nell`agosto 1956, in vista della pubblicazione di questa raccolta poetica, destinata a diventare celebre, ingeborg bachmann scriveva al redattore che si stava occupando del volume:
"e l`estate piu` bella della mia vita, e anche se vivessi cent`anni, queste per me rimarranno la primavera e l`estate piu` belle. di pace non se ne vede ancora granche`, dicono tutti. ma per me e` pace, pace!". cosi` scrive una ingeborg bachmann diciottenne, alla capitolazione del terzo reich, nel suo diario del 1945, fortunatamente salvato dall`oblio. un diario di stupefacente intensita`, che testimonia la profonda ripugnanza etico-estetica nei confronti del nazismo, l`euforia per la caduta della tirannide. e che racconta un grande amore, di cui ci rendono partecipi anche le lettere che al monologo della bachmann fanno qui da contrappunto, scritte dal misterioso jack hamesh, giovane soldato britannico ma in realta` ebreo viennese, fuggito nel 1938 in inghilterra e tornato nell`ex patria da liberatore. lui le bacia la mano, lei corre ad arrampicarsi in cima a un melo e decide di non lavarsela mai piu`. poi ci saranno gli incontri assidui, l`amicizia impetuosa, le conversazioni sugli scrittori amati da entrambi - mann, zweig, hofmannsthal -, le attese, la lontananza, i lunghi silenzi. e le lettere appassionate e dolenti di jack che dall`eta` di diciotto anni vaga per il mondo, e solo nella divisa di un esercito straniero ha trovato, fugacemente, un simulacro d`identita` - a colei che lo ha lasciato andare via, che non ha voluto chiedergli di restarle accanto. che cosa gli e` rimasto di quel breve ritorno a casa, di quella ragazza affascinante? a noi, di certo, molto...
"malina" e` la storia di un abnorme triangolo amoroso e di un abnorme assassinio. leggibile sui piu` diversi piani, immediato e insieme carico di riferimenti nascosti, quasi temerario nel toccare anche l`attualita` piu` intrattabile o la piu` proibita realta` dei sentimenti, questo romanzo narra una storia che ha la massima concretezza, facendola pero` coincidere con un delirio segreto che appartiene a un`altra realta`, con una favola nera che un mondo visibile potrebbe difficilmente ospitare.
"i racconti di tre sentieri per il lago... sono una delle grandi raccolte narrative del nostro secolo. senza saperlo e volerlo, la bachmann si allontano` un poco da se stessa: cancello` o sfumo` l`ossessione in cui aveva vissuto; e l`ultimo racconto, che da` il titolo alla raccolta italiana, e` in qualche modo una riconciliazione con la figura paterna e con l`austria materna, sebbene l`incontro e l`addio siano cosi` dolorosi" (pietro citati).
le corrispondenze da roma di ingeborg bachmann per la radio di brema (1954-55), qui pubblicate insieme agli articoli da lei scritti nello stesso periodo per alcuni giornali tedeschi, testimoniano sia di un aspetto sconosciuto di questa ormai celebratissima scrittrice, sia di uno spaccato dell`italia postbellica visto da una angolatura di eccezione. ingeborg bachmann conosceva perfettamente l`italiano e si orientava con sicurezza nella politica e nella cultura locali. dietro lo pseudonimo ruth keller, ella riferisce sugli argomenti piu` scottanti del periodo: su misteriosi eventi criminosi negli ambienti altolocati romani, su presunti tentativi di eversione da parte dei comunisti italiani, sulle catastrofi naturali che colgono di sorpresa i gia` provati popoli della campania, sulle inquietanti manovre della mafia, sull`ascesa alla ribalta di gina lollobrigida e sulla ratifica dei "trattati di parigi". un`occasione per ripercorrere la vita italiana degli anni `50, meno distante da quella odierna di quanto si pensi, e per comprendere meglio l`attivita` di una scrittrice che ancora non ha finito di svelare tutti i suoi segreti.
"il libro franza" non e` solo un viaggio attraverso una malattia. cause di morte, tra queste rientrano anche i delitti. questo e` un libro che parla di un delitto. esso tenta di far conoscere, di ricercare qualcosa che non e` scomparso dal mondo. oggi e` soltanto infinitamente piu` difficile commettere delitti, ecco perche` questi delitti sono tanto sublimi che quasi non riusciamo ad accorgercene e a comprenderli, benche` vengano commessi ogni giorno nel nostro ambiente, tra i nostri vicini di casa". queste parole, che non potrebbero essere piu` chiare, le leggiamo in una delle cinque prefazioni d`autore presenti nella presente edizione del "libro franza", dove i materiali radunati e pubblicati per la prima volta nel 1978 vengono sottoposti a un radicale riassetto filologico da cui riaffiorano, tra l`altro, importanti tasselli mancanti nella versione precedente e destinati ad agevolarne la comprensione. in queste pagine postume la grande scrittrice austriaca mette a nudo, dolorosamente, e raggiungendo a tratti il calor bianco della furia e della lucidita`, quello che era il presupposto dell`intero ciclo "cause di morte", avviato con "molina" e rimasto incompiuto: una catena di delitti invisibili, di "sublimi" assassinii dell`anima, crimini che "avvengono senza spargimento di sangue" e spesso si presentano come atti innocui o addirittura altruistici e disinteressati.
in questi versi di ingeborg bachmann, postumi e pubblicati per la prima volta in italia, rivivono, come in un caleidoscopico addio alla vita, tutte le migliori e piu` feconde tensioni della sua poesia, e si combinano in una sorta di viaggio disperatamente lirico che ci proietta ai confini della sua e della nostra esistenza. i testi si accumulano e si raggomitolano intorno a temi ripetuti in maniera ossessiva: la morte, il dolore dell`essere creato, il lutto per la poesia perduta, la critica ai mali della modernita`.
"malina" e` la storia di un abnorme triangolo amoroso e di un abnorme assassinio. leggibile sui piu` diversi piani, immediato e insieme carico di riferimenti nascosti, quasi temerario nel toccare anche l`attualita` piu` intrattabile o la piu` proibita realta` dei sentimenti, questo romanzo narra una storia che ha la massima concretezza, facendola pero` coincidere con un delirio segreto che appartiene a un`altra realta`, con una favola nera che un mondo visibile potrebbe difficilmente ospitare.