




in un`epoca in cui il pensiero occidentale si estenua in avvitamenti e incagli, il dialogo con categorie altre, elaborate da culture remote e nel contempo ormai contigue, appare come una delle poche vie percorribili per uscire dalla strettoia di una sterile quanto perniciosa ricerca identitaria. che qualcosa di piu` di una educata e tollerante conoscenza sia possibile lo insegna la vicenda della filosofia in giappone. di conio piuttosto recente nella sua forma ideografica (1862), la parola dalla storia plurimillenaria prende dimora in una forma mentis pervasa di modi dottrinali, andamenti riflessivi, concezioni religiose che con la grecita` e le sue lunghe filiazioni non sembrano avere punti di tangenza. eppure l`incontro avviene, grazie alla virtu` tutta giapponese di assimilare e armonizzare con l`autoctono quel che giunge d`oltremare: la scrittura, l`ideale confuciano, il buddhismo, e da ultimo, anche se aporeticamente, la filosofia, soprattutto nei suoi esiti postkantiani e posthegeliani. virtu` assimilativa a cui certo non e` estranea una "vocazione terminale", tipica di una terra dell`approdo che si e` sempre autorappresentata quale luogo di perfezionamento e compimento di cio` che nasceva altrove, ma che, nondimeno, non ha mai ceduto allo spirito della pura mescolanza.






vengono raccolti in questo volume due saggi convergenti di guido morpurgo-tagliabue (1907-1997). il primo (aristotelismo e barocco) e` la riedizione di uno studio pubblicato negli anni `50 che costituisce una pietra miliare dell`interpretazione novecentesca del barocco. in esso - libero dai pregiudizi illuministici, romantici, ed infine crociani, che hanno caratterizzato in passato la valutazione del barocco - il barocco, attraverso una lettura sistematica dei testi d`epoca, viene rivalutato in positivo quale tentativo d`originale risposta alla crisi dell`umanesimo e del rinascimento. la "mentalita` barocca" viene cosi` ricostruita scientificamente come in laboratorio, e osservata nei suoi concetti portanti (il concettismo, l`edonismo pedagogico, l`acutezza, ecc.), nelle sue tipiche realizzazioni (le forme d`arte e d`intrattenimento, il costume, i rapporti sociali, ecc.), nelle sue principali zone d`irradiazione (italia, spagna, francia, inghilterra). la riproposizione di questo studio fondamentale - oggi introvabile e che anche in passato ebbe circolazione limitata agli specialisti - e` arricchita da un saggio attuale estremamente polemico (il barocco e noi: perche` non siamo e come siamo barocchi), nel quale l`autore, intervenendo nella voga odierna di considerare l`epoca contemporanea come un`eta` neobarocca, e prendendo le distanze da essa, sviluppa una critica lucida e succosissima delle manifestazioni emergenti nella contemporaneita`. la presente affascinante introduzione all`universo della cultura barocca accompagna la pubblicazione, in questa stessa collana, della prima edizione italiana dell`opera che costituisce una delle massime espressioni del barocco: l`acutezza e l`arte dell`ingegno di baltasar gracian.









esuli in patria, costretti a palcoscenici marginali, a spazi culturali periferici: cosi` i fascisti descrivono la propria condizione all`indomani del 1945. eppure, sin dall`immediato dopoguerra, le edicole di tutta italia si riempirono di rotocalchi i cui articoli raccontavano con toni agiografici, o quanto meno indulgenti, le imprese di mussolini e dei suoi fedelissimi. gli scaffali delle librerie ospitavano memoriali, biografie e persino romanzi firmati da fascisti e filofascisti. andava cosi` in scena, agli albori del processo di costruzione di una memoria pubblica attorno al ventennio e alla stagione della guerra civile, la riscrittura di quello stesso passato da parte fascista. una simile operazione di per se` non sorprende: la voglia di raccontare la propria versione dei fatti piegando il racconto in base ai propri interessi e` un fatto fisiologico. semmai a sorprendere e` il buon esito di quell`operazione ed e` in particolare questo punto che il libro indaga, dando conto del grado di complicita` mostrato da ampi settori del mondo giornalistico ed editoriale. non e` cosi` ovvio, infatti, che i protagonisti di un regime autoritario e liberticida e di un governo, quello della rsi, complice di una forza occupante, disponessero della possibilita` di far circolare legalmente la propria versione dei fatti.

Concerto radiofonico registrato a Ashville in Nord Carolina nell'ottobre 1986. Copia non sigillata.
