, daumal lascia emergere una possibilita` di scelta: riacquisire il potere perduto della parola, la sua "magia", cio` che ci mette in contatto con il nostro essere profondo, oppure perderci definitivamente nel rumore.