


Wilko Johnson, già chitarrista nei primi Dr. Feelgood, ha vinto la sua battaglia contro il cancro ed ha ritrovato la fama grazie al disco pubblicato alcuni anni fa assieme a Roger Daltrey (Going Back Home), ed ora pubblica il suo nuovo disco come solista, il primo da almeno trenta anni a questa parte. Un disco solido ed elettrico, tra rock e blues, pulsante di energia e vitale come poche altre cose sentite ultimamente. Assiene a Wilko ci sono i due compagni di sempe: Norman Watt Roy al basso e Dylan Howe alla batteria. Più che i testi, anche introspettivi e legati ai fatti accaduti di recente, è importante la musica: e in questo caso Wilko Johnson mostra di che pasta è fatto e di volereri trovare nella sua musica il meglio di quanto ha fatto in passato. Rockin' the blues.

il primo dei tre racconti di questo volume, "giorni aperti" (scritto nel `40), ha per protagonista un giovane soldato alle prese con l`esperienza della guerra: una situazione vissuta con terrore ma anche come un`avventura, con il gusto picaresco di una scommessa sulla scoperta della vita. "labirinto" (composto durante la guerra) racconta la crudele caccia fratricida che conclude la fuga verso la salvezza di quattro partigiani. in "il gelo della mattina" (che risale invece all`immediato dopoguerra) vediamo infine un uomo costretto a confrontarsi con l`ineluttabile, la morte della moglie, combattuto tra la propria vilta` e un opposto sentimento di pieta`, tra l`agitarsi di desideri inconfessabili e il peso del rimorso.

questa e la storia di demon e davi, diciottenni celestiali e perverse che vivono al contrario. dormono di giorno e si svegliano di notte, come pipistrelli; lavorano in un night club di zurigo e assumono il luminal, potente e leggendario barbiturico con il quale, si dice, sia morta marilyn monroe. sui loro corpi esili ed eterei, che pattinano flessuosamente per le strade gelate, c?e sempre la luna, "cosi appesa sopra un concerto di david bowie", centro ipnotico e madre che le ha partorite lasciandole cadere dall?alto. intorno a loro si muove uno stuolo di viziose creature, o forse un branco di "angeli maldestri". denise e paula, ma soprattutto desdemona, entraineuse dispotica che prima tenta di manipolarle e poi le costringe a scappare in autostop da una capitale all?altra dell?europa - in un viaggio al termine reale della notte, in attesa di un?alba di morte che richiama i ventidue suicidi celebri cui il romanzo e dedicato. quasi non c?e punteggiatura in questa fiaba oscura dell?anima, di cui il lettore subisce l?incantesimo e il clima gotico; e non c?e, come norma di scrittura, che una ritmica speciale da accogliere come una preghiera mariana, o come una canzone metal, da leggere senza chiedersi niente e dimenticandosi tutto. in questo congedo dal mondo della luce verso la rarefazione dell?immagine e della parola, luminal supera la prova del tempo, ma soprattutto quella di uno spazio - letterario - che dal racconto iperplastico di una realta violenta e ipermercificata sconfina nel sacro, nel tremendo. culmine del buio-omega e manifesto di indipendenza artistica da qualunque modello, questo romanzo e il piu spietato della trilogia "dell?incoscienza", di cui fanno parte fluo e destroy. ma e proprio dal racconto delle esperienze piu spaventose che emerge, senza freni ne regole, il canto spiegato dell?anima. se ne esce storditi, con la sensazione di aver visto "oltre".